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MessaggioInviato: 08/08/2013, 00:40 
Condivido Uba, ma sembra che alcuni siano immuni da tutti questi tentativi.

Sembra che il "Sistema" abbia creato un "vaccino" in grado di "immunizzare" la gente neutralizzando gli effetti di una buona informazione...

[:(]



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MessaggioInviato: 08/08/2013, 03:22 
io invece sento parlare di signoreggio bancario et simila e mi trovo a discuterne con persone che mai avrei immaginato (ed io stesso sono tra quelli che mai avrei immaginato di sentir parlare in un certo modo di certe cose^_^), la cosa mi fa ben sperare. La gente comincia a capire. Purtroppo la conclusione è sempre la stessa di questi discorsi serali che affronto quasi quotidianamente. Cosa si può fare? NIENTE! [xx(]



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MessaggioInviato: 08/08/2013, 11:05 
max....tu affermi che la gente comincia a capire?non vorrei che fosse troppo tardi,poi xke' ha iniziato a capire solo ora?magari il sistema informativo e'pilotato,come dice paragone..........?occorrerebbero persone con carisma x trascinare fuoti l'italia da questo circo finanziario,,,, [:(!] [:(!]


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MessaggioInviato: 08/08/2013, 11:07 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Condivido Uba, ma sembra che alcuni siano immuni da tutti questi tentativi.

Sembra che il "Sistema" abbia creato un "vaccino" in grado di "immunizzare" la gente neutralizzando gli effetti di una buona informazione...

[:(]


sono d'accordo che magari il sistema e' vaccinato,ma chi la pensa diversamente ha il dovere di insistere,xke'e'il solo modo x cercare di ribaltare la situazione...... [;)]


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MessaggioInviato: 21/08/2013, 02:14 
Intervista a Claudio Borghi: perche’ uscire dall’Euro.

http://www.rischiocalcolato.it/2013/08/ ... leuro.html

Nel Suo libro tocca anche il tema della crisi. Secondo Lei, quanto l’attuale crisi economica dipende da una cattiva gestione e sbagliate valutazioni?

Posto che se nel libro parlo della crisi lo faccio solamente come premessa per l’argomento, dato che ho cercato di scrivere qualcosa di molto diverso rispetto ai miei soliti articoli, tuttavia se me lo chiedete penso che tutti gli ultimi anni siano costellati di errori enormi di cui si darà conto nei libri di storia.

L’euro in sé ha le sue colpe per l’attuale situazione critica in cui si trovano buona parte dei Paesi dell’Ue?

Certamente: l’effetto distorsivo della moneta unica è stato pervasivo e molteplice. In alcuni paesi ha provocato un eccessivo afflusso di capitali con esplosione del debito privato. In altri ha depresso la competitività impedendo i riaggiustamenti del cambio a seguito degli squilibri della bilancia commerciale. In tutti ha impedito l’assorbimento di shock asimmetrici e, per completare il quadretto, nell’area euro ci si è “inventati” la mancata garanzia della Banca Centrale del debito sovrano. Un’abilità direi artistica nel congegnare un sistema tutto sbagliato.

Parlando solo di Italia, quali errori sono stati commessi? Forse l’Italia avrebbe dovuto rendersi conto che per poter stare nell’euro sarebbero state necessarie riforme strutturali che non sono state fatte?

Un’unione monetaria priva di trasferimenti interni funziona solo se vi è perfetta identità fra le differenti economie e se non vi sono comportamenti non collaborativi. Anche con le riforme, quali che esse siano, Napoli non si trasforma magicamente in Monaco e meno che mai se la Germania imposta la sua politica alla concorrenza verso gli altri paesi dell’area euro. Chi pensa che con “le riforme” si possano fare 12 Germanie è un illuso: se tutti esportassero chi importerebbe? Il successo di Berlino ha trovato radici nel fallimento di Madrid, sono due facce della stessa medaglia. Noi abbiamo commesso una fila di errori lunga così e uno di essi riguarda proprio la miserevole considerazione e valorizzazione del nostro patrimonio artistico, tuttavia il fallimento di altri paesi che erano considerati dei modelli, come l’Irlanda e la Spagna ci fa capire che se anche avessimo giocato bene probabilmente la partita l’avremmo persa lo stesso.

