28/03/2013, 20:02
28/03/2013, 21:05
Dal Blog di beppe Grillo:
"Se l'Italia è senza governo (in realtà è in carica il governo Monti) ha però un Parlamento che può già operare per cambiare il Paese. Non è necessario un governo per una nuova legge elettorale o per avviare misure urgenti per le pmi o per i tagli delle province. Il Parlamento le può discutere e approvare se solo volesse sin da domani"
28/03/2013, 21:59
28/03/2013, 22:01
28/03/2013, 22:32
28/03/2013, 23:33
28/03/2013, 23:46
28/03/2013, 23:53
Blissenobiarella ha scritto:
"Dopo la netta presa di posizione del MoVimento 5 Stelle sui pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle aziende in cui chiedeva che i 40 miliardi venissero erogati prima alle imprese, e solo poi alle banche, prendiamo atto con favore della nota appena espressa del Ministro Grilli, il quale ha dichiarato che sia "necessario pensare ad una sequenza prima alle imprese e poi alle banche".
28/03/2013, 23:54
Sei fuori di melone con chi accordarsi col PD?col PDL?MaxpoweR ha scritto:
si accordino con qualcuno e formino un governo se vogliono realizzare quelle cose, altrimenti a casaE' semplice e lineare mi pare
non vedo perchè si debbano ricercare soluzioni strampalate e senza senso. anzi lo vedo: LA POLTRONA!
29/03/2013, 00:03
rmnd ha scritto:
chissà perchè ma magari mi sbaglio, non sarei affatto sorpreso (regolamenti interni m5s permettendo con o qualche eccezione alla regola) che tra due mesi quando i capigruppo dovranno essere rieletti, questi due, la lombardi e il pisolo-crimi, verranno riconfermati.
Perchè Grillo in qualche modo deve monitorare i 'ragazzi' e deve avere occhi e orecchie fidate che lavorino per lui. Chi meglio del fedelissimo Crimi e della furba Lombardi?
Blissenobiarella ha scritto:
i capigruppo sono eletti a rotazione. Le regole sono queste e fino ad oggi il M5S le ha sempre rispettate. MA riguardo al contenuto della comunicazione? Nessun commento?
Roberta Lombardi sfugge alla sfiudcia. Il sistema dei capogruppo-portavoce non funziona e allo scadere del mandato di Roberta Lombardi si cambia e ci saranno un capogruppo e un portavoce, scindendo i ruoli. Mentre continua il silenzio sul licenziamento di Daniele Martinelli, l’aiutante-comunicatore assunto insieme all’omologo Claudio Messora, che non ne parla, c’è dunque da registrare un cambiamento organizzativo nel gruppo parlamentare del M5S.
UN BAGNO DI REALTA’ - La cosa è abbastanza confusa, perché si dice che alla scadenza del mandato trimestrale di Lombardi, infatti, il suo posto come portavoce, come volto pubblico del gruppo sarà preso dall’attuale vicario, Riccardo Nuti. Ma Lombardi conserverà il ruolo formale di capogruppo, [color=blue]ruolo che diventerà fisso e non più a rotazione, anche in questo caso il M5S ha dovuto sbattere contro la realtà: ”Troppi problemi amministrativi, sarebbe stato impossibile ruotare anche quello”, ha spiegato Pisano. La stessa regola dovrebbe essere fatta valere al Senato, dove però questa questione, dicono fonti del Movimento, non è stata ancora affrontata”. Sul dibattito sulla Lombardi? “Qualcuno aveva posto questo problema, noi discutiamo di tutto”, ha raccontato un parlamentare, ma “oggi si è parlato di questioni organizzative”.[/color]
29/03/2013, 00:17
Blissenobiarella ha scritto:
Il conflitto. di Paolo Becchi.
Le trattative per la formazione del nuovo Governo si stanno volgendo a partire da una tensione fondamentale tra due differenti strategie per uscire dalla “crisi” politica. Questa tensione, questo conflitto non è quello che oppone Bersani a Grillo, o il Pd al Pdl. Il vero conflitto di questi giorni è quello tra il Presidente della Repubblica e il leader del Pd.
