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 Oggetto del messaggio: Nuova riforma del lavoro privato-PD/PDL
MessaggioInviato: 15/05/2013, 18:21 
Tema tabù della classe politica il lavoro...

Il Governo Letta si appresta a mettere mano su questa patata bollente,in attesa che se ne conoscano meglio i dettagli io ho come la sensazione che alla fine ne uscirà,in chiara linea europeista,una riforma che incoraggerà ancor di più il precariato invece di risolvere il problema migliorando la situazione dei tanti precari o disoccupati italiani.Ovviamente spero di sbagliarmi e che alla fine questo governo colga l'occasione per fare qualcosa di veramente utile.

Secondo voi cosa si dovrebbe fare?

Siete fiduciosi nella possibile riforma che presenterà il governo?

Parliamone dite cosa ne pensate.


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MessaggioInviato: 15/05/2013, 18:33 
Aggiungo che la precendente ed inutile riforma del lavoro della Fornero,forse in una sola norma poteva essere forse utile,ma che miracolosamente non viene applicata.

Per spiegarvela a grandi linee una azienda alla scadenza del contratto di lavoro di un precario avrebbe dovuto applicare uno stacco di tre mesi prima di poter proseguire con un nuovo contratto del lavoratore.

Questo,secondo la fornero avrebbe dovuto spingere una azienda ad ssumere a tempo indeterminato un lavoratore precario da anni nella stessa azienda,ma ben inserito e capace nello svolgere il suo lavoro per non doversene privare per tre mesi,facendo leva sul fatto che un lavoratore gia pratico del mestiere è meglio che uno nuovo al quale gli si deve insegnare tutto.Ovviamente dipende dal tipo di lavoro.

Questa norma sembra la prima cosa che vuole cancellare il governo Letta.

Difficile giudicarla perchè come dicevo per miracolo non viene applicata.


Ultima modifica di Ronin77 il 15/05/2013, 18:34, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 15/05/2013, 18:49 
Io credo che la priorità sia quella di sostenere i consumi e al contempo rilanciare la piccola-media impresa, vero fulcro dell'economia italiana agevolando l'assunzione di giovani e la ricollocazione della forza lavoro "anziana" disoccupata e in difficoltà ad essere reintrodotta nel mercato del lavoro anche ipotizzando percorsi di uscita attraverso meccanismi di welfare.

Non sono fiducioso nelle ricette che verranno partorite da questo governo filo-europeista e bilderberghiano mondialista poiché so che nulla di buono potrà essere fatto senza rivedere radicalmente diversi aspetti del NWO (ovvero dell'attuale sistema socio-economico-politico).

Due concetti:
- globalizzazione
- sovranità monetaria

Senza toccare questi temi mi dite quale riforma del lavoro sia possibile realizzare?

Come tuteli la piccola-media imprenditoria italiana in un mondo globalizzato?
Come sostieni i consumi, come aiuti gli investimenti in innovazione e infrastrutture (quelle utili, non la TAV o il ponte sullo stretto) se sei vincolato al pareggio di bilancio e alle priorità di risanamento imposte dalla UE?

Senza crescita non c'è creazione di posti di lavoro, questo è evidente.

Come è evidente che un governo targato PD/PDL (ovvero filoeuropeista e bilderberghiano) tenderà a soddisfare gli obiettivi dell'agenda mondialista ovvero la precarizzazione della forza lavoro, la riduzione del costo del lavoro in termini reali e la riduzione dei diritti dei lavoratori di modo da consentire alle grandi multinazionali di affrontare la concorrenza dei paesi in via di sviluppo e, cosa non da sottovalutare, lasciare ai private equity e agli hedge fund di derivazione bancaria, terreno libero per investire i propri capitali in aziende in crisi togliendo gli asset produttivi e la ricchezza del paese di residenza internazionalizzando l'impresa e il capitale.

Qualsiasi riforma del lavoro, non toccando i problemi fisiologici del sistema economico, non può pertanto che essere, nella migliore delle ipotesi inefficace. Siccome il governo è in malafede sarà inoltre dannosa.



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MessaggioInviato: 15/05/2013, 18:52 
Io ho una visione fortemente impopolare sul tema legislazione sul Lavoro.

Non riesco a comprendere come è possibile che in questo ambito NON esistano, ormai da decenni, regole di effettiva uguaglianza tra i cittadini.

Lavoratori a tempo indeterminato superprotetti che lavorano a fianco di lavoratori precari che non hanno nessun diritto ma magari faticano il doppio e guadagnano la metà.

