23/10/2013, 22:40
Ma vogliamo parlare dei giovani del PD?
Dove sono i giovani del PD?
Tutti in birreria?
Eccoli a scuola dalla Bindi.
http://www.partitodemocratico.it/doc/22 ... azione.htm
Dove sono i giovani del PD?
Tutti in birreria?
Eccoli a scuola dalla Bindi.
http://www.partitodemocratico.it/doc/22 ... azione.htm
Ultima modifica di Ronin77 il 23/10/2013, 22:43, modificato 1 volta in totale.
24/10/2013, 01:07
Questi sono proprio degli imbecilli, stanno facendo la stessa cosa che hanno fatto i governanti greci. Mah io non vedo l'ora che tutti i nodi vengano al pettine e collassi tutto, quando li sento parlare in tv di crescita, di flebile luce in fondo al tunnel, di ripresa e debito pubblico mi viene il voltastomaco. Che gente ipocrita.
24/10/2013, 01:11
Tanto a breve daranno alla luce una bella legge elettorare per consacrare il bipolarismo definitivo/periodico a vantaggio di PD e PDL e noi rischieremo di cuccarci sempre loro nel bene e nel male...
Ovviemente tornerà in campo il re dei voltagabbana CASINI che con il suo 5%(amici,parenti,lobbyzzati,mercenari) farà un pò il pendolo.Tanto a lui importa la poltrona,per il resto è felice.
Ovviemente tornerà in campo il re dei voltagabbana CASINI che con il suo 5%(amici,parenti,lobbyzzati,mercenari) farà un pò il pendolo.Tanto a lui importa la poltrona,per il resto è felice.
Ultima modifica di Ronin77 il 24/10/2013, 01:14, modificato 1 volta in totale.
24/10/2013, 02:26
peccato che silvio non è riuscito a toglierlo di mezzo come quell'altro viscidone di Fini. C'è andato vicino però.
24/10/2013, 09:51
Ronin77 ha scritto:
Tanto a breve daranno alla luce una bella legge elettorare per consacrare il bipolarismo definitivo/periodico a vantaggio di PD e PDL e noi rischieremo di cuccarci sempre loro nel bene e nel male...
Ovviemente tornerà in campo il re dei voltagabbana CASINI che con il suo 5%(amici,parenti,lobbyzzati,mercenari) farà un pò il pendolo.Tanto a lui importa la poltrona,per il resto è felice.
più he bipolarismo,
una legge che chi vince governa..
poi possono esserci 2,3,4 partiti,
ecc.
se grillo ha più voti al ballottaggio,
(il sistema che consente di assegnare il premio)
allora governa..
senza dover ricorrere
a larghe intese all'infinito..
è cmplicato da capire?
24/10/2013, 11:10
dovrebbe essere un sistema in cui non ci siano ammucchiate varie,in quanto,come gia' visto,producono solo litigiosita'e null'altro;un partito vince e governa,prob sara' ugualmente difficoltoso,con tutte le correnti che permeano i singoli partiti.........![[;)]](./images/smilies/UF/icon_smile_wink.gif "Occhiolino")
24/10/2013, 13:03
Ma siccome ogni testa d'italiano vota per un suo partito ... ce ne saranno sempre a ... decine! ![[8)]](./images/smilies/UF/icon_smile_shy.gif "Compiaciuto")
24/10/2013, 13:40
ubatuba ha scritto:
dovrebbe essere un sistema in cui non ci siano ammucchiate varie,in quanto,come gia' visto,producono solo litigiosita'e null'altro;un partito vince e governa,prob sara' ugualmente difficoltoso,con tutte le correnti che permeano i singoli partiti.........
appunto..
anche in caso di partito unico,
poi c sono correnti, ecc.
bisogna affidarsi al principio democratico..
si vota,
il risultato che ne scaturisce
si persegue..
24/10/2013, 13:59
mik.300 ha scritto:Ronin77 ha scritto:
Tanto a breve daranno alla luce una bella legge elettorare per consacrare il bipolarismo definitivo/periodico a vantaggio di PD e PDL e noi rischieremo di cuccarci sempre loro nel bene e nel male...
Ovviemente tornerà in campo il re dei voltagabbana CASINI che con il suo 5%(amici,parenti,lobbyzzati,mercenari) farà un pò il pendolo.Tanto a lui importa la poltrona,per il resto è felice.
più che bipolarismo,
una legge che chi vince governa..
