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Ufologo 555 ha scritto: Ma allora dimmi perché non l'hanno RISOLTO LORO quando hanno fatto finta di governare!
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IL PD - L c' è dentro in pieno :In Italia il problema del conflitto di interessi nel rapporto tra interessi pubblici e privati ha assunto notorietà nazionale da quando Silvio Berlusconi ha preso parte alla campagna elettorale del 1994 per coprire la carica di Presidente del Consiglio dei ministri (carica ricoperta successivamente anche dal 2001 al 2006 e dal 2008 al 2011).[1] Secondo il giornalista Sergio Rizzo, tuttavia, Silvio Berlusconi "è solo l’ultimo erede di un sistema consolidato", diffuso a tutti i livelli nella società italiana.[1] Il conflitto è, nel caso di Berlusconi, rappresentato dalla titolarità contemporanea - in prima persona o per mezzo di familiari o collaboratori - di funzioni pubbliche, del gruppo televisivo Mediaset, e di ingenti proprietà nel settore assicurativo, sportivo, edile, editoriale, ecc. Per vari giuristi e costituzionalisti, tale conflitto determina l'impossibilità legale d'essere eletti.[2]
La Costituzione italiana, secondo gli artt. 65 e 66, obbliga il Parlamento a valutare l’eleggibilità dei suoi membri in base alla legge ordinaria, che se ne occupa nel Decreto del Presidente della Repubblica n.361 del 1957. La Giunta delle elezioni della Camera dei deputati, nel 1994, dichiarò legittima l’elezione di Silvio Berlusconi[3] con la motivazione che la norma citata andrebbe riferita «alla concessione ad personam e quindi, se non c’è titolarità della persona fisica, non si pone alcun problema di eleggibilità, pur in presenza di eventuali partecipazioni azionarie». Nelle successive legislature fu confermata tale tesi.
Nel 1996 il senatore Stefano Passigli propose un disegno di legge che prevedeva che il funzionario pubblico con un patrimonio eccedente una certa somma dovesse affidarlo in gestione ad un'apposita società indipendente (blind trust o fondo cieco). Il d.d.l. non venne approvato. La questione fu però ripresa dallo stesso Governo Berlusconi II con la Legge n. 215 del 2004, titolata Norme in materia di risoluzione dei conflitti di interessi.[4]. La legge prescrive che l'imprenditore individuale provveda a nominare uno o più institori, ovvero una o più persone di fiducia (anche parenti, amici o collaboratori) cui affidare l'effettiva gestione aziendale.
Il Parlamento europeo, al paragrafo 38 della risoluzione del 20 novembre 2002 deplorava che, "in particolare in Italia, permanga una situazione di concentrazione del potere mediatico nelle mani del presidente del consiglio, senza che sia stata adottata una normativa sul conflitto d’interessi".[5]
Tra gli altri casi italiani di conflitto d'interessi, vi sarebbe quello del governatore della Sardegna (in carica dal 2004 sino al dicembre 2008) Renato Soru, fondatore della società di telecomunicazioni Tiscali. Questi, dopo la sua elezione, ha lasciato il controllo della società, pur continuando a mantenerne il 27,5% del capitale (in seguito gradualmente sceso fino al 18%).
Il giornalista Marco Travaglio ha affermato che Corrado Passera, nelle sue vesti di ministro del governo Monti, è, vista la sua carriera in ambito bancario, in conflitto di interesse. Altri conflitti di interesse sarebbero rappresentati dall'attività politica e imprenditoriale di Luca Cordero di Montezemolo, Emma Marcegaglia e numerosi altri esponenti politici.[6][1]
https://it.wikipedia.org/wiki/Conflitto_di_interessi