
"Daedalus" :
Un piccolo estratto dall’articolo “Sì, siamo andati sulla luna” di Matteo Negri, del Gruppo Astrofili Columbia, giusto per qualche riflessione sull’annosa questione del puntamento di Hubble verso la Luna:“Il fatto che essi siano in grado di rilevare e fotografare oggetti lontani miliardi di anni luce (immensi e molto luminosi), non significa che siano in grado di rilevare oggetti abbandonati (piccoli e deboli) sulla superficie lunare nel corso delle missioni Apollo. Sarebbe molto bello, avere a disposizione strumenti ottici che ci permetterebbero di fare quattro passi tra i sassi e la polvere lunare, magari standosene comodamente seduto su una poltrona qui sulla Terra, ma purtroppo non esistono!
Sembra incredibile al dirsi, ma al momento nessun telescopio costruito sarebbe in grado di rilevare gli oggetti abbandonati sulla Luna durante le missioni Apollo!
Quando si considera l'obiettivo di un telescopio, non si può fare a meno di fare i conti con un parametro molto importante: "la risoluzione massima". Questo esprime (in frazioni di grado) la grandezza massima dei particolari più piccoli "risolubili" con uno strumento ottico. Supponiamo ora di puntare sulla Luna il telescopio spaziale Hubble (HST), con il suo obiettivo da 2,4 mt di diametro e la sua risoluzione massima pari a 0,1 secondi d'arco. Esso stando a quanto è possibile calcolare, sarebbe in grado di vedere un cappuccio di penna da scrivere a 50 km di distanza. Questo confronto, serve per capire che se lo puntassimo verso Luna, l'oggetto più grande che riusciremo a distinguere avrebbe un diametro di circa 100 mt.
Cosa vuol dire questo? Vuol dire che un pixel della nostra ipotetica foto, scattata con il sensore CCD della camera digitale a bordo del HST, equivarrebbe ad una porzione del suolo lunare pari a 100x100 mt.
L'oggetto più grande abbandonato dagli astronauti sul suolo lunare è lo stadio di discesa del LEM (quello dorato con le quattro zampe, rimasto là per fungere al momento del decollo da base di lancio). Esso aveva un diametro di circa 10 mt. Questo vuol dire che nel nostro sensore, sarebbe inghiottito da un singolo pixel.
Potremmo prendere i telescopi più grandi della Terra (penalizzati, al contrario di Hubble che si trova nello spazio, dal ribollimento dell'atmosfera terrestre), ma non riusciremo a fare di meglio! Gli unici telescopi che forse permetterebbero di ottenere un qualche risultato, sono certamente quelli del gruppo VLT, che, lavorando all'unisono (in interferometria) permetterebbero di scorgere oggetti di circa 2 mt! Infatti la risoluzione teorica di questo grande occhio è stimata attorno ai 0,001 secondi d'arco. Ma freniamo l'entusiasmo, infatti, si parla di una manciata di pixel che delineerebbero in parte la forma degli ordigni abbandonati sulla superficie lunare. Purtroppo la risoluzione teorica di questo grande complesso ottico, non è ancora stata raggiunta (nonostante i sistemi ottici adattivi), ma un test proposto dagli scienziati che stanno perfezionando questo telescopio, è proprio quello di provare a rilevare gli oggetti artificiali sul suolo lunare. Non resta che aspettare, anche se purtroppo, sono convinto che una manciata di pixel, non saranno in grado di convincere i complottisti, che sicuramente da quel momento, vedranno gli astronomi come partecipi dell'imbroglio.”
Ed infine un passo dell’intervista al Presidente LunExIt Paolo C. Fienga al notiziario PalamitoNews:
“Con gli ormai potenti telescopi terresti ma anche con quelli che orbitano nello spazio, si potrebbe puntare la famosa bandiera americana o i resti dell'Apollo 11, per avere finalmente la conferma dello sbarco? Perché non è ancora stato fatto?”
"Perché non serve.
Gli effetti della Disinformazione e della cosiddetta “Contro-Informazione” hanno ormai fatto il danno che dovevano fare ed hanno quindi generato, parlando della “Moon Quest”, due grandi tipologie di persone: quelle che credono (a prescindere) alla Conquista della Luna e quelle che (sempre a prescindere) non ci credono. Non serve addurre prove (qui si che si può parlare di “prove”, al 100%) a sostegno della veridicità del Programma Apollo ai “non credenti”, poiché – ammettendo anche e per assurdo di riuscire a far si che essi ci ascoltino – non riusciremmo comunque a convincerli.
E lo stesso dicasi per chi adduce prove (ma in questo caso io parlerei solo di semplici “indizi”) sulla presunta falsità del Programma Apollo: chi è “convinto” – come me – che sulla Luna ci siamo stati, non ascolterà il suo interlocutore.
Ed anche se lo ascoltasse, non lo capirebbe.
Ed anche se lo capisse, non gli crederebbe.
Mi creda, di persone convinte dell’autenticità della Conquista della Luna, come di persone, al riguardo, scettiche o totalmente negazioniste dell’Impresa Apollo, ne ho conosciute e ne conosco. Tante.
E non c’è nulla da fare: queste persone (i “Negazionisti”) crederanno all’Uomo sulla Luna solo se saranno loro stessi a metterci piede. Il che significa che il 99,9% di coloro che appartengono a questa categoria NON CREDERANNO MAI alla bontà del Programma Apollo.
MAI, ed a prescindere dalla “prova” che potrà essere fornita.
E questo, al contrario, vale anche per me.
Poiché se anche Neil Armstrong venisse a casa mia e mi dicesse, “Caro Paolo, mi spiace averti illuso, ma io sulla Luna non ci sono mai andato”, io non gli crederei.
Piuttosto penserei che gli hanno fatto il lavaggio del cervello.
O che è impazzito.
O che è un impostore.
Ma non gli crederei mai.
Perché, a questo punto, le posizioni si sono così radicalizzate e cristallizzate, che l’ammissione di un eventuale “errore interpretativo degli eventi”, quale che fosse lo “schieramento” che è nella ragione, diventerebbe l’ammissione di una disfatta intellettualmente inaccettabile.
Diventerebbe l’equivalente di una dichiarazione pubblica in cui qualcuno (anzi: moltissimi, a dire il vero) si troverebbe a dover dire “ammetto di essere un cretino”. Secondo me, questo tipo di ammissione non accadrà mai.
E poi, ragionando per assurdo, ammesso che ci si arrivasse (in qualche modo), non sarebbe comunque in tempi brevi. Perché? Perchè è così che funziona questa storia, questo “confronto” che non è più (o che, forse, non è mai stato) un “confronto” razionale e scientifico, ma solo una “disfida ideologica”. Quasi “fideistica”, direi. E lei sa benissimo come iniziano e, soprattutto, come vanno a finire le “disfide ideologiche” (che sono tanto vicine, filosoficamente parlando, a quelle Religiose).
Ma così è, se Vi pare. Purtroppo…".
Un caro saluto!