L’obiettivo di Bersani era quella di ottenere da subito un incarico di Governo, di modo da poter giurare nelle mani del Capo dello Stato e successivamente presentarsi alle Camere per il voto di fiducia. Napolitano, per contro, ha imposto a Bersani un pre-incarico (o un mandato esplorativo), costringendo pertanto il leader del Pd a ripresentarsi al Quirinale con l’assicurazione di una raggiunta maggioranza parlamentare a favore del suo Governo.
È su questo punto che si chiariscono le due opposte strategie. Bersani punta ancora ad ottenere l’incarico di Governo. All’esito delle consultazioni, tuttavia, non potrà garantire alcuna maggioranza. Del resto Bersani, ha sempre saputo, fin dall’inizio delle consultazioni, che non vi sarebbe stato alcun accordo con il Pdl né con il MoVimento, tanto che in questi giorni, in realtà, non ha condotto alcuna trattativa, ma semplicemente ripetuto in continuazione la propria linea (e, per il resto, si è incontrato con il Cardinal Bagnasco e le “parti sociali”: Confindustria, Confabi, Ania, Abi, Anci, Cia, Copagri etc.). Il Segretario del Pd tenterà, allora, di convincere Napolitano a conferirgli un incarico di Governo “al buio”, per giocarsi la fiducia il giorno stesso della presentazione del nuovo Governo alle Camere, nel tentativo di incontrare defezioni in almeno alcuni senatori del MoVimento e, forse, del Pdl.
In realtà, lo scopo di Bersani verrebbe raggiunto anche nel caso in cui, una volta formato il Governo, non dovesse ricevere la fiducia. Il Pd è perfettamente consapevole, infatti, che entro i prossimi 8 mesi si dovrà ritornare alle urne. Il suo scopo, allora, è quello di sostituire, attraverso il giuramento nelle mani del Capo dello Stato, l’attuale Governo Monti dimissionario, di modo che – in caso di eventuale mancata fiducia – sarebbe a quel punto il Governo Bersani ad entrare “in prorogatio” di fatto, ed a gestire l’ordinaria amministrazione e gli affari correnti del Paese nel periodo che intercorrerà fino alla nomina del nuovo Governo dopo le prossime consultazioni elettorali.
La Costituzione, infatti, prevede che il nuovo governo entri formalmente in carica con il giuramento nelle mani del capo dello stato e la firma del decreto presidenziale di accettazione delle dimissioni del governo precedente. Soltanto da quel momento decorrono 10 giorni per presentarsi in parlamento per il voto di fiducia. Se il nuovo Governo si dimette prima dei 10 giorni o se non gli viene votata la fiducia, a quel punto è lui a entrare in prorogatio di fatto, fino a nomina e giuramento di altro governo. Questo meccanismo consentirebbe, pertanto, a Bersani di rivestire comunque la carica di Presidente del Consiglio – anche senza la fiducia – durante le prossime elezioni, con tutti i vantaggi che ne conseguono sul piano politico.
È su questo punto che alla posizione di Bersani si contrappone quella di Napolitano. Il Capo dello Stato non ha voluto affidare un incarico al leader Pd ma, dopo l’incontro al Quirinale, ha per primo parlato in conferenza stampa per ribadire la sua posizione: «esigenza di larghe intese tra gli opposti schieramenti su scelte di interesse generale». Napolitano, in realtà, ha espresso un duro giudizio contro la linea di Bersani e del Pd: il Capo dello Stato chiede, infatti, un Governo che possa assicurarsi la fiducia da parte delle Camere. Napolitano potrebbe, allora, non accettare il “gioco d’azzardo” di Bersani. Potrebbe volere l’assicurazione che vi sia una sicura maggioranza parlamentare disposta a votare la fiducia. Assicurazione che Bersani non potrà dare.
