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15/07/2013, 12:06

Thethirdeye ha scritto:


Siamo alle comiche.... ma non so se ridere o se piangere.....


Tumori a Taranto? «Colpa delle sigarette».
Bufera su Enrico Bondi


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Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07 ... ol/655757/



Ma come li scelgono questi PROFESSIONISTI?
Sulla base di quali requisiti? [:D]

Boh....




incredibile..
ma quanto viene pagato
questo KOGLIONE ??

16/07/2013, 02:02

Bondi Immagine


Dunque i tarantini si ammalano di cancro perchè fanno uso esagerato di sigarette e alcolici. Secondo lui e i suoi “esperti”.

E i bambini con gravi problemi alle vie respiratorie.... che se so fumati? Cos'hanno bevuto e per quanto tempo?

E la diossina presente nel mar piccolo? Certo, è risaputo che le cozze hanno da sempre tanti vizi (per questo erano una prelibatezza. Altro che i citri);
- Fumo
- Alcohol
- Droghe sintetiche di vario tipo



E tutti i capi di bestiame abbattuti? Ovvio, se pippavano dei sigaroni mica da poco mentre si sparavano giù per la gargarozza certe pinte.

E il pcb, la diossina e le polveri minerali presenti a San Brunone? Beh, si sa, i morti so morti e possono permettersi di fumare e bere di tutto.
Alla faccia dei vivi che si recano al cimitero per onorare chi è venuto a mancare e alla faccia di chi al cimitero ci lavora.


“Il siderurgico non c'entra nulla. l'ILVA non inquina. L'ILVA non uccide. Mai lo capiremo?”






Bondi, certe idiozie, assieme ai tuoi “esperti” et ai politici corrotti, valle direttamente a raccontare ai tarantini.
Organizzatevi e noleggiate dei pullman con destinazione Taranto tamburi.



Enrico Bondi:

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Da quando il personaggio si è ulteriormenete ridicolizzato con questa boiata pro-ILVA, i due marinai (Monumento al Marinaio) sono in posa facepalm.













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Ultima modifica di ArTisAll il 16/07/2013, 02:07, modificato 1 volta in totale.

16/07/2013, 09:59

ArTisAll ha scritto:

Bondi Immagine


Dunque i tarantini si ammalano di cancro perchè fanno uso esagerato di sigarette e alcolici. Secondo lui e i suoi “esperti”.

E i bambini con gravi problemi alle vie respiratorie.... che se so fumati? Cos'hanno bevuto e per quanto tempo?

E la diossina presente nel mar piccolo? Certo, è risaputo che le cozze hanno da sempre tanti vizi (per questo erano una prelibatezza. Altro che i citri);
- Fumo
- Alcohol
- Droghe sintetiche di vario tipo



E tutti i capi di bestiame abbattuti? Ovvio, se pippavano dei sigaroni mica da poco mentre si sparavano giù per la gargarozza certe pinte.

E il pcb, la diossina e le polveri minerali presenti a San Brunone? Beh, si sa, i morti so morti e possono permettersi di fumare e bere di tutto.
Alla faccia dei vivi che si recano al cimitero per onorare chi è venuto a mancare e alla faccia di chi al cimitero ci lavora.


“Il siderurgico non c'entra nulla. l'ILVA non inquina. L'ILVA non uccide. Mai lo capiremo?”






Bondi, certe idiozie, assieme ai tuoi “esperti” et ai politici corrotti, valle direttamente a raccontare ai tarantini.
Organizzatevi e noleggiate dei pullman con destinazione Taranto tamburi.



Enrico Bondi:

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Da quando il personaggio si è ulteriormenete ridicolizzato con questa boiata pro-ILVA, i due marinai (Monumento al Marinaio) sono in posa facepalm.













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vi spiego il ragionamento suo..
xchè questo non è koglione parziale
ma koglione totale..

a taranto si fuma di più, secondo lui,
perchè "essendo un porto di mare
sguazzano le sigarette di contrabbando,
ergo la gente fuma di più.."

ma si può essere x koglioni di così??
Ultima modifica di mik.300 il 16/07/2013, 10:01, modificato 1 volta in totale.

