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MessaggioInviato: 31/01/2013, 12:07 
sti israeliani devono abbassare la cresta prima o poi


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MessaggioInviato: 31/01/2013, 13:31 
Che dicevate di Israele e della Siria? eccallà.. parli del diavolo...

http://www.wallstreetitalia.com/article ... siria.aspx

E' l'inizio della Terza Guerra Mondiale? Non e' stato un carico di missili diretto a Hezbollah ad essere stato colpito da un raid dell'aviazione israeliana, bensi' un centro militare siriano, a nord di Damasco. Se confermato, il raid rappresenterebbe una "violazione della carta Onu".

AGGIORNAMENTO: notizia confermata da SkyTG24


Ultima modifica di Sirius il 31/01/2013, 13:41, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 31/01/2013, 14:27 
E' proprio Israele che non vuole vivere in pace,ma..prima o poi vedrete che prenderà una bella batosta e con questo gli ritornerà il vittimismo per altri 100 anni!.[:(!]
La Russia ha protestato per l'attacco.


Ultima modifica di bleffort il 31/01/2013, 14:32, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 31/01/2013, 14:35 
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Ufologo 555 ha scritto:

Perché ha invaso il Libano esparava razzi dalle alture del Golan ...
Occupate le alture, niente razzi.
Comunque ci ha rimesso il Libano (con la Siria), è diventato un protettorato siriano, altroché "la perla del Medio Oriente"!
E tutto questo per rompre le balle ad Israele, guarda un pò ...
!!
Come puoi fare ad interpretare i fatti tutti al contrario!!!,io anche a volerlo fare apposta non ci riuscirei. [:0] [:D]


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MessaggioInviato: 31/01/2013, 16:58 
Ci vogliono solo due ore per trasportare le armi chimiche siriane dal luogo dove vengono custodite, la base di al-Safira a nord-ovest di Damasco, fino alla valle della Bekaa e quindi consegnarle ad Hezbollah. E’ questo quello che emerge da una riunione tra le intelligence israeliana e statunitense, fatto questo che nelle ultime ore ha allarmato non solo USA e Israele ma anche la Giordania e la Turchia che hanno alzato il livello di attenzione dei loro eserciti.

Cresce il timore che le armi chimiche siriane finiscano in mano ai terroristi di Hezbollah o a quelli di Al Qaeda e contestualmente cresce la possibilità che Israele decida di agire e di distruggerle prima che ciò avvenga. Questa mattina la Turchia ha schierato diverse batterie di missili terra/aria lungo il confine con la Siria. Altrettanto ha fatto la Giordania a dimostrazione che c’è molta apprensione su ciò che potrebbe accadere dopo la caduta di Assad, ormai data per certa.

La base dove vengono custodite le armi chimiche siriane è controllata da unità della guardia personale di Assad, quindi fedelissime al regime. Nella stessa base vi sono diverse armi in grado di trasportare testate chimiche (missili Scud della serie C e D) difesi da sistemi d’arma molto sofisticati come i missili antiaerei di fabbricazione russa Pantsyr-S1 (nome in codice NATO SA-22 Greyhound). Il rischio che sia le armi chimiche che le armi e i sistemi d’arma finiscano in mano ad Hezbollah o ad Al Qaeda è elevatissimo ed è un rischio che non si può correre. Ne sono convinti sia i vertici militari israeliani che quelli Statunitensi. Per questo ieri il ministro della difesa israeliano, Ehud Barak ha ribadito che “Israele sta monitorando con molta attenzione quello che avviene in Siria e si tiene pronto ad intervenire per distrugger le armi chimiche siriane e i sistemi d’arma prima che finiscano in mani sbagliate”.

Tuttavia Israele potrebbe non agire da solo. In ambienti vicini al Ministero della Difesa israeliano circolano voci insistenti di un coordinamento tra aviazioni di Israele, Turchia e Giordania con la regia USA. Lo stesso Barak ad una domanda sull’ipotetico coordinamento tra Israele, Turchia e Giordania ha ammesso che “è interesse comune che quelle armi chimiche non finiscano in mano ai terroristi” ammettendo di fatto che tale ipotesi esiste ed è concreta.

