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MessaggioInviato: 21/08/2013, 13:43 
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mik.300 ha scritto:

obama,
o chi per esso,
conta conta..

quello briga nell'ombra..
finanzia,sponsorizza, arma
agisce..

non badate sol oa quello che
dice o non dice..

tanto sono solo parole..
diritti umani, democrazia, bla bla bla..

lo ha capito anche lui..



..evidentemente briga,ma con poco costrutto o intelligenza,ad ora dove a cercato di fare qualkosa,il fallimento e' stato totale,sara' un sognatore,ma purtroppo la realta'e' un altra,...e il suo fallimento e' palese [;)]


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MessaggioInviato: 21/08/2013, 15:31 
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Diego ha scritto:

che dire????

una immagine che rispecchia la gran verita'


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Un'immagine che vale più di mille parole.........



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 21/08/2013, 16:29 
Secondo me la colpa è di Obama che lascia fare .....(tanto il premio Nobel l'ha in tasca) [^]



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
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MessaggioInviato: 21/08/2013, 17:13 
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ubatuba ha scritto:

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mik.300 ha scritto:

obama,
o chi per esso,
conta conta..

quello briga nell'ombra..
finanzia,sponsorizza, arma
agisce..

non badate sol oa quello che
dice o non dice..

tanto sono solo parole..
diritti umani, democrazia, bla bla bla..

lo ha capito anche lui..



..evidentemente briga,ma con poco costrutto o intelligenza,ad ora dove a cercato di fare qualkosa,il fallimento e' stato totale,sara' un sognatore,ma purtroppo la realta'e' un altra,...e il suo fallimento e' palese [;)]


perchè distruggere la libia, la siria
la neodemocrazia egizia
sono stati un fallimento secondo te?



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 21/08/2013, 17:36 
mik la democrazia non si esporta,come andando al mercato a comprare delle prugne,ci sono sempre delle strade da percorrere,gheddafi o mubarak magari erano dittatori ma almeno tenevano la situazione sotto controllo senza tantii patemi,e appena rimossi tali nazioni sono piombate in un caos indescrivibile,direi che appoggaire la loro destituzione,e' stata scarsita' di visione politica,la medesima cosa riguarda assad,certe nazioni necessitano del pugno duro x essere governate,e si dovra' attendere ancora qualke tempo xke'maturi il tempo della democrazia,ed in questa ottica obama e'stato un fallimento totale,ripeto un altro carter,che quando terminera'il suo mandato la situazione mondiale sara' ulteriormente deteriorata

di certo obama ha raccontatoi belle favole,ma purtroppo x lui nel periodo sbagliato,nella vita e' necessario essere realisti quando si occupa un incarico cosi' elevato;....magari fosse stato presidente delle tuvalu,avrebbe potuto affermare qualsiasi amenita'alle quali nessuno avrebbe fatto caso......diciamo presidente nel posto sbagliato.....[;)]


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MessaggioInviato: 21/08/2013, 19:13 
[:257] [:264]



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MessaggioInviato: 21/08/2013, 20:19 
Mogli e buoi dei paesi tuoi.
Che ognuno si faccia gli affaracci propri. Basta ingerenze in nome di un patetico e deleterio ordine mondiale.



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MessaggioInviato: 21/08/2013, 20:28 
Questo se non ci fossero i soliti ... interessi! [;)]



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MessaggioInviato: 10/09/2013, 20:14 
I Fratelli Musulmani hanno imposto il pagamento della gizya ai cristiani del villaggio di Dalga, nel sud di Minya, dove nelle scorse settimane diverse chiese sono state bruciate e famiglie di cristiani copti attaccate. La notizia è stata riportata dall’agenzia Aina.

