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star-man ha scritto:
Prodi è un buon candidato

[:83]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 17/04/2013, 10:53 
Nel frattempo, il PDL e PDmenoL, tanto per non smentirsi neanche in questa
occasione, ci stanno per rifilare il "PACCO"....

Quirinale: intesa Pd-Pdl verso Amato
http://www.ansa.it/web/notizie/postit/s ... 49488.html


NON POTEVAMO ASPETTARCI DI MEGLIO MI PARE....... [8D]



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MessaggioInviato: 17/04/2013, 12:48 
amato,sarebbe il nuovo?ma mi faccia il piacere,questo personaggio,facente carriera all'ombra di craxi(che non poteva non sapere x la logica transitiva pure amato era nella medesima situazione)e che imposto da craxi fece tutta la trafila parlamentare sottosegretario ministro vicesegretario e tutto al riparo di dovere cercare consensi,tanto c'era chi provvedeva,poi improvvvisamente icona della sinistra,senza dimenticare le innumerevoli occasioni in cui paventava l'abbandono della politica 1992 1993 1994 2007 2008 ma rimasto lettera morta,quindi il prof sottle passo disinvoltamente nei ds pd collezionando altri incarichi.........certo e' che se questo e' il nuovo che avanza siamo alla frutta,senza dimenticare il prelievo forzoso,ma e' mai possibile che in momento tale con una crisi imperante dell'euro,i candidati siamo tutti discepoli osservanti dell'euro?ancora una volta in amministrazione fiduciaria [:(!]


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MessaggioInviato: 17/04/2013, 12:55 
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Thethirdeye ha scritto:

Cita:
star-man ha scritto:
Prodi è un buon candidato

[:83]


tte,leggi tutto il mio post e poi fammi il nome di uno che sarebbe capace di fare il presidente in un modo finalmente adulto e non genitoriale,adulto robotico e obiettivamente neutrale,cioè nè carne nè pesce,oppure...peggio..adolescente di 60 anni,genere Grillo.

Sono curioso di leggere la tua proposta.

ciau



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eheheh....la verità prima o poi viene a galla no?!
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MessaggioInviato: 17/04/2013, 13:05 
ecco ...Amato...ussignur...un tipo alla Pertini..insomma...

Ma rimettete Scalfaro,che almeno lui non ci stava ...e aveva una rrrr simpaticamente moscia.

Ma non uno moscio del tutto!

Ci vorrebbe il dottor Frankenstein:

un pezzo,di uno,un pezzo dell'altro,e via...una bella scarica elettrica e forse...chissà...

Ma raga',dov'è l'Italia ...Italia sul serio?


Quella dei leader carismatici,degli afflati politici,sociali,culturali,della musica e della letteratura,dei conflitti sociali ma anche del boom economico,anche in sedicesimo,magari.

State dando all'estero una immagine televisiva e giornalistica,gossipiana, cronacale funeraria e da impotenti governativi e governabili che secondo me non corrisponde,spero,alla realtà.

Che senso ha cotale masochismo?

mah....che parlo a fa'?

ciau



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MessaggioInviato: 17/04/2013, 16:11 
certo e,che,tanto disastro x disastro prodi non farebbe la differenza,tanto di sfascio ne ha gia'fatto a iosa----------------------------- uno dei tanti e' questo

"
I disastri di Prodi all'IRI - Così si sono mangiati l'Italia

23:36. | Pubblicato da admin. | . .




Il Professore ha svenduto il patrimonio del Paese (facendo felici i poteri forti)

