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MessaggioInviato: 26/01/2013, 16:47 
una parte penso di si, ogni specie avrà delle parti di dna ormai inutilizzate, frutto dela loro evoluzione naturale, così come pe nso che una parte ce l'abbia anche l'uomo di dna spazzatura; ma se noi siamo frutto di ibridazione chissà che chi ci ha generato non abbia lasciato a proprio uso e consumo delle informazioni utili a loro in un secondo momento, insomma quale metodo migliore per preservare informazioni se non lasciarle dentro di noi?



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MessaggioInviato: 22/04/2013, 00:01 
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RETRODATATA A 8 MILIONI DI ANNI LA NASCITA DELL'UOMO

Non siamo una specie così giovane come pensavamo. La nuova stima, che secondo gli autori dovrebbe consentire di reinterpretare i passi salienti dell'evoluzione dell'essere umano, è stata ottenuta integrando studi di matematica, di antropologia e di biologia.

La divergenza evolutiva tra esseri umani e scimpanzé dev'essere datata a 8 milioni di anni fa invece che a 5 milioni di anni fa, secondo un nuovo modello statistico elaborato da Robert D. Martin e colleghi del Field Museum i cui risultati sono riportati sulla rivista Systematic Biology.

Il confronto dei DNA di diverse specie animali permette com'è noto di seguire l'evoluzione di particolari geni determinando in particolare in che modo si siano separati i diversi rami filogenetici. Ma l'informazione molecolare non fornisce una scala temporale di quando sono avvenute tali divergenze. L'analisi dei resti fossili, d'altra parte, è l'unica fonte d'informazione diretta sulle specie estinte da molto tempo, ma le lacune nelle registrazioni fossili possono rendere tali informazioni difficili da interpretare.

Per molto tempo, i paleontologi hanno stimato, sulla base delle prove fossili, che le origini dell'uomo fossero da collocare temporalmente tra 5 e 6 milioni di anni fa. Considerando tutte le specie di primati attuali, i resti fossili e le analisi genetiche, i modelli al computer suggeriscono un arco temporale più lungo per la nostra evoluzione. Grazie a questa nuova analisi, le lacune nelle registrazioni fossili potrebbero essere colmate con metodi statistici.

Un esempio di simili discrepanze è rappresentato da un cranio fossile scoperto in Ciad agli inizi degli anni 2000. Il reperto della specie Sahelanthropus tchadensis ha suscitato molto interesse per le sue caratteristiche umane ma è stato datato a 7 milioni di anni fa, prima quindi dell'inizio dell'evoluzione umana generalmente accettato.

Un'altra questione dibattuta riguarda il più antico antenato comune degli attuali primati, vissuto, secondo un risultato pubblicato su Nature nel 2002, circa 85 milioni di anni fa. Ciò implica che i proto-primati si siano evoluti per 20 milioni di anni circa prima dell'estinzione dei dinosauri, contro la nozione comune secondo cui i mammiferi non avrebbero ottenuto un successo evolutivo prima della scomparsa dei grandi rettili.

Nonostante siamo più vecchi di 3 milioni di anni, l'umanità non sembra ancora acquisito la necessaria saggezza che solitamente arriva con l'età adulta. Sul pianeta ci sono ancora troppe questioni aperte: le disuguaglianze vergognose tra paesi ricchi e paesi impoveriti, disuguaglianze vergognose tra classi sociali ricche e classi sociali impoverite (mi stupisco a scrivere "classe sociale" a terzo millennio iniziato!), sfuttamento senza ritegno delle risorse dei paesi poveri che non partecipano i benefici economici, guerre tra paesi poveri, inquinamento e distruzione del nostro bellissimo pianeta... (potrei andare avanti per un pezzo!). Quanto tempo ancora ci vorrà perchè la coscienza umana ritrovi il buon senso e l'armonia con se stesso e con l'Universo?


http://www.antikitera.net/news.asp?id=12418&T=1


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MessaggioInviato: 22/04/2013, 00:09 
Ma per uomo si intende il sapiens o le prime tipologie di homo?



