13/09/2012, 15:31
13/09/2012, 19:09
Aztlan ha scritto:
E' normale per un pianeta avere satelliti, forse è più raro un pianeta che non ne abbia alcuno,
come Venere, che ha le stesse dimensioni nostre.
Parlerei invece della singolarità del nostro satellite, di cui non si conosce con certezza manco la provenienza...
13/09/2012, 19:46
14/09/2012, 09:15
16/09/2012, 01:29
21/09/2012, 10:59
22/07/2013, 01:38
Un'ancestrale legame genetico tra Marte e Terra
Siamo tutti marziani? E' una delle ipotesi avanzate da un nuovo studio comparso sulla rivista Astrobiology, condotto da un team di scienziati guidati da Christofer Carr, ricercatore del Dipartimento di Terra, Atmosfera e Scienze Planetarie del MIT.
Secondo gli scienziati planetari, l'ipotesi che tutta la vita sulla Terra possa avere un legame con eventuali organismi che hanno avuto origini su Marte è tutt'altro che peregrina. Più di 3, 5 miliardi di anni fa, un incursione di meteore ha sconvolto il Sistema Solare, facendo registrare numerosi impatti sui pianeti.
Gli impatti meteoritici potrebbero aver spinto frammenti di Terra verso Marte e viceversa, creando una discendenza genetica comune tra i due pianeti, basata sul DNA.
Il team di scienziati guidato da Carr ha costruito un mini-sequenziatore genetico che un giorno potrebbe essere inviato su Marte per analizzare campioni di terreno alla ricerca di DNA e di altro materiale genetico.
Per rilevare dati genetici su Marte, uno strumento di sequenziamento del DNA dovrebbe resistere a bruschi sbalzi di temperatura e all'esposizione costante di radiazioni. Tale esposizione può causare falsi positivi, per esempio, oppure registrare inesistenti basi supplementari di DNA.
Il piccolo dispositivo di sequenziamento è stato testato in laboratorio, esponendolo a massicce dosi di radiazioni, simili a quelle che potrebbero investirlo in un futura missione su Marte.
Dopo l'esposizione, il dispositivo ha analizzato un ceppo di E. coli, individuando con successo la sua sequenza genetica. A quanto rivelano i ricercatori, il dispositivo può resistere per oltre due anni nello spazio, abbastanza a lungo da raggiungere Marte e raccogliere dati per un anno e mezzo.
"Nel corso del tempo, le prestazioni di un qualsiasi dispositivo su Marte tendono a degradare, riducendo la nostra capacità di ottenere dati di sequenza. Lo strumento potrebbe avere un tasso di errore sempre più elevato, o potrebbe non funzionare affatto", spiega Carr.
"Ma il dispositivo che abbiamo realizzato non ha mostrato questo tipo di problema. Dopo sue anni di missioni, esso sarà ancora in grado di funzionare. Questi chip sono ottimi candidati per la ricerca di vita su Marte".Ma il team ritiene che non solo Marte sia il bersaglio perfetto del dispositivo. "I risultati suggeriscono che il sequenziamento genetico può essere un processo fondamentale per la ricerca di vita nello spazio, sopratutto in luoghi come Europa, la luna di Giove, dove esistono oceani liquidi adatti ad ospitare la vita", continua Carr. "Altro luogo promettente può essere Encelado, una delle lune di Saturno, dove si ritiene possa esserci una potenziale zona abitabile con emissioni di radiazioni molto meno intense".
In fin dei conti, lo scopo finale dei ricercatori sarebbe quello di trovare una conferma definitiva alla teoria della 'Panspermia", un'ipotesi che suggerisce che i semi della vita (in senso ovviamente figurato) siano sparsi per l'Universo, e che la vita sulla Terra sia iniziata con l'arrivo di detti semi e il loro sviluppo. È implicito quindi che ciò possa accadere anche su molti altri pianeti. Per estensione, semi si potrebbero considerare anche semplici molecole organiche.
29/07/2013, 00:43
Marte ucciso dalla collisione con un grosso asteroide?
Marte era un pianeta lussureggiante prima di scontrarsi con un grosso asteriode.
La collisione di Marte con un oggetto di grandi dimensioni potrebbe essere la causa della trasformazione del Pianeta Rosso nell'area inospitale che conosciamo. La teoria sembra confermata dalle nuove informazioni raccolte da Curiosity mediante lo spettrometro TLS (Tunable Laser Spectrometer) e il Quadrupole Mass Spectrometer (QMS) di cui è dotato.