Faranno salti mortali con doppio avvitamento pur di consolidare il BIPOLARISMO all'italiana e
di tenere fuori quel Movimento che si intrufola un giorno sì e l'altro pure nei loro SPORCHI AFFARI.
Facciamocene una ragione......
24/10/2013, 16:22
Ma se quel ... Movimento, facesse le cose seriamente e ne fosse anche convinto con prove pratiche e convincenti, la gente darebbe loro tutto l'appoggio (voti) necessario ...
26/10/2013, 19:13
Sei mesi di mah
L'Italia del governo Letta è una prosecuzione dell'Italia del governo Monti, ma con Alfano e Zanonato: è inevitabile, siamo tutti sempre gli stessi
Sei mesi fa Enrico Letta concludeva le consultazioni per la formazione del governo che avrebbe giurato tre giorni dopo, come tutti ricordano, grazie soprattutto alla decisa volontà del Presidente della Repubblica Napolitano che aveva ottenuto dai partiti “tradizionali” un potere praticamente assoluto, quando quelli erano andati da lui in ginocchio ad ammettere il proprio fallimento nella ricerca di un nuovo Presidente della Repubblica. Napolitano individuò nell’accordo tra PD e PdL la soluzione preferibile al guaio di maggioranze inesistenti uscito dalle elezioni – l’altra sarebbe stata tornare a votare – e costrinse a un’alleanza gli alleati più improbabili, consegnando a Letta le chiavi di una macchina con le ruote tutte fuori convergenza e spiegandogli che facendole girare si sarebbero raddrizzate.
Che ha fatto Letta in questi sei mesi, per un’Italia in cerca di grandi cambiamenti e ripartenze? Piccola manutenzione, con quello che aveva – poco – buoni discorsi (che sa fare), e poco coraggio. E, sospettiamo a questo punto, anche poca visione. Spiegare a uno straniero cosa definisca il governo Letta è impossibile. L’idea di Letta dell’Italia sembra essere quella di un paese che ha avuto un incidente di gioco, e va curato per vedere se potrà tornare in campo e giocare bene come prima. Ma sembra non ricordarsi che al momento dell’incidente l’Italia stava già in panchina per gran parte della partita, e quando entrava in campo finiva sempre in fuorigioco. E che questo è il massimo a cui la sua cura omeopatica la possa riportare (poi lui arriva e spiega che no, stiamo ricostruendo, creando modi e approcci nuovi, e deve-finire-il-tempo-di, ma nessuno se ne è accorto).
Questi sei mesi, bisogna ammetterlo, sono stati una specie di proseguimento del governo Monti senza il governo Monti: ugualmente grigi, deprimenti, insoddisfacenti, convalescenti, ma almeno là ci fu per un buon periodo la sensazione che degli interventi drastici e dei cambiamenti di direzione fossero stati presi, e che i ministri avessero delle idee in testa. Sbagliate, in alcuni casi, sbadate in altri, e chissà dove avrebbero portato: ma per diversi mesi sembrò si stesse andando da un’altra parte, con altre persone e altri approcci, almeno. Sembrava diverso. Non ci diede passioni ed entusiasmi, il governo Monti, ma almeno ci convinse che fosse sensato rinunciarci per un po’ e inevitabile fidarsi.
Il governo Letta ci ha rimesso in quella situazione – zero entusiasmi e zero passioni, la stessa sensazione di attesa che qualcosa cambi le cose davvero solo alle prossime elezioni – senza saperci convincere del resto: affidando il grigiore poco esaltante della sua opera a seconde file di partito che finora non hanno mostrato né gran qualità di leadership né capacità di iniziative sovversive rispetto al passato (se non, i ministri del PdL, nell’emanciparsi momentaneamente da Berlusconi: ma è sembrato ne cercassero più indipendenza personale che progetti per il bene comune).
E così, la situazione politica è la stessa identica di un anno e mezzo fa: viviamo il governo – l’istituzione che dovrebbe guidare il cambiamento – come un segnaposto temporaneo, una cosa sullo sfondo, in attesa che nuove elezioni estraggano dal cappello il cambiamento vero (dal quale cappello, a sua volta, non si vedono spuntare grandi orecchie) e con un Renzi che incombe, investito di aspettative ormai eccessive per chiunque. Come allora, c’è un governo che dice di fare delle cose senza essere in grado di spiegarle convincentemente, né di guadagnarsi consensi, c’è il PD che cerca di tenerlo in piedi ma molti suoi elettori si chiedono perché, c’è il PdL che gioca ogni giorno col suo potere di tenerlo in piedi o farlo cadere, c’è un contesto di media maggiori che sanno che un governo poco litigioso al suo interno e troppo sostenuto in parlamento non rende in termine di sensazionalismo e dietrologie, e quindi ci offrono sterili zizzanie quotidiane con cui cercano di trattenere la nostra attenzione.
