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09/11/2013, 13:16

Come ho già detto, la speciale veglia del Papa (mai successo!), poi, il Padreterno si serve di tutto ...
Infatti, da lì al giorno dopo, gli USA stavano per intervenire ...[;)]
Ultima modifica di Ufologo 555 il 09/11/2013, 13:18, modificato 1 volta in totale.

09/11/2013, 13:36

Ufologo 555 ha scritto:

Come ho già detto, la speciale veglia del Papa (mai successo!),
poi, il Padreterno si serve di tutto ...

Non è mai successo prima perchè MAI prima c'è stato un Papa Gesuita...

Infatti sono stati i Gesuiti, che sono sopra le 3 fazioni fondamentali
che si spartiscono il pianeta
, a dettate la linea e a determinare la "tregua"
in Siria (e nel mondo intero)....

Gesuiti SOPRA A TUTTO:
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=305745
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=306189

Subito sotto:

Chi e cosa sono queste fazioni? Scopriamolo.

Dettagli sulle fazioni in guerra

Benché ce ne siano altre, il Dr.Beter si concentra sulle tre più importanti:

- La fazione dei Rockefeller/NWO/Neocon/Bush (che Beter chiama il Cartello dei Rockefeller);
- La fazione Rotschild/ Illuminati Europei (che Beter chiama l'asse Bolscevita-Zionista, ma che identifica con i Rothschild) e
- La Terza fazione, o quella che io chiamo la Nuova Coalizione Internazionale, che ha radici interconnesse con quella che Beter chiama il "Nuovo Cremlino" Cristiano della Russia.

Nel corso dei rapporti nelle 80 Lettere Audio, il Dr.Beter rivela che nel mondo oggi ci sono tre fazioni primarie:

1- Il Cartello Rockefeller
2- L'Asse Bolscevico-Zionista
3- Le Guide del Nuovo Cremlino

Queste fazioni sono esistite nel passato secolo e le loro relazioni sono state in flusso costante. Le loro radici sono più vecchie e possono risalire a molti secoli. La Terza Fazione, che lavora col gruppo del "Nuovo Cremlino", ha lavorato per la pace. Recentemente hanno aiutato ad organizzare una coalizione internazionale con un forte supporto Asiatico.

(prosegue qui: http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... 80097)



Bene..... la domanda ora sorge spontanea:
quanto conta Obama in tutto questo scenario?

Quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni.

09/11/2013, 16:31

obama cosa conta?in questo frangente nulla,non e' lui che comanda il gioco,ma e' putin che impone la strada,ma cio' xke' sa quale e' il punto di arrivo,piaccia o no,obama e' alla stregua di carter,presidenti che prendevano le decisioni coi bussoloti............................. [;)] e purtroppo senza il sostegno della dea bendata [;)]

09/11/2013, 16:32

E' quello che va do ripetendo ... Comunque, riguardo al Papa, hai sempre una giustificazione per tutto! Anch'io ... Dissi a mia moglie che fù un evento eccezionale e infatti, cambiarono le carte in tavola il giorno dopo! (Questa è la forza della Fede; ricorda: 100 mila persona quella sera a S. Pietro)

10/11/2013, 16:12

Ci voleva un Obama per fare peggio di Jimmy Carter (capito Renzi?)




Il presidente non ha offerto agli elettori una visione nazionale, ma si è ispirato allo stile della politica di Chicago, con un solido blocco democratico fondato sulla minuta composizione delle divisioni etniche

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Lo sbandamento dell’amministrazione Obama fa senza dubbio impressione: così il fallimento delle primavere arabe; così la confusione sul caso Siria che ha avuto come risultati di far squilibrare la fedelissima Londra e di dare centralità alla Russia, e insieme di spingerla a cercare un rapporto più stretto con Pechino (pur pericolosa ma almeno capace di approcci realistici alle situazioni concrete); così le trattative senza prospettive chiare con l’Iran che hanno fatto infuriare sia Gerusalemme sia Riyadh; così il caos nella riforma sanitaria e la scarsa capacità di fare proposte ai repubblicani se non per dividerli.

Così le assurdità sui matrimoni gay; così ricevere insulti da parte di Parigi e Berlino per questioni di cosiddetto spionaggio telefonico su cui tutti sapevano tutto; così la figuraccia della Casa Bianca che dice di non essere stata informata dalla National Security Agency (peraltro divenuta una sorta di gruviera pieno di buchi dai quali passa qualsiasi spiffero); così il licenziamento dalla Cia del miglior militare su cui le amministrazioni americane abbiano potuto contare da decenni: David Petraeus. Credo che neppure Jimmy Carter, con l’assistere sgomento al crescere dell’influenza sovietica e le innumerevoli stupidaggini compiute sul caso dell’ambasciata americana sequestrata a Teheran, sia arrivato a un punto così basso come quello toccato da Obama.

