Cita:
ubatuba ha scritto: ADESSO ABBIATE PAURA
Postato il Lunedì, 18 marzo @ 01:35:00 CDT di davide
La exit strategy pianificata dalla Troika per il salvataggio di Cipro spiana la strada a quelle che potrebbero essere le metodologie di risanamento attuabili anche per l'Italia: sostanzialmente visto che ci sono persone che ancora non lo sanno i 10 miliardi di euro necessari per dare ossigeno all'economia cipriota arriveranno grazie a prelievi una tantum sui depositi a vista dei correntisti bancari: 6,5% sino a 100.000 euro e 9,9% oltre questa soglia, inutile pensare di portare via il proprio denaro in quanto le banche hanno l'ordine di bloccare i fondi per evitare la fuga dei capitali all'estero. Sono costretti a pagare l'imposta anche i non residenti che hanno depositi presso banche cipriote.
Un'altro punto di vista per giustificare la ratio di questa manovra considera che il gettito fiscale prodotto da questo intervento scaturirà in misura maggiore proprio dai prelievi effettuati sui conti dei soggetti non residenti i quali hanno sfruttato per anni le caratteristiche distintive del sistema bancario cipriota (considerato un rinomato centro di riciclaggio finanziario, soprattutto dalla criminalità russa). Mentre chi amministra denaro per conto terzi sta vivendo un clima del tipo DEFCON 3 (vi invito al riguardo a rivedere lo strepitoso film War Games uscito nel 1983) in Italia e nel nuovo parlamento si continua a filosofeggiare e tergiversare.
Le varie forze politiche uscite vincenti dall'ultima tornata elettorale, incuranti della scenario socioeconomico che contraddistingue la nazione, continuano a dare dimostrazione di puerili azioni dimostrative o di atti di sabotaggio politico contro questa o quella parte politica o istituzionale. Non vi è nessuno che sia in grado di proporre sul piano della credibilità operativa un programma di cambio della politica economica che ha contraddistinto l'Italia in questi ultimi dieci anni. A sentire il PD, il PDL ed anche il M5S sembra che la priorità della nazione siano i tagli ai costi della politica, il dimezzamento dei parlamentari, la legge sul conflitto di interessi, la riforma elettorale ed il finanziamento pubblico dei partiti. Personalmente parlando, ma chi se ne frega in questo momento critico del finanziamento ai partiti, si tratta di far risparmiare alla fiscalità diffusa appena 90 milioni di euro all'anno (avete letto bene novanta milioni) su un bilancio di oltre 800 miliardi ! <h3>Capite che in Italia manca una classe dirigente capace proprio da questo tipo di considerazioni, e questo vale trasversalmente prendendo in causa tanto i nuovi eletti quanto le vecchie mummie riconfermate</h3>. Governare ed amministrare è un mestiere piuttosto difficile, che non si esercita in base a presunzioni di onestà e trasparenza, ma solo per constatazioni di capacità e per risultati raggiunti.
Come si può pensare che persone appena laureate o in procinto di laurearsi (presenti in ogni forza politica) che non hanno mai avuto responsabilità di rilievo all'interno del mondo imprenditoriale o nella vita di qualche ente pubblico, per quanto siano giovani e genuine, siano in grado di governare o di proporre soluzioni per la politica economica della nazione. Lo avevano capito persino i Romani istituendo il cursus honorum, un insieme di incarichi militari e funzioni politiche che si doveva aver espletato prima di potersi candidare al Senato della Repubblica. Lo ha menzionato di recente anche Papa Francesco, la vecchiaia è la sede della sapienza, pertanto non è detto che l'ingresso impunito di tanti giovani, privi di cursus honorum, qualunque sia la loro fede politica, possa essere considerata una soluzione sensata da percorrere. Pertanto possiamo dire che oggi ci rendiamo conto di come per rinnovare la classe politica italiana non basti sostituire un vecchio cialtrone incompetente con uno scalpitante giovane incompetente. In ogni caso ricordate che governare sul piano politico (soprattutto in Italia) significa cercare alleanze, condividere obiettivi di breve e convergere su un dispositivo di legge oggi necessario.
