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Argomento bloccato

03/11/2013, 11:01

domenica 3 novembre 2013

CHI NON SI OPPONE CONCRETAMENTE A QUESTO SISTEMA, E’ A TUTTI GLI EFFETTI CON LUI COLLUSO.

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Questo assioma è il risultato del mio percorso, ad oggi, fatto di lavoro, studio e azioni concrete.

Nel 1995 ho deciso, dal punto di vista fiscale, per una azione di grande impatto che mirava a salvare per lo meno la mia Dignità e quella della mia azienda e contestualmente sperava di mettere in evidenza la reale situazione del sistema fiscale Italiano sensibilizzando la gente di buona volontà e fare da apripista per azioni che sono sicuramente l’ultima nostra possibilità rimasta.

La Dignità è l’unica cosa che può assicurarci un futuro: se ce la prendono, ci prendono il futuro. Se a qualcuno interessa, propongo un articolo con analisi un pochino più profonda che riguarda la Dignità.

Nel 1989 fondai dal nulla una piccola azienda che nel giro di cinque anni dava lavoro a circa 25 persone e andava a gonfie vele. Sin dai primi anni mi accorsi che v’era qualche cosa di veramente serio e grave nel sistema fiscale Italiano che non andava. Nonostante che il necessario avviamento dell’attività registrasse i primi bilanci fisiologicamente in passivo, l’azienda ha dovuto sempre pagar tasse.

Decisi, anche per capirne di più oltre che per lottare, di accettare la carica di Presidente della sezione di Modena per la gloriosa associazione L.I.F.E., i Liberi Imprenditori Federalisti Europei.

A questa associazione, tra altri, si deve questo merito: lo Stato fu costretto ad abolire la famigerata “Bolla di accompagnamento” ridotta poi al più europeo DdT.

Il risultato fu raggiunto grazie ad una coraggiosa, brillante e apertamente dichiarata in anticipo, azione di disubbidienza civile.

Nel 1995, appunto con la mia azienda, dopo un anno di furore fatto di consistenti fatturati e guadagni a causa della prima Tremonti, si preparava, come in tante altre aziende, un periodo di passione a causa della conseguente necessità di pagare le altrettanto consistenti tasse ma con una crescente carenza di liquidità generale.

Negli ultimi 30 anni, in maniera progressiva, si è evidenziato il fatto che al momento del pagamento delle tasse a circa fine primavera, le aziende, da un iniziale grave azzeramento della loro liquidità che avveniva all’inizio degli anni ’90, dopo le cosiddette “Leggi Tremonti”, furono costrette a chiedere mutui per pagare quanto richiesto indebitandosi sempre di più. Ora, a causa dell’indebitamento e con la faccenda del rating, è il sistema bancario a decidere quale azienda deve vivere e quale deve morire.

Capitò nella mia azienda in quel periodo, ciliegina sulla torta, anche la visita della finanza che, dopo 20 giorni di torture, trovò una piccola infrazione che mi sarebbe costata lacrime e sangue: non avevo inserito in appositi registri una somma di circa 250.000 lire (lire e non euro!!!), somma regolarmente versata e accumulata in quattro anni.

Dopo il verbale, i funzionari, con cui ho poi stretto amicizia, mi dissero che la, multa oscillava dai 4.400.000 di lire agli 88.000.000 e me la sarei cavata con circa 15.000.000 più 3-4.000.000 per un buon avvocato. Assurdo!! Non avevo commesso praticamente nulla e mi sembrava tutto una allucinazione.

Nei giorni seguenti il commercialista, finendo i conteggi relativi alla dichiarazione fiscale, mi comunicò infine che avrei dovuto pagare circa 200.000.000 di lire di tasse e, per poterlo fare, avrei dovuto aggiungere ai miei depositi in banca, un 20% preso con un mutuo: mi rifiutai.

Le banche, a fronte del brillante bilancio, mi avrebbero elargito centinaia di milioni e quindi questo non sarebbe stato il problema.

Grazie alla attività della L.I.F.E., mi misi a studiare la nostra Costituzione, un po di diritto e la sua origine. Iniziai anche ad aver contatto con il gruppo di ricercatori che stavano cercando di capire bene la faccenda dell’emissione monetaria e la questione del Signoraggio.

Nei mesi precedenti amici e consulenti mi dicevano di fare qualche operazione elusiva, anche a filo della legalità, per ridurre la cifra da pagare, ma questo non faceva e non fa parte del mio modo di essere.

Rispondevo che non avevo nessuna intenzione, spinto da estorsori, ladri e criminali, di diventare un ladro anche io.