16/07/2013, 10:37

Sono fuori dal mondo,poi quando dico che per capire chi lavora,questi politici devono iniziare la loro carriera facendo la gavetta al porto a scaricare merce sulle spalle, sono Marxista -Leninista.[:D]

19/07/2013, 00:59

ISDE Italia risponde al Commissario Bondi: il problema di Taranto non è "il fumo di sigaretta"



Il Commissario dell’Ilva, Enrico Bondi è stato nominato dal Governo per rappresentare gli interessi di tutti. Tuttavia le sue recenti affermazioni, che riprendono una perizia di parte aziendale, sono lungi dall'essere imparziali. Nella sua relazione al Presidente della Regione Puglia, Bondi cita infatti una relazione dei periti aziendali (Boffetta et al), secondo cui: “E’ noto che a Taranto, città portuale, la disponibilità di sigarette era in passato più alta rispetto ad altre aree del Sud Italia dove per ragioni economiche il fumo di sigaretta era ridotto fino agli anni ’70” *
La frase sottintende che non vi sarebbe un eccesso di tumori dovuti all'inquinamento ma tale eccesso sarebbe attribuibile al consumo di sigarette.


Contestiamo questo modo di porre il problema:

(a) il Commissario non può sposare un tesi di parte -, in modo peraltro superficiale;

(b) la relazione consegnata dai Periti della Procura di Taranto e degli Enti pubblici preposti (Istituto Superiore di Sanità, ISPRA, ARPA Puglia, Agenzia Regionale Sanitaria Pugliese) contiene un'analisi approfondita della mortalità per tumori a Taranto e nei suoi quartieri, e va considerata nella sua interezza.


La parzialità e la superficialità delle dichiarazioni di Bondi sono coerenti con il decennale disinteresse delle nostre classi dirigenti per i danni che l'inquinamento ambientale arreca all’ambiente e alla salute umana.


Sia il Commissario sia la perizia di parte sembrano ignorare le prove del fatto che l'inquinamento atmosferico è causa del cancro del polmone anche nei non fumatori. L’autorevole rivista Lancet Oncology pubblica in questi giorni i risultati di un grande studio epidemiologico europeo che dimostra come l’inquinamento atmosferico svolga un ruolo importante nell'aumentare il rischio di cancro del polmone anche nei non-fumatori.


Se Bondi, come sarebbe stato suo dovere, si fosse preoccupato di informarsi sulle prove scientifiche nel loro insieme, e non solo sul parere dei periti di parte, avrebbe tratto delle conclusioni diverse. In tal modo avrebbe dimostrato rispetto per i cittadini, per i lavoratori e per gli operatori sanitari anziché agire sulla base di un'agenda precostituita.


Sulla base di queste semplici riflessioni ISDE Italia chiede al Governo Italiano di provvedere a ristabilire la verità e a richiamare i suoi rappresentanti a un maggiore equilibrio e senso della giustizia.








fonte














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24/07/2013, 01:10

mercoledì 24 luglio 2013




Profonde!

Decreto ILVA bis. Legambiente: sono necessarie profonde modifiche ....continua a leggere











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28/07/2013, 00:25

giovedì 25 luglio 2013



Le due facce di Bondi

Non proprio bi-fronte...


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Ilva: Vendola, lavoro parlamento pessimo. Bondi Giano bifronte


"Se vado a Taranto scopro che il lavoro che sta compiendo il Parlamento e' pessimo. Un buon decreto, quello salva Ilva, e' stato progressivamente svuotato di senso. Non c'e' una risposta a questa domanda: Enrico Bondi chi e'? E' un Giano bifronte, visto che e' contemporaneamente commissario e amministratore delegato dell'Ilva? Lui scrive al governo per chiedere di sterilizzare le sanzioni all'Ad e questo non desta scandalo al Paese". A dirlo, nel corso di una conferenza stampa alla Camera il leader di Sel e Governatore della Puglia, Nichi Vendola.


"Fim, Fiom e Uilm nazionali e territoriali hanno piu' volte chiesto di incontrare il commissario Bondi, nella speranza di poter avviare un confronto piu' solido con l'Ilva. Ad oggi non abbiamo avuto nessuna risposta alle nostre richieste d'incontro con il commissario". Lo affermano in una dichiarazione congiunta il segretario nazionale e quello territoriale della Fim Cisl, Marco Bentivogli e Mimmo Panarelli. "Proprio da parte nostra, come Fim Cisl a tutti i livelli - aggiungono - abbiamo sempre sostenuto la nomina di Enrico Bondi, prima come amministratore delegato e poi come commissario straordinario.


