06/03/2013, 22:01
nemozero ha scritto:
Ma si aspettiamo ancora un giro di valzer tanto il paese va' a rotoli senza un governo decente a no scusa al governo ci va' grillo come presidente del senato mette il panettiere all'angolo e come presidente alle camere la parricchiera cosi' brava a fare la messa in piega e come presidente del consiglio ma diamine! l'amministratore del condominio di casa grillo!
tanto non c'e' fretta............
06/03/2013, 22:10
06/03/2013, 22:12
nemozero ha scritto:
Ma si aspettiamo ancora un giro di valzer tanto il paese va' a rotoli senza un governo decente a no scusa al governo ci va' grillo come presidente del senato mette il panettiere all'angolo e come presidente alle camere la parricchiera cosi' brava a fare la messa in piega e come presidente del consiglio ma diamine! l'amministratore del condominio di casa grillo!
tanto non c'e' fretta............
06/03/2013, 22:47
nemozero ha scritto:
Ci mettano anche il Papa anzi l'ex papa che adesso e' libero ma facciano un governo!
06/03/2013, 23:27
break ha scritto:
La metto sul ridere che il futuro lo vedo piuttosto scuro e incerto, Grillo o non Grillo
07/03/2013, 00:34
[color=blue]Siamo i grillini e proponiamo cose un sacco belle
La presentazione - innanzitutto tra di loro, dal momento che in pochi si conoscevano - degli eletti del Movimento 5 Stelle alla Camera e al Senato, ieri in un hotel romano (qui il video), è stata l'occasione per capire non tanto come sia stato possibile che 8,7 milioni di italiani li abbiano votati, ma la natura, l'identità politica del movimento, poiché forse mai come in questo caso tra eletti e militanti da una parte, ed elettori dall'altra, esiste una distanza abissale, a livello quasi antropologico. Dei candidati, infatti, prima di oggi non si sapeva nulla, totalmente oscurati dalle performance di Beppe Grillo. Presentazioni individuali brevi, va detto, poche parole per descrivere se stessi, la propria attività e i propri interessi, il settore di cui ci si vorrebbe occupare in Parlamento, il tutto in perfetto stile alcolisti anonimi ("Ciao, sono tizio, mi occupo di... potrei contribuire a...").
Premettiamo subito che il problema non è quanto siano apparsi ingenui ed inesperti i neo-parlamentari grillini. Probabilmente tutti i loro predecessori lo erano, la prima volta. A sorprendere in negativo è il modo in cui non sanno descrivere loro stessi, usando definizioni standardizzate da curricula scritti male. Per non parlare della quantità di banalità, di rimasticature ideologiche, presentate con le capacità espositive, le perifrasi e la mimica tipiche delle assemblee liceali, l'astrattezza di chi tanto non deve rendere conto a nessuno delle sue sparate, ma anche con la sicumera di chi è convinto di saperne più di tutti per il solo fatto di avere un pezzo di carta in tasca e di "occuparsi" - non si sa bene a che titolo, se per hobby o poco più - di quella tal materia.
"Parlo tre lingue, studio la quarta e quindi mi candido automaticamente alla commissione esteri"; "Vorrei portare la mia passione per il web e anche per la musica"; "Sono sommelier, quindi mi occuperò di agricoltura"; "Mi vorrei occupare di trasporti pubblici e come concetto la manutenzione attuarla per l'acqua pubblica"; "Oltre a lavorare sul lavoro mi piace molto il settore dei servizi sociali e se c'è bisogno anche la sanità"; "Mi piacerebbe occuparmi sia di sociale sia di giustizia"; "Vado in bici e vorrei che si potesse andare dall'aeroporto a Montecitorio in bicicletta"; "Sono vegano, 'disiscritto' dalla Chiesa cattolica". Sono solo alcune delle perle che ci è capitato di ascoltare.
