07/03/2013, 21:10
byrus ha scritto:
Solo in Italia lo Stato finanzia i giornali, e guarda caso nei loro vertici hanno tutti amici-parenti di politici. All'estero se un giornale non va chiude, ma non riceve ogni mese uno stipendio per restare aperto, ne consegue però che può essere manovrato.
07/03/2013, 21:28
byrus ha scritto: All'estero se un giornale non va chiude, ma non riceve ogni mese uno stipendio per restare aperto, ne consegue però che può essere manovrato.
07/03/2013, 21:57
07/03/2013, 22:07
Sei serio?
Un prodotto se è buono si vende, se non è buono chiude, questa legge vale per tutti tranne per i giornali. Ti sembra corretto?
07/03/2013, 22:42
07/03/2013, 22:58
Thethirdeye ha scritto:Deckard ha scritto:
Chiedo lumi a Voi veterani di questo topic, ormai + lungo di un rotolone regina...:
L’Espresso: “Le tredici società dell’autista e della cognata di Grillo in Costa Rica”
Secondo il magazine Walter Vezzoli e Nadereh Tadjik "sono affiancati da un terzo amministratore, un italiano residente in Costa Rica che si chiama Enrico Cungi" che "nel 1996 venne coinvolto in un’indagine per narcotraffico. Arrestato in Costa Rica e poi estradato in Italia ha passato tre mesi nel carcere di Rebibbia, ma non risultano condanne a suo carico”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... ca/523343/
Bene.... ero stupito che non avessero "scandagliato" vita morte e miracoli di questo destabilizzatore dello status quo.
Bisognerà approfondire e vedere cosa ci sia di vero e cosa di falso. Sai come so 'ste cose no?
il bello è che i giornali già riportano questo servizio in uscita sull'espresso e la rete l'ha già sputtanato! sono veramente patetici! ora voglio vedere quanto ci metteranno a mandare la smentita, sempre se mai lo faranno (e temo proprio di no)
07/03/2013, 23:04
07/03/2013, 23:47
Wolframio ha scritto:Thethirdeye ha scritto:Deckard ha scritto:
Chiedo lumi a Voi veterani di questo topic, ormai + lungo di un rotolone regina...:
L’Espresso: “Le tredici società dell’autista e della cognata di Grillo in Costa Rica”
Secondo il magazine Walter Vezzoli e Nadereh Tadjik "sono affiancati da un terzo amministratore, un italiano residente in Costa Rica che si chiama Enrico Cungi" che "nel 1996 venne coinvolto in un’indagine per narcotraffico. Arrestato in Costa Rica e poi estradato in Italia ha passato tre mesi nel carcere di Rebibbia, ma non risultano condanne a suo carico”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... ca/523343/
Bene.... ero stupito che non avessero "scandagliato" vita morte e miracoli di questo destabilizzatore dello status quo.
Bisognerà approfondire e vedere cosa ci sia di vero e cosa di falso. Sai come so 'ste cose no?
Ecco il resort dell'autista di Grillo
[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=eaSk4Xp3EHA[/BBvideo]
Caricato in data 11/giu/2009 da Walter Vezzoli
SUSTAINABLE COMMUNITY.....ECOLOGIA....NATURE....SOLAR PANNEL...EOLIC ENERGY...HIDROGENO...SOCIAL....FUTURE OF WORLD!
http://www.ecofeudo.com
http://www.beppegrillo.it
_____________________________________________________________
Si chiama "Eco feudo Costa Rica". Da ecofeudo.com si può leggere:
"Nell'epoca dello stress e dell'inquinamento cittadino, il progetto EcoFeudo propone un modello di vita immerso nella natura e nel benessere, ma al tempo stesso offre alta tecnologia e massimo comfort. EcoFeudo crea una forte sinergia tra comfort e natura, tra tecnologia ed ambiente. Proponiamo abitazioni, in armonia con gli equilibri della Terra, di alto livello qualitativo e dal design innovativo. La costruzione di ogni residenza impiega tecnologia a bassissimo consumo energetico e ad impatto zero sull'ambiente che compensano completamente le proprie emissioni di C02 in atmosfera".
Eccetera, eccetera, eccetera...
Quando leggete dell'inchiesta dell'Espresso, che parla di società in cui sarebbe coinvolto l'autista di Grillo, Walter Vezzoli, per la costruzione di un resort di lusso (che forse non verrà neanche costruito perché ci vorrebbero i soldi), parlate in ogni caso di questa cosa qui.