L'intento di incontrare Bondi - proseguono Bentivogli e Panarelli - scaturisce dalla nostra volonta' di capire meglio quale impegno sta profondendo l'azienda in termini di applicazione dell'Aia. Occorre far presto, occorre recuperare i ritardi ad oggi accumulati nell'applicazione delle prescrizioni previste dall'Aia, oltre a presentare sul mercato un'azienda capace di poter soddisfare le necessita' produttive".
(Giornaledipuglia)



Ilva: audizione fiume Bondi al Senato, impegno su Piano


Impegno a migliorare la sostenibilità degli impianti con l'obiettivo di andare avanti con il Piano ambientale e industriale. Questo quanto avrebbe detto il commissario dell'Ilva Enrico Bondi - stando al racconto dei partecipanti - in un'audizione fiume alle commissioni riunite Industria e Ambiente del Senato, che di ritorno dalla missione a Taranto avevano già in programma l'incontro e la riunione successiva per valutare i pareri delle commissioni al decreto.


I relatori del decreto sul commissariamento del grande siderurgico, Salvatore Tomaselli del Pd per la commissione Industria e Francesco Bruni del Pdl per la commissione Ambiente, hanno parlato rispettivamente di ''intervento corposo'' dell'Aia e di ''atto finale '' rispetto al provvedimento, di cui domani inizia l'esame degli emendamenti. Bruni parla di ''un buon lavoro di acquisizione di conoscenze sullo stabilimento'', dicendo che Bondi si è soffermato ''soprattutto sul Piano industriale e sul Piano ambientale'', e ricordando quanto sia ''importante migliorare la compatibilità ambientale'' ha detto che ''non può passare senza i finanziamenti da parte del mondo bancario, con il rischio che non si fa né l'uno né l'altro ''.


Per Tomaselli si tratta di ''un'enormità, di un intervento corposo: c'è l'impegno di Bondi e soprattutto lo sforzo del Parlamento e quello che del governo che evidentemente se non ce ne fosse stato bisogno non avrebbe fatto tre decreti ''.


Il presidente della commissione Industria del Senato, Massimo Mucchetti, dice che ''il futuro di Taranto oggi marcia di pari passo con il futuro dell'Ilva. C'è l'impegno del governo.
Dobbiamo avere fiducia che quanto non è stato fatto fin'ora verrà fatto nei prossimi tre anni''.
Le commissioni ora esamineranno i 105 emendamenti. Il decreto dovrebbe approdare in Aula a Palazzo Madama il 29 luglio per la discussione generale. Una sua eventuale modifica lo rispedirebbe alla Camera. Questo tenendo presente che scade il 4 agosto.
(ANSA)



Ilva, Bonelli (Verdi): Bondi va rimosso immediatamente


Non ci sono alternative Enrico Bondi non può continuare ad essere il commissario dell'Ilva: va rimosso immediatamente da un incarico che ha ampiamente dimostrato di non poter svolgere per un evidentissimo conflitto d'interesse. Ma non basta perché il Parlamento deve abrogare tutte le leggi che negli ultimi mesi sono state fatte contro la città di Taranto".


Lo dichiara il Presidente dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Ci auguriamo che il rinvio dell'incontro tra il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando e il commissario dell'Ilva serva proprio per avvicendare Bondi visto che quest'ultimo non solo ha dimostrato di non avere il disastro ambientale e sanitario tra le priorità da affrontare ma che ha anche offeso i cittadini che sono costretti a convivere con un'inquinamento terribile e assassino con quella relazione in cui si collegano i tumori alle sigarette". "Le risorse promesse da Bondi - 1,8 miliardi della Bei - sono in qualche modo soldi pubblici:
dove sono le risorse che Ilva deve utilizzare per le bonifiche? Dove sono le risorse per la messa in sicurezza della falda? - conclude Bonelli -.

Su Taranto la politica, tutta la politica, anche quella che finalmente si ricorda di un disastro orribile occultato per anni - continua a celebrare la fiera delle ipocrisie
mentre nessun provvedimento concreto è stato preso contro la diossina che ha distrutto e distrugge il futuro di intere generazioni di tarantini".
(Ilvelino)








fonte












Enrico Bondi Immagine














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28/07/2013, 05:52

[quote]magistrati delinquenti[quote]


La Magistratura NON è il club del libro.

