Grecia: baratto e monete alternativeSi incoraggiano gli scambi e la cooperazione con la collettività attraverso la circolazione di beni
Giulia Tarozzi - La disastrosa situazione economica della Grecia è nota a tutti, così come sono ormai famose le reazioni di piazza alle manovre di austerity applicate da Papademos ed imposte dalla Troika. Ciò che è ancora poco conosciuto invece, è il fatto che il popolo greco ha trovato un nuovo modo per reagire alla crisi bypassando il governo e l’Unione Europea. Una pratica antica che, affiancata alle moderne tecnologie, ha portato a risultati sorprendenti e che dalla regione di Patrasso si sta espandendo rapidamente per tutta l’Ellade. I greci hanno riscoperto il baratto e con esso l’utilizzo della moneta complementare, con la quale stanno cercando di allontanare quelli che sono diventati i loro due nemici principali: l’euro e le banche.
In Grecia il focolaio del fenomeno è stata la città di Aigion, a pochi chilometri da Patrasso. Da gennaio 2012 un gruppo di persone sempre crescente ha iniziato a sostituire la moneta con il cambio merce. Le contrattazioni avvengono nella piazza principale del Paese, e per poter procedere al baratto bisogna essere iscritti all’associazione #934;#953;#955;#953;#954;#942; O#953;#954;#959;#957;#959;#956;#943;#945; (Economia amica) che, con i suoi volontari, controlla che gli scambi siano equi. In questo modo la gente può preservare i pochi euro che la crisi gli ha lasciato in tasca per pagare mutui, bollette e tutto ciò che non può essere scambiato.
Il modello di Aigion ha fatto scuola nel giro di poche settimane e a Salonicco, seconda città della Grecia, è stato aperto uno dei più grandi mercati del baratto dell’intera nazione. Il modello del baratto è stato talmente vincente in questa città che per due mesi il Teatro Nazionale Greco ha chiesto ai suoi frequentatori di pagare i biglietti con l’equivalente di cibo che veniva poi destinato ad alcune organizzazioni che si occupano di orfani o di madri rimaste sole.
Se il baratto è una forma di commercio largamente conosciuta, occorre invece soffermarsi su cosa s’intende per valuta complementare e come può questo sistema di credito alleviare i problemi economici della penisola ellenica. Le monete complementari sono strumenti di compravendita con cui è possibile scambiare beni e servizi parallelamente al denaro ufficiale. Solitamente esse non hanno corso legale e sono accettate, su base volontaria, all'interno della comunità entro la quale vengono utilizzate. Questo tipo di valuta stimola i partecipanti al circuito economico a investire in attività produttive connesse alla comunità, piuttosto che nell’accumulo di denaro. Così s’incoraggiano gli scambi e la cooperazione con la collettività attraverso la circolazione di beni a cui, solitamente, viene attribuito un valore etico e ideale. In Grecia la moneta alternativa si chiama Obolo a Patrasso, Tem a Volos, e Kinò a Salonicco e sono sempre più frequenti nuovi esempi di beni e servizi che vengono scambiati senza l'utilizzo dell'Euro.
A Volos, nella regione di Magnesia, due mesi fa è partito il baratto, unito all’utilizzo del Tem, la moneta il cui acronimo significa “unità di scambio locale” e che è diventata per centinaia di persone un’alternativa preferibile alla moneta unica europea. Per utilizzare questa valuta le persone devono iscriversi all’associazione comunale che gestisce l’iniziativa. In questo modo possono accedere al database che permette loro di entrare in contatto con tutti i membri della comunità. Un Tem vale un euro, e può essere utilizzato per scambiare beni e servizi. I membri iniziano i loro conti da zero, e accumulano credito offrendo beni e servizi. Si possono prendere in prestito fino a 300 TEM, ma si è tenuti a rimborsare il prestito entro un determinato periodo di tempo.
Seguendo l’esempio di Volos, nel gennaio 2012 a Salonicco, ha avuto luogo l’assemblea che ha portato alla creazione del 'Kinò', la moneta complementare locale. Anche qui ogni kinò vale un euro e possono essere scambiati prodotti e servizi. In questo momento la moneta ha 250 membri attivi: da professori, ragionieri e legali fino ad idraulici, apicoltori ed agricoltori.
Il kinò è qualcosa di più che una moneta alternativa ed ha cambiato ormai da un anno il modo di vivere dei residenti del grande comune di Salonicco. Un tempo quest’area godeva di una buona economia, mentre ora è stata gravemente coinvolta dalla crisi che ha segnato le vite degli oltre 120.000 residenti della zona. Attraverso la valuta complementare gli abitanti di Salonicco stanno cercando di reimpostare le proprie relazioni economiche, basandole sulla collaborazione, sulla fiducia e sulla solidarietà. Infatti, nello statuto che regola l’organizzazione del kinò l’accento è posto sull’aiuto verso il prossimo e l’allontanamento da un sistema finanziario arbitrario che ha eroso la capacità economica del Paese e speculato sulla vita dei greci. Tutto ciò è confermato dal primo obiettivo che chi aderisce a questo progetto s’impegna a perseguire, ovvero la creazione di reti di solidarietà e di sostegno reciproco, a livello locale, per la protezione di chi è finanziariamente più debole.
Michalis Panayotidis, del Movimento dei Cittadini, l’associazione che a Salonicco sta coordinando la gestione della moneta complementare e del mercato del baratto, ha affermato che quello introdotto “è un altro modo di vivere”. Secondo Michalis, “non è casuale che mercati del genere o monete alternative funzionino anche in Paesi dove la crisi non li rende necessari, come in Canada o in Australia. E quando provi questo modo di vivere creativo, libero e solidale, non torni più indietro”.
La moneta complementare e il baratto hanno risolto il problema, almeno sul piano locale, dei greci che hanno a disposizione risorse, beni e servizi ma che non possono accedervi per mancanza di Euro. Il passo successivo, o almeno questa è l’intenzione, è stato quello di estendere il concetto anche alla sopravvivenza dei comuni, che non si aspettano più nulla né da Atene né da Bruxelles. Il laboratorio di questo nuovo esperimento è stato ancora una volta Aigion. Qui è stata varata Elikion, una vera e propria moneta locale del valore di circa 90 centesimi di euro. I 10 rimanenti vengono accumulati dall’associazione che gestisce la valuta e utilizzati per sopperire alle esigenze più urgenti della comunità locale. Scambiare in elikion non è obbligatorio, chi vuole può proseguire con il semplice baratto.
La forma mista di scambio e autofinanziamento si è rivelata un successo e con i primi soldi ottenuti si è potuti intervenire a livello di infrastrutture pubbliche, la cui manutenzione da parte dello Stato era ormai lasciata andare da tempo.
Queste forme di micro economie locali dimostrano come i greci, nel momento di massima difficoltà, abbiano saputo reinventarsi e provare a riemergere affrancandosi da ciò che ha, a loro parere, spinto il Paese verso il baratro. In un sistema di baratto, mercato solidale e moneta alternativa le banche 'tradizionali' appaiono quasi superflue e così anche le imposizioni del sistema europeo. Certo questo non può essere applicabile a tutto il sistema Paese e non sono soluzioni gestibili su larga scala, ma possono essere uno spunto per il rinnovamento, per un modo di pensare diverso. Alcuni greci hanno saputo reinventarsi, saprà la Grecia fare lo stesso?
http://www.lindro.it/economia/2013-03-2 ... lternativeforza Grecia! Che se aspetti l'Europa...