"Mi occupo di" è la frase standard utilizzata per presentarsi. Sintomatica di una certa faciloneria: questi eletti grillini non lavorano, non fanno, non sono, ma si "occupano di...". Si "occupano" tutti di un sacco di cose buone e belle, ma in pochi dicono che lavoro fanno, di cosa campano, citando un impiego, una mansione, una posizione o un profilo professionale. Della serie, "vogliamo fare cose un sacco buone e un sacco genuine". Già, sembrava di assistere alla famosa scena del film di Verdone "Un sacco bello", in cui il giovane neo-hippy Ruggero, al cospetto del papà Mario (Mario Brega) e di padre Alfio, prova a spiegare l'attività della sua comune:«Cioè, siamo un gruppo di ragazzi no, che stanno fondando una comunità agricola no, cioè come alternativa all'inquinamento urbano, cioè inteso non soltanto come scorie eccetera, no, cioè inteso anche come inquinamento morale capito in che senso? (...) Cioè allora, mentre le ragazze provvedono alla raccolta dei frutti naturali della terra no, tipo carciofi, ravanelli, insalata, piselli no, tutta robbba vegetale un sacco bbuona no, noi ragazzi invece provvediamo così alla dimensione artigggianale no, cioè tutti lavoretti così in ceramica, in cuoio no, così eccetera no, per sentirci in noi stessi in quanto entità fisico psichica a contatto con gli altri no, cioè in questo mondo cosmico pantistico naturalistico no, cioè un mondo in cui è l'amore che vince e il male che perde no, cioè un modo in cui veramente domina la fratellanza no».
Ovviamente un paragone spiritoso, da non prendere alla lettera, ma il miscuglio di subculture politiche, proposte e teorie strampalate tra l'ingenuo e il complottistico, espresso dall'assemblea grillina rimanda all'idea di un mondo pre-industriale e fortemente comunitario, in piena armonia con la natura, proprio come veniva descritto dal mitico personaggio di Verdone nei lontani anni '80.
L'ambientalismo ideologico (niente discariche né inceneritori, no alle centrali a biomassa), l'antimilitarismo, l'animalismo, le energie alternative, il "Nimby", ma anche i concetti-chiave della sinistra statalista e politicamente corretta: scuola pubblica, sanità pubblica, acqua pubblica, lotta alla precarietà, reddito di cittadinanza, "il sociale" e il "bene comune", la giustizia. E' proprio questa una delle più grandi contraddizioni di fondo del movimento di Grillo: voler spezzare le catene dell'ingiustizia, estirpare la corruzione, la mala politica, con più Stato, più "pubblico", quindi inevitabilmente più politica, come in una sorta di sindrome di Stoccolma.
C'è il problema dei rifiuti? Semplice, si risolve non producendoli, non consumando. C'è il problema del debito? Si può non ripagarlo, o rinegoziarlo, e al limite uscire dall'euro, perché no? C'è il problema di come far ripartire l'economia? Ecco che viene in soccorso la teoria della "decrescita felice". Non vorremmo ricorrere a paragoni sotto molti aspetti inappropriati e certamente esagerati - ce ne rendiamo conto - ma come nei movimenti totalitari della prima metà del '900, anche nel M5S convivono da una parte il rifiuto del progresso, economico e tecnologico, il mito di uno stile di vita pre-industriale, anti-consumistico e anti-materialista, persino l'eco di valori contadini, e dall'altra un approccio fideistico alle tecnologie di ultima generazione - legate al web, alle energie alternative e alla tutela dell'ambiente - con le quali l'umanità sarebbe in grado di auto-rigenerarsi.
Diversamente dai comizi in campagna elettorale, in cui Grillo ha astutamente toccato il tema dell'oppressione fiscale e della burocrazia statale, ieri nelle autopresentazioni dei grllini non abbiamo mai udito pronunciare le parole "tasse" e "spesa pubblica", e molto pochi sono stati persino gli accenni ai vizi della casta, per esempio all'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.
In generale il M5S - guardando agli eletti, non agli elettori - sembra il frutto della cultura anti-capitalista, antagonista, altermondista e assemblearista, no global, che la sinistra italiana, politica e intellettuale, ha coltivato e diffuso per decenni, vezzeggiandone leader e movimenti. Vi si ritrovano tutte le subculture impugnate – in sostituzione dell'ideologia comunista, ormai uscita sconfitta dalla storia – per combattere il capitalismo e qualsiasi sua "sovrastruttura", democrazia rappresentativa compresa.
Negli eletti grillini (quasi tutti laureati) vediamo probabilmente arrivare a maturazione i decenni di sfascio e fallimento del sistema educativo-universitario italiano così come la sinistra l'ha voluto e difeso. Molti, infatti, i laureati in materie tecnico-scientifiche – ingegneri ambientali, informatici, fisici, biologi – ma anche umanistiche, come lettere antiche, scienze dell'educazione e della comunicazione, psicologia. Ma colpisce di questo esercito di laureati la loro incapacità ad esprimersi, quasi al livello di disadattati, il loro totale analfabetismo economico e costituzionale, la frustrazione, probabilmente insopportabile, nel riscontrare come il loro campo di studi sia poco spendibile nel mercato del lavoro.