Lavoratori degli enti pubblici intoccabili anche se sono tra i meno produttivi e lavoratori del privato che si possono licenziare con tanta facilità anche se si fanno un mazzo così. [xx(]

Lavoratori di piccole aziende con orari super flessibili e alta licenziabilità e lavoratori di aziende mastodontiche, ma decotte, che riescono ad arrivare fino alla pensione lavorando 8 ore con una precisione cronometrica alla Fantozzi (non un secondo di più, altrimenti giù in piazza a protestare...) [}:)]

Lavoratori autonomi bistrattati (parlo di piccole ditte individuali) perché considerati evasori e poco di buono e lavoratori dipendenti che invece le tasse le pagano tutte, anche se la produttività è una delle più basse al mondo (ma "pagano le tasse" e quindi guai a criticarli...).


Una vera riforma del lavoro, che in Italia non ci sarà mai, dovrebbe ridurre una volta per tutte queste differenze e trattare TUTTI allo stesso modo, con una sorta di CONTRATTO NAZIONALE UNICO che stabilisca diritti e doveri UGUALI per TUTTI. [8)]

Se qualcuno è licenziabile lo deve essere nella stessa misura in cui lo sono TUTTI gli altri. Se qualcuno ha dei diritti i suoi diritti dovrebber essere uguali a quelli di TUTTI gli altri. [^]

Forse l'unica vera differenza incolmabile, ineliminabile, è quelle tra autonomi e subordinati, per ovvie ragioni. Ma anche qui bisognerebbe cominciare a pensare che tutti dovrebbero lentamente spostarsi verso l'autonomia piuttosto che verso la subordinazione. Il lavoro dipendente di una volta... NON CE LO POSSIAMO PIU' PERMETTERE!


Ultima modifica di BOBBY il 15/05/2013, 18:58, modificato 1 volta in totale.


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 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 15/05/2013, 19:08 
Cita:
BOBBY ha scritto:

Io ho una visione fortemente impopolare sul tema legislazione sul Lavoro.

Non riesco a comprendere come è possibile che in questo ambito NON esistano, ormai da decenni, regole di effettiva uguaglianza tra i cittadini.

Lavoratori a tempo indeterminato superprotetti che lavorano a fianco di lavoratori precari che non hanno nessun diritto ma magari faticano il doppio e guadagnano la metà.

Lavoratori degli enti pubblici intoccabili anche se sono tra i meno produttivi e lavoratori del privato che si possono licenziare con tanta facilità anche se si fanno un mazzo così. [xx(]

Lavoratori di piccole aziende con orari super flessibili e alta licenziabilità e lavoratori di aziende mastodontiche, ma decotte, che riescono ad arrivare fino alla pensione lavorando 8 ore con una precisione cronometrica alla Fantozzi (non un secondo di più, altrimenti giù in piazza a protestare...) [}:)]

Lavoratori autonomi bistrattati (parlo di piccole ditte individuali) perché considerati evasori e poco di buono e lavoratori dipendenti che invece le tasse le pagano tutte, anche se la produttività è una delle più basse al mondo (ma "pagano le tasse" e quindi guai a criticarli...).


Una vera riforma del lavoro, che in Italia non ci sarà mai, dovrebbe ridurre una volta per tutte queste differenze e trattare TUTTI allo stesso modo, con una sorta di CONTRATTO NAZIONALE UNICO che stabilisca diritti e doveri UGUALI per TUTTI. [8)]

Se qualcuno è licenziabile lo deve essere nella stessa misura in cui lo sono TUTTI gli altri. Se qualcuno ha dei diritti i suoi diritti dovrebber essere uguali a quelli di TUTTI gli altri. [^]

Forse l'unica vera differenza incolmabile, ineliminabile, è quelle tra autonomi e subordinati, per ovvie ragioni. Ma anche qui bisognerebbe cominciare a pensare che tutti dovrebbero lentamente spostarsi verso l'autonomia piuttosto che verso la subordinazione. Il lavoro dipendente di una volta... NON CE LO POSSIAMO PIU' PERMETTERE!


ma io non capisco questo ragionamento diffuso..
invece di estendere i diritti a quelli che non ce l'hanno..
si tolgono a quelli che ce li hanno..
strano concetto di uguaglianza.................



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 15/05/2013, 19:18 
Cita:
mik.300 ha scritto:

Cita:
BOBBY ha scritto:

Io ho una visione fortemente impopolare sul tema legislazione sul Lavoro.

Non riesco a comprendere come è possibile che in questo ambito NON esistano, ormai da decenni, regole di effettiva uguaglianza tra i cittadini.

Lavoratori a tempo indeterminato superprotetti che lavorano a fianco di lavoratori precari che non hanno nessun diritto ma magari faticano il doppio e guadagnano la metà.