Chiesi quindi al mio Commercialista di andare avanti facendo tutte le dichiarazioni in perfetta regola, presentarle, e poi, se ci fossero stati tutti i soldi per farlo, pagare quanto richiesto dallo Stato.

Se non avessimo disposto della cifra intera, senza dover andare a prender mutui per questo, gli dissi che non avremmo pagato. Una impresa sana può indebitarsi se vuole crescere, non per pagare tasse.

Così fu: non pagai e denunciai tutto anche a mezzo stampa su un quotidiano a diffusione nazionale con articoli che sono a disposizione di chi vuole approfondire.

Il commercialista mi disse, preoccupatissimo, di prepararmi in quanto, al massimo nel giro di tre mesi, lo Stato mi avrebbe massacrato.

A me non interessava altro che lo scontro frontale onde poter finalmente iniziare a mettere in chiaro le ragioni e gli autori di questo lento e indignitoso stillicidio portato avanti dall’ombra.

Meraviglia delle meraviglie: non successe proprio un bel nulla!

Passato un anno, con guadagni un pochino più bassi dell’anno prima, il commercialista mi chiese: “e questa volta cosa facciamo?”. Io gli confermai la linea dell’anno precedente denunciando di nuovo attraverso lo stesso quotidiano sia la nuova operazione che lo sconcerto.

In sintesi dichiarai: “ma che razza di paese è questo: uno non paga le tasse, lo scrive pure sul giornale, e non si fa vivo nessuno?”.

Così fu anche la seconda volta, e per me fu finalmente chiaro quanta malafede c’era, e c’è, in tutto il malaffare gestito da Stato e Banche sulla pelle dei cittadini, malaffare che gli artefici vogliono continuare a tener nell’ombra.

Dopo circa sette anni, durante i quali non successe assolutamente nulla tranne il fatto che io smisi di pagare proprio qualsiasi tipo di balzello, arrivò una piccola cartella per un importo di circa 12.000,00€ ma che non aveva assolutamente nulla a che vedere con gli anni ’95 e ’96.

Decisi, grazie a questa, di mettere sotto assedio l’ufficio delle Entrate di Modena proprio per cercar di capire meglio come stavano le cose.

Dopo aver trattato circa per mezz’ora con una impiegata al piano terra, fui invitato a sottoporre il dilemma direttamente al Direttore nel suo ufficio al terzo piano.

Mi son trovato di fronte ad una persona gentile, un pochino reticente e timida, ma che alla fine mi ha aiutato a capire.

Il dilemma da me denunciato, era che il problema della cartella, che dichiarai di non aver pagato a causa di mancanza di soldi, lo imputavo a loro proprio in quanto chiedevano un pagamento ad un contribuente senza soldi. Spettava quindi a loro risolvere il problema.

Alla proposta di rateizzare la cartella, risposi che se uno non ha i soldi, non li ha neppure a rate.

Non pareva esistere soluzione.

Dopo circa due ore di assedio e blocco della trattativa, il Direttore sbottò in uno sfogo quasi violento dicendomi testuali parole: “Ma cosa volete voi, noi qui siamo tra l’incudine e il martello!! Da sopra ci dicono di spremervi e noi vediamo arrivare qui anche tanta gente che non ha nemmeno un soldo per piangere e a cui dobbiamo chiedere a volta migliaia di euro….!!!”.

Sembrava disperato e provai a calmarlo dicendogli anche che, secondo me, visto che erano costretti ad applicare tasse altamente incostituzionali, portando come esempio l’enorme anticipo che le aziende son costrette a versare a novembre per l’anno successivo, loro si potrebbero rifiutare di farlo.

Sbottò ancor più veementemente urlando: “””Non esistono leggi incostituzionali!!!! La corte non le farebbe passare!!! Siete voi e i vostri commercialisti ad essere ignoranti. Nel caso dell’anticipo menzionato, ad esempio, è vero che lo Stato cerca di nascondervi la seconda metà della legge. Quella legge è stata formulata come una richiesta di aiuto in quanto, presa integralmente, dice di anticipare se uno può. E’ la seconda parte che vi nascondono….

E così, non è incostituzionale…”””

Esterrefatto ma soddisfatto, lo ringraziai della preziosa spiegazione.

Questo mosse forse in lui un qualche cosa e, tornando alla nostra cartella, mi disse, molto più calmo, che una soluzione ci sarebbe stata ma mi pregò contestualemte di non chiedergliela.

Un po’ confuso, gli detti la mia parola che, se me l’avesse spiegata, non l’avrei pretesa.

Sue testuali parole: “”La soluzione si chiama Sospensiva….ma non me la chieda!!!! A Roma ne usufruiscono il 90% dei contribuenti. La procedura prevede che dopo la richiesta di sospensione della cartella da parte del contribuente, noi dobbiamo istituire una commissione che andrà a certificare il suo bilancio.

