Forum dedicato alla Teconologia, Fisica & Scienza
Rispondi al messaggio

15/11/2012, 12:15

Atlanticus81 ha scritto:

superza ha scritto:


L'essere umano ha 3 "menti" , l'EGO la "Coscienza" e la "Supercoscienza";


Sono assimilabili ai tre livelli della psicoanalisi freudiana?
- Inconscio
- Preconscio
- Conscio

e alle tre porzioni della mente?
- Es (o ID)
- Superego
- Ego




Non è detto che l'architettura psichica debba avere una corrispondenza strutturale nel corpo fisico...

15/11/2012, 13:38

Blissenobiarella ha scritto:

zakmck ha scritto:

acgunner ha scritto:

però fatemi capire una cosa....questa persona ha un cervello piccolissimo e il resto del cranio vuoto....ma come fa a nn sbattere di qua e di la? in che modo è attaccato al cranio? SE è attaccato!
o è immerso in un liquido? cosa che cmq nn risponderebbe alla questione..
nn ho ben capito questo aspetto della situazione.



Domanda legittima. Questo forse puo' illustrare bene la conformazione:

Immagine
Il grande spazio nero mostra il liquido che ha sostituito gran parte del cervello del paziente (a sinistra).
A titolo di confronto, le immagini (a destra) mostra un cervello tipico senza anomalie (Immagini: Feuillet et al / The Lancet)


Come si puo' vedere, il liquido e' all'interno.

Ora, appurato come un 10% di cervello sia sufficiente a condurre una vita normale, la domanda che sorge spontanea e': ma a cosa serve il restante 90%?
[8]
Gia' vedo risposte del tipo: "scoperto il cervello spazzatura" (junk brain). [:(]



Infatti i casi di "mini-cervello" citati in entrambi gli articoli sono messi in relazione con l'idrocefalia. Che l'acqua abbia un ruolo diverso da quello che immaginiamo? Che sia in grado di formare "strutture informate "in grado di sopperire alla mancanza di massa cerebrale? Gli attuali studi sull'acqua condotti da Montagner, da Emilio del Giudice ed altri sembrano evidenziare la capacità dell'acqua biologica di formare strutture all'interno dei viventi...
Certamente le capacità plastiche del cervello sono incredibili, ci sono persone che vivono normalmente anche dopo l'asportazione di un emisfero...


ringraziando Zak per la spiegazione dico anche che stavo appunto pesando qlcs di simile a quello che dice Bliss...e cioè che a questo punto l'acqua deve gioco-forza avere un ruolo importante, quanto meno nello scambio di informazioni che viaggiano all'interno del cervello..anzi di quel poco che c'è.
cmq veramente sbalorditivo, quantomeno per noi che abbiamo e siamo stati cresciuti con un tipo di pensiero e basta.
e molto limitato a quanto pare..

ah dimenticavo di aggiungere che anche quello che dice Hannah mi suggerisce qualcosa...ma non so bene cosa, anche se mi da proprio la sensazione che non sia una cosa casuale quella di gettare via solo il cervello.
Ultima modifica di acgunner il 15/11/2012, 13:41, modificato 1 volta in totale.

15/11/2012, 15:50

Bhe ma scusate....il fatto che il cervello non serva per vivere normalmente e' palese....

se guardiamo tutti i politici che governano....si vede chiaramente che li di cervello...nemmeno l'ombra....

quindi non vedo come ci si possa stupire di questo.... [;)] [:D]

15/11/2012, 16:30

per moltissimi bipedi umani é da sempre un optional: infatti non lo usano quasi mai e fanno bene,perché quando cercano di usarlo....eh eh eh...muah...combinano piÙ guai di quando lasciano fare ad altri.

[:17] [:27]

15/11/2012, 18:45

Una domanda:a sinistra si vedrebbe il risultato dell'esame sul soggetto considerato?A destra,evidentemente, si può vedere quello di un uomo normale.

15/11/2012, 19:35

Stando alle risonanze magnetiche relative al caso francese è come dici Ale:

Immagine


Qui invece uno dei casi studiati da Lober:

Immagine
a sinistra un cranio normale e a destra uno idrocefalo

15/11/2012, 21:24

però si dovrebbe capire se questi casi rappresentano un'eccezione oppure no. Io so, per sentito dire, che l'idrocefalia non è compatibile con la vita, oltre a essere fonte di handicap.