È allora possibile che Napolitano “forzi” nuovamente il sistema. Potrebbe, cioè, decidere – in assenza delle garanzie che ha richiesto al leader Pd – di formare nuovamente (come accadde con Monti) un Governo del Presidente, in grado di ottenere la maggioranza alle Camere. Un Governo, cioè, legittimato direttamente dalla sua autorità costituzionale, il quale – a differenza del Governo Monti – punti questa volta su politiche non di austerità, ma di crescita. Napolitano potrebbe, pertanto, cercare un nuovo Presidente del Consiglio che, per quanto politicamente orientato a sinistra, sia estraneo alla dirigenza del Pd. Questo potrebbe essere l’ultimo atto del suo Settennato: un nuovo Governo del Presidente, una rivendicazione di quei poteri e di quelle prerogative del Capo dello Stato che, in questi sette anni, Napolitano è riuscito ad ampliare e consolidare sfruttando la debolezza e la crisi dei partiti.
È questo il vero conflitto di questi giorni: quello tra il Capo dello Stato ed il leader del Pd. Quello tra due soluzioni politiche opposte, che difficilmente riusciranno a trovare un compromesso: un Governo Pd già disposto ad entrare in prorogatio da dimissionario o un Governo del Presidente che trovi una maggioranza parlamentare trasversale, come era accaduto con l’esperienza Monti. Sono queste le due ipotesi in conflitto, ed è tra esse che, oggi, si assisterà al finale di partita.
http://video.corriere.it/paolo-becchi-la-zanzara-rivoluzione-le-armi-contro-marciume-oggi/0cf82914-2f3c-11e2-8b0e-23b645a7417c
[color=blue]Paolo Becchi a La Zanzara, "Rivoluzione con le armi contro marciume di oggi"
Intervento choc del professore grillino: "Sputerei in faccia a Monti" Rcd - rcd
Intervento choc di Paolo Becchi, professore di Filosofia del diritto all'Università di Genova e simpatizzante del Movimento Cinque Stelle. Intervenuto alla Zanzara, su Radio 24, Becchi ha attaccato duramente il premier Mario Monti: "Gli sputerei in faccia", ha detto. Poi ha invocato la rivoluzione: "Rispetto al marciume in cui viviamo - ha chiosato il docente grillino - ci vorrebbe una grandissima pulizia, una totale tabula rasa. Anche con le armi, perché le rivoluzioni non sono pranzi di gala".[/color]
29/03/2013, 00:22
rmnd ha scritto:
Intervento choc del professore grillino: "Sputerei in faccia a Monti" Rcd - rcd
Intervento choc di Paolo Becchi, professore di Filosofia del diritto all'Università di Genova e simpatizzante del Movimento Cinque Stelle. Intervenuto alla Zanzara, su Radio 24, Becchi ha attaccato duramente il premier Mario Monti: "Gli sputerei in faccia", ha detto. Poi ha invocato la rivoluzione: "Rispetto al marciume in cui viviamo - ha chiosato il docente grillino - ci vorrebbe una grandissima pulizia, una totale tabula rasa. Anche con le armi, perché le rivoluzioni non sono pranzi di gala".
29/03/2013, 00:27
29/03/2013, 00:31
rmnd ha scritto:Blissenobiarella ha scritto:
Il conflitto. di Paolo Becchi.
Le trattative per la formazione del nuovo Governo si stanno volgendo a partire da una tensione fondamentale tra due differenti strategie per uscire dalla “crisi” politica. Questa tensione, questo conflitto non è quello che oppone Bersani a Grillo, o il Pd al Pdl. Il vero conflitto di questi giorni è quello tra il Presidente della Repubblica e il leader del Pd.
L’obiettivo di Bersani era quella di ottenere da subito un incarico di Governo, di modo da poter giurare nelle mani del Capo dello Stato e successivamente presentarsi alle Camere per il voto di fiducia. Napolitano, per contro, ha imposto a Bersani un pre-incarico (o un mandato esplorativo), costringendo pertanto il leader del Pd a ripresentarsi al Quirinale con l’assicurazione di una raggiunta maggioranza parlamentare a favore del suo Governo.
