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Angel_ ha scritto:

Niscemi si ribella al maxi-radar Usa Muos, [b][red]Crocetta blocca i lavori[..quanto resisterà quel povero Crocetta [?] [8D]

Lui forse poco ma...i Siciliani per sempre. [:(]
Se qualche futuro governo Italiano non si accoderà alla richiesta di aiuto dei Siciliani,saranno guai per tutti,per prima cosa faremo cadere il governo nazionale e poi ci sarà il resto.... [:(!]


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Muos: in Australia e Virginia istallato nel deserto, in Italia vicino centri abitati!

Un beffa nella beffa. Ma anche l’ennesima prova di debolezza conclamata e politica del sistema-Italia. Le mega antenne militari del Muos verranno costruite nel bel mezzo della Sicilia. A contrada Sughereta, a pochissimi chilometri dal centro abitato di Niscemi, vicino a Caltanissetta. L’allarme per la salute è alto.
Gli esperti dicono che sia addirittura “altissimo”. E non è poi così difficile a pensarlo, visto che due delle quattro aree scelte per ospitare le antenne saranno proprio nel deserto, in zone ben distanti da qualsiasi presidio residenziale. È il caso questo della stazione di Geraldoton in Australia, ma anche delle installazioni in Virginia, nel cuore degli United States. Invece dai noi in Italia, appunto perché bel paese, le si costruisce ad un passo da casa, stando pure attenti che non lo si sappia troppo in giro. Il silenzio dei governi, ma anche della stampa nazionale, crea uno sconcerto che evidenzia quanto la questione sia di per sé imbarazzante. Ma non vale in questo caso parlare di semplici accordi internazionali che, come per magia, ci vengono calati dall’alto ob torto collo. Qui è in gioco pure una prassi consolidata. Che, e non se n’è ancora capito il perché, viene giocata dall’Italia in ossequio al criterio del ribasso dei propri interessi particolari. Ricapitoliamo il tutto: ripetita iuvant. Stanno per essere installate delle mega antenne vicino alle nostre case, e non nel bel bezzo di un deserto, come si è ritenuto opportuno fare in Australia e negli stessi Usa. Roba da far saltare dalla sedia chiunque, soprattutto gli intellettuali. Eppure l’allarme per la salute circa l’installazione del Muos è alto da tempo. Rileggere il parere degli esperti aiuta a chiarire la gravità della faccenda. Secondo Massimo Coraddu, ricercatore de Dipartimento di Energetica del Politecnico di Torino: ”Le emissioni della stazioni andrebbero a sommarsi a quelle già presenti, visto che a Niscemi già in passato sono state collocate delle antenne. Sono emissioni molto forti che indubbiamente provocano dei rischi perché chi vi abita vicino, e che subisce un irraggiamento superiore rispetto a quello che un essere umano può subire lontano da là”. L’allarme lanciato da Coraddu ha un nome ben preciso: “Temiamo per le leucemie, che si possono riscontrare nel tempo. Ci sono effetti sull’ambiente ma anche di interferenze”. La soluzione – ha continuato lo scienziato – è una sola: “Quando non ci sono le condizioni, le stazioni di questo tipo non vanno realizzate. Questo è uno di quei casi in cui le condizioni non ci sono perché le emissioni in quella zona sono già eccessive”. Parole che non ammettono fraintendimenti. Davanti alle quali Mariella Lo Bello, l’assessore alle politiche ambientali della Giunta regionale targata Crocetta, ha risposto: “Con studi e atti vogliamo verificare se il Muos faccia male alla salute, non ci saranno Stati Uniti che tengano”. Ed è giusto che sia così. Anche perché stavolta la partita è giocata su due campi di uguale importanza: il sacrosanto diritto alla salute dei cittadini; ma anche le prerogative di una sovranità politica e territoriale che al momento sembra latitare, e che stranamente però una giunta locale connotata a sinistra vuole tenere alti. Questo mentre dal governo romano si registra però un certo grado d’immobilismo. Confermato pure dalla proposta tardiva del ministro degli interni Rosanna Cancellieri, riferita poi dalla parlamentare del Pd Marileni Samperi, secondo la quale “il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini interverrà affinché il governo possa affidare a una autorità italiana, super partes, la perizia sulla valutazione degli eventuali rischi per la salute dei cittadini”. Troppi rimbalzi. Nessuno ci vuole mettere la faccia. E se ne capisce pure il chiaro motivo: davanti al Muos, il governo italiano non ha diritto di parola. E non è solo questo il problema. Che senso avrebbe infatti l’utilizzo dell’espressione “super partes” davanti ad una questione di carattere nazionale? Ed inoltre, davanti all’obiettività della ricerca scientifica, chi e cosa sarebbe sub partes? Difficile rispondere. Appunto perché non ci sono risposte, ma neanche argomenti. Una cosa però è certa, riguardo la vicenda Muos l’Italia si ricorda di non aver alcuna politica estera. Ma neanche una chiara leadership interna. Qui però non ci colpano soltanto i “tecnici” o le “signorine” di Berlusconi. Tale vuoto ha un nome chiaro da tempo: l’orgoglio patriottico. E non saranno le potenze straniere a restituircelo.