Si dirà che il risultato elettorale è l’accidente che ci ha conservati in questa situazione: sostituendo ministri passeggeri a ministri tecnici e introducendo il circense spettacolo grillino come ingrediente laterale e divagante. Aggiungeremmo che non era inevitabile, che Napolitano ha preso il rischio di affidarsi alle “larghe intese” e che i fatti sembrano avere dimostrato che quella formula è stata un wishful thinking e oggi è un imbroglio per presentare un accordo di interesse in tempi di rischi grossi. Però, certo, è vero, siamo sempre noi tutti quanti ad avere conservato questo quadro poco incoraggiante e poco motivante: a essere ottimisti, Letta ci smentirà e tra molti anni la storia dirà che certe cose fatte dal suo governo e di cui non ci eravamo accorti si sono rivelate alla lunga decisive; a pensare che però che ci sia bisogno di molto altro per ribaltare le cose di questo paese, questa è un’agonia che tolleriamo con complice rassegnazione.
http://www.ilpost.it/2013/10/25/sei-mesi-di-mah/
perfetta radiografia del fare del tribolo governo letta,un grigiore assoluto,probabilmente segue le teorie del buon andreotti,che affermava,quando c'e'un problema attendere che siano gli eventi a risolverlo........da buon democristiano........non mente
L'Italia del governo Letta è una prosecuzione dell'Italia del governo Monti, ma con Alfano e Zanonato: è inevitabile, siamo tutti sempre gli stessi
Sei mesi fa Enrico Letta concludeva le consultazioni per la formazione del governo che avrebbe giurato tre giorni dopo, come tutti ricordano, grazie soprattutto alla decisa volontà del Presidente della Repubblica Napolitano che aveva ottenuto dai partiti “tradizionali” un potere praticamente assoluto, quando quelli erano andati da lui in ginocchio ad ammettere il proprio fallimento nella ricerca di un nuovo Presidente della Repubblica. Napolitano individuò nell’accordo tra PD e PdL la soluzione preferibile al guaio di maggioranze inesistenti uscito dalle elezioni – l’altra sarebbe stata tornare a votare – e costrinse a un’alleanza gli alleati più improbabili, consegnando a Letta le chiavi di una macchina con le ruote tutte fuori convergenza e spiegandogli che facendole girare si sarebbero raddrizzate.
Che ha fatto Letta in questi sei mesi, per un’Italia in cerca di grandi cambiamenti e ripartenze? Piccola manutenzione, con quello che aveva – poco – buoni discorsi (che sa fare), e poco coraggio. E, sospettiamo a questo punto, anche poca visione. Spiegare a uno straniero cosa definisca il governo Letta è impossibile. L’idea di Letta dell’Italia sembra essere quella di un paese che ha avuto un incidente di gioco, e va curato per vedere se potrà tornare in campo e giocare bene come prima. Ma sembra non ricordarsi che al momento dell’incidente l’Italia stava già in panchina per gran parte della partita, e quando entrava in campo finiva sempre in fuorigioco. E che questo è il massimo a cui la sua cura omeopatica la possa riportare (poi lui arriva e spiega che no, stiamo ricostruendo, creando modi e approcci nuovi, e deve-finire-il-tempo-di, ma nessuno se ne è accorto).
Questi sei mesi, bisogna ammetterlo, sono stati una specie di proseguimento del governo Monti senza il governo Monti: ugualmente grigi, deprimenti, insoddisfacenti, convalescenti, ma almeno là ci fu per un buon periodo la sensazione che degli interventi drastici e dei cambiamenti di direzione fossero stati presi, e che i ministri avessero delle idee in testa. Sbagliate, in alcuni casi, sbadate in altri, e chissà dove avrebbero portato: ma per diversi mesi sembrò si stesse andando da un’altra parte, con altre persone e altri approcci, almeno. Sembrava diverso. Non ci diede passioni ed entusiasmi, il governo Monti, ma almeno ci convinse che fosse sensato rinunciarci per un po’ e inevitabile fidarsi.