Durante questa operazione, la commissione andrà a cercare una qualche spesa ricorrente mensilmente, come un mutuo o un leasing, che certifica intrinsecamente la capacità di pagare almeno quella somma. A quel punto, la cartella viene sospesa fino alla fine del pagamento di quella incombenza per poter essere poi pagata a rate con un importo mensile uguale o simile a quella somma.”””

Ringraziandolo con quasi le lacrime agli occhi, lo salutai dopo che mi disse di che avrebbe sospeso d’ufficio per sei mesi la mia cartella, leggi “insabbiare”, e poi rateizzarla in 60 rate.

Le mie lacrime non erano per la cartella, ma erano per lo sciogliersi di una tensione durata sette anni: le dichiarazioni fatte dal Direttore, fugavano gli ultimi dubbi sul mio modo di vedere le cose e legittimava in pieno le mie azioni di sette anni prima.

Quando decisi di mettermi di traverso al sistema, persi quasi tutti gli amici che mi vedevano come un animale strano, forse un fallito o per lo meno un fallente.

La metà di costoro, intanto, è fallita veramente e l’altra vi è molto vicina.

Io no, non sono fallito e ho anche recuperato la dignità che mi fu estorta fino a quel momento.

Sono anni che esorto la gente a studiare queste cose e portare avanti azioni di questo tipo.

Allora io ero solo, ma a quasi venti anni di distanza, sento oggi una maggior consapevolezza tra la gente sicuramente spinta dal bisogno.

Per trovar dentro di noi la forza e la legittimazione ad azioni del genere, e trovare anche la legittimazione del titolo di questo scritto, basta tener presenti anche solo quattro degli articoli della nostra Costituzione sotto riportati e ancor più in basso sinteticamente commentati:

Art. 1

“””L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”””

Art. 3 (seconda parte)

“”””È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.””””

Art. 23

“””Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge.”””

Art. 53

“””Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”””

I commenti:

Art. 1

Chi si interessa di sistemi monetari, sa che i nostri governi hanno infranto criminosamente questo articolo già intorno al 1985 cedendo, omertosamente, i resti della nostra sovranità monetaria a lobby internazionali. Il popolo che non possiede la propria moneta, non è un Popolo. Hanno fatto tutto di nascosto e anche chi non ha fatto ma sapeva e sa, magistratura compresa, è palesemente un criminale.

Art. 3

Visto il drastico peggioramento della qualità dell’economia Italiana, della liquidità disponibile,

della deindustrializzazione, dell’impoverimento dilagante delle famiglie e via dicendo, non affrontando comunque in questo contesto né le cause ne le prove di eventuale azione criminosa pianificata, è lampante che l’operato del Governo Italiano degli ultimi decenni, ha sortito esattamente l’effetto contrario imposto da questo articolo.

Non dimentichiamoci tutte le assurde leggi e norme indecifrabili in contrasto tra di loro proliferate in questo periodo che vanno pesantemente a ledere non solo la libertà del cittadino, ma anche il suo equilibrio psichico e spirituale.

Una delle tante ultime palesi assurdità criminose, è quella di fare una ulteriore legge per pagare le aziende creditrici dello Stato per forniture fatte, pagamento che non sarebbe altro che un atto dovuto e un dovere da rispettare assolutamente.

Art. 23

Non mi risulta esserci nessuna legge che impone al cittadino di indebitarsi per qualsiasi motivo. L’indebitamento è una scelta di tipo prettamente personale. Quindi, se lo Stato non è in grado di garantire una liquidità necessaria per soddisfare tutte le esigenze, compresa quella descritta nell’Art. 3, abbia almeno la compiacenza di aspettare fino quando il cittadino può pagare. Questo concetto è preso in esame un po’ più nel dettaglio nel nostro codice civile.

Art. 53

Qui menziono solo il fatto che oramai risulta certificato che in giro ci siano giganteschi e intoccabili evasori che accumulano sempre maggior ricchezza a scapito della maggior parte della gente che sta sempre più impoverendo.

E’ pertanto evidente che lo Stato o non riesce o non vuole far rispettare anche questa norma e si macchia pertanto ancora di gravissima colpa.

Cosa fare?

Smettere, per legge, di pagare e uscire quindi dalla collusione con questi criminali che trovano tra l’altro sostentamento grazie a nostri pagamenti.

Qui non si parla di sciopero fiscale, ma di un dovere del cittadino necessario per il rispetto delle norme di base della Costituzione italiana e necessario anche per cercar di salvaguardare quello che rimane dell’esiguo patrimonio Nazionale.

