27/09/2013, 18:01
27/09/2013, 20:01
27/09/2013, 20:22
27/09/2013, 20:43
27/09/2013, 20:51
AgenteSegreto000 ha scritto:
dalla tua fonte wolf
« Se mille uomini non pagassero quest'anno le tasse, ciò non sarebbe una misura tanto violenta e sanguinaria quanto lo sarebbe pagarle. »
(Henry David Thoreau, Disobbedienza civile)
« Rifiutarsi di pagare le tasse è uno dei metodi più rapidi per sconfiggere un governo. »
(Mahatma Gandhi)
Già si tratta di un modo pacifico di protestare e fare una pressione politica fortissima contro un governo.
Il paradosso è che se tutti ci fermassimo e non andassimo a pagare le tasse lo stato sarebbe completamente congelato, ma sarebbe rischioso anche per i soldi nelle casse dello stato...
insomma il contrario della protesta violenta (che risulta inutile e dannosa) è la NON AZIONE nel senso "fermare tutto"(che farebbe cacare sotto tutti i governanti)
Ma è rischioso può saltare completamente il sistema economico Italiano se la protesta fiscale dura per troppo... e quindi addio pensioni, stipendi pubblici...
27/09/2013, 20:55
ubatuba ha scritto:
ronin,purtroppo chi la pensa diversamente,viene emarginato considerato un untore di manzoniana memoria)o se invitato a qualke trasmissione e' continuamente interrotto......senza riuscire a portare a termine il concetto.......
27/09/2013, 21:05
Ronin77 ha scritto:
L’azienda Italia va a picco
L’azienda Italia va a picco, oggi in vendita ci sono le telecomunicazioni ed i trasporti aerei. La cosa non mi sorprende, era perfettamente prevedibile ed i mercati lo sapevano tant’è che nessun investitore straniero si è trovato nella pessima posizione di socio di minoranza. All’estero il declino industriale dell’Italia è da almeno tre anni una realtà, in casa sembra ancora un film di Fanta-economia di serie B. Il motivo? Il passatempo nazionale: il gioco delle tre carte. Un imbroglio dietro il quale si nasconde alla popolazione una triste verità: una classe politica di bassissima levatura ha dato in gestione l’economia nazionale a manager ignoranti ed incompetenti.
Quando alcuni anni fa scrivevo che vista dall’estero l’Italia è la classica Repubblica delle Banane, nessuno ci voleva credere perché come affermava Berlusconi “cinema, ristoranti ed aerei sono tutti pieni“; quando nell’autunno del 2011 scrivevo che il Paese era già fallito, le mie parole scatenavano una violenta reazione da parte degli economisti ‘di regime’, quelli che le banane le guardavano dal lettino costantemente parcheggiato in riva al mare. Sostenevano che a differenza di quelle straniere, le nostre banche erano solide e tra queste, naturalmente, c’era anche il Monte dei Paschi di Siena.
E’ andata ancora peggio quando scrivevo che i soldi elargiti al sistema bancario italiano da Draghi con il “Litro” e dalle banche centrali europee con il T2, per evitare che l’Italia implodesse e con essa l’euro, non erano finiti nell’economia reale ma erano transitati per i vasi comunicanti dell’economia monetaria delle banane. Che significa? Che questo denaro ha compensato la fuga dei capitali all’estero e sottoscritto l’aumento del debito pubblico italiano per pagare a mala pena gli interessi su un volume totale ingestibile (ormai ben oltre la soglia del 130 per cento).
Quando poi ho denunciato la speculazione edilizia che i nostri compatrioti hanno condotto e continuano a condurre sia a Londra che in Germania con i capitali in fuga, sono stata accusata di essere un’economista talebana che ce l’aveva con i benestanti. Ed ancora, quando prima, durante e dopo la campagna elettorale ho ripetuto ad infinitum che le due più grosse bufale del secolo sono l’austerità espansiva, di cui parlavano i Montiani ed i vari Giavazzi e Alesina, e la vendita del patrimonio nazionale per pagare il debito auspicata da Zingales e quel signore molto poco educato che si chiama Boldrin, a quel punto sono arrivate le ingiurie e le minacce su Facebook, Twitter ed anche per telefono.
