Cita:
Thethirdeye ha scritto: LA GUERRA DI MONTI CONTRO L'ITALIA:
SONO QUI PER ROVINARVIL’uomo di Goldman Sachs si dimette per tornare subito, scompaginando il “bipolarismo obbligato”.
Obiettivo: per instaurare l’autocrazia del grande capitale finanziario.
mercoledì 26 dicembre 2012
http://www.nocensura.com/2012/12/la-gue ... .html#more[i] Il professore è stato paracadutato a Palazzo Chigi con un compito preciso: distruggere l’Italia, per “rifarla” in modo che possa funzionare da paradigma europeo.
Il programma, dichiarato ormai con imbarazzante chiarezza da Monti stesso, è sconcertante: «Far arretrare le condizioni di vita della stragrande maggioranza della popolazione fino al punto in cui (secondo i manuali di macroeconomia liberista) diventano “competitive” con quelle di paesi che stanno soltanto ora approdando alla “civiltà industriale”» Questo è un punto importante a livello di strategia europea, va capito bene;
L'obiettivo che si son messi in testa i grossi capitali europei secondo me, è di rendere i paesi piigs l'equivalente dell'asia d'europa;
Non perchè ce l'hanno con l'Italia ma per la sopravvivenza dell'europa stessa, viene vista dai grandi capitali l'unica strategia di sopravivvenza:
Come si può vedere dal trend dei report ocse (al di la dell'interpretazione complessiva di byoblu che in questo caso non trovo pienamente corretta) l'europa è destinata al crollo così come è messa attualmente.
http://www.byoblu.com/post/2012/11/27/L ... x?page=allPer salvarsi da questo crollo, hanno pensato di competere con l'asia creando aree interne all'europa stessa che in termini di costo del lavoro possano competere con l'asia.
Contando anche sul fatto che comunque le nostre sono aree che da sempre sfornano personale di qualità.
(calcolate che nei dati della mia multinazionale, il lavoratore asiatico viene considerato con un coefficiente 1.8, ovvero servono 1.8 asiatici per compiere lo stesso lavoro di un lavoratore europeo)
Certo, la strategia è alquanto discutibile, io avrei puntato ad esempio sulla svalutazione dell'euro, stampando euro a iosa e mettendo leggi protezionistiche per evitare la cannibalizzazione di un europa a basso prezzo per via della svalutazione monetaria.
Il tutto per investire in un mega piano 20ennale che portasse l'europa alla totale autonomia energetica da gas e petrolio, per poi ulteriormente svalutare (in totale intorno al 50%).
A quel punto il boom dell'export europeo (sommato al fatto che il costo della manodopera asiatica sarebbe raddoppiato per via della svalutazione apportata all'euro) avrebbe reso la reinternalizzazione in europa delle attività globalizzate, come un naturale fluire delle cose.
Questo avrebbe riportato chiaramente in auge tutte le fabbriche di materie prime che stiamo vedendo chiudere in europa (alcoa, ilva le francesi etc etc).
E' logico infatti che il problema della chiusura di queste fonderie deriva dal fatto che se si spostano gli impianti industriali in asia, non è più conveniente tenere le fonderie in europa, avvicinando stabilimenti e fornitori di materie prime si riducono chiaramente i costi.
Va tenuto conto a questo punto, che purtroppo i capitali che comandano in europa hanno palesi conflitti di interesse
1) sono troppo legati alle compagnie petrolifere e nessuno di essi rinuncerà a veder diminuito il proprio orticello privato per avere un europa più forte.
2) hanno globalizzato troppo in fretta e il costo del lavoro aggiuntivo derivante da un eventuale svalutazione dell'euro non è affrontabile senza che prima siano pronte aree depresse ove re-internalizzare in europa quello che si era globalizzato in asia.
Come sempre il mondo funziona male per una questione di conflitto di interessi...