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MessaggioInviato: 22/04/2013, 00:33 
Dall'articolo direi che si fa riferimento alle prime tipologie di homo.

La cosa più interessante dell'articolo è invece per me il fatto che il più antico antenato comune dei primati sia coesistito con i dinosauri. Ciò rimette in discussione alcuni postulati scientifici del tempo in cui quegli enormi rettili abitavano il nostro pianeta.

Questo potrebbe avvalorare la teoria, ricordata peraltro nel mio libro, che un ramo evolutivo di rettili abbia potuto concretizzarsi in una specie di Rettili intelligenti: i Sauri Sapiens.



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MessaggioInviato: 22/04/2013, 00:50 
Beh ciò che dici, seppur con tutte le cautele del caso, e com mille "se" e mille "ma" non lo negava a prescindere nemmeno Piero Angela ^_^ ad ogni modo anche in vari documentari che ho visto si parlava di mammiferi abbastanza adattati anche ai tempi dei dinosauri, seppur di ridotte dimensioni (tipo roditori) e relegati in nicchie ecologiche. Sarebbe strano pensare che i mammiferi in "poco" tempo si siano evoluti nell'uomo mentre i rettili con tutto quel tempo siano rimasti dei lucertoloni senza cervello. È vero che la metodologia di allevamento della prole forse non favoriva lo svilupparsi di una "Cultura" frutto del tramandarsi dell'esperienza di generazione in generazione (anche se dubito ci siano certezze sulle metodologie di allevamento dei cucciolo di dinosauro) però con tutto quel tempo viene difficle escluderlo a priori. È pur vero che in fondo i dinosauri so sono evoluti e sono arrivati fino a noi (gli uccelli), forse l'evoluzione per loro ha percorso una strada diversa rispetto ai mammiferi
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MessaggioInviato: 22/04/2013, 00:57 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

Beh ciò che dici, seppur con tutte le cautele del caso, e com mille "se" e mille "ma" non lo negava a prescindere nemmeno Piero Angela ...


Bravo! Infatti è proprio da lì che sono partito per argomentare questa ipotesi nel sesto capitolo del mio libro.

L'evoluzione per i Rettili potrebbe avere avuto due percorsi paralleli partendo dallo stesso antenato comune: uno sfociato nella comparsa dei primi uccelli, e uno nella nascita della civiltà dei Sauri Sapiens!

Sauri che hanno poi magari preso la via delle stelle prima del cataclisma estintivo di 65 milioni di anni fa, per poi ritornare come ... "Rettiliani"?



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MessaggioInviato: 22/04/2013, 01:03 
Da quello che so, ma ovviamente non sono un esperto, ad evolversi negli uccelli sarebbero però stati quelli con le maggiori qualità intellettive e che cacciavano addirittura in branco e cioè i raptors, ma ciò non esclude nulla ovviamente, l'ho scritto a titolo informativo. Io non escluderei nemmeno i cefalopodi, se ne parla poco ma hanno abilita intelletive davvero evolute... Hai mai letto il libro "il quinto giorno"? Penso lo troveresti davvero interessante in questo senso :)



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MessaggioInviato: 23/04/2013, 22:00 
Riflessioni interessantissime. [;)]


In merito all' ultimo articolo pubblicato, chiarisco la comprensibile confusione generatasi: trattasi dell' inizio dell' evoluzione umana.

Cioè del primo antenato nella nostra linea distinta dagli altri primati.

Cito con chiarificazioni: "La divergenza evolutiva tra [il ramo degli] umani e [quello degli] scimpanzè deve essere [retro]datata a 8 milioni di anni fa invece che a 5". [8D]


Non solo, ma il più antico antenato comune di tutti i primati (scimmie e uomini compresi) è vissuto 85 milioni di anni fa,

il che significa che i proto-primati si stavano già evolvendo 20 milioni di anni prima della scomparsa dei dinosauri, contro la tesi finora sostenuta. [8D]


Ne sarà ben lieto il nostro Atlanticus. [;)]


Per dissipare ogni dubbio e completare l' informazione, riporto il testo integrale corredato di interessante fotografia di un "rivoluzionario" ominide di 7 milioni di anni fa.