TRIBUTO UMILIANTE. La gizya è il tributo che secondo il Corano i dhimmi, cioè i sudditi non musulmani di uno Stato islamico come i cristiani, devono pagare «con umiliazione» in cambio della protezione e del mantenimento della propria fede. In questo modo, nel 600 d.C., le popolazioni cristiane più povere, che non potevano pagare, sono state convertite all’islam.

50 EURO AL GIORNO. Come dichiarato da p. Yunis Shawqi, che vive nel villaggio, tutti i 15 mila cristiani copti «senza eccezioni» sono costretti a pagare il tributo, proprio come «avveniva 1.400 anni fa»: «La somma del tributo e il metodo di pagamento è diverso da zona a zona. Alcuni sono costretti a pagare 200 lire egiziane al giorno (circa 20 euro, ndr) altri 500 al giorno». Chi non è in grado di pagare, continua p. Shawqi, subisce attacchi e pestaggi. In alcuni casi donne e bambini di famiglie cristiane sono stati rapiti. Per questo 40 famiglie cristiane sono già fuggite dal villaggio.

CHIESE BRUCIATE. Dopo l’uccisione da parte dell’esercito di centinaia di sostenitori dei Fratelli Musulmani, che non hanno mai accettato la deposizione di Mohamed Morsi con proteste e sit-in nelle principali città egiziane, la Fratellanza ha bruciato più di 70 chiese in tutto il paese, oltre a decine di case e negozi


http://www.tempi.it/egitto-fratelli-mus ... buto-gizya

...e questo sarebbe il nuovo,sostenuto dal nobel x la pace......da addivenire [;)]


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MessaggioInviato: 09/10/2013, 22:32 
L'America si sveglia,un milione di camionisti bloccheranno Washington

Una protesta congiunta senza precedenti per dimensioni avrà luogo fra pochi giorni negli USA: più di un milione di camionisti con i loro automezzi per tre giorni rallenteranno volutamente il traffico sulle arterie stradali di Washington per protestare contro lo shutdown del governo, chiedendo l’arresto dei membri del congresso e il ripristino della costituzione originaria degli Stati Uniti. Ad essi si uniranno più di un milione di veterani dell’esercito, che condividono il sentimento patriottico della protesta e si uniscono ai camionisti nel pretendere il ripristino della legalità.

Il comitato dei camionisti ha anticipato che essi non si fermeranno nel caso il governo decida per la linea dura.

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La situazione, della quale giungono finora pochi echi qui da noi, è gravida di interrogativi sugli esiti di una tale manifestazione, ma quel che è certo che in ogni caso sarà un evento tale da scatenare delle dinamiche le cui conseguenze saranno avvertite non solo in America, ma nello scenario globale.

Jervé

http://digitaljournal.com/article/358989

http://canauzzie.blogspot.com/2013/09/convoy-2013-truckers-roar-to-dc-with.html

http://www.usnews.com/news/articles/2013/10/07/truckers-for-the-constitution-plan-to-slow-dc-beltway-arrest-congressmen

http://2012thebigpicture.wordpress.com/2013/10/06/one-million-veterans-to-march-on-washington-dc-october-13th-2013/

http://oathkeepers.org/oath/2013/10/01/oath-keepers-is-going-operational-by-forming-special-civilization-preservation-teams/

[align=right]Source: TERRA REAL TIME: L'America si ...onisti bloccheranno Washington [/align]




Stupendo [:)] [:)]


Ultima modifica di Wolframio il 09/10/2013, 22:34, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 10/10/2013, 18:53 
La Casa Bianca teme una guerra civile negli Stati Uniti

Ogni giorno cresce il malcontento popolare negli Stati Uniti per la crisi e le guerre. Alcuni politologi sostengono che Washington si prepara a introdurre misure di emergenza contro eventuali sviluppi nel Paese. Il 1 ottobre gli USA sono entrati nel nuovo anno fiscale senza una finanziaria e con il più alto debito pubblico nella storia del Paese. Il segretario alla Difesa Chuck Hagel, ai primi di ottobre ha rilevato che

“molti nel Paese sono contro le autorità e contro tutto ciò che accade.”