Ascoltandoli, ieri, veniva quasi da chiedergli, come lo strepitoso Mario Brega di "Un sacco bello": «Vabbè ma che sete... 'na setta, 'na tribbù, i carbonari, i masoni, ma che sete aho!?». Ci vuole qualcuno che abbia il coraggio di sfidare il politicamente corretto e dire "no, grazie, ci teniamo i politici che abbiamo, Scilipoti compresi".[/color]
07/03/2013, 00:39
rmnd ha scritto:
Ci vuole qualcuno che abbia il coraggio di sfidare il politicamente corretto
e dire "no, grazie, ci teniamo i politici che abbiamo, Scilipoti compresi".
07/03/2013, 00:46
Thethirdeye ha scritto:rmnd ha scritto:
Ci vuole qualcuno che abbia il coraggio di sfidare il politicamente corretto
e dire "no, grazie, ci teniamo i politici che abbiamo, Scilipoti compresi".
Perdona la franchezza.....
Quello che ha scritto questo articolo... è un idiota.
07/03/2013, 01:08
Ufologo 555 ha scritto:
ANARCHIA E S**GA AL POTERE. I GRILLINI
Prendi uno che sì è no ha uno stipendio medio di 1000 euro al mese, mandalo in parlamento dove ne prenderà 5000 e vediamo se non obbedisce ai dettami del leader anarchico. La verità è che tutti gli elettori di Grillo sognano – chi più chi meno – di poter diventare essi stessi deputati o senatori. Sono iconoclasti innamorati delle loro icone. Le distruggono perché non possono averle hic et nunc. E’ in fondo il paradigma dell’anarchismo, teoria da frustrati con poche idee ma tutte rigorosamente confuse.
Immagine:
16,54 KB
di Francesco Colafemmina
In origine fu V per Vendetta. Ricordate quello strano film ambientato in una Londra neo-fascista dove islamici e omosessuali vengono messi al bando. Dove la politica dominante, guidata da neri crociati, si fonda sul false flag, sul terrorismo quale mezzo di controllo sociale, e naturalmente sulla corruzione. In questa realtà interviene un umile eroe senza volto, il cui segno, una V inserita in un cerchio, diventa sempre più simbolo di redenzione popolare dalla “corruzione” dilagante nella pseudo-democrazia britannica.
Ebbene, V per Vendetta ha quasi tutto in comune con il moVimento 5 stelle. Il film fu prodotto dalla Anarchos Production, più che una casa cinematografica, una sorta di programma fantapolitico. E quel famoso logo è entrato nel movimento di Grillo a partire dal V-day del 2007. Lì la V stava per “*********” e non per Vendetta (quasi per omaggiate il futuro destino pecoreccio del movimento) ma il significato era identico. Basta capovolgere la A inserita nel cerchio, simbolo dell’anarchismo, per capire il significato di quella V tuttora fondamentale nell’immagine del grillismo. Alla V si univa anche il numero 5, ricordo del 5 novembre 1605, data della congiura delle polveri ordita dal simpatico Guy Fawkes, cospiratore cattolico che intendeva far saltare in aria il Parlamento assieme al Re. Guy Fawkes, la cui maschera era indossata dal protagonista del film, è tornato naturalmente in auge grazie ad Anonymous o agli indignados: tutti hanno calzato quella maschera pur ignorandone la storia.
Insomma non si tratta di “gombloddismo” di quart’ordine, bensì della reale portata di quel fantasioso personaggio. V for Vendetta fu infatti creato nel 1982 dall’occultista, mago e anarchico scrittore di fumetti Alan Moore. Anarchico? Ma cos’è l’anarchia? ”La gente pensa che sia una pessima idea perché in un mondo anarchico la gang più grossa è quella che comanda”. Così Moore che in realtà sostiene un anarchismo organizzato in modo tale da poter combattere questo disordine capitalistico dove la gang più grossa arraffa tutto per sé.
Immagine:
30,54 KB
Il pensiero di Grillo è analogo. Il MoVimento non si richiama ufficialmente all’anarchismo. Piuttosto ama soffocare l’anarchismo in una ricerca di facciata della democrazia diretta. Ne parlavo una volta con un tecnico informatico – guardacaso l’intero establishment del MoVimento è fatto di tecnici informatici, non hacker, ma per lo più s****toni di provincia. Lui mi portava come esempio di democrazia diretta quello ateniese… Lo bloccai subito. Un tecnico informatico che mi parla di Pericle – per dire – già mi sembrava una eccessiva anomalia. E volli per un attimo educarlo in merito.
