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27/01/2014, 17:52

Ufologo 555 ha scritto:

L'"informazione" regna sovrana! [8)]


...e paghiamo pure il canone........ [:185] [:189]

27/01/2014, 18:10

La Germania si prepara a mettere le mani dentro le tasche degli italiani. Da Berlino arriva un consiglio per risolvere il problema dei paesi eurozona con i conti ballerini: una imposta patrimoniale una tantum per i Paesi dell’Eurozona che rischiano un default. E’ questa l’opzione individuata dalla Bundesbank, per affrontare in prima battuta il "caso eccezionale di uno Stato che rischia l’insolvenza". La Banca centrale tedesca spiega – nel Bollettino mensile – che il coinvolgimento dei contribuenti con un prelievo straordinario sui capitali privati, "è preferibile ai salvataggi”, anche se – riconosce la Buba – questo tipo di misura “non è priva di rischi e dovrebbe essere adottata solo in ultima istanza". Insomma se ci dovessimo trovare con l'acqua alla gola i tedeschi consigliano di mettere mano al nostro capitale privato. Il report della Bundesbank di cui parla l'agenzia Reuters potrebbe avere ripercursioni in tutti i paesi dell'Eurozona.

Le mani sui nostri risparmi - La Bundesbank sostiene che non deriverebbero "rischi significativi" da un prelievo una tantum sui cittadini, che anzi difenderebbe il principio della responsabilità nazionale e permetterebbe la gestione più ordinata di eventuali casi di insolvenza. La Banca centrale non ha tuttavia precisato in che forma e in che quantità il prelievo sarebbe accettabile. Per la Bundesbank gli eventuali prelievi devono servire a ridurre i debiti pubblici nazionali. La Reuters cita la Buba: "(Un prelievo di capitale) rispetterebbe il principio della responsabilità nazionale, in base al quale i contribuenti sono responsabili per gli obblighi del loro governo prima che sia necessaria la solidarietà di altri Stati".

http://www.liberoquotidiano.it/news/eco ... ault-.html

e questa sarebbe l'europa solidale dei popoli,meglio riprenderci integralmente la ns sovranita'................................[:(!]..ora non siamo altro che uno stato in amministrazione fiduciaria.........[:(!]
Ultima modifica di ubatuba il 27/01/2014, 18:10, modificato 1 volta in totale.

27/01/2014, 19:00

Assurdo...assurdo....assurdo...assurdo....assurdo...assurdo....assurdo...assurdo....assurdo...assurdo....assurdo...assurdo....assurdo...assurdo....assurdo...assurdo....assurdo.

Comperatevi un fucile finchè ve lo potete ancora permettere.

27/01/2014, 19:30

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=g05KuomQnNA[/BBvideo]

31/01/2014, 11:36

Croazia: da 7 mesi nell’ Unione Europea e già commissariata

Per riportare il rapporto deficit/Pil sotto la soglia del 3%, come ordinato dall’ Ue, Zagabria dovrà rimettere in sesto i conti, tagliando la spesa pubblica, aumentando il sistema di tassazione e rilanciando il mercato del lavoro attraverso il ricorso alla precarizzazione.
La Croazia entra in Europa e si ritrova già ‘commissariata’. Il consiglio Ecofin ha accolto la richiesta della Commissione europea di aprire una procedura per deficit eccessivo nei confronti del paese fresco d’ ingresso nell’ Ue.
La decisione era nell’aria ed era la sola prevista nella riunione dei ventotto tenuta oggi a Bruxelles. Il ventottesimo stato dell’Unione non ha i conti in ordine e dovrà correggerli. Il programma di correzione era già definito e oggi e’ stato confermato: per rientrare entro la soglia del 3% per la fine del 2016, al governo di Zagabria viene chiesto di portare il rapporto deficit/Pil al 4,6% alla fine di quest’anno, al 3,5% alla fine del 2015 e al 2,7% al 2016. Per centrare tali obiettivi si chiede di consolidare lo stato del bilancio, procedere alle riforme della pubblica amministrazione e del mercato del lavoro, procedere alla revisione della spesa e al miglioramento del sistema fiscale. Prevista inoltre una prima scadenza – fissata al 30 aprile 2014 – entro cui presentare la strategia di consolidamento. ”Con queste raccomandazioni di correzione si compie un primo passo per correggere gli squilibri macro-economici del paese”, sostiene il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn, al termine della riunione dell’Ecofin. A suo avviso ”e’ essenziale che la Croazia adotti le misure necessarie per una ripresa sostenibile”. Il governo dovrà attuare ”misure adeguate, specifiche, mirate” per far fronte al problema, e a questo non c’e’ alternativa. La Commissione ritiene che senza questo programma il rapporto deficit/Pil croato possa toccare quota 6% da qui al 2016. Rinviate agli Ecofin di febbraio e (soprattutto) marzo le decisione sull’unione bancaria e il fondo unico di risoluzione. Attualmente e’ in corso il negoziato con il Parlamento europeo e per tutti e’ prematuro procedere a definire accordi o dettagli sul funzionamento del piano. La presidenza greca (oggi rappresentata dal ministro delle Finanze, Yannis Stournaras) conta di raggiungere un accordo ”entro la fine naturale di questa legislatura”. Ciò vuol dire avere un’approvazione nella plenaria di aprile, e questo presuppone un accordo entro la riunione Ecofin in programma a marzo.