Già pubblicata da Sheenky QUI: http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=14792

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Fonte: http://www.enricobaccarini.com/nuovo-studio-dimostra-che-levoluzione-delluomo-e-iniziata-8-milioni-di-anni-fa/

Non siamo una specie così giovane come pensavamo.


La nuova stima, che secondo gli autori dovrebbe consentire di reinterpretare i passi salienti dell’evoluzione dell’essere umano,

è stata ottenuta integrando studi di matematica, di antropologia e di biologia.


La divergenza evolutiva tra esseri umani e scimpanzé dev’essere datata a 8 milioni di anni fa invece che a 5 milioni di anni fa,


secondo un nuovo modello statistico elaborato da Robert D. Martin e colleghi del Field Museum

i cui risultati sono riportati sulla rivista Systematic Biology.


Il confronto dei DNA di diverse specie animali permette com’è noto di seguire l’evoluzione di particolari geni

determinando in particolare in che modo si siano separati i diversi rami filogenetici.

Ma l’informazione molecolare non fornisce una scala temporale di quando sono avvenute tali divergenze.

L’analisi dei resti fossili, d’altra parte, è l’unica fonte d’informazione diretta sulle specie estinte da molto tempo,

ma le lacune nelle registrazioni fossili possono rendere tali informazioni difficili da interpretare.


Per molto tempo, i paleontologi hanno stimato, sulla base delle prove fossili, che le origini dell’uomo fossero da collocare temporalmente tra 5 e 6 milioni di anni fa.

Considerando tutte le specie di primati attuali, i resti fossili e le analisi genetiche,

i modelli al computer
suggeriscono un arco temporale più lungo per la nostra evoluzione.

Grazie a questa nuova analisi, le lacune nelle registrazioni fossili potrebbero essere colmate con metodi statistici.


Un esempio di simili discrepanze è rappresentato da un cranio fossile scoperto in Ciad agli inizi degli anni 2000.

Immagine
Il cranio di uno Sahelanthropus tchadensis

Il reperto della specie Sahelanthropus tchadensis ha suscitato molto interesse per le sue caratteristiche umane ma è stato datato a 7 milioni di anni fa,

prima quindi dell’inizio dell’evoluzione umana generalmente accettato.


Un’altra questione dibattuta riguarda il più antico antenato comune degli attuali primati,

vissuto, secondo un risultato pubblicato su Nature nel 2002, circa 85 milioni di anni fa.

Ciò implica che i proto-primati si siano evoluti per 20 milioni di anni circa prima dell’estinzione dei dinosauri,

contro la nozione comune
secondo cui i mammiferi non avrebbero ottenuto un successo evolutivo prima della scomparsa dei grandi rettili.
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Insomma, comunque la si gira

tutto quel poco che credevano di sapere sulla nostra origine e pretendevano di imporre senza spazio di discussione si rivela sempre più sbagliato con ogni scoperta scientifica.

Sic transit gloria mundi.

Aztlan



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 29/07/2013, 00:27 
Cita:
Lo strano caso del terzo Homo

Da una grotta russa spunta un nuovo mIsterioso membro della famiglia umana: l'uomo di Denisova. Gli uomini moderni sono anche suoi discendenti

fotografie di Robert Clark

Immagine

Sui monti Altaj della Siberia meridionale, a circa 350 chilometri dal confine con la Mongolia, la Cina e il Kazakistan, nascosta sotto una parete di roccia che si erge per 30 metri su un piccolo fiume chiamato Anuj, c’è una grotta chiamata Denisova. [...] È qui che un giorno di luglio del 2008 il giovane ricercatore russo Alexander Tsybankov, scavando nei depositi che si pensava risalissero a un periodo compreso tra i 30 mila e i 50 mila anni fa, trovò un frammento di osso. Non sembrava un reperto eccezionale: piccolo e ruvido, aveva la forma e le dimensioni dei sassolini che a volte si incastrano nelle suole delle scarpe.