La democrazia diretta ateniese si basava anzitutto su quella che noi chiameremmo “discriminazione sociale”. Niente donne, niente meteci, niente figli di meteci, niente schiavi. Eh già, c’erano pure gli schiavi! In più era una democrazia diretta formalmente. La maggior parte dei cittadini tuttavia si dedicava agli affari propri (mandare avanti la bottega, curare l’uliveto, potare i vigneti, contrattare i viaggi delle navi mercantili, etc. etc.). Solo pochi ricchi latifondisti potevano dedicarsi notte e giorno alla “politica”. E gli altri cittadini li rispettavano perché sapevano che l’aristocrazia sapeva ben amministrare (Solone – un aristocratico – era stato in grado di risollevare anche le sorti dei derelitti, abolendo quella che nel medioevo tornerà sotto forma di “servitù della gleba”).
Quando arrivò invece il demagogo Pericle e introdusse lo stipendio (certo minimo) per i funzionari pubblici eletti (ad esempio i giudici) ciò modificò la struttura della democrazia ateniese. Se prima si dava ascolto all’aristocratico illuminato e sapiente, ora si trattava di guidare folle di banderuole che erano state caricate di una responsabilità inusitata ma che non sapevano mai che pesci pigliare perché tutto sommato di amministrazione della cosa pubblica non capivano un tubo. E nacquero i demagoghi. E l’oratoria si fece politica perché chi meglio parlava, o chi convinceva di più, avrebbe poi ottenuto provvisori successi politici.
Questo non certo per negare la bellezza della democrazia, ma per mettere in discussione l’idiozia della “democrazia diretta”. Un autentico falso storico.
Immagine:
92,94 KB
Tuttavia ciò che il MoVimento di Grillo vuole attuare è in verità un governo anarchico. Spiace che non voglia chiamarlo con il suo vero nome.
Scopo dell’anarchismo non è infatti la conquista del potere, ma la sua distruzione. Sostituire il “potere” con il mutuo contratto fra individui che non delegano nulla, che aderiscono piuttosto a delle idee di cambiamento e possono diventare protagonisti del cambiamento.
Si dirà: “ma Grillo è un dittatore!”. No, il suo sistema-movimento è organizzato secondo i dettami dell’anarchismo. Non vi è un Capo-padrone, ma un leader, un portavoce, un catalizzatore del sogno/sentimento diffuso che gli aderenti al movimento possono cambiare, modificare, aggiornare in maniera condivisa. La massima benthamiana “everyone counts for one” è d’altro canto una chiara indicazione di come in Grillo convivano due anime: quella anarchica e quella libertaria/utilitaristica. I diritti del singolo non possono essere pretermessi, ma vanno esaltati fino a fare di ciascuno il governante di sé. An-archia, senza un comando. Ognuno comanda se stesso e non ha un capo.
Questo nella teoria… Nella pratica invece questo anarchismo socialistizzante ma con qualche tocco di sano utilitarismo rischia di trasformarsi nella conclamata decadenza della cultura occidentale, in una oclocrazia terminale e confusa. Anzi è già – con ogni certezza – il regno delle capre, nel senso sgarbiano del termine. Antipolitico, ma anche anticulturale, il movimento grillino è il luogo in cui pascolano miti greggi di italiani portatori di una subcultura sovversiva, quella del web.
Quando Grillo e Casaleggio lanciarono i meetup avevano ben chiaro in testa che per creare un movimento anarchico serve radunare gruppi che non solo siano privi di un reale potere (anche culturale), ma che abbiano la presunzione di ottenerlo così su due piedi, senza mediazione culturale o politica. Il cittadino deve “rivendicare” i propri diritti ma avere anche una dose di superbia, di presunzione in più per abbattere il sistema ordinato (sebbene spesso malfunzionante) nel quale dovrebbe esercitare i suddetti diritti. E i due fondatori del movimento capirono che solo il web avrebbe potuto offrirgli questo genere di adepti.
