27/06/2013, 13:37
mik.300 ha scritto:
ma che c'entra la superiorità?
anzi..
qui centra l'estrema vulnerabilità..
(chi è sicuro è di solito calmo e quieto..)
quando uno sbrocca sbrocca..
chi c'è,
c'è...
27/06/2013, 14:46
robs79 ha scritto:morpheus85 ha scritto:
Tu vuoi far passare tutto per normale forse perchè in fondo anche tu sei uno di quelli gelosi che crede sia una cosa normale..
Ahahaha se vabbè morpheus magna tranquillo va.
27/06/2013, 14:47
morpheus85 ha scritto:
lo stai solo confermando
27/06/2013, 15:16
robs79 ha scritto:mik.300 ha scritto:
ma che c'entra la superiorità?
anzi..
qui centra l'estrema vulnerabilità..
(chi è sicuro è di solito calmo e quieto..)
quando uno sbrocca sbrocca..
chi c'è,
c'è...
Cristo mik.....eppure non penso sia un concetto cosi complicato da capire...ma evidentemente
27/06/2013, 15:55
mik.300 ha scritto:
a piazzare una coltellata a tradimento
non ci vuole la forza di hulk.........
27/06/2013, 16:34
27/06/2013, 16:42
Atlanticus81 ha scritto:
E allora non sarebbe femminicidio...
qui si parla di femminicidio ovvero di quel particolare reato in cui una persona uccide una donna perchè donna e perchè la considera di sua proprietà.
Le altre tipologie di omicidio sono altre tipologie di omicidio.. non capisco perchè mandare in vacca il discorso in questo modo.
27/06/2013, 16:53
27/06/2013, 17:01
Atlanticus81 ha scritto:
Ok, ognuno ha diritto di esprimere la propria opinione.
Ma perchè secondo voi non esiste l'aggravante di femminicidio nel caso esclusivo in cui:
un uomo uccide una donna per il solo sentimento di possesso che egli ha nei suoi confronti ritenendo la stessa un oggetto di sua proprietà
Per me questa è una seria aggravante perchè evidenzia un grosso problema di ordine sociale e culturale. Lo stesso che si configura in famiglie caratterizzate da una figura patriarcale predominante e totalizzante nei confronti degli altri componenti famigliari.
Questo "handicap" culturale appare evidente in alcune situazioni di degrado sociale/famigliare, ma può essere latente in famiglie apparentemente 'normali'.
Questo comunque non significa che siamo tutti potenzialmente assassini o quantomeno non nei confronti delle donne, poichè non credo che tutti quanti considerino la donna come oggetto di sua proprietà.
E ripeto.. per me il femminicidio si configura come tale nel momento in cui si concretizza questo paradigma e non in altri casi.
27/06/2013, 17:08
robs79 ha scritto:
Io credo che i delitti per "proprietà" della donna ci siano ancora ma in quei paesi molto integralisti riguardo alla religione...tipo Arabia Saudita.
28/06/2013, 08:36
Atlanticus81 ha scritto:
E allora non sarebbe femminicidio...
qui si parla di femminicidio ovvero di quel particolare reato in cui una persona uccide una donna perchè donna e perchè la considera di sua proprietà.
Le altre tipologie di omicidio sono altre tipologie di omicidio.. non capisco perchè mandare in vacca il discorso in questo modo.
28/06/2013, 08:51
« La forma estrema di violenza di genere contro le donne, prodotto della violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato, attraverso varie condotte misogine - maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, sul lavoro, economica, patrimoniale, familiare, comunitaria o anche istituzionale - che comportano l’impunità delle condotte poste in essere tanto a livello sociale quanto dallo Stato e che, ponendo la donna in una posizione indifesa e di rischio, possono culminare con l’uccisione o il tentativo di uccisione della donna stessa, o in altre forme di morte violenta di donne e bambine: suicidi, incidenti, morti o sofferenze fisiche e psichiche comunque evitabili, dovute all’insicurezza, al disinteresse delle Istituzioni e alla esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia »
28/06/2013, 10:23
Atlanticus81 ha scritto:
Fesserie???
Da "Feminicide: The Politics of woman killing" di Diana Russell e Jill Radford (1992) il femminicidio viene identificato come una ben specifica categoria criminologica, ovvero una violenza estrema da parte dell’uomo contro la donna «perché donna», in cui cioè la violenza è l'esito di pratiche misogine.
L'antropologa messicana Marcela Lagarde nel 1993 utilizza il termine femminicidio per comprendere:« La forma estrema di violenza di genere contro le donne, prodotto della violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato, attraverso varie condotte misogine - maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, sul lavoro, economica, patrimoniale, familiare, comunitaria o anche istituzionale - che comportano l’impunità delle condotte poste in essere tanto a livello sociale quanto dallo Stato e che, ponendo la donna in una posizione indifesa e di rischio, possono culminare con l’uccisione o il tentativo di uccisione della donna stessa, o in altre forme di morte violenta di donne e bambine: suicidi, incidenti, morti o sofferenze fisiche e psichiche comunque evitabili, dovute all’insicurezza, al disinteresse delle Istituzioni e alla esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia »
Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Femminicidio
In Italia evidentemente siamo ancora indietro dal punto di vista socio-culturale per comprendere e affrontare questi fenomeni. Ci riteniamo troppo evoluti per accettare il fatto che aree di pericolo, magari anche in ambienti familiari insospettabili, possano ancora esistere nel nostro piccolo tranquillo mondo civile.
28/06/2013, 12:01
Atlanticus81 ha scritto:
Fesserie???
Da "Feminicide: The Politics of woman killing" di Diana Russell e Jill Radford (1992) il femminicidio viene identificato come una ben specifica categoria criminologica, ovvero una violenza estrema da parte dell’uomo contro la donna «perché donna», in cui cioè la violenza è l'esito di pratiche misogine.
L'antropologa messicana Marcela Lagarde nel 1993 utilizza il termine femminicidio per comprendere:« La forma estrema di violenza di genere contro le donne, prodotto della violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato, attraverso varie condotte misogine - maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, sul lavoro, economica, patrimoniale, familiare, comunitaria o anche istituzionale - che comportano l’impunità delle condotte poste in essere tanto a livello sociale quanto dallo Stato e che, ponendo la donna in una posizione indifesa e di rischio, possono culminare con l’uccisione o il tentativo di uccisione della donna stessa, o in altre forme di morte violenta di donne e bambine: suicidi, incidenti, morti o sofferenze fisiche e psichiche comunque evitabili, dovute all’insicurezza, al disinteresse delle Istituzioni e alla esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia »
Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Femminicidio
In Italia evidentemente siamo ancora indietro dal punto di vista socio-culturale per comprendere e affrontare questi fenomeni. Ci riteniamo troppo evoluti per accettare il fatto che aree di pericolo, magari anche in ambienti familiari insospettabili, possano ancora esistere nel nostro piccolo tranquillo mondo civile.
28/06/2013, 13:00
rmnd ha scritto:
Fenomelogie criminali che rasentano la patologia come questi omicidi non si affrontano in modo ideologico, con una contrapposizione maschio-femmina. Si banalizza la questione. Si affrontano per quanto possibile con leggi più severe iniziando dai fenomeni di stalking. Certo anche con l'educazione, ma riconoscendo che vi sarà sempre una componente istintiva che non potrà mai essere del tutto eliminata nè prevista in talune situazioni.