http://www.signoraggio.it/croazia-da-7- ... issariata/

31/01/2014, 11:43

leggendo su internet,la croazia avrebbe un deficit attuale al 7%,ma x portarlo al 4,6%,faranno pure una cura da cavallo.......forse dopo i primi festeggiamenti x l'entrata nell'euro,magari scenderanno in piazza x protestare...........[;)]

31/01/2014, 11:45

Proposta choc della Bundesbank: “Prelievi forzosi per Paesi a rischio insolvenza”

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53,39 KB
Torna lo spettro del prelievo forzoso. ”In caso di bancarotta i Paesi europei devono prendere in considerazione l’imposizione di un prelievo una tantum sui capitali nazionali piuttosto che chiedere aiuti all’estero”, propone la Bundesbank nell’ultimo bollettino mensile.
Secondo la Banca centrale tedesca, che nel corso della crisi del debito ha più volte sostenuto la linea dura contro l’acquisto di titoli di Stato da parte della Banca centrale
europea, non deriverebbero “rischi significativi” da una patrimoniale sui cittadini, che anzi difenderebbe il principio della responsabilità nazionale e permetterebbe la gestione più ordinata di eventuali casi di insolvenza. Il coinvolgimento dei contribuenti con un prelievo straordinario sui capitali privati, sottolinea l’istituto, è quindi “preferibile ai salvataggi”, anche se questo tipo di misura “non è priva di rischi e dovrebbe essere adottata solo in ultima istanza”.
La proposta choc della Bundesbank arriva in un momento particolarmente delicato per i mercati finanziari, con la tempesta argentina e i possibili riflessi delle politiche della Federal Reservestatunitense sui cosiddetti Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) che travolgono le borse del Vecchio Continente. La valuta di Buenos Aires venerdì 24 è arrivata a perdere il 25% sul dollaro e secondo Moody’s la svalutazione parziale del peso decisa dal governo argentino per frenare la caduta delle riserve della banca centrale, non rappresenta “una panacea” e “non ridurrà la pressione” se non “accompagnata da “credibili e sostenuti sforzi per ridurre il deficit di bilancio” e l’inflazione. L’agenzia di rating rileva anche la mancanza di chiarezza su come il governo riuscirà a ristabilire la fiducia degli investitori, frenare la fuga dei capitali e tenere sotto controllo l’inflazione. Degli Stati Uniti invece preoccupa il graduale ritiro del programma di quantitave easing della Fed, che dal 2009 ha riversato sui mercati oltre 4.000 miliardi di dollari sui mercati eche potrebbe causare lo scoppio di bolle speculative nei Paesi emergenti.

http://www.ilfattoquotidiano.it
Ultima modifica di nemesis-gt il 31/01/2014, 11:46, modificato 1 volta in totale.

31/01/2014, 11:51

..gia' da un po di tempo la merkel afferma questa cosa,e di certo a forza di dirlo,verra' messa in pratica...........................in effetti il ns presidente del consiglio e' la merkel,letta e' solo l'esecutore..............[;)]

31/01/2014, 12:10

nemesis-gt ha scritto:


Proposta choc della Bundesbank: “Prelievi forzosi per Paesi a rischio insolvenza”


Però dovrebbero farlo a tutti quei pirla che credono ciecamente al mantra dell'euro e attaccano noi quando sui social condividiamo questo tipo di informazioni!!!