È su questo punto che si chiariscono le due opposte strategie. Bersani punta ancora ad ottenere l’incarico di Governo. All’esito delle consultazioni, tuttavia, non potrà garantire alcuna maggioranza. Del resto Bersani, ha sempre saputo, fin dall’inizio delle consultazioni, che non vi sarebbe stato alcun accordo con il Pdl né con il MoVimento, tanto che in questi giorni, in realtà, non ha condotto alcuna trattativa, ma semplicemente ripetuto in continuazione la propria linea (e, per il resto, si è incontrato con il Cardinal Bagnasco e le “parti sociali”: Confindustria, Confabi, Ania, Abi, Anci, Cia, Copagri etc.). Il Segretario del Pd tenterà, allora, di convincere Napolitano a conferirgli un incarico di Governo “al buio”, per giocarsi la fiducia il giorno stesso della presentazione del nuovo Governo alle Camere, nel tentativo di incontrare defezioni in almeno alcuni senatori del MoVimento e, forse, del Pdl.
In realtà, lo scopo di Bersani verrebbe raggiunto anche nel caso in cui, una volta formato il Governo, non dovesse ricevere la fiducia. Il Pd è perfettamente consapevole, infatti, che entro i prossimi 8 mesi si dovrà ritornare alle urne. Il suo scopo, allora, è quello di sostituire, attraverso il giuramento nelle mani del Capo dello Stato, l’attuale Governo Monti dimissionario, di modo che – in caso di eventuale mancata fiducia – sarebbe a quel punto il Governo Bersani ad entrare “in prorogatio” di fatto, ed a gestire l’ordinaria amministrazione e gli affari correnti del Paese nel periodo che intercorrerà fino alla nomina del nuovo Governo dopo le prossime consultazioni elettorali.
La Costituzione, infatti, prevede che il nuovo governo entri formalmente in carica con il giuramento nelle mani del capo dello stato e la firma del decreto presidenziale di accettazione delle dimissioni del governo precedente. Soltanto da quel momento decorrono 10 giorni per presentarsi in parlamento per il voto di fiducia. Se il nuovo Governo si dimette prima dei 10 giorni o se non gli viene votata la fiducia, a quel punto è lui a entrare in prorogatio di fatto, fino a nomina e giuramento di altro governo. Questo meccanismo consentirebbe, pertanto, a Bersani di rivestire comunque la carica di Presidente del Consiglio – anche senza la fiducia – durante le prossime elezioni, con tutti i vantaggi che ne conseguono sul piano politico.
È su questo punto che alla posizione di Bersani si contrappone quella di Napolitano. Il Capo dello Stato non ha voluto affidare un incarico al leader Pd ma, dopo l’incontro al Quirinale, ha per primo parlato in conferenza stampa per ribadire la sua posizione: «esigenza di larghe intese tra gli opposti schieramenti su scelte di interesse generale». Napolitano, in realtà, ha espresso un duro giudizio contro la linea di Bersani e del Pd: il Capo dello Stato chiede, infatti, un Governo che possa assicurarsi la fiducia da parte delle Camere. Napolitano potrebbe, allora, non accettare il “gioco d’azzardo” di Bersani. Potrebbe volere l’assicurazione che vi sia una sicura maggioranza parlamentare disposta a votare la fiducia. Assicurazione che Bersani non potrà dare.
