Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 3175 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1 ... 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62 ... 212  Prossimo
Autore Messaggio

Stellare
Stellare

Avatar utente

Premio Coerenza e ProfessionalitàPremio Coerenza e Professionalità

Non connesso


Messaggi: 12510
Iscritto il: 30/11/2006, 09:44
Località:
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/03/2013, 15:08 
MA quando MAi?
Quello che viene detto in quel video non solo è noto, ma è anche la prova del fatto che la Germania ha barato. Quello che per prima cosa dovrebbe farci alzare le antenne è che in un Paese con un economia forte i prezi sono più alti e qesta è una legge di mercato...se così non è qualcuno ha fatto il furbo. Il miracolo Tedesco è ben spiegato qui: http://tempesta-perfetta.blogspot.it/20 ... ta-la.html


Cita:
La Germania Federale può contare su un ottimo tessuto industriale, basato sulla chimica, l’industria pesante, l’automotive, ma malgrado l’indubbia caratteristica di affidabilità e resistenza i prodotti tedeschi risultano ancora molto costosi rispetto ad analoghi prodotti delle industrie italiane, francesi, spagnole, che potendo appoggiare le vendite su una moneta più debole del marco, sono sicuramente più avvantaggiate nelle esportazioni. Italia e Spagna soprattutto, considerati dai tedeschi dei veri e propri stati canaglia per la loro aggressività competitiva, hanno ancora una loro piena sovranità monetaria e possono agire liberamente (tramite il supporto tecnico della propria banca centrale di emissione) sulla leva delle svalutazioni competitive esterne della moneta nei confronti del marco per migliorare il livello delle esportazioni e riequilibrare eventuali squilibri della bilancia dei pagamenti.



Cita:
Nel 1998 vengono fissati rigidamente i tassi di cambio fra le monete degli 11 paesi: la lira italiana viene ancorata al marco tedesco con un rapporto di cambio di 990 lire per un marco, in previsione del successivo e definitivo ingresso dell’euro. E’ un tasso di cambio ancora favorevole per le imprese italiane e infatti le esportazioni verso la Germania sono abbastanza sostenute. Intanto, nello stesso anno, in Germania il cancelliere Kohl viene sostituito dal socialdemocratico Gerhard Schroeder, che nonostante sia un oppositore politico, continua pedissequamente il progetto del predecessore: bisogna mettere la Germania in una posizione di vantaggio rispetto ai concorrenti europei (non alleati, beninteso, perché i tedeschi non hanno mai ragionato in questi termini) così non appena verrà introdotta la moneta unica e nessun paese dell’eurozona potrà più agevolarsi di svalutazioni competitive sul tasso di cambio, la grande Germania potrà accumulare enormi surplus di ricchezza con le sue esportazioni.


Dato che non si potranno più utilizzare svalutazioni esterne, bisogna agire sui metodi di svalutazione competitiva interna del lavoro e della produzione per rendere più apprezzabili e convenienti i prodotti tedeschi e la Germania fa proprio questo. Dal 1997 al 2009 il governo Schroeder abbassa progressivamente l’aliquota massima d’imposta per i privati cittadini dal 53% al 42%, mentre per le imprese viene quasi dimezzata arrivando al 29,4%: i margini di profitto delle aziende tedesche possono quindi essere rimodulati su prezzi inferiori. Ma non solo, sfruttando gli alti livelli di disoccupazione (8%-10%) e la minaccia di licenziamenti e delocalizzazione delle imprese, il governo mette a punto un piano di liberalizzazione sfrenata dei contratti di lavoro e riduzione delle tutele sindacali: dal 2003 al 2009 i salari reali dei lavoratori tedeschi corretti all’andamento dell’inflazione e al costo medio della vita scendono del -6% (guarda grafico sotto, dove i salari italiani rimangano stabili mentre quelli tedeschi scendono proprio in concomitanza con l’introduzione dell’euro nel 2002).



esattamente quello che Prodi dichiara qui: http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=274333



_________________
« Nel regno di chi cerca la verità non esiste nessuna autorità umana. Colui che tenta di recitarvi la parte di sovrano avrà a che fare con la risata degli dei » (Albert Einstein)

« Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti non possa cambiare il mondo. In fondo è cosi che è sempre andata »
(Margaret Mead)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/03/2013, 15:39 
Cita:
Werther ha scritto:


(ANSA) - ROMA, 25 MAR - Il salvataggio di CIpro, con la partecipazione degli investitori e titolari di depositi nella ristrutturazione delle banche, rappresenta un nuovo modello su come gestire i problemi del sistema bancario in Europa.


Si chiama esproprio. [xx(]

Ergo, violazione della proprietà privata, violazioni dei più basilari diritti sociali dell'individuo, pericolosa interferenza nelle libertà dei cittadini.

Cittadini che sempre di più stanno tornando ad essere considerati nè più nè meno di servi (se non addirittura schiavi).

Alle banche servono i nostri soldi?!? ZAC ... ecco che se li prendono come vogliono con l'aiuto di governi

Governi che appaiono sempre di più come vassalli dell'Impero Centrale rappresentato dalla UE.

E' questa sarebbe democrazia? Libertà?

Questo è medioevo... [8]



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Marziano
Marziano

Non connesso


Messaggi: 1305
Iscritto il: 26/03/2009, 17:56
Località: brescia
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/03/2013, 15:44 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

MA quando MAi?
Quello che viene detto in quel video non solo è noto, ma è anche la prova del fatto che la Germania ha barato. Quello che per prima cosa dovrebbe farci alzare le antenne è che in un Paese con un economia forte i prezi sono più alti e qesta è una legge di mercato...se così non è qualcuno ha fatto il furbo. Il miracolo Tedesco è ben spiegato qui: http://tempesta-perfetta.blogspot.it/20 ... ta-la.html


Cita:
La Germania Federale può contare su un ottimo tessuto industriale, basato sulla chimica, l’industria pesante, l’automotive, ma malgrado l’indubbia caratteristica di affidabilità e resistenza i prodotti tedeschi risultano ancora molto costosi rispetto ad analoghi prodotti delle industrie italiane, francesi, spagnole, che potendo appoggiare le vendite su una moneta più debole del marco, sono sicuramente più avvantaggiate nelle esportazioni. Italia e Spagna soprattutto, considerati dai tedeschi dei veri e propri stati canaglia per la loro aggressività competitiva, hanno ancora una loro piena sovranità monetaria e possono agire liberamente (tramite il supporto tecnico della propria banca centrale di emissione) sulla leva delle svalutazioni competitive esterne della moneta nei confronti del marco per migliorare il livello delle esportazioni e riequilibrare eventuali squilibri della bilancia dei pagamenti.



Cita:
Nel 1998 vengono fissati rigidamente i tassi di cambio fra le monete degli 11 paesi: la lira italiana viene ancorata al marco tedesco con un rapporto di cambio di 990 lire per un marco, in previsione del successivo e definitivo ingresso dell’euro. E’ un tasso di cambio ancora favorevole per le imprese italiane e infatti le esportazioni verso la Germania sono abbastanza sostenute. Intanto, nello stesso anno, in Germania il cancelliere Kohl viene sostituito dal socialdemocratico Gerhard Schroeder, che nonostante sia un oppositore politico, continua pedissequamente il progetto del predecessore: bisogna mettere la Germania in una posizione di vantaggio rispetto ai concorrenti europei (non alleati, beninteso, perché i tedeschi non hanno mai ragionato in questi termini) così non appena verrà introdotta la moneta unica e nessun paese dell’eurozona potrà più agevolarsi di svalutazioni competitive sul tasso di cambio, la grande Germania potrà accumulare enormi surplus di ricchezza con le sue esportazioni.


Dato che non si potranno più utilizzare svalutazioni esterne, bisogna agire sui metodi di svalutazione competitiva interna del lavoro e della produzione per rendere più apprezzabili e convenienti i prodotti tedeschi e la Germania fa proprio questo. Dal 1997 al 2009 il governo Schroeder abbassa progressivamente l’aliquota massima d’imposta per i privati cittadini dal 53% al 42%, mentre per le imprese viene quasi dimezzata arrivando al 29,4%: i margini di profitto delle aziende tedesche possono quindi essere rimodulati su prezzi inferiori. Ma non solo, sfruttando gli alti livelli di disoccupazione (8%-10%) e la minaccia di licenziamenti e delocalizzazione delle imprese, il governo mette a punto un piano di liberalizzazione sfrenata dei contratti di lavoro e riduzione delle tutele sindacali: dal 2003 al 2009 i salari reali dei lavoratori tedeschi corretti all’andamento dell’inflazione e al costo medio della vita scendono del -6% (guarda grafico sotto, dove i salari italiani rimangano stabili mentre quelli tedeschi scendono proprio in concomitanza con l’introduzione dell’euro nel 2002).



esattamente quello che Prodi dichiara qui: http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=274333


Germania ma soprattutto BCE !!