Se ritieni che l'euro sia davvero un così grande successo devi essere pronto a pagarne le conseguenze.

Io che SO ESSERE l'euro una grande minchiata devo potere essere esentato dal pagarne le conseguenze!!!

[:(!] [:(!] [:(!]
Ultima modifica di Atlanticus81 il 31/01/2014, 12:14, modificato 1 volta in totale.

31/01/2014, 12:40

Ciao Bankitalia: guai se ridiventiamo un paese sovrano

«Si vuole evitare che, anche in caso di uscita dall’Italia dall’euro, il paese possa tornare ad esercitare in futuro la piena sovranità monetaria con una banca nazionale attiva». Per l’economista Nino Galloni, già docente alla Cattolica di Milano, all’università di Modena e alla Luiss, il vero obiettivo della manovra che ha fatto indignare i grillini – la “ghigliottina” di Laura Boldrini che taglia il dibattito in aula per impedire di discutere un decreto-truffa, truccato da provvedimento anti-Imu – è l’amputazione (anche per il futuro) della sovranità monetaria nazionale, cioè la capacità teorica di Bankitalia di tornare un giorno ad essere il “bancomat del Tesoro”, permettendo al governo di fare spesa pubblica per investire in occupazione e risollevare l’economia nazionale, finanziando investimenti con sano debito pubblico sovrano. In altre parole: chi “consegna” definitivamente la banca centrale al credito privato vuole mettere una pietra tombale sulla libertà democratica del paese.
Il decreto-vergogna, dice Galloni ad Alessandro Bianchi in un’intervista su “L’antidiplomatico”, è stato approvato grazie all’inaudita “tagliola” della Boldrini, per imporre una rivalutazione delle quote di Bankitalia, ferme ai 156.000 euro di valore del 1936. Così, il capitale di riserva passerà a 7,5 miliardi di euro. E agli azionisti – principalmente banche private – sarà garantito un dividendo del 6%, quindi fino a 450 milioni di euro di profitti l’anno. Infine, le quote della Banca d’Italia potranno essere vendute a soggetti stranieri, purché comunitari. Ma l’ennesimo regalo alle banche disposto dal governo Letta nasconde un disegno ancora più pericoloso: la vera posta in gioco, sottolinea Galloni, è la fine (definitiva) della sovraniotà italiana. «Mentre oggi con un capitale di 156.000 euro sarebbe piuttosto agevole rendere nuovamente pubblica la banca centrale e salvare anche le nostre lire, con il decreto deciso dal governo Letta diventa praticamente impossibile».
Per ripristinare la sovranità monetaria, aggiunge Galloni, in caso di uscita dall’euro «l’unica soluzione sarebbe creare una nuova Banca d’Italia», operazione ovviamente «molto complessa». Se non altro, si consola l’economista, «la vicenda è un segnale di forte debolezza da parte di chi oggi combatte per sostenere l’euro», non-moneta sempre più indifendibile. Per questo, Palazzo Chigi – che di fatto si limita ad eseguire i diktat neoliberisti che l’élite oligarchico-finanziaria affida alla Troika – vuole assolutamente evitare che lo Stato possa tornare nelle condizioni di poter finanziare il proprio sviluppo. Un dettaglio determinante, infatti, riguarda il caso del Monte dei Paschi di Siena. Il suo presidente, Alessandro Profumo, ha appena dichiarato che, senza una immediata ricapitalizzazione di Mps, salta tutto il sistema bancario italiano. «Traduzione: se non si fa la ricapitalizzazione e Mps diventa pubblica comprerà il denaro dalla Bce allo 0,25%, lo rivenderà allo Stato allo 0,30% e, quindi, quella differenziale di guadagno che oggi hanno le banche dai tassi d’interesse sui titoli di Stato e lo 0,25% non lo ricaveranno più».
Obiettivo strategico del decreto messo a punto da Saccomanni per conto del governo Letta-Napolitano: impedire allo Stato di riappropriarsi della sua sovranità monetaria, condizione indispensabile per poter affrontare la crisi economica prodotta dall’Eurozona. «La vera battaglia in corso non è solo tra pro-euro o anti-euro», dice Galloni, ma ormai coinvolge anche «lo scenario che abbiamo in mente in caso di uscita dalla moneta unica». Ovvero: «Lo si farà ripristinando la sovranità monetaria e degli Stati o rimanendo schiavi con monete diverse dall’euro?». Oggi, il fronte anti-euro non è ancora una realtà omogenea: si divide tra chi vuole uscire dall’euro a qualunque costo e chi invece vorrebbe farlo ripristinando la sovranità monetaria. «E l’obiettivo, oggi, è tagliare la strada a questi ultimi ed evitare che il giorno dopo che salta l’euro, magari nei modi più imprevedibili, lo Stato possa tornare ad esercitare la piena sovranità monetaria».
Un’uscita confusa dalla moneta unica – cioè senza il ripristino della piena facoltà di spesa da parte dello Stato grazie alla libera emissione di valuta – è destinata a produrre «conseguenze che non si possono oggi prevedere, ma gravi». Nino Galloni sostiene che dovremmo prendere a modello la Gran Bretagna, l’Australia e anche gli Usa. Di fatto, in tutto il mondo, «solo la vecchia Europa ha deciso di abdicare alla propria sovranità monetaria: non è da tutti avere rinunciato ad una funzione così essenziale». Quantomeno, nonostante la disinformazione “militare” organizzata dai media mainstream, l’opinione pubblica si è mobilitata, grazie anche alla ferma opposizione condotta dal M5S. C’è da augurarsi che il governo venga travolto dalle polemiche e faccia retromarcia. «Ora che è stata raggiunta una piena consapevolezza è importante proseguire in questa azione», dice Galloni. «Per il “Movimento 5 Stelle” sarebbe una vittoria mediatica importante, in risposta a tutti coloro che l’accusano di muoversi solo su questioni secondarie». Questa, al contrario, «è una vicenda di fondamentale importanza per il futuro del nostro paese».