Molti sarebbero i temi da focalizzare per capire da dove derivi questa situazione. Mi interessa in questo articolo sottolinearne uno: le radici del successo dell’attuale presidente in ben due elezioni nel 2004 e nel 2008. Nel primo caso l’elemento determinante furono le difficoltà della politica di George Bush per lo sforzo (peraltro rilevante sul terreno geostrategico) della guerra in Iraq e soprattutto per la crisi finanziaria scoppiata nell’autunno del 2008. È nel secondo voto, però, che si può meglio comprendere la natura del consenso a Obama, che gli aveva peraltro fatto vincere le primarie contro un candidato molto più forte come Hillary Clinton.

Il presidente in carica non ha puntato a offrire una visione nazionale ai cittadini chiamati a eleggerlo e poi a confermarlo, tutte le sue carte sono state giocate sulla costruzione di un patchwork di forze nettamente ispirata allo stile della politica di Chicago. La grande città dell’Illinois, uno degli snodi dello sviluppo americano e ancora elemento centrale della finanza, ha nel tempo consolidato un granitico blocco democratico fondato sulla minuta composizione delle rappresentanze etniche: il che, specie negli anni Trenta, è stato fonte anche di sbandamento e di corruzione nei rapporti con la forte mafia locale.
Un potere quasi inscalfibile ma proprio per questo tendenzialmente poco dinamico. Si consideri che nel Dopoguerra la città è stata guidata da Richard J. Daley (1955-1976) e poi dal figlio Richard M. Daley (1989-2011). Una forza che aveva già consentito l’elezione di John F. Kennedy nel 1960 con i voti decisivi dell’Illinois assicurati da Daley al di là dei pettegolezzi sul boss Sam Giancana e l’amante, Judith Exter, spartita con la Casa Bianca.

Matteo Renzi a BariI tecnici non bastano, come insegna la nostra storia
È interessante notare come questo modello “municipalismo-patchwork senza visione unitaria” sia quello tentato, ma con troppa salsa ex Pci, dagli emiliani Pier Luigi Bersani e Vasco Errani, e oggi ripetuto con un ben più deciso appoggio americano da Matteo Renzi. È prevedibile che anche il nostro mix municipalismo+patchwork non possa che riprodurre gli sbandamenti obamiani in corso. Anche se alla fine potrebbe risultare vincente su chi come Enrico Letta si inchina alla linea bottegaia di Angela Merkel.
Uno sviluppismo pur confuso è più appetibile di una seppur chiara austerità. D’altra parte gli Stati Uniti hanno un’amministrazione imperiale che tempera gli errori della politica: così lo splendido Ben Bernanke con la sua capace sostituta Janet Yellen e il loro collegamento con l’Europa, Mario Draghi. Così un esercito che grazie alle riforme di Donald Rumsfeld con i suoi droni tiene a bada i terroristi nonostante gli errori della Casa Bianca.

Però alla fine i tecnici non bastano da soli anche quando sono bravi, figurarsi se sono mediocri come il fu Mario Monti o l’attuale Fabrizio Saccomanni. Alla fine è decisiva la politica. E per questo motivo servirebbe anche un’Italia che riprendesse il suo ruolo di mediatrice svolto dai De Gasperi, dai Fanfani, dai Moro, dagli Andreotti, dai Craxi e dai De Michelis, e poi in parte dagli stessi Berlusconi e Tremonti prima di litigare, e in qualche occasione da Massimo D’Alema (soprattutto quando lo consigliava Francesco Cossiga) tra Mediterraneo e Germania, tra Londra e Parigi, affiancando gli Stati Uniti, leali con Israele ma sapendo parlare a Mosca e agli arabi. Se si riflette sul lungo arco del secondo dopoguerra, Roma ha pesato spesso in modo significativo. Certo prima che arrivassero inconsistenze come Monti e Letta (con l’altrettanto inconcludente Emma Bonino).

http://www.tempi.it/ci-voleva-un-obama- ... n-hEicUZlc
Ultima modifica di Ufologo 555 il 10/11/2013, 16:13, modificato 1 volta in totale.

10/11/2013, 17:18

..ma cosa puo' offrire un presidente che,dopo tanto can can,non e' riuscito manco a chiudere la prigione di guantanamo..........fortuna che nl momento attuale le crisi sono circostanziate in settori regionali,e magari qualkun altro trova soluzioni x disinnescare il problema......[:(!]