Nell'illustrazione di Jon Foster: non sono stati ritrovati crani o utensili che possano svelarci l'aspetto o lo stile di vita dei denisoviani. Nessuno sa che cosa accadde quando gli uomini moderni che erano emigrati dall'Africa li videro per la prima volta. Quel che è certo, e dimostrato da testimonianze genetiche, è che da questi incontri nacquero dei figli.

Immagine





http://www.nationalgeographic.it/dal-gi ... 771/1/?rss


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MessaggioInviato: 29/07/2013, 03:00 
io non riesco a capire come sia possibile che in 10 milioni di anni l'uomo è diventato ciò che è ed gli scimpanzé sono rimasti praticamente identici. Come mai in noi c'è stata questa deriva genetica ed in loro no? Come spiega questo la biologia molecolare o la genetica? (l'archeologia può spiegare ben poco da questo punto di vista per fortuna). Se si pensa che la prima Eva mitocondriale Sapiens risale a 250mila anni fa (correggetemi se ho detto una scemenza) ci sono milioni di anni di buco nei uqali non è successo fondamentalmente niente stando alle attuali conoscenze. Possibile?

E' davvero così ridicola al punto da non essere neppure presa in considerazione l'ipotesi di un intervento esterno ragionato così come raccontato dai nostri avi?

Che altre specie antropomorfe siano sorte ed estinte? Penso ai giganti esadattili le cui ultime tracce si trovano nella Bibba e sterminati con sistematica ferocia dagli Elohim o presenti comunque nel folklore popolare, penso ai miti sardi; è davvero tanto inverosimile? A me non sembra, ma io non sono un luminare di niente...


Ultima modifica di MaxpoweR il 29/07/2013, 03:04, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 09/08/2013, 13:55 
I 10 misteri della scienza sull'origine dei primi esseri umani

Gli esseri umani sono creature uniche tra le forme di vita di questo pianeta. Nonostante la 'Teoria dell'Evoluzione di Charles Darwin, supportata dalla scoperta di diversi fossili, abbia contribuito a comprendere alcune questioni cruciali sull'origine dell'Homo Sapiens Sapiens, molti aspetti della sua evoluzione rimangono ancora un mistero.

Immagine

Quali sono state le tappe di questo processo e quale il loro ordine cronologico? Perchè ci siamo evoluti in questo modo e non in un'altra direzione? Perchè siamo l'unica specie umana rimasta? Che fine hanno fatto i Neanderthal?

Insomma, una serie di domande che rendono le scoperte finora ottenute solo una goccia in un oceano tutto da esplorare. Attualmente lo studio dell'evoluzione del genere umano rappresenta, in termini sia teorici che metodologici, un settore estremamente diversificato ed eterogeneo.

Lo studio della morfologia e dell'anatomia si avvale delle tecniche digitali, con applicazioni che includono la tomografia computerizzata, l'elaborazione virtuale di immagini, e la modellizzazione geometrica delle componenti strutturali.



Molti settori della biologia si sono potenziati o aggiunti alle discipline evoluzionistiche, come la paleoneurologia per lo studio delle strutture cerebrali o la paleoistologia per quello delle tracce cellulari fossilizzate.

Le analisi genetiche e molecolari riescono a estrarre il DNA risalendo nel tempo fino a circa 40 mila anni fa. Le tecniche di datazione diretta e indiretta seguono gli evidenti aggiornamenti delle discipline fisiche e chimiche. Infine, l'archeologia sottopone a verifiche sperimentali le sue informazioni storiche.

A pensarci, il fatto che l'uomo sia oggetto di studio dell'uomo stesso, rappresenta una una rara anomalia. Rispetto alle altre discipline scientifiche, nell'antropologia l'uomo è al tempo stesso oggetto di studio e soggetto studiante.



10. Perchè abbiamo sviluppato cervelli così grandi?

Non c'è dubbio sul fatto che i nostri grandi cervelli ci abbiano fornito un vantaggio straordinario sulle altre specie viventi sul pianeta. Il cervello umano è un organo straordinariamente costoso: occupa solo il 2% della massa corporea, eppure utilizza più di un quinto dell'energia prodotta dal corpo.