Lo sciopero fiscale sarebbe la mossa successiva a questa, mossa che, come ultimo atto civile rimastoci prima di azioni cruente altrimenti inevitabili, dovrebbe essere preannunciata comunicando, in forma di ultimatum, la lista delle azioni, con relativi termini, da imporre immediatamente al nostro Governo.

Per procedere, quindi, dopo aver rimesso un pò in sesto quello che rimane della nostra Dignità, dobbiamo assolutamente capire la differenza che c’è tra l’indebitarsi con il sistema bancario e l’indebitarsi, che in fondo in fondo non lo è, con lo Stato. Lo Stato siamo noi e ci sono leggi che regolano questo rapporto. Indebitarsi con lo Stato, sarebbe come indebitarsi con se stessi: una cosa che non esiste.

L’indebitamento verso il sistema bancario, è prevalentemente regolato da contratti fluttuanti formulati dallo stesso sistema e dal quale è quasi impossibile difendersi.

Occorre poi procedere con la massima trasparenza e onestà nelle dichiarazioni da fare, ed infine, controllare se si ha la reale capacità di pagare quanto richiesto senza mettere a rischio l’ente che produce il reddito, azienda o privato che sia, e denunciare questa carenza di liquidità.

Il termine “reale” è fondamentale in quanto c’è una bella differenza tra denaro veramente nostro e denaro che ci presta il sistema bancario. Se lo Stato con le sue regole ci costringe a denunciare degli utili, deve anche fornire lo strumento, la liquidità, per poter pagare le relative tasse.

Occorre tener ben presente, come più sopra già ricordato, la ragione per la quale ci si indebita, cioè se è per far crescere l’azienda o la famiglia, o per pagare delle tasse.

Fondamentale è anche la massima onestà verso se stessi, indispensabile per ammettere che “non si hanno soldi” anche se le banche ce ne potrebbero prestare a fiumi: quelli non sono soldi nostri, bensì i loro.

Ed è su questa nostra ipocrisia che i criminali si arricchiscono.

Lorenzo de Curtis

Modena 14 ottobre 2013

[align=right]Source: PerChiunqueHaCompreso: CHI NON...I GLI EFFETTI CON LUI COLLUSO. [/align]

03/11/2013, 15:26

"Fondamentale è anche la massima onestà verso se stessi, indispensabile per ammettere che “non si hanno soldi” anche se le banche ce ne potrebbero prestare a fiumi: quelli non sono soldi nostri, bensì i loro.

Ed è su questa nostra ipocrisia che i criminali si arricchiscono."



PAROLE SANTE! [^]

04/11/2013, 10:31

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Parlamentari, amministratori locali, dipendenti di società statali, funzionari di partito: ci costano 24 miliardi all'anno.

ROMA (WSI) - Un milione di persone. Nemmeno Max Weber, quando scriveva ’La politica e la scienza come professioni’ pensava ci si potesse spingere a tanto. Il grande sociologo tedesco scriveva infatti nel 1919: "Si vive ‘per’ la politica oppure ‘di’ politica". Chi vive ‘per’ la politica costruisce in senso interiore tutta la propria esistenza intorno ad essa" […] Mentre della politica come professione vive colui che cerca di trarre da essa una fonte durevole di guadagno".

Secondo uno studio della Uil, invece, coloro che cercano "di trarre dalla politica una fonte durevole di guadagno" sono più di un milione: 1.128.722. Un "paese nel paese" ma non nella forma poetica in cui Pier Paolo Pasolini definiva il Pci. Piuttosto "un mondo a sé", come lo descrive il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy che ha curato la ricerca. La cifra viene ricavata sommando voci tra loro diverse ma tutte legate alla politica: gli eletti e gli incarichi di Parlamento e governo (1.067) quelli nelle Regioni (1.356), nelle Province (3.853) o nei Comuni (137.660). L’incidenza delle cariche elettive sul numero totale non è molto alta, il 12%.

La forza del sottobosco

I numeri si fanno più forti man mano che ci si addentra nel sottobosco: i Cda delle aziende pubbliche ammontano, infatti, a 24.432 persone; si sale a 44.165 per i Collegi dei revisori e i Collegi sindacali delle aziende pubbliche; 38.120 sono quelli che lavorano a "supporto politico" nelle varie assemblee elettive. I numeri fondamentali della ricerca sono riscontrabili nelle due ultime voci, quelle decisive: 390.120 di "Apparato politico" e 487.949 per "Incarichi e consulenze di aziende pubbliche". "Quest’ultimo dato si basa su numeri certi e verificati" assicura Loy, mentre quello relativo agli "apparati" costituisce una "stima della stessa Uil ma una stima attendibile". Nella nota metodologica, infatti, il sindacato spiega che i numeri derivano da banche dati ufficiali e da quello "che ruota intorno ai partiti" (comitati elettorali, segreterie partiti, collegi elettorali, "portaborse", ecc.". Loy la spiega così: "Ventimila voti di preferenza non sono il risultato solo di un voto ideologico ma espressione di relazioni concrete". E, in tempi in cui l’ideologia è fortemente in crisi, "si affermano gli interessi e la spinta ad aumentare il proprio tenore di vita, l’affermazione di un sistema economico".