15/11/2012, 22:26

Non vorrei si fosse in presenza di un caso unico nel suo genere.Siamo sicuri che questo ragazzo non abbia problemi di locomozione e coordinazione?

15/11/2012, 22:41

Lo studio di Lober pare includa un centinaio di questi casi.

15/11/2012, 22:46

Se questo fosse documentato in maniera completa,ci sarebbero parecchie domande cui dare una risposta.Proverò a sottoporre l'argomento ad un primario di neurologia mio conoscente.

15/11/2012, 23:01

Ci sono parecchi articoli in giro per il web dove viene fornito anche il parere di diversi specialisti che propongono svariate ipotesi per interpretare i risultati di Lober, purtroppo quasi tutti in inglese. In ogni caso, lo studio non è mai stato confutato. Il caso francese smonta parte delle ipotesi che riguardavano la possibilità che gli strumenti per qualche ragione non fossero in grado di rilevare l'esatta quantità della massa celebrale di questi soggetti. Sarebbe bello capire se ci sono state altre ricerche sul tenore di quelle di lober

15/11/2012, 23:27

Spero non sia una divagazione ma appena ho letto di queste cose mi è venuto un pensiero sul piccolissimo cranio di certi dinosauri (in primis lo Stegosauro) resi stupidi dalla cultura popolare per via della testa piccolissima in proporzione del corpo. Quindi non è necessario avere un cervello grande per essere intelligenti.

Ci dev'essere qualcosa che ci sfugge nelle connessioni, che si tratti del liquido celebrale come dicevano alcuni o di qualcos'altro. Davvero interessante!

16/11/2012, 02:21

Interessantissima discussione anche se,tornando per un momento alla domanda del topic,la risposta è sicuramente si,per alcuni almeno il cervello è un optional....[:D]

19/11/2012, 01:20

Il cuore intelligente

Immagine

Tra i primi moderni ricercatori sulla psicofisiologia che hanno esaminato le conversazioni tra cuore e cervello, ci sono John e Beatrice Lacey. Durante 20 anni di ricerca negli anni '60 e '70, hanno osservato che il cuore comunica col cervello in un modo che influenza significativamente come noi percepiamo e reagiamo al mondo.

Una generazione prima che i Laceys iniziassero a ricercare, Walter Cannon mostrò che i cambiamenti nelle emozioni sono accompagnati da prevedibili cambiamenti nella frequenza cardiaca, nella pressione del sangue, nella respirazione e nella digestione. Nella visione di Cannon, quando siamo "eccitati", la parte mobilizzatrice del sistema nervoso (simpatico) ci da energia per combattere o scappare, e nei momenti di calma, la parte rilassatrice del sistema nervoso (parasimpatico) ci raffredda.

In questa visione, si assume che il sistema nervoso autonomo e tutte le risposte fisiologiche si muovano in sincronia con la risposta del cervello ad un dato stimolo. Presumibilmente, i nostri sistemi interni si uniscono quando siamo eccitati e si rilassano insieme quando siamo a riposo e il cervello sarebbe a controllo dell' intero processo.

I Lacey hanno notato che questo semplice modello corrisponde solo parzialmente al vero comportamento fisiologico. Con l' evolvere della loro ricerca, hanno scoperto che il cuore sembra avere la sua logica particolare che spesso diverge dalla direzione presa dal sistema nervoso autonomo. Il cuore sembra mandare chiari messaggi al cervello ai quali non solo esso risponde, ma obbedisce.

Ancora piu' intrigante è stato osservare come questi messaggi influiscano sul comportamento di una persona. In breve, dopo questo, i neurofisiologi hanno scoperto percorsi neurali e meccanismi tramite i quali gli impulsi dal cuore al cervello possono "inibire" o "facilitare" l' attività elettrica cerebrale. Quindi nel 1974, i ricercatori francesi Gahery e Vigier, lavorando con i gatti, hanno stimolato il nervo vago (che trasporta molti dei segnali dal cuore al cervello) e hanno scoperto che la risposta elettrica del cervello veniva ridotta della metà rispetto alla norma. Riassumendo, le evidenze suggeriscono che il cuore e il sistema nervoso non seguono semplicemente le direzioni del cervello, come aveva pensato Cannon.