Immagine

Ha confessato che gli statunitensi perdono la fiducia nelle istituzioni a causa della guerra più lunga nella storia (la guerra in Afghanistan, che dura ormai da 12 anni) e della più grave crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione.

Secondo l’analista politico Nikolaj Malishevskij,

“a quanto pare Washington si prepara a introdurre misure di emergenza relative ad eventuali sviluppi. E non si dimentichi l’invito del leader del Ku Klux Klan, Richard Preston, agli statunitensi “a preparasi alla guerra civile contro Barack Obama e i suoi seguaci”, e a farlo ad ottobre, celebrando il 150° anniversario della battaglia decisiva nella guerra civile negli Stati Uniti”.

In ogni caso, secondo l’esperto, ci sono chiari segni di crescente tensione nella società statunitensi. Unità dei marines si muovono velocemente dall’Afghanistan verso gli Stati Uniti e si addestrano a combattere in ambienti urbani.

“Dal 10 settembre sono state cambiate le esercitazioni previste. Tutte le esercitazioni previste a settembre sono state rinviate ad ottobre. Inoltre, hanno vietato al personale militare dell’Esercito degli Stati Uniti in vacanza, di lasciare il Paese tra il 28 settembre e il 5 novembre“

dice Malishevskij. Prima del 28 settembre sono stati istituiti dei corsi di tiro (con fucili da caccia e fucili AR-15) e uso dei coltelli per le decine di migliaia di dipendenti del Department of Homeland Security (Dipartimento di Sicurezza Nazionale, DHS). Entro il 1° ottobre, il dipartimento ha ricevuto, per le operazioni urbane, 2717 veicoli blindati antimine armati prodotti dalla Navistar Defense. Il 30 settembre sono terminati i corsi per i soldati della Guardia Nazionale degli Stati Uniti nel reprimere le rivolte e affrontare le emergenze. Dal 25 settembre, gli USA hanno iniziato i test quotidiani del sistema di allarme d’emergenza. Il 29 settembre hanno testato simultaneamente i satelliti di comunicazione e i GPS.

“Mai prima dora, questi eventi sono coincisi“, dice l’analista politico Nikolaj Malishevskij.

“Tutti questi preparativi indicano che gli Stati Uniti si trovano ad affrontare alcuni gravi problemi interni. In queste situazioni c’è sempre la forte tentazione (…) di distogliere l’attenzione dagli Stati Uniti e del mondo su un altro ‘soggetto’“, riassume il politologo. “Il piano degli Stati Uniti potrebbe basarsi, per esempio, su un possibile attacco contro la Siria che coinvolgerebbe l’Iran in questa guerra, che provocherebbe attacchi contro Israele e la guerra inevitabilmente darebbe un altro carattere ai problemi finanziari degli Stati Uniti“

dice l’esperto.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

Fonte in lingua spagnola: actualidad.rt.com

Fonte in lingua italiana: statopotenza.eu

http://www.nexusedizioni.it/attualita/la-casa-bianca-teme-una-guerra-civile-negli-stati-uniti/

[align=right]Source: TERRA REAL TIME: La Casa Bianc...uerra civile negli Stati Uniti [/align]


Ultima modifica di Wolframio il 10/10/2013, 18:54, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 11/10/2013, 19:45 
Perchè in Italia nessuno si ribella

7 ottobre 2013


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Una rivolta è in fondo il linguaggio di chi non viene ascoltato.
Martin Luther King, Discorso a Birmingham, 1963.