I reati di cui si parla sono gravi, della massima gravità visto che si parla della morte di tantissime persone.

E sappiamo che tutto questo è stato possibile grazie a un sistema di corruzione esteso, orizzontalmente e verticalmente, e trasversale.


Quindi chi siano i criminali - ASSASSINI - è ormai fuori di opinione.


Per tua informazione, rmnd, gli stessi tarantini hanno detto che non se ne fanno niente di QUEL lavoro, se poi li uccide.

Lo stipendio serve a pagarsi il pane, se per ottenerlo devi crepare cessa lo scopo per cui fare QUEL lavoro. O devono spenderlo tutto in medicine, per quel poco tempo che gli rimane?

Hai visto le interviste? Hai visto la faccia e sentito le parole di quel poveraccio che a 30 anni ha perso un rene e visto morire la madre?


Fareste bene a esaminarvi la coscienza prima di fare una simile vergognosa propaganda pseudo-operaia,

quando gli operai, quelli veri, sono i primi a protestare per l' avvelenamento della LORO terra.


Per non parlare della calunnia a danni della magistratura, che è l' unico organo dello Stato che in questa vicenda si è comportando come dovrebbe,

cercando di far RISPETTARE la legge che i Riva - e non i magistrati - hanno infranto,

con la complicità di tutta la classe dirigente, non solo la politica, ma sindacati, giornalisti etc.


Credete di raggranellare qualche voto in più nel lontano nord, dove la voce dei tarantini non arriva, con questa linea?

Vi regalo un' altra profezia di quelle semplici, vi si ritorcerà presto contro come un boomerang.


Continuate così... e tra qualche anno non sentiremo più le vostre fesserie.

Aztlan

29/07/2013, 01:57

Bel post Aztlan. Hai espresso anche il mio pensiero.
Per quel che mi riguarda, ho il dente troppo avvelenato sulla questione ILVA (mi trattengo per non degenerare).


TI STRAQUOTO!









Namastè

07/08/2013, 00:33

lunedì 5 agosto 2013



«I rifiuti dell’Ilva finiscono nelle discariche locali»
Sos di «Vigiliamo»





Il comitato “Vigiliamo” di Grottaglie, ha lanciato l’allarme sulla possibilità che i rifiuti dell’Ilva possano essere smaltiti nelle tre discariche della provincia di Taranto e perciò invita all’unitaria mobilitazione dei «cittadini, comitati, mamme, medici e soprattutto pediatri, residenti nelle zone delle tre discariche per rifiuti speciali Ecolevante a Grottaglie, Vergine a Lizzano e Italcave tra Statte e Taranto, per la tutela dell’ambiente e della salute anche per le future generazioni».



Nel ricordare, al proposito, ai sindaci di tutti i comuni ionici «che siete responsabili della salute dei cittadini», il comitato rileva al proposito che «da quanto riportato in questi giorni dalla stampa sembra che le discariche dell’Ilva, piene tra l’altro di amianto, siano insufficienti sia per la continuazione delle attività dell’acciaieria che per le operazioni di bonifica». Ma rifacendosi al “Sole 24 Ore”, l’allarme potrebbe divenire anche una probabilità che quei terreni inquinati dello stabilimento siderurgico più grande d’Europa possano trovare degna sepoltura nelle discariche del tarantino.



Solo un allarme? Il sub commissario Edo Ronchi per la bonifica dell’Ilva, tra l’altro, ha sostenuto che, relativamente ai parchi minerali, ove sono stoccate materie prime, l’Ilva affiderà i lavori entro fine agosto subito dopo avere risolto il problema del deposito dei terreni, parecchio inquinati, che saranno smossi a seguito dei lavori stessi. «Dove saranno “depositati” questi terreni? Si tratta, come dice il sub commissario Edo Ronchi, di “terreni contaminati” – rileva il comitato Vigiliamo – e allora siamo sicuri che non siano destinati alle discariche per rifiuti speciali della provincia di Taranto, Ecolevante, Vergine e Italcave?».



Per gli ambientalisti di Grottaglie questo preoccupa per il pericolo «di inquinamento ambientale da metalli pesanti e con l’insufficienza dei controlli che Vigiliamo e gli altri comitati continuano a denunciare da un decennio. Con il grave disagio dei cattivi odori e con il pericolo che dissennati e criminali “giri bolla” pos - sano convogliare in queste discariche anche rifiuti pericolosi non inertizzati e selezionati, come dimostrano i diversi processi che si sono succeduti in questi anni ».



