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MessaggioInviato: 10/12/2013, 15:03 
UN MESSAGGIO EXTRATERRESTRE E' CODIFICATO NEL DNA UMANO?

Articolo di Adriano Forgione
Fonte: http://noiegliextraterrestri.blogspot.i ... aggio.html

Un messaggio alieno è codificato nel nostro DNA? È questa la rivoluzionaria conclusione dello studio di due scienziati kazaki. L’analisi della struttura del DNA mostra sorprendenti analogie con un linguaggio complesso di tipo artificiale. È quello il luogo dove possiamo cercare l’origine aliena della razza umana?
La risposta se siamo soli nell’universo potrebbe essere proprio sotto il nostro naso, o, più letteralmente, all’interno di ogni cellula del nostro corpo. I nostri geni potrebbero nascondere il “timbro del produttore” intelligente al loro interno, codificatovi eoni fa altrove in qualche luogo del cosmo. Tale “griffe” sarebbe un timbro indelebile di una maestra civiltà aliena che ci ha preceduto di milioni o miliardi di anni. Il suo lascito finale si sarebbe diffuso nella Via Lattea “a immagine e somiglianza” biologica.

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È quello che hanno ipotizzato lo scorso mese di marzo due scienziati kazaki, il matematico Vladimir I. shCherbak dell’Università Nazionale del Kazakistan al-Farabi, e Maxim A. Makukov dell’Istituto Astrofisico Fesenkov. I due studiosi ipotizzano che un segnale intelligente potrebbe essere incorporato nel nostro codice genetico attraverso un messaggio matematico e semantico che non è coerente con l’evoluzione darwiniana. Lo chiamano “SETI biologico” e, sostengono, abbia maggiore longevità e possibilità di essere rilevato rispetto a qualsiasi altra forma di segnale extraterrestre. In un articolo scientifico pubblicato sulla rivista Icarus dal titolo “The Wow! Signal of the terrestrial genetic code”, affermano: «Una volta fissato, il codice potrebbe rimanere invariato su scala temporale cosmologica, essendo la più durevole struttura conosciuta. Costituisce quindi una memoria eccezionalmente affidabile per una firma intelligente. Una volta che il genoma è opportunamente riscritto, il nuovo codice con la firma inseritavi rimarrà congelato nella cellula e nella sua progenie e potrebbe quindi essere spedito attraverso lo spazio e il tempo». Per superare il test di progettazione, questa firma deve possedere modelli nel codice genetico statisticamente molto significativi e funzioni intelligenti che non sono coerenti con qualsiasi altro processo naturale conosciuto. I due scienziati, nella loro analisi dettagliata, sostengono che il genoma umano mostri proprio un approfondita precisione e ordine nella mappatura dei nucleotidi del DNA e negli aminoacidi. «Accordi semplici del codice – hanno scritto i due – rivelano un insieme di impronte aritmetiche e ideografiche tipiche del linguaggio simbolico», con l’uso della notazione decimale, trasformazioni logiche e l’uso del simbolo astratto dello Zero. «Accurate e sistematiche, queste impronte appaiono come un risultato di assoluta precisione» hanno scritto.
Questa interpretazione li porta a una sola conclusione: che il codice genetico «sembra sia stato inventato al di fuori del sistema solare diversi miliardi di anni fa», una dichiarazione che offre credito all’idea della panspermia, l’ipotesi che la Terra sia stata inseminata di vita interstellare. Una sorta di conquista della galassia basata sull’eternità di un’impronta genetica aliena studiata e impiantata ovunque da super-esseri.
Tuttavia, ci sono altre possibilità alla possibilità di un Disegno Intelligente nel nostro genoma. Che l’Universo sia una sorta di Matrice, simile ad un programma informatico (idea che ha fatto la fortuna della triologia cinematografica di Matrix). L’idea che qualche programmatore ha generato il codice genetico della vita nell’“universo modello” è coerente con i suggerimenti degli autori.
Lo studio dei due scienziati kazaki si inserisce nella lotta tra i sostenitori dell’evoluzionismo darwiniano e quelli di una corrente alternativa di pensiero chiamata “Teoria del Disegno Intelligente”. Un insieme di scienziati che sostengono l’inadeguatezza delle attuali teorie scientifiche relative alla nascita e all’evoluzione della vita. Più specificamente questi affermano che l’evoluzione delle specie enunciata da Darwin presenta troppi punti oscuri e che le specie viventi hanno avuto troppo poco tempo per poter evolvere nelle forme diversificate che vediamo oggi. Dunque la risposta a queste inadeguatezze è stata la nascita del Movimento del Disegno Intelligente, i cui membri sostengono che una forma di intelligenza ha agito in un preciso momento della storia universale per provocare i “salti evolutivi” che Darwin e la sua teoria non sono stati in grado di spiegare. Non si tratta però della ridefinizione scientifica del Creazionismo biblico, né il Disegno Intelligente si esaurisce alle specie viventi. Questo infatti estende il progetto creativo del Disegno Intelligente all’intero universo (o multiverso). Per quanto incredibile, sono scienziati ad affermarlo, dunque le loro affermazioni vanno prese seriamente, anche in considerazione del fatto che tale Disegno Intelligente sembra sposarsi perfettamente con quanto affermano tutte le grandi tradizioni spirituali e le loro Dottrine di Sapienza.

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Un’intelligenza creatrice

Uno dei sostenitori di questa visione è lo spagnolo Antonio Martinez (foto in ultima pagina), dottore in medicina e oftalmologia, membro dell’associazione internazionale Medici e Chirurghi per l’Integrità Scientifica il quale, in un’intervista rilasciata al giornalista David Zurdo, ha affermato: «La teoria del Disegno Intelligente si limita ad offrire un altro paradigma alla biologia, un altro modello, che si basa sulla prova che nello sviluppo delle specie viventi è intervenuta un’intelligenza non necessariamente ascrivibile ad alcun libro sacro. Semplicemente constata che la vita non si può spiegare con il fattore “caso”, con il trascorrere del tempo o con l’intervento di mutazioni. In base a ciò, la biologia deve cambiare modello, accettando che la complessità delle informazioni immagazzinate nel DNA, all’interno del nucleo di una cellula, non può essere attribuita solo a questi fattori. Dunque il Disegno Intelligente propone un nuovo sistema di intendere la biologia, non darwinista, che implica la necessità di questa intelligenza nel disegno della vita. Darwin parlava di “selezione naturale” attraverso un meccanismo per cui il più forte sopravvive. Il Neodarwinismo parla delle mutazioni alla base del meccanismo di selezione naturale. Ma oggi, con la conoscenza del materiale genetico, con la conoscenza del fatto che le leggi dell’esistenza risiedono nel carico genetico di ciascuna specie, ci troviamo di fronte a una grande domanda: come è stato possibile che una specie si sia evoluta in un’altra più complessa? Le mutazioni avanzate dai neodarwinisti non sono in grado di spiegarlo in quanto una minima mutazione del patrimonio genetico o non produce nulla oppure produce infermità e morte. Le mutazioni positive sono una chimera teorica e non una realtà sperimentale. Non si conosce nessun meccanismo biologico che produca un incremento delle informazioni nel DNA in una specie per migliorarla». Dunque Martinez disconosce, come i suoi colleghi aderenti al nuovo paradigma, il darwinismo e i suoi meccanismi, sebbene l’Intelligenza da questi chiamati in causa non sia quella dei libri sacri. Dunque, anche il Disegno Intelligente, stando alle parole di Martinez, sebbene ascriva a un’intelligenza la genesi della Vita, non specifica di quale intelligenza si tratti, lasciando un alone irrisolto sulla sua natura, chiarendo solo che la teoria non parla di Dio, o almeno non del Dio dei libri sacri.