Immagine:
24,14 KB
L’esercito dei bimbominkia e dei bamboccioni
Il web infatti per la tipica discrasia fra fini e mezzi è per molti non semplicemente un mezzo potente ma un autentico fine. E’ un’armatura adamantina in grado di proteggere la fragilità dell’ignoranza, una spada più diretta e grosseur, ma anche più efficace della cultura. Chi la detiene, chi conosce le chiavi di decrittazione del web, è come se possedesse Excalibur. E’ soprattutto un mezzo più “democratico” della tv. Perché se al telegiornale dici pistolinate non torni più in video, se invece le scrivi sul tuo blog diventi più famoso di Carlo Rubbia e quindi anche più saggio di lui. Grillo col suo blog ha dato l’esempio. Non è importante chi egli sia, quale cultura abbia, quale capacità imprenditoriale o amministrativa. E’ importante che abbia séguito. Che sia famoso. La fama è strumento di autorevolezza sul web. Così il movimento ha radunato le copiose vittime dell’impotenza culturale informatica. Periti informatici ne hanno costituito la spina dorsale. Poi sono arrivati i laureati a costituirne il volto o forse il belletto elettorale (giacché il programma del movimento prevede l’abolizione del valore legale delle lauree). E da un esercito di capre il movimento si è presto trasformato in quello dei sacerdoti del “voglio anche se non posso”, paradigma non solo proprio della società dei consumi contemporanea, ma massimamente dell’italiano medio.
Prendi uno che sì è no ha uno stipendio medio di 1000 euro al mese, mandalo in parlamento dove ne prenderà 5000 e vediamo se non obbedisce ai dettami del leader anarchico. La verità è che tutti gli elettori di Grillo sognano – chi più chi meno – di poter diventare essi stessi deputati o senatori. Sono iconoclasti innamorati delle loro icone. Le distruggono perché non possono averle hic et nunc. E’ in fondo il paradigma dell’anarchismo, teoria da frustrati con poche idee ma tutte rigorosamente confuse.
A questo punto non vale la pena aggiungere altro. Il film V per Vendetta terminava con una gloriosa esplosione del parlamento col sottofondo dell’Ouverture 1812 di Tchaikovsky. Personalmente non avrei alcuna obiezione rispetto a questo finale. Aspetterei soltanto che il parlamento si riempia di soli grillini, magari dopo un’ulteriore tornata elettorale. Avremmo ottenuto così da un lato la purificazione della politica tradizionale e dall’altro l’ordalia solenne del grillismo che, bruciando, non farebbe altro che attestare la propria natura di mistica menzogna.
http://www.papalepapale.com/develop/ana ... ditoriale/
07/03/2013, 08:51
07/03/2013, 08:56
07/03/2013, 09:00
nemozero ha scritto:
Rmnd ha postato un articolo chiave i grillini si presentavano come dei venditori di marketing tipico dopo la presentazione l'applauso e ma quanto siamo bravi noi del marketing - catena di sant'antonio e questi vanno in parlamento? In parlamento ci sono senatori e onorevoli almeno formati dal sindacato dove ti fai le ossa con le riunioni e studi le leggi del lavoro almeno oltre la tutela del lavoratore e quindi delle famiglie ma i grillini? E Grillo dice formiamo noi il governo e con chi? con il Guru presidente del consiglio? Avete una vaga idea visto che appoggiate il movimento chi andra' nei posti chive come ministri? Signori nessuno o gente con esperienza o mettiamo alla Difesa la casalinga di Voghera? Io capisco l'entusiasmo dell'ultima ora ma un po' di serieta' e non ipocrisie ci vuole altrimenti veramente andiamo a picco.............
07/03/2013, 09:08
07/03/2013, 09:10
07/03/2013, 09:42
nemozero ha scritto:
Rmnd ha postato un articolo chiave i grillini si presentavano come dei venditori di marketing tipico dopo la presentazione l'applauso e ma quanto siamo bravi noi del marketing - catena di sant'antonio e questi vanno in parlamento? In parlamento ci sono senatori e onorevoli almeno formati dal sindacato dove ti fai le ossa con le riunioni e studi le leggi del lavoro almeno oltre la tutela del lavoratore e quindi delle famiglie ma i grillini? E Grillo dice formiamo noi il governo e con chi? con il Guru presidente del consiglio? Avete una vaga idea visto che appoggiate il movimento chi andra' nei posti chive come ministri? Signori nessuno o gente con esperienza o mettiamo alla Difesa la casalinga di Voghera? Io capisco l'entusiasmo dell'ultima ora ma un po' di serieta' e non ipocrisie ci vuole altrimenti veramente andiamo a picco.............