L’Italia dovrebbe uscire dall’euro, oppure avrebbe fatto meglio a non entrarci? E, nel secondo caso, può ancora permettersi di uscirne?

Non doveva entrare. Il peso leggero che sale sul ring contro il peso massimo è stupido, non coraggioso. Nel nostro caso poi la beffa è stata totale perché ci hanno fatto credere che il peso massimo che ci aspettava per menarci in realtà era “in squadra” con noi. Siamo entrati in un match di pugilato senza nemmeno sapere cosa stavamo facendo. Adesso che ce ne siamo accorti bisogna uscirne al più presto, finiremo all’ospedale ma se stiamo ancora sul ring continueremo a prendere pugni.

Un’alternativa potrebbe essere quella degli Stati Uniti d’Europa. Una vera federazione, che non si limiti alla moneta unica. Per gli obblighi di sussidiarietà che ne conseguirebbero, alla Germania forse non converrebbe. Ma per l’Europa nella sua totalità potrebbe essere la strada giusta?

E perché mai il pugile che ha vinto dovrebbe dividere il suo premio con lo sconfitto? In certi casi occorre ripassare la storia: consiglio il coro manzoniano dell’”Adelchi”, leggetelo, è molto attuale. La Germania non pagherà mai un centesimo per noi e in fondo, anche se volesse farlo, non vedo perché dovremmo volerlo noi. Meglio liberi e con la nostra dignità, senza dover dipendere dalla ciotola del cibo del padrone. I nostri artisti futuristi immaginavano un uomo forte, dinamico, libero. Inorridirebbero nel vedere come ci siamo ridotti.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 08/09/2013, 22:35 
Ora Alemanno si "sveglia" e propone uscita
dall’euro e rivedere fiscal compact


sabato 7 settembre 2013

http://www.nocensura.com/2013/09/ora-al ... one.html#_

Intervenendo ad un seminario ad Orvieto Alemanno sorprende tutti proponendo di uscire dall'euro e di ridiscutere il Fiscal Compact, che entrerà in vigore tra pochi mesi, nel 2014, un euro-trattato capestro, ratificato da PD-PDL-Centro durante il governo Monti, che costringerà l'Italia a diminuire il debito pubblico per 50 miliardi all'anno per 20 anni: per ottemperare a questo onerosissimo impegno - 1.000 miliardi di euro in 20 anni - l'attuale governo ed i prossimi dovranno svendere il patrimonio pubblico, ad iniziare dalle migliori aziende (poche) rimaste pubbliche, nonché aumentare ulteriormente le tasse e tagliare servizi. Alemanno ora sembra svegliarsi: come mai fino ad oggi, nelle vesti di politico di spicco del PDL e di sindaco di Roma non ha fatto niente, quando poteva, per contrastare lo strapotere delle banche e della lobby eurocratica?



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In questo video si parla di crisi economica e di euro, è un broker inglese, secondo lui (già dal 2011) la crisi economica non finirà bene... e lo dice con una sicurezza disarmante...



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In questo video si parla di crisi economica e di euro, è un broker inglese, secondo lui (già dal 2011) la crisi economica non finirà bene... e lo dice con una sicurezza disarmante...



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MessaggioInviato: 08/09/2013, 23:42 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


Ora Alemanno si "sveglia" e propone uscita
dall’euro e rivedere fiscal compact




Ma com'è che si svegliano tutti solo dopo aver perso la poltrona?!

[}:)]

Scommettiamo che il giorno che dovessero risalire al potere tornerebbero ad essere dormienti compiacenti...

[}:)]



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Dopo aver cacciato il FMI l’Ungheria emette moneta senza debito

-di Ronald L. Ray – Traduzione a cura di N. Forcheri

L’Ungheria si libera dei vincoli dei banchieri

• Dopo che è stato ordinato all’FMI di abbandonare il paese, la nazione adesso stampa moneta senza debito

L’Ungheria sta facendo la storia.

Mai più dagli anni ’30 con il caso della Germania un paese europeo aveva osato sfuggire alle grinfie dei cartelli bancari internazionali controllati dai Rothschilds. Questa è una notizia stupenda che dovrebbe incoraggiare i patrioti nazionalisti del mondo intero ad intensificare la lotta per la libertà dalla dittatura finanziaria.