Bce sempre più ricca: ecco chi guadagna dalla crisi

Mentre i principali paesi europei, Germania esclusa, sono costretti a convivere da 2 anni a questa parte con una delle peggiori crisi economiche della storia c’è chi guadagna un sacco di soldi. Parliamo della Bce che nei giorni scorsi ha reso pubblici i suoi conti. I dati parlano da soli: la banca centrale europea ha chiuso il 2012 con un utile netto di 998 milioni in aumento del 37% rispetto a quello del 2011 (che, ricordiamo, era stato di 728 milioni). Solo i titoli di Stato della (fallita) Grecia hanno fruttato la bellezza di 555 milioni ossia il 24,2% del totale raccolto. A questo punto, ai più ingenui come il sottoscritto, verrebbe spontaneo chiedersi come sia possibile che la banca centrale europea continui a guadagnare tutti questi soldi mentre i paesi membri dell’unione versino tutti in condizioni disperate.

In Italia, Spagna e Portogallo, tanto per fare qualche esempio, la disoccupazione sta assumendo proporzioni preoccupanti, le aziende continuano a chiudere e aumentano di mese in mese le famiglie che si impoveriscono tìa tal punto da non riuscire ad arrivare alla fine del mese. E in Grecia la situazione è ancora peggiore. Fonti non ufficiali raccontano di continui scontri in piazza e di distribuzione di cibo nelle piazze per le famiglie ormai ridotte allo stremo.

Nel nostro paese il potere di acquisto delle famiglie è tornato indietro di oltre 20 anni e, di fatto, non si compra più nulla. Proprio per questo fortissimo calo di consumi le aziende continuano a chiudere e, di conseguenza, a licenziare. Tra i giovani con fascia di età 15-24 anni la disoccupazione ormai ha superato il 36% mentre il tasso di occupazione della fascia di età tra i 15 e i 64 anni continua a scendere attestandosi ora al 56,4% (dati CGIL).

Insomma, perchè la Banca centrale europea continua a guadagnare un mucchio di soldi comprando titoli di paesi mezzi falliti?

Pur non amando i complottismi qualche volta mi viene l’atroce dubbio che i conti non tornano. Non sarà mica che qualcuno (o più di qualcuno) abbia l’interesse che le cose vadano in tal senso? Non sarà che l’Italia potrebbe tranquillamente stare meglio? Tutte le misure di austerity volute dal caro professor Monti non saranno state controproducenti?

Mentre mi croggiolavo tra i miei dubbi ecco che mi imbatto in un interessante studio realizzato da Unicredit-Pioneer im che rivela un’altra verità sul nostro debito pubblico, una verità piuttosto simile a quello che avevamo ipotizzato noi qualche mese fa. Se analizziamo il debito pubblico in relazione alla ricchezza delle famiglie scopriamo che siamo agli stessi livelli della Germani o degli Stati Uniti. Però… verrebbe da dire che non siamo messi niente male!

Ma allora qual è il nostro problema? A mio modestissimo parere la classe politica inadeguata che continua, da anni, ha non assumersi la responsabilità di guidare, come si deve, una delle maggiori potenze economiche del mondo.

Basti pensare alle enormi differenze tra nord e sud, all’eccessiva pressione fiscale che ha depresso i consumi costringendo migliaia di aziende a chiudere i battenti o ad anadare all’estero. Se a questo aggiungiamo che da anni ormai abbiamo smesso di valorizzare il nostro patrimonio storico e artistico perdendo punti anche nel turismo, una delle principali risorse per il nostro paese e per la nostra economia, il cerchio si chiude.

Come ho già ripetuto più volte in questi ultimi giorni, non resta che sperare che il governo che si formerà dalle prossime elezioni abbia la forza e la volontà di cambiare davvero le cose. Perchè l’Italia non è questo ma molto, molto di più.

http://www.economyonline.it/2013/02/22/ ... lla-crisi/



_________________
Non puoi chiedere all'universo di togliersi la maschera se tu non lascerai cadere la tua. (Philip Kindred Dick)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Premio Coerenza e ProfessionalitàPremio Coerenza e Professionalità

Non connesso


Messaggi: 12510
Iscritto il: 30/11/2006, 09:44
Località:
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/03/2013, 15:48 
Ecco qual'è il problema:

Già tutto deciso: PD e PDL uniti per il governo dell’austerità targato MES/OMT
http://www.lidiaundiemi.it/2013/03/gia- ... to-mesomt/

PD e PDL hanno già autorizzato 20 anni di austerità proposti da Mario Monti durante il precedente governo tecnico in nome e per conto dell’Europa. E’ tutto deciso, facciamocene una ragione prima che sia troppo tardi. Giusto qualche accenno. Da un lato i vincoli del Fiscal Compact, consolidatisi attraverso la riforma costituzionale del pareggio di bilancio, impongono un piano di rientro dal debito pari a 45 miliardi di euro l’anno per due decenni, più di dieci volte l’incasso dell’IMU sulla prima casa. Dall’altro, invece, l’adesione dell’Italia all’organizzazione finanziaria ESM alla quale dovremo versare (minimo) 125 miliardi di euro in 5 anni. Tenete bene a mente questo nome, ce lo hanno presentato come fondo “salva-stati”, in realtà rappresenterà il nuovo governo unico di PD e PDL. Ve lo spiego subito. Foglie di fico a parte, vi sono elementi certi per ritenere che la crisi in cui versa l’Italia, aggravata dai vincoli europei, sfoci nella richiesta “forzata” di aiuti all’organizzazione ESM la cui concessione è subordinata al rispetto di “condizioni rigorose” (vedi Grecia-Troika). In Spagna hanno già utilizzato il fondo per salvare le banche con i soldi dei cittadini. Tutto questo con la “benedizione” di Mario Draghi disposto ad attivare il piano OMT, ossia l’acquisto illimitato di titoli pubblici sul mercato secondario (ma ci conviene?) a patto che l’Italia rispetti le condizioni targate ESM.

L’austerità sarà l’unico punto dell’agenda politica del governo ESM-OMT/PD-PDL. Badate bene, è stato il Parlamento durante la precedente legislatura ad avere autorizzato la ratifica dei suddetti trattati.
A questo punto mi chiedo e vi chiedo: Schifani è il problema e Grasso è la soluzione visto che entrambi appartengono al partito unico dell’austerità? Vi invito intanto a leggere il trattato ESM e a visionare il materiale informativo presente in rete, questo è l’inizio di una lunga battaglia, forse l’ultima della guerra.
Grasso o Schifani? E’ arrivato il momento di porsi le domande giuste.



_________________
« Nel regno di chi cerca la verità non esiste nessuna autorità umana. Colui che tenta di recitarvi la parte di sovrano avrà a che fare con la risata degli dei » (Albert Einstein)

« Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti non possa cambiare il mondo. In fondo è cosi che è sempre andata »
(Margaret Mead)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/03/2013, 15:53 
La conclusione (ovvia ormai) è che questi governi non rappresentano i cittadini d'Italia o degli altri paesi europei, ma gli interessi del potere finanziario.

Ergo sono tutti governi illegittimi con le conseguenze che questo comporta.