La politica si fa industria, quindi. E il dato è riscontrabile nei numeri. Si pensi al costo dei CdA dei quasi settemila enti e società pubbliche: si tratta di 2,65 miliardi mentre per "incarichi e consulenze" la cifra è di oltre 1,5 miliardi di euro. Stiamo parlando di gente che lavora, ovviamente. Alcuni di loro, come i dipendenti di Rifondazione comunista, sono anche finiti in cassa integrazione oppure, come in An, licenziati. "Ma non hanno fatto alcuna selezione pubblica, non hanno seguito nessun merito" commenta Loy, "e vengono pagati con soldi di tutti". Parliamo di collaborazioni dirette nei vari ministeri, assessorati, consigli elettivi, incarichi elargiti da questo o quel politico di turno. Oltre ai Francesco Belsito, Franco Fiorito, ai diamanti della Lega, alle ricevute di Formigoni o alle consulenze di Alemanno, gli esempi possono essere tutti leciti ma del tutto interiorizzati dalla politica.

I vari ministeri hano speso, nel 2012, oltre 200 milioni per collaborazioni dirette. Tra i dicasteri più attivi, gli Interni, l’Economia e Finanze, la Difesa e la Giustizia. Del ministero diretto da Alfano ci occupiamo a parte. Il Mef dispensa centinaia di incarichi nelle società partecipate. Alla Difesa, il ministro dispone di ben 18 collaboratori quanti ne ha quello della Giustizia. Gli incarichi sono quasi tutti di pertinenza politica. Come proprio addetto stampa, ad esempio, il ministro ha la stessa persona che ha lavorato per Pierferdinando Casini dal 2006 al 2013 e prima, ancora, con l’Udc Vietti, attuale videpresidente del Csm. Una "ricollocazione" avvenuta tutta nei rapporti della politica.

Fedeli al ministro

Nell’Ufficio di gabinetto troviamo l’autrice di un libro, Guerra ai cristiani, troppo presto dimenticato e scritto insieme allo stesso Mauro. Più esemplare è il caso del "Consigliere per gli affari delegati, del Sottosegretario di stato alla Difesa On. dott. Gioacchino Alfano", Nicola Marcurio. L’interessato ha iniziato la carriera politica nel Comune di Sant’Antonio Abate, dove organizzava le iniziative religiose per il Giubileo. Diviene consigliere comunale nel 2000 e di nuovo nel 2005. Poi va a lavorare presso il Commissariato per l’emergenza di Pompei, da lì alla Protezione civile per il G8 dell’Aquila. Finisce al ministero come consigliere di Gioacchino Alfano il quale, guarda caso, è stato sindaco proprio di Sant’Antonio Abate. L’altro sottosegretario, Roberta Pinotti, Pd, tiene nel proprio staff Pier Fausto Recchia, deputato non rieletto alle ultime elezioni e quindi ricollocato. Tra i collaboratori del ministro della Giustizia, Cancellieri, troviamo Roberto Rao, già deputato, non rieletto, e già portavoce di Casini ma anche Luca Spataro, già segretario Pd di Catania. Se un deputato non viene rieletto gli si trova un nuovo incarico. Come a Osvaldo Napoli, pidiellino molto presente in tv, bocciato lo scorso febbraio e oggi vicepresidente dell’Osservatorio Torino-Lione. Moltiplicando questi casi per l’intero numero delle cariche elettive si può avere un’idea del fenomeno. Alla Regione Lazio, il presidente Zingaretti dispone di un ufficio stampa con ben dieci addetti mentre in Lombardia, i consulenti della Regione sono passati, con la gestione Maroni, da 57 a 93, tutti riscontrabili sul sito ufficiale. Per questa voce l’ente regionale spende 2,6 milioni di euro l’anno. L’esercito della politica vive e si autoalimenta così.