http://campagnadisobbedienzaciviledimassa.blogspot.it/


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MessaggioInviato: 25/01/2013, 23:20 
Ultimamente se ne inizia a parlare anche in tv, ho sentito diversi servizi nei vari tg ;)



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MessaggioInviato: 26/01/2013, 06:44 
Qualsiasi governo che aspira al potere in Italia,se ha intenzione di non risolvere questa questione,potrà prepararsi le valigie fin d'ora.
La Sicilia è una terra intensamente popolata e i danni che farà il MUOS saranno gravi sia per le persone che per l'ambiente.[:(!]
Purtroppo questi leccapiedi di politici Italiani corrotti ed asserviti all'America ci costringeranno d'ora in poi a guardare i governi Romani come colonialisti stranieri.
La parola d'ordine che comincia a circolare in Sicilia è questa:
CACCIARE LO STRANIERO


Ultima modifica di bleffort il 26/01/2013, 06:45, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 26/01/2013, 14:42 
un paio di bazooka e si risolve la questione abbastanza facilmente ^_^



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MessaggioInviato: 14/02/2013, 20:52 
Sicilia: caso Muos, Sigonella rifiuta lettera Regione con revoca lavori

Palermo. Gli Usa rifiutano la lettera di revoca dei lavori del Muos, firmata nei giorni scorsi dalla Regione siciliana. Il funzionario della Regione Siciliana che si e' presentato questa mattina alla base Usa di Sigonella, il 41esimo Stormo, per consegnare il plico contenente la revoca delle autorizzazioni per proseguire i lavori di realizzazione del radar Usa Muos di Niscemi (Caltanissetta) e' stato lasciato fuori dai cancelli dal militare all'ingresso. Si ingarbuglia cosi' sempre di piu'' la vicenda che rischia di fare scoppiare un incidente diplomatico tra la Sicilia e gli Stati Uniti a causa della realizzazione del sistema radar della Marina militare Usa. Il funzionario della Regione Pasquale Calamia, collaboratore dell'assessore regionale al Territorio e Ambiente Mariella Lo Bello, come apprende l'Adnkronos, dopo avere informato il Governatore siciliano Rosario Crocetta, si e' rivolto all'Ambasciata americana. Ma fino a questo momento non ha ottenuto una risposto. Una copia con ricevuta di ritorno e' stata inviata anche al Dipartimento navale degli Stati Uniti.
"E' una vicenda che ha dell'incredibile - spiega l'assessore Mariella Lo Bello - noi abbiamo fatto tutto cio' che dovevamo fare. Abbiamo il nostro collaboratore bloccato a Sigonella che cerca di contattare l'Ambasciata". Al momento, come spiega Lo Bello "i lavori sono sospesi, ma vorremmo fare arrivare la lettera di revoca delle autorizzazioni direattamente a Sigonella. Il mio collaboratore e' li' da questa mattina". Ma gia' nei giorni scorsi la base di Sigonella aveva mandato indietro la prima raccomandata della Regione siciliana, datata 11 gennaio 2013, con cui si annunciava l'avvio di procedura di sospensione dei lavori. In altre parole, la base amerciana fino ad oggi non ha mai ricevuto una notifica o una comunicazione ufficiale delle decisioni della Regione siciliana. Nei giorni scorsi i 'grillini' avevano bloccato in aula l'approvazione del Dpef per protestare contro la mancata revoca dei lavori. Ma all'indomani Crocetta ha firmato la revoca. Pero' gli Usa, al momento, non hanno dato esecuzione ai lavori

