16/07/2013, 23:25
17/07/2013, 07:49
[red]Ronin77 ha scritto:
Poi vedo ufologo piagnucolare dicendo sostanzialmente "perchè voi ci prendete in giro"
In un paese "intelligente" questi non sarebbero nel posto dove sono ora.
17/07/2013, 09:56
rmnd ha scritto:Atlanticus81 ha scritto:
Ma vi rendete conto di quanto sia facile per "loro" il controllo su di noi finchè utilizzeremo queste cavolo di etichette?!
Omosessuale, eterosessuale nero, scimmia, terrone, musulmano, cristiano, ateo...
Se ci pensate bene sono parole vuote che non vogliono dire nulla. Ma sulle quali la Società realizza il proprio Sistema chiuso a compartimenti stagni.
Siamo persone! Individui!!!
Ognuno con la SUA testa pensante (o quantomeno dovrebbe) e non con quella dell'Opinion Leader di turno che muove le masse oggi a destra domani a manca...
Guarda che la Kyenge, si definisce 'orgogliosamente nera', sue testuali parole, eh giù di applausi da quegli ebeti politically correct.
Se l'orgoglio della propria razza l'avesse espresso un ministro 'bianco' del nostro governo..tutti a strapparsi le vesti indignati chiedendone subito le dimissioni.
Forse il problema non sono i musulmani, i neri, e altre minoranze (che poi diciamocela tutta , minoranze non sono). 'Minoranze' fiere del colore della loro pelle , della loro religione, della loro cultura anche se medievale talvolta, rispetto ai canoni occidentali. Il problema sono quelli malati del politically correct occidentali e bianchi che provano vergogna di se stessi e della propria storia e religione.
Quelli, i politically correct, che fino a ieri non si sono fatti problemi a far svolgere le recite natalizie a scuola e lasciare il crocifisso in aula anche se alcuni alunni potevano essere figli di atei o testimoni di geova o altre fedi non cattoliche. Perchè i genitori e i loro figli erano comunque sempre italiani, bianchi e occidentali anche se stranieri. Ma da quando sono arrivati quelli dai paesi del terzo mondo , e in particolare quelli di fede musulmana, sono aumentati gli episodi di discriminazione al contrario. Una discriminazione che va sotto il nome (politically correct,ovviamente) di 'rispetto verso le altre fedi e culture'.
E poi come può fare il ministro dell'integrazione una persona che quando mise piede per la prima volta nel nostro paese, lo fece da irregolare?...è una farsa. Ci credo che quella parla di ius soli e abolizione del reato di clandestinità. Lei fa giustamente gli interessi delle etnie simili alla sua, non degli italiani. La sua concezione di integrazione è a senso unico. Prima i diritti poi semmai i doveri... ma poi eh..forse
17/07/2013, 10:05
bleffort ha scritto:
Non capisco come mai non critichi i " clandestini" che ti comandano,tu sai di chi parlo!.
Forse perchè hanno la pelle chiara!. [}:)]
17/07/2013, 10:08
Meryddin ha scritto:
Ma ci vogliamo ricordare che Calderoli era lo stesso che passeggiava con un maiale al guinzaglio sul terreno dove dovevano costruire una moschea?! Mo' arrampichiamoci pure sugli specchi. La lega ha fatto del razzismo (verso i terroni, verso i musulmani, ora verso una ministra di colore) un facile modo di accaparrarsi il consenso di fasce di popolazione poco istruite e tendenzialmente xenofobe, come ce ne sono in tutti i paesi. Non nascondiamoci dietro ad un dito. Qui in abruzzo fecero dei cartelli per una campagna elettorale con scritto "Basta col Kebab!" Ma di che stiamo parlando?! E' come se un italo-americano fosse eletto negli stati uniti e un'ALTA CARICA ISTITUZIONALE lo chiamasse mafioso mangia-spaghetti... Suvvia siamo seri.
17/07/2013, 10:36
17/07/2013, 10:50
estraterrestre ha scritto:
state sbagliando tutti
per il semplice motivo che non si puo fare di un erba un fascio
la realtà che spaventa è che per colpa di pochi si colpisce tutti.