Il DNA e la geometria del Cosmo

Se andiamo a osservare la struttura stessa del DNA, ci rendiamo conto di come questa sia profondamente legata alle forme universali e macrocosmiche, a conferma di un Disegno Intelligente non solo teorizzato, ma reale, fatto di matematica e geometria all’interno della natura. Il DNA di cui stiamo parlando è infatti una doppia spirale, un binario scalare che è la matrice della Vita e che sembra possedere una coscienza insita nella sua struttura, un mediatore-matrice tra un mondo fatto di spirito e uno fatto di materia. È il DNA il messaggio nascosto nell’episodio biblico della visione di Giacobbe e della Scala Divina, su cui salivano e scendevano angeli di Genesi 28:12 «Una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima toccava il cielo; e gli angeli di Dio salivano e scendevano per la scala».
Questa scala è proprio il DNA, con i pioli rappresentati dalle molecole nucleotidi, e gli angeli che salgono e scendono che, a mio parere, sono proprio i poteri mediatori (o messaggeri) tra il mondo della pura energia a quello della forma. Poteri che si esprimono attraverso le caratteristiche del suono e della luce; in breve attraverso le frequenze. È la scienza ad averlo confermato. Il biofisico e biologo molecolare Pjotr Garjajev e i suoi colleghi hanno studiato le qualità vibrazionali del DNA, dunque le sue frequenze, verificando che questo reagisce alle onde elettromagnetiche e a quelle luminose. Impiegando le giuste frequenze, il DNA è in grado di autoripararsi. All’interno di quest’esperimento, Garjajev e il suo team hanno affermato di aver anche scoperto che il DNA può creare delle interferenze nel vuoto, arrivando a produrre dei microtunnel spazio-temporali, equivalenti ai cosiddetti “ponti Einstein-Rosen” del macrocosmo. Ponti di connessione tra due livelli “multiversali” di esistenza, la cui funzione è del tutto analoga all’operato degli angeli (i messaggeri) nel sogno di Giacobbe. Questa relazione tra il DNA e la teoria del Disegno Intelligente è molto più di una chimera. Non solo i saggi compilatori della Bibbia ma anche gli antichi Greci conoscevano la struttura del DNA ben due millenni prima che Francis Crick e James Watson la scoprissero, e l’avevano eletta a emblema di medicina, simbolizzandola nel Caduceo di Hermes, caratterizzato da due serpenti arrotolati intorno a un bastone. Anche il Caduceo era simbolo sia di guarigione che del messaggero celeste. Dunque le antiche conoscenze e la più moderna scienza confermano le qualità multidimensionali del DNA e aggiungono ulteriore validità alla nuova teoria scientifica del Disegno Intelligente, che nel tempo non potrà non tenerne conto.
Abbiamo detto, infatti, che il DNA è una doppia scala a chiocciola. Questa scala necessita di dieci pioli per effettuare un giro completo, esattamente come avviene per l’Albero della Vita della Cabala, che conta dieci Sephirot. Lo studioso Stephen Skinner, nel suo saggio Geometria Sacra, ha dimostrato come il progetto geometrico del DNA si apprezzi meglio se visto dall’alto. «Se osserviamo il DNA dalla verticale – afferma Skinner – la sua struttura ricorda molto la forma della lettera greca Phi (F), cioè la proporzione aurea equivalente a 1,6180, e geometricamente consiste in una serie di pentagoni doppi che formano la vista assiale composita della doppia ellisse del DNA, la cui rotazione completa contiene dieci molecole di fosfato e zucchero. Il Phi è parte integrante della costruzione del pentagono e il patrono geometrico più importante della citata vista assiale del DNA, che rivela tre grandi doppi pentagrammi. Ogni pentagono crea un’intersezione con altri due, in modo tale che queste intersezioni presentano la proporzione aurea iscritta nella struttura assiale di questa molecola». Dunque, se il DNA è relazionato attraverso la sua struttura geometrica di base, all’intera creazione ne consegue che l’Uomo è fondato su tale Progetto Geometrico Intelligente. Non è quindi un caso se questi sia inseribile in un pentagono, visto che è il solido alla base del progetto del DNA. Non deve meravigliare, dunque, se nel corso della sua storia le civiltà hanno voluto imitare l’atto creativo divino, erigendo templi e piramidi secondo le stesse proporzioni. Questi non sono altro che simulacri della relazione vibrazionale e per derivazione geometrica esistente tra Dio, quale energia creante, e l’Uomo, quale unico essere su questo piano che non solo contiene in sé tale potenza (solo se ne è consapevole), ma che è anche in grado di renderla manifesta.