Source: Ecco il resort dell'autista di Grillo
Riporto un commento:il bello è che i giornali già riportano questo servizio in uscita sull'espresso e la rete l'ha già sputtanato! sono veramente patetici! ora voglio vedere quanto ci metteranno a mandare la smentita, sempre se mai lo faranno (e temo proprio di no)
08/03/2013, 00:50
08/03/2013, 00:54
Thethirdeye ha scritto:Wolframio ha scritto:Thethirdeye ha scritto:
[quote]Deckard ha scritto:
Chiedo lumi a Voi veterani di questo topic, ormai + lungo di un rotolone regina...:
L’Espresso: “Le tredici società dell’autista e della cognata di Grillo in Costa Rica”
Secondo il magazine Walter Vezzoli e Nadereh Tadjik "sono affiancati da un terzo amministratore, un italiano residente in Costa Rica che si chiama Enrico Cungi" che "nel 1996 venne coinvolto in un’indagine per narcotraffico. Arrestato in Costa Rica e poi estradato in Italia ha passato tre mesi nel carcere di Rebibbia, ma non risultano condanne a suo carico”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... ca/523343/
Bene.... ero stupito che non avessero "scandagliato" vita morte e miracoli di questo destabilizzatore dello status quo.
Bisognerà approfondire e vedere cosa ci sia di vero e cosa di falso. Sai come so 'ste cose no?
Ecco il resort dell'autista di Grillo
[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=eaSk4Xp3EHA[/BBvideo]
Caricato in data 11/giu/2009 da Walter Vezzoli
SUSTAINABLE COMMUNITY.....ECOLOGIA....NATURE....SOLAR PANNEL...EOLIC ENERGY...HIDROGENO...SOCIAL....FUTURE OF WORLD!
http://www.ecofeudo.com
http://www.beppegrillo.it
_____________________________________________________________
Si chiama "Eco feudo Costa Rica". Da ecofeudo.com si può leggere:
"Nell'epoca dello stress e dell'inquinamento cittadino, il progetto EcoFeudo propone un modello di vita immerso nella natura e nel benessere, ma al tempo stesso offre alta tecnologia e massimo comfort. EcoFeudo crea una forte sinergia tra comfort e natura, tra tecnologia ed ambiente. Proponiamo abitazioni, in armonia con gli equilibri della Terra, di alto livello qualitativo e dal design innovativo. La costruzione di ogni residenza impiega tecnologia a bassissimo consumo energetico e ad impatto zero sull'ambiente che compensano completamente le proprie emissioni di C02 in atmosfera".
Eccetera, eccetera, eccetera...
Quando leggete dell'inchiesta dell'Espresso, che parla di società in cui sarebbe coinvolto l'autista di Grillo, Walter Vezzoli, per la costruzione di un resort di lusso (che forse non verrà neanche costruito perché ci vorrebbero i soldi), parlate in ogni caso di questa cosa qui.
Source: Ecco il resort dell'autista di Grillo
Riporto un commento:il bello è che i giornali già riportano questo servizio in uscita sull'espresso e la rete l'ha già sputtanato! sono veramente patetici! ora voglio vedere quanto ci metteranno a mandare la smentita, sempre se mai lo faranno (e temo proprio di no)
08/03/2013, 08:41
08/03/2013, 09:07
08/03/2013, 09:13
M5S, il voto e quell'Italia insoddisfatta
che da quarant'anni cerca di cambiare
di ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA
Nell'interpretazione che viene data del massiccio consenso elettorale ottenuto dal Movimento 5 Stelle si nota spesso un fraintendimento: cioè l'assunto che votare per M5S abbia significato aderire al programma del movimento stesso o, ancora di più, confidare nelle capacità di leadership politica di Beppe Grillo. Sicché ci si chiede scandalizzati come sia stata possibile questa apertura di credito da parte di tanti pur dotati di qualche giudizio.
Non sapendo darsi una risposta, allora, secondo un antico costume nazionale, si avanza immediatamente il sospetto di opportunismo, trasformismo, «voltagabbanismo», e quant'altro.
A mio giudizio chi vede le cose a questo modo si condanna a capire poco o nulla della storia recente e meno recente d'Italia. A non capire un dato di fondo: che c'è una generazione d'Italiani, c'è una parte del Paese, la quale già a partire dalla fine degli anni Settanta si accorse di quattro fatti che solo ora, dopo decenni, stanno entrando nella consapevolezza di tutti. Questi: a) che il sistema di governo sancito dalla seconda parte della Costituzione, nonché la legge elettorale proporzionale, erano ormai del tutto inadeguati ai bisogni del Paese; b) che esisteva un fenomeno come la partitocrazia, responsabile non solo di aver distorto profondamente il funzionamento del sistema suddetto ma anche di un malcostume e di un malgoverno sempre più vasti e opprimenti, c) che la Democrazia cristiana stava esaurendo la sua originaria spinta propulsiva e la sua funzione di salvaguardia democratica; d) che la presenza egemone a sinistra del Partito comunista equivaleva alla perenne subalternità della sinistra italiana, e cioè che con il Pci questa sinistra non avrebbe mai vinto un'elezione, non sarebbe mai andata al governo. Quella parte del Paese, insomma, vedeva con molto anticipo che un'intera fase storica - la fase del dopoguerra - andava ormai terminando, pur potendo continuare a contare sull'immane forza di una vischiosa continuità. E che dunque era necessario imboccare strade nuove.