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Marziano
Marziano

Non connesso


Messaggi: 1305
Iscritto il: 26/03/2009, 17:56
Località: brescia
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/03/2013, 15:57 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

Ecco qual'è il problema:

Già tutto deciso: PD e PDL uniti per il governo dell’austerità targato MES/OMT
https://www.facebook.com/lidia.undiemi?fref=ts

PD e PDL hanno già autorizzato 20 anni di austerità proposti da Mario Monti durante il precedente governo tecnico in nome e per conto dell’Europa. E’ tutto deciso, facciamocene una ragione prima che sia troppo tardi. Giusto qualche accenno. Da un lato i vincoli del Fiscal Compact, consolidatisi attraverso la riforma costituzionale del pareggio di bilancio, impongono un piano di rientro dal debito pari a 45 miliardi di euro l’anno per due decenni, più di dieci volte l’incasso dell’IMU sulla prima casa. Dall’altro, invece, l’adesione dell’Italia all’organizzazione finanziaria ESM alla quale dovremo versare (minimo) 125 miliardi di euro in 5 anni. Tenete bene a mente questo nome, ce lo hanno presentato come fondo “salva-stati”, in realtà rappresenterà il nuovo governo unico di PD e PDL. Ve lo spiego subito. Foglie di fico a parte, vi sono elementi certi per ritenere che la crisi in cui versa l’Italia, aggravata dai vincoli europei, sfoci nella richiesta “forzata” di aiuti all’organizzazione ESM la cui concessione è subordinata al rispetto di “condizioni rigorose” (vedi Grecia-Troika). In Spagna hanno già utilizzato il fondo per salvare le banche con i soldi dei cittadini. Tutto questo con la “benedizione” di Mario Draghi disposto ad attivare il piano OMT, ossia l’acquisto illimitato di titoli pubblici sul mercato secondario (ma ci conviene?) a patto che l’Italia rispetti le condizioni targate ESM.

L’austerità sarà l’unico punto dell’agenda politica del governo ESM-OMT/PD-PDL. Badate bene, è stato il Parlamento durante la precedente legislatura ad avere autorizzato la ratifica dei suddetti trattati.
A questo punto mi chiedo e vi chiedo: Schifani è il problema e Grasso è la soluzione visto che entrambi appartengono al partito unico dell’austerità? Vi invito intanto a leggere il trattato ESM e a visionare il materiale informativo presente in rete, questo è l’inizio di una lunga battaglia, forse l’ultima della guerra.
Grasso o Schifani? E’ arrivato il momento di porsi le domande giuste.


Aveva ragione Rino Gaetano 40 anni fa !Italiani




_________________
Non puoi chiedere all'universo di togliersi la maschera se tu non lascerai cadere la tua. (Philip Kindred Dick)
Top
 Profilo  
 

Marziano
Marziano

Non connesso


Messaggi: 1305
Iscritto il: 26/03/2009, 17:56
Località: brescia
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/03/2013, 16:03 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Cita:
Werther ha scritto:


(ANSA) - ROMA, 25 MAR - Il salvataggio di CIpro, con la partecipazione degli investitori e titolari di depositi nella ristrutturazione delle banche, rappresenta un nuovo modello su come gestire i problemi del sistema bancario in Europa.


Si chiama esproprio. [xx(]

Ergo, violazione della proprietà privata, violazioni dei più basilari diritti sociali dell'individuo, pericolosa interferenza nelle libertà dei cittadini.

Cittadini che sempre di più stanno tornando ad essere considerati nè più nè meno di servi (se non addirittura schiavi).

Alle banche servono i nostri soldi?!? ZAC ... ecco che se li prendono come vogliono con l'aiuto di governi

Governi che appaiono sempre di più come vassalli dell'Impero Centrale rappresentato dalla UE.

E' questa sarebbe democrazia? Libertà?

Questo è medioevo... [8]



Immagine

Gli italiani insegnano !!! [8)]



_________________
Non puoi chiedere all'universo di togliersi la maschera se tu non lascerai cadere la tua. (Philip Kindred Dick)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 10377
Iscritto il: 01/11/2011, 19:28
Località: Astana
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/03/2013, 19:44 
martedì 26 marzo 2013

Europa: sta nascendo una dittatura. Fuggite, sciocchi!

L'Europa è una dittatura, bisogna uscirne il prima possibile. Senza chiedersi cosa sarà della bolletta della luce o della rata del mutuo, perché non ci lasceranno né luce né casa. Siamo in mano a dei pazzi furiosi.
Immagine

di Debora Billi

Trovo questo bel post sul blog di Alberto Bagnai, ad opera di Alex, che così riflette:
L'unica cosa amaramente buona di questa crisi è che ho capito come nascono le dittature, che SI, è proprio vero, più che da una violenza dei padroni derivano dalla tentazione dei servi, dall'ignoranza dalla mediocrità e dall'ignavia della gente (...); e a cosa dovrebbe servire la cultura umanistica: ad insegnarti con chi hai a che fare affinché tu possa fare/ripetere meno errori possibili. Infatti è per questo che l'hanno piano piano distrutta.
Evidentemente stiamo riflettendo un po' tutti sulla stessa cosa: sta nascendo una dittatura, in Europa? A volte, mentre sento le notizie, ho dei flash di voci future "Ma noi non sapevamo, ma noi non volevamo!", chissà se è la sindrome di Cassandra, o soltanto memorie di un passato ancora recente.
Lo stesso concetto di dittatura non è antico: nessuno si sognava di chiamare "dittatori" il re Sole, il Papa o l'imperatore di turno. E' un concetto nuovo.
Fatto sta che l'abbiamo introiettato molto bene, al punto chevediamo dittatori dovunque, persino in leader democraticamente eletti (vedi Chavez o Ahmadinejad) o addirittura in comici col blog. Ma quando si tratta di noi, ehh: la dittatura è l'elefante nella stanza. Nessuno riesce ad accorgersene.
Forse perché si tratta di una declinazione di dittatura finora inedita. Nell'immaginario, il dittatore ha una faccia cattiva, impone le sue idee al popolo con gli eserciti, e sbatte i dissidenti in gabbia o alle torture. Ora sembra che non ce ne sia più alcun bisogno: il dittatore non ha un nome e cognome, anzi si nasconde in una massa amorfa di oscuri burocrati. L'esercito di cui si serve? Stampa, media e politici compiacenti o corrotti. L'arma principale? La shock economy, eventi che terrorizzano i cittadini e li rendono consenzienti a qualsiasi nefasto provvedimento passi per indispensabile. I dissidenti? Nessun problema: li si lascia a sbraitare nel recinto di Internet, che danno vuoi che facciano. Una dittatura il cui scopo è l'impoverimento generalizzato e il controllo da esso derivante, non ha bisogno di sparare un colpo: stiamo consegnando tutto senza fiatare.
Qualcuno obietterà che non è vero, che tanti si stanno accorgendo di ciò che accade. Ah si? Beh io non credo. Come scrive ancora Bagnai nel suo libro, quando i partigiani andarono in montagna non si preoccuparono dell'inflazione, della perdita di potere d'acquisto, del mutuo in euro. Quando c'è da combattere si combatte, costi quel che costi. Noi non siamo ancora pronti. Siamo ancora come quelle famiglie ebree che nel '36 consegnavano l'oro, consegnavano i pianoforti, pensando che presto sarebbe finita e peggio di così non poteva andare. E invece, si è visto com'è andata.
Noi stiamo consegnando oro e pianoforti per paura dei finti mostri che ci hanno dipinto, e alla fine perderemo tutto senza avere più nulla per cui combattere. Vogliamo davvero ridurci così?
L'Europa è una dittatura, bisogna uscirne il prima possibile. Senza chiedersi cosa sarà della bolletta della luce o della rata del mutuo, perché non ci lasceranno né luce né casa. Siamo in mano a dei pazzi furiosi e l'unica è svignarsela, le difficoltà successive le affronteremo poi, ci penseremo dopo come si sono detti i partigiani scalando la montagna. Ora il pensiero è uno, e uno solo, e questo dobbiamo chiedere con forza a chi ci rappresenta:

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=4ipCEOr4YOA[/BBvideo]

fonte



_________________
“El saòn no’l sa gnente, l’inteligente el sa poco, l’ignorante el sa tanto, el mona el sa tuto!”
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Premio Coerenza e ProfessionalitàPremio Coerenza e Professionalità

Non connesso


Messaggi: 12510
Iscritto il: 30/11/2006, 09:44
Località:
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/03/2013, 19:59 
Non sono d'accordo sul fatto di fuggire [:D].
Combattiamo invece.



Land of Confusion Lyrics:
I must have dreamed a thousand dreams
Been haunted by a million screams
But I can hear the marching feet
They're moving into the street

Now, did you read the news today?
They say the danger has gone away
But I can see the fire's still alight
They're burning into the night

There's too many men, too many people
Making too many problems
And there's not much love to go around
Can't you see this is a land of confusion?