Non potevano mancare le critiche degli economisti ‘contro regime’, quelli provenienti dalla nebulosa della sinistra, un’area ideologica indescrivibile ed incomprensibile, di cui fanno parte economisti come Fassina, militanti arrabbiatissimi seguaci della teoria del giornalista Barnard che vogliono stampare montagne e montagne di moneta, persino alcuni economisti contrari all’euro hanno storto il naso.
Tutti questi signori praticano il gioco delle tre carte, sono illusionisti, non necessariamente delinquenti, si badi bene, e molti lo fanno perché non hanno scelta. Ai tempi del fascismo bisognava avere la tessera per lavorare e far carriera, oggi devi far parte di una squadra che fa il gioco delle tre carte. Se non lo fai sei perduto perché nessuno ti copre le spalle, anzi dai fastidio perché rompi il cerchio; se poi sei una donna indipendente e usi principalmente quella parte del corpo umano che si chiama cervello, allora sei finita! Se non fosse per giornalisti coraggiosi – i capitani in Italia non ci sono – come Paragone, la Merlino o Gomez, Giordano e pochi altri, il vero dialogo e contradditorio economico apparterrebbe alle parole obsolete.
La cosa divertente è che dato che in Italia tutti giocano alle tre carte sono tutti vittime della stessa truffa: la formula per la ripresa non c’è e l’economia del Paese va sempre peggio, la ricetta applicata fino ad oggi è stata disastrosa. Ormai è difficile negare l’evidenza – dal 2009 la nostra economia si è contratta del 9%, la Commissione europea ha detto che siamo l’unico Paese di Eurolandia che si sta de-industrializzando, vendiamo Alitalia e Telecom per un decimo del prezzo che avremmo ottenuto solo pochi anni fa ecc. ecc.. Di fronte al fallimento dell’economia i guardiani delle banane hanno cambiato musica. Dalle pagine del Corriere i paladini dell’austerità espansiva la condannano e su quelle del Financial Times quelli ‘contro regime’ inviano un SOS disperato.
Nell’autunno del 2011 quasi tutti questi signori tacevano ed applaudivano il governo tecnico, se la godevano in riva al mare sotto le banane. La responsabilità del fallimento Italia è anche degli illustri economisti nostrani, che non hanno il coraggio neppure di pensare ‘fuori dal coro’. Fatta eccezione di voci autorevoli come il Prof. Gallino, la maggior parte usa anche armi meschine per far fuori i rivali che sono più bravi, tra le vittime c’è anche Oscar Giannino, che certamente non condivide molte delle mie tesi, ma che da professionista onesta ho sempre rispettato per la lucidezza delle sue analisi.
Vorrei ricordare ai vari cattedratici che oggi abbracciano il movimento anti-austerità che per diventare un buon economista non basta una laurea, una cattedra, né una collezione di libri didattici, ci vuole la passione per la materia, una lunga gavetta e l’umiltà di ascoltare tutte le voci fuori dal coro.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09 ... co/724815/
27/09/2013, 21:32
27/09/2013, 22:40
Thethirdeye ha scritto:ubatuba ha scritto:
ronin,purtroppo chi la pensa diversamente,viene emarginato considerato un untore di manzoniana memoria)o se invitato a qualke trasmissione e' continuamente interrotto......senza riuscire a portare a termine il concetto.......
Ci sono fortunatamente alcune eccezioni....
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=301599
03/10/2013, 13:55
ubatuba ha scritto:
venerdì 27 settembre 2013
Caro amico Ti spiego facilmente perchè l'Italia è in svendita!.
La prima domanda da porsi e’: come sono variati i prezzi delle aziende in Europa?
Se guardate bene il grafico sottostante che indica l’andamento degli Indici Azionari in 4 nazioni dell’Eurozona, vedrete che tra le varie nazioni europee, ci sono andamenti del tutto divergenti, specialmente dopo il 2008.
Sostanzialmente il valore delle aziende Italiane s’è piu’ che dimezzato, quelle Francesi e Spagnole hanno valori ridimensionati tra il 17% ed il 25%, mentre quelle tedesche si sono rivalutate del 28%.