Neurocardiologia: il cervello nel cuore

Mentre i Laceys effettuavano le loro ricerca in psicofisiologia, un piccolo gruppo di ricercatori cardiovascolari si unirono ad un gruppo simile di neurofisiologisti per esplorare le aree di interesse comune. Questo ha rappresentato l' inizio della nuova disciplina di neurocardiologia, che ha fornito importantissime informazioni sul sistema nervoso nel cuore e su come il cervello e il cuore comunichino tra loro tramite il sistema nervoso.

Dopo lunghe ricerche, uno dei primi pionieri della neurocardiologia, il Dr. J. Andrew Armour, ha introdotto il concetto di un "cervello del cuore" funzionale nel 1991. Il suo lavoro ha rivelato che il cuore ha un sistema nervoso intrinseco complesso e abbastanza sofisticato da essere qualificato come un "piccolo cervello". L' elaborata circuiteria lo abilita ad agire indipendentemente dal cervello nel cranio, per imparare, ricordare e persino avere sensazioni. Il libro recente Neurocardiologia del Dr. Armour e del Dr. Jeffrey Ardell, fornisce una panoramica della funzione del sistema nervoso intrinseco del cuore e del ruolo dei neuroni autonomi centrali e periferici nella regolazione della funzione cardiaca. l percorsi del sistema nervoso tra il cuore e il cervello sono mostrati nella Figura 2.

Il sistema nervoso del cuore contiene circa 40.000 neuroni, detti neuriti sensori, che rilevano gli ormoni circolanti, le sostanze neurochimiche, la frequenza cardiaca e la pressione. L' informazione ormonale, chimica, della frequenza e della pressione viene tradotta in impulsi neurologici dal sistema nervoso del cuore e inviata dal cuore al cervello tramite diversi percorsi. E' sempre tramite questi percorsi nervosi che i segnali di dolore e altre sensazioni vengono inviate al cervello. Questi percorsi nervosi entrano nel cervello in un' area detta medulla. I segnali hanno un ruolo regolatorio su molti dei segnali del sistema nervoso autonomo che escono dal cervello al cuore, ai vasi sanguigni e ad altre ghiandole e organi.
Comunque, questi arrivano anche ai maggiori centri cerebrali, dove possono influenzare la percezione, le decisioni e altri processi cognitivi.

Il Dr. Armour descrive il cervello e il sistema nervoso come un sistema di processazione parallelo che consiste in gruppi neuronali separati ma interattivi sparsi nel corpo. Il cuore ha il suo sistema nervoso che opera e processa informazioni indipendentemente dal cervello e dal sistema nervoso. Questo permette al cuore trapiantato di funzionare: normalmente il cuore comunica col cervello tramite le fibre nervose che passano per il nervo vago e la colonna vertebrale. In un cuore trapiantato, queste connessioni nervose non si ricollegano per un lungo periodo di tempo, se non del tutto; comunque, il cuore trapiantato riesce a funzionare nel nuovo corpo tramite la capacità del suo stesso sistema nervoso intatto.

http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.1884





Avrebbe un ruolo fondamentale per segnalare gioia e dolore
Nella pancia il secondo cervello dell'uomo
Presentata a Milano la «teoria dei due cervelli»: il secondo «digerisce» cibo, informazioni ed emozioni, suoni e colori
MILANO - A immaginarlo, nelle viscere, viene da pensare a sembianze mostruose. Stile Alien. E invece ciò che la scienza ha battezzato come «secondo cervello» vive sì nel ventre di ciascuno di noi (come Alien, appunto) ma è una sorta di chiave che regola stress, ansia e tensione. Il nostro secondo cervello, quindi, vive nella pancia e svolge «importanti funzioni che si riflettono sull'intero organismo». Ne è convinto Michael D. Gershon, esperto di anatomia e biologia cellulare della Columbia University, che ha presentato a Milano la «teoria dei due cervelli».