Un Universo Cosciente

Il fisico americano Andrei Linde, come molti suoi colleghi, afferma che l’Universo, o meglio, il Multiverso, possiede un’impronta uniforme e sembra essere disegnato affinché non sia l’Uomo a doversi adattare ad esso, ma il contrario. Questo Universo sarebbe strutturato per adattarsi all’Uomo. È ciò che è conosciuto come “Principio Antropico”, divulgato per la prima volta dal fisico Brandon Carter dell’Università di Cambridge nel 1973. Carter affermò che una serie casuale di leggi avrebbe lasciato l’universo morto e oscuro e che le leggi della fisica stesse, per come le conosciamo, sono “tarate” per far emergere la vita e, dunque, l’Uomo. Un’innumerevole serie di fattori concomitanti avrebbe quindi fatto sì di permettere la vita, un numero talmente alto che è contro ogni legge statistica e ogni calcolo delle probabilità, secondo questi fisici contemporanei. «La Vita non sembra essere una componente accidentale dell’Universo – ha detto Linde – ma pare esserne il suo fine ultimo. Se solo uno di questi innumerevoli fattori fosse stato solo di poco diverso da quello che è, oggi non esisteremmo». Linde ha anche speculato che la coscienza potrebbe essere una componente fondamentale dell’Universo, proprio come lo spazio e il tempo, e questo sarebbe dimostrato dalla relazione rilevata in laboratorio tra l’osservatore e le particelle osservate: le due componenti si influenzano vicendevolmente. Ciò dimostra che tutto forma un sistema unico dove la coscienza ha la sua parte. In breve, la Creazione esiste in quanto esiste qualcuno che la osserva. Non è forse questa la ragione insita nella creazione dell’Uomo, narrata da tutte le Grandi Tradizioni Spirituali di ogni epoca e luogo, semplicemente spogliata dei suoi elementi allegorici e simbolici? Non è stato sempre detto in antico che Tutto è Uno? «Senza qualcuno che osservi l’Universo – ha affermato Linde – l’Universo non esisterebbe». Anche il Fisico James Gardner si è espresso in termini simili con la sua teoria dell’Universo Autocosciente, affermando che la vita e l’intelligenza sono i primari fenomeni cosmologici e che tutti gli altri fenomeni, vale a dire ciò che la fisica definisce “costanti fondamentali” per l’Universo, sarebbero in realtà solo secondarie. Gardner ha speculato che alla base di questa creazione, nei primi momenti di vita di questo e di altri universi, vi sia stata una “forma di vita intelligente altamente evoluta” che lo ha provvisto di un “codice cosmico” (un insieme di leggi fisiche e costanti) finalizzato alla vita, in grado, una volta giunta al massimo stadio di evoluzione (consapevolezza) di ripetere il ciclo. Chi può mai essere questa forma di vita altamente evoluta alla base della creazione? Alieni? O un Super-Essere primordiale? Non si può, in effetti, escludere una forma di Coscienza Universale. L’Uomo, quale essere al massimo stadio di evoluzione, si comporterebbe come il DNA, avendo come compito quello di essere l’organo riproduttivo della creazione stessa, in grado di spargere il seme della creazione e le sue costanti geometriche in lui insite, e questo sembra essere proprio quello che ipotizzano i sue studiosi kazaki Vladimir I. shCherbak e Maxim A. Makukov . A questo punto, siamo giunti a definire quello che è lo scopo ultimo del grande Disegno Intelligente, che riunifica Scienza e Spirito, vale a dire la Coscienza/Consapevolezza.
La Creazione, frutto di un’intelligenza che è Coscienza genererebbe nuova Coscienza in forma embrionale: l’Uomo. Questi possiede i semi di questa coscienza ma li esprimerebbe solo al suo massimo grado evolutivo. Insomma, tutto nel creato sembra basarsi su un progetto preciso, e la teoria del Disegno Intelligente, nata in seno a un gruppo di scienziati che non accettano le teorie evolutive tradizionali, sebbene non parli di una divinità, a questa si lega indissolubilmente, per quanto involontariamente, essendo le sue acquisizioni del tutto sovrapponibili e corrispondenti al Sapere che da lontane epoche, civiltà e uomini sapienti, ci arriva: Tutto è Uno, quell’Uno è Dio e quel Dio è in noi.


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MessaggioInviato: 10/12/2013, 15:04 
DANILO IOSZ INTERVISTA IVAN CECI

Fonte: http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.8703

Ivan Ceci è un giovane giornalista, pubblicista e scrittore di tematiche ufologiche, delle quali si occupa da ben oltre 10 anni. Salito alla ribalta grazie al caso “Amicizia” è stato spesso intervistato come esperto del caso in questione ed ha partecipato ed organizzato numerose conferenze sul tema Ufo ed Alieni, con particolare riferimento all’aspetto sociologico ed esopolitico del fenomeno. Autore di vari libri è altresì conosciuto per la biografia sul console italiano Alberto Perego, per il quale ha avviato una vera e propria campagna di sensibilizzazione, intesa ad esaltarne la memoria storica.


D.I.: Prima di tutto, Ivan, grazie per la tua disponibilità. La prima domanda che vado a porti è: a che punto è l’ufologia mondiale? Siamo o no, prossimi alla verità?

I.C.: Sul fronte del disclosure molte cose si stanno sicuramente muovendo. Penso per esempio all'importante iniziativa pubblica che si terrà, dal 23 aprile al 5 maggio, a Washington D.C. presso il National Press Club, dove circa 40 tra i più importanti ricercatori e membri di agenzie militari degli Stati Uniti si riuniranno per testimoniare di fronte alla stampa di tutto il mondo le loro ricerche e le loro esperienze riguardo alla realtà della presenza extraterrestre. E' un'iniziativa che mio giudizio va seguita con estremo interesse sia per le personalità di alto livello che vi parteciperanno, sia per la qualità delle testimonianze e delle evidenze che verranno presentate al pubblico. Detto questo, però, io credo che occorra esaminare la situazione anche da un punto di vista più generale per poter cogliere il senso più profondo di ciò che questa realtà rappresenta per tutti noi, in particolare in questo determinato momento storico.

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In questo senso io sono convinto che la verità, quella di cui molto si parla, sia in realtà già qui, in mezzo a noi, e che in qualche modo stia cercando di comunicare con noi su diversi livelli. In particolare credo che ci stia avvisando che è in atto un grande cambiamento a livello planetario. Un cambiamento che non riguarderà soltanto la presenza extraterrestre ma anche e soprattutto la percezione della nostra stessa esistenza, sia come individui che come parte della famiglia umana che abita questo Pianeta. A volte mi capita di pensare al futuro, agli anni che verranno, e la parola che mi viene in mente più spesso è proprio la parola "famiglia", nella sua accezione più ampia del termine. Ecco, io penso che noi tutti dovremo presto tornare a capire cosa vuol dire essere veramente una famiglia, cosa vuol dire sentirsi parte di un sistema vivente che ci alimenta, che ci sostiene e di cui noi dobbiamo imparare ad essere membri attivi e soprattutto responsabili. E' nel nostro interesse e nell'interesse stesso del Pianeta che abitiamo.

D'altronde non dobbiamo dimenticare che la presenza stessa dei popoli che stanno interagendo con noi è intimamente legata proprio a ciò che sta avvenendo alla Terra, al suo ciclico processo di evoluzione e trasformazione come Pianeta vivente, ciclo che a sua volta ricade all'interno di una catena di eventi cosmici di cui non riusciamo, per ora, ad avere una chiara percezione, ma di cui questi popoli sono ben consapevoli. E questo è il motivo principale per cui sono molti di Loro stanno lavorando qui, sul nostro Pianeta, in questo determinato momento della nostra storia. All'interno di questo quadro generale io credo all'ufologia non spetti soltanto il compito di testimoniare la verità attraverso un semplice processo di divulgazione pubblica della verità stessa, ma anche di riflettere molto attentamente sulla relazione profonda che lega la presenza extraterrestre, i cambiamenti in atto sulla Terra e la nostra evoluzione spirituale e che di questa relazione, e di tutte le conseguenze che da essa derivano, debba in qualche modo farsene interprete e portavoce. Se non riuscirà a fare questo, temo, avrà raggiunto solo in parte il suo obiettivo.