Rivendicare con insolenza e orgoglio la propria storia professionale e, in particolare, la responsabilità delle disastrose privatizzazioni che hanno impoverito il Paese negli anni Novanta, dimostra quanto abbiamo già avuto modo di scrivere su Romano Prodi: è un uomo abile e fortunato. Calca la scena politica italiana da quasi trent’anni, si propone alla Seconda - e magari alla Terza - Repubblica, quando è figlio prediletto della degenerazione della Prima. Deve questa straordinaria resistenza, oltre alla buona stella che lo assiste, anche alla tenacia fuori dal comune, alla determinazione e alle ambizioni senza pari, oltre che un gran tempismo e soprattutto un discreto opportunismo. Il suo cursus honorum è costellato di incarichi prestigiosi assolti mediocremente: pessima la sua prima gestione del carrozzone Iri, disastrosa (seppur breve) la seconda, come inquilino di Palazzo Chigi è stato cacciato dalla stessa parte politica che là lo aveva mandato, da presidente della Commissione Ue si è attirato critiche unanimi della stampa internazionale... Eppure - sarà per quell’aria apparentemente inoffensiva e bonaria, da curato di campagna, che spinge i suoi avversari a sottovalutarlo (Massimo Giannini ha recentemente ironizzato: «I suoi artigli grondano bontà») - è sempre riuscito a risorgere dai propri fallimenti. Meglio: è riuscito spesso a far passare l’idea che venisse “epurato” per la propria ostinazione a difendere gli interessi generali invece che quelli dei soliti noti, proprio lui che ha sempre flirtato coi poteri forti e con le aree politiche legate a questi ultimi. Così, da ogni flop ha preso nuovo slancio, potendo contare sulle amicizie giuste, su un “ombrello” di potentati che l’hanno protetto, essendone lui fedele reggicoda. All’inizio fu la compatta falange della sinistra Dc, che poi risulterà non a caso l’unica componente dell’ex Balena Bianca a salvare le penne nella bufera giudiziaria di Tangentopoli. Poi, subito dopo, certi poteri italiani legati agli ambienti cattolici (Nanni Bazoli) e laici (Carlo De Benedetti ma anche Gianni Agnelli) del centrosinistra, con i conseguenti addentellati nel mondo dei mass media (garanzia di un appoggio propagandistico davvero indispensabile per un personaggio sostanzialmente inascoltabile come è lui). Infine, l'ombra lunga di Goldman Sachs.

È, questo, un capitolo piuttosto oscuro della nostra storia. Attraverso le privatizzazioni furono smantellati settori trainanti dell'economia italiana: quello agro-alimentare già dell’Iri (acquisito da gruppi inglesi, olandesi ed americani), il Nuovo Pignone dell’Eni, la siderurgia di Stato, l’Italtel, l’Imi. Sono state inoltre privatizzate Telecom (con le conseguenze che purtroppo stiamo osservando proprio in questi giorni) e in parte anche Enel ed Eni, già enti di Stato che potrebbero presto finire nelle mani delle solite multinazionali estere. Iniziatore e protagonista - pure reo confesso - di questo processo fu Prodi, prima come presidente dell’Iri, specie durante il suo secondo mandato (1993-94), poi come presidente del Consiglio (1996-99).
Ovviamente, una operazione così complessa non nasce né viene portata avanti da un uomo solo, perlopiù impacciato come è il professore bolognese. Serve un forte gruppo di potere. Ve ne sono alcuni, internazionali, particolarmente potenti: Bilderberg, Rothschild, Goldman Sachs... Prendiamo allora quest’ultimo, una cosiddetta merchant bank (banca d’affari) già presente al famoso summit del Britannia, dove si decise lo smantellamento dello Stato-imprenditore italiano; ha poi ricoperto un ruolo essenziale nel processo di privatizzazione delle partecipazioni statali, favorendo l’intervento delle grandi multinazionali sue clienti privilegiate e potendo contare per questo sull’amicizia di importanti uomini di potere nostrani, come Mario Draghi, che è stato fino all’altro ieri vicepresidente Goldman per l'Europa, e poi proprio il Romano Prodi, a più riprese consulente di livello della banca e per questo assai ben remunerato (3,1 miliardi di lire di compensi, come scrissero il Daily Telegraph e l'Economist).

Draghi, oltre che direttore generale del Tesoro tra il '96 e il 2003, presiedette nel '93 il Comitato per le privatizzazioni; nello stesso periodo Goldman Sachs, tramite il fondo Whitehall, acquisì nel 2000 l'ingente patrimonio immobiliare dell'Eni di San Donato Milanese, oltre agli immobili della Fondazione Carialo e, assieme alla Morgan Stanley, quelli della Unim, Ras e Toro. Prodi era presidente dell’Iri quando decise la privatizzazione della Credito Italiano proprio tramite la Goldman Sachs, che fissò il valore delle azioni a 2.075 lire, meno di quello di Borsa (che era a quota 2.230). Ma dobbiamo all’attuale premier anche la perdita di molti dei marchi storici del nostro comparto agroalimentare, ovviamente finiti (male) in mano straniera. Prodi concluse la cessione dell'Italgel (900 miliardi di fatturato) alla Nestlé per 703, così come l’assai discussa vendita della Cirio-Bertolli-De Rica (fatturato 110 miliardi, valutata 1.350), ad una fantomatica finanziaria lucana (Fisvi) al prezzo di 310 miliardi, che ne garantì il pagamento con la futura alienazione di parte del gruppo stesso alla multinazionale Unilever (ne abbiamo già parlato ieri a proposito del caso Sme).