http://www.antimafiaduemila.com/2013021 ... avori.html


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MessaggioInviato: 08/03/2013, 12:57 
Caricate le mamme NoMuos

Brutale repressione stamattina contro il comitato mamme nomuos di Niscemi durante i consueti blocchi all’ingresso della base.

Tra ieri e oggi (6 Marzo) due eventi hanno riaffermato le subdole e infami operazioni dei militari statunitensi alla base di contrada Ulmo a Niscemi.

Dopo le poco credibili rassicurazioni pronunciate il 15 Febbraio dal console USA di Napoli circa la sospensione dei lavori e dell’ingresso di materiali e operai nel cantiere, quanto accaduto negli ultimi due giorni ha svelato le reali intenzioni yankee.

Ieri mattina, infatti, i presidianti l’accesso alla base militare hanno trovato nascosti nei mezzi militari, camuffati da soldati americani, degli operai ai quali hanno impedito l’accesso al cantiere Muos. È così diventata innegabile questa viscida pratica che più volte era stata denunciata dai NoMuos ma sempre smentita da chi a diverso titolo, dalla questura di Caltanissetta al consolato americano, difende la base militare. Quanti e quante, da mesi hanno invece deciso di difendere con i propri corpi il territorio nel quale vivono, sono riusciti però ad evitare che i piani del Muos andassero avanti senza intoppi.

Così stamane i NoMuos hanno deciso di reintensificare i blocchi all’ingresso dell’area militare determinati a non permettere il cambio della guardia ai soldati dentro la base. A mezzogiorno circa, però, la tensione è salita e ha evidenziato, ancora una volta, la non estraneità dei questurini agli interessi della base americana.

Agenti della Digos e del reparto mobile hanno infatti caricato le donne del comitato mamme NoMuos per permettere ai mezzi americani di entrare nella base U.S. Navy. Le mamme non hanno ceduto alle pressioni della questura e hanno opposto la loro determinazione al passaggio dei mezzi, ma la brutalità poliziesca non ha avuto alcuna timidezza e le ha allontanate con forza dalla strada col risultato che, tutt’ora, quattro donne sono in ospedale per le lesioni riportate.

Se è sempre stato chiaro che la revoca delle autorizzazioni non era che un piccolo risultato intermedio in una partita ancora tutta da giocare, questi ultimi due giorni di lotta hanno confermato che né l’esercito americano né i suoi lacchè sono disponibili ad accettare rallentamenti nella costruzione del Muos. I NoMuos dal canto loro hanno ribadito la loro determinazione a bloccare i lavori e a costruirsi un ambiente salubre e libero da inquinamenti elettromagnetici a prescindere dalle promesse di sospensione sempre più vuote di significato e nel frattempo si fa sempre più vicina la manifestazione nazionale convocata per il 30 Marzo.

http://www.notav.info/post/caricate-le-mamme-nomuos/


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MessaggioInviato: 09/03/2013, 11:00 
(Mi sa che non hanno capito che stanno giocando col Fuoco...
e si sa che giocando giocando alla fine ...ci si SCOTTA.)