Da allora - dapprima esigua, poi negli anni sempre più numerosa - quell'Italia del cambiamento è alla disperata ricerca del modo in cui riuscire finalmente a mutare lo stato delle cose: di uno strumento, di un'idea, di un varco. Ed è così che da allora quella parte del Paese, e con lei una fascia generazionale d'Italiani, di volta in volta ha guardato con simpatia al Partito radicale, ha sperato in Craxi, si è schierata con le iniziative referendarie di Mario Segni, ha cercato di capire le ragioni della Lega, ha puntato inizialmente su Berlusconi. Così come adesso fa un'apertura di credito a Grillo. Ma vogliamo dirlo? Non identificandosi mai, realmente, con le scelte di volta in volta compiute. Vedendone benissimo limiti e contraddizioni, ma sperando sempre, se si vuole illudendosi di servirsene strumentalmente: come una sorta di grimaldello.
Ingenuità? Certo, ingenuità. È facile dirlo (dirlo ieri e dirlo oggi), ma l'alternativa quale era? Una sola, evidentemente: stare dall'altra parte. Dalla parte, cioè, che fino ad oggi ha resistito o si è opposta ogni volta al cambiamento, o vi si è adattata solo perché non poteva altrimenti; di chi ha dovuto aspettare la caduta del muro di Berlino per decidere di non dirsi più comunista; dalla parte che ha preferito vedere la Dc disintegrarsi piuttosto che fare qualcosa prima; che fino a ieri giurava sull'intangibilità della Costituzione; dalla parte di chi a suo tempo (per quanto tempo!) giudicava una bestemmia qualunquistica parlare di partitocrazia; di chi per decenni non ha mai fatto nulla di concreto, mai nulla, per arginare corruzione e sperperi di misura inaudita. Ma che naturalmente - proprio come sta facendo anche oggi - ogni volta non mancava di arricciare il naso atteggiandosi a custode del bon ton politico, esibiva la propria educata compostezza di Padre Fondatore di fronte alla sgarbata impertinenza dei nuovi venuti, impartiva a destra e a manca lezioni di coerenza. L'Italia del cambiamento, così, si è dovuta (e si deve) sentire dare dell'opportunista e del voltagabbana da chi in quarant'anni è passato tranquillamente dal Pci di Togliatti e Longo al Pd di Bersani ma è convinto che però lui no, per carità, lui non ha mai cambiato idea! Solo gli altri fanno queste cosacce.
Un'Italia del cambiamento, irrequieta, sempre divisa, destinata regolarmente a vedere le sue speranze deluse per mille motivi, tra cui non da ultimo l'inadeguatezza dei partiti e degli uomini cui è stata fin qui costretta ad affidarsi. E molto probabilmente sarà così anche stavolta, con gli sprovvedutissimi parlamentari del M5S e con il loro capo. «Ma non era ogni volta prevedibile?» - mi sembra già di sentire chiedere dall'immancabile censore. Sì, forse sì: era prevedibile (e anche previsto, aggiungo). Ma almeno un dubbio, una sia pur tenue possibilità ogni volta c'era. Mentre dall'altra parte che cosa c'era ancora alla vigilia delle ultime elezioni? Il tetragono immobilismo di chi in dodici mesi non aveva trovato il modo di cancellare una legge elettorale nefanda o di avviare la minima riforma istituzionale, l'insensibilità di chi in un anno intero non aveva mosso un dito per tagliare davvero costi e privilegi della politica, neppure per abolire una manciata di province. E come sola alternativa accreditata la presunzione che per governare bastino i conti in ordine.
Prigioniera di un lungo passato, tramutatosi in un eterno e soffocante presente, l'Italia del rinnovamento ha preferito chiudere gli occhi. E fare un salto nel buio.
http://www.corriere.it/politica/13_marz ... 8f48.shtml
08/03/2013, 09:45
Blissenobiarella ha scritto:
I giornalisti che si prestano a queste farse criminose dovrebbero essere radiati dall'albo e i loro direttori incriminati. In un Paese civile sarebbe così.
08/03/2013, 10:00