In questo Forum puoi scrivere... con cognizione... quello che vuoi.
Rispondi al messaggio

28/05/2013, 11:24

Chi arriva a queste decisioni drastiche non pensa neanche lontanamente che tipo di pena gli sarà inflitta,dunque aumentare le pene detentive è solo propaganda anzi potrebbero esserci molti più femminicidi ( vedi in America avendo la Pena di Morte se diminuiscono!!),,occorre "aggiustare" i comportamenti anomali della società sin dalle scuole,che poi anche le politiche economiche fanno cassa di risonanza.

28/05/2013, 11:34

Blissenobiarella ha scritto:

vorrei sapere che serve inasprire le pene, se non si applicano quelle che ci sono già. Quante persone si sono fatte i mesi di carcere previste dalla legge contro lo stalking?
Questa è solo propagnada, temo.


giustissimo..
però gabbio x tutti,
x chiunque pratichi lo stalking..
anche quando sono donne..
Ultima modifica di mik.300 il 28/05/2013, 11:40, modificato 1 volta in totale.

28/05/2013, 11:48

Blissenobiarella ha scritto:

vorrei sapere che serve inasprire le pene, se non si applicano quelle che ci sono già. Quante persone si sono fatte i mesi di carcere previste dalla legge contro lo stalking?
Questa è solo propagnada, temo.


più che altro non si tratta di un deterrente, quindi non è una soluzione in grado di abbassare le statistiche, come abbiamo avuto modo di renderci conto qui tra queste pagine se si vuole veramente migliorare la situazione bisogna agire alla radice cosa che i politici purtroppo non sono in grado di capire... "le carceri sono affollate?" "facciamone di più grandi" questo è il modo di ragionare di questa gente... [xx(]

28/05/2013, 11:50

sarebbe cmq una cosa da fare almeno per non sentirsi presi in giro.. oltre il danno la beffa.

28/05/2013, 11:59

La mia preoccupazione è che considerando la natura del crimine di cui stiamo parlando, la mancata applicazione della legge non solo non è un deterrente, ma può fornire materiale psicogeno che va ad aumentare il delirio di queste persone.
Le sanzioni sono necessarie, sia per innescare un cambiamento culturale che per tutelare le vittime. Non è una soluzione diretta questo è vero, nel senso che non basta una legge a cambiare le persone, ma bisogna trovare il modo per offrire protezione a chi ne ha bisogno.

28/05/2013, 12:00

morpheus85 ha scritto:

sarebbe cmq una cosa da fare almeno per non sentirsi presi in giro.. oltre il danno la beffa.


e si....le vittime di violenza sono vittime plurime. Subiscono violenza oltre che dall'aggressore e da tutto il resto del mondo che non sa proteggerle...

28/05/2013, 12:11

Thethirdeye ha scritto:

Blissenobiarella ha scritto:
Questa è solo propaganda, temo.

In parte lo è..... ma che le pene attuali siano blande, è comunque un fatto reale.
Non so se possa rappresentare un deterrente il fatto di rischiare eventualmente
l'ergastolo.... ma è anche vero che non si può pensare di farla franca con pochi
anni di detenzione....


Nell'esplosione di rabbia o gelosia credo sia accertato che le conseguenze di qualsiasi gesto non siano prese in considerazione. [:(]

01/06/2013, 20:23

http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/ ... -60132145/


Sfigurato con acido, svolta nelle indagini
Arrestata la ex, si cerca il complice
La donna, che non voleva arrendersi alla fine della relazione
, ha ingaggiato un conoscente, ora irriperibile, che sarebbe l'autore materiale dell'aggressione

03/06/2013, 08:07

Violenze contro Anna Maria Scarfò: la Chiesa risponda


“Anna aspetta. Non puoi fare uno scandalo. Neanche tu sai bene quello ch’è successo. Sei molto agitata. Ti devi calmare. Lo dico prima di tutto per il tuo bene. Io ti assolvo dai tuoi peccati”. Le parole sono quelle di don Antonio Scordo e sono riportate nel libro “Malanova” di Cristina Zagaria, che racconta la storia di Anna Maria Scarfò, la ragazza che a soli 14 anni è stata violentata dal branco nella piccola frazione di San Martino di Taurianova, in Calabria, e lasciata sola anche dalla chiesa. L’unica istituzione a cui a 13 anni, dopo le ripetute violenze sessuali, la giovane aveva chiesto aiuto.

