Oggetti fuori dal tempo, avvistamenti tramandati nella letteratura storica. Qual è l'origine dell'uomo? Testi sacri e mitologie da tutto il mondo narrano una storia diversa da quella che tutti conosciamo.
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Nel Sinai(Oreb) un tempio di 40.000 anni fa ?

01/09/2013, 19:49

non so cosa si intende in questo articolo per "tempio" visto la datazione, sarebbe interessante trovare più informazioni http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=52788

Secondo Emanuel Anati ,archeologo esperto di arte rupestre, questo sarebbe il vero monte Sinai ....

http://www.artepreistorica.com/2009/12/ ... ficazione/

articolo molto interessante

01/09/2013, 21:41

che sia il punto in cui YHWH rimaneva col suo kevod? ^_^

02/09/2013, 00:16

Messaggio di manucaos

non so cosa si intende in questo articolo per "tempio" visto la datazione, sarebbe interessante trovare più informazioni http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=52788

Secondo Emanuel Anati ,archeologo esperto di arte rupestre, questo sarebbe il vero monte Sinai ....

http://www.artepreistorica.com/2009/12/ ... ficazione/

articolo molto interessante


Il sito ufficiale contiene altro materiale:

http://www.harkarkom.com/

L'avevi gia' visto?

02/09/2013, 20:46

zakmck ha scritto:

Messaggio di manucaos

non so cosa si intende in questo articolo per "tempio" visto la datazione, sarebbe interessante trovare più informazioni http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=52788

Secondo Emanuel Anati ,archeologo esperto di arte rupestre, questo sarebbe il vero monte Sinai ....

http://www.artepreistorica.com/2009/12/ ... ficazione/

articolo molto interessante


Il sito ufficiale contiene altro materiale:

http://www.harkarkom.com/

L'avevi gia' visto?

grazie, lo avevo visto ma non lo ho ancora letto perchè è in inglese ....comunque può essere molto utile [;)]

03/09/2013, 00:54

questa è la versione di come penso anchio che sia andata la vera storia

la bibbia senza segreti di Flavio Barbiero

"Rientrato in città, alla morte di Ramsess II, dal suo periodo di esilio nel deserto (dove aveva coltivato, nel corso di "lunghe ore di solitudine", "solo con le sue capre, se stesso e il suo passato", i suoi "folli sogni di rivalsa" - pp. 227-228), Mosè iniziò i preparativi del piano che aveva concepito, d'intesa con il suocero Ietro ("Prepararono la messinscena sulla Montagna Sacra [...] tutto il repertorio di trucchi spettacolari e terribili che avrebbe consentito loro di colpire la fantasia degli Ebrei e di soggiogarli" - p. 229). Naturalmente Mosè aveva davanti a sé problemi assai difficili da risolvere: convincere gli Ebrei a lasciare l'Egitto, accettandolo come capo, prevedere ed annullare la probabile ostilità degli Egiziani alla loro partenza, etc., tutti compiti nei quali profonde il suo straordinario talento, e sul cui puntuale espletamento Barbiero ci informa in maniera ammirata, e vivacemente verosimile. Diamone un esempio, che ha quasi del comico.