Per questo motivo continuo ad essere un fiero credente del commissariamento finanziario sovranazionale del paese, persino se io stesso lo aborro, ma mi rendo conto essere l'unico modo per poter avviare un processo di risanamento nazionale, prima che si arrivi al default del paese o peggio ad una escalation di tensione sociale in grado di destabilizzare quel poco di credibile che hanno le istituzioni italiane. A fronte di quanto emerso in questi ultimi giorni, adesso abbiate paura, soprattutto dopo le esternazioni della BundesBank riguardo al rischio paese. Senza riforme, niente aiuti. Sapete quali saranno le riforme che chiederanno prima di prestare il denaro, riforme che questo parlamento e forse anche quello futuro non saranno mai in grado di implementare senza il ricatto sovranazionale ? Mercato del lavoro dinamico e flessibile, assunzione e licenziamento stile modello scandinavo, remunerazione della manodopera attraverso gabbie salariali desindacalizzate, accentramento e snellimento dei costi di spesa per la pubblica amministrazione, indicatori di performance per i dipendenti pubblici, limitazioni all'assistenza sanitaria di base, accorpamento amministrativo degli enti locali. Insomma tutto quello che servirà per diminuire il bilancio di spesa della macchina statale italiana. Sperando comunque che intanto questo possa bastare, prima di arrivare ai tanto antipatici e dannosi prelievi coatti sui depositi bancari degli italiani.
Eugenio Benetazzo
Fonte:
http://www.eugeniobenetazzo.comLink:
http://www.eugeniobenetazzo.com/crisi-c ... positi.htm16.03.2013
http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=11623http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=11623 L’UE a Cipro: come ti metto le mani in tasca con la scusa del “debito”
Chissà come sono contenti quest’oggi i ciprioti: hanno scoperto che per sanare il “debito pubblico”, il debito creato dall’adozione della moneta-debito euro, dovranno sopportare un prelievo forzoso sui loro depositi bancari.
Per quelli che hanno fino a 100.000 euro, la gabella sarà del 6,75%, mentre per i ‘paperoni’ che posseggono cifre superiori, corrisponderà al 9,9%.
Facciamo un attimo due conti: se uno ha in banca 20.000 euro, dovrà donare, per la “salvezza delle banche e della patria”, la non indifferente cifra di 1.350 euro. Se ne ha 10.000, l’obolo versato nelle fauci dell’euro-dittatura sarà di 675 eurini sonanti, con 377,5 tintinnanti monetine da un euro che saluteranno un già misero deposito di 5.000.
Poco esaltante la situazione anche per uno con 120.000 euro in banca (bisogna fare lo sforzo di mettersi nei panni degli altri): dovrà sacrificare 8.100 euro (!) sull’altare del ‘dio moneta unica’, dove alcuni però si guardano bene dall’ “unirsi” appassionatamente, come la Gran Bretagna, che la sterlina se la tiene ben stretta mettendo comunque bocca alla grande nella gestione dell’euro.
Da tutto questo effluvio di danari dalle tasche dei ciprioti, dovrà uscire una cifra di 5,8 miliardi di euro, come hanno stabilito i “collaborazionisti” ministri delle Finanze dell’“eurozona”, andati a prendere ordini dalle centrali dell’usurocrazia di Bruxelles. Condizione, questa, per essere beneficiati della ‘manna’ da 10 miliardi di euro, gravata –ça va sans dire – da interessi, il che causerà un immediato aumento del “debito pubblico”, che è quello che vogliono appunto i padroni dei camerieri. Ecco che cosa sono i famosi “aiuti”, regolarmente preceduti da squilli di tromba dei soliti “media”.
Questi delinquenti (perché qui bisogna chiamare la gente col suo nome) forse considerano i risparmi delle persone alla stregua delle noccioline, o della carta straccia che, secondo una consumata prassi, stampano come una qualsiasi tipografia facendo credere ai gonzi (che vanno dai rinomati “economisti” ai baggiani che leggono gli autorevoli “quotidiani”, giù giù fino al classico “uomo della strada”) di avere chissà quali magiche virtù che gli consentono di detenere di ‘segreto’ della “creazione del denaro”.
Mai nessun “analista” o “esperto” che, in simili frangenti, quando la truffa è scoperta al massimo grado, si azzardi ad osservare che per un pincopallino qualsiasi un migliaio d’euro da gettare al vento sono un sacrificio odioso e insopportabile (materialmente e moralmente), corrispondendo ad uno stipendio mensile o quasi. Un mese a tirare la carretta in un lavoro che di solito si fa malvolentieri per poi vedersi divorare il tutto da un cerbero che si divora tutto, anche per campare gente completamente inutile come gli euroburocrati. Non sia mai detto: tutti intenti a rendere “difficile” e capzioso l’argomento monetario, complicando la questione, intortando con grafici, tabelle e citazioni di presunti e autoreferenziali “oracoli” della scienza economica e monetaria, con la ciliegina delle classiche frasi fatte ripetute sin dai tempi dei banchi di scuola.