Lavoratori degli enti pubblici intoccabili anche se sono tra i meno produttivi e lavoratori del privato che si possono licenziare con tanta facilità anche se si fanno un mazzo così. [xx(]

Lavoratori di piccole aziende con orari super flessibili e alta licenziabilità e lavoratori di aziende mastodontiche, ma decotte, che riescono ad arrivare fino alla pensione lavorando 8 ore con una precisione cronometrica alla Fantozzi (non un secondo di più, altrimenti giù in piazza a protestare...) [}:)]

Lavoratori autonomi bistrattati (parlo di piccole ditte individuali) perché considerati evasori e poco di buono e lavoratori dipendenti che invece le tasse le pagano tutte, anche se la produttività è una delle più basse al mondo (ma "pagano le tasse" e quindi guai a criticarli...).


Una vera riforma del lavoro, che in Italia non ci sarà mai, dovrebbe ridurre una volta per tutte queste differenze e trattare TUTTI allo stesso modo, con una sorta di CONTRATTO NAZIONALE UNICO che stabilisca diritti e doveri UGUALI per TUTTI. [8)]

Se qualcuno è licenziabile lo deve essere nella stessa misura in cui lo sono TUTTI gli altri. Se qualcuno ha dei diritti i suoi diritti dovrebber essere uguali a quelli di TUTTI gli altri. [^]

Forse l'unica vera differenza incolmabile, ineliminabile, è quelle tra autonomi e subordinati, per ovvie ragioni. Ma anche qui bisognerebbe cominciare a pensare che tutti dovrebbero lentamente spostarsi verso l'autonomia piuttosto che verso la subordinazione. Il lavoro dipendente di una volta... NON CE LO POSSIAMO PIU' PERMETTERE!


ma io non capisco questo ragionamento diffuso..
invece di estendere i diritti a quelli che non ce l'hanno..
si tolgono a quelli che ce li hanno..
strano concetto di uguaglianza.................
Ok Mik obiezione accolta e legittima,noi siamo qui per ottenere non per perdere diritti,questo è il nostro scopo.

Anche se c'è da considerare il pubblico ed il privato due mondi completamente differenti,esistono tanti casi di lavoratori con pubblico impiego che si meriterebbero una restrizione dei diritti,vedi i timbratori di cartellino che vanno a fare compere,cosa impossibile da fare in una azienda privata.

Per non perderci in questo argomento dalle mille sfacettature chiedo ai mod di aggiugere nel titolo che si parla di lavoro privato non pubblico,al limite si può aprire un'altro topic perchè secondo me sono due mondi a parte,anche se sempre di lavoro si tratta,meritano riflessioni differenti.


Ultima modifica di Ronin77 il 15/05/2013, 19:21, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 15/05/2013, 19:57 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Io credo che la priorità sia quella di sostenere i consumi e al contempo rilanciare la piccola-media impresa, vero fulcro dell'economia italiana agevolando l'assunzione di giovani e la ricollocazione della forza lavoro "anziana" disoccupata e in difficoltà ad essere reintrodotta nel mercato del lavoro anche ipotizzando percorsi di uscita attraverso meccanismi di welfare.

Non sono fiducioso nelle ricette che verranno partorite da questo governo filo-europeista e bilderberghiano mondialista poiché so che nulla di buono potrà essere fatto senza rivedere radicalmente diversi aspetti del NWO (ovvero dell'attuale sistema socio-economico-politico).

Due concetti:
- globalizzazione
- sovranità monetaria

Senza toccare questi temi mi dite quale riforma del lavoro sia possibile realizzare?

Come tuteli la piccola-media imprenditoria italiana in un mondo globalizzato?
Come sostieni i consumi, come aiuti gli investimenti in innovazione e infrastrutture (quelle utili, non la TAV o il ponte sullo stretto) se sei vincolato al pareggio di bilancio e alle priorità di risanamento imposte dalla UE?

Senza crescita non c'è creazione di posti di lavoro, questo è evidente.

Come è evidente che un governo targato PD/PDL (ovvero filoeuropeista e bilderberghiano) tenderà a soddisfare gli obiettivi dell'agenda mondialista ovvero la precarizzazione della forza lavoro, la riduzione del costo del lavoro in termini reali e la riduzione dei diritti dei lavoratori di modo da consentire alle grandi multinazionali di affrontare la concorrenza dei paesi in via di sviluppo e, cosa non da sottovalutare, lasciare ai private equity e agli hedge fund di derivazione bancaria, terreno libero per investire i propri capitali in aziende in crisi togliendo gli asset produttivi e la ricchezza del paese di residenza internazionalizzando l'impresa e il capitale.

Qualsiasi riforma del lavoro, non toccando i problemi fisiologici del sistema economico, non può pertanto che essere, nella migliore delle ipotesi inefficace. Siccome il governo è in malafede sarà inoltre dannosa.
Giovannini gia mette in guardia "vedremo quello che potremo fare in termini nazionali ma dobbiamo tener conto degli accordi con l'europa"

Più o meno è questo quello che ha voluto dire.