Il marchio di Goldman Sachs ritorna prepotentemente alla ribalta ora, perché “suo” uomo è il sottosegretario all’Economia Massimo Tononi, che ha lasciato Londra dopo aver finanziato la campagna elettore del Professore con 100 mila euro, per occuparsi della presenza del Tesoro in società, come Eni ed Enel, oggetto del desiderio della merchant bank. Così come uomo Goldman è quel Claudio Costamagna, giovane banchiere dalla carriera folgorante, consulente di Rupert Murdoch nell’affare Telecom, il cui nome era circolato come possibile nuovo presidente della Cassa depositi e prestiti che avrebbe dovuto rilevare la rete fissa della nostra maggiore compagnia compagnia telefonica, in base al piano elaborato (artigianalmente? Vien davvero da dubitarne) dal fidato braccio destro di Prodi, il dimissionato Angelo Rovati. Tononi e Costamagna hanno lavorato per anni nello stesso team della Goldman Sachs, ça va sans dire. Insomma, l’intreccio è perlomeno curioso, nonché appassionante.

Ma proseguiamo e, per non sembrare cultori di spy story, buttiamoci nella concretezza dei numeri. Quello della Sme a De Benedetti non è l’unica cessione sballata che Prodi avrebbe voluto effettuare, a prezzi poi rivelatisi impropri. Pare essere proprio un vizietto del professore, sempre così generoso coi poteri che contano (passateci la malizia). Pensiamo alla Stet, ricca e potente finanziaria delle telecomunicazioni, che controllava Sip, ma anche Italtel e Sirti: nell’ottobre 1988 Iri vendette a Stet il 26% del pacchetto azionario Italtel per 440 miliardi, quando in base a un piano elaborato due anni prima da Prodi e Fiat ne avrebbe ricavati solo 210. O ancora, alla vicenda del Banco di Santo Spirito, acquistata dalla Cassa di risparmio di Roma diretta dal demitiano Pellegrino Capaldo: il progetto iniziale - appoggiato dall’attuale premier - prevedeva introiti per l’Iri tra i 350 e i 500 miliardi, mentre quello finale, profondamente trasformato, toccò quota 794 miliardi. Abbiamo già accennato alle cifre improprie della privatizzazione Credit, durante il “Prodi II” all’Iri. E forse varrebbe anche la pena di rievocare altre storiacce, come quella della sciagurata gestione del buco Finsider o dei fondi neri Italstat.

Ma vorremmo chiudere invece con l’episodio della vendita Alfa Romeo alla Fiat. Prodi, allora presidente Iri cui apparteneva il marchio del Biscione attraverso Finmeccanica, in tempi recenti ha sostenuto: «Volevo vendere l’Alfa alla Ford, fecero di tutto per impedirmelo e ci riuscirono». È stato subito smentito da Fabiano Fabiani, ex ad di Finmeccanica e all’epoca dei fatti a capo della delegazione che trattava per conto dell’azionista pubblico la cessione della casa automobilistica di Arese: «Non ho percepito un’opposizione di Prodi all’acquisizione dell’Alfa Romeo da parte della Fiat». Le cose andarono così. L’Alfa perdeva centinaia di miliardi l’anno eppure la Ford, probabilmente ritenendo che si potesse usare un nome di grande tradizione e una casa con clienti affezionatissimi per sbarcare in Europa, avanzò un’offerta assai generosa: ben 3.300 miliardi (secondo alcune fonti 4.000) per acquisire gradualmente il pieno controllo entro otto anni, piano di investimento di 4.000 miliardi per il quadriennio successivo all’acquisto, ottime garanzie per coloro che risultavano impiegati nel carrozzone. L’offerta venne formalizzata il 30 settembre del 1986 e restava valida fino al 7 novembre dello stesso anno. Tutti d’accordo? Non proprio. Prodi informò subito Cesare Romiti: nulla di male, poteva essere un tentativo per ottenere un rilancio Fiat, che puntualmente arrivò il 24 ottobre. Ma era assai deludente: prevedeva un prezzo di acquisto di 1.050 miliardi, in cinque rate senza interessi, prima rata nel 1993 (alla fine Fiat sborsò in realtà tra i 300 e i 400 miliardi), poi 4.000 miliardi di investimenti entro il 1995 e molti posti di lavoro da tagliare per recuperare competitività. Bene : il 6 novembre l’Iri di Prodi cedette l’Alfa alla famiglia Agnelli, quella che dieci anni più tardi, con Mortadella al governo, sarebbe stata tenuta artificialmente a galla con gli ecoincentivi per l’auto.