Secondo i ricercatori, fino a 2 milioni di anni fa, nessuno dei nostri antenati aveva un cervello più grande rispetto alle dimensioni del corpo. Cosa ha dato inizio alla crescita dell'organo cerebrale? Una delle ipotesi è che il cervello sia cresciuto per dare ai nostri antenati la capacità di costruire utensili migliori. Ma questa è una conseguenza della crescita, non la causa. Un'altra ipotesi è che cervelli di dimensioni maggiori abbiano contribuito a migliorare l'interazione sociale, favorendo lo sviluppo di gruppi sociali più complessi.

Infine, non si esclude che i cambiamenti ambientali radicali avvenuti nel passato della Terra possano aver contribuito in maniera significativa sulla crescita delle funzioni cerebrali, tanto da permettere ai nostri antenati di adattarsi ad un mondo climaticamente mutevole.


9. Perchè camminiamo su due gambe?

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I nostri antenati hanno sviluppato la postura eretta molto prima che i nostri grandi cervelli, e la capacità di costruire utensili, comparissero. La domanda allora è perchè stiamo in piedi quando le nostre cugine scimmie si muovono utilizzando quattro arti?

Camminare su due gambe potrebbe significare un minore dispendio energetico. Inoltre, l'utilizzo delle braccia potrebbe aver permesso un più facile reperimento del cibo.

La teoria più condivisa tra i ricercatori è che il bipedismo si sia sviluppato come adattamento alla progressiva scomparsa delle grandi foreste pluviali e all'avanzata delle praterie, costringendo i primati a lasciare la vita arboricola. Questo processo sarebbe avvenuto circa 6 milioni di anni fa.

Ma questo automatismo è stato messo in discussione da una recente scoperta geologica che pone l'arretramento delle foreste a 12 milioni di anni fa. Questo significa che c'è una discrepanza tra i dati geologici e i ritrovamenti fossili, costringendo ad individuare un altro fattore che abbia favorito lo sviluppo del bipedismo.


8. Cosa è successo ai nostri peli?

Gli esseri umani, rispetto agli altri primati, sono gli unici ad aver perso quasi tutto il rivestimento di peli. Perchè questa nudità? Anche in questo caso le ipotesi proposte sono molteplici. Una possibilità è che i nostri antenati abbiamo perso il pelo per sopportare meglio il caldo sperimentato durante l'attraversamento della savana africana. Altri propongono che il pelo sia andato perduto per meglio difendersi dai parassiti e dalle malattie.

Un'idea poco ortodossa suggerisce che la nudità umana si sia sviluppata dopo che i nostri antenati si siano adattati brevemente per la vita acquatica, perdendo la peluria per diminuire l'attrito durante il nuoto in profondità. E' la teoria degli umanoidi acquatici proposta per la prima volta nel 1930 dal biologo marino Alister Hardy.


7. Perchè i nostri parenti più stretti si sono estinti?

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Circa 24 mila anni fa, la nostra specie, Homo Sapiens, non era sola sul pianeta, ma condivideva le risorse naturali con gli uomini di Neanderthal, i nostri parenti più prossimi.

I paleoantropologi hanno anche scoperto l'esistenza di un ominide di piccole dimensioni, denominato 'hobbit' sulla scia della saga de 'Il Signore degli Anelli', vissuto in Africa circa 12 mila anni fa? Che fine hanno fatto?

E' stata un'infezione o rapidi cambiamenti climatici a determinare la scomparsa degli altri homo? Oppure, la nostra specie è stata talmente invasiva da generare le condizioni perchè sparissero dallo scenario evolutivo? Alcune prove supportano entrambi gli scenari, ma nessuna conclusione è ampiamente condivisa dai ricercatori.

L'Homo sapiens ha sterminato suo fratello Neanderthal?

Teoria sconcertante: i Sapiens si cibavano dei Neanderthal



6. Che cos'è l'hobbit?

Immagine

L'hobbit, soprannome dato al piccolo scheletro trovato nel 2003 sull'isola indonesiana di Flores, è una specie umana estinta, il cui nome ufficiale è 'Homo Floresiensis.