"Di fronte a quei preparativi di partenza [...] il governatore da cui dipendeva Israele cominciò a preoccuparsi. Non poteva certo permettere che gli Ebrei se ne andassero in massa, privando l'economia locale di uno dei suoi pilastri. Il faraone, come minimo, l'avrebbe destituito. Convocò i capi-tribù e chiese spiegazioni. Quelli negarono di voler abbandonare l'Egitto; carri, viveri, oro e preziosi vari servivano per un grande raduno nel deserto: 'Lasciaci andare per il cammino di tre giorni nel deserto: per sacrificare a Jahweh, nostro Dio, perché non ci colpisca con la peste o la spada' (Es. 5,3). Il visir nicchiava: 'Andate a sacrificare al vostro Dio nel paese' (Es. 8, 21). Impossibile: 'Non possiamo certo fare così, poiché è un abominio per gli egiziani se sacrifichiamo a Jahweh, nostro Dio; sacrificando un abominio ai loro occhi, non ci lapideranno forse? Andremo nel deserto a tre giorni di cammino per sacrificare a Jahweh, nostro Dio, come ci aveva detto' (Es. 8,22-23). Il visir chiese garanzie: lasciassero nel paese donne e bambini (Es. 10,11). Neanche parlarne: 'Andremo coi nostri giovani e i nostri anziani, andremo coi nostri figli e le nostre figlie, col nostro gregge e il nostro armento, perché è per noi una festa di Jahweh' (Es. 10,9). Lasciassero il bestiame (Es. 10,24). No: 'Anche i nostri greggi verranno con noi: non ne resterà un'unghia, perché da quello prenderemo per servire Jahweh e non sappiamo con che cosa servire Jahweh, finché non arriveremo laggiù' (Es. 10-25,26). Alla fine, dopo laboriose trattative, si accordarono: gli Ebrei potevano andarsene dove pareva loro, con quello che volevano; solo, avrebbero dovuto accettare la presenza di un forte contingente di truppe egizie, incaricate di sorvegliarli. A loro spese, naturalmente. Erano le condizioni previste e propugnate da Mosè" (pp. 232-233).

Inizia così il viaggio nel deserto: migliaia di Ebrei, carri, animali, una colonna interminabile, sparpagliata per vari chilometri tutto intorno, un vasto agglomerato vivente che Mosè conduce con un "grande braciere pieno di bitume ardente. Sprigionava una 'colonna' di denso fumo, che poteva essere vista da chilometri di distanza e serviva da riferimento e guida durante la marcia. Di notte la posizione del braciere era segnalata dal bagliore delle fiamme (Es. 13,21)" (p. 234).

Le truppe egizie seguono a distanza gli Ebrei, guidate anche loro dal braciere ardente, proprio ciò che Mosè voleva accadesse. Dopo un viaggio di un paio di settimane (Barbiero analizza anche il significato di un'unità di misura quale il "giorno di cammino"!), "Mosè piantò il campo sulla riva del Mar Rosso, di fronte alle secche [...] che in quel momento erano ben nascoste, essendo la marea al culmine" (p. 234), di cui lui solo, oltre qualche beduino, conosceva l'esistenza. Seguono tra le pagine più belle, e "mosse", dell'intero resoconto di Barbiero. Mosè sa che in un particolare giorno dell'anno, quando la marea si ritira, una sottile lingua di terra rimane libera dalle acque, e consente il passaggio sull'altra sponda. E' notte, e al buio, circondato dal suo popolo, è in attesa spasmodica del momento favorevole: a un suo cenno, gli Ebrei si precipitano nel Mar Rosso, "in colonne ordinate e silenziose, sospingendo avanti a sé le greggi" (p. 236). Le sentinelle egizie, accampate a breve distanza, avvertono forse qualcosa di diverso, il rumore prodotto dagli animali, ma il braciere è sempre lì immobile davanti a loro, "non c'era di che allarmarsi". Al primo chiarore, scorgono il campo degli Ebrei: "delle loro tende, dei carri e delle migliaia di capi di bestiame nessuna traccia [...] Cosa stava succedendo?".

Il seguito della storia è noto. Le truppe risvegliate in gran fretta si precipitano all'inseguimento, ma Mosè ha previsto tutto, e osserva infine "sogghignando i cavalli che si dibatt[ono] nelle acque e i soldati che affond[ano], trascinati dalle loro armature. Il piano studiato così meticolosamente per anni, era riuscito [...] In cuor suo trionfava, gonfio d'orgoglio. E ne aveva di che: per la genialità e audacia della concezione, la complessità delle operazioni, la meticolosa pianificazione e l'esecuzione brillante e decisa, è un'impresa che non ha paragoni nella storia. Lui, figlio di genitori ignoti, balbuziente, ricercato per omicidio, armato soltanto della sua genialità e audacia, aveva osato sfidare il sovrano più potente dell'epoca, riuscendo a sottrargli un intero popolo [...] e ad annientare il meglio dell'esercito più potente del mondo [...] Nessuno riuscirà mai a fare qualcosa di paragonabile. Bastava un piccolo errore di calcolo, una mossa sbagliata, e l'avventura poteva trasformarsi in tragedia; mi piace pensare che non perdette neppure una capra!" (p. 237). "

http://www.volta.alessandria.it/episteme/ep2barb2.htm

Questo libro sembra molto interessante .