«Per me in particolare sarebbe come sconfessare parte della mia storia professionale, visto che da presidente dell'Iri in quegli anni ho avviato uno dei più consistenti processi di privatizzazione intrapresi in Europa»: Prodi ha voluto ripetere nove volte questa frase, giovedì in Parlamento. Ma siamo davvero sicuri che sia un passato del quale menar vanto?"

http://www.nocensura.com/2012/10/i-disa ... -sono.html

..dopo avere svenduto l'italia x entrare nell'euro accettandi il diktat tedesco sullo scambio euro/lira,sarebbe la ciliegina sulla torta........[:(!]


Ultima modifica di ubatuba il 17/04/2013, 16:25, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 17/04/2013, 16:45 
Quirinale, Gabanelli: “Continuo a fare la giornalista”
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 17 aprile 2013Commenti (0)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04 ... ta/565756/

Milena Gabanelli rinuncia alla candidatura al Quirinale. La giornalista lo ha comunicato con una lettera a Corriere.it. Ecco di seguito la lettera.

“Mi rivolgo ai tanti cittadini che hanno visto in me una professionista sopra le parti e quindi adeguata a rappresentare l’inizio di un cambiamento nel Paese. Sono giornalista da 30 anni e ho cercato sempre, in buona fede, di fare il mio mestiere al meglio; il riconoscimento che in questi giorni ho ricevuto mi commuove, e mi imbarazza.

Certamente non mi sono mai trovata in una situazione dove sottrarsi è un tradimento e dichiararsi disponibile un segno di vanità. Forse non si sta parlando di me, ma dell’urgenza di dare un volto a un’aspettativa troppo a lungo tradita.

Che io non avessi le competenze per aspirare alla Presidenza della Repubblica mi era chiaro sin da ieri, ma ho comunque ritenuto che la questione meritasse qualche ora di riflessione. E non è stata una riflessione serena.

Quello che mi ha messo più in difficoltà in questa scelta è stato il timore di sembrare una che volta le spalle, che spinge gli altri a cambiare le cose ma che poi quando tocca a lei se ne lava le mani. Il mio mestiere è quello di presentare i fatti, far riflettere i cittadini e spronarli anche ad agire in prima persona. Ma quell’agire in prima persona è tanto più efficace quanto più si realizza attraverso le cose che ognuno di noi sa fare al meglio.

Io sono una giornalista, e solo attraverso il mio lavoro – che amo profondamente – provo a cambiare le cose, ad agire in prima persona, appunto”.



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MessaggioInviato: 17/04/2013, 17:02 
Amato ????? ...............................meglio Checco Zalone almeno 4 risate sono assicurate


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MessaggioInviato: 17/04/2013, 17:07 
Immagine

Chi sarà il nuovo presidente -?


Giuliano Amato, pensionato da 31 mila euro al mese (22 mila euro di pensione più 9 mila euro di vitalizio da ex parlamentare), chiamato da Mario Monti a collaborare con il governo per la riduzione della spesa pubblica, ha avuto una idea veramente geniale: dare una indennità di reinserimento ai giovani deputati trombati. Queste le sue parole: “In Italia ora tutti vogliono parlamentari giovani e che facciano al massimo due mandati; e tutti sono indignati per i vitalizi e pretendono che vengano elargiti solo al compimento dei sessantacinque anni di età. Un trentenne eletto in Parlamento, dopo due mandati cioè a quarant’anni, che cosa dovrebbe fare mentre aspetta di compiere i sessantacinque? L’esodato di Stato? Meglio un’indennità di reinserimento. Due anni di vitalizio anticipato mentre cerca lavoro”. 24 mesi a 14 mila euro fanno 336 mila euro puliti puliti, assurdo. Andare a zappare, non sia mai.
Ma non era stato incaricato di preparare un piano per il taglio dei costi della politica? Invece cosa va a pensare, a nuovi privilegi per la casta politica.

Chi meglio di lui al colle Immagine



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MessaggioInviato: 17/04/2013, 17:22 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

Quirinale, Gabanelli: “Continuo a fare la giornalista”
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 17 aprile 2013Commenti (0)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04 ... ta/565756/

Milena Gabanelli rinuncia alla candidatura al Quirinale. La giornalista lo ha comunicato con una lettera a Corriere.it. Ecco di seguito la lettera.

“Mi rivolgo ai tanti cittadini che hanno visto in me una professionista sopra le parti e quindi adeguata a rappresentare l’inizio di un cambiamento nel Paese. Sono giornalista da 30 anni e ho cercato sempre, in buona fede, di fare il mio mestiere al meglio; il riconoscimento che in questi giorni ho ricevuto mi commuove, e mi imbarazza.