[:53] [:53] [:53] [:53] [:53] [:53] [:53] [:53] [:53]



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" La Giustizia del Padre
è lenta ed Inesorabile. "
Eugenio Siragusa
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MessaggioInviato: 22/03/2013, 22:31 
venerdì 22 marzo 2013

Dichiarazioni di un ex militare di pattuglia al Muos

Immagine


Nell’intervista che segue un ex militare addetto alla sorveglianza della base radaristica di Niscemi (Sicilia) racconta la sua storia e denuncia i rischi sull’ampliamento in corso della base. Il militare poco dopo aver prestato servizio si è ammalato di leucemia. Altri suoi colleghi sembra abbiano subito la stessa sorte. Le istituzioni militari e sanitarie negano qualsiasi connesione tra malattia e servizio.
La base, gestita dalle forze armate statunitensi, che già ospita un impianto che emette onde elettromagnetiche, sta per essere ampliata per ospitare un imponente impianto di antenne satellitari, conosciuto come MUOS. L’impatto in termini di inquinamento elettromagnetico del MUOS si preannuncia devastante: a pochi km ci sono paesi e aeroporti civili.

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=iYxNnTQRNoU[/BBvideo]

Source: LatanadiZak: Dichiarazioni di ... militare di pattuglia al Muos


Chi è che diceva:
Cita:
Tranquilli, le antenne sono sempre rivolte verso l'alto (per i satelliti) ed i "fasci" sono sempre ristretti altrimenti perderebbero in potenza ..
[:(]


Ultima modifica di Wolframio il 22/03/2013, 22:38, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 23/03/2013, 22:53 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

un paio di bazooka e si risolve la questione abbastanza facilmente ^_^



Li dovevamo puntare verso il governo Berlusconi che ha permesso questo facendoci diventare una Colonia senza più sovranità con disprezzo delle vite Umane [:(!]
Se non si smobilita questa base Americana,non abbiamo più bisogno di sventolare il tricolore Italiano,noi abbiamo già una bandiera che è nata secoli prima di quella Italiana. [:(]
I Siciliani in America sono milioni,che qualcuno se lo tenga bene in mente,chi vuole intendere intenda!!!!!. [8D]


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MessaggioInviato: 24/03/2013, 09:52 
Cita:
bleffort ha scritto:
Li dovevamo puntare verso il governo Berlusconi che ha permesso questo facendoci diventare una Colonia senza più sovranità con disprezzo delle vite Umane [:(!]
Se non si smobilita questa base Americana,non abbiamo più bisogno di sventolare il tricolore Italiano,noi abbiamo già una bandiera che è nata secoli prima di quella Italiana. [:(]
I Siciliani in America sono milioni,che qualcuno se lo tenga bene in mente,chi vuole intendere intenda!!!!!. [8D]

In questo caso il berlusca non c'entra, l'avrebbero fatto anche con prodi o con bersani...
Il fatto è che abbiamo perso la guerra, siamo stati dapprima "aiutati" con una montagna di fogli di carta:

Immagine

In realtà NON era un aiuto ma signoraggio bancario che è all'origine dell'immenso debito odierno, guardate questo video al proposito:



e subito dopo colonizzati, diventando la "portaerei" strategica degli Usa nel mediterraneo...abbiamo sul nostro suolo nazionale 84 basi Usa conosciute + quelle segrete, e a questo punto non ci può più fare niente nessuno, il Muos lo vogliono fare e sicuramente lo faranno! [8]



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MessaggioInviato: 24/03/2013, 13:53 
"" a questo punto non ci può più fare niente nessuno""

Si vede che sei Italiano!! [:(] ,a tutto c'è rimedio,i Francesi che occupavano la Sicilia,a quel tempo erano forti militarmente ( a paragone ) come sono oggi gli USA,eppure abbiamo avuto la forza di volontà di cacciarli fuori. [:(!]
L'Unione Europea doveva servire principalmente per poter fare un unico blocco militare,indipendente dagli USA e invece ci hanno legato ancora di più tramite la perdita della moneta sovrana.