Già nel 2011 il primo ministro ungherese, Viktor Orbán promise di ristabilire la giustizia sui predecessori socialisti che avevano venduto il popolo della nazione alla schiavità di un debito infinito con i vincoli del FMI (IMF) e lo stato terrorista d’Israele. Queste amministrazioni precedenti erano infiltrate da israeliani nelle alte cariche, in mezzo al furore delle masse che alla fine, in reazione, hanno votato il partito Fidesz di Orban.

Secondo una relazione sui siti germanofoni del “National Journal”, Orbán si è accinto a scalzare gli usurai dal trono. Il popolare e nazionalista primo ministro ha detto all’FMI che l’Ungheria non vuole né richiede “assistenza” ulteriore dal delegato della Federal Reserve di proprietà dei Rothschild. Gli ungheresi non saranno più costretti a pagare esosi interessi a banche centrali private e irresponsabili.

Anzi, il governo ungherese ha assunto la sovranità sulla sua moneta e adesso emana moneta senza debito e tanta quanto ne ha bisogno. I risultati sono stati nientemeno che eccezionali. L’economia nazionale, che vacillava per via di un pesante debito, ha ricuperato rapidamente e con strumenti inediti dalla Germania nazionalsocialista.



Il ministro per l’Economia ungherese ha annunciato che grazie a “una politica di bilancio disciplinato” ha ripagato il 12 agosto 2013 il saldo dei 2,2 bilioni di debito all’FMI, prima della scadenza ufficiale del marzo 2014. Orbàn ha dichiarato: “L’Ungheria gode della fiducia degli investitori” che non vuol dire né l’FMI né la Fed o altri tentacoli dell’impero finanziario dei Rothschild. Piuttosto si riferiva agli investitori che producono in Ungheria per gli ungheresi, creando crescita economica vera, e non già la “crescita di carta” dei pirati plutocratici, bensì quel tipo di produzione che assume realmente le persone e ne migliora la vita.

Con l’Ungheria libera dalla gabbia della servitù agli schiavisti del debito non c’è da meravigliarsi che il presidente della banca centrale ungherese gestita dal governo per il bene pubblico e non per l’arricchimento privato abbia chiesto all’FMI di chiudere i battenti da uno dei paesi più antichi d’Europa. Inoltre, il procuratore generale, ripetendo le gesta dell’Islanda, ha accusato i tre precedenti primi ministri del debito criminale in cui hanno precipitato la nazione.

L’unico passo che rimane da fare per distruggere completamente il potere dei bancksters in Ungheria, è di attuare un sistema di baratto per lo scambio con l’estero come esisteva in Germania con i nazional socialisti e come esiste oggi in Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, i cosiddetti BRICS, una coalizione economica internazionale. E se gli USA seguissero la guida dell’Ungheria, gli americani potrebbero liberarsi dalla tirannia degli usurai e sperare in un ritorno a una pacifica prosperità.

Ronald L. Ray, autore freelance che risiede nel libero stato del Kansas, discendente di vari patriotti della Guerra americana di indipendenza.


Fonte: americanfreepress.net

http://www.informarexresistere.fr/2013/ ... za-debito/

come si evince la possibilita' di riprencerdi la sovranita'monetaria,e' possibile,sono necessari politici all'altezza,e che non siano compromessi con bieldeberg trilaterale ect ect...[;)]


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MessaggioInviato: 15/09/2013, 11:17 
Il pensiero unico inizia a traballare.

La rivolta degli economisti anti euro in Italia. Nomi, idee e voglie movimentiste

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La rivolta degli economisti anti euro in Italia. Nomi, idee e voglie movimentisteLa sintesi, nell’affollatissimo Convegno che si è svolto due giorni fa presso l’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati dal titolo “L’Europa alla resa dei conti”, è stata nelle parole di chiusura pronunciate dal moderatore, il professor Claudio Borghi: “noi ora abbiamo lanciato il guanto, sta a voi continuare il confronto perché noi ci saremo“.

EUROPA KAPUTT?
L’evento, organizzato dal Dipartimento di Economia dell’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara per la presentazione del libro “Europa Kaputt (S)Venduti all’Euro” del proprio docente, Antonio M. Rinaldi, è stata l’occasione per mettere sul banco degli imputati la moneta comune europea.