I principali timori sono fondamentalmente due, quello di un vuoto di potere dopo la caduta di Assad che potrebbe aprire le porte degli arsenali ai terroristi (magari pagando le guardie personali del dittatore), ipotesi questa molto realistica visto che l’opposizione siriana sembra tutto fuorché organizzata. Il secondo timore è legato ad un eventuale ultima follia del regime che, come estrema azione prima di cadere, potrebbe regalare le sue armi chimiche e i sistemi d’arma a Hezbollah. Sembrerebbe che su questa seconda ipotesi ci sia una fortissima pressione iraniana. In ambedue i casi l’immobilità di Israele e delle altre potenze regionali potrebbe essere letale e di certo non sono ipotesi accettabili.


http://www.spmedia.info/armi-chimiche-s ... tervenire/


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MessaggioInviato: 31/01/2013, 16:59 
Cita:
Sirius ha scritto:

Che dicevate di Israele e della Siria? eccallà.. parli del diavolo...

http://www.wallstreetitalia.com/article ... siria.aspx

E' l'inizio della Terza Guerra Mondiale? Non e' stato un carico di missili diretto a Hezbollah ad essere stato colpito da un raid dell'aviazione israeliana, bensi' un centro militare siriano, a nord di Damasco. Se confermato, il raid rappresenterebbe una "violazione della carta Onu".

AGGIORNAMENTO: notizia confermata da SkyTG24




Caro Sirius, sai chi gestisce "Sky TV"? [8D]
Hanno detto una bufala.



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MessaggioInviato: 31/01/2013, 17:00 
Israele, come vede movimenti di armi strane ... colpisce.[;)]


Siria, Israele colpisce convoglio armi a frontiera con Libano

BEIRUT/AMMAN (Reuters) - Aerei da guerra israeliani hanno bombardato un convoglio in Siria vicino alla frontiera con il Libano, apparentemente per colpire armi destinate agli Hezbollah in quello che secondo alcuni è un avvertimento a Damasco, riferiscono fonti a Reuters.

La televisione di stato siriana ha accusato Israele di aver bombardato un centro di ricerca militare a Jamraya, tra Damasco e la vicina frontiera, ma ribelli siriani smentiscono, dicendo che sono state le loro forze ad attaccare il sito. Nessuna fonte ha parlato di un secondo attacco israeliano.

"L'obiettivo era un camion carico di armi, diretto dalla Siria al Libano", ha detto un diplomatico occidentale, facendo eco ad altri secondo i quali il carico del convoglio probabilmente comprendeva missili antiaerei o razzi a lungo raggio. Divere fonti escludono la presenza nel convoglio di armi chimiche.

Fonti diplomatiche di tre Paesi hanno detto a Reuters che si ritiene che armi chimiche fossero stoccate a Jamraya, e che è possibile che il convoglio fosse vicino al sito quando ieri è stato attaccato.

L'episodio ha fatto seguito agli avvertimenti di Israele di essere pronto ad agire per impedire che a causa della rivolta contro il presidente Bashar al-Assad armi chimiche e razzi moderni arrivino ai suoi alleati Hezbollah o ai suoi nemici islamici.

(Dominic Evans e Khaled Yacoub Oweis)

Sul sito http://www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su http://www.twitter.com/reuters_italia



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MessaggioInviato: 31/01/2013, 18:05 
Raid Israele, Siria e Iran minacciano rappresaglia
Dopo attacco aereo contro sito militare siriano

ROMA - "Ci saranno serie conseguenze per la città israeliana di Tel Aviv": così l'Iran, per bocca del viceministro degli Esteri Hossein Amir Abdollahian, citato dai media Usa, minaccia una rappresaglia contro lo Stato ebraico dopo l'attacco aereo contro un sito militare siriano. Una minaccia rilanciata anche dall'ambasciatore siriano in Libano.

L'ambasciatore siriano in Libano, dal canto suo, ha affermato che Damasco si riserva il diritto di compiere una rappresaglia "a sorpresa" contro Israele per l'attacco compiuto da jet dello Stato ebraico in Siria nella notte tra martedì e mercoledì. La Siria potrebbe "prendere la decisione a sorpresa di rispondere all'aggressione degli aerei israeliani", ha detto il diplomatico, Ali Abdul Karim, citato dal sito Tayyar della Corrente patriottica libera, il partito cristiano di Michel Aoun alleato degli Hezbollah filo-siriani.