Dovrebbero dire due-tre cose, e sempre le stesse, se avessero a cuore la loro dignità, e invece la fanno sempre complicata e fumosa, gettando spessi strati di nebbia nelle menti dei lettori, così nessuno, dal popolino depresso nella sua obbedienza atavica, al cosiddetto “ceto intellettuale” con laurea e l’abbonamento al quotidiano, metterà in dubbio la necessità di sopportare anche quest’ennesimo attacco alla giugulare da parte della razza-vampira.
Dovrebbero dire infatti che è completamente senza senso che, mentre ci sono dei cosiddetti “governanti” preoccupati (incaricati) solo di far aumentare il “debito pubblico”, sistemandolo nelle mani di chi lo userà per ricattare la nazione “indebitata”, vi è gente che lavora un mese per accumulare quello che loro considerano un “numero”, un “problema contabile“, una percentuale “irrisoria” da destinare ad un “sacrificio necessario” per “salvare” sempre qualcosa di sacro ed irrinunciabile: le banche (che invece potrebbero tranquillamente fallire come una qualsiasi impresa privata quali sono, se uno Stato degno di tal nome le nazionalizzasse) e lo Stato stesso, simulacro di quel che dovrebbe essere: il “sovrano” che, una volta decapitato per la gioia degli ebeti che pensavano di essersi “liberati”, è stato sostituito da un’entità astratta e smitizzata, la “cosa pubblica” (la “Repubblica”), che in realtà è privata, appannaggio di alcuni coalizzati furboni a danno di tutti gli altri, disorganizzati e divisi, tiranneggiati molto più di prima (e più subdolamente) ma illusi e stuzzicati nella loro natura plebea delle fantastiche opportunità della “società aperta” e della “modernità” senza più “teste coronate”.
Purtroppo va detto che anche gli ultimi sovrani, prima della tirannide democratica, si erano dimostrati inadeguati, anche nella rappresentanza e gestione di quelle che sono le prerogative indiscutibili dell’autorità. L’usuraio di corte e la cattiva abitudine di appoggiarsi a questi parassiti dell’umanità era purtroppo cominciata nell’Ancien Régime, col re sempre più alieno da quei sani sentimenti di “padre di famiglia” che dovrebbero contraddistinguerlo, e troppo coinvolto nella ricerca del “lusso” e nella formazione d’invincibili eserciti per dare sfogo alle sue manie di grandezza, artatamente solleticate da “guerre” dietro le quali c’era sempre il viscido e disgustoso prestamonete incistato a corte.
A questa feccia dell’umanità, le democrazie non hanno fatto altro che srotolare il tappeto rosso prima riservato ai monarchi.
È giunta l’ora di farla finita con questa genia di parassiti. Altro che “lotta agli sprechi”, altro che “casta”, altro che prelievi forzosi e tasse e balzelli d’ogni tipo per non risolvere mai quel che appunto non può avere “soluzione”, stando così le cose.
Se “siamo in guerra”, come qualcuno ha esclamato prima e dopo un clamoroso successo elettorale, si tratta proprio di quella contro i “signori del denaro”.
Qualcuno se ne sta fortunatamente accorgendo, come il Primo ministro ungherese Orbán, presentato come un “nazionalista”, uno “sciovinista”, un “fascista” per il solo fatto d’essersi messo a muso duro contro la piovra dell’euro ed aver anteposto il bene della sua nazione: “troppe banche straniere”, ha sentenziato, mentre procede la magiarizzazione dello Stato e della società, tra gli “oVVoVe! oVVoVe!” dei menestrelli della carta piombata e dei tg.
Non sarà la soluzione perfetta? La via giusta per uscire da questa prigione chiamata “euro”? Di certo c’è che bisogna farla finita con questa Europa e la riduzione a “maiali” (PIGS) di nazioni la cui pura e semplice esistenza è in pericolo.
La gente ha diritto a viver tranquilla, senza il terrore di vedersi piombare addosso gli sgherri d’un potere illegittimo, completamente in ostaggio dell’usuraio, che “legalmente” ti espropria dei frutti del tuo lavoro senza nemmeno guardarti in faccia, con un banale e vigliacco clic dalla tastiera d’un computer.
http://www.europeanphoenix.itTi basta come risposta ?