CONTRO IL RIGORE DELL’ESTABLISHMENT
I tre professori, considerati i portabandiera dell’anti-euro, Bagnai (nella foto), Rinaldi e Borghi, hanno trasformato il dibattito in un processo alla politica economica adottata dall’UE troppo accondiscendente verso le regole imposte dalla Germania. Davanti a più di trecento persone di ogni estrazione, essendo presenti oltre che a molti parlamentari nazionali e europei, anche semplici cittadini desiderosi di confrontarsi con la spinosa e attualissima problematica economica in un dibattito scientifico, il Prof. Giuseppe Guarino è stato letteralmente sommerso da una lunga standing ovation all’inizio del suo intervento.

UNA MONETA “FALSA”
Il giurista ed ex ministro ha ribadito che l’attuale euro adottato è in realtà un euro “falso” perché non rispecchia quello previsto dagli iniziali trattati, in virtù dei regolamenti 1466/97 e 1467/97, approvati in modo subdolo che ne hanno stravolto nel 1997 la natura giuridica stessa. Paolo Savona invece, appena tornato dal meeting di Cernobbio, ha denunciato come tutto l’establishment italiano e Europeo presente, non abbia fatto altro che esaltare e approvare l’opera della Commissione Europea perché i dati macroeconomici che indicano attualmente una modesta ripresa nell’area euro, giustificano come sia stato corretto adottare politiche economiche tese al rigore.

NESSUNA SVOLTA DALLA GERMANIA
Non ci illudiamo, ha proseguito Savona, dopo le elezioni tedesche di settembre non cambierà nulla, così come ha dichiarato il capo economista della Merkel. Rivolgendosi poi alla Preside di Economia della d’Annunzio di Chieti-Pescara, Anna Morgante, le ha indirizzato le congratulazioni perché i suoi due docenti, Bagnai e Rinaldi, con le loro innovative teorie, finalmente contrastano quelle fino ad ora predominanti professate dalla Bocconi.

POLITICHE INSOSTENIBILI
Poi è stato il turno di Bagnai e Borghi. Il primo si è cimentato in una alta lezione di politica economica sostenendo l’insostenibilità dell’area valutaria europea con argomentazioni scientifiche di difficile contestazione, mentre il secondo, con semplici ma efficaci esempi, ha rappresentato la situazione di disagio dell’Italia per l’appartenenza alla moneta comune.

APRIRE NUOVI CONFRONTI
L’autore del libro, Rinaldi, ha invece sostenuto nel suo intervento la necessità di aprire il confronto fino ad ora precluso, auspicando di non assistere più ad indegni “inchini” dei Presidenti del Consiglio italiani, che non appena ricevono la fiducia parlamentare si precipitano a Berlino.

UN OSTACOLO ALL’INTEGRAZIONE
A tirare le somme ci pensa Giorgio La Malfa, sostenendo che l’euro è attualmente il principale problema al disegno d’Europa e la classe politica dovrebbe valutare attentamente e rimozione di questo “ostacolo” se desidera continuare questo percorso in modo proficuo.

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http://www.formiche.net/2013/09/14/euro ... bruxelles/



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MessaggioInviato: 15/09/2013, 11:28 
La via è spianata: i contribuenti devono salvare le banche europee

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15 Settembre 2013
di MAURO MENEGHINI


La decisione di affidare alla BCE (Banca Centrale Europea) la supervisione delle banche è di portata storica: ora la via è sgombra, purtroppo, definitivamente spianata affinché i fondi dell’ESM (meccanismo di stabilità monetaria) possano essere impiegati per il salvataggio delle banche. Il Parlamento tedesco ha sperato fino all’ultimo che non venisse concessa tale autorizzazione. Ma quando così alla leggera si hanno cessioni di sovranità, questo capita. Ora i contribuenti europei dovranno preoccuparsi di procurarsi abiti caldi e vedere di coprirsi bene.