I ricercatori si sono chiesti se si tratti di una vera e propria specie di ominidi, oppure se si tratta di individui umani deformi. L'evidenza mostra che si tratta di una specie diversa dalla nostra.

Probabilmente ha convissuto con l'Homo sapiens. I tratti di questo ominide sono a metà tra quelli dei primi ominidi e il moderno Homo sapiens.

Era alto poco più di un metro, e con una capacità cranica di 380 cm cubici, molto inferiore non solo rispetto ai suoi contemporanei ma anche a tutti gli ominidi conosciuti che hanno preceduto l'Homo sapiens, compresi gli scimpanzé e i gorilla.

Purtroppo le condizioni climatiche calde e umide dell'area degli scavi sono sfavorevoli alla conservazione del DNA, ed i tentativi finora effettuati per prelevare dai reperti dei campioni genetici analizzabili sono falliti.


5. Perchè l'evoluzione umana è così veloce?

Alcuni studi recenti hanno dimostrato non solo che gli umani sono ancora soggetti all'evoluzione, ma che essa è addirittura in accelerazione, fino a 100 volte i livelli registrati dalla comparsa dell'agricoltura.

Un certo numero di scienziati, sfidando la forza di questa evidenza, affermano che rimane difficile accertare se alcuni geni siano realmente cresciuti così velocemente. Tra altri ricercatori, invece, si registra un certo sconcerto quando si considera lo spazio di tempo estremamente ristretto nel quale si è evoluta la specie umana.

Per fare un paragone indebito, possiamo pensare ai dinosauri, un gruppo di esseri viventi che ha dominato il pianeta Terra per ben 160 milioni di anni, un ciclo di vita biologica estremamente lungo o, quanto meno, in armonia con i tempi cosmici dell'Universo.

Se l'evoluzione umana è così veloce, la domanda è: perchè? Dieta e malattie potrebbero essere alcuni dei fattori che hanno causato questa rapida evoluzione, ma nulla di certo è ancora stato trovato in tal senso.


4. Perchè l'uomo moderno ha lasciato l'Africa?

Ad un certo punto della sua storia evolutiva, l'Homo Sapiens ha lasciato l'Africa circa 50 mila anni fa, per diffondersi su tutta la maggior parte delle terre emerse del mondo, spingendosi fino alle più remote isole del Pacifico, colonizzando tutti i continenti, tranne l'Antartide.

Un certo numero di scienziati ritiene che questa migrazione sia collegata ad una mutazione avvenuta nel nostro cervello, la quale ha determinato la capacità di un complesso uso del linguaggio e la progettazione di strumenti più complessi.

La teoria più condivisa è che sentori di questo comportamento moderno esistessero molto prima dell'inizio della migrazione, e che l'umanità abbia deciso di lasciare l'Africa per il crescente numero di individui e la scarsità di risorse disponibili.


3. Abbiamo fatto sesso con i Neanderthal?

homo-neanderthal-2.jpgL'Homo Sapiens si è incrociato con l'Homo di Neanderthal? Nel nostro DNA esistono residui genetici dei nostri parenti più stretti? Alcuni scienziati affermano che i Neanderthal non si sono estinti, ma che siano stati assorbiti nella moderna umanità.

Una recente ricerca dell’Università di Montreal stabiliva con certezza che i Neanderthal e gli umani si siano incrociati sessualmente dopo la migrazione dall’Africa, tra 50.000 e 80.000 anni fa.

E questo frammento di Dna, che si trova sul cromosoma X umano e ci ricorda di queste passate relazioni, è presente nel 9 per cento degli esseri umani in tutto il mondo, ad eccezione dell’Africa.


2. Chi è stato il primo ominide?

Gli scienziati stanno scoprendo che l'origine degli omini è sempre più antica. Lo sforzo è quello di trovare il fossile del primo ominide, antenato diretto dell'Homo moderno. Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature rivela che quasi ogni uomo attualmente vivente, può far risalire le sue origini da un singolo ominide vissuto circa 135 mila anni fa, e che questo uomo antico sia stato contemporaneo della donna, considerata la 'madre di tutte le donne'. Praticamente, lo studio dimostrerebbe l'esistenza di quelli che la Bibbia denomina 'Adamo ed Eva'.