Un tesoretto da 10,4 miliardi

Secondo lo studio della Uil i costi della politica, diretti e indiretti, ammontano a circa 23,9 miliardi di euro. Per il funzionamento degli organi istituzionali si spendono 6,4 miliardi di euro, le consulenze e il funzionamento organi delle società partecipate 4,6 miliardi di euro, per altre spese (auto blu, personale di "fiducia politico" ecc) 5,8 miliardi di euro, per il sistema istituzionale 7,1 miliardi di euro. La somma che equivale al 11,5% del gettito Irpef pari a 772 euro medi annui per contribuente. La Uil quantifica in almeno 7,1 miliardi di euro i risparmi possibili con "una riforma per ammodernare e rendere più efficiente il nostro sistema istituzionale". Tra le proposte, l’accorpamento "degli oltre 7.400 comuni al di sotto dei 15 mila abitanti", con un risparmio di circa 3,2 miliardi. Se le Province "si limitassero a spendere risorse soltanto per i compiti attribuiti dalla Legge", il risparmio sarebbe di 1,2 miliardi. "Con una più ‘sobria’ gestione del funzionamento degli uffici regionali", si potrebbero risparmiare 1,5 miliardi di euro mentre 1,2 miliardi di euro l’anno potrebbero arrivare da una razionalizzazione del funzionamento dello Stato centrale. Aggiungendo a questi, una riduzione del 30% dei costi di funzionamento delle istituzioni si potrebbe arrivare a 10,4 miliardi di risparmi annui.


Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Il Fatto Quotidiano - che ringraziamo - esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... itica.aspx

in pratica un milione di parassiti,inutili,che continuano a prosperare sulle ns spalle...........................[:(!]

04/11/2013, 12:31

Via con i barconi! ma verso l'Africa! [^]

04/11/2013, 16:59

Un Paese allo sbando

MANDATECI I CASCHI BLU

Cancellieri, Letta e Pd: Italia Repubblica delle banane

Il governo bara sui numeri, il ministro nello scandalo nicchia, i "dem" non riescono a organizzare le primarie. Ha ragione il Cav: solo l'Onu può salvarci ...



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http://www.liberoquotidiano.it/index.jsp

04/11/2013, 18:03

Ci mancava solo questo adesso, speriamo sia solo allarmismo e non un pericolo reale (ma non mi dice niente di buono):

http://www.rischiocalcolato.it/2013/11/panico-in-agricoltura-come-per-la-filossera-della-vite-uliveti-si-diffonde-la-xylella-fastidiosa-8000-ettari-da-abbattere-in-puglia.html

Panico in Agricoltura come per la Filossera della Vite: Uliveti: si diffonde la Xylella Fastidiosa. 8000 ettari da abbattere in Puglia

4 novembre 2013

Sottovalutata lo scorso anno , in Puglia, nel Salento, si è diffusa un’ epidemia di Xylella fastidiosa, un batterio fin’ora mai riscontrato in Europa.

Tenendo conto che l’Italia ha il più grande patrimonio di tipologie di Ulivo al mondo (ben 450 Cultivar) il potenziale danno economico, paesaggistico, di filiera e turistico potrebbe essere devastante.

Si parla di abbattere 600.000 piante su una superficie di 8.000 ettari (!) per creare un “cordone sanitario” prima che infetti tutta l’Italia e in tempi duri come questi non è una bella prospettiva

E non ci sono fondi per contrastare adeguatamente la nuova epidemia

Si tenga conto che in anni recentissimi il punteruolo rosso sta facendo strage di palme, i Castagni secolari del Piemonte si stanno ammalando e i pomodori subiscono l’assalto della “Tuta absoluta” che ne fa seccare le piante

Che abbiano alla fine ragione quelli delle scie chimiche?

Per saperne di più:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11 ... to/763685/

Come se non bastasse la burocrazia fa sfracelli: dal primo gennaio portale Sian per tutti i piccoli produttori che vendano anche una sola bottiglia di olio (anche per quelli esonerati sotto i 7000 euro!!!) – comunicazione da farsi entro 6 giorni dall’effettuazione dell’operazione alla repressione frodi.

Divieto a tutti di produrre più di 2 q. li di olio per esigenze familiari (!!!)

Si può ancora respirare liberamente o va inoltrata domanda?