[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=rb8mP-knhmc[/BBvideo]

Amici miei sappiate che se oggi agisse l'europa damani mattina saremmo tutti precari tanto per capirci. [;)]

Grazie Green per il titolo [;)]


Ultima modifica di Ronin77 il 15/05/2013, 20:04, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 15/05/2013, 21:06 
Sono d'accordo anch'io nell'estendere i diriitti anche a quelli che non ce li hanno senza scordarci poi che i diritti dei lavoratori a tempo indeterminato sono stati ottenuti nel tempo con lotte e scioperi.

Cita:
Ronin77 ha scritto:

Aggiungo che la precendente ed inutile riforma del lavoro della Fornero,forse in una sola norma poteva essere forse utile,ma che miracolosamente non viene applicata.

Per spiegarvela a grandi linee una azienda alla scadenza del contratto di lavoro di un precario avrebbe dovuto applicare uno stacco di tre mesi prima di poter proseguire con un nuovo contratto del lavoratore.

Questo,secondo la fornero avrebbe dovuto spingere una azienda ad ssumere a tempo indeterminato un lavoratore precario da anni nella stessa azienda,ma ben inserito e capace nello svolgere il suo lavoro per non doversene privare per tre mesi,facendo leva sul fatto che un lavoratore gia pratico del mestiere è meglio che uno nuovo al quale gli si deve insegnare tutto.Ovviamente dipende dal tipo di lavoro.

Questa norma sembra la prima cosa che vuole cancellare il governo Letta.

Difficile giudicarla perchè come dicevo per miracolo non viene applicata.




Le aziende sono interessate a ridurre i costi nel breve termine fregandosene dell'esperienza e della professionalità.

Lavoro in una grande azienda che ha esternalizzato alcuni lavori ricorrendo alla cassa integrazione e incentivando le uscite di alcuni colleghi che avevano contratti di lavoro a tempo indeterminato.

I lavori sono stati esternalizzati all'estero in paesi con una manodopera molto conveniente, questo, oltre a lacrime e sangue dei colleghi colpiti, ha portato anche a rallentamenti delle attività che ricadono indirettamente sui servizi prestati ai clienti e che alla lunga secondo me si trasformeranno in disdette di contratti.

Tagli, tagli e solo tagli per ridurre drasticamente i costi, se poi la professionalità e le competenze non sono più quelle di una volta non è importante, i costi devono essere bassi, questa è la logica che avverto. Però le percentuali sul variabile e bonus ai dirigenti non vengono mai toccati.

Se a 40/50 anni sei fuori dal mondo del lavoro poi è molto difficile rientrare perché non vogliono la tua esperienza, ma solo risparmiare.



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MessaggioInviato: 15/05/2013, 21:44 
Ho capito, ho capito. Abbandono la discussione. [:I]

La priorità è COSA FARE PER RIDURRE LA DISOCCUPAZIONE IN ITALIA ?

La risposta è stata: [b]OVVIO ESTENDENDO I DIRITTI A CHI ANCORA NON CE LI HA!
[/b]

Strana concezione dell'economia. Con un colpo di bacchetta magica si assumono più persone con il CCNL a tempo indeterminato e... voilà il gioco è fatto. Semplice no? [8)]


A me piacerebbe fare una discussione sentendo anche i pareri di disoccupati cronici, di lavoratori precari e di lavoratori autonomi. O comunque di qualcuno che abbia idee diverse ed originali. Non importa se di destra o di sinistra ma comunque IDEE NUOVE.


Sinceramente il festival dei luoghi comuni sui diritti dei lavoratori che non si devono mai toccare perché si è lottato tanti anni per averli sono le solite chiacchiere da bar, discorsi che sono nati legittimamente centocinquanta anni fa quando il lavoratore era poco più che uno schiavo ma che ora hanno... molto meno senso!

Se vogliamo continuare una discussione solo su questa linea andiamo tutti sul forum della CGIL... [;)]


Ultima modifica di BOBBY il 15/05/2013, 21:47, modificato 1 volta in totale.


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Scusami Bobby ma se tu fai il facchino ed hai un lavoro a tempo indeterminato verso i 50 anni magari finisci a dirigere qualche squadra in attesa della tua meritata pensione,se ti levi i diritti invece a 50 anni è probabile che finisci sotto ad un ponte non trovi?

Ha senso ciò che dici?

Rifletti.


Ultima modifica di Ronin77 il 15/05/2013, 23:04, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 15/05/2013, 23:14 
Cita:
Thalita ha scritto:

I lavori sono stati esternalizzati all'estero in paesi con una manodopera molto conveniente, questo, oltre a lacrime e sangue dei colleghi colpiti, ha portato anche a rallentamenti delle attività che ricadono indirettamente sui servizi prestati ai clienti e che alla lunga secondo me si trasformeranno in disdette di contratti.