I risultati del team, guidato da Carlos Bustamante, genetista della Stanford University, California, provengono da una delle analisi più complete mai realizzate sul cromosoma maschile (Y), il quale si tramanda di padre in figlio, in modo da poter individuarne le mutazioni e risalire la linea maschile fino al capostipite di tutti gli esseri umani. I risultati ribaltano le precedenti ricerche, il che suggerisce che l'antenato comune di tutti gli esseri umani sia molto più antico rispetto ai 50 mila anni finora ipotizzati.



1. Da dove vengono gli esseri umani moderni

Ma la domanda più aspramente dibattuta nella teoria dell'evoluzione umana è sul luogo più probabile dove gli esseri umani moderni si sono evoluti. L'ipotesi classica sostiene che i Sapiens si sono evoluti recentemente in Africa, e poi diffusi in tutti il mondo, sostituendo le popolazioni di homo arcaiche.

L'ipotesi multiregionale, invece, sostiene che gli esseri umani si siano evoluti su una vasta area geografica, discendendo dagli ominidi arcaici, accoppiandosi con loro e condividendo parte del patrimonio genetico. L'ipotesi dell'Africa, attualmente, gode del favore di un gran numero di scienziati, ma i sostenitori dell'ipotesi multiregionale rimangono fermamente saldi nelle loro convinzioni.

http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/ar ... i-uma.html


Ultima modifica di Atlanticus81 il 09/08/2013, 13:59, modificato 1 volta in totale.


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Una ipotesi che mi è venuta in mente leggendo questo:

Cita:
3. Abbiamo fatto sesso con i Neanderthal?

homo-neanderthal-2.jpgL'Homo Sapiens si è incrociato con l'Homo di Neanderthal? Nel nostro DNA esistono residui genetici dei nostri parenti più stretti? Alcuni scienziati affermano che i Neanderthal non si sono estinti, ma che siano stati assorbiti nella moderna umanità.

Una recente ricerca dell’Università di Montreal stabiliva con certezza che i Neanderthal e gli umani si siano incrociati sessualmente dopo la migrazione dall’Africa, tra 50.000 e 80.000 anni fa.

E questo frammento di Dna, che si trova sul cromosoma X umano e ci ricorda di queste passate relazioni, è presente nel 9 per cento degli esseri umani in tutto il mondo, ad eccezione dell’Africa.


E se ciò che noi associamo all'intervento divino e cioè al fatto che gli ELOHIM si accoppiavano con le donne umane per dar vita ad una razza mista sia un retaggio culturale di questo periodo storico? Se fossimo noi quegli Elohim e gli umani i poveri Neandherthal?

Cita:
2. Chi è stato il primo ominide?

Gli scienziati stanno scoprendo che l'origine degli omini è sempre più antica. Lo sforzo è quello di trovare il fossile del primo ominide, antenato diretto dell'Homo moderno. Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature rivela che quasi ogni uomo attualmente vivente, può far risalire le sue origini da un singolo ominide vissuto circa 135 mila anni fa, e che questo uomo antico sia stato contemporaneo della donna, considerata la 'madre di tutte le donne'. Praticamente, lo studio dimostrerebbe l'esistenza di quelli che la Bibbia denomina 'Adamo ed Eva'.


Dunque tutti gli esseri umani moderni derivano da una coppia UNICA di 150mila anni fa. E se non fosse una coppia ma bensì una sorta di STAMPO GENETICO usato per creare i primi sapiens da usare nei rispettivi gan eden per svolgere funzioni avanzate? Sarebbe lecito aspettarsi che una volta imparato a riprodursi da soli e scacciati da quell'allevamento protetto ci abbiano dato dentro producendo uan discendenza ed accoppiandosi con gli ominidi autoctoni, i neandherthal gli hobbit i giganti e via dicendo...

Insomma la bibbia per essere un libro di favole da interpretare ne dice di cose REALI se letto per quel che c'è scritto...