Qualche settimana fa, il sacerdote, testimone, indagato, imputato e successivamente condannato dal gip è stato “premiato” dal vescovo della diocesi di Oppido Palmi, monsignor Francesco Milito, che l’ha scelto fra i sette reverendi chiamati a rappresentarlo nell’organizzazione diocesana. Una scelta che sta facendo discutere, soprattutto le attiviste reggine del movimento “Se Non Ora Quando” che, all’indomani dei fatti di Corigliano Calabro, hanno chiesto al vescovo ascolto, “vicinanza alla donna che ha subito l’assenza della sua Chiesa”, affinchè “i femminicidi, la violenza di genere, possano diventare una priorità da combattere insieme”.

Il vescovo, nonostante le mille polemiche, ha sottovalutato questo caso e non ha preso in considerazione, probabilmente, la vicenda che ha coinvolto il suo sacerdote accusato di “concorso in falsa testimonianza” insieme alla suora, suor Mimma, anche lei sapeva ma non ha parlato, almeno secondo il racconto di Anna Maria. Solo 4 mesi fa è arrivata la condanna per entrambi a un anno, inflittagli dal Tribunale di Palmi in primo grado. Pena sospesa e non menzione, come si legge nel dispositivo della sentenza.

Ma la storia di Anna Maria Scarfò è assai complessa e la sua vita continua a non essere semplice. Il 30 giugno scorso, giorno in cui doveva celebrarsi l’ennesima udienza del processo che vede imputati i familiari dei suoi stupratori (accusati di stalking), gli avvocati erano in sciopero e si è deciso per un nuovo rinvio. Altre settimane di agonia. Anna Maria, che oggi ha 27 anni, è sola con i suoi “angeli”, gli uomini della scorta. Perché nel 2010 è stata sottoposta al programma di protezione proprio per avere denunciato, oltre che ai suoi violentatori (6 dei quali condannati in primo grado), il prete e suor Mimma, complici nella sua vicenda e anche per quello che dopo è accaduto nel paesino della Piana di Gioia Tauro.

La popolazione ha iniziato ad additarla come la “Malanova”. La sua macchia più grande, quella di essere riuscita a denunciare colpevoli, familiari compiacenti, pezzi della chiesa che per evitare lo scandalo, avevano provato a imporle il silenzio.

Anna Maria aveva solo 13 anni quando un branco di ragazzini senza scrupoli ha deciso di rubarle la fanciullezza. È stata tradita da una persona di cui si fidava, un giovane di circa 20 anni che si era avvicinato con premura ed attenzione. Quello stesso ragazzo che improvvisamente si è trasformato in un mostro. Una sera d’aprile di 14 anni fa, insieme a 4 complici, ha deciso di abusare di quella adolescente, di rubare per sempre la spensieratezza di Anna Maria e strapparle il sorriso. La vigilia di Pasqua del 1999, viene portata in campagna, vicino a un casolare dentro cui c’era qualche sedia e un tavolo. Inizia così il suo calvario.

Anna Maria tenta di denunciare il giorno dopo. Ma quel prete oggi “promosso” dalla chiesa le dice di parlarne solo con la suora, suor Mimma, per fare un test di gravidanza. Da lì a tre anni ancora abusi e ripetute violenze. Minacce, segni di coltello e bruciature sul corpo successivamente violato da ben 12 uomini.