Chissà come spiega altri eventi più strani,ma qualche idea la ho tipo la densa nube con cui si presenta Yahvè . Una nuvola di sabbia frequente fenomeno che si verifica sul Har Karkom....

Immagine
immagine presa dal sito http://www.harkarkom.com/

03/09/2013, 11:18

Ma "gli ebrei" a quel tempo esistevano?
Cioè dopo 400 anni in Egitto, di che ebrei parliamo? Probabilmente nessuno era fedele a Yahweh, sicuramente non esisteva l'ebraico, e probabilmente non erano per nulla ebrei.

03/09/2013, 13:00

DarthEnoch ha scritto:

Ma "gli ebrei" a quel tempo esistevano?
Cioè dopo 400 anni in Egitto, di che ebrei parliamo? Probabilmente nessuno era fedele a Yahweh, sicuramente non esisteva l'ebraico, e probabilmente non erano per nulla ebrei.


Penso che la parola ebrei è usata solo per semplificare nel libro. questa è quanto scrive l'autore
" L'intera operazione fu condotta con un misto di genialità e di lungimiranza straordinarie e di spregiudicatezza e ferocia, che fanno di Mosè la figura più imponente e affascinante della storia. Il risultato finale fu che un'accozzaglia di tribù senza capo, senza religione né legge, attraverso un bagno di sangue e di terrore diventò un popolo che avrebbe riempito la storia della sua religione, dei suoi ideali e delle sue leggi . "

03/09/2013, 14:03

Ok, in questo caso la cosa è più plausibile, diciamo.

19/09/2013, 08:28

ipotesi :
" Tutta la comunità degli Israeliti levò l'accampamento dal deserto di Sin, secondo l'ordine che il Signore dava di tappa in tappa, e si accampò a Refidim. Ma non c'era acqua da bere per il popolo. Il popolo protestò contro Mosè: «Dateci acqua da bere!».

Mosè disse loro: «Perché protestate con me? Perché mettete alla prova il Signore?».

In quel luogo dunque il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatti uscire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?».

Allora Mosè invocò l'aiuto del Signore, dicendo: «Che farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!».

Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani di Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e và! Ecco, io staró davanti a te sulla roccia, sull'Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà» "

Mosé potrebbe aver fatto saltare fuopri l'acqua battendo su una roccia sul Har Karkom,
batteva sulla roccia col bastone per indicare agli israeliti che aveva trovato un segno che in quel luogo ci stava un oasi di acqua ...

ideogramma trovato sul Har Karkom
Immagine


in questo pdf invece le incisioni con cui gli egiziani segnalavano la presenza di acqua sulle roccie nelle oasi lungo i percorsi delle spedizioni.

http://aars.fr/images/pdf/berger.pdf
c'è un assomiglianza tra gli ideogrammi egizi e il segno nel Sinai,la forma rettangolare con due punte arrotondate che la sormontano e a volte divisa da linee orrizzontali o verticali ...

???

27/09/2013, 17:32

attorno all' Har Karkom sono state trovate 4 piattaforme, formate da pietre, alte circa un metro e la più grande con un diamentro di dieci metri. Queste piattaforme sono " piatte sulla sommità e sembra che le pietre siano state cementate da un persistente fuoco potente" , parole di Emmanuel Anati.

Immagine

secondo il professore Noam Lahav (del Seagram Center ) solo un calore molto intenso poteva sciogliere la pietra che non avrebbe potuto generarsi con un fuoco all'aperto.

Immagine

non se ne conosce lo scopo ....

27/09/2013, 20:56

piattaforma per l'atterraggio dei carri celesti :) come Balbek
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