La bibbia dice anche che siamo tutti fratelli dahudsahdsauh beh discendiamo tutti da quei 2 stampi di dna quindi lo siamo nel vero senso della parola -.-


Ultima modifica di MaxpoweR il 09/08/2013, 16:04, modificato 1 volta in totale.


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MaxpoweR ha scritto:

Se fossimo noi quegli Elohim e gli umani i poveri Neandherthal?



Mica campata in aria come ipotesi caro Max!

[;)]



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Aztlan ha scritto:

Insomma, comunque la si gira

tutto quel poco che credevano di sapere sulla nostra origine e pretendevano di imporre senza spazio di discussione si rivela sempre più sbagliato con ogni scoperta scientifica.



......... [:246]



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UN'ALTRA SCOPERTA INTENSIFICA IL MISTERO DELLA SCOMPARSA DEI NEANDERTHAL

Un nuova scoperta, effettuata in due siti archeologici francesi, aggiunge un nuovo tassello alla definizione della civilta dei Neanderthal, che sempre di più va configurandosi come una civiltà evoluta e niente affatto meno sviluppata di quella dei Sapiens.La scoperta consiste nel ritrovamento di utensili in osso prodotti in serie, cioè con proceudre standardizzate. Si tratta di utensili utilizzati come lisciatoi e servivano a conciare le pelli.

I Neanderthal li ottenevano a partire dalle costole dei cervi. Fino ad oggi l'invenzione e l'utilizzo di questi utensili era stata attribuita ai Sapiens,

Negli scavi dei due siti archeologici Abri Peyrony e Pech-de-l'Azé, a sud-ovest della Francia, sono stati ritrovati i più antichi strumenti in osso per lavorare la pelli e renderli lucenti e resistenti: risalgono infatti a 50.000 anni fa.Sono stati due gruppi coordinati da Shannon McPherron, del Max Planck Institute a Lipsia, e Marie Soressi, dell'università di Leida nei Paesi Bassi ad aver fatto la scoperta in questi siti tipicamente neanderthaliani.

La ricerca è stata pubblicata su PNAS.

Secondo la teoria finora più diffusa, i Sapiens avevano una superiorità tecnica che permise loro di soprafare i Neanderthal. Ma oggi, questa, insieme ad altre scoperte, mettono in dubbio fortemente questa struttura.

"Per ora questi strumenti in osso sono una delle migliori prove che abbiamo che i Neanderthal stavano sviluppando in proprio una tecnologia precedentemente associata agli uomini moderni", osserva McPherron.

Questo fa pensare, secondo Soressi, "che i nostri diretti antenati abbiano acquisito questa tecnologia dai Neanderthal e questi strumenti sarebbero la prima prova della trasmissione di una tecnologia dai Neanderthal ai Sapiens".Infatti ciò che sappiamo riguardo ai Sapiens, ci dice che cominciarono a fabbricare i lisciatoi dopo essere arrivati in Europa, circa 40.000 anni fa.

Secondo la paleontologa Laura Longo, dei Musei Civici Fiorentini, questo è "un ulteriore tassello che testimonia la modernità comportamentale dei Neanderthal, che probabilmente hanno trasmesso molte più cose ai Sapiens di quanto si immagini".

Questa è la prima volta che si scoprono utensili in ossi per conciare le pelli per l'esperta significa molte cose. "Conciare le pelli indica che questi uomini avevano tempo da concedere a quest'attività e che quindi avevano raggiunto un'efficace strategia di gestione delle risorse, che accorciava i tempi per esempio per la ricerca del cibo, e che permetteva loro di dedicarsi anche ad altro".

Inoltre, spiega Longo "vi sono anche prove che questi uomini utilizzavano le piante officinali e i colori, come l'ocra".

Dunque anche secondo Longo la teoria della supremazia tecnologica dei Sapiens non tiene più. Altri devono essere stati i motivi, spiega Longo, "come l'aver indotto i Neanderthal, che erano abituati ai grandi spazi, a vivere in aree più ristrette, alterando l'equilibrio raggiunto e riducendo gli incontri fra i diversi gruppi che di conseguenza ha fatto diminuire il flusso genico e ha indebolito la popolazione".



http://www.antikitera.net/news.asp?id=12642&T=1


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