This is the world we live in
And these are the hands we're given
Use them and let's start trying
To make it a place worth living in

Oh, superman, where are you now?
When everything's gone wrong somehow?
The men of steel, these men of power
Are losing control by the hour

This is the time, this is the place
So we look for the future
But there's not much love to go around
Tell me why this is a land of confusion

This is the world we live in
And these are the hands we're given
Use them and let's start trying
To make it a place worth living in

I remember long ago
When the sun was shining
And all the stars were bright all through the night
In the wake of this madness, as I held you tight
So long ago

I won't be coming home tonight
My generation will put it right
We're not just making promises
That we know we'll never keep

There's too many men, too many people
Making too many problems
And there's not much love to go round
Can't you see this is a land of confusion?

Now, this is the world we live in
And these are the hands we're given
Use them and let's start trying
To make it a place worth fighting for

This is the world we live in
And these are the names we're given
Stand up and let's start showing
Just where our lives are going to



_________________
« Nel regno di chi cerca la verità non esiste nessuna autorità umana. Colui che tenta di recitarvi la parte di sovrano avrà a che fare con la risata degli dei » (Albert Einstein)

« Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti non possa cambiare il mondo. In fondo è cosi che è sempre andata »
(Margaret Mead)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 10377
Iscritto il: 01/11/2011, 19:28
Località: Astana
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/03/2013, 20:10 
Allora facciamo fuggire loro [:)] Immagine [:188]


Ultima modifica di Wolframio il 26/03/2013, 20:13, modificato 1 volta in totale.


_________________
“El saòn no’l sa gnente, l’inteligente el sa poco, l’ignorante el sa tanto, el mona el sa tuto!”
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Nonno sapienteNonno sapiente

Non connesso


Messaggi: 49592
Iscritto il: 27/12/2007, 11:23
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/03/2013, 20:14 
Ai forconi! [:(!]



_________________
Immagine Operatore Radar Difesa Aerea (1962 - 1996)
U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 41080
Iscritto il: 22/06/2006, 23:58
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/03/2013, 21:21 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

La conclusione (ovvia ormai) è che questi governi non rappresentano i cittadini d'Italia o degli altri paesi europei, ma gli interessi del potere finanziario.

Ergo sono tutti governi illegittimi con le conseguenze che questo comporta.



Immagine

[:280] [:280] [:280]



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

UfoPlanet Informazione Ufologica - Ufoforum Channel Video
thethirdeye@ufoforum.it
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 10377
Iscritto il: 01/11/2011, 19:28
Località: Astana
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/03/2013, 22:12 
EURO: Analisi di dettaglio del perche’ all’Italia conviene uscire

PREMESSA

Riprendo quest’articolo fatto 6 mesi fa, e lo riadatto. In Italia sulla questione non se ne parla, ed al piu’ si discute sulla questione del cambio 1 euro pari a 1000 lire nell’acquisto di beni di largo consumo, che e’ un’impostazione un po’ semplicistica.
Ma l’Euro ci conviene? Da tempo scrivo articoli sul tema, cercando di analizzare l’impatto che la moneta unica ha avuto sul nostro paese e su altre nazioni europee. Direi che e’ arrivato il momento di mettere in fila i birilli, e fare un’articolo di analisi di tutti i PRO e CONTRO di un mantenimento dell’EURO o di un ritorno alla LIRA.

1) SIMULAZIONE DI COSA ACCADREBBE IN CASO DI DISSOLUZIONE DELL’EURO

Allego la simulazione che scenarieconomici.itha di recente compiuto, e che sta avendo una grandissima diffusione in termini di lettori:

Esclusiva Analisi: simulazione di cosa accadrebbe con e senza EURO.

Riporto qui le conclusioni sintetizzate:

Lo studio dice chiaramente quanto e’ intuitivo da chiunque mastichi di macro-economia: la rottura dell’Euro (non traumatica) e la rivalutazione del Marco penalizzerebbero pesantemente la Germania, ed avvantaggerebbero le economie periferiche, quella Italiana in primis. Le conclusioni sono le stesse di altri studi seri. L’effetto e’ lo stesso gia’ riscontrato nel passato in situazioni similari, e le ragioni sono esattamente quelle opposte a quelle che hanno consentito alla Germania di avvantaggiarsi in questi anni rispetto ai paesi periferici.

Mi rendo conto dei limiti di questo studio, e di svariate altre variabili (anche non economiche, interne o esterne) che potrebbero e dovrebbero rientrare in gioco, ma reputo che a meno di uno scenario distruttivo di default a catena, l’uscita dell’Euro di scena sia un’affare per l’Italia ed altre nazioni periferiche (specialmente quelle che hanno un sistema industriale dignitoso) ed un pessimo affare per la Germania, destinata col Marco ad un futuro Giapponese di deflazione-PIL asfittico-Debito crescente in un quadro demografico da film dell’orrore.

Il vero limite dello studio, sta nel comportamento umano, in particolare delle classi dirigenti dei paesi periferici, tendenzialmente poco responsabili, che potrebbero non approfittare degli evidenti vantaggi del ritorno alla valuta nazionale, facendo danni con decisioni di spesa improduttiva o altre misure tese a gestire il consenso nel breve periodo, e non a consolidare tale vantaggio in qualcosa di permanente. Ovviamente, tale situazione non risolverebbe tutti i problemi dei paesi periferici, ma certamente aiuterebbe ad affrontarli.

Mi auguro che questo post contribuisca ad attivare un serio dibattito sulla questione Euro ed altre analisi sulla questione e simulazioni sull’ipotetica uscita (o non uscita) dall’euro, perche’ comunque una nazione come l’Italia non si puo’ permettere il lusso in futuro di scelta ideologiche. Vi consiglio in conclusione la lettura dei seguenti articoli:

Esclusiva – L’Intervista in forma integrale all’economista Alberto Bagnai – Euro e Crisi

Analisi della Svalutazione del 1992-1995

2) PRODUZIONE INDUSTRIALE: vince il RITORNO ALLA LIRA in modo netto

C’e’ poco da dire. Negli articoli in premessa sono stati analizzati ampiamente (con dati, numeri, grafici e statistiche di trend) gli andamenti della produzione industriale in 15 paesi Europei negli ultimi 20 anni. Ne’ e’ risultato che l’Euro ha causato un colossale trasferimento di produzione industriale da tutti i paesi periferici verso la Germania, come conseguenza dell’invariabilita’ dei cambi, che consente al sistema meno inflattivo (quello tedesco) e piu’ efficiente, di sottrarre ampie quote di produzione. Il contesto complessivo (l’Europa nel suo insieme) non ha da lustri una dinamica crescente nella produzione, a causa della concorrenza asiatica, ed al suo interno v’e’ un vincitore e tanti sconfitti.
Per capirsi, dal 2005 ad oggi, l’Italia ha fatto -18% e la Germania +10%: e’ come se in 7 anni, tutte le fabbriche presenti nel Centro Italia avessero chiuso e si fossero trasferite in Germania in blocco: effetti analoghi a quelli di una Guerra Mondiale.
La dinamica in caso di mantenimento dell’EURO e’ prevedibilmente la stessa degli ultimi 10 anni (ed ancora in pieno corso nel 2012), con una Germania che sottrarra’ quote a tutti gli altri. Il trend proseguira’ inevitabilmente, fintanto che la Germania manterra’ un’inflazione minore o uguale ai partners, e potra’ mutare solo quando tale tendenza mutera’ ed in modo duraturo (considero l’ipotesi fantascienza!). Ovviamente gli aumenti di tassazione indiretta in Italia (IVA, accise) e Spagna (IVA), causa prima di sovra-inflazione, promettono che il differenziale inflattivo tra Germania e Sud Europa permarra’ anche nei prossimi 2 anni.
In caso di disgregazione dell’EURO, e ritorno alle valute nazionali, e’ ovvio che accadra’ qualcosa di analogo a quanto accadde nel 1992-95. L’Italia (e gli altri paesi che svalutarono) all’epoca ebbe un’impennata nella Produzione Industriale e la Germania ebbe una bella batosta. E’ cio’ che accade in corrispondenza di ogni riaggiustamento monetario. E’ vero che l’Italia ha minore peso industriale rispetto all’epoca, ma e’ anche vero che l’incidenza dell’Import-Export rispetto alla produzione e’ aumentata molto rispetto a 20 anni fa, per cui e’ prevedibile vi saranno gli stessi effetti.