Ma “Vigiliamo” direttamente ai primi cittadini chiede «cosa intendono fare i sindaci di Grottaglie, Alabrese, di San Marzano, Tarantino, di Statte, Miccoli, e di Lizzano, Macripò? Quali garanzie si stanno affrettando a chiedere? Quali controlli sull’aria, il terreno e le falde acquifere?». (GdM)






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IN “GAZZETTA”: Pubblicata la legge di conversione del decreto Ilva





È stato pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale” del 3 agosto 2013 n. 181 il testo coordinato del decreto-legge 4 giugno 2013 n. 61 (in Gazzetta Ufficiale - serie generale - n. 129 del 4 giugno 2013), coordinato con la legge di conversione 3 agosto 2013 n. 89 (nella stessa Gazzetta Ufficiale), recante: «Nuove disposizioni urgenti a tutela dell'ambiente, della salute e del lavoro nell'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale.»









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24/08/2013, 01:19

Ilva di Taranto: la valutazione dell’esposizione a elementi metallici



http://www.puntosicuro.it/sicurezza-sul ... -AR-13091/




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Ilva: Usb, mancano controlli Ipa
Fermare gli impianti. Sindacato, sono state violate norme





http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 83743.html














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07/09/2013, 00:16

Scritto da Alberto Grieco



ILVA. Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate





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Quando vai via da Taranto, il ricordo che ti resta più di ogni altro è quello di una città surreale, tinta dal rosso delle polveri di ferro e intrisa di veleni che rendono l’aria stessa un’esalazione irrespirabile. Chi ha l’onore e l’onere di vivere a Taranto, sa benissimo che questa è solo la punta di un enorme, impressionante iceberg. Passare un giorno da Taranto può lasciare interdetti e stupiti, ma passarci un’intera esistenza può esigere un prezzo molto maggiore.



Lo sanno molto bene coloro che hanno avuto uno o più lutti in famiglia, a causa di un lavoro ormai sempre più simile a un ricatto il cui costo non vale il salario. Vedere questa innegabile realtà e leggere poi il fiume di ipocriti appelli per il “diritto al lavoro”, fatti molto spesso da chi in vita propria non ha mai lavorato, sarebbe oltremodo comico se non fosse tragico per le conseguenze che comporta. La parola “lavoro” non ha alcun senso se ad essa consegue l’altra, quella che (quasi) nessuno vuole associare all’ILVA e cioè la parola MORTE. Una parola molto pesante, certo. Chi si assumerebbe una responsabilità simile? Non i politici, non l’orchestra mediatica italiota, che, citando Flaiano, è sempre pronta a correre in soccorso del vincitore, cioè i Riva. Ogni giorno che passa senza una soluzione politica sul destino della fabbrica, non ci sarà sentenza che possa portare giustizia su crimini tanto a lungo impuniti.



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Il calvario di sentenze di condanna per l’ILVA comincia nel 1982 (causa lo spargimento di polveri minerali sulla città) e non è ancora finito. I 30 anni trascorsi da quella prima sentenza sino al sequestro degli impianti dell’area a caldo del Siderurgico, il 26 luglio 2012, sono costellati da pronunciamenti e disposizioni della magistratura che individuano chiaramente quelli che sono i responsabili (diretti e indiretti) del disastro ecologico e sociale di Taranto, dipingendo un quadro che lascia sgomenti e attoniti sia per i reati commessi in sé (e si parla di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro) sia per la reiterazione dolosa degli stessi perpetrata in trent’anni di totale disinteresse da parte del Partito Unico.



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Ma per capire meglio il perché le cose andranno sempre peggio laggiù, vi racconterò una storia. Attenzione, si tratta di un caso eclatante di sdoppiamento della personalità: mandate a letto i bambini o le persone impressionabili.