Arriva il momento in cui un blogger deve riconoscere di aver fatto un’analisi incompleta in uno dei suoi articoli. Ecco è arrivato questo momento anche per noi.
Questo articolo vuole essere una parziale rettifica del nostro precedente articolo: Italia – Rischio guerra civile. In esso scrivevamo come in Italia esistesse un rischio guerra civile e che tra le possibili scintille ci potesse essere l’arresto di Berlusconi o una deriva rivoluzionaria di Grillo; in generale l’articolo rimane uno scenario possibile ma ora vogliamo parzialmente rettificarci e dimostrare come in realtà, almeno nel breve periodo, non ci sarà nessuna seria rivoluzione o guerra civile in Italia e probabilmente anche nella maggior parte dei paesi europei.
Per quanto riguarda Berlusconi e Grillo, il primo a quanto pare si è definitivamente arreso ai poteri forti ed ha rinunciato a combattere, probabilmente farà gli arresti domiciliari o i servizi sociali. Il punto debole di Berlusconi è paradossalmente la sua stessa ricchezza economica che lo porta ad essere troppo ricattabile da parte delle banche, della magistratura e dall’Europa. Quindi anche per salvare la sua famiglia è stato costretto a lasciare il campo, dando spazio ad un lungo governo Letta. A questo punto rimane Grillo e il Movimento Cinque Stelle. Anche in questo caso, Grillo anche se in misura decisamente minore di Berlusconi, è un milionario e non può rischiare troppo. Quindi a quanto pare sembra che stia facendo come Bossi, tante parole violente e forti, ma nessun atto concreto. Se Letta durerà cinque anni, certo il M5S potrebbe crescere nei consensi essendo l’unica opposizione ma rischia anche di essere logorato oppure che nasca qualche altra formazione politica. Quindi per quanto riguarda Grillo sono due le cose: o ha paura di perdere quello che ha come Berlusconi oppure è un’arma dei poteri forti e dell’eurocrazia per convogliare la rabbia popolare attraverso il voto al posto di farla sfociare per le strade.
Detto questo, vogliamo però fare una dimostrazione generale del perché gli Italiani non scendano in piazza anche spontaneamente contro un governo che li sta facendo a pezzi. Tutti noi nei bar e nei mercati avremo sentito almeno una volta qualcuno dire “ci vorrebbe una rivoluzione” ma anche altri dire “incredibile che qui nessuno si ribella”. A nostro avviso il fatto che non ci sia una seria ribellione in Italia è spiegabile in maniera abbastanza razionale. Partiremo essenzialmente da un’analisi della popolazione italiana.

POPOLAZIONE ITALIANA

POPOLAZIONE 0-14 ANNI: circa il 14%. Ovviamente non in grado di ribellarsi
POPOLAZIONE PENSIONATA: circa il 23%. Questa parte di popolazione risulta più conservatrice dal punto di vista politico e risulta poco incline a ribellarsi sia per questioni fisiche sia perché la pensione anche se in certi casi misera, risulta essere un sicuro reddito fisso.
POPOLAZIONE 15-29 ANNI: circa il 13,5%. In questa categoria sono rappresentanti in massima parte gli studenti. Essi sono propensi a ribellarsi e a manifestare, ma la maggior parte di loro non ha seri problemi di sussistenza o gravi situazioni di povertà e quindi le rivolte non vanno oltre la giornata e una limitata dose di violenza. In linea di massima questa fascia di popolazione sta meglio dei loro padri ed è meno interessata alla politica rispetto ad allora.
POPOLAZIONE OLTRE 30 ANNI, NON PENSIONATA: circa il 45,5% Questa parte di popolazione in linea di massima soffre di meno della disoccupazione e finché si ha un lavoro, difficilmente si scende in piazza in maniera violenta. Da questa parte della popolazione ci si può aspettare rivolte solo per interessi particolari e di categoria. Finché ha il proprio posto di lavoro o alternativamente una qualche forma di reddito derivato da cassa integrazione o disoccupazione, difficilmente sarà spinta a rivoltarsi seriamente, ci si può aspettare solo atti sporadici.
POPOLAZIONE STRANIERA: circa 8-9%. Questa parte di popolazione, essendo in gran parte di prima generazione, quindi non nati in Italia, difficilmente si ribella sia per non rischiare un’espulsione sia perché generalmente disinteressata alla politica interna del paese ospite, che risulta spesso, anche se in crisi, in condizioni migliori del paese d’origine.