L'Egitto condanna "l'aggressione israeliana contro il territorio siriano" e mette in guardia dal ripetersi di simili attacchi che "sono pericolosi per la sicurezza regionale". Lo ha affermato il ministro degli esteri egiziano Kamel Amr a proposito del raid su un centro di ricerca militare siriano, che, ha detto, è una violazione del diritto internazionale. Amr ha chiesto alla comunità internazionale di contestare formalmente a Israele la responsabilità di queste "aggressioni contro terre arabe".

Un totale riserbo viene mantenuto anche oggi dai dirigenti di Israele in seguito al raid aereo su un'installazione militare siriana, denunciato ieri dalle autorità di Damasco. Secondo la stampa locale, il premier Benyamin Netanyahu ha impartito ai ministri l'ordine di non esprimersi in materia.

Il giornale filo-governativo Israel ha-Yom sintetizza con un vistoso titolo gli eventi di ieri al confine siro-libanese dove, secondo fonti stampa, sarebbero stati colpiti missili SA-17 di produzione russa, destinati agli Hezbollah libanesi: "Sono stati avvertiti. Se ne sono infischiati. Sono stati colpiti". Israel ha-Yom aggiunge che ora "l'intera Regione entra in stato di allerta".

Nel Nord di Israele - dove nei giorni scorsi sono state installate due batterie di anti-aerea Iron Dome (Cupola di ferro) - viene mantenuto un elevato stato di vigilanza e in alcune località i responsabili locali hanno aperto i rifugi. Il Comando delle retrovie riferisce inoltre di un'accresciuta richiesta di maschere antigas.

HEZBOLLAH, CONDANNA ATTACCO ISRAELE, SOLIDARIETA' ASSAD - "Piena solidarietà con la leadership siriana, l'esercito e il popolo". Così Hezbollah, in un comunicato, esprime la sua solidarietà al regime e condanna "l'attacco israeliano contro un centro di ricerca siriano", sostenendo che si è trattato di un tentativo di contrastare le capacità militari arabe e impegnandosi ad essere alleati del presidente Assad.

LEGA ARABA CONDANNA 'AGGRESSIONE ODIOSA' ISRAELE - Il segretario generale della Lega araba Nabil el Araby ha condannato "l'odiosa aggressione" israeliana contro un centro di ricerca militare siriano affermando che rappresenta "una violazione chiara della sovranità di uno Stato arabo e contravviene la carta Onu". El arabi ha sollecitato la comunità internazionale ad assumersi la sua responsabilità davanti alle "aggressioni" israeliane ed ha confermato il diritto di Damasco "di difendere la sua terra é la sua sovranità".

RUSSIA 'MOLTO PREOCCUPATA' NOTIZIE ATTACCO ISRAELE - La Russia si è detta "molto preoccupata" per le notizie di un raid israeliano in territorio siriano, indicando che questa azione - se venisse confermata - sarebbe un'interferenza militare inaccettabile.

Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 55684.html


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MessaggioInviato: 31/01/2013, 19:15 
Non era un sito ....[8D]



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Ufologo come fai a dire che è una bufala? penso che quello di Sky sia l'unico tg ancora affidabile, x quanto la fonte primaria delle mie notizie è la rete


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Sky è di Murdock; e tanto mi basta ...



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Sto seguendo con attenzione la situazione in Siria.Purtroppo la disinformazione attuata sui giornali e nei video è come sempre a senso unico.Esempio lampante è stato un presunto attacco dei ribelli ad una base dell'esercito:si vedevano guerriglieri armeggiare e puntare razzi che definire rudimentali sarebbe riduttivo.Probabilmente le armi e il loro appoggio esterno,credo sia molto diverso.Come può un esercito del genere tenere testa a delle forze regolari con artiglieria,carri armati ed aviazione?Un mistero.....