Domandiamoci perchè l'italiota ha sempre bisogno di un capro espriatorio
per tutto senza mai fare autocritica.
Sembra che da noi o sia bianco o sia nero e nessuno veda le sfumature di grigio...
17/07/2013, 10:54
greenwarrior ha scritto:
Spiegami dove vedi del razzismo in un cartello con " Basta Kebab ". Forse era un tentativo di far comprendere agli accecati di quanto fosse ed è pericoloso il tentativo di sostituire le abitudini di un popolo con culture che non rispettano il paese che li ospita ed è quello che stanno facendo in accordo con " I poteri forti ".
Il nuovo regolamento comunale per bar, locali e ristoranti in difesa del cibo
e della "tipicità architettonica, strutturale, culturale, storica e di arredo"
[color=blue]Lucca, stop ai ristoranti etnici
"Salvaguardare la tradizione"
I titolari degli esercizi dovranno sorvegliare che gli avventori non consumino in strada
e non vadano a sedersi sui monumenti nelle ore notturne. Proteste da parte dei giovani
Lucca dice basta ai ristoranti etnici. Il nuovo regolamento del Comune (guidato da una giunta di centrodestra) per bar locali e ristoranti, licenziato in consiglio comunale giovedì scorso, prevede che, nel centro storico del capoluogo toscano (inteso dentro ai quattro chilometri quadrati delle mura urbane) "al fine di salvaguardare la tradizione culinaria e la tipicità architettonica, strutturale, culturale, storica e di arredo non è ammessa l'attivazione di esercizi di somministrazione, la cui attività svolta sia riconducibile ad etnie diverse". E la norma vale anche in caso di subentro.
Tra le prime 'vittime' ovviamente i venditori di kebab, ma di fatto, la regola si può applicare anche ad altre cucine, come quella messicana, indiana o francese. A Lucca, quindi, si può mangiare solo italiano, anzi, preferibilmente 'lucchese'. In un altro punto, infatti, è previsto che nei menù deve essere presente almeno un piatto tipico lucchese, preparato esclusivamente con prodotti comunemente riconosciuti tipici della provincia di Lucca.
E il Comune, nel varare il nuovo regolamento, ha pensato anche agli arredi che devono essere 'confacenti al centro storico stesso', e ha specificato che i locali devono fornire: 'sedie in legno, arredamento elegante e signorile anche nei dettagli', al personale che deve essere 'fornito di elegante uniforme adatta agli ambienti nei quali si svolge il servizio e dovrà 'essere a conoscenza della lingua inglese'.
A Lucca, come in moltissime città i locali hanno assunto il ruolo di luogo di ritrovo per i giovani, che spesso si fermano a chiacchierare fuori: il Comune ha voluto porre un freno anche a questo, prevedendo che sia il titolare a dover sorvegliare che gli avventori non consumino in strada 'creando, con questo comportamento, raduni di persone che ostacolino il normale scorrimento veicolare e/o pedonale, impediscano il riposo dei cittadini nelle ore notturne, diano origine a risse e incidenti o ostruiscano il normale accesso alle abitazioni'.
Sempre il titolare, poi, dovrà aver cura che i giovani non vadano a sedersi sui gradini di monumenti, in luoghi destinati al culto nei pressi del locale o in luoghi di interesse storico, artistico o aree pubbliche. Un provvedimento che i giovani lucchesi non hanno accettato bene, tanto che già si sono sollevate le prime voci di protesta.
"Il nuovo regolamento approvato dal consiglio comunale di Lucca - fanno sapere dal Comune toscano - aggiorna precedenti disposizioni, assunte nel 2000, in cui si individua una serie di attività, incompatibili con le esigenze di tutela e valorizzazione del patrimonio storico-ambientale. Le disposizione assunte nel tempo dal Comune hanno posto un freno all'apertura, all'interno delle Mura urbane, di nuove italianissime pizzerie veloci, di fast food (Mc Donald's ha aperto in periferia), rivendite di articoli da mare e nautica, sexy shop ed esercizi di grande distribuzione. Niente cambia per le attività che già esistono - nel centro storico ci sono quattro kebab - mentre le nuove attività potranno aprire nel resto della città e non nel cuore del centro storico".