Dalle agenzie: “Ecco è successo: Mario Draghi ora può, con i soldi dei contribuenti italiani, procedere al salvataggio delle disastrate banche europee e anche la cancelliera Angela Merkel non potrà far altro che stare a guardare”. Per ottenere l’assenso dei parlamentari europei alla creazione dell’organo di controllo del sistema bancario, nell’ambito della creazione dell’unione bancaria europea, i parlamentari avevano richiesto precise informazioni da parte della direzione della BCE. A seguito di ciò s’erano aperti dei contrasti che si sono risolti con un compromesso soprattutto in merito alla trasparenza e al diritto di controllo da parte del parlamento.

Originariamente si sarebbe voluto che la commissione valutaria e per l’economia ricevesse copia dei verbali delle sedute del consiglio della BCE. Questa condizione nel corso del compromesso è stata tolta. Il compromesso ha trovato una schiacciante maggioranza al parlamento europeo: 556 sì, 54 no e 28 astenuti. Ora vediamo cosa prevede questo compromesso e quali diritti di controllo ha effettivamente il parlamento europeo. Il documento in cui si stabiliscono i diritti di controllo da parte del parlamento è composto da sette pagine.

Scelta del direttore dell’attività di vigilanza e dei suoi rappresentanti: per la posizione di direttore la BCE sottoporrà alla commissione per le valute e l’economia della commissione europea una lista con almeno due candidati. L’elenco dei candidati dovrà rimanere a disposizione della commissione per almeno tre settimane prima che la BCE possa renderla pubblica. La lista dovrà venir votata sia in commissione che in parlamento. Se i candidati proposti non dovessero ricevere l’approvazione la BCE dovrà formulare un nuovo elenco di persone che possano ricoprire l’incarico di direttore di dipartimento. In questo caso la BCE ha due settimane di tempo per presentare la nuova lista. Stessa procedura è prevista per il vice capo dipartimento.

Informazioni: la BCE dovrà fornire annualmente alla commissione finanza una relazione. Il direttore del dipartimento dovrà presentarsi alla commissione finanza del parlamento due volte all’anno con un’ampia relazione sulle attività svolte. Oltre a ciò il direttore potrà essere invitato una volta all’anno per un incontro informale. In entrambe i casi vige l’obbligo di riservatezza e non divulgazione. Non sono previste ne registrazioni ne verbali degli incontri. Dovesse il consiglio della BCE non condividere le decisioni della commissione di controllo del sistema bancario il presidente Mario Draghi dovrà informarne il presidente del parlamento, il signor Schulz. Una completa informazione in merito alla seduta, come eventuali verbali anche in questo caso non sono previsti.

Verbali delle sedute della commissione per la vigilanza bancaria: non sono previsti verbali della commissione per la vigilanza bancaria e saranno segreti. Verrà comunque fornito al parlamento europeo un riassunto dei temi trattati. Informazioni non ufficiali riguardati determinati istituti bancari che non devono essere a conoscenza dell’opinione pubblica non verranno comunque fornite neppure al parlamento europeo. Fondamentalmente si desidera salvaguardare la riservatezza e la segretezza all’interno della commissione per quanto riguarda certe banche dato che se determinate indiscrezioni dovessero trapelare all’esterno o giungere all’opinione pubblica che si sta intervenendo su un istituto o che una banca è insolvente ciò potrebbe causare una reazione a catena. L’esperienza di Cipro insegna.

Comunque le domande chiave restano senza risposta. Quali sono le condizioni quadro? E’ il parlamento europeo che le deve determinare? Al parlamento europeo manca la possibilità di decidere non essendo un organo legislativo. Allora chi dovrà decidere per tutti i Paesi europei dell’eurozona e per alcuni altri del resto d’Europa che desiderano aderire all’unione bancaria quali regole adottare? E come dovranno essere legittimate? La commissione di vigilanza del sistema bancario e la BCE hanno ottenuto una legittimazione democratica?

Il parlamentare europeo verde Sven Giegold che si era espresso per un controllo minimo ha commentato la dimensione per storica decisione: “Questo è il passo più lungo fin ora fatto per l’unione europea dalla sua creazione.” Certo: si sono create le condizioni irrevocabili affinché banche dell’eurozona possano esser salvate con soldi dei contribuenti europei. L’ESM come “permanente meccanismo di stabilità monetaria” venne creato per sostenere i Paesi della zona euro in difficoltà. Una capitalizzazione delle banche non è mai stata prevista.