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MessaggioInviato: 01/02/2013, 14:20 
Con i soldi, le armi e l'addestramento occidentale... Ripeto per l'ennesima volta, stiamo giocando col fuoco. Vogliamo far cadere Assad e rischiamo di creare l'ennesima situazione stile Libia dove i tuareg che venivano reclutati da Gheddafi sono tornati in Mali unendosi alle milizie salafite (salvo poi che siccome hanno più sale in zucca di noi, le hanno subito scaricate e si sono messi a trattare con il governo Maliano e con i francesi). Ora, dopo aver scatenato un casino in Siria ci si preoccupa che le armi finiscano in mano agli stessi "bravi ragazzi" che abbiamo finanziato e appoggiato. La madre degli idioti è sempre incinta.



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Unione europea: la Nato bussa a quattrini


Il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Rasmussen, nonostante la crisi che attanaglia il Vecchio Continente, chiede altri danari all’Unione europea per sostenere i costi della difesa comune e potenziarla
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[i]di Andrea Perrone
Rinascita


L’Alleanza Atlantica pretende altri soldi dall’Ue per sostenere i costi della difesa. Il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen (nella foto) nella sua relazione annuale ha chiesto agli Stati membri Ue di spendere di più per la difesa nonostante la crisi economica e non ha mancato di lanciare una chiara minaccia all’Unione europea sottolineando che altrimenti rischia di perdere la “solidarietà” degli Stati Uniti. “Se le attuali tendenze alla spesa per la difesa dovessero continuare, queste limiterebbero le capacità pratiche delle nazioni europee nella Nato di lavorare insieme con i loro alleati del Nord America. Ma si rischierebbe anche di indebolire il sostegno politico per la nostra alleanza con gli Stati Uniti”. Ma ha voluto precisare che nonostante tutto la Nato è ancora “la potenza militare più importante del mondo”. Tuttavia, ha proseguito Rasmussen, la situazione a livello mondiale desta preoccupazione. “Le sfide alla sicurezza del XXIesimo secolo – il terrorismo, la proliferazione, la pirateria, la guerra informatica, Paesi instabili – non se ne andrà come ci concentriamo, che fissa le nostre economie”, ha commentato il segretario.

A questo punto l’ex premier danese ha chiarito quali sono le vere preoccupazioni della Nato nei confronti dei suoi nemici. “L’ascesa delle potenze emergenti – ha chiosato il segretario generale – potrebbe creare un crescente divario tra la loro capacità di agire e di esercitare influenza sulla scena internazionale e la nostra capacità di farlo”. Sempre nel rapporto presentato da Rasmussen si afferma che gli Stati Uniti hanno contribuito nel 2012 con il 72 per cento della spesa per la difesa dei Paesi membri dell’Alleanza, rispetto al 68% del 2007. Francia, Germania, Italia e Regno Unito concorrevano per il resto della somma, ma di recente il contributo francese è sceso vertiginosamente.

“Tutto ciò ha il potenziale di minare la solidarietà dell’Alleanza e mette a rischio la capacità degli alleati europei di agire senza il coinvolgimento degli Stati Uniti”, è scritto nel rapporto. E aggiunge che il contributo della Nato, in proporzione alle spese militari mondiali sceso al 60 per cento nel 2011 dal 69 per cento del 2003, è quello di raggiungere il 56 per cento nel 2014.

La “preoccupazione” di potenziare le capacità di difesa dell’Unione europea non è nuova, ovvero per rassicurare l’impero a stelle e strisce che qualora vi sia una crisi in giro per il mondo l’Europa-colonia possa intervenire militarmente utilizzando le sue forze senza il bisogno di contare su quelle degli Usa, le cui casse sono ormai vuote per le spese sostenute nelle “guerre infinite” in ogni dove nel mondo. D’altronde già due anni fa, l’ex segretario alla Difesa Robert Gates in un discorso tenuto a Bruxelles aveva lanciato l’allarme sui conti della difesa Ue. La necessità di investire di più sulla creazione di un esercito comune europeo nasce dalla crisi economica che grava anche sugli Stati Uniti, ma in questo caso proprio sulla Nato, che possiede un debito di 400 miliardi di dollari. Gli Usa per questo stanno tentando di smarcarsi il più possibile dalle imprese che può compiere autonomamente l’Unione europea con la creazione di un comando generale unificato e un esercito comune in ambito Ue.