Di seguito la simulazione con e senza euro:

Immagine


3) BILANCIA COMMERCIALE E BILANCIA DEI PAGAMENTI: stra-vince il RITORNO ALLA LIRA in modo netto

Anche in questo caso non c’e’ storia. Negli articoli in premessa sono stati analizzati ampiamente (con dati, numeri, grafici e statistiche di trend) gli andamenti delle bilance commerciali e dei pagamenti di tutti i grandi paesi europei negli ultimi 15 anni.
L’Euro ha consentito alla Germania di ampliare a dismisura i propri attivi commerciali in una misura pari esattamente alla somma della crescita dei passivi in Spagna, Italia, Francia ed altri periferici.
La dinamica in caso di mantenimento dell’EURO e’ prevedibilmente la stessa degli ultimi 10 anni. E’ ovvio che molto dipendera’ dalla quotazione dell’EURO stesso sul DOLLARO e dalle politiche restrittive imposte all’interno dei singoli paesi. Per dire, nel 2012, l’Italia sta quasi azzerando il passivo commerciale, grazie al calo dell’EURO (fattore su cui l’economia Italiana e’ assai piu’ sensibile di molte altre, ed in particolare di quella tedesca) ed alle politiche restrittive suicide di Monti (che hanno fatto crollare l’import). La tendenza di fondo pluriennale, pero’, restera’ inevitabilmente connessa con la competitivita’ dell’industria, di cui abbiamo ampiamente scritto sopra.
In caso di disgregazione dell’EURO, e ritorno alle valute nazionali, e’ ovvio che accadra’ qualcosa di analogo a quanto accadde nel 1992-95 con un ritorno ad un forte attivo commerciale per l’Italia ed una decisa riduzione dei passivi per gli altri periferici che svaluteranno; il tutto ai danni della Germania.

Di seguito la simulazione con e senza euro:

Immagine


4) OCCUPAZIONE e PIL: vince il RITORNO ALLA LIRA (a meno di uno scenario catastrofico di Default a catena dell’intera Europa)

Anche in questo caso e’ prevedibile che un ritorno alla LIRA rafforzi il PIL e l’occupazione. Negli articoli in premessa sono stati analizzati ampiamente (con dati, numeri, grafici e statistiche di trend) gli andamenti dell’occupazione, della disoccupazione e del PIL dei grandi paesi europei negli ultimi 15 anni.
L’Euro ha consentito alla Germania di riprendere la sua corsa del PIL e dell’occupazione, e cio’ e’ stato fatto ai danni di diversi paesi periferici, in primis dell’Italia, che e’ il secondo paese manifatturiero europeo. La Germania non ebbe immediatamente benefici dall’introduzione dell’Euro e dei cambi fissi. Rammentate che fino al 2000-2005 si diceva che la Germania era il grande malato d’Europa? Era vero, visto che aveva un’andamento del PIL asfittico (come l’Italia, che pero’ era reduce da una corsa per ridurre il deficit dal 10% ed oltre al 3%), peggiore di ogni nazione europea. La Germania ha avuto pazienza, ha anticipato alcune riforme, volte essenzialmente a contenere il costo del lavoro interno (anche favorendo i lavori a bassissimo salario) e l’inflazione; ovviamente ogni anno ha portato a casa un piccolo vantaggio inflattivo sui concorrenti, che col passare degli anni e’ diventato un grosso vantaggio e proprio dal 2005, ha iniziato a vedere andamenti di PIL ed occupazione estremamente favorevoli (ai danni degli altri, come testimoniato dai grafici allegati negli articoli in premessa).
La dinamica in caso di mantenimento dell’EURO e’ prevedibilmente la stessa degli ultimi 7 anni (ancora in pieno corso nel 2012). Tra l’altro, se la Germania manterra’ l’atteggiamento che ha tenuto nei confronti della crisi Europea negli ultimi disastrosi 3 anni e mezzo (e non vedo perche’ debba cambiare linea), e’ ovvio che chiedera’ l’adozione a tutti i periferici di misure sempre piu’ restrittive (leggi Manovra Monti) che inevitabilmente affosseranno sempre piu’ il PIL ed aumenteranno la poverta’ e la disoccupazione. Nel contempo la Germania sara’ impattata dal minore export verso i paesi “canaglia”, e compensera’ in parte la cosa, grazie a tassi di interesse bassissimi ed afflussi copiosi di capitale.
In caso di disgregazione dell’EURO, e ritorno alle valute nazionali, e’ ovvio che la Germania rivalutera’ fortemente, ed i periferici svaluteranno, con impatti seri su produzione ed export tedeschi (e quindi su PIL ed occupazione), mentre ovviamente chi svalutera’ avra’ le conseguenze opposte. E’ ovvio che molto dipendera’ da come avverra’ la disgregazione dell’EURO: se venisse accompagnata da una serie di default di alcune nazioni, l’impatto sarebbe devastante non solo per la Germania ma pure per i paesi sottoposti a default, in tale scenario, nel medio periodo le nazioni sottoposte a default e simultanea svalutazione avrebbero una netta ripresa (come accaduto sempre nel passato in situazioni analoghe), mentre il quadro per la Germania resterebbe fosco sia nel breve che nel medio periodo (a lungo termine le cose potrebbero cambiare).
Ho visto 3 studi recenti sugli impatti della disgregazione dell’EURO: in uno si diceva che TUTTA l’Europa avrebbe visto il PIL crollare (ed associo questo andamento al caso di default generalizzati di vari paesi), ed in altri 2 studi si prevedeva un forte calo del PIL in Germania ed una ripresa nei paesi periferici (ed associo tale previsione, ad uno scenario piu’ morbido, di abbandono di alcuni paesi dell’area euro, con risoluzione successiva della crisi con svalutazioni ed utilizzo da parte delle banche centrali degli strumenti di flessibilita’ tradizionali, quali QE, tassi, etc).
Ovviamente gli Studi valgono quello che valgono. All’epoca dell’introduzione dell’EURO a fine anni 90, c’erano fior fiore di studi, unanimi nell’affermare che l’EURO avrebbe portato benefici all’economia ed al PIL dell’Eurozona consistenti. Nella realta’ e’ accaduto l’esatto opposto, e l’Eurozona ha vissuto il peggior andamento del PIL da 50 anni a questa parte, sia in termini assoluti, che relativi nel confronto ad USA e resto del mondo.

Di seguito la simulazione con e senza euro del PIL:

]Immagine



5) INFLAZIONE: vince il RESTARE NELL’EURO; ma con politici e politiche serie, cio’ non sarebbe un problema

Dopo aver visto che per l’economia reale non c’e’ partita a favore della LIRA, passiamo ad analizzare l’inflazione.
Per capire cio’, facciamoci una domanda. Cosa accadde nel 1992-1995 quando la LIRA svaluto’ da 750 a 1100 sul Marco, vale a dire del 50%, all’inflazione? Accadde, come scritto nel relativo articolo richiamato in premessa, che il differenziale di inflazione con la Germania scese dal 3,3% del 1990-92 all’1,6% del 1993-95. Ma come e’ possibile? Semplice: crollo’ il volume dell’import (piu’ caro) e parte di questo venne sostituito da produzione nazionale (piu’ a buon mercato) e cio’ calmiero’ i prezzi. L’impatto piu’ severo fu ovviamente sui beni energetici (che pero’ hanno un’incidenza modesta sul paniere inflattivo complessivo rispetto alla componente del costo del lavoro, che e’ squisitamente un parametro interno). Rammento per la cronaca, che le follie di Monti sulle accise, hanno avuto un’impatto analogo sui prezzi energetici a quello di una classica svalutazione del 25-30% (ove sale il prezzo della materia prima e dell’IVA e restano invariate le accise).
Sono dell’idea, comunque, che una svalutazione un qualche impatto inflattivo lo provochera’, sia diretto (a causa dell’aumento dei prezzi dei prodotti importati) che indiretto (legato al fatto che il PIL sara’ meno asfittico, e cio’ inevitabilmente avra’ qualche ricaduta sui prezzi).
E’ ovvio, comunque, che i vantaggi della svalutazione permarranno nel tempo, solamente se ci sara’ una politica seria di contenimento dell’inflazione, con differenziali sulla Germania che restino nell’alveo della ragionevolezza. Per far cio’ e conservare ed utilizzare al meglio il vantaggio competitivo, serve una classe dirigente seria e responsabile, che adotti riforme serie di liberalizzazione, che incidano pesantemente sui settori distributivi e sui servizi semi-monopolisti, dove sarebbe possibile ottenere tramite maggior efficienza una decisa caduta dei prezzi, e quindi una tenuta della competitivita’ del paese.