(26 gennaio 2009)[/color]
http://iltirreno.gelocal.it/lucca/cronaca/2011/01/28/news/centro-possono-aprire-i-ristoranti-etnici-1.2295628
Sparisce dal regolamento dei pubblici esercizi il divieto di apertura in città di locali etnici, kebab compresi. In base alla proposta di modifica, infatti, in centro «non possono essere avviate attività incompatibili con l'esigenza di tutelarne le tradizionali caratteristiche culturali e ambientali».
La guerra ai kebab (e dintorni), però, sembra archiviata più nella forma che nella sostanza, anche se poi sarà il consiglio comunale a decidere se approvare la modifica del regolamento sui pubblici esercizi, imposta dall' Unione Europea, contraria al divieto di apertura ai locali etnici. Il nuovo articolo, dunque, sembra, spostare il problema dalla questione gastronomica a quella più estetica dei locali che devono aprire nel centro storico.
Attualmente, infatti, il testo contestato parla di impossibilità di variare la tipologia di somministrazione esistente «con quella di etnie diverse anche in caso di subentro in esercizi già esistenti, al fine di salvaguardare la tradizione culinaria e la tipicità architettonica, strutturale, culturale, storica e di arredo dei centri storici».
Le nuove disposizioni, che dovranno essere discusse martedì in commissione, sono più articolate, per affrontare i singoli aspetti e ambiti da tutelare uno per uno, in dettaglio. Così un nuovo comma stabilisce che (sempre in riferimento al centro storico) in caso «di avvio di nuove attività o di interventi di ristrutturazione dei locali già adibiti a esercizio di somministrazione, le soluzioni di allestimento e di arredo dovranno preventivamente acquisire il parere favorevole di un'apposita commissione di esperti nominata dal sindaco. Il parere dovrà essere allegato alla documentazione per l'inizio dell'attività».
E così è sistemata la parte del decoro urbano. Per ribadire il concetto, un nuovo comma definisce «incompatibile (nel centro storico, ndr) l'avvio di attività di somministrazione che, attraverso l'installazione di insegne, arredi, attrezzature o infissi, ne snaturino e alterino l'aspetto insediativo caratteristico». Ugualmente vengono definiti incompatibili con il centro i locali «che siano riconducibili a modalità organizzative che non siano tipiche degli esercizi di somministrazione o di vendita per il consumo nei locali dell'esercizio o in una superficie aperta al pubblico (adiacente o pertinente al locale) attrezzati e gestiti per la funzionalità dell'attività».
In altre parole, sembrerebbe possibile l'apertura di un locale etnico (comprese le kebaberie) nel centro storico, a patto che non alteri la struttura originaria dell'edificio, che abbia arredi considerati idonei (almeno dalla commissione di nomina sindacale) e che abbia un servizio "tradizionale". In realtà, la disposizione successiva precisa c he nei menu degli pubblici esercizi del centro storico, dotati di cucina, deve essere presente «almeno un piatto tipico lucchese».
E con questo sichiude la porta ai kebab, anche se la regola non è nuova: già la normativa in vigore attualmente impone agli esercizi di ristorazione di avere in menu un piatto tipicamente lucchese «preparato esclusivamente con prodotti comunemente riconosciuti come tipici della provincia di Lucca». Questa ultima parte è stata cassata, ma viene conservata quella del menu con i piatti tipici. Resta da vedere, poi, se in concreto il Comune autorizzerà l'apertura di un locale etnico che mettesse in lista, solo la zuppa alla frantoiana o il farro.