Solo nel 2002, Anna Maria trova il coraggio di ribellarsi. Quando i suoi stupratori le chiedono di portarsi dietro la sorellina di 11 anni, lei non ce la fa più e denuncia tutto ai carabinieri. Ed ora ancora attesa per l’ennesimo processo, rinviato al 26 settembre. Per il gruppo SNOQ di Reggio Calabria, “la giustizia ancora una volta è entrata in sciopero”. Nessuna risposta è arrivata dal vescovo, i tempi della giustizia si dilatano ulteriormente e lei, sempre sola contro tutti, dovrà aspettare, dovrà rivivere nuovamente quei momenti di terrore e brutale violenza.

Questa storia è l’esempio di come la violenza sulle donne sia una emergenza universale e come tale va trattata. Anna Maria, invece, è il simbolo di chi non si arrende e continua a lottare, ovunque, nonostante tutto. E speriamo che almeno il vescovo riesca a rispondere alle donne di Reggio che pretendono verità e giustizia.
(Articolo pubblicato sul blog de Ilfattoquotidiano.it)

http://www.malitalia.it/2013/06/violenz ... -risponda/

03/06/2013, 10:00

morpheus85 ha scritto:

Thethirdeye ha scritto:

Blissenobiarella ha scritto:
Questa è solo propaganda, temo.

In parte lo è..... ma che le pene attuali siano blande, è comunque un fatto reale.
Non so se possa rappresentare un deterrente il fatto di rischiare eventualmente
l'ergastolo.... ma è anche vero che non si può pensare di farla franca con pochi
anni di detenzione....


Nell'esplosione di rabbia o gelosia credo sia accertato che le conseguenze di qualsiasi gesto non siano prese in considerazione. [:(]


Questo genere di reazione è chiaro sintomo di un "amore" malato che Amore nn è.. E' solo desiderio di possesso e per di più illecito perchè non contracambiato: è un furto con l'aggravante che nn si tratta di furto di oggetto, ma di persona! Non ritengo valida l'attenuante dell'esplosione di gelosia, la gelosia va curata..

03/06/2013, 10:13

Blissenobiarella ha scritto:

Violenze contro Anna Maria Scarfò: la Chiesa risponda


“Anna aspetta. Non puoi fare uno scandalo. Neanche tu sai bene quello ch’è successo. Sei molto agitata. Ti devi calmare. Lo dico prima di tutto per il tuo bene. Io ti assolvo dai tuoi peccati”. Le parole sono quelle di don Antonio Scordo e sono riportate nel libro “Malanova” di Cristina Zagaria, che racconta la storia di Anna Maria Scarfò, la ragazza che a soli 14 anni è stata violentata dal branco nella piccola frazione di San Martino di Taurianova, in Calabria, e lasciata sola anche dalla chiesa. L’unica istituzione a cui a 13 anni, dopo le ripetute violenze sessuali, la giovane aveva chiesto aiuto.

Qualche settimana fa, il sacerdote, testimone, indagato, imputato e successivamente condannato dal gip è stato “premiato” dal vescovo della diocesi di Oppido Palmi, monsignor Francesco Milito, che l’ha scelto fra i sette reverendi chiamati a rappresentarlo nell’organizzazione diocesana. Una scelta che sta facendo discutere, soprattutto le attiviste reggine del movimento “Se Non Ora Quando” che, all’indomani dei fatti di Corigliano Calabro, hanno chiesto al vescovo ascolto, “vicinanza alla donna che ha subito l’assenza della sua Chiesa”, affinchè “i femminicidi, la violenza di genere, possano diventare una priorità da combattere insieme”.

Il vescovo, nonostante le mille polemiche, ha sottovalutato questo caso e non ha preso in considerazione, probabilmente, la vicenda che ha coinvolto il suo sacerdote accusato di “concorso in falsa testimonianza” insieme alla suora, suor Mimma, anche lei sapeva ma non ha parlato, almeno secondo il racconto di Anna Maria. Solo 4 mesi fa è arrivata la condanna per entrambi a un anno, inflittagli dal Tribunale di Palmi in primo grado. Pena sospesa e non menzione, come si legge nel dispositivo della sentenza.