Chi ci legge, sa bene la ragione: la Germania contenendo il Costo del Lavoro nel sistema a cambi fissi, ha incrementato export e produzione, e quindi utili, per cui vede le sue aziende rivalutarsi. Di contro le altre nazioni, indebolite nei profitti e nella produzione, hanno visto un forte ridimensionamento del loro valore. In Italia il fenomeno e’ piu’ accentuato che in Spagna e Francia, che comunque hanno andamenti completamente divergenti rispetto alla Germania.
Solito Film gia’ visto: la Germania s’e’ arricchita (specie il sistema privato), tutti gli altri impoveriti, ed il fenomeno ha una sua dinamica evidente specialmente dopo la meta’ degli anni 2000, vale a dire dopo le riforme Hartz sul mercato del lavoro in Germania.
In sintesi, qualsiasi azienda mondiale, puo’ fare shopping in Italia (oltre a Grecia e Portogallo) a prezzi da svendita e puo’ acquistare bene nel resto d’Europa (Germania esclusa).
Diamo uno sguardo alle principali cessioni di aziende Italiane da parte di acquirenti stranieri, nel corso degli anni, grazie a Simone Previti:
1999
Algida (Unilever)
2000
Emilio Pucci (Arnault, Francia)
Fiat Ferroviaria (Alstom, Francia)
2001
Bottega Veneta (Francia)
Fendi (Francia)
2003
Peroni (Sudafrica)
Sps Italiana Pack Systems (Usa)
2005
Acciaierie Lucchini (Russia)
Benelli (Cina)
2006
Carapelli Sasso e Bertolli (Spagna)
Galbani (Francia)
2008
Osvaldo Cariboni (Alstom, Francia)
2009
Fiat Avio (divisione Fiat per il settore aerospaziale) (Usa,Inghilterra)
2010
Fastweb (Svizzera, aveva già parte delle azioni dal 2007)
Belfe (Sud Corea)
Lario (Sud Corea)
Boschetti alimentare (confetture) (Francia)
2011
Gancia (Russia)
Fiorucci (salumi) (Spagna)
Parmalat (Lactalis, Francia)
Bulgari (Francia)
Brioni (Francia)
Wind (Russia, prima Egitto)
Edison (Francia)
Mandarina Duck (Sud Corea)
Loquendo (leader nelle tecnologie di riconoscimento vocale) (Usa)
Eridania (zucchero) (Francia)
2012
Star (Spagna) Controlla i marchi RisoChef, Pummarò, Sogni d’Oro, GranRagù Star, Orzo Bimbo ed Olita
Ducati (Germania)
Eskigel (produzione gelati per varie catene di supermercati) (UK)
Valentino (Qatar)
Ferretti (nautica) (Cina)
AR Pelati (pomodori) (Giappone)
Coccinelle (Sud Corea)
Sixty (Cina) Proprietaria dei marchi Miss Sixty e Energie
2013
Richard Ginori (venduta a Gucci, Francese)
Loro Piana (Francia)
Pernigotti (Turchia)
Chianti Gallo Nero Docg (Cina)
Pomellato (Francia)
Scotti Oro (Spagna per il 25%)
Guarda caso, c’e’ un chiaro parallelismo tra crollo dei valori azionari ed acquisti di aziende Italiane dall’estero.
Il Parallelismo ovviamente e’ del tutto evidente anche guardando altri indicatori:
Il flusso medio annuale di Investimenti Diretti Esteri in Entrata e’ passato da rappresentare uno 0,2-0,3% dal 1979 al 1998, ad oltre l’1% del PIL dal 1999 al 2011.
Il progressivo deterioramento negli ultimi 15 anni della componente Redditi da capitale del Conto Corrente della Bilancia dei Pagamenti
Torniamo indietro di 20 anni….
