L’INDAGINE
Riciclaggio e usura, dati allarmanti
Con la crisi economica crescono i fenomeni legati alla criminalità organizzata Lucchi (Confesercenti): «Situazione preoccupante, ma in città c’è troppo silenzio»
di CHIARA BISSI
RAVENNA. Nella graduatoria delle province italiane esposte ai fenomeni di usura e indebitamento patologico, Ravenna resiste nel gruppo dei territori meno in difficoltà, ma sono gli indicatori criminologici come l’incidenza del riciclaggio di denaro e dell’associazione per delinquere di stampo mafioso a precipitare il territorio in fondo alle classifiche.
Lo chiarisce uno studio stilato dalla Camera di commercio di Roma relativo al 2012. «In città - assicura Roberto Lucchi, direttore di Confersercenti - c’è troppo silenzio, invece le preoccupazioni sono forti. Cresce fra i ravennati un atteggiamento di tolleranza e di disattenzione nei confronti di certi fenomeni. Invece occorre tenere alta l’attenzione. Un segnale inequivocabile di questa situazione lo possiamo ricavare dal numero delle denunce dopo lo scoppio della crisi, riconosciuta come uno dei motivi dell’aumento dei fenomeni criminali. Ecco non è stato rilevato nessun incremento nelle denunce». Gli indicatori legati alla criminalità posizionano Ravenna al non lusinghiero 89esimo posto su 103 province per riciclaggio di denaro; al 58esimo per associazione a delinquere di stampo mafioso; al 54esimo per danneggiamento a seguito di incendio; al 35esimo per usura e al 90esimo per rapine. Un allarme già lanciato in un’intervista al Corriere dal giudice Piergiorgio Morosini, impegnato nell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia a Palermo, che aveva chiesto la nascita di vero e proprio tavolo, capace di raccogliere le istituzioni e le categorie pronte ad azioni di contrasto e sensibilizzazione. Ravenna quindi non è immune, come tutta la Riviera, ha come fronti più sensibili il settore turistico, l’edilizia con il surplus del porto. Così l’indebitamento patologico delle imprese, ovvero una condizione non superabile con l’impiego di redditi propri e con alienazioni di beni propri porta ad avvicinare forme di credito illegale. Penalizzati il settore manifatturiero che produce beni per il mercato interno colpito duramente dalla crisi. La battaglia per la legalità di Confesercenti che ospita lo sportello regionale della rete Sos impresa continua con il monitoraggio delle attività presenti nel territorio. «Sono poche le richieste di aiuto rispetto all’entità dei fenomeni esistenti - conferma Roberto Lucchi - si rivolgono ad Sos imprese non solo titolari di attività, ma anche professionisti, casalinghe, pensionati e artigiani. Questo dà il senso dell’ampiezza e pervasività dei fenomeni di usura, estorsione e indebitamento patologico».Lungo e dolente l’elenco di situazioni che rendono vulnerabili ed esposte ad usura le imprese: la stretta del credito bancario, l’uso improprio delle linee di credito accordato, per fronteggiare le scadenze dei debiti, la concorrenza sleale di soggetti dediti all’illegalità fiscale e previdenziale che non rispondono agli obblighi di sicurezza e tutela ambientale nei luoghi di lavoro e nelle produzioni; il triste fenomeno delle pubbliche amministrazioni inadempienti nei confronti delle piccole imprese fornitrici di beni e servizi. Queste ultime oppresse da crediti che nel tempo diventano inesigibili, sono sottoposte ad un indebitamento, che porta al paradosso della chiusura per lavori eseguiti.
http://www.corriereromagna.it/ravenna/2 ... allarmantiquesto e' cio'che porta la "grande manovra"restrittiva approvata dal governo letta,se si pensa che ha ricevuto il plauso di obama,non si capisce con quale cognizione dato che manco i ministri la conoscono,forse e' un preveggente,essendo un nobel sulla parola....................
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