«Il nostro secondo cervello vive nella pancia» (Internet)
BASI SCIENTIFICHE - «La teoria dei due cervelli poggia su solide basi scientifiche - spiega l'esperto americano - Basti pensare che l'intestino, pur avendo solo un decimo dei neuroni del cervello, lavora in modo autonomo, aiuta a fissare i ricordi legati alle emozioni e ha un ruolo fondamentale nel segnalare gioia e dolore. Insomma, l'intestino è la sede di un secondo cervello vero e proprio. E non a caso le cellule dell'intestino - aggiunge Gershon - producono il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere»

LA RISCOSSA - «A lungo l'intestino è stato considerato una struttura periferica, deputata a svolgere funzioni marginali. Ma la scoperta di attività che implicano un coordinamento a livello emozionale e immunologico ha rivoluzionato questo pensiero - spiega Umberto Solimene dell'Universitá di Milano, direttore del centro collaboratore Oms per la medicina tradizionale - Nella pancia troviamo infatti tessuto neuronale autonomo».

EMOZIONI - L'intestino rilascia serotonina in seguito a stimoli esterni, come immissione di cibo, ma anche suoni o colori. E a input interni: emozioni e abitudini. «Insomma questo neurotrasmettitore è come un direttore d'orchestra, che manovra le leve del movimento intestinale», dice il ricercatore americano, autore di un best seller su «The Secondo Brain», il secondo cervello. Studi su cavie geneticamente modificate, ma anche in vitro, «hanno dimostrato l'esistenza di un asse pancia-testa». Per Gershon è la prima a dominare, almeno in certi campi. «La quantità di messaggi che il cervello addominale invia a quello centrale è pari al 90% dello scambio totale», sostiene il ricercatore. Per la maggior parte si tratta di messaggi inconsci, che percepiamo solo quando diventano segnali di allarme e scatenano reazioni di malessere.

ESEMPI - Per chiarire il ruolo del cervello intestinale Gershon spiega: «Quanti hanno sperimentato la sensazione delle "farfalle nello stomaco" durante una conversazione stressante o un esame?». E' solo un esempio delle emozioni «della pancia», come nausea, paura, ma anche dolore e angoscia.
Insomma, nella pancia c'è un cervello che «assimila e digerisce non solo il cibo, ma anche informazione ed emozioni che arrivano dall'esterno».

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scie ... ello.shtml

30/05/2013, 11:06

Vive per 15 anni con una matita nella testa
Giovedì, 30 maggio 2013 - 09:44:00
20120121 CUR NW01 0011

Aveva costantemente mal di testa, sin da quando era un bambino di nove anni. Ha sopportato il dolore per 15 lunghi anni, sino a quando non ce l'ha più fatta e ha iniziato a chiedere assistenza medica anche perché nel frattempo soffriva sempre più di raffreddoti costanti e la sua vista continuava a peggiorare. Una radiografia ha svelato il mistero: nella sua testa era conficcata una matita di 10 centimetri. L'equipe medica dell'ospedale di Aquisgrana lo ha operato e ha estratto l'oggetto.

L'equipe sanitaria ha spiegato che il paziente, il cui nome non è stato rivelato, scrive Associated Press, ha iniziato a chiedere assistenza medica dal 2011, dopo aver sofferto per anni di mal di testa, raffreddori costanti ed un peggioramento della vista ad un occhio. La radiografia a cui si è sottoposto, ha mostrato un oggetto di circa 10 centimetri nell'area tra i seni paranasali e la faringe, che aveva in parte lacerato l'orbita dell'occhio destro. Dopo una più attenta analisi, quell'oggetto si è scoperto essere una matita. Il 24enne non ha saputo spiegare come era finito lì, ma ha attribuito l'infortunio ad una brutta caduta subito da piccolo. Il portavoce dell'ospedale di Aquisgrana, Mathias Brandstaedter, ha affermato che il caso sarà presentato ad un congresso medico di questa settimana.


Immagine:
Immagine
20,73 KB

Immagine:
Immagine
26,56 KB

DOH!
Ultima modifica di Massimo Falciani il 30/05/2013, 11:08, modificato 1 volta in totale.
Rispondi al messaggio