Ma la storia di Anna Maria Scarfò è assai complessa e la sua vita continua a non essere semplice. Il 30 giugno scorso, giorno in cui doveva celebrarsi l’ennesima udienza del processo che vede imputati i familiari dei suoi stupratori (accusati di stalking), gli avvocati erano in sciopero e si è deciso per un nuovo rinvio. Altre settimane di agonia. Anna Maria, che oggi ha 27 anni, è sola con i suoi “angeli”, gli uomini della scorta. Perché nel 2010 è stata sottoposta al programma di protezione proprio per avere denunciato, oltre che ai suoi violentatori (6 dei quali condannati in primo grado), il prete e suor Mimma, complici nella sua vicenda e anche per quello che dopo è accaduto nel paesino della Piana di Gioia Tauro.

La popolazione ha iniziato ad additarla come la “Malanova”. La sua macchia più grande, quella di essere riuscita a denunciare colpevoli, familiari compiacenti, pezzi della chiesa che per evitare lo scandalo, avevano provato a imporle il silenzio.

Anna Maria aveva solo 13 anni quando un branco di ragazzini senza scrupoli ha deciso di rubarle la fanciullezza. È stata tradita da una persona di cui si fidava, un giovane di circa 20 anni che si era avvicinato con premura ed attenzione. Quello stesso ragazzo che improvvisamente si è trasformato in un mostro. Una sera d’aprile di 14 anni fa, insieme a 4 complici, ha deciso di abusare di quella adolescente, di rubare per sempre la spensieratezza di Anna Maria e strapparle il sorriso. La vigilia di Pasqua del 1999, viene portata in campagna, vicino a un casolare dentro cui c’era qualche sedia e un tavolo. Inizia così il suo calvario.

Anna Maria tenta di denunciare il giorno dopo. Ma quel prete oggi “promosso” dalla chiesa le dice di parlarne solo con la suora, suor Mimma, per fare un test di gravidanza. Da lì a tre anni ancora abusi e ripetute violenze. Minacce, segni di coltello e bruciature sul corpo successivamente violato da ben 12 uomini.

Solo nel 2002, Anna Maria trova il coraggio di ribellarsi. Quando i suoi stupratori le chiedono di portarsi dietro la sorellina di 11 anni, lei non ce la fa più e denuncia tutto ai carabinieri. Ed ora ancora attesa per l’ennesimo processo, rinviato al 26 settembre. Per il gruppo SNOQ di Reggio Calabria, “la giustizia ancora una volta è entrata in sciopero”. Nessuna risposta è arrivata dal vescovo, i tempi della giustizia si dilatano ulteriormente e lei, sempre sola contro tutti, dovrà aspettare, dovrà rivivere nuovamente quei momenti di terrore e brutale violenza.

Questa storia è l’esempio di come la violenza sulle donne sia una emergenza universale e come tale va trattata. Anna Maria, invece, è il simbolo di chi non si arrende e continua a lottare, ovunque, nonostante tutto. E speriamo che almeno il vescovo riesca a rispondere alle donne di Reggio che pretendono verità e giustizia.
(Articolo pubblicato sul blog de Ilfattoquotidiano.it)

http://www.malitalia.it/2013/06/violenz ... -risponda/


Fa rabbrividire il fatto che questo sia stato nascosto, fa rabbrividire il modo con cui i religiosi cercavano di sminuire la cosa, fa rabbriidire la modalità e la durata di questo scempio, ma la cosa altrettanto impressionante è il fatto di come la gente del paese si sia fatta condizionare (probabilmente dai religiosi) e nn abbia mosso un dito a favore della sventurata, che oltretutto veniva considerata pure una prostituta! [:0] [8)] [:(]
Ma quanto è illimitato il potere dei religiosi?? [:(!]