Questo adrebbe un'attimino regolarizzato a livello europeo,forse mondiale livellando il costo del lavoro rapportato alla valuta monetaria del paese con delle tassazioni.

Vogliono la globalizzazione?

Bene globalizziamo il costo del lavoro.

Cmq mi piacerebbe che il tema del topic si focalizzasse su cosa deve e cosa sta facendo il governo per il lavoro in italia.

Letta ha pubblicizzato il suo prodotto politico evidenziando che questo governo ha come priorità il lavoro.

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=NLsKuWC0tHs[/BBvideo]


Ultima modifica di Ronin77 il 15/05/2013, 23:21, modificato 1 volta in totale.

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Io credo che questo governo non porterà a nulla di buono sotto il punto di vista del lavoro, delle 2 l'una:
A) sono idioti,
B) vogliono perpetrare APPOSTA un disegno di dimezzamento dei salari e del welfare, per competere a lungo termine con il sud est asiatico.

E' assurdo, contraddittorio e da milioni di calci in culo per non dire peggio, il modello e le misure proposte.

Ma come diavolo si può pensare di risolvere il problema aumentando da un lato la flessibilità in entrata ma tappando dall'altra l'uscita, ritardando l'età pensionabile a 68-70 anni, a che serve se non crei nuova occupazione con investimenti?

Ma come diavolo si può pensare di risolvere il problema detassando i giovani neoassunti, se non volendo perpetrare volutamente un dimezzamento dei costi del mercato del lavoro, perchè con questo modello parliamoci chiaro, non fanno altro che favorire la chiusura di ditte che mettono per strada 50-enni che prendono 1600 e pagano 800 di tasse per poi riaprire assumendo giovani a 1000 euro e che pagano 100 di tasse...
Come minchia li fanno i conti, come sostengono poi la spesa pubblica se non tagliando la metà dei servizi ai cittadini? (e fa match pienamente con il punto B di cui sopra)
E' tutta fuffa è un piano stolto.. e a mio avviso volutamente.

Il lavoro è la diretta conseguenza della necessità di "fare cose", la necessità di "fare cose" è diminuita in generale per via di informatizzazione, automatizzazione e ciliegina sulla torta per i paesi occidentali, per via della delocalizzazione delle rimanenti "cose da fare" in quei luoghi ove il lavoro costa un decimo, come dice sopra giustamente Thalita
(anche io sono 5 anni che mi scontro con unità lavorativa della mia multinazionale, delocalizzate a scapito della qualità del servizio)


Quello che si può fare quindi è solamente UNA cosa; aumentare la necessità di "fare cose". ma seriamente non assumendo 40.000 guardie forestali per curare il monte amiata (esempio fatto a caso).
Non con i palliativi indicati da questi 4 dementi (o furboni a seconda dei punti di vista)
e ci vorranno molti anni, secondo me, come?

1)Investire in un piano decennale di infrastrutture industriali e ventennale in ricerca energetica, il cui scopo sia la totale autonomia energetica, indebitandosi a tassi di costo del denaro; Se non è possibile bussando cassa alla BCE, si venda parte dell'oro per finanziarsi o si esca dall'euro assieme ad altri 2-3 paesi europei con le tue stesse esigenze di investimento, consorziandosi (da soli è troppo rischioso).

2)Abbassare le tasse sul lavoro di 15 punti portandole sotto o in linea con la media europea; 5 punti a favore del dipendente, 10 punti a favore del datore di lavoro

3)Visto che i dazi non si possono fare, almeno creare una serie di "bollini" da applicare su ogni merce, che certifichino la catena produttiva di ogni prodotto fornendo uno sgravio d'IVA che so... di 6 punti ai prodotti interamente assemblati in italia di 3 punti ai prodotti fatti in europa.

A questo punto le "cose da fare" aumenteranno perché la maggior parte di chi ha delocalizzato sbaraccherà da cina bulgaria romania etc etc per riaprire in un mercato diventato improvvisamente più competitivo (e molte società non vedono l'ora di poterlo fare avendo le condizioni giuste, fidatevi, ora delocalizzano e poi si pentono quando vedono che poi ne servono 3 di malesi per fare il lavoro di un europeo...)

4)Per chiudere il cerchio e favorire poi il ricambio lavorativo, riformare l'INPS possibilmente abolirla: La pensione può essere contributiva con rendimento certificato come i fondi pensione, (fatevi i calcoli chi ha un contratto, di quanto si versa all'inps nel corso della vita lavorativa, se fosse rivalutato anche solo al 2% si avrebbe il 120% dello stipendio altro che il 60%, il che vuol dire che si necessiterebbe di lavorare di meno, basterebbero 25-30 anni di contributi per raggiungere 80% dello stipendio il che vuol dire fuori dal lavoro a 55-60 anni) Chiaramente abolite le pensioni d'oro.