Tornando al settembre del 1992, quando la Lira ed altre valute svalutarono sul Marco, si ebbe una formidabile performance nei 20 mesi successivi, di tutte le Borse Europee, e guarda caso la Borsa Italiana fece un mirabilante +125%, contro il +50% della Germania. Cosa accadde? Ovviamente parte dell’aumento e’ legato a ragioni di contesto mondiale, e parte al fatto che si usciva col riallineamento valutario da una situazione di squilibrio (e quindi crisi) ad una situazione dove “il peggio era alle spalle”. Ma la divaricazione straordinaria tra l’andamento della Borsa Italiana e quella Tedesca era ovviamente legata alla svalutazione, che significava maggior reddittivita’ legata al miglior andamento produttivo ed export. Casualmente negli anni post-svalutazione gli acquisti di aziende nazionali fu minimo, nonostante il deprezzamento valutario, perche’ le aziende ripresero valore.
L’acquisto massivo di aziende italiane dall’estero e’ qualcosa di fortemente negativo
Chi vede esclusivamente positivita’ nel massivo acquisto dall’estero di aziende Italiane (non compensato da analoghi acquisti Italiani all’estero), perche’ vede in cio’ potenziali miglioramenti dei servizi, ristrutturazioni salutari, investimenti, ecc. dovrebbe tenere a mente 2 fatti importanti:
- Un incremento massivo delle proprieta’ straniere significa una crescita costante del deficit della voce Redditi della Bilancia dei Pagamenti, che in ultima analisi deprime il PIL e peggiora la Posizione netta sull’Estero
- Spesso chi “acquista” lo fa a scopo predatorio: ad esempio per eliminare un concorrente (lo compra, lo ridimensiona e trasferisce parte della produzione altrove) o per disporre di un canale distributivo (importando merci). Ovviamente anche questo impatta sulla ricchezza del paese nel tempo.
Chi si lamenta degli acquisti esteri, farebbe bene a non piangere
Diversi attori della commedia Italiana (ad esempio i Sindacati) ovviamente chiedono azioni al Governo in questi casi (ad esempio nel caso Telecom). Probabilmente sperano in una nazionalizzazione o comunque in un qualche azione governativa salvifica (ed irreale) di imposizione ad una proprieta’ estera di non si sa bene cosa. Ovviamente non colgono che la causa di queste massive (s)vendite, e’ il crollo del valore generalizzato delle aziende stesse, consequenziale all’andamento negativo dell’economia e del costo del lavoro, nonche’ al sistema dei cambi fissi (leggi EURO ndr) sommato all’inefficenza nostrana causata proprio dal salvatore (lo Stato) e da loro stessi (i sindacati). Ovviamente ci sarebbe da ridere, ma purtroppo e’ una tragedia.
By GPG Imperatrice
Fonte: http://www.scenarieconomici.it
http://democraziaesovranita.blogspot.it/
ma chi ha generato tutto questo scempio,in qualke modo dovra' pure darne conto.............................
08/10/2013, 19:17
08/10/2013, 19:26
08/10/2013, 19:33
kentucky ha scritto:
La Blackrock ha fiutato l'affare sulla scia di quanto già fatto dal fondo First Reserve con la rinaziolizzazione di Ansaldo Energia. Questi hanno comprato nel 2011 il 45% di Ansaldo pagando 225 milioni, hanno rivenduto allo Stato Italiano per 387 milioni. In attesa della rinaziolizzazione di Telecom si preparano anch'essi a fare un ottimo affare.
PoteriForti ha scritto:
direi che gli ultimi 20 anni di assurde e artificiose contrapposizioni politiche (ex comunisti vs berluscones) ha ridotto questo paese come le elite si "auguravano"......
un popolo di fessi che si sta' ritrovando senza nulla in mano... e con una montagna di debiti crescenti ed uno stato senza stato per la gioia degli ultracapitalisti.
Poi con gli strumenti che hanno in mano (media e politici) ci hanno anche convinto che la colpa è nostra....degli evasori e della casta....ovvio che qualcuno si possa nascondere dietro queste semplicistiche scuse per la plebe ignorante.
Ma critiche sui media per quanto riguarda le posizioni prese dai tecnocrati, dalle banche e dalle istituzioni finanziarie mai???
cari giornalisti, continuate a fare questo lavoro sporco, prima o poi i conti li salderemo, poveri miserabili al soldo degli ultraricchi oligarchi!
08/10/2013, 20:04
08/10/2013, 20:08