D.I.: Negli ultimi tempi il fenomeno UFO sembra aver avuto un’escalation esponenziale, che ha catalizzato l’attenzione dei mezzi di informazione di tutto il mondo. Parlarne apertamente, ormai, è divenuto un fatto quotidiano e naturale. Cos’è cambiato, seconde te, dal punto di vista socio-culturale nel rapporto con tale fenomeno?

I.C.: Rispetto a quanto avveniva qualche decina di anni fa, oggi c'è sicuramente un clima di maggiore "acclimatamento" rispetto al fenomeno ufo. L'aumento stesso delle segnalazioni ufo in tutto il mondo dimostra che i testimoni hanno meno timore a raccontare le proprie esperienze anche di fronte ai mezzi di informazione. Ciò che secondo me sta cambiando, anche se molto lentamente, è il modo in cui questo fenomeno viene percepito dalla popolazione. Sempre più persone, infatti, si stanno rendendo conto che la presenza extraterrestre non è più soltanto una questione scientifica, che riguarda unicamente la nostra scienza, ma è una questione che, in qualche modo, ha a che fare da vicino anche con la nostra coscienza, con la nostra sfera spirituale, non ultimo con il nostro presente e il nostro futuro come umanità.

Tutto questo, dal mio punto di vista, è assolutamente positivo perché altrimenti si rischierebbe di comprendere solo una parte di questa realtà e di perderne forse il significato più autentico, più profondo, ma anche, in un certo senso, più "rivoluzionario". Sapere infatti che esistono altre forme di vita intelligente su altri pianeti di per sé non risolverà automaticamente i nostri problemi, né tantomeno il nostro approccio ad essi. Ma sapere il motivo per cui questi popoli sono qui, ora, sulla Terra, essere consapevoli che essi sono qui per assistere noi e il Pianeta a superare una fase di transizione, allora questo, a mio giudizio, può offrirci un punto di vista totalmente nuovo sulla nostra condizione, per aiutarci a comprendere che siamo noi stessi parte del problema che intendiamo risolvere e che soltanto cambiando radicalmente il nostro modo di vedere il nostro posto nell'universo che ci circonda potremo cambiare veramente le cose. La presenza extraterrestre, in questo senso, diviene così lo strumento, e non più il fine, di una ricerca non solo scientifica ma umanistica, esistenziale, che deve avere come obiettivo, non tanto gli "alieni", quanto piuttosto noi stessi, la nostra realtà, il nostro posto nell'universo.

D.I.: Tu rappresenti, data la giovane età, le nuove “leve” dell’ufologia italiana, la transizione tra diversi modi di indagare il fenomeno. Dall’indagine basata essenzialmente sull’analisi degli effetti fisici prodotti dagli UFO e sulla loro origine, siamo pian piano passati ad analizzare l’ufologia principalmente come fenomeno sociologico e politico, parte integrante della nostra coscienza collettiva. Ciò ha dato vita, già da qualche tempo, al movimento internazionale dell’esopolitica. Puoi chiarirci cosa significa e quali sono gli scopi di questa evoluzione di pensiero?

I.C.: Innanzitutto vorrei ricordare che il movimento esopolitico, al contrario di quanto si ritiene generalmente, non ha origine negli Stati Uniti, bensì in Europa, e in particolare in Italia, nella metà degli anni '50, grazie all'attività pionieristica del Console Alberto Perego, del quale, come lei ha ricordato, un paio di anni fa ho pubblicato una biografia che ne riporta alla luce dopo tanti anni di silenzio la vita e il pensiero. Ci tengo a ricordarlo perché rispetto all'impostazione estremamente moderna e avanzata che Perego aveva esposto in merito alla questione della presenza extraterrestre mi sembra che non si siano fatti molti passi avanti, anzi in alcuni casi ci è trovati di fronte ad una vera e propria involuzione.

Prima ho citato l'iniziativa pubblica che si terrà a Washington tra pochi giorni. Come ho detto sono convinto che sia un'iniziativa molto importante, ma penso anche che questo tipo di approccio non possa essere l'unica soluzione al problema. Il punto è che non basta dire alla gente che esistono gli ufo. Bisogna dire alle persone perché gli ufo sono qui. Bisogna dire che questa presenza ha a che fare con il nostro futuro, con quello dei nostri figli, con quello di tutti gli esseri viventi che abitano questo Pianeta. Non è sufficiente portare di fronte alla stampa un militare che testimoni sotto giuramento che ha visto un disco volante.

Può essere una testimonianza autorevole, senza dubbio. E senza dubbio, aiuterà le persone più scettiche ad avvicinarsi a questa realtà con maggiore interesse. Ma, ripeto, questo tipo di approccio non è, a mio giudizio, da solo sufficiente a far comprendere il significato della realtà che abbiamo di fronte. In questo senso l'esopolitica non può limitarsi ad essere "ciò che la politica pensa degli ufo". Né può esaurirsi in una sterile rincorsa alla cosiddetta "pistola fumante", alla prova definitiva della presenza extraterrestre, né ancora pensare di essere unicamente una forza di pressione per ottenere il rilascio di documenti secretati da parte dei governi.

Occorre piuttosto che il movimento esopolitico si riconfiguri, più che come una lobby di pressione, come un bacino di idee nuove aperto non solo ai temi dell'ufologia ma anche ai molti argomenti che ad essa, come dicevo prima, sono collegati. Che si apra a temi e ad argomenti nuovi, che pensi non solo alle conseguenze della presenza aliena sulla nostra società ma che, proprio a partire dalla considerazione che non siamo soli in questo universo, sviluppi un nuovo paradigma della nostra presenza all'interno della famiglia terrestre di cui facciamo parte. Per quanto mi riguarda vorrei un'esopolitica che non parlasse soltanto di ufo, di cover-up, di disclosure. Vorrei un'esopolitica che parlasse anche di responsabilità ambientale, di pace, che sostenesse le organizzazioni che proteggono le minoranze etniche, che ragionasse sulla distribuzione delle ricchezze, sulle nuove tecnologie in grado di abbattere la povertà, le disuguaglianze, che invece di isolarsi parlando solo di ufo, si unisse alla voce dei molti anche giovanissimi che in tutto il mondo non si sono rassegnati a questo modello di sviluppo.

Ma soprattutto vorrei un'esopolitica che parlasse di noi esseri umani, che aprisse un dibattito aperto, profondo sul significato del nostro essere qui, di ciò che vogliamo essere, del modello di umanità che vogliamo costruire ed eventualmente condividere con altri popoli all'infuori della Terra, perché questi popoli che ci visitano sono qui per noi, sono qui per il futuro del Pianeta che tutti abitiamo. A chi sostiene che l'esopolitica dovrebbe impegnarsi a chiedere la verità sugli ufo, rispondo che conoscere la verità è una condizione senz'altro necessaria, ma da sola non è sufficiente a cambiare le cose. Il Console Perego fece questa battaglia più di cinquant'anni fa senza ottenere alcun risultato. E' evidente che questa è una strada che non porta da nessuna parte. Quindi la domanda vera che, a mio giudizio andrebbe posta è un'altra: una volta che avremo saputo la verità, cosa decideremo di farne? Come vogliamo utilizzarla per cambiare realmente le cose? E' di questo che l'esopolitica dovrebbe discutere oggi.