Ecco un’analisi demografica dell’Italia. I dati sono approssimativi ma realistici. In linea di massima si nota come non ci sia una fascia della popolazione che possa seriamente ribellarsi. Di solito questo compito spetta ai più giovani, ma è sotto gli occhi di tutti che i giovani italiani vivono nel benessere rispetto ai loro padri e nonni, e sopratutto sono molto distratti dai media sulle questioni politiche e generalmente se ne disinteressano del tutto. Dai giovani ci si può aspettare attualmente singole giornate della rabbia, dove per perdere una lezione a scuola scendono in piazza in massa e qualche gruppo di estremisti fa un po’ di danni in giro e lancia qualche pietra contro la polizia ma nulla di più, per ora. Questo perché finché i loro genitori li mantengono essi non vengono toccati seriamente da questa grande crisi.
Potrebbero invece ribellarsi i loro genitori. Però il problema è che il ceto medio italiano e forse anche quello europeo è tendenzialmente individualista e scende in piazza solo per gli interessi di categoria. Inoltre i media e i politici hanno fatto buon uso del “divide et impera” di romana memoria, dividendo la popolazione tra dipendenti fannulloni e assenteisti e imprenditori, commercianti e liberi professionisti ladri ed evasori.
Ma facciamo un rapido confronto con paesi che si sono ribellati recentemente come Egitto, Brasile o Turchia

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Quello che si può immediatamente notare è la differenza che esiste sul piano della diseguaglianza sociale. L’indice Gini misura questa diseguaglianza ed è accompagnato dalla misura della percentuale di popolazione sotto l’indice di povertà nazionale. Come si può notare i paesi che hanno subito delle rivolte, hanno uno indice superiori a quello italiano (a parte l’Egitto, ma il dato non è aggiornato da anni), e soprattutto quasi il doppio della popolazione è sotto la soglia della povertà. Inoltre è ancora più evidente come questi paesi più rivoluzionari abbiamo una popolazione più giovane e con meno persone anziane. Quindi si può dimostrare che combinando diseguaglianze sociali con una grande popolazione giovane si hanno potenzialmente le basi per possibili rivolte violente. In Italia al contrario la popolazione è più vecchia e generalmente appartiene in gran parte al ceto medio o al ceto medio-basso. Invece in questi paesi il ceto medio è una minoranza. Quindi in Italia probabilmente ancora per qualche anno non assisteremo a serie rivolte interne. Solo se la recessione perdurasse ancora anni e coinvolgesse tutta l’Europa portando quasi all’annientamento del ceto medio, potrebbe in tal caso trascinare i giovani senza futuro assieme ai loro padri “falliti” da un sistema dissestato come questo e quindi potrebbe innescare una nuova fase rivoluzionaria o rivoltosa, ma prima l’Europa dovrà essere in macerie, altrimenti non aspettatevi nessuna rivolta.

P.S: in altri paesi europei potremo invece assistere alle rivolte delle minoranze straniere o di origine straniera, ghettizzate nelle periferie e rimaste povere. Mi riferisco a nuove rivolte del genere in Francia e nei paesi del Nord Europa. A nostro avviso questo non genererà uno scontro con la popolazione autoctona se non marginale ma potrebbe favorire l’ascesa dei partiti xenofobi e di politiche governative più repressive nei confronti degli stranieri.

[align=right]Source: Perchè in Italia nessuno si ribella | HESCATON [/align]


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Bèh, questa non "infiammerebbe davvero il ... mondo"! (Anche se si facesse) [8)]



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Analisi realista, non fa na piega!



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Grazie cara; ma purtroppo è così. [8)]



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