Tempi duri per gli spiriti liberi in Italia …





Ma solo io sento puzza di "montatura" o problema creato a tavolino? si parla di "abbattimento preventivo" per "esigenze sanitarie" sulla base di una ipotetica epidemia che non è ancora realmente iniziata.
Insomma come ammazzare milioni di polli nel nord italia per prevenire una epidemia che non è mai scoppiata. (aimè è successo veramente)
Ma non è che ci vogliono distruggere pure l'unica economia che sta reggendo in italia, cioè l'Alimentare (Ortaggi, Frutta, Carne) per ordine di "qualcuno" più "in alto" ?
Può sembrare troppo cospirazionista forse... ma io il sospetto ce l'ho... dopo quello che ho saputo sulla gestione economica mondiale... per non parlare della Monsanto e OGM

04/11/2013, 20:32

Errani vuole il colpo di spugna sulle spese pazze delle Regioni


Un colpo di spugna sui guai giudiziari che stanno investendo centinaia di consiglieri regionali in tutta la penisola. E' ciò a cui starebbe lavorando, secondo quanto scrive Il Fatto quotidiano, il presidente piddino della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, con due emendamenti inviati alle Commissioni Lavoro e Affari costituzionali della Camera dei deputati, intente a convertire in legge il Decreto sui risparmi nella Pubblica amministrazione. Il governatore avrebbe chiesto ai deputati del Pd di procedere a una modifica della normativa esistente sui controlli della Corte dei conti sulla “gestione finanziaria degli enti territoriali”. Normativa stabilita nel 2012 dal governo Monti con un decreto, il 174/2012, che mirava a dare una risposta agli scandali dei vari Fiorito o della giunta Formigoni. Scandali che si sono poi estesi a macchia d'olio a tutte, o quasi, le regioni italiane, ultima delle quali l'Emilia Romagna che Errani governa da quasi 15 anni. Sotto la lente della Corte dei conti sono finiti 1,8 milioni di euro di spese “non a norma”. Con il primo emendamento si stabilisce che “la disciplina si applica a decorrere dall’esercizio 2013”. Visto che i fatti più eclatanti si riferiscono agli anni precedenti, l’effetto sanatoria appare evidente. Il secondo emendamento, invece, è ancora più risolutivo: “I rendiconti dei gruppi consiliari – si legge – hanno natura meramente amministrativa e, come tali, non sono assoggettabili al giudizio di conto davanti alla Corte dei conti”. A sostegno di questa tesi viene citato il secondo comma dell’articolo 103 della Costituzione dove si legge che “la Corte dei conti ha giurisdizione nelle materie di contabilità pubblica e nelle altre specificate dalla legge”.

La puntugliosità del presidente emiliano si è espressa anche attraverso un ricorso alla Corte costituzionale a seguito di una decisione presa dall’intera Giunta emiliana. Un ricorso presentato in “conflitto di attribuzione” contestando i rilievi della Corte dei Conti come “lesivi dell’autonomia e delle competenze costituzionali della Regione”. I controlli, sostiene la giunta regionale, ci sono già stati, competono alla Regione stessa e quindi la Corte deve restarne fuori. Da parte loro, i magistrati contabili hanno sostenuto che le spese contestate non rispettano i criteri stabiliti dalla legge.

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... gioni.html

..fra colpi di spugna colpi di scopa,nessuno vuole pagare i misfatti,mentre noi continuiamo a portare il peso.....[;)]

05/11/2013, 12:02

05/11/2013, 12:37

Werther ha scritto:




Semplicemente GRANDIOSO... [:D]

05/11/2013, 13:05

Peggiorano le stime Ue sul deficit italiano: a maggio Bruxelles prevedeva un 2,9% nel 2013, e oggi sale invece al 3%, mentre il 2,5% che aveva previsto nel 2014 sale al 2,7%. "Dopo i grandi sforzi del 2012 rallenta la correzione di bilancio", scrive la Commissione che "a politiche invariate" prevede nel 2015 un disavanzo al 2,5%.

Nuovo record del debito pubblico italiano, che dal 133% di quest'anno è destinato a toccare quota 134% nel 2014 "anche a causa del pagamento dei debiti della p.a.": è la prospettiva indicata nelle previsioni della Commissione Ue, che vedono una "leggera discesa" al 133,1% solo nel 2015.
dati ansa

..ora sono sbugiardati dai loro direttori,chissa' che scusa prenderanno,dopo i tanti abbagli avuti......[;)]

05/11/2013, 13:39

TTE, "grandioso" perché? Perché la telfonata del berlusca era diversa da quella della Cancellieri? Certo, il berlusca l'ha fatto per una ragazza, la Cancellieri per CONFLITTO D'INTERESSI!

05/11/2013, 18:32

Giulia Ligresti l’ingrata: “Il figlio della Cancellieri è un idiota”

In una telefonata con un’amica la rampolla si lamenta della liquidazione
data da Fonsai a Piergiorgio Peluso: cinque milioni di euro per un anno di lavoro


http://bastacasta.altervista.org/p5851/

Quell’ “idiota” con cui sparlava al telefono insieme all’amica, alla fine si è rivelato la sua ancora di salvezza.Giulia Ligresti non sapeva il 19 ottobre 2012 che grazie a Piergiorgio Peluso avrebbe trovato un canale preferenziale per risolvere i suoi problemi legati al carcere e alla salute. Cosa che per altri detenuti meno illustri non è successo perché “l’idiota”, infatti, oltre ad essere stato direttore generale di Fonsai per un anno, è anche il figlio di Annamaria Cancellieri, il guardasigilli che si spese per farle ottenere i domiciliari vista le sue condizioni fisiche.