A giugno dello scorso anno i ministri delle finanze europee in occasione di un incontro decisero che mezzi finanziari dell’ESM avrebbero potuto esser impiegati anche per sostenere banche nel momento in cui fosse stata creata la commissione per la vigilanza bancaria europea. Tale decisione aveva lo scopo di evitare che il salvataggio di istituti bancari gravasse sui bilanci dei vari paesi. I promotori di questa iniziativa furono l’allora premier italiano Mario Monti ed il premier spagnolo Mariano Rajoy. La cancelliera Merkel accettò la proposta alla condizione che venisse prima istituita la commissione di vigilanza per il sistema bancario europeo. Ora si sono realizzate le condizioni per una diretta capitalizzazione del sistema bancario con fondi dell’ESM. La commissione di controllo diventerà operativa nell’autunno 2014. Ora si pone la domanda: consentirà il parlamento europeo che i fondi confluiscano già da subito anche se la commissione sarà operativa dal 2014?

Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Slovenia sono i paesi che stanno spingendo e stanno facendo lobbying affinché fin da ora vengano messi a disposizione delle loro banche fondi dell’ESM per evitare il fallimento dello Stato. Penso che dopo le elezioni tedesche conosceremo maggiori dettagli.

Per concludere, l’unica cosa divertente è che tutto questo meccanismo sovrannazionale gestito dalla politica e dai burocrati qualcuno ha il coraggio di apostrofarlo come “neoliberismo”.

[align=right]Source: La via è spianata: i contribu...anche europee | L'Indipendenza [/align]



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Euro: noi e gli uscisti di destra

http://forum.riconquistarelasovranita.i ... f=10&t=371

di Moreno Pasquinelli

Cesaratto, Lordon, Brancaccio, Bagnai
e la questione del superamento della moneta unica.


Le euro-oligarchie lotteranno fino all'ultimo per tenere in vita la moneta unica, il morto che cammina. La costruzione dell'eurozona e dell'Unione europea ha implicato la nascita e lo sviluppo di una tecno-burocrazia dalla dimensioni ciclopiche. Questo pachiderma si è sviluppato per cerchi concetrici, dai due centri di Bruxelles e Francoforte, fino ad afferrare i singoli paesi, le loro macchine statuali e amministrative.

Un enorme organismo politico e burocratico continentale, con un suo complesso sistema nervoso che ubbidisce ad un sordo istinto di sopravvivenza. Infondo parliamo di un apparato con una catena di comando che coinvolge decine di migliaia di funzionari. A questo apparato di tecnici va aggiunto l'esercito sterminato dei funzionari politici: centinaia di migliaia. Non si faranno da parte tanto facilmente, le tenteranno tutte prima di arrendersi.

Siccome lo scoppio dell'eurozona è nell'ordine delle cose, è evidente che coloro che sono alla guida di questa mostruosa macchina hanno un "Piano B". Dati gli squilibri crescenti essi potrebbero concepire un passo indietro, pilotando quella che è stata chiamata "segmentazione controllata dell'eurozona", tornando ad un sistema che noi abbiamo chiamato "Sme-reloaded", per poi tornare nuovamente, una volta usciti dalla depressione economica, alla moneta unica.

Un simile "Piano B" sarebbe dunque l'extrema ratio per tenere in piedi la baracca oligarchica e bancocratica europea, affinché non soccomba ed anzi rafforzi le sue claudicanti posizioni nella competizione globale. Il grande capitalismo finanziario tedesco, verso il quale gli apparati euristi sovranazionali hanno una relazione simbiotica e di subalterneità, alla fine potrebbe fare un passo tattico indietro e accettare un simile "piano B". Lo accetterà a condizione che il mercato unico non sia messo in discussione, poiché quest'ultimo è la conditio sine qua non del successo della sua politica mercantilistica ed egemonica.

Questo "Piano B", è vero, potrebbe implicare un riaggiustamento delle bilance commerciali e dei pagamenti tra i diversi paesi, ed anche una ristrutturazione dei debiti sovrani. Ma in cambio di questa concessione tattica la Germania, per nome e per conto delle grandi istituzioni predatorie finanziare e bancarie, chiederebbe una resa strategica di sovranità da parte dei diversi paesi, trasformandoli in vassalli, in appendici del sistema industriale tedesco, produttori di semilavorati a basso costo per la sua potente macchina industriale, quindi serbatoi di mano d'opera a basso prezzo.