5)Visto che hai abbassato così tanto le tasse però poi metti galera per l'evasione fiscale fraudolenta
6) Tagli i costi dello stato anche a costo di diminuire temporaneamente i servizi.

Ma i piani europei sono altri, chi comanda i burattini di bruxelles ha già deciso differentemente e su altri tavoli....


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http://goofynomics.blogspot.it/2013/05/ ... he-di.html

[...](e questa è la lettera che ho ricevuto questa mattina da un amico imprenditore.)

Caro Alberto,

Ti seguo sul blog ogni volta che posso, ma mi astengo dal pubblicare commenti per paura di ripetere cose già dette ed ingolfare inutilmente i post.

Vedendo la situazione insostenibile in cui si sta trovando la mia azienda, a causa di una pressione fiscale folle ed oscena e di una competizione di prezzo al limite del suicidio, dovuta ai ben noti motivi, leggi EURO, non riesco più a dedicare tempo ed energie al mio progetto di teoria economica per il XXI secolo, un progetto folle e forse al di là delle mie scarse competenze, ma già il fatto che tutte le energie ed il tempo delle persone, siano imprenditori o lavoratori dipendenti, siano impegnati nella mera sopravvivenza quotidiana, senza possibilità di fermarsi MAI un momento per pensare, ti dimostra che questo è un vero PROGETTO complessivo di smantellamento economico, sociale e culturale.

Se nessuno ha mai tempo di pensare perchè oberato ed ossessionato dal lavoro (spesso creato ad arte con assurdi adempimenti burocratici e corsi di aggiornamento obbligatori etc), ecco che nessuno ha tempo di pensare ed ognuno dedica il poco tempo libero a cercare di riprendersi, senza pensare a nulla, ma estraniandosi dalla situazione economica, sociale e politica complessiva.

Se avessimo tutti un giorno di tempo per pensare, un giorno da dedicare alla riflessione al confronto ed al dibattito, ci renderemmo conto di molte cose e scoppierebbe una rivoluzione la mattina stessa.

Ecco che allora la burocratizzazione delle piccole e medie imprese ed i massacranti “corsi” obbligatori per dipendenti ed imprenditori sono funzionali allo scopo di privarci delle energie fisiche e mentali per pensare.
Ecco perchè tutti parlano di diminuire la “burocrazia” ed i “lacci e lacciuoli” che incatenano le imprese ed il lavoro, ma la normativa va sempre e comunque in senso diametralmente opposto. Con buona pace dei defunti come Montanelli e dei vivi come Oscar Giannino (e mi scuso con Indro per l’inqualificabile paragone).

La gente che pensa non subisce, quindi bisogna togliere spazio al pensiero e riempire il poco tempo libero di persone affamate di riposo con il vuoto pneumatico del “Grande Fratello”, (nomen omen, Orwell è quanto mai attuale oggi) o di show, anche politici stile Ballarò o Report, funzionali all’autopreservazione del potere.
Facci caso ogni volta c’è un nemico cattivo: il debito pubblico, la corruzione, l’evasione fiscale, l’imprenditore evasore e sfruttatore, la Cina e via pontificando: “se tutti pagassero le tasse il debito pubblico non esisterebbe”, ma ora che le redini sull’evasione di sopravvivenza dei piccoli e medi imprenditori sono state tirate le imprese, strozzate dal fisco chiudono. A dimostrazione che si evadeva per sopravvivere ad un vero e proprio ladrocinio fiscale e che le entrate non possono crescere sempre e comunque “a richiesta”.

Dopo 91 anni la mia impresa rischia seriamente di chiudere, io ho finito le riserve e tra poco lo stato mi chiederà l’IMU sull’immobile (strumentale) dove svolgo la mia attività raddoppiando il costo che già col passaggio dall’ICI all’IMU era raddoppiato l’anno scorso, impedendomi oltretutto di scalare questa spesa dal reddito d’impresa al pari di ciò che succede con l’Irap.

Il tutto in un momento in cui stiamo combattendo una guerra dei prezzi con i nostri concorrenti esteri, una guerra persa perchè col cambio sopravvalutato devi solo vendere sottocosto per stare sul mercato.

Scusami per lo sfogo, ma al di là di tutto credo che fra un anno, rebus sic stantibus, ci troveremo in una situazione peggiore della Grecia con un tessuto produttivo devastato e persone alla fame, fame vera.
Sono “razionalmente disperato”, perchè non vedo dibattito pubblico, salvo pochi blog su internet che, con buona pace di tutti, non incidono come può ancora fare la TV o la Stampa che continuano a dare un’informazione a “senso unico”. È vero hai partecipato a qualche dibattito TV, ma sono “diritti di tribuna” in un mare di voci a senso unico ed intanto l’economia muore e l’Italia muore e la nostra civiltà muore.