“C’era una volta, una lista civica, che di civico non aveva nulla, se non il numero sulla porta della sede.
Finanziatore di quella lista, nonché consulente del governo (capeggiato dalla suddetta lista) per decidere sui tagli e i sacrifici da imporre a persone incolpevoli della crisi in atto, era lui, il signor Enrico.
Era bravo nel suo lavoro, tanto è vero che dopo anni di consulenze per una certa famiglia che possedeva una certa fabbrica nel tacco d’Italia, ne fu nominato dai vertici amministratore delegato in aprile.
Era successo che nel frattempo la fabbrica fosse stata posta sotto sequestro, ma la fortuna volle che proprio il governo le permettesse di proseguire le attività concedendole un’AIA, che non è un’esclamazione (!), ma una serie di prescrizioni ambientali, rese particolarmente stringenti grazie alla pressione dei giudici.
Manco a farlo apposta, la fabbrica se ne infischiò alla grande aggirandone un bel po’, ma venne ovviamente beccata di nuovo dalla magistratura.
A questo punto, per salvare la faccia, l’a.d. si dimise indignato (con se stesso?).
Ed ecco che finalmente, il (solo apparentemente) nuovo governo, all’insegna della discontinuità, decise un bel giorno di intervenire ed estromettere dalla gestione i recidivi proprietari della fabbrica, nominando un commissario governativo che finalmente ne facesse rigare dritto gli impianti.
E vissero tutti felici e contenti.”




FINE.



E invece no.

Riuscite ad indovinare chi, in un paese con più di sessanta milioni di abitanti, è stato scelto a ricoprire tale ruolo?
Esatto, il signor Enrico, incaricato di fare da commissario ciò che non ha fatto da consulente e da amministratore delegato. Non fa una piega.


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A questo punto non dico di fare esattamente come in Cina , ma almeno di prendere provvedimenti.



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venerdì 6 settembre 2013


Ecco il "governo occulto"!










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28/09/2013, 01:05

Aziendamagistrati: è braccio di ferro



TARANTO - Nel giorno in cui la Commissione europea avvia ufficialmente una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia per l'Ilva di Taranto, ritenendo che lo Stato italiano non abbia fatto rispettare all'azienda le prescrizioni Ue sulle emissioni industriali, il braccio di ferro tra il Gruppo Riva e la magistratura ionica non accenna a diminuire dopo i sequestri di beni fatti dalla Guardia di Finanza nelle ultime settimane. Una soluzione potrebbe però arrivare dal governo: il decreto sarebbe pronto ma il Cda, che si dovrebbe tenere al ritorno di Letta dagli Usa, non è ancora stato convocato per le fibrillazioni politiche della maggioranza.


In mattinata il custode e amministratore giudiziario dei beni sequestrati, Mario Tagarelli, ha inviato una lettera a Riva Acciaio e, per conoscenza, al ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, e al sottosegretario dello stesso dicastero, Claudio De Vincenti, ribadendo tre punti, in linea con quanto indicato dal gip del tribunale Patrizia Todisco. Primo: i beni sequestrati «incluse le liquidità attuali e quelle differite e i prodotti finiti, devono essere gestiti e amministrati dal custode amministratore giudiziario, che ne concederà l'uso alla società al fine di riavviare e dare prosecuzione all'attività aziendale».


Secondo: «non si ravvedono profili di criticità ed incertezza in ordine al rischio, che si afferma essere stato paventato dagli istituti di credito, del mancato recupero di quanto anticipato o garantito in favore della società Riva Acciaio spa». Terzo: le somme di denaro sequestrate al Gruppo Riva e confluite nel Fondo Unico di giustizia «possono essere destinate all'amministrazione e alla gestione dei beni in sequestro». Tagarelli aggiunge che «l'uso dei beni e della liquidità in sequestro dovrà avvenire nell'ambito di idonee procedure di controllo e operative, che tengano conto delle dimensioni della complessità della struttura aziendale».


La risposta di Riva Acciaio è arrivata poche ore dopo, con la richiesta a Tagarelli e al governo di «farsi parti attive al fine di trovare con le banche le formule tecniche più idonee a consentire l'uso delle liquidità sottoposte a sequestro, per il normale svolgimento delle attività dell'azienda», e dichiarandosi «immediatamente disponibile» ad attivarsi insieme al custode e al governo.


L'incontro dovrebbe servire in particolare a «verificare se esistano strumenti di tecnica bancaria che consentano di adempiere alle condizioni poste dal gip per riavere accesso alla liquidità già sequestrata e ai futuri incassi dai clienti». Liquidità che per gran parte (49 milioni) è già finita nel Fondo Unico di giustizia, tenuto conto che i sequestri sono stati eseguiti nell'arco di una quindicina di giorni, mentre gli ulteriori sette milioni di euro bloccati dovrebbero essere immessi domani nel possesso del custode giudiziario. Riva Acciaio, oltre che a Tagarelli, ha inviato la lettera a Zanonato, De Vincenti e ai responsabili di Intesa San Paolo, Unicredit e Banco popolare di Milano, i tre istituti di credito con i quali evidentemente ha rapporti bancari.