D.I.: Si fa un gran parlare di cover up governativo, di continui insabbiamenti e di utilizzo, soprattutto da parte del governo statunitense, di tecnologie non convenzionali frutto di opere di retro ingegneria applicata da manufatti alieni. Cosa ne pensi, in merito?

I.C.: Che i nostri governi ci nascondano molte verità scomode questo è un dato di fatto. E' un problema di potere, di controllo, che trascende la questione della presenza extraterrestre e che si estende fino agli aspetti più quotidiani della nostra vita. Però vorrei dire anche che il problema del cover-up sugli ufo non è un qualcosa che riguarda soltanto i nostri governi ma anche gli stessi popoli che ci visitano. E' evidente che se questi popoli volessero rivelarsi pubblicamente non avrebbero certo problemi ad eludere il cover-up militare. Se no lo fanno è perché hanno le loro ragioni. Ecco quindi, che il problema del cover-up operato dai governi diviene un aspetto secondario o comunque non così principale.

Il punto è comprendere che anche questi popoli esercitano in qualche modo una loro discreta politica di intervento che ha come direttiva principale quella della non interferenza, o comunque quella del minimo impatto sulla nostra società. Noi spesso pensiamo agli ufo come a degli esploratori solitari che visitano il nostro pianeta senza una logica. In realtà molti di questi popoli rispondono ad un'organizzazione, ad una struttura che ha le sue leggi, le sue regole.Il problema del cover-up governativo, va quindi analizzato in una prospettiva più ampia rispetto a quanto è stato fatto finora. Giusto, quindi, pretendere che ci sia detta la verità ma se poi questi popoli scelgono di non prendere contatto non avremo comunque risolto nulla.

D.I.: Vi sono molteplici teorie, sulla reale origine degli UFO. Secondo te il fenomeno è totalmente riconducibile a qualcosa di extraterrestre o interdimensionale, oppure c’è dell’altro? Si può, ad esempio, parlare di ultraterrestri?

I.C.: Lo scenario alieno che abbiamo di fronte è estremamente complesso e articolato, molto più di quanto tutte le nostre teorie o i nostri tentativi di definizione siano in grado di rappresentarlo. D'altronde non tutti i popoli che visitano la Terra si relazionano con noi allo stesso modo e con le stesse finalità. Anche in questo caso dobbiamo cercare di abbandonare una certa tendenza alla semplificazione e alla banalizzazione. Non mi interessa molto sapere da dove vengono questi popoli, se vengono da un'altra dimensione, da un'altra galassia o da un altro tempo. Ciò che mi interessa sapere è perché sono qui e in che modo la loro presenza può aiutarci a migliorare la nostra esistenza.

In questo senso trovo anche inutile e sterile la discussione che molto spesso sento fare tra ufologi che parlano di alieni "buoni" e alieni "cattivi". La questione però non è se sono buoni o cattivi. Il male e il bene ci sono sia sulla Terra che nel cielo. La questione è un'altra: noi, con chi di loro vogliamo avere una relazione? Con quelli che vogliono aiutarci a crescere, a migliorare, o quelli che non vogliono aiutarci? Ci sono sicuramente popoli che stanno cercando di aiutarci e il cui messaggio è un messaggio di unità, di amore, ma soprattutto di responsabilità, sia rispetto a noi stessi che rispetto a Madre Terra. Dall'altra ci sono popoli lavorano per dividere e che dalle nostre divisioni traggono forza. Ancora una volta, però, la palla soltanto a noi. Cosa vogliamo fare del nostro destino? Quali energie vogliamo assecondare?

D.I.: Oggi va molto di moda parlare di Nuovo Ordine Mondiale. Il momento politico e la crisi che stiamo vivendo, sia in Italia che all’estero è, secondo te, parte integrante di una strategia mirata al raggiungimento di questo obiettivo? Ed in tutto questo, come si colloca il movimento esopolitico?

I.C.: Personalmente non sono un esperto di teorie cospirazioniste, ma se diamo un rapido sguardo ai dati ufficiali prodotti da diversi organismi internazionali indipendenti nel corso degli ultimi anni, qualche dubbio ti viene: uno studio del 2011 realizzato dal World Institute for Development Economics Research (Istituto Mondiale per la ricerca sull’economia dello sviluppo) ha calcolato che la metà inferiore della popolazione mondiale detiene appena l’1% della ricchezza globale, che più di un miliardo della popolazione mondiale soffre di grave malnutrizione, che ogni 3,6 secondi in qualche parte del mondo una persona muore di fame e che nel 75% dei casi si tratta di bambini di età inferiore ai 5 anni.

E questi sono solo i dati relativi alla distribuzione delle risorse alimentari. Non parliamo poi dell'aumento esponenziale dei conflitti, della povertà, del peggioramento della qualità della vita soprattutto nei paesi cosiddetti più civilizzati. Un mondo cui il 5% della popolazione detiene il 95% delle risorse globali non è un mondo che è sbagliato "per caso, ma è sbagliato "per scelta" e non c'è bisogno di essere degli studiosi di teorie della cospirazione per accorgersene. In un Pianeta in queste condizioni, è possibile pensare che il problema principale e più urgente sia conoscere la verità sullo schianto di Roswell o sapere se il Governo degli Stati Uniti detiene dei corpi alieni nell'Area 51?

Io penso di no, eppure nella maggior parte dei convegni ufologici non si continua che a discutere di queste storie come se tutto il problema si riducesse a dimostrare che gli ufo esistono. Occorre invece comprendere che i problemi del nostro Pianeta sono strettamente connessi con la questione della presenza extraterrestre e che questi Popoli non sono qui per parlarci di Loro, ma per avvertirci che la Terra sta soffrendo e che noi dobbiamo cambiare rotta perché non possiamo continuare a vivere in questo modo. Invece di denunciare le trame del Nuovo Ordine Mondiale, perché l'ufologia e l'esopolitica non cominciano a discutere e a dire chiaramente al mondo qual'è la loro idea di mondo, qual'è la loro soluzione ai problemi di cui parlavamo all'inizio, che tipo di futuro immaginano per la Terra, per tutti noi?

D.I.: La Chiesa inizia ad ammettere, sempre più apertamente, la possibilità che nell’universo pulluli la vita come noi la intendiamo. Perché, secondo te, questa improvvisa inversione di tendenza? Cosa è cambiato nel binomio religione-ufologia?