Oltre alle rocce, il simpatico Rover sta infatti rilevando la concentrazione delle sostanze chimiche nell'atmosfera (anidride carbonica, argon, azoto, ossigeno e monossido di carbonio) e gli isotopi di ciascun elemento, che servono per trarre informazioni sulla biologia, la geologia, i cambiamenti climatici e altro avvenuti nel corso del tempo.
I risultati delle analisi sono esposti in due articoli pubblicati sul settimanale Science, i cui autori spiegano che il rover ha confermato in buona parte le scoperte delle sonde Viking 1 e Viking 2 spedite su Marte negli anni 70.
L'accuratezza delle analisi di Curiosity però è di gran lunga maggiore, e ha permesso di concludere che non ci sono stati rilevanti cambiamenti nell'atmosfera marziana negli ultimi mille anni. Inoltre, la percentuale di idrogeno e deuterio rilevata nell'aria marziana suffraga la tesi secondo cui Marte avrebbe perso gran parte della sua atmosfera entro il primo miliardo di anni della sua storia.
I risultati sembrano corrispondere a quelli raccolti dalla sonda europea Mars Express. Marte avrebbe avuto in sostanza tre fasi evolutive. La prima, Phyllocian, dovrebbe essere durata dai primi 500 milioni al miliardo di anni dalla nascita di Marte ed è caratterizzata dalla presenza di acqua corrente, argille ricche di minerali e densa atmosfera.
Segue il periodo soprannominato Theiikian, in cui si è verificata un'intensa attività geologica che ha portato alla creazione di ampi strati di solfati. Arriviamo quindi all'era Siderikan, in cui Marte è rimasto praticamente com'è adesso.
Tutto sembrerebbe in linea con la teoria secondo la quale a trasformare un pianeta lussureggiante in uno inospitale per la vita sarebbe stata la collisione di Marte con un oggetto di grandi dimensioni, forse un asteroide delle dimensioni di Plutone. L'impatto avrebbe causato l'interruzione del campo magnetico del pianeta e la perdita di atmosfera.
Nel 2009 uno studio aveva paventato un destino simile anche per la Terra. Per fortuna le possibiltà di collisione fra la Terra e Venere o Marte sono una su 2500, e non prima di altri 3,5 miliardi di anni.
29/07/2013, 09:37
29/07/2013, 11:06
29/07/2013, 22:31
Atlanticus81 ha scritto:
Sarebbe interessante se riuscissero a indicarci il momento in cui l'ipotetico impatto con questo ipotetico meteorite (ipotesi a cui credo molto) sia realmente accaduto...
1 miliardo di anni fa?
1 milione di anni fa?
100.000 anni fa?
Capite che le implicazioni potrebbero essere notevoli.
31/07/2013, 00:50
byrus ha scritto:
Ma se torniamo a parlar di Marte, riguardo le due anomale lune si pensa che siano alcuni dei frammenti del catastrofico impatto che in passato ha sconvolto il pianeta. Questo spiegherebbe il perchè sono così stranamente "leggere", non sono corpi compatti ma un insieme di corpi minori non fusi. Peccato che non è riuscita ad atterrare nessuna sonda...
Iosif Šklovskij
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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Iosif Šklovskij (a sinistra) e Jakov Zel'dovi#269; nel 1977.
Iosif Samuilovi#269; Šklovskij (in russo: #1048;#1086;#769;#1089;#1080;#1092; #1057;#1072;#1084;#1091;#1080;#769;#1083;#1086;#1074;#1080;#1095; #1064;#1082;#1083;#1086;#769;#1074;#1089;#1082;#1080;#1081;; Hlukhiv, 1 luglio 1916[1] – Mosca, 3 marzo 1985[1]) è stato un astrofisico russo.
Personaggio di primo piano nel dibattito sulla possibile esistenza della vita extraterrestre, suggerì che la prima prova evidente dell'esistenza di una civiltà aliena sarebbe stata la disperisone di energia elettromagnetica, dovuta alle comunicazioni locali.[2] Su questa filosofia oggi è sviluppata la ricerca portata avanti dal progetto SETI. Fu il primo a suggerire nel 1953, che le onde radio e i raggi X provenienti dalla Nebulosa del Granchio sono prodotti da radiazione di sincrotrone.[1] Predisse anche l'esistenza dei maser astronomici.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Iosif_%C5%A0klovskij