Occorre quindi mettersi di traverso a questo "Piano B". Per questo diffidiamo di coloro che, pur da sinistra, vaticinano, al posto dell'euro, una cosiddetta "moneta comune". Non è accettabile che, in nome di un malinteso ed equivoco "ideale europeista" (questa narrazione che tanti danni ha fatto a sinistra) si scambi il diavolo con l'acqua santa. I fautori della cosiddetta "moneta comune" debbono dirci con chiarezza se sono favorevoli o contrari al MERCATO UNICO, concetto che costituise la quint'essenza delle concezioni e delle politiche liberiste e libero-scambiste —ovvero che il mercato dev essere lascio a se stesso poiché tutto aggiusta, quindi senza interferenze politiche e statuali.
I monetacomunisti ( si fa per dire) debbono dirci se i paesi "periferici", cioè quelli, come l'Italia, che stanno schiattando anche a causa dei meccanismi predatori del capitalismo-casinò, hanno o no il diritto di proteggersi, ovvero di sganciarsi e fuorisucire dalla gabbia. Debbono dirci come pensano sia possibile, senza uno sganciamento, difendere gli interessi del mondo del lavoro, delle larghe masse; come pensano siano applicabili misure per la piena occupazione e di difesa dello stato sociale, senza riacquisire piena sovranità nazionale.

Di risposte convincenti da parte dei monetacomunisti non ne vediamo. Significativo da questo punto di vista, che anche un compagno come Sergio Cesaratto (che fu il vero animatore, assieme tra gli altri ad Emiliano Brancaccio, dell'Appello dei Cento economisti del luglio 2010), pur continuando a ritenere l'Unione europea un bene prezioso, sia giunto anche lui alla conclusione che occorre sbarazzarsi dell'euro tornando alle valute nazionali ma dentro, appunto, ad un percorso di separazione consensuale e pilotata poiché «La premessa è che l’Unione Europea va salvaguardata e che, dunque, la rottura dovrebbe essere negoziata e pacifica». [1]

La premessa è ovviamente discutibile. Ma che fare se questa separazione consensuale non fosse praticabile? Se, magari innescata dallo scoppio della prossima bolla finanziaria made and from USA, ci trovassimo di fronte una deflagrazione disordinata?

Allora avremmo che i singoli paesi sarebbero obbligati a correre ai ripari e il ritorno alle diverse sovranità monetarie sarebbe necessariamente guidato dalle forze politiche al potere.

Fare gli esorcismi a questa eventualità a poco serve. Serve invece capire quanto dirimente diventi, in questo caso, la questione della cosiddetta "uscita da destra o da sinistra". Alcuni hanno fatto e continunao a fare spallucce. Da destra o da sinistra, basta che se ne esca. Non scherziamo!

In questo quadro è di grandissima rilevanza la polemica tra Emiliano Brancaccio e Alberto Bagnai. Continuiamo a ritenere che Brancaccio avesse sostanzialmente ragione, ovvero che una gestione da parte di forze liberiste di destra dell'uscita dall'euro si risolverebbe in un disastro per i salariati e le masse popolari, in un vantaggio per quelle dominanti (prima di tutto per le sue frazioni globaliste e già globalizzate), col rischio supplementare, senza porre rigidi vincoli ai movimenti dei capitali sia in campo bancario che industriale e una politica di decise nazionalizzazioni, che l'italia sia costretta a capitolare agli assalti dei capitali stranieri svendendo banche e aziende a causa del deprezzamenmto dei loro asset. [2]

Il problema è quindi squisitamente politico. E come rispose Bagnai? In questo modo: «Non ha molto senso chiedersi come gestire la transizione perché è matematicamente certo, come ci siamo detti, che essa verrà gestita dalle persone sbagliate, quando il mercato le costringerà a farlo. (...) non si uscirà dall’euro con un governo di sinistra. Bisogna quindi rassegnarsi al fatto che, salvo ritrattazioni della sinistra (comunque disastrose in termini elettorali), se si uscirà si uscirà con un governo di destra, o con un governo di sinistra che fino al giorno prima avrà difeso l'euro (cioè avrà fatto politiche di destra)».