Ingrata Giulia, verrebbe da dire leggendo l’intercettazione di una telefonata della Ligresti, ai tempi in cui le nubi della bufera si stavano addensando nel cielo di Fonsai, riportata dalla Stampa. “Peluso…”, dice Giulia all’amica, “gli hanno dato una liquidazione di cinque milioni, ti rendi conto? Cinque milioni, è stato un anno e ha distrutto tutto”. L’amica è solidale con la Ligresti: “Gli danno una liquidazione, invece che chiedergli i danni!”. E Giulia rincara: “Sì, mi hanno detto che in consiglio nessuno ha fiatato. Sì, sì… Approvato all’unanimità. Che se fosse stato il nome di qualcun altro… A mio padre di 85 anni avrebbero contestato quella cifra. Questo ha 45 anni, è un idiota. Perché veramente è venuto a distruggere una compagnaia. Perché lo ha fatto proprio su mandato la distruzione… 5 milioni, è andato in Telecom, e l’Italia non scrive niente”. “Cavolo, potessero scrivere qualcosa”, dice l’amica. E la Ligresti: “Al contrario c’è un articolo su sua mamma, sai che è il ministro Cancellieri, pieno di lodi, figurati… Secondo me quella è un’area intoccabile proprio. Pazzesco. L’Italia è un Paese distrutto, è veramente mafia. I giornali che scrivono tutti uguali, poi appena uno alza la testa…”. Giulia usa la parola “pazzesco”. E “pazzesco” è anche la parola che viene in mente a chi oggi risente quella telefonata: è proprio al ministro Cancellieri infatti che la famiglia Ligresti si è rivolta per aiutare l’amata rampolla.



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05/11/2013, 22:11

martedì 5 novembre 2013

Deputato M5s denuncia il governo per "falso in atto pubblico". La Ue sbugiarda Letta, Alfano e Saccomanni.

Immagine

di Sergio Di Cori Modigliani

Una valanga di stelle smaschera e sbugiarda il governo.
La commissione europea ha ritenuto validi i conti fatti dai deputati del Movimento a cinque stelle mentre ha ritenuto NON validi quelli presentati da Saccomanni e Letta.
Clamoroso ma vero.
La Commissione Europea ha negato la validità dei dati forniti dal governo italiano, ha dichiarato ufficialmente che il deficit è del 3,01% e non del 2,9%; ha ritenuto la manovra del governo "inadeguata" sostenendo di "essere molto preoccupati per la situazione italiana perchè il pil, il deficit, la disoccupazione, il lavoro, sono tutte armi contro l'Italia in questo momento".
La manovra del governo è stata bocciata da Bruxelles.
Non solo.
I deputati Alessio Villarosa e Roberta Lombardi, eletti nelle fila del M5s, hanno presentato al procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone una denuncia formale contro il governo per aver diffuso dati falsificati. La nota ufficiale diffusa dai parlamentari pentastellati racconta, infatti, “siamo stati ricevuti dal procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone, al quale abbiamo illustrato i fatti così come l’abbiamo ricostruiti. Si tratta di un presunto falso in atto pubblico: l’Istat ha trasmesso all’Unione europea lo scorso 30 settembre una nota d’aggiornamento sul rapporto deficit-Pil ritoccata al ribasso per evitare la procedura d’infrazione”.

I parlamentari di M5s, in linea con le normative europee, hanno preso atto dei fatti e si sono appellati al rispetto della Legge. Il procuratore della Repubblica non ha nascosto il proprio imbarazzo. Pignatone, infatti, ha dichiarato: "Non esistono precedenti in materia. Seguirò personalmente la vicenda e la denuncia con grande attenzione".

La cittadinanza comincia a bussare alla porta.

Toc toc.

[align=right]Source: Libero Pensiero: la casa degli...da Letta, Alfano e Saccomanni. [/align]

05/11/2013, 22:19

06/11/2013, 12:37

Praticamente, al berlusca gli hanno dato 7 anni .... Questa, con quel pò pò d'interessi .... (E tutti insieme l'hanno salvata: gli uni per far durare il governo, gli altri per appoggio "morale" al berlusca! E loro vanno avanti tutti insieme, ma com motivazioni diverse, appassionatamente!)
Che schifezza! [:(!]
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