Certamente non mi sono mai trovata in una situazione dove sottrarsi è un tradimento e dichiararsi disponibile un segno di vanità. Forse non si sta parlando di me, ma dell’urgenza di dare un volto a un’aspettativa troppo a lungo tradita.

Che io non avessi le competenze per aspirare alla Presidenza della Repubblica mi era chiaro sin da ieri, ma ho comunque ritenuto che la questione meritasse qualche ora di riflessione. E non è stata una riflessione serena.

Quello che mi ha messo più in difficoltà in questa scelta è stato il timore di sembrare una che volta le spalle, che spinge gli altri a cambiare le cose ma che poi quando tocca a lei se ne lava le mani. Il mio mestiere è quello di presentare i fatti, far riflettere i cittadini e spronarli anche ad agire in prima persona. Ma quell’agire in prima persona è tanto più efficace quanto più si realizza attraverso le cose che ognuno di noi sa fare al meglio.

Io sono una giornalista, e solo attraverso il mio lavoro – che amo profondamente – provo a cambiare le cose, ad agire in prima persona, appunto”.


appunto la Gabanelli da persona seria e accorta qual'è è ben conscia che non solo sarebbe mai stata eletta ma che il ruolo del presidente della repubblica non lo può fare un pincopallino qualsiasi come assurdamente la mediocrazia m5s vorrebbe far credere.

La ridicolaggine delle quirinarie è stata anche questa: cioè candidare delle persone senza chiedere prima il loro consenso.


Rodotà non sarebbe una scelta malvagia, per competenze istituzionali a ricoprire tale ruolo, ma avendolo candidato alle quirinarie, penso sia stato automaticamente bruciato a meno che il PD non voglia regalare una vittoria morale al m5s.



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MessaggioInviato: 17/04/2013, 18:00 
Si sapeva che la Gabanelli avrebbe rinunciato. E' una che ama il suo lavoro, che rischia per portarlo avanti, che si becca le azioni legali...Non ho mai nemmeno per un istante preso in considerazione l'idea che avrebbe accettato la presidenza.

Era prevedibile che ad accettare la proposta sarebbe stato lui:

Cita:
Stefano Rodota' candidato Presidente della Repubblica
http://www.beppegrillo.it/2013/04/stefa ... dente.html
Stefano Rodotà è il candidato M5S per il Quirinale

Dopo la rinuncia di Milena Gabanelli, ho chiesto a Gino Strada che ha optato per la candidatura di Stefano Rodotà. Ho chiamato Rodotà che ha accettato di candidarsi e che pertanto sarà il candidato votato dal MoVimento 5 Stelle. Beppe Grillo



Non si poteva chiedere loro il permesso: la scelta dei votanti è stata spontanea, non c'era una lista da cui scegliere



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Quirinale, spunta il nome di Draghi

Spunta un’ipotesi clamorosa per il Quirinale: il candidato su cui avrebbero trovato l’accordo Berlusconi, Bersani e Monti non sarebbero Marini o Amato, come tutti stanno dicendo in queste ore, ma Mario Draghi. L’attuale presidente della Bce avrebbe tutte le caratteristiche per rispondere a un’esigenza di cambiamento e nello stesso tempo di capacità di gestione della difficile fase istituzionale ed economica.

Inoltre lascerebbe libero il posto a un tedesco alla Bce, aiutando a rasserenare i rapporti fra Italia e Germania. E permetterebbe a Mario Monti, nel delicato scacchiere della diplomazia europea, di andare a prendere il posto di Van Rompuy: anche l’ultima casella, in questo caso, sarebbe sistemata. Solo una delle tante voci che si ascoltano in queste ore nei corridoi romani?

http://www.tgcom24.mediaset.it/politica ... aghi.shtml

W la finanza al comando!!!

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Ma perchè nessuno propone direttamente questo signore?


Ultima modifica di Wolframio il 17/04/2013, 18:54, modificato 1 volta in totale.


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Perchè dovrebbe... ha i suoi 'padrini' ben saldi nei ruoli chiavi del potere! I suoi scagnozzi inviati ad affamare la gente...
Pupi, Pupari, picciotti... che differenza c'è allora tra la MAFIA e il SISTEMA?

Diceva bene Micheal Corleone nel film "Il Padrino"...

Cita:
Michael Corleone: Mio padre non è diverso da qualunque altro uomo di potere…
Kay Adams: Già…
Michael Corleone: Da chiunque abbia la… responsabilità di altri uomini, come un senatore, un presidente.
Kay Adams: Non vedi come è ingenuo quello che dici?
Michael Corleone: Perché?
Kay Adams: Senatori e presidenti non fanno ammazzare la gente.
Michael Corleone: Chi è più ingenuo, Kay?



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