[3] Era l'estate 2012, e già Bagnai ci consigliava di rassegnarci al fatto che le destre berlusconiane e leghiste avrebbero gestito lo shock dell'uscita dall'euro. Di acqua ne è passata sotto i ponti. Fedele al suo vaticinio, il Nostro non è restato con le mani in mano. Con quelle destre ha avuto i primi abbocchi per poi mettersi al loro servizio. Alcuni ci chiedono dove sia la "pistola fumante", la prova incontrovertibile di quanto andiamo dicendo. L'avrete presto, prima di quanto penasiate. Tre indizi fanno tuttavia una prova, e di indizi ce ne sono oramai a iosa, tra cui, come abbiamo più volte segnalato la firma da lui apposta al Manifesto di solidarietà europea (gennaio 2013), assieme a liberisti ed esponenti dell'establishment eurista. L'ultimo indizio è la neonata associazione A/simmetrie, fondata in combutta con Borghi Aquilini, Giorgio La Malfa e il pezzo da novanta del sistema Paolo Savona.

Noi non ci rassegnamo affatto all'idea che siano le destre liberiste a gestire il ritorno alla sovranità monetaria. Se così sarà lo shock dell'uscita sarebbe un colossale disastro per il popolo lavoratore.

Gli uscisti di destra svaluteranno sì per dare fiato alla macchina produttiva, ma non vorranno una scala mobile per proteggere i salari dei lavoratori dipendenti ed anzi continueranno politiche di deprezzamento dei salari.

Essi non adotteranno nessuna politica keynesiana di piena occupazione ma, al contrario, vorranno una disoccupazione alta per tenere a freno i salari.

Riavremo sì la lira ma gli uscisti di destra non torceranno un capello alle grandi banche d'affari, mentre andrebbero nazionalizzate.

Essi accentueranno i processi di privatizzazione, mentre le aziende industriali strategiche dovrebbero anch'esse essere poste sotto controllo pubblico.

Né essi vorranno toccare il gioco d'azzardo finanziario e la libertà di spostamento dei capitali, mentre occorrerà porre vincoli stringenti ai loro movimenti.

E continueranno le politiche d'austerità pur di rimborsare i creditori-strozzini, ovvero la finanza speculativa globale, di cui le banche fanno la parte del leone.

E siccome non c'è alcun dubbio che simili politiche liberiste simil-sovraniste causeranno aspri conflitti sociali, potete scommetterci, siccome è nel loro Dna, che gli uscisti di destra si sbarazzeranno definitivamente della Costituzione della repubblica parlamentare portandoci tutti in uno Stato di diritto penale presidenzialista e di polizia.

Ognuno capisce, se vuole capire, perché è necessario mettersi di traverso a queste forze. E il primo modo per mettersi di traverso e di prepararsi alla resistenza, è quello di denuciare come trappola ideologica quella per cui c'è solo l'uscita, che essa non sarebbe né di destra né di sinistra.

A chi ci dice, rassegnato, che la battaglia è persa in partenza diciamo che si sbaglia.
Lo shock in arrivo sbragherà entrambi i due blocchi sistemici che hanno dominato la seconda repubblica. Tutto è ancora possibile. Il terremoto elettorale che si è registrato a febbario, ha dimostrato quanto i due blocchi sistemici siano putrescenti. E' emersa una terza forza espressione di una protesta popolare di massa.

Chi l'ha detto che di lì non possa sorgere la leva per pilotare l'uscita e coniugare la riconquista della sovranità nazionale e monetaria con gli interessi delle larghe masse?



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bleffort ha scritto:

Dovremmo accertarci che Rmnd,Ufologo,Robs e qualche altro ancora leggano questo,chissà.....!!!! [8]


Oltre a loro dovremmo sforzarci di farlo giungere a molte altre persone.

Pensate ai sette gradi di separazione e pensate alla forza virale dell'informazione. Il raggiungimento della massa critica necessaria a scardinare il sistema non è così lontano!

http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=300447

[:p]


Ultima modifica di Atlanticus81 il 17/09/2013, 14:22, modificato 1 volta in totale.


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