“La realtà schietta è che vi sarà un venir meno della volontà e della pazienza da parte del Congresso degli Stati Uniti”, ha minacciato Rasmussen, nel voler “spendere fondi sempre più preziosi a favore di nazioni che sono solo apparentemente disposte a dedicare le risorse necessarie e in grado di apportare delle modifiche necessarie alla loro difesa”.

Le preoccupazioni di Gates e di Rasmussen non sono confinate soltanto alla Nato. Parlando a Bruxelles al margine del vertice dei ministri degli Esteri Ue infatti il polacco Radek Sikorski, ha sottolineato che il blocco dei Ventisette ha bisogno di una difesa propria. “Ritengo – ha dichiarato il ministro di Varsavia alla stampa – che la crisi del Mali mostri quanto sia necessario perché la prossima crisi potrebbe avvenire ancora più velocemente e abbiamo bisogno di essere in grado di reagire istantaneamente”. Un tema costante questo per la Polonia che si prodiga insieme ad altri Stati membri dell’Unione europea a creare una difesa comune europea che sia capace di intervenire tempestivamente in ogni angolo del mondo su mandato dell’Occidente euro-atlantico e seguendo le linee guida del think-tank denominato Weimar Plus che nel dicembre scorso ha tenuto un vertice dei Paesi Ue nella capitale francese. Un summit importante a cui hanno preso parte i ministri degli Esteri e della Difesa Ue per parlare del futuro dell’Unione europea sul piano militare e della sua stessa difesa da qualsiasi minaccia esterna con la volontà di migliorare l’industria bellica al fine di competere in modo equanime con gli Stati Uniti. Sono questi alcuni dei punti affrontati nella capitale francese dall’organizzazione politico-militare denominata Weimar plus, da alcuni definita una vera e propria lobby, che non vede però la partecipazione del Regno Unito, e del quale i Paesi membri del Weimar plus hanno richiesto la presenza. L’accordo di Weimar, tenutosi per la prima volta nell’aprile 1992 a Bergerac, ha rappresentato un’intesa inizialmente a tre e comprendeva Francia, Germania e Polonia. Si è rafforzata solo di recente con l’ingresso di altri Stati dell’Unione come l’Italia e la Spagna: e per questo si è trasformata in Weimar plus.

Nel corso del summit i ministri di Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna hanno avanzato la richiesta della creazione di un esercito Ue per tenersi pronti a realizzare operazioni e missioni all’estero puntando ad un intervento comune. Alla fine del vertice il documento pubblicato ha sottolineato l’importanza dell’armamento o i settori sui quali è necessario mantenere gli occhi aperti, per cui non devono essere sottovalutati, ovvero “spazio, missili balistici di difesa, droni, rifornimento di aerei in volo, capacità di trasporto aereo, supporto medico alle operazioni e la cosiddetta Software Defined Radio”. Il quotidiano britannico Telegraph dopo il summit parlando della vicenda ha ricordato “una fonte di alto livello francese” che sostiene l’idea di creare un comando operativo, in grado di diventare un “frutto maturo” nel lungo termine, quando le operazioni militari e di peacekeeping dell’Unione europea si moltiplicheranno notevolmente. Il tutto naturalmente al servizio dell’Occidente euro-atlantico per esportare la “democrazia” e mantenere il controllo su popoli e risorse energetiche.

Fonte: Rinascita 1 Febbraio 2013

Source: TNEPD | Unione europea: la Nato bussa a quattrini

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Eh si difendersi dai nemici immaginari costa parecchio.
Cari miei il vero nemico stà divorando i paesi europei dall'interno e lo si crede pure amico.

Ma si....continuiamo pure ad ingrassare i cavalli di troja [xx(]

Non mi stufirò mai di citare questa frase
« Se mille uomini non pagassero quest'anno le tasse, ciò non sarebbe una misura tanto violenta e sanguinaria quanto lo sarebbe pagarle. »

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Ultima modifica di Wolframio il 02/02/2013, 13:39, modificato 1 volta in totale.


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Purtroppo nel mondo c'è un riarmamento pazzesco ... E di matti purtroppo ce ne sono in libertà! [8)]



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