Di seguito la simulazione con e senza euro:

Immagine

6) TASSI DI INTERESSE: vince nettamente il RESTARE NELL’EURO

Passiamo ad analizzare i tassi di interesse. Rammendiamo a tutti, che il contenimento dei tassi di interesse era, appunto, il maggior vantaggio per l’Italia nell’ingresso nell’Euro-zona.
Tale vantaggio non si limita al settore pubblico (minori interessi da pagare sul debito pubblico), ma si estende al sistema privato (tassi agevolati sui mutui ed il credito per le famiglie e finanziamenti piu’ convenienti per le imprese).
E’ indubbio che per 10 anni l’Italia ha usufruito di vantaggi enormi su questo fronte, con tassi bassissimi e spread con la Germania ridicoli (ed in parte irrealistici).
E’ altrettanto vero che nel contesto degli anni 80 ed inizio anni 90 i tassi italiani erano stratosferici, anche perche’ il panel complessivo dei tassi mondiali (e dell’inflazione) erano decisamente diversi (tassi nulli erano una chimera anche nelle nazioni di riferimento).
Nel 1992-95, gli spread tra Italia e Germania si mantennero sui 500 punti (con picchi sopra i 700). L’era EURO ha decretato spread di 50-100 punti, ma la recente crisi ha riportato gli spread all’epoca della crisi del 1992-95, sui 400-500 punti.
Allora l’unico vero grosso vantaggio dell’EURO, quello di tassi a buon mercato, e’ svanito? Onestamente direi di no, almeno attualmente, visto che i tassi sul breve termine restano comunque convenienti e che l’Italia con la neo-LIRA Tassi di sconto all’1% li vedrebbe solo col binocolo.
E’ evidente che passare dall’EURO alla LIRA provochera’ un netto rialzo del TASSO di sconto, nonche’ dei rendimenti dei titoli, soprattutto a breve termine.
E’ altrettanto evidente che se questa crisi non trovera’ sbocco (e non vedo come possa risolversi definitivamente, perlomeno fino a settembre 2013, data delle elezioni federali tedesche), gli spread ed i tassi potrebbero volare nell’iperspazio (ovviamente col solito andamento a dente di sega).

Di seguito la simulazione con e senza euro:

7) DEBITO PUBBLICO e conti pubblici: secondo me vincerebbe la LIRA, ma unicamente nel caso di avere politici decenti (nel caso opposto saremo fottuti comunque sia con EURO che con LIRE)

Qui, farei un ragionamento un po’ semplicistico, ma efficace.
I Fautori dell’EURO sostengono che tornare alla LIRA fara’ riesplodere i Tassi, e che l’introduzione dell’EURO ha consentito di ridurre l’ammontare degli interessi pagato di 60-75 miliardi, pari a 4-5% del PIL (in termini attualizzati). Hanno ragione, ovviamente, ma penso che il ragionamento sia monco. Mi spiego.
L’ingresso nell’EURO (ed ancor prima in un sistema a cambi fissi a 990 sul marco) ha avuto anche altre 2 conseguenze. In primo luogo ha frenato nettamente la dinamica del PIL reale (la cosa l’abbiamo vista negli articoli in premessa), sia per il contenimento inflattivo, sia per le ricadute sull’economia reale (sappiamo che da 15 anni cresciamo dell’1% meno della media UE, differenziale che nel 2012 si avvicinera’ al 2%). Ebbene, cio’ implica una contrazione del denominatore con cui si misura il debito pubblico (e quindi lo fa aumentare). In secondo luogo, il calo del PIL ha impatti sulle spese (che crescono, specie quelle di tutela) nonche’ sulle entrate (la Manovra Monti ne e’ un’esempio lampante, con entrate nettamente inferiori al preventivato a causa del crollo del PIL, causato dalle stesse misure). Che significa cio?
Che dire, facciamo 2 calcoletti senza pretese. Dal 1995 ad oggi, l’Italia e’ passata da avere un PIL industriale che pesava il 65% di quello tedesco, al 50% attuale (ne abbiamo gia’ discusso). Ipotizzando che l’Italia fosse rimasta al 65%, e che la Germania avesse corso meno (non avrebbe avuto i vantaggi che ha avuto), l’Italia oggi avrebbe avuto un PIL industriale di 60-70 miliardi di Euro in piu’, raddoppiabili con gli impatti su export e servizi. 120-140 miliardi di PIL in piu’ equivalgono a 60-70 miliardi di tasse in piu’, che guarda un po’ sono esattamente il costo dei maggiori interessi. Ovviamente il calcolo ha limiti evidenti, ma da’ un’idea sul fatto che l’EURO ha avuto anche impatti negativi indiretti su Deficit e Debito (legati a minore PIL e minore inflazione), accanto a quelli positivi diretti (minori tassi di interesse).
Conclusioni?
Restare nell’EURO e’ comunque un suicidio. Nel 2012 voleremo al 126% di Debito. Successivamente non credo le cose migliorino. Restare nell’EURO, poi, significa inflazione bassa e quel che e’ peggio PIL nominale con andamento disastroso. E’ evidente che anche nel 2013 il Debito salira’, visto che il denominatore avra’ un’ andamento disastroso, e cio’ avverra’ anche nel caso di riduzione del deficit all’1,5-2,0%. Inoltre, Bruxelles c’ha gia’ fatto sborsare l’equivalente del 3% del PIL di nuovo debito per salvare la Grecia, Portogallo, banche Spagnole ed Irlanda e seguira’ un altro 1% (come minimo; temo assai di piu’). In questo contesto nel 2013, in assenza di privatizzazioni e dismissioni serie, il debito volera’ e se gli spread cresceranno, si avvitera’ sempre piu’ verso l’alto, con conseguenze gia’ viste in Grecia. Se anche a fine 2013, andassero al governo in Germania formazioni a favore degli Eurobond, l’Italia (sempre che non sia fallita prima) si trovera’ comunque con un debito al 130% e con dinamica crescente, per cui realisticamente parlando, la permanenza nell’EURO non promette bene sul fronte del Debito Pubblico.
Passiamo al ritorno alla LIRA ed ipotizziamo avvenga domani. Sappiamo che ci sarebbe un’impatto immediato sul PIL (legato ad una crescita netta dell’export e della produzione, nonche’ a qualche ricaduta inflattiva), eviteremo di dare altre prebende a Grecia e soci (costose), mentre non ci sarebbe un’impatto immediato significativo sugli interessi (se s’alzasse anche del 2-3% la curva dei tassi, l’impatto il primo anno sarebbe solo dello 0,3-0,5%). In sintesi, un ritorno alla LIRA avrebbe certamente nel primo e secondo anno vantaggi notevoli sull’ammontare del Debito (minori sul fronte del deficit, dove la ripresa economica ed inflattiva, comunque, compenserebbe nettamente la maggior spesa per interessi). E’ ovvio che nel medio e lungo periodo, le spese per interessi avrebbero un’incidenza maggiore. Ecco perche’ reputo essenziale, la gestione di un ritorno alla LIRA con una classe politica decente (non dico eccellente), che sappia contenere e ridurre la spesa pubblica, fare le riforme e le dismissioni, contenere l’inflazione su valori decenti e ridurre tasse e burocrazia sui produttori. In questo caso non c’e’ partita, ed il ritorno alla LIRA sarebbe nettamente vantaggioso rispetto ad una permanenza nell’EURO, come da ragionamento sovrastante (gente seria al governo, con l’EURO e questa crisi in svolgimento, a mio vedere potrebbe fare comunque poco, e le dinamiche di cui sopra potrebbero solo essere attenuate; infatti l’economia reale, con l’EURO e la crisi, non si puo’ far ripartire, a meno di riforme serie ed anni di lavoro….. ma in alcuni anni, saremo gia’ morti e sepolti).