Il governo Letta ci ha rimesso in quella situazione – zero entusiasmi e zero passioni, la stessa sensazione di attesa che qualcosa cambi le cose davvero solo alle prossime elezioni – senza saperci convincere del resto: affidando il grigiore poco esaltante della sua opera a seconde file di partito che finora non hanno mostrato né gran qualità di leadership né capacità di iniziative sovversive rispetto al passato (se non, i ministri del PdL, nell’emanciparsi momentaneamente da Berlusconi: ma è sembrato ne cercassero più indipendenza personale che progetti per il bene comune).
E così, la situazione politica è la stessa identica di un anno e mezzo fa: viviamo il governo – l’istituzione che dovrebbe guidare il cambiamento – come un segnaposto temporaneo, una cosa sullo sfondo, in attesa che nuove elezioni estraggano dal cappello il cambiamento vero (dal quale cappello, a sua volta, non si vedono spuntare grandi orecchie) e con un Renzi che incombe, investito di aspettative ormai eccessive per chiunque. Come allora, c’è un governo che dice di fare delle cose senza essere in grado di spiegarle convincentemente, né di guadagnarsi consensi, c’è il PD che cerca di tenerlo in piedi ma molti suoi elettori si chiedono perché, c’è il PdL che gioca ogni giorno col suo potere di tenerlo in piedi o farlo cadere, c’è un contesto di media maggiori che sanno che un governo poco litigioso al suo interno e troppo sostenuto in parlamento non rende in termine di sensazionalismo e dietrologie, e quindi ci offrono sterili zizzanie quotidiane con cui cercano di trattenere la nostra attenzione.
Si dirà che il risultato elettorale è l’accidente che ci ha conservati in questa situazione: sostituendo ministri passeggeri a ministri tecnici e introducendo il circense spettacolo grillino come ingrediente laterale e divagante. Aggiungeremmo che non era inevitabile, che Napolitano ha preso il rischio di affidarsi alle “larghe intese” e che i fatti sembrano avere dimostrato che quella formula è stata un wishful thinking e oggi è un imbroglio per presentare un accordo di interesse in tempi di rischi grossi. Però, certo, è vero, siamo sempre noi tutti quanti ad avere conservato questo quadro poco incoraggiante e poco motivante: a essere ottimisti, Letta ci smentirà e tra molti anni la storia dirà che certe cose fatte dal suo governo e di cui non ci eravamo accorti si sono rivelate alla lunga decisive; a pensare che però che ci sia bisogno di molto altro per ribaltare le cose di questo paese, questa è un’agonia che tolleriamo con complice rassegnazione.
http://www.ilpost.it/2013/10/25/sei-mesi-di-mah/
perfetta radiografia del fare del tribolo governo letta,un grigiore assoluto,probabilmente segue le teorie del buon andreotti,che affermava,quando c'e'un problema attendere che siano gli eventi a risolverlo........da buon democristiano........non mente
26/10/2013, 23:08
Ufologo 555 ha scritto:
Ma se quel ... Movimento, facesse le cose seriamente e ne fosse anche convinto con prove pratiche e convincenti, la gente darebbe loro tutto l'appoggio (voti) necessario ...
Lasciamogli il tempo !!!!!!! E' troppo presto per giudicare le azioni di un movimento nato dalla società civile e in poco tempo. Abbiamo sicuramente fretta e forse poco tempo per rimediare alla nostra cecità, ma non affondiamo una delle poche possibilità di cambiamento.
Ho la netta impressione che Lega e M5S si stiano avvicinando a strategie comuni sui grandi temi. Molti riterranno la cosa scandalosa, ma la condivisione di idee da parte di due movimenti rivoluzionari potrebbe essere la svolta.
La frechezza dell' M5S e l' esperienza politica della Lega ? Prospettiva stimolante non trovate ?
![[:D]](./images/smilies/UF/icon_smile_big.gif "Davvero Felice"){kind=icon}
26/10/2013, 23:32
No,perchè la lega appena ne avrà l'occasione tornerà sotto l'ala di B.
27/10/2013, 11:58
Ronin77 ha scritto:
No,perchè la lega appena ne avrà l'occasione tornerà sotto l'ala di B.
Non ne sarei tanto sicuro. L' esperienza politica che hanno mi fà credere che abbiano intuito da tempo che l' ala di B è logora e la base spinge per un ritorno alle origini, di solito danno ascolto agli umori della base.
27/10/2013, 13:03
Magari decidessero una buona volta di camminare da soli,resta il problema che Berlusconi ha comprato la lega nel 2001,quindi non hanno scelta.