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Artico senza ghiaccio entro 2020

18/02/2013, 23:44

Artico senza ghiaccio entro 2020. CryoSat rivela scioglimento sempre più veloce

ROMA – Il Polo Nord sta scomparendo sempre più rapidamente e nel 2020 potrebbe sparire del tutto. I dati del satellite CryoSat dell’Esa mostrano come il livello del volume ghiacci dell’Artico sia diminuito del 60% in più di quanto previsto. A partire dal 2008 l’Artico ha perso circa 4300 chilometri cubi di ghiaccio durante i periodi autunnali e circa 1500 chilometri cubi durante i periodi invernali. Diminuzioni che hanno comportato la scomparsa del ghiaccio dalle regioni a nord della Groenlandia, dell’arcipelago del Canada e delle isole Svalbard.
Il volume dei ghiacci è diminuito del 36% durante l’autunno e del 9% tra l’inverno del 2003 e quello del 2012. Ma è nell‘estate 2012 che è stato registrato il record di scioglimento dell’Artico, con il ghiaccio che ha raggiunto il livello massimo di sottigliezza lo scorso settembre. Se il livello del ghiaccio continuerà a scendere con queste velocità, il ghiaccio sparirà dal Polo Nord entro il 2020 e non entro il 2050, come in precedenza stimato.
Lo scioglimento dei ghiacci artici è una realtà che Nasa ed Esa tengono d’occhio da tempo. I dati raccolti da CryoSat evidenziano la diminuzione del volume di ghiaccio del Polo Nord già osservata tra il 2003 ed il 2008 dal satellite IceSat della Nasa.
Tommaso Parrinello, mission manager di CryoSat, ha spiegato: “Gli altri satelliti hanno evidenziato, attraverso il livello dei ghiacci dell’Artico, il riscaldamento climatico. CryoSat permetterò agli scienziati di stimare il volume dei ghiacci, cioè un indicatore molto più accurato dei cambiamenti che si stanno verificando al Polo Nord”.
Il satellite infatti è in grado di calcolare il “bordo libero” dei ghiacci, cioè l’altezza tra l’acqua ed il ghiaccio, e dunque di stimarne in maniera più precisa il volume. Anche se i dati di CryoSat promettono maggiore precisione, gli scienziati dell’Esa avvisano che i dati raccolti riguardano solo il periodo tra il 2011 ed il 2012, dunque non vi sono ancora dati sufficienti per stabilire un trend sugli effetti dello scioglimento dei ghiacci e dell’impatto sui cambiamenti climatici a lungo termine.

Il video dell’Esa dai dati di CryoSat:

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=IFi8kqyhIJc[/BBvideo]

18/02/2013, 23:59

Mi stavo domandando se la scomparsa della massa di ghiaccio dal polo nord potesse influenzare la stabilità dell'asse terrestre... [8]

19/02/2013, 00:10

Non so se è solo un'ipotesi ma ho letto che lo scioglimento potrebbe portare una considerevole massa d'acqua fredda nell'Atlantico tanto da bloccare l'efficacia della corrente del golfo... questo provocherebbe una piccola glaciazione in Europa.

20/02/2013, 12:48

Non è una ipotesi, ma un rischio reale.

Cio' che mi chiedevo è appunto se un riequilibrio in un'altra zona dell'emisfero boreale delle masse di ghiaccio artiche potrebbe determinare una variazione importante dell'inclinazione dell'asse, della rotazione e quindi anche del campo magnetico terrestre.

Mi viene in mente quanto descritto dalla mitologia norrena relativamente all'yggdrasill, l'albero del mondo e al suo "scuotimento"...

Il blocco della Corrente del golfo potrebbe essere l'inizio di un nuovo cataclisma globale come fu il suo sblocco 12000 anni fa?
Ultima modifica di Atlanticus81 il 20/02/2013, 12:52, modificato 1 volta in totale.

20/02/2013, 13:56

Se si ferma la corrente del golfo sono guai seri, per tutti...

20/02/2013, 20:50

mancano ancora 8 anni buoni...e chissa' cosa accadra' in 8 anni.....

20/02/2013, 23:22

Messaggio di sanje

Artico senza ghiaccio entro 2020. CryoSat rivela scioglimento sempre più veloce
CUT...


Calcola che è pure piuttosto conservativa come previsione;
Altri modelli portano al 2016 mentre alcuni scienziati si dicono convinti addirittura del 2015 è l'anno con lo scioglimento totale.
http://thinkprogress.org/climate/2012/0 ... e-by-2016/
(attenzione chiaramente si parla di scioglimento al culmine dell'estate, e della parte di ghiaccio che galleggia, non di tutto il ghiaccio della groenlandia, cosa che porterebbe i mari a +5/+7 mt).

Dai dati delle osservazioni trentennali dei satelliti giapponesi io mi son convinto che seguendo il trend attuale l'anno in cui l'oceano artico si scioglierà, tutto a settembre sarà il 2018.

22/02/2013, 17:09

I danesi non vedono l'ora che la loro Groenlandia diventi una terra facilmente vivibile e sfruttabile immagino ^_^ Penso sia dai tempi dei vichinghi che attendono con pazienza :) Comunque non penso chela differenza di stato di quel ghiaccio qualche problema la provocherà una volta sciolto, dopotutto il peso specifico del ghiaccio è inferiore rispetto a quello dell'acqua...