Sono troppo pessimista? dimmelo tu, come imprenditore sono ottimista di natura, ma non sono stupido, vedo le cose e vedo che perdiamo tempo senza averne più.

Se Enrico Letta avesse detto: ci riprendiamo la Banca d’Italia nazionalizzandola (leggi espropriandola ai soci privati), dettandogli la politica monetaria ed obbligandola a comprare i titoli di stato invenduti in modo da annullare lo spread ed inoltre rimettiamo in vigore la vecchia legge bancaria degli anni trenta e se qualcuno in Europa ha qualcosa da ridire usciamo dall’euro, ecco allora avrei potuto ricominciare a sperare.

Manca il guizzo, il colpo d’ala, se è vero che tutti sanno che questa è l’unica soluzione la domanda è perchè? Perchè non la si applica?

Domande senza risposta ed ogni giorno 200 aziende muoiono e 2000 persone perdono il lavoro e 2000 famiglie si trovano in mezzo ad una strada, ogni maledetto giorno ed ogni maledetto giorno sento dire le stesse cose nelle stesse trasmissioni TV e leggo le stesse cose sugli stessi giornali e fra un anno quando il disastro sarà completo ci diranno ancora che è colpa nostra che siamo stati delle cicale che lavorare 14 ore al giorno come abbiamo fatto negli ultimi 10 anni non basta e che se adesso ci ridurranno in schiavitù per ripagare i debiti sarà stato solo per colpa nostra.

Ho paura di quello che succederà e della violenza che potrà scoppiare quando a milioni non avranno più di che mangiare.

La domanda adesso è: come facciamo ad invertire la rotta? Noi abbiamo solo la consapevolezza e la ragione, gli altri hanno il potere, tutti i mezzi di comunicazione e negano continuamente ogni dibattito, ma la situazione peggiora ogni giorno ed il punto di non ritorno, il punto della violenza è sempre più vicino e se ci arriveremo, saranno sempre i soliti a pagare il prezzo.

Saluti a tutti

P.S. Grazie per il pensiero leggerò il libro con molta attenzione....cercando di trovare il tempo di farlo....ultimamente sto mettendo la Famiglia in cima ai miei pensieri, in tempi bui ci si deve concentrare sulle cose veramente importanti: la famiglia e la consapevolezza che viene dallo studio e dal confronto con gli altri.



(vorrei rassicurare i colleghi economisti del pollaio italiano: sì, cari, sì, siete più a sinistra di me, sì, siete più politicamente corretti di me, sì, avete ideali più alti dei miei, sì, avete il cv più lungo, sì, cari, sì, non preoccupatevi. Ma... scambiamoci le figurine! Qualcuno di voi riceve di queste lettere? E se le riceve, come fa a sopportarne il peso? Mi servirebbe un aiuto, per capire come fate, perché io non ce la faccio. Io ho visto la dignità e la disperazione di questa persona nel non poter garantire un futuro ai propri dipendenti. Di questa e altre persone. Allora: io non ce la faccio a dire "più Europa", "l'austerità è di destra", ecc. Non ce la faccio a rispondere a disperazione e dignità con slogan inverecondi, analiticamente ed eticamente fallaci. Basta. Non ce la faccio. Ma non è nemmeno necessario che lo faccia io. Tanto lo fate voi. E credo sia per questo che - vorrei sbagliare - voi di lettere simili, da simili nemici del popolo, non ne ricevete tante. Meglio così. A ogni giorno basta la sua pena.)

(fra parentesi: se devo avere un parere su cosa sta distruggendo l'impresa italiana, quello di un imprenditore mi sembra almeno altrettanto informato di quello di un economista.)

(concentriamoci sulle cose importanti e non disperiamo. Il redde rationem necessariamente si avvicina. Lo so che le mie apparizioni televisive, la mia divulgazione, il nostro sforzo di elaborazione e diffusione non sono sufficienti. Lo so che sono un contributo puramente esornativo a un dibattito orientato, e che certi segno vanno interpretati con cautela e senza eccessivi trionfalismi. Lo so. Lo so. E come ogni speculatore, traggo le conseguenze di ciò che vedo e so. Ad una cosa sola vi esorto: a non cadere nella trappola del "famoqualsiasicosapurchéfamoqualcosa". Ricordate: vanum est vobis ante lucem surgere. Non serve scalpitare. La tromba sta necessariamente per suonare. Non so se la suoneranno i mercati, se la suonerà l'Alamagna, se la suoneremo noi. Ma suonerà. Siamo uniti e vigili.)



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Se Enrico Letta avesse detto: ci riprendiamo la Banca d’Italia nazionalizzandola


Questa Bliss secondo me sarebbe la bacchetta magica.


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superza ha scritto:

Io credo che questo governo non porterà a nulla di buono sotto il punto di vista del lavoro, delle 2 l'una:
A) sono idioti,
B) vogliono perpetrare APPOSTA un disegno di dimezzamento dei salari e del welfare, per competere a lungo termine con il sud est asiatico.