Di seguito la simulazione con e senza euro:

Immagine


8) FINANZA – STABILITA’ E STRUMENTI DI FLESSIBILITA’ FINANZIARIA: secondo me vince la LIRA

Eccoci arrivati al secondo vero vantaggio dell’EURO: entrare in un sistema piu’ forte e stabile, dove le nostre debolezze sono compensate dalla forza altrui, e non siamo sottoposti a crisi periodiche.
Questo vantaggio e’ stato indubbio nei fatti nel periodo 1996-2008. Dal 2008 non e’ piu’ vero.
Abbiamo rinunciato a TUTTI gli strumenti di flessibilita’ cui dispone una nazione sovrana: Banca Centrale, possibilita’ autonoma di stampare, fare QE e muovere i tassi. Sono i tradizionali strumenti cui dispone una nazione per gestire l’ordinario e lo straordinario. Tali strumenti vengono prontamente mossi da una nazione nel suo interesse ed al momento opportuno. Ebbene, nel passato, arrivava una sana crisi, si muovevano i tassi, c’era panico, partiva la speculazione, la Banca d’Italia stampava e difendeva la Lira, e poi alla fine svalutava. Tutti gli indicatori oscillavano, e dopo un po’ tutto tornava ad un equilibrio. Sembrava talvolta un film horror, ma aveva una sua logica. Nel caso peggiore avremo fatto default (e solo Dio sa, se cio’ non sarebbe stato meglio o peggio).
Quanto sopra, sacrificato senza uno straccio di referendum all’EURO, moneta STATUS SYMBOL, che ci avrebbe garantito la protezione alle insidie della finanza anglosassone cattiva ed ingiusta.
Ora, qualcuno mi spiega nel 2008-2012 quali protezioni reali abbiamo avuto? Niente QE, niente stampa, polemiche infinite, classi politiche nazionali che si sbranano, la Germania che si rifiuta di garantire per gli altri e chiede misure che manderebbero in recessione pure la tigre Cinese. In sintesi, non solo non siamo protetti, ma siamo pure con le mani legate, completamente privi di strumenti di flessibilita’ per azioni sul breve periodo, destinati alla deindustrializzazione, ad una poverta’ crescente, ad essere cucinati a fuoco lento, e ciliegina sulla torta, pure derisi.
Ebbene, personalmente (e qui lo ripeto: personalmente!), credo che l’EURO e’ una costruzione alle cui spalle abbia una BABELE ed appare evidente anche a persona che di finanza capisce poco (tipo me) che questa crisi si risolvera’ solo in ultima analisi mettendo assieme destini, potere, debiti e quant’altro (ho dubbi che la Germania accettera’ mai, e comunque anche se fosse ci sono ostacoli politici e burocratici non da ridere) o con una disgregazione. Ebbene, ritengo che tornare ad avere tutti gli strumenti di flessibilita’ finanziaria (Banca centrale, Tassi, stampa, QE, etc), dia maggiori garanzia che restare nel Limbo in attesa di qualcosa (la garanzia finanziaria complessiva da parte tedesca ed OK di 17 parlamenti ad una serie di step inevitabili in caso di creazione degli Stati Uniti d’Europa) che difficilmente arrivera’.

9) DEMOCRAZIA e RESPONSABILITA’: stravince la LIRA

Nell’attuale Unione Europea e Monetaria, non vedo traccia di Democrazia, ne’ di Responsabilita’. Attualmente vedo solo una Babele dove fondamentalmente non si capisce niente e non si comprende realmente come uscirne. I processi sono spesso decisi in barba all’opinione pubblica, da gente mai eletta. A mio vedere il progetto EURO avrebbe senso se l’EUROPA fosse concepita come Stati Uniti d’Europa (non mi prolungo, credo sia chiaro cosa intendo), mentre l’attuale minestrone e’ un non senso in termini, destinato ad un’ovvia implosione. Inoltre, l’attuale crisi si svolge in modo tale che inevitabilmente cresceranno i nazionalismi ed il sentimento di odio tra le varie nazioni.
Tornare alla LIRA significa Responsabilita’ di affrontare i propri problemi con autonomia, con un minimo di parvenza democratica. Meglio ognuno per i fatti suoi, rispettandosi coi vicini.

10) CONCLUSIONI: direi che e’ meglio tornare alla LIRA, e conviene farlo alla svelta; ovviamente in un contesto internazionale fortemente competitivo e spesso ostile, tale azione ha senso (specie sul medio e lungo periodo) solo se guidata da una classe dirigente decente, che faccia le riforme, riduca le spese e le tasse e riporti il paese ad un minimo di buon senso

In uno degli articoli in calce, mi ero sbilanciata, affermando che l’Italia in caso di svalutazione avrebbe svalutato nell’ordine del 18-25% sulla Germania (ovviamente per cifre assai inferiori su Francia, USA ed UK); l’affermazione vale a meno delle forti oscillazioni iniziali, ed e’ legata al fatto che le svalutazioni normalmente si risolvono in ammontari analoghi al differenziale inflattivo del periodo dalla precedente svalutazione, a meno di differenze imposte iniziali.
In questa crisi, comprendo in parte i Tedeschi (anch’io non vorrei fare la fine della Lombardia in Italia), e li ammiro come popolo: a differenza di altri (che piagnucolano mancie) io sono un po’ incavolata con la Merkel, perche’ non ha un comportamento da Leader; un Leader a mio vedere deve dare l’esempio ed essere onesto, e non tirare avanti per 3 anni in tentennamenti: credo la sappiano pure loro che se ne esce solo o disgregandosi o unendosi del tutto…. le soluzioni intermedie incancreniscono tutto… ebbene, a me spiace di loro questo andreottismo nel non voler decidere… e di fatto lo sanno anche i sassi, che alla fine decideranno loro… troverei che fossero onesti e dicessero: cari amici, cosi’ non si puo’ andare avanti, andiamo ciascuno per la sua strada, ed ognuno se la cavi sa solo….. invece non lo fanno, perche’ su una cosa sono tutti concordi nelle analisi in caso di crollo dell’euro: la Germania ne verra’ fortemente penalizzata.
Detto quanto sopra, all’ITALIA SENZA DUBBIO CONVIENE UN RITORNO ALLA LIRA. La cosa conviene da quasi tutti i punti di vista e la simulazione fatta lo conferma. Ci sono pero’ 2 insidie:
1) Un ritorno alla LIRA fatto dopo il suono della campanella, in presenza di una serie di default a catena, non darebbe vantaggi all’economia reale, perche’ il contesto complessivo europeo sarebbe di tracollo generalizzato. Tale situazione priverebbe l’Italia di parte dei vantaggi legati alla svalutazione (in contesti di tracollo, l’export verso il resto d’Europa, che assorbe il 60% delle nostre merci, avrebbe problemi) ed un eventuale default troverebbe reazioni feroci in una serie di nazioni declinanti e desiderose di sopravvivere. Il ritorno alla LIRA va fatto quanto prima, mettendo la Germania di fronte alla scelta definitiva, facendo tale azione in compagnia di altre nazioni.
2) Un ritorno alla LIRA andrebbe gestito da gente con la testa sulle spalle. Inizialmente la svalutazione produrrebbe forti vantaggi su molti fronti economici, ma ci esporrebbe ad attacchi e rappresaglie da parte di nazioni con la spalle piu’ larghe delle nostre. Ovvio che ci vuole una classe dirigente minimamente seria e decisa, e non pagliacci che parlano di “spread a 1200”, o di “culona inchiavabile”, o di “patrimoniali”. Il dopo e’ ancora piu’ tosto: vanno mantenuti i vantaggi competitivi e non scialacquati, facendo riforme serie che consentano all’inflazione di essere tenuta sotto controllo, e facendo politiche di bilancio tese a ridurre spese e sprechi dando vantaggi fiscali ed operativi alle categorie produttive ed alle famiglie. Ovviamente gli attuali barbagianni della classe dirigente italiana sono inadeguati, per cui capisco bene le ritrosie di Funny King ed altri su questo sito, all’ipotesi di ritorno alla LIRA. Personalmente, ritengo pero’, che barbagianni o non barbagianni, se non torniamo rapidamente alla LIRA, presto saremo come paese in coma irreversibile, e non potremo riprenderci come nazione, neanche in decenni.
L’opzione EURO non e’ un’opzione, ma e’ un suicidio. Gli svantaggi sono infiniti. I vantaggi promessi all’origine (tassi, sicurezza) stanno svanendo in questa crisi. Ma quello che e’ peggio, e’ che appare evidente che l’EURO ha alle spalle una costruzione imperfetta, destinata ad un verosimile collasso.
Per cui vale la pena tenere l’EURO solo perche’ e’ uno status symbol chic? Direi proprio di No.