11/11/2013, 10:44

Se, il Padreterno! [;)]

16/11/2013, 20:18

La Russia va alla riconquista dell'Egitto

Il Giornale, 15 novembre 2013

(Fiamma Nirenstein)

A volte ritornano. Ed ecco dunque al Cairo il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov e quello della difesa Serghei Shoigu. Firmano accordi, partecipano a parate. E’ la prima volta dalla storica mossa di Anwar Sadat che cacciò dall’Egitto gli “esperti” sovietici. Nel 1972 decise di levarseli di torno, memore della sventola che aveva preso nel ‘67 Nasser, il suo predecessore, la cui alleanza d’acciaio con il mondo comunista era stata coronata dal titolo di “Eroe dell’Unione Sovietica”. Dopo la guerra del ’73, perduta senza disonore, Sadat invitò Nixon e Kissinger al Cairo, e cambiò campo: all’ombra delle piramidi da allora si riposarono gli amici americani, la pace con Israele fu firmata a Camp David, e l’Egitto uscì dalla cupa alleanza sovietica divenendo il punto di riferimento arabo degli USA. Ma nessuna alleanza avrebbe potuto resistere alla incredibile politica mediorientale di Obama, e anche qui ecco che Putin vince uno a zero.

Con un sorriso astuto il ministro degli esteri egiziano Nabil Fahmy ha detto che non si vuole sostituire nessuno, che si tratta solo di riattivare un rapporto già esistente, normale amministrazione… ma non è vero. Le ragioni per cui l’Egitto del generale Abdel Fattah el Sisi accoglie i russi con manifesti sui muri e paginate su Al Ahram con le foto giganti di Putin, parlano di una giravolta in cui gli USA vengono scalzati. Obama fu lento con la rivoluzione contro Mubarak, senza capire che era definitiva; poi ha sostenuto, con una strategia molto miope, la Fratellanza Musulmana, fino a disapprovare la rivoluzione di Sisi e a tagliare il contributo al budget militare di un miliardo e mezzo di dollari. Adesso, anche se i tre quarti degli aerei da combattimento sono F16 made in USA, e il training militare lo conducono gli istruttori americani, pure si parla con insistenza del possibile acquisto di sistemi missilistici di difesa e di jet Mig 29, oltre a elicotteri da combattimento russi. Sisi cerca fondi e sta per lanciare un nuovo pacchetto di stimoli economici pompati dai miliardi dei Paesi del Golfo anti Fratellanza Musulmana.

Obama ha sbagliato molte cose in Medio Oriente, la Russia è ormai ritenuta la mente strategica gli ha imposto di cambiare l’impegno preso contro Assad. Così, però, ha rafforzato l’asse sciita Iran-Siria-Hezbollah anti sunnita e l’Egitto ne soffre: è anche oltraggiato dalla determinazione con cui Kerry persegue il calo delle sanzioni all’Iran nonostante i mille dubbi, anche francesi, sull’arricchimento dell’uranio. Ieri Kerry in uno scatto di incontenibile passione ha detto al Senato americano che non deve credere a Israele e che le sanzioni devono essere mantenute. Così facendo, si gioca l’unico alleato sincero che abbia in Medioriente, e insiste spingendo il processo di pace solo sul tema degli insediamenti senza chiedere ai palestinesi di affrontare l’odio che anche due giorni fa ha portato all’ennesimo attacco terrorista che stavolta ha fatto a pezzi un ragazzo di diciotto anni che dormiva, per mano di un sedicenne di Jenin.

http://www.fiammanirenstein.com/articol ... =3&Id=3322

17/11/2013, 10:26

..solo un genio poteva essere in grado di non azzeccarne una,come successo ad mitico,ad ora un fiasco dopo l'alro........[;)]

17/11/2013, 15:25

... e perderà la fiducia del mondo ... (Se già non l'ha persa)

17/11/2013, 17:16

Quando proponi riforme non gradite ai poteri forti e alle lobby è questa la fine che fai. Condizionano l' opinione pubblica americana e "eliminano" l' ostacolo. Noi siamo pecoroni, ma gli americani sono messi peggio.

17/11/2013, 19:35

... con Obama ...[;)]

17/11/2013, 19:43

Si ma il potere della Cina dove lo mettiamo?

17/11/2013, 19:59

Ufologo 555 ha scritto:

... con Obama ...[;)]


In generale Max, sono molto più ingenui degli europei anche se non è colpa loro.

17/11/2013, 20:24

greenwarrior ha scritto:

Quando proponi riforme non gradite ai poteri forti e alle lobby è questa la fine che fai. Condizionano l' opinione pubblica americana e "eliminano" l' ostacolo. Noi siamo pecoroni, ma gli americani sono messi peggio.


ma non guardiamo solo alle riforme interne(se fatte)l'unica l'obamacare x la quale ha dovuro chiedere scusa x il casino successo,ma valutiamo pure la politica estera,se qualcuno trova un suo successo........+ che altro trova fiaschi.........................carter al suo cospetto era un falchetto....[:I]
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