03/06/2013, 10:16

mik.300 ha scritto:

http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/ ... -60132145/


Sfigurato con acido, svolta nelle indagini
Arrestata la ex, si cerca il complice
La donna, che non voleva arrendersi alla fine della relazione
, ha ingaggiato un conoscente, ora irriperibile, che sarebbe l'autore materiale dell'aggressione


Anche questo sintomo di un amore malato che amore nn è...

03/06/2013, 10:17

Ed è anche la donna che deve rendersene conto. DI contro invece spesso oltre che oppressa si sente quasi lusingata.
Ricordo una volta che ritrovai un' amica che era scomparsa misteriosamente da mesi e che mi raccontava che non poteva uscire perchè il suo lui nera morbosamente geloso e la controllava costantemante che addirittura la voleva portare via dalla sua città, perchè non sopportava nemmeno che lei andasse da sua madre ("mezz'ora con tua madre, non di più, poi ti vengo a prendere")! Stavo per dirle " Sei impazzita? Ma che stai dicendo? Non farti fare questo", poi l'ho guardata in faccia e ho capito che lei gli avrebbe fatto fare tutto quello che voleva, non c'era scampo...le ho detto di stare attenta a non scambiare la capacità di amare con la voglia di possedere e me ne sono andata. Che tristità...
Se le donne non si svegliano, certe situazioni sbilanciate non si sanano.

03/06/2013, 10:21

io non ho obiezioni riguardo qualunque misura utile alla prevenzione ed al controllo di una infamia come il femminicidio.
Ma temo che così facendo si riproponga l'eterno problema dell'antidolorifico che lascia intatta la causa del male.
Per come la vedo io, la donna diventa il pretesto per l'esternazione di una frustazione sociale incontenibile.
Il senso di umiliazione che sempre più maschi avvertono relativamente alla propria condizione sociale, li porta ad una pressione psicologica tale da impedire il controllo delle reazioni.
Io credo che la vera infamia sia una società di "ruoli" anzichè di persone.
Bene ha detto qualcuno ad inizio discussione. E' dall'asilo che si deve educare. Ma io sposto l'asse della proposizione. E' dall'asilo che si deve imparare a guardare la gente come essere umani e non come elementi di una classifica sociale.

03/06/2013, 10:26

Blissenobiarella ha scritto:

Ed è anche la donna che deve rendersene conto. DI contro invece spesso oltre che oppressa si sente quasi lusingata.
Ricordo una volta che ritrovai un' amica che era scomparsa misteriosamente da mesi e che mi raccontava che non poteva uscire perchè il suo lui nera morbosamente geloso e la controllava costantemante che addirittura la voleva portare via dalla sua città, perchè non sopportava nemmeno che lei andasse da sua madre ("mezz'ora con tua madre, non di più, poi ti vengo a prendere")! Stavo per dirle " Sei impazzita? Ma che stai dicendo? Non farti fare questo", poi l'ho guardata in faccia e ho capito che lei gli avrebbe fatto fare tutto quello che voleva, non c'era scampo...le ho detto di stare attenta a non scambiare la capacità di amare con la voglia di possedere e me ne sono andata. Che tristità...
Se le donne non si svegliano, certe situazioni sbilanciate non si sanano.




Si, Bliss vero parole sante..
Mi domando Quale è la linea sottile che ci rende responsabili di questo o meno?
E' capitato anche a me di sentirmi fare discorsi simili, ma benchè cercassi di mettere in guardia la mia amica, era come se fosse in trance, nn riceveva alcuna parola che usciva dalla mia bocca, lei diceva che si sentiva amata, comprendeva l'esagerazione, ma nn l'ha compresa come avrebbe dovuto; la cosa si è protratta con conseguenze terribili..
Ultima modifica di shighella il 03/06/2013, 10:30, modificato 1 volta in totale.
Rispondi al messaggio