Esclusiva Analisi: simulazione di cosa accadrebbe con e senza EURO.

By GPG Imperatrice

Source: EURO: Analisi di dettaglio del...e uscire | Scenarieconomici.it



_________________
“El saòn no’l sa gnente, l’inteligente el sa poco, l’ignorante el sa tanto, el mona el sa tuto!”
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 14885
Iscritto il: 26/12/2009, 12:30
Località: ravenna
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 27/03/2013, 13:19 
L'euro non è fallito, ma la politica dei leader europei sì. Emblematico il caso Cipro: tutti conoscevano la situazione delle banche. Nessuno fece nulla.


ROMA (WSI) - L'euro non si è dissolto, ma la politica dei leader dell'Eurozona ha già fatto abbastanza danni che non saranno mai riparati. Non è un mistero per nessuno, denuncia Raúl Ilargi Meijer, direttore di The Automatic Earth The Automatic Earth , che le popolazioni di Portogallo, Spagna, Italia, Grecia e Cipro vivano oggi in condizioni peggiori di quanto non lo fossero prima dell'introduzione della moneta unica. Quello che è grave è che la situazione potrebbe ancora peggiorare, sostengono gli economisti.

Prima che scoppiasse la crisi cipriota l'Unione europea aveva sempre mostrato il suo pugno di ferro, chiedendo ai Paesi parte dell'Eurozona di rispettare gli obiettivi di deficit e Pil posti dal Trattato di Maastricht.

L'euro aveva, infatti, portato a una prosperità illusoria, durata fintanto che non è emersa la crisi del debito. Poi si sono susseguite manovre di tassazione sempre più pesanti, tagli alle pensioni improponibili. E' scoppiata una disoccupazione che non conosce limiti. Un dato di fatto però c'è. "E' il fardello del debito con cui le nazioni più in difficoltà continuano a convivere", riprende Ilargi Meijer.

Calzante è l'esempio di Cipro. Secondo il giornalista non è una vittima dell'euro come le altre. Qui a fare la differenza è la tempistica. Entrata nell'Unione europea nel 2004, l'isola non ha introdotto la moneta unica fino al 2008.

Ma già da allora le sue attività bancarie rappresentavano il 450% del Pil: avrebbero messo a dura prova la stabilità dell'intero sistema euro. Bruxelles è rimasta a guardare. "Dovrebbero essere licenziati tutti perché è impossibile che non sapessero: non hanno voluto agire", riprende Ilargi Meijer. "Che si chiamino Van Rompuy, Barroso e Olli Rehn o Angela Merkel non fa differenza, sono solo arroganti e incompetenti".

Quello che deve essere modificato è il meccanismo di funzionamento della democrazia europea. "Viviamo in una democrazia dove la Germania con la sua quota pari al 24% della popolazione dell'Unione europea, decide la linea da seguire". Berlino lo fa con una visione limitata, che si ferma ai confini del Paese. "A loro non importa quello che succede alla gente per le strade di Nicosia, di Porto o di Siviglia; l'importante è che non si tocchi il loro lavoro, i loro risparmi, il loro benessere - conclude Ilargi Meijer - . Sono degli intoccabili". Ma hanno fallito.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... itica.aspx


si potrebbero definire pure loro dilettanti allo sbaraglio,se non fosse xke'di mezzo ci sono milioni di persone che faticano ad arrivare a fine mese................................................. [:(!] [:(!]


Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Premio Coerenza e ProfessionalitàPremio Coerenza e Professionalità

Non connesso


Messaggi: 12510
Iscritto il: 30/11/2006, 09:44
Località:
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 27/03/2013, 14:03 
Krugman: “Cipro lasci l’euro. Ora”
Pubblicato da keynesblog il 27 marzo 2013 in Economia, Europa
di Paul Krugman, da krugman.blogs.nytimes.com
http://keynesblog.com/2013/03/27/krugma ... leuro-ora/


Un corrispondente che stimo mi ha (gentilmente) sfidato a dire chiaramente quello che penso dovrebbe fare Cipro – lasciando da parte tutte le domande relative realismo politico. E ha ragione: mentre io penso che sia OK passare la maggior parte del mio tempo su questo blog entro i limiti del politicamente possibile, e basandosi su una combinazione di ragionamenti e ironia per spingere quei limiti nel corso del tempo, una volta ogni tanto dovrei solo affermare categoricamente che cosa avrei fatto se ne avessi la possibilità.

Per cui, ecco: sì, Cipro dovrebbe lasciare l’euro. Ora.


Il motivo è semplice: stare nell’euro significa una depressione incredibilmente grave, che durerà per molti anni, mentre Cipro cerca di costruire un nuovo settore delle esportazioni. Lasciando l’euro, e lasciando cadere fortemente [il tasso di cambio della] nuova moneta, tale ricostruzione accelererebbe notevolmente.

Se si guarda al profilo degli scambi commerciali con Cipro, si vede quanto danno il paese è in procinto di sostenere. Si tratta di un’economia molto aperta con solo due principali esportazioni, i servizi bancari e il turismo – e uno di loro è appena scomparso. Ciò da solo porterebbe ad una crisi grave. Oltre a questo, la troika sta chiedendo maggiore austerità, anche se il paese ha apparentemente un bilancio primario (senza interessi) all’incirca in pareggio. Non sarei sorpreso di vedere un calo del 20 per cento del PIL reale.

Qual è il percorso da seguire? Cipro deve avere un boom turistico, oltre a una rapida crescita delle altre esportazioni – la mia ipotesi sarebbe l’agricoltura come settore trainante, anche se non so molto su questo. Il modo più ovvio per arrivarci è attraverso una grossa svalutazione; sì, alla fine, questo probabilmente porta a offerte vantaggiose che attirano un sacco di pacchetti turistici britannici.

Arrivare allo stesso punto tagliando i salari nominali richiederebbe molto più tempo e infliggerebbe molti più danni umani ed economici.

Ma è possibile lasciare l’euro? La tesi di Eichengreen – che anche solo una ipotizzata uscita potrebbe causare fuga di capitali da panico e assalti agli sportelli – è ora opinabile: le banche sono chiuse, e il capitale è controllato. Quindi, se fossi un dittatore, semplicemente prolungherei la chiusura delle banche abbastanza a lungo per preparare la nuova moneta.

OK, e per quanto riguarda le banconote? Io non sono un esperto in materia, ma conosco ipotesi sulla possibilità di ricorrere alle carte di debito in circolazione, in modo che le imprese possano riprendere senza dover aspettare che qualcuno comandi la stampante [delle banconote]. Il governo potrebbe anche essere in grado di emettere scritture temporanee, dei “pagherò” (IOU) che non sembrano banconote vere e proprie, quale misura transitoria.

Sì, sembra qualcosa di disperato e improvvisato. Ma la disperazione è appropriata! In caso contrario, stiamo parlando un livello di austerità alla greca o peggio in un’economia i cui fondamentali, grazie alla implosione del sistema bancario off-shore, sono molto peggiori di quanto quelli della Grecia siano mai stati.

La mia ipotesi è che niente di tutto questo accadrà, almeno non subito, che la leadership del paese tema il salto nel buio che verrebbe dall’uscita dall’euro, nonostante l’orrore evidente di cercare di rimanere dentro; ma, come ho detto, penso che l’uscita dall’euro sia ora la cosa giusta da fare.

Fonte: http://krugman.blogs.nytimes.com/2013/0 ... seriously/



_________________
« Nel regno di chi cerca la verità non esiste nessuna autorità umana. Colui che tenta di recitarvi la parte di sovrano avrà a che fare con la risata degli dei » (Albert Einstein)

« Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti non possa cambiare il mondo. In fondo è cosi che è sempre andata »
(Margaret Mead)
Top
 Profilo  
 
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 3175 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1 ... 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62 ... 212  Prossimo

Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
Oggi è 03/05/2025, 20:01
© 2015 UfoPlanet di Ufoforum.it, © RMcGirr83.org