E' assurdo, contraddittorio e da milioni di calci in culo per non dire peggio, il modello e le misure proposte.

Ma come diavolo si può pensare di risolvere il problema aumentando da un lato la flessibilità in entrata ma tappando dall'altra l'uscita, ritardando l'età pensionabile a 68-70 anni, a che serve se non crei nuova occupazione con investimenti?

Ma come diavolo si può pensare di risolvere il problema detassando i giovani neoassunti, se non volendo perpetrare volutamente un dimezzamento dei costi del mercato del lavoro, perchè con questo modello parliamoci chiaro, non fanno altro che favorire la chiusura di ditte che mettono per strada 50-enni che prendono 1600 e pagano 800 di tasse per poi riaprire assumendo giovani a 1000 euro e che pagano 100 di tasse...
Come minchia li fanno i conti, come sostengono poi la spesa pubblica se non tagliando la metà dei servizi ai cittadini? (e fa match pienamente con il punto B di cui sopra)
E' tutta fuffa è un piano stolto.. e a mio avviso volutamente.

Il lavoro è la diretta conseguenza della necessità di "fare cose", la necessità di "fare cose" è diminuita in generale per via di informatizzazione, automatizzazione e ciliegina sulla torta per i paesi occidentali, per via della delocalizzazione delle rimanenti "cose da fare" in quei luoghi ove il lavoro costa un decimo, come dice sopra giustamente Thalita
(anche io sono 5 anni che mi scontro con unità lavorativa della mia multinazionale, delocalizzate a scapito della qualità del servizio)


Quello che si può fare quindi è solamente UNA cosa; aumentare la necessità di "fare cose". ma seriamente non assumendo 40.000 guardie forestali per curare il monte amiata (esempio fatto a caso).
Non con i palliativi indicati da questi 4 dementi (o furboni a seconda dei punti di vista)
e ci vorranno molti anni, secondo me, come?

1)Investire in un piano decennale di infrastrutture industriali e ventennale in ricerca energetica, il cui scopo sia la totale autonomia energetica, indebitandosi a tassi di costo del denaro; Se non è possibile bussando cassa alla BCE, si venda parte dell'oro per finanziarsi o si esca dall'euro assieme ad altri 2-3 paesi europei con le tue stesse esigenze di investimento, consorziandosi (da soli è troppo rischioso).

2)Abbassare le tasse sul lavoro di 15 punti portandole sotto o in linea con la media europea; 5 punti a favore del dipendente, 10 punti a favore del datore di lavoro

3)Visto che i dazi non si possono fare, almeno creare una serie di "bollini" da applicare su ogni merce, che certifichino la catena produttiva di ogni prodotto fornendo uno sgravio d'IVA che so... di 6 punti ai prodotti interamente assemblati in italia di 3 punti ai prodotti fatti in europa.

A questo punto le "cose da fare" aumenteranno perché la maggior parte di chi ha delocalizzato sbaraccherà da cina bulgaria romania etc etc per riaprire in un mercato diventato improvvisamente più competitivo (e molte società non vedono l'ora di poterlo fare avendo le condizioni giuste, fidatevi, ora delocalizzano e poi si pentono quando vedono che poi ne servono 3 di malesi per fare il lavoro di un europeo...)

4)Per chiudere il cerchio e favorire poi il ricambio lavorativo, riformare l'INPS possibilmente abolirla: La pensione può essere contributiva con rendimento certificato come i fondi pensione, (fatevi i calcoli chi ha un contratto, di quanto si versa all'inps nel corso della vita lavorativa, se fosse rivalutato anche solo al 2% si avrebbe il 120% dello stipendio altro che il 60%, il che vuol dire che si necessiterebbe di lavorare di meno, basterebbero 25-30 anni di contributi per raggiungere 80% dello stipendio il che vuol dire fuori dal lavoro a 55-60 anni) Chiaramente abolite le pensioni d'oro.

5)Visto che hai abbassato così tanto le tasse però poi metti galera per l'evasione fiscale fraudolenta
6) Tagli i costi dello stato anche a costo di diminuire temporaneamente i servizi.

Ma i piani europei sono altri, chi comanda i burattini di bruxelles ha già deciso differentemente e su altri tavoli....
Ricambio lavorativo essenziale,se allughi i tempi di pensionamento saturi i posti di lavoro.

Detassando le buste paga dai più soldi e fai girare l'economia.

Ci vuole una legge SEVERISSIMA contro gli evesori,ma non quelli soffocati da fisco che non riescono a pagare,target preferito di equitalia,ma i VERI EVASORI.

EVADI BENE VAI IN GALERA.


Ultima modifica di Ronin77 il 15/05/2013, 23:40, modificato 1 volta in totale.

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