Ultima modifica di bleffort il 24/03/2013, 14:00, modificato 1 volta in totale.

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Cita:
Angel_ ha scritto:

Cita:
In questo caso il berlusca non c'entra, l'avrebbero fatto anche con prodi o con bersani...


Un Berlinguer non c'è l'avrebbe permesso!!,voleva che l'Italia uscisse dalla NATO.
Bisogna avere il coraggio di promulgare delle leggi che indicano le Basi Americane come abusive e lesive per una nazione sovrana com'è l'Italia,ma questo non lo faranno mai,quelli che ci governano hanno paura anche della loro ombra,oltre a essere facilmente ricattabili con denaro.


Ultima modifica di bleffort il 24/03/2013, 14:09, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 15/05/2013, 16:08 

Il MUOS si espande in Sardegna, l’altra isola americana


Il MUOS non solo procede come se nulla fosse, sebbene siano stati esposti i pericoli e qualcuno nell’area ha già sperimentato il cancro dalle più piccole antenne già presenti, ma viene esteso all’altra grande isola italiana in una specie di triangolazione che vede ancora un volta il nostro territorio usato come terra di nessuno a disposizione di eserciti stranieri. Così infatti leggiamo su La Nuova Sardegna dell’11 maggio: Negli ultimi giorni, infine, alcune notizie che hanno acceso i riflettori dell’attenzione su una base Nato (ma nella sostanza statunitense) che finora è sempre rimasta nell’ombra: il centro di comunicazione con i sommergibili nucleari dell’Us Navy di Tavolara. Sembra infatti che la base sarda sia inserita nel progetto Muos (Mobile User Objective System) della Marina militare statunitense. Cioè un moderno sistema di telecomunicazioni satellitari ad altissima frequenza (Uhf) e a banda stretta (da 64 kbit/s), composto da quattro satelliti geostazionari e quattro stazioni di terra, di cui una a Niscemi, in Sicilia. Il sistema Muos integrerà le forze navali, aeree e terrestri statunitensi in movimento in qualsiasi parte del mondo dieci volte più velocemente di oggi. La paura di un inquinamento elettromagnetico ha fatto però insorgere le popolazioni locali e la Regione Sicilia ha revocato l’autorizzazione alla costruzione della base. I timori di effetti dannosi sulla salute da parte dei radar sono stati anticipati dai fisici del Politecnico di Torino Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu. Ma il fisico americano John Oetting, della “John Hopkins University”, nelle scorse settimane ha cercato di gettare acqua sul fuoco: «Un forno a micronde è più pericoloso dei radar del Muos». La risposta di Zucchetti è stata tagliente e ironica: «Oetting? Sì, lo conosco.È il Project Manager e Lead Systems Engineer del Muos Project. Non penso sia il caso di tradurre. Mi complimento con lui: certamente essere manager del progettoMuos e ingegnere-capo dello sviluppo del Sistema Muos è una grande responsabilità…». Nasce a questo punto un interrogativo: ma qualcuno ha mai verificato se il campo elettromagnetico sviluppato dalle antenne di Tavolara, che trasmettono in Vls (Very low frequency) a 20.27 kHz, è dannoso per la salute? Riporto inoltre altre informazioni che mostrano come anche la Sardegna sia da tempo colonia americana: Dietro l’incomprensibile rigidità della tecnocrazia militare che non vuole rinunciare neppure a un pezzo di quegli enormi spazi conquistati nella metà del secolo scorso, si sta infatti verificando un cambiamento profondo, addirittura genetico, nella presenza delle stellette nell’isola. Un cambiamento silenzioso, sotterraneo e complesso, che elude le cicliche diatribe politiche, ignora le rivendicazioni di una revisione delle servitù e segue i tempi di una programmazione segreta. Da qualche anno l’orologio militare segna i tempi della guerra del futuro: ipertecnologica, cibernetica, computerizzata. Un’evoluzione che sta cambiando l’identità stessa dei presìdi e dei poligoni sardi perché sta diventando sempre più stretto il rapporto tra esigenze