Eventualmente, per impedire aperture o subentri, l'amministrazione può sempre ricorrere a un altro paio di nuove disposizioni come quella he ricorda che i centri storici «sono considerate aree di particolare interesse e, al loro interno, gli esercizi di somministrazione devono conservare le caratteristiche storico-architettoniche proprie del contesto, con strutture e arredi di qualità e confacenti ai luoghi». In più il Comune può sempre giocare la carta della sicurezza, visto che la modifica al regolamento ribadisce che nei centri storici è da «considerarsi incompatibile l'avvio di attività che possano presentare aspetti di pericolosità per l'incolumità pubblica e che non si concilino con la caratteristica di pedonalizzazione dell'area per la loro forte attrazione di traffico o perché comportanto frequenti soste veicolari all'ingresso degli esercizi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
28 gennaio 2011
17/07/2013, 11:05
estraterrestre ha scritto:
state sbagliando tutti
per il semplice motivo che non si puo fare di un erba un fascio
la realtà che spaventa è che per colpa di pochi si colpisce tutti.
Domandiamoci perchè l'italiota ha sempre bisogno di un capro espriatorio
per tutto senza mai fare autocritica.
Sembra che da noi o sia bianco o sia nero e nessuno veda le sfumature di grigio...
17/07/2013, 11:18
17/07/2013, 11:38
Massimo Falciani ha scritto:
in centro a Firenze:
- un gelato va sui 5€
- un trancio di pizza a taglio sui 4-4.50€
- un panino risicato pomodoro e mozzarella sempre sui 4€
- in piazza della Repubblica tre tè, 8 biscotti e un cappuccino 33€!
se mi mangio un falafel con 3.50€ mi sfamo.
in un Sushi Wok con 11€ mangio fino a scoppiare (all you can eat); con quello che spendo in piazza della Repubblica ci si mangia in 3! e pure parecchio bene!
se questa deve essere la "tradizione locale" ben vengano culture dal resto del mondo!
17/07/2013, 11:53
rmnd ha scritto:Massimo Falciani ha scritto:
in centro a Firenze:
- un gelato va sui 5€
- un trancio di pizza a taglio sui 4-4.50€
- un panino risicato pomodoro e mozzarella sempre sui 4€
- in piazza della Repubblica tre tè, 8 biscotti e un cappuccino 33€!
se mi mangio un falafel con 3.50€ mi sfamo.
in un Sushi Wok con 11€ mangio fino a scoppiare (all you can eat); con quello che spendo in piazza della Repubblica ci si mangia in 3! e pure parecchio bene!
se questa deve essere la "tradizione locale" ben vengano culture dal resto del mondo!
si e poi te li spendi in medicine. Libero di mangiare quello che vuoi. ma se vuoi un kebab dev'essere arredato con tutti i crismi di rispetto del decoro urbano. Di quei locali ne sono pieni centri commerciali. I centri storici rivalutiamoli invece di trascinarli nel degrado urbanistico con locali etnici non europei arredati al loro interno in modo discutibile e insegne giganti al neon.
17/07/2013, 11:58
17/07/2013, 12:01
Massimo Falciani ha scritto:rmnd ha scritto:Massimo Falciani ha scritto:
in centro a Firenze:
- un gelato va sui 5€
- un trancio di pizza a taglio sui 4-4.50€
- un panino risicato pomodoro e mozzarella sempre sui 4€
- in piazza della Repubblica tre tè, 8 biscotti e un cappuccino 33€!
se mi mangio un falafel con 3.50€ mi sfamo.
in un Sushi Wok con 11€ mangio fino a scoppiare (all you can eat); con quello che spendo in piazza della Repubblica ci si mangia in 3! e pure parecchio bene!
se questa deve essere la "tradizione locale" ben vengano culture dal resto del mondo!
si e poi te li spendi in medicine. Libero di mangiare quello che vuoi. ma se vuoi un kebab dev'essere arredato con tutti i crismi di rispetto del decoro urbano. Di quei locali ne sono pieni centri commerciali. I centri storici rivalutiamoli invece di trascinarli nel degrado urbanistico con locali etnici non europei arredati al loro interno in modo discutibile e insegne giganti al neon.
eh già...
questa è via calzaiuoli, proprio belle le insegne...
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toh, guarda, un neon!
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per non parlare del fatto che l'hard rock cafè, sempre in piazza della Repubblica, è stato costruito al posto dello storico cinema Gambrinus!
17/07/2013, 12:05
rmnd ha scritto:
Non solo i locali etnici "terzomondisti".