I.C.: Vorrei distinguere due aspetti in merito alla questione. Il primo riguarda la posizione di maggiore apertura che la Chiesa sta assumendo pubblicamente rispetto a certi argomenti già a partire dagli anni '60 attraverso le dichiarazioni Padre Grasso fino ad arrivare a quelle più recenti del direttore della Specola Vaticana Padre Funes il quale in un'intervista del 2008 all'Osservatore Romano si è spinto addirittura ad affermare che l'esistenza di forme di vita intelligenti oltre la nostra non sarebbe in contraddizione con la religione cattolica, rientrando esse, all'interno dello stesso piano di creazione divino. Le posizioni che la Chiesa ha assunto negli ultimi decenni sulla questione sono posizioni prettamente politiche seppur inserite all'interno di una discussione filosofico-dottrinale.

E' come se la Chiesa stesse mettendo in qualche modo le mani avanti rispetto ad alcune situazioni future che potrebbero mettere in pericolo l'autorità e la solidità della dottrina. Questo è l'aspetto politico della questione. L'altro aspetto di cui invece mi interessa discutere maggiormente riguarda quello spirituale. Alcune volte, parlando delle implicazioni spirituali relative alla presenza extraterrestre in alcuni casi di contatto come per esempio il caso "Amicizia", mi è stato contestato di voler trasformare l'ufologia in una religione o comunque con qualcosa che non ha attinenza diretta con la ricerca scientifica. Il problema è che, a mio giudizio, esiste un aspetto spirituale nel fenomeno ufo che non è irrilevante e che anzi rappresenta il significato primario e più importante del fenomeno stesso.

Non è un caso se in moltissime esperienze di contatto, come quella di "Amicizia", il piano della comunicazione tra umani e alieni si sia svolto più su un livello spirituale che non tecnologico. Ma potrei fare riferimento anche altri casi come quello di Eugenio Siragusa, Giorgio Dibitonto solo per citare quelli più noti. Il punto è che esiste, a mio giudizio, un aspetto "religioso" del fenomeno ufo che non può essere ignorato. Non perché esso ci parli di Dio o di un rapporto tra creatori e creature, ma perché, al contrario, ci parla di qualcosa che unisce, su diversi livelli, tutto ciò che esiste nell'universo, dalla pietra del nostro giardino, fino alla più remota delle stelle, di qualcosa che abbraccia diverse culture, diversi popoli, anche distanti tra loro, che ci dice che non siamo separati da ciò che ci circonda, ma che siamo tutti legati, interconnessi, uniti da una unica realtà, da un unico destino, che facciamo tutti parte di un'unica famiglia cosmica.

Giordano Bruno, uno dei primi uomini di chiesa a parlare di vita intelligente nel cosmo e di altri mondi abitati già nel XVII secolo, scrisse in un suo trattato: "Un amore solo, e quindi un solo vincolo, fa di tutte le cose una sola cosa, ma ha volti diversi nelle diverse cose, sicché un’identica realtà lega in maniera diversa le diverse cose.” E ancora: "Universo è sinonimo di verità, unità e bontà; per questo l'infinito viene chiamato universo. Dio è glorificato non in uno ma in innumerevoli Soli, non in un'unica Terra, ma in un'infinità di mondi." Io penso che bisogna essere persone "religiose" per capire il fenomeno ufo, così come bisogna essere persone religiose per emozionarsi di fronte ad un cielo stellato, quando si ascolta una bella musica, oppure per innamorarsi. Non esiste quindi nessun conflitto, a mio giudizio, tra religione (intesa come religiosità) e ufologia. Siamo solo noi uomini che creiamo i conflitti e le divisioni. Il messaggio che ci arriva dalle stelle, e anche Giordano Bruno ne era convinto, è un messaggio di unione, un messaggio di amore, inteso come forza che unisce in un'unica realtà diverse dimensioni su diversi livelli.

D.I.: Sei considerato, più di altri, l’esperto principale sul caso italiano di “Amicizia” grazie anche al profondo rapporto che ti lega, ancora oggi, ad alcuni dei personaggi principali. L’interazione umano-aliena che scaturì da questo evento occupa sicuramente un ruolo di rilievo nelle statistiche ufologiche, già di per sé, ricche di eventi similari. Al di là della presa di coscienza diretta o indiretta che ognuno di noi potrebbe avere nel conoscere casi come questo saremmo pronti, secondo te, ad un aperto contatto con razze aliene presenti nell’universo?

I.C.: La storia di "Amicizia" mi ha insegnato molte cose e credo che il suo messaggio abbia un valore universale che trascende le singole esperienze delle persone che l'hanno vissuta. E' questo che mi spinge a parlarne sempre durante i miei convegni. Perché di solito le esperienze di contatto, anche quelle più intense, hanno un significato che è sempre molto legato al vissuto personale del contattato. Amicizia, invece, è una storia collettiva che attraverso il contatto di alcune decine di persone con una realtà più grande di noi riesce a darci un quadro dell'interazione con alcuni di questi popoli molto più ampio e dal significato più universale. La storia di Amicizia ci dice molte cose.

Ci dice che che non siamo soli nell'Universo; che ci sono dei popoli non molto diversi da noi, almeno sul piano fisico, che sono qui sulla Terra e che stanno interagendo con la nostra evoluzione da molti secoli, a volte come semplici osservatori, a volte come dei "fratelli maggiori" che accompagnano il cammino dell'umanità e la aiutano a non inciampare, pur rispettandone la libertà di autodeterminare il proprio destino. Amicizia però ci dice anche che questi popoli non sono qui solo per noi ma anche per la Terra, perché la Terra per loro è un essere vivente a tutti gli effetti e noi dobbiamo essere in armonia con essa e con tutti gli esseri che la abitano. Amicizia ci dice che per essere veramente "umani" non basta abitare sul pianeta Terra, ma che bisogna sentirsene parte, che bisogna capire cos'è veramente l'amore, cos'è veramente l'unità e l'armonia con se stessi e con gli altri.

Ma Amicizia ci dice anche che se vogliamo essere pronti ad un contatto con altri popoli dobbiamo prima imparare ad essere uniti tra noi a volerci bene, a non odiarci. E' un percorso lungo, sicuramente molto difficile per noi che siamo ogni giorno pronti a sbranarci l'uno con l'altro. Ma è questo il percorso che abbiamo davanti e possiamo solo scegliere se lo vogliamo intraprendere o meno. Gaspare De Lama, uno dei protagonisti della vicenda, ha detto una volta che quando parlava con Loro, sentiva che Loro erano più umani di noi e che noi ancora non eravamo al loro livello. Ecco, io penso che se vogliamo prepararci ad un contatto con questi popoli, dobbiamo lavorare su noi stessi e migliorarci come persone. Solo allora saremo pronti ad avere un contatto con altre "persone" all'infuori della Terra. Questa è secondo me la vera "lezione" della storia di Amicizia.

D.I.: In alcune interviste, rilasciate in passato, tu hai affermato che l’ufologia italiana vive, da anni, una sorta di immobilismo generazionale, che ci isola rispetto all’Europa e al resto del mondo. Quali sarebbero, secondo il tuo punto di vista, le azioni da intraprendere per far uscire l’ufologia italiana da questo isolamento?