Lo stop di Riva Acciaio comincia a farsi sentire anche sulle aziende dell'indotto. «Auspichiamo l'immediato sblocco dei pagamenti ai fornitori o saremmo incolpevolmente destinati a capitolare» hanno scritto tre aziende del Cuneese, una sessantina di dipendenti diretti e 200 autotrasportatori in una lettera a Confindustria Cuneo. Il sottosegretario De Vincenti, rispondendo a due interrogazioni alla Camera, ha comunicato che «il governo sta in queste ore verificando se esistono effettivamente e concretamente le condizioni per una immediata ripresa dell'attività, valutando in caso contrario l'adozione in via d'urgenza di nuove iniziative anche normative idonee a consentire l'immediata ripresa dell'attività produttiva in tutti i siti del Gruppo Riva».







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Taranto: nuovo studio choc, "in area Ilva una coppia su 4 sterile"



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ROMA - Una coppia su quattro nell'area di Taranto e' sterile, e il 26% delle donne e' in menopausa precoce. E' quanto emerge da uno studio condotto da Raffaella Depalo del Policlinico di Bari, che presentera' al convegno "Salute, Ambiente, Lavoro", che - organizzato dall'Ordine dei Medici della provincia di Taranto, da quello di Brindisi, dalla Fnomceo e dall'Isde, l'Associazione internazionale dei Medici per l'ambiente - si terra' presso la Sede dell'Universita' (ex Convento di San Francesco) il 28 settembre.


Al centro dell'attenzione di medici, giuristi, giornalisti, cittadini non ci saranno soltanto le neoplasie, ma gli effetti dell'inquinamento (causato anche dall'Ilva) sull'apparato riproduttivo - e quindi, sulle generazioni future - oltre che su quello endocrino e su quello neurosensoriale. "Non vogliamo "non" parlare di tumori - afferma il presidente dell'Omceo di Taranto, Cosimo Nume -.Vogliamo solo far sapere che ci sono anche molte altre problematiche, non meno pericolose, legate all'inquinamento, su cui e' necessario intervenire ora che la coscienza ambientale di questa citta' si e' finalmente risvegliata, per non subire domani l'insulto di malattie che avremmo potuto probabilmente prevenire con azioni mirate sui determinanti di Salute".


Se negli anni '70, emerge dallo studio, il 16% delle donne, in Puglia, aveva problemi a procreare, oggi le coppie infertili sono il 20-25%, la maggior parte provenienti da una fascia di territorio compresa tra Taranto e Brindisi. E il 26% delle donne, provenienti dall'area geografica in un raggio di 20 km da Taranto, che si erano rivolte al centro diretto dalla Depalo erano in menopausa precoce: nessuna delle donne della stessa eta', ma provenienti da altre parti d'Italia, era in menopausa. Una prima proiezione sulla fertilita' maschile in associazione con l'esposizione annuale diretta ad alti livelli di diossine e' stata compiuta sempre a Taranto, con il contributo dell'Universita' degli Studi di Bari: e' emerso un aumento, nel liquido seminale, dello stress ossidativo e della frammentazione del Dna.


"La professione medica ha nel suo codice genetico la consapevolezza del nesso indissolubile tra ambiente e salute - conclude il presidente dell'Ordine di Brindisi, Emanuele Vinci -. E oggi siamo ben consci, grazie a studi epidemiologici, genetici, biomolecolari, che le influenze negative dell'ambiente sulla salute non riguardano solo l'aspetto oncologico, con la formazione di neoplasie, ma sono all'origine delle attuali pandemie di patologie dismetaboliche e neurodegenerative". Di piu': le interazioni tra l'ambiente e la salute non riguardano solo le varie patologie, acute o croniche, vecchie o nuove, ma determinano effetti sull'evoluzione, sino a minacciare la stessa sopravvivenza delle specie viventi.









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08/10/2013, 00:37

7 ottobre 2013




Bonifiche Ilva, Ronchi: “Serve norma per accelerare procedure”





”Ci sono quattro cantieri ancora fermi e la Conferenza dei Servizi con gli enti locali interessati, che si terrà il 21 ottobre prossimo, nella mia previsione non sarà risolutiva”.