22/02/2013, 17:22

MaxpoweR ha scritto:

I danesi non vedono l'ora che la loro Groenlandia diventi una terra facilmente vivibile e sfruttabile immagino ^_^ Penso sia dai tempi dei vichinghi che attendono con pazienza :) Comunque non penso chela differenza di stato di quel ghiaccio qualche problema la provocherà una volta sciolto, dopotutto il peso specifico del ghiaccio è inferiore rispetto a quello dell'acqua...


è al contrario! si innescherà un'era glaciale! perchè la massa di acqua fredda proveniente dai ghiacci dei poli raffredderà i mari, che raffredderanno il clima, innescandola!

22/02/2013, 18:28

DarthEnoch ha scritto:
è al contrario! si innescherà un'era glaciale! perchè la massa di acqua fredda proveniente dai ghiacci dei poli raffredderà i mari, che raffredderanno il clima, innescandola!


[:264]

22/02/2013, 19:09

si ma in quante centinaia di anni? :) O pensi che accadrà dall'oggi al domani...

22/02/2013, 19:56

MaxpoweR ha scritto:

si ma in quante centinaia di anni? :) O pensi che accadrà dall'oggi al domani...


Secondo recenti simulazioni, basterebbe qualche decennio. Si può entrare in un era glaciale molto rapidamente, occorrono tempi più lunghi per uscirne. In realtà esistano studi che ipotizzano che l'ultima era glaciale sia arrivata in sei mesi:


Era glaciale in pochi mesi
By Claudio Gravina

No, non stiamo dicendo che tra pochi mesi entreremo in una nuova era glaciale. Ci riferiamo piuttosto ad uno studio1 recente condotto dal ricercatore William Patterson, presso la “University of Saskatchewan” (Saskatoon, Canada). Patterson e il suo gruppo di collaboratori si sono recati in Irlanda ed hanno estratto una carota di fango dal fondale del lago Lough Monreagh. Ne hanno ricavato delle sezioni sottilissime (pare che siano le prime a raggiungere uno spessore compreso tra 0.5 mm e 1 mm), con le quali è stato possibile ottenere serie di dati dettagliatissime.
I ricercatori si sono soffermati su un periodo risalente a circa 12800 anni fa, momento in cui l’Emisfero Nord del nostro pianeta affrontava uno sconvolgimento climatico davvero affascinante: lo Younger Dryas (Y-D).
Lo Y-D è stato caratterizzato da temperature molto rigide, una vera e propria era glaciale, singolarmente durata circa 1300 anni. Vale la pena inserire questo evento nell’appropriato contesto. In quegli anni la Terra si stava riprendendo dall’ultima grande era glaciale. In particolare, focalizzandoci sul nostro emisfero, le temperature stavano gradualmente aumentando, mentre le grandi calotte glaciali si ritiravano rapidamente (la calotta glaciale superstite più importante era la Laurentide, che ricopriva nel momento di massima estensione quasi tutti il nord America.
Le ipotesi accreditate attribuiscono proprio alla fusione della calotta Laurenziana l’innesco della mini-glaciazione dello Y-D. L’immissione improvvisa e massiccia di acqua dolce avrebbe causato l’alterazione profonda della circolazione oceanica nord-atlantica.
Fino ad oggi, tuttavia, si pensava che la fase di transizione che ha portato alle condizioni piene dello Y-D abbia avuto una durata di qualche decennio. Lo studio condotto da Patterson, basandosi su dati ad altissima risoluzione, ha messo in luce, invece, un meccanismo molto più rapido. La produttività biologica del lago esaminato in Irlanda si è azzerata nel giro di pochi mesi, forse un anno. Tale calo nella produttività è inequivocabilmente legato ad una caduta verticale della temperatura dell’aria.
Altri studiosi, interrogati sui risultati di questa ricerca, si dicono convinti che i dati possano rivelarsi coerenti e corretti. Infatti, gli ultimi carotaggi effettuati in Groenlandia indicavano una transizione tra 1 e 3 anni. Quindi apparentemente vi è coerenza con i dati irlandesi.
A partire dal termine dello Y-D, la produttività di Lough Monreagh ha impieagato ulteriori due secoli per tornare ai livelli iniziali.
Questo studio getta una luce interessante sui cosiddetti Abrupt Climate Change, materia di studio piuttosto recente nell’ambito della paleoclimatologia. Alla iniziale idea di un clima immutabile nel breve periodo, cambievole solo su scala geologica, nel corso degli anni si è andata sostituendo la realtà sperimentale dei fatti: un clima variabile, anche sostanzialmente, in ogni suo orizzonte temporale. Questo ultimo studio ci parla di mutazioni climatiche sconvolgenti nel giro di pochi mesi.

http://www.climatemonitor.it/?p=5249

22/02/2013, 21:21

uhm interessante, non pensavo che una glaciazione potesse espandersi così velocemente, ma fondamentalmente non possiamo farci granché :) Ci adatteremo come abbiamo sempre fatto.

22/02/2013, 21:51

In effetti, hai ragione Max, pare proprio che non possiamo farci granchè dal momento che questi cambiamenti climatici sembrano essere ciclici [8].

22/02/2013, 22:13

Blissenobiarella ha scritto:

In effetti, hai ragione Max, pare proprio che non possiamo farci granchè dal momento che questi cambiamenti climatici sembrano essere ciclici [8].


Cara Bliss, noi lo sappiamo che non possiamo farci granchè, ma Bill Gates e compagni lo sanno? [:)]
http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=10739
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