I.C.: Quando due anni fa pubblicai la biografia su Alberto Perego, un giornalista mi chiese: perché hai deciso di pubblicare un libro sulla vita di un ufologo scomparso da trent'anni? La mia risposta fu: perché non ho trovato nessuno oggi che dicesse cose più moderne di lui riguardo agli ufo. Ecco, il problema dell'ufologia italiana è proprio questo. Se per dire qualcosa di veramente nuovo su questo argomento c'è bisogno di andare a ripescare le parole di un uomo morto da trent'anni evidentemente c'è qualcosa che non va. Perché vuol dire che qualcosa ad un certo punto si è bloccato e invece di andare avanti è regredito.Se lei oggi partecipa ad uno dei convegni organizzati dai maggiori centri ufologici italiani sentirà ancora parlare di luci e lucine nel cielo, di inutili statistiche, di casi vecchi e oltretutto, a mio giudizio poco significativi, come Roswell e Area 51, un po' come se l'ufologia si fosse fermata agli anni '40 senza fare nessun passo avanti.

Eppure con Perego di passi avanti ne avevamo fatti moltissimi. Perego negli anni '50 parlava già apertamente di alieni di aspetto umano operanti sulla Terra, di basi sotto i mari e sotto terra, del rapporto tra avvistamenti ufo e i principali eventi della politica internazionale, degli interventi dell'aviazione extraterrestre durante le fasi più critiche della guerra fredda. Fu il primo a parlare, seppur non esplicitamente, del caso "Amicizia", con circa quarant'anni di anticipo. Fu il primo ad utilizzare l'espressione "congiura del silenzio" riferendosi al cover-up governativo sugli ufo. Fu il primo a rivolgersi alle istituzioni politiche e militari nazionali ed internazionali, sollecitando quello che oggi viene definito il disclosure sulla realtà extraterrestre.

Con Perego l'ufologia era stata superata ancora prima di nascere, per dare vita a quella che oggi oltreoceano è chiamata esopolitica. Può sembrare un paradosso ma oggi l'Italia è l'unico paese che non partecipa al dibattito internazionale sull'esopolitica. Eppure tutti questi temi Perego li aveva già trattati. Anzi, si era addirittura spinto oltre, arrivando a sostenere che la comprensione di questa realtà, che noi chiamiamo extraterrestre, avrebbe spinto l'umanità ad unirsi, ad abbracciare la pace, all'utilizzo di nuove tecnologie per sostenere i bisogni di miliardi di persone, ad un maggiore "rispetto della persona umana".Ecco io vorrei sottolineare ancora una volta questa espressione. Perego quando parla di ufo, parla di "rispetto della persona umana". Perché oggi, quando si parla di ufo, si parla di numeri, di statistiche?

Io penso che l'ufologia italiana invece far calare un velo di totale oblio sulle idee di Perego, avrebbe dovuto seguirne il tracciato, aggiornandone i contenuti, ampliandone i temi.
Oggi di certo lo scenario ufologico italiano sarebbe completamente diverso. Saremmo il punto di riferimento del movimento esopolitico europeo e forse non vivremmo quello stato di isolamento e di arretramento culturale a cui alcuni degli ufologi italiani ci hanno costretto per più di trent’anni.

D.I.: Negli ultimi anni hai dedicato la tua attenzione, oltre alla ricerca personale, anche al sostegno di campagne internazionali legate a temi importanti quali la libertà, la vita, il cambiamento interiore, la presa di coscienza e il rispetto del nostro pianeta come essere vivente. E’ questa, secondo te, la strada per l’evoluzione umana, che tutti dovremmo intraprendere?

I.C.: Assolutamente sì. A costo di essere accusato di eresia io penso che noi tutti dovremmo spendere un po' meno del nostro tempo parlando di ufo e concentrarci di più su quello che questa realtà sta cercando di dirci, perché questa realtà ci sta parlando di noi. Dobbiamo renderci conto che il problema degli ufo non sono gli ufo, siamo noi! Questi popoli non sono qui per loro, sono qui per noi. Sono qui per assistere il nostro Pianeta in una fase di cambiamento e per aiutare tutti gli esseri viventi che lo abitano a trovare un nuovo equilibrio, una nuova armonia, un nuovo "vincolo" tra le diverse dimensioni, proprio come diceva Giordano Bruno. Questo è il loro compito, il loro dovere. Il punto è comprendere quale sia il nostro ruolo in tutto questo e di come ciascuno di noi possa cambiare la propria vita per dare un contributo attivo a questo progetto. Se riusciremo a fare questo, se riusciremo a trovare il senso vero del nostro essere qui, ora, su questa Terra, in questo Universo, allora troveremo anche la risposta alla questione della presenza di questi popoli tra di noi.

Grazie ad Ivan Ceci per il tempo dedicato alla presente intervista.


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ROBERT DEAN: "LO SCOPO DEGLI EXTRATERRESTRI E' AIUTARE L'UMANITA' AL GRANDE BALZO VERSO UN'ERA DI PACE E FRATELLANZA"

Fonte: http://noiegliextraterrestri.blogspot.i ... degli.html

Ho conosciuto Robert Dean (per gli amici Bob) nel lontano 1995, quando venne a Roma per un convegno mondiale. Lui è stato un ex sergente maggiore e ha svolto trent’anni di servizio nell’Esercito degli Stati Uniti d’America, comandante di un’unità di fanteria in Corea e Vietnam, missioni di spionaggio in Cambogia, nel 1963 analista dello SHAPE – quartier generale delle potenze alleate della NATO – con incarichi speciali nella denominazione di nullaosta Cosmic Top Secret, ossia con accesso a documenti super segreti. in diverse conferenze, rende pubbliche delle sconcertanti rivelazioni: ad oggi, cosa e’ cambiato? queste ed altre interviste hanno come data il 2008 e il 2009.

Certamente Bob, conosce molte storie nascoste all’intera umanità, sa moltissime storie su cui poter discutere, oltre ai presunti progetti neri (Black Project) e contatti con Entità Biologiche Extraterrestri.

Robert Dean proprio nel 1995 durate il convegno mondiale da me organizzato a Roma, mi rilasciò un importante intervista, proprio prima di andare in RAI alla trasmissione condotta da Lorenza Foschini “Misteri”. Ecco quanto lui mi disse, poi pubblicato su svariate riviste del settore e su svariati blog italiani.

Immagine

Robert, molte persone ci chiedono se gli extraterrestri sono ostili, tu cosa ne pensi?

Il Governo degli Stati Uniti ha dato dimostrazione al suo popolo e di riflesso anche ai paesi alleati, che il problema UFO-ETI (Extra Terrestrial Intelligences – Intelligenze Extraterrestri) fosse un problema serio, inteso in termini di possibile minaccia all’intero genere umano. Nel 1961 fu sfiorato un conflitto tra USA e URSS, a causa dei frequenti avvistamenti di oggetti non identificati che stazionavano sopra le basi missilistiche, sia americane che sovietiche. Nel ’64 avevamo determinato che:

1. Gli UFO erano guidati da esseri chiamati EBE, ossia Entità Biologiche Extraterrestri.

2. Tali esseri possiedono una tecnologia evoluta di 2000 anni rispetto alla nostra.

3. Nel 1976 conclusero che le EBE erano di origine multidimensionale, ossia con almeno dieci livelli dimensionali e che possono manipolare il tempo e la materia.