strategiche e affari, tra geopolitica e industria bellica. La pista della discordia. La cosiddetta “striscia tattica funzionale”, al centro delle polemiche di questi giorni tra autorità militari, Comipa e Comune di Teulada, non è infatti una semplice pista di atterraggio per i droni, gli aerei senza pilota. Come il Predator dell’americana General Atomics o lo Sky-X, l’aereo-spia con motore diesel progettato e costruito dall’Alenia. Oppure il Nibbio della Galileo Avionica. O ancora, i tre micro-aereiSelex (sempre del Gruppo Finmeccanica) chiamati Otus, Asio e Strix. La “striscia tattica funzionale” è soprattutto necessaria per il programma Neuron, che ha il suo cuore nel poligono interforze del Salto di Quirra. Si tratta di un’intesa tra paesi europei per la progettazione di un velivolo da combattimento non pilotato (Ucav, Unmanned Combat Air Vehicle). Un gioiello tecnologico con accentuate caratteristiche “stealth”. Cioè capace di essere invisibile ai radar. Il consorzio Neuron è formato dalla franceseDassault Aviation, dalla svedese Saab, dalla spagnola Eads Casa, dalla svizzera Ruaag Aerospace, dalla greca Hai e da Alenia, controllata di Finmeccanica. Il programma prevede una spesa di 400 milioni di euro. La metà è a carico dei francesi della Dassault Aviation, mentre Alenia parteciperà con 90 milioni di euro. Tra le caratteristiche tecniche di questo aereo del futuro, la capacità di sparare due bombe a guida laser da 250 chilogrammi, una lunghissima capacità di volo e la possibilità di spingersi a velocità prossime a quella del suono (Mach 0,7-0,8). Il volo inaugurale di questo sofisticatissimo velivolo pilotato da una stazione remota, è avvenuto il primo dicembre dello scorso anno in Francia nella base militare di Istres. Il prototipo Neuron si sposterà ora a Bruz, vicino a Rennes (Bretagna), nel “Centre d’essais d’electronique della Diréction Générale de l’Armament française”, per essere sottoposto a un primo ciclo di verifiche della sua “furtività”. Poi sarà la volta di una serie di test in volo con i radar della difesa aerea francese e nel poligono svedese di Visel. Nel 2015 approderà infine in Italia, nel poligono del Salto di Quirra, per essere sottoposto a test di tiro reali e a nuove prove di verifica della stealthness, l’invisibilità. Come in un videogioco. Ecco dunque perché le autorità militari italiane premono per la pista di decollo e atterraggio. Perché tutto deve essere pronto entro il 2015. Lo spostamento a Teulada è probabilmente nato perché l’inchiesta della procura di Lanusei sul poligono di Quirra sta creando molte turbative, mettendo in pericolo le scadenze del programma Neuron. Andando a spulciare le caratteristiche di questo aereo futuristico, si trova anche un’espressione criptica: «Integrazione in un ambiente C4i». Un acronimo che rivela molte cose sul concetto futuro di guerra, ma anche un inganno politico-militare scoperto due anni fa per un’incredibile ingenuità. Prima di tutto cosa significa l’acronimo C4i? Le quattro “C” stanno per comando, controllo, comunicazioni e computer e la “i” sta per informazioni. Ma si potrebbe dire anche intelligence, cioè spionaggio. In estrema sintesi, un sistema la cui architettura include centri di rilevamento fissi e mobili che comunicano attraverso reti satellitari, strategiche e tattiche, e attraverso computer. È come se esistessero migliaia di occhi elettronici capaci di vedere e comunicare in tempo reale a una centrale remota scenari in movimento. Insomma, un formidabile sistema spionistico al quale nulla può sfuggire. Ma anche il sistema nervoso di un concetto operativo nuovo in uno scenario di guerra. Si legge in un documento della Difesa: «Per il singolo soldato la comunicazione e la condivisione delle operazioni, sia a livello di squadra che verso i livelli di comando sovraordinati, risultano di fondamentale importanza in quanto permettono di integrare l’unità di manovra in un sistema di comando