E’ stato il subcommissario per la bonifica dell’Ilva Edo Ronchi, ad affermarlo, parlando con i giornalisti questa mattina a Roma, a margine della conferenza stampa di presentazione degli Stati generali della green economy.



“Puntiamo su una norma che avvii una Conferenza dei Servizi rafforzata, che consenta di accelerare le procedure” ha detto Ronchi avvertendo che “per fare questo serve pero’ una norma di legge e il testo dovrebbe essere stato definito d’intesa con il ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico e poi vedremo in quale provvedimento sara’ inserito”.



Ad essere fermi, ha spiegato il subcommissario, sono “quattro cantieri per i quali ci sono altrettante richieste di autorizzazione che sono ferme”. ” Siamo fermi -ha spiegato- perche’ si chiede una verifica di assoggettabilita’ alla Via, secondo me certamente non dovuta”.



E “la verifica -ha proseguito Ronchi- comporta la dotazione di uno studio di impatto, la modifica del progetto, la pubblicazione per raccogliere il parere pubblico” e ci vogliono “40 giorni per raccogliere il parere e altri 40 giorni per esprimere il giudizio di assoggettabilita’ e non la Via”.



“E -ha sottolineato ancora il subcommissario- stiamo parlando di tre capannoni e della copertura di un filtro”. Il risultato, ha fatto notare Ronchi, “sara’ ‘non soggetto alla Via’, pero’ si richiede la verifica di assoggettabilita’ alla Via, insomma…”.



Riguardo poi i finanziamenti e lo sblocco delle risorse, Ronchi ha precisato: “C’e’ uno sblocco sul fronte economico non definitivo, c’e’ la trattativa ma non c’e’ il via libera formale”. I tempi? “Speriamo presto” ha tagliato corto. (Adnkronos)






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29/10/2013, 23:03

"Stiamo imparando sulla nostra pelle che l’organismo che distrugge il suo ambiente distrugge sé stesso"
Bateson Gregory






lunedì 28 ottobre 2013



Dal 4 novembre riaprirà l'altoforno 2:
non se ne sentiva la mancanza!





Riferiscono fonti sindacali (è scritto sul sito reuters) che dal 4 novembre riaprirà
l'altoforno 4 nello stabilimento Ilva di Taranto, che permetterà a 110 operai, di cui una parte era in cassa integrazione o coperta dal contratto di solidarietà, di ritornare al lavoro (come indica sempre la fonte).
Secondo "sempre" la fonte sindacale (di cui non si rivela il nome) attualmente sono 296 i lavoratori fermi, in parte in cassa integrazione.



Ci domandiamo NOI:
Era proprio necessario riaprire un altro altoforno?
Non solo non ne sentivamo proprio la mancanza, ma potevamo anche farne a meno!
Riaprire un altoformo significa che l'inquinamento industriale che ogni giorno fuoriesce dai camini dell'Ilva andrà ad aggiungersi a quello che dal 4 novembre verrà emesso anche dal "nuovo" altoforno.
A diossine si aggiungeranno altre diossine.... senza annoverare tutte le altre sostanze nocive che un altoforno può produrre.




Sono 296 i lavoratori dell'Ilva "fermi" sostiene la fonte sindacale:
perchè non pensare di impegnare questo personale nel risanamento del quartiere Tamburi, nella pulizia dei muri del quartiere che ogni giorno viene danneggiato dalle polveri di minerali che arrivano dallo stabilimento?
Meglio tenerli a casa a "fare la polvere": sia mai che i tarantini possano pensare che il padrone Riva sia diventato magnanimo e sensibile.










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Che “bella” notizia.
Avete letto? iL 4 Novembre riaprono un'altoforno.



Yuppyyyyyyy...... festeggiamo?
No, rabbrividiamo.

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@ Enrico Bondi Immagine:

Dal 4 Novembre si incrementa l'inquinamento nella città dei due mari (vabbè, mar piccolo è stato “segato” -chiamalo mare-. Parlare di due mari è quasi un ricordo).
Mi chiedo se è già informato di come attualmente sta messa Taranto riguardo le sigarette.
iN futuro potrebbe tornare utile......... NO?! [:49] [:(!]

Nel mentre, appizc'm 'na sigarèt (accendimi una sigaretta). [:D]




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