Il gruppo operativo dello SHAPE, nel ’64, aveva tratto conclusioni inerenti l’aspetto e la tipologia delle razze aliene. Infatti si conoscevano allora quattro tipi di razze, di cui una identica alla nostra; tutto questo metteva in forte imbarazzo i generali dello SHAPE, in quanto si poteva benissimo supporre che questi esseri avrebbero potuto girare indisturbati fra noi e persino trovarsi all’interno delle nostre basi.
Per coloro che asseriscono che le ETI sono ostili, vorrei citare un episodio accaduto in una base missilistica nel Nord Dakota qualche anno fa, quando il personale addetto al controllo radar osservò dei dischi volanti che, posizionandosi sulle rampe di lancio dei missili balistici ICBM (Inter Continental Balistic Missile) classe Minuteman, iniziarono a prendere il controllo totale delle testate nucleari multiple, mettendolo poi fuori uso insieme ai sistemi elettronici sofisticati che servivano per il lancio. Tutto questo dovrebbe far riflettere.

Il governo americano sta cominciando ad avere una doppia visione del problema UFO/ETI, ma la mia considerazione in merito alla domanda è che rispetto alla maggior parte del popolo statunitense che pensa che le ETI siano ostili, io credo che la loro presenza sul nostro pianeta sia come una grande opportunità del genere umano di poter fare un grande salto, ovvero un cambiamento profondo, teso al miglioramento della vita e per la pace.

Una formazione UFO apparsa sul Campidoglio di Washington nel 1952Sin dall’alba dell’uomo, la presenza extraterrestre è stata gravante in termini positivi. Pur sapendo che esistono alieni positivi ed alieni negativi, come sulla Terra lo sono nel cosmo, io sono convinto che attualmente siamo visitati da razze aliene positive.

Bob hai mai avuto contatti con gli extraterrestri?

Sì, il mio primo contatto con gli extraterrestri l’ho avuto all’età di otto anni. Ero intento a giocare in mezzo ad un prato e non mi accorsi che c’era un piccolo canale delle fognature che andava a finire dentro un canale più grande. Distrattamente ci caddi dentro e mi ritrovai a scivolare nello scarico, le cui pareti erano lisce e non offrivano alcun appiglio; ed era profondo molti metri. Non avevo scampo, sarei affogato subito. Ma, ad un tratto, mi sentii sollevare, una presa forte qui, ai lati delle ascelle e fu come se qualcuno mi risucchiasse verso l’alto e, in un battito di ciglia, mi ritrovai dentro una stanza. Non ricordo bene, ma non c’erano strumenti particolari.
D’un tratto apparve un essere con una tuta bianca fosforescente, un essere bellissimo, simile a noi terrestri. Una razza umanoide incredibilmente simile alla nostra che comunicava mentalmente, ovvero telepaticamente. Sottolineo che a tutt’oggi i miei contatti e tutti i messaggi che ricevo dalle ETI sono mentali. Tutte le conferenze e i convegni che ho tenuto in tutto il mondo, compresa l’Italia, contemplano il contenuto di questi messaggi.

Quale realtà si cela dietro lo scudo di difesa spaziale?

Negli anni Ottanta il presidente Ronald Reagan, durante una seduta plenaria del Congresso della Casa Bianca, parlò dello stanziamento di alcuni miliardi di dollari per la progettazione e la costruzione di uno scudo satellitare di difesa spaziale. Il progetto prevedeva l’immissione nello spazio di satelliti armati con cannoni a fasci di particelle, per poter difendere gli USA e gli alleati, ossia la NATO, da ipotetici attacchi missilistici da parte dei paesi ostili.
Tutto questo è una misera e sporca messa in scena da parte del governo americano. Gli Stati Uniti, insieme agli alleati occidentali, compresa l’Italia, fanno di tutto per coprire questo stato di cose, confondendo la mente della gente con un alibi pazzesco, facendo credere che si tratta di una minaccia interna, mentre il problema è esterno.
È giunto il momento che ai nostri governanti venga chiesto di aprire gli occhi e di iniziare ad informare l’opinione pubblica sulla realtà extraterrestre.

Bob, ci sarà prima o poi un contatto ufficiale con gli extraterrestri?

Il contatto ufficiale ci sarà nei prossimi anni, quindi nel nuovo millennio (terzo millennio)… tu sai che i contatti con i capi di governo ci sono stati in passato, ma tutto è avvenuto segretamente. Loro (gli ET ) ci hanno dato tante possibilità. Ci hanno dato molta tecnologia, che purtroppo oggi viene usata per costruire armi sempre più potenti. Questa tecnologia ci è stata data sin dai tempi in cui caddero alcuni dischi volanti nei pressi di Roswell. Non si può dire che questi dischi siano caduti perché abbattuti dalla contraerea americana, o perché hanno subito avarie ma, al contrario, ci sono stati episodi in cui le ETI ci hanno elargito doni, dei veri e propri regali. Come è accaduto alla base dell’Esercito di Fort Bliss molti anni fa, quando venne ritrovato nel bel mezzo dell’installazione militare un disco volante completamente intatto. Loro sono sempre stati presenti sul nostro pianeta e i loro contatti con le persone normali ci sono sempre stati; attualmente continuano a farlo. Questo avviene per preparare il genere umano al grande balzo che porterebbe finalmente il popolo della Terra verso un’era di pace e di fratellanza, ma anche un trampolino di lancio verso le stelle.

Ci sono molte persone che lottano contro la disinformazione e il Cover-Up sugli UFO e gli ET. Tu cosa consiglieresti loro?

Con grande spirito e coraggio dobbiamo lottare affinché la grande menzogna venga svelata, anche perché se stiamo operando per tutto questo è perché siamo una razza venuta dalle stelle e che è destinata a tornare alle stelle. Voi dovete lottare fino alla fine. Voi siete i veri Ambasciatori stellari. Voi siete i Guerrieri di Luce.


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ABDUCTION DA ZETA RETICULI

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ADAMSKI: AMBASCIATORE DEGLI EXTRATERRESTRI

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ARRIVA L'AVIAZIONE ELETTROMAGNETICA

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THOMAS MANTELL: CACCIA TRAGICA

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TRAVIS WALTON: CINQUE GIORNI NELLE LORO MANI

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VALERIO LONZI: CONTATTI RIPETUTI

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DOSSIER OVNI

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DOSSIER SANTILLI: AUTOPSIE DI ALIENI

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FLAP IN URSS

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IL CONTROVERSO CASO DI BILLY MEIER

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IL MANUALE OPERATIVO DEL MAJESTIC 12

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