e controllo network-centrico. In un ambiente network-centrico, tutti gli elementi partecipanti a un’operazione diventano nodi intelligenti e attivi di una rete unificata». Insomma, la guerra diventa come un immenso videogioco dove tutto è virtuale, ma anche maledettamente reale. Sì, perché bombe e proiettili sono sempre veri. Scrive Antonio Camuso, dell’Osservatorio sui Balcani: «In poche parole, grazie alle alte tecnologie impiegate nel sistema C4i, utilizzando reti che viaggiano su satelliti e su reti dedicate (Internet e/o Intranet della forza armata in questione), permette la presenza virtuale in ogni punto operativo del C4i del Comando (che si chiami Pentagono, o comando Nato, ecc…) e nel contempo di “processare” un’infinità di informazioni provenienti dal campo operativo (di battaglia) o dall’acquisizione da opera di spionaggio di qualsiasi genere, politico, economico o personale». Spionaggio e controllo tattico. Il sistema nel nostro Paese è nato nel 2004. Il comando venne affidato all’ammiraglio Bizzarri e al generale Viarengo. Ma interagiscono anche i servizi segreti Aise e Aisi e il cuore tecnologico del network è costituito dalla brigata Rista-Ew (Reconnaissance, intelligence, surveillance, target acquisition – Electronic warfare), che raggruppa le unità di guerra elettronica delle forze armate. L’origine politica di questa rete militare risale al luglio 1997: venne decisa in un vertice di capi di Stato e di Governo dei Paesi dell’Alleanza atlantica, a Madrid. Un mondo che avrebbe dovuto rimanere segreto o comunque molto riservato. Ma l’esistenza della rete C4i venne a galla quasi per caso nel febbraio 2004. La trovò un giornalista pugliese che frugava nel sito internet del Pentagono. Si apprese così che Taranto era diventato uno dei gangli strategici della rete militare Usa, controllata dal “Navy Center for Tactical System Interoperability” che ha base a San Diego, in California. In Sardegna era prevista una rete radar costiera presentata alla Regione e ai Comuni come un sistema di monitoraggio contro l’arrivo di immigrati clandestini nell’isola. La protesta popolare contro questi grandi radar dell’israeliana Elta System innescò una serie di interrogazioni parlamentari alle quali rispose il ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito commettendo un clamoroso autogol: «La realizzazione della rete radar costiera è destinata a integrare il sistema di comando e controllo C4i del Corpo (la Guardia di finanza ndr), dichiarato segreto». Bastò che un giornalista curioso in Sardegna indagasse sull’acronimo per scoprire l’inganno e rivelare che il contrasto all’immigrazione clandestina era una grottesca bugia che nascondeva una nuova servitù per la Sardegna.


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In questo caso il berlusca non c'entra, l'avrebbero fatto anche con prodi o con bersani...


Un Berlinguer non c'è l'avrebbe permesso!!,voleva che l'Italia uscisse dalla NATO.
Bisogna avere il coraggio di promulgare delle leggi che indicano le Basi Americane come abusive e lesive per una nazione sovrana com'è l'Italia,ma questo non lo faranno mai,quelli che ci governano hanno paura anche della loro ombra,oltre a essere facilmente ricattabili con denaro.


Ero molto piccola e nn ricordo precisamente come sono andati i fatti, ma sentivo i discorsi dei "grandi" che nn contenti manifestavano il loro dissenso per la questione del patto atlantico e dell'affermazione di Berlinguer il quale asseriva che si sarebbe sentito meglio sotto "l'ombrello Nato"...

Spero che sta storia nn finisca come quella di Sua Emittenza radio vaticana! [V]


Ultima modifica di shighella il 15/05/2013, 16:47, modificato 1 volta in totale.


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La scienza è solo una perversione, se non ha come fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell'umanità.(Nikola Tesla)
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