È allora possibile che Napolitano “forzi” nuovamente il sistema. Potrebbe, cioè, decidere – in assenza delle garanzie che ha richiesto al leader Pd – di formare nuovamente (come accadde con Monti) un Governo del Presidente, in grado di ottenere la maggioranza alle Camere. Un Governo, cioè, legittimato direttamente dalla sua autorità costituzionale, il quale – a differenza del Governo Monti – punti questa volta su politiche non di austerità, ma di crescita. Napolitano potrebbe, pertanto, cercare un nuovo Presidente del Consiglio che, per quanto politicamente orientato a sinistra, sia estraneo alla dirigenza del Pd. Questo potrebbe essere l’ultimo atto del suo Settennato: un nuovo Governo del Presidente, una rivendicazione di quei poteri e di quelle prerogative del Capo dello Stato che, in questi sette anni, Napolitano è riuscito ad ampliare e consolidare sfruttando la debolezza e la crisi dei partiti.
È questo il vero conflitto di questi giorni: quello tra il Capo dello Stato ed il leader del Pd. Quello tra due soluzioni politiche opposte, che difficilmente riusciranno a trovare un compromesso: un Governo Pd già disposto ad entrare in prorogatio da dimissionario o un Governo del Presidente che trovi una maggioranza parlamentare trasversale, come era accaduto con l’esperienza Monti. Sono queste le due ipotesi in conflitto, ed è tra esse che, oggi, si assisterà al finale di partita.
Paolo becchi è un invasato, ideologizzato e riguardo all'idea del parlamento senza governo, giusto becchi poteva tirarla fuori e sconfessato dai costituzionalisti..quelli veri..
http://video.corriere.it/paolo-becchi-la-zanzara-rivoluzione-le-armi-contro-marciume-oggi/0cf82914-2f3c-11e2-8b0e-23b645a7417c
[color=blue]Paolo Becchi a La Zanzara, "Rivoluzione con le armi contro marciume di oggi"
Intervento choc del professore grillino: "Sputerei in faccia a Monti" Rcd - rcd
Intervento choc di Paolo Becchi, professore di Filosofia del diritto all'Università di Genova e simpatizzante del Movimento Cinque Stelle. Intervenuto alla Zanzara, su Radio 24, Becchi ha attaccato duramente il premier Mario Monti: "Gli sputerei in faccia", ha detto. Poi ha invocato la rivoluzione: "Rispetto al marciume in cui viviamo - ha chiosato il docente grillino - ci vorrebbe una grandissima pulizia, una totale tabula rasa. Anche con le armi, perché le rivoluzioni non sono pranzi di gala".[/color]
29/03/2013, 00:44
Blissenobiarella ha scritto:
perdonami...ma capisci qual'è la notizia vero?
Stando all'articolo che posti si desume che la lombardi assume un ruolo di coordinatrice stabile presso i deputati, cosa che mi sembra ben lontana dal significare che è stata contestata. E che i portavoce continueranno a ruotare come da programma. Se le cose stanno così, le avranno decise i parlamentari M5s in riunione. O pensi che Crimi e la Lombardi abbiano obbligato i loro colleghi che li detestavano a votarli come capigruppo permanenti grazie ai poteri ipnotici di Grillo?
e adesso provate a votare qualcun altro
http://www.ilmondo.it/politica/2013-03-28/m5s-portavoce-rotazione-ma-capigruppo-parlamentari-rimarranno_227127.shtml
[navy[color=blue]]Loberta Lombardi sarà l'unico
capogruppo-portavoce del Movimento 5 stelle alla Camera: lo ha
spiegato ai cronisti il deputato campano Mimmo Pisano. "Lo
abbiamo deciso settimane fa e lo abbiamo detto in streaming", ha
affermato. Alla scadenza del mandato trimestrale di Lombardi,
infatti, il suo posto come portavoce, come 'volto' pubblico del
gruppo sarà preso dall'attuale vicario, Riccardo Nuti. Ma
Lombardi conserverà il ruolo formale di capogruppo. "Troppi
problemi amministrativi, sarebbe stato impossibile ruotare anche
quello", ha spiegato Pisano. La stessa regola dovrebbe essere
fatta valere al Senato, dove però questa questione, dicono fonti
del Movimento, non è stata ancora affrontata.[/color][/navy]
"Rotazione trimestrale capogruppo e portavoce Camera e Senato con persone sempre differenti"