«Si vuole evitare che, anche in caso di uscita dell’Italia dall’euro, il paese possa tornare ad esercitare in futuro la piena sovranità monetaria con una banca nazionale attiva». Per l’economista Nino Galloni, già docente alla Cattolica di Milano, all’università di Modena e alla Luiss, il vero obiettivo della manovra che ha fatto indignare i grillini – la “ghigliottina” di Laura Boldrini che taglia il dibattito in aula per impedire di discutere un decreto-truffa, truccato da provvedimento anti-Imu – è l’amputazione (anche per il futuro) della sovranità monetaria nazionale, cioè la capacità teorica di Bankitalia di tornare un giorno ad essere il “bancomat del Tesoro”, permettendo al governo di fare spesa pubblica per investire in occupazione e risollevare l’economia nazionale, finanziando investimenti con sano debito pubblico sovrano. In altre parole: chi “consegna” definitivamente la banca centrale al credito privato vuole mettere una pietra tombale sulla libertà democratica del paese.

Il decreto-vergogna, dice Galloni ad Alessandro Bianchi in un’intervista su “L’antidiplomatico”, è stato approvato grazie all’inaudita “tagliola” della Guerra alla sovranità italianaBoldrini, per imporre una rivalutazione delle quote di Bankitalia, ferme ai 156.000 euro di valore del 1936. Così, il capitale di riserva passerà a 7,5 miliardi di euro. E agli azionisti – principalmente banche private – sarà garantito un dividendo del 6%, quindi fino a 450 milioni di euro di profitti l’anno. Infine, le quote della Banca d’Italia potranno essere vendute a soggetti stranieri, purché comunitari. Ma l’ennesimo regalo alle banche disposto dal governo Letta nasconde un disegno ancora più pericoloso: la vera posta in gioco, sottolinea Galloni, è la fine (definitiva) della sovraniotà italiana. «Mentre oggi con un capitale di 156.000 euro sarebbe piuttosto agevole rendere nuovamente pubblica la banca centrale e salvare anche le nostre lire, con il decreto deciso dal governo Letta diventa praticamente impossibile».

Per ripristinare la sovranità monetaria, aggiunge Galloni, in caso di uscita dall’euro «l’unica soluzione sarebbe creare una nuova Banca d’Italia», operazione ovviamente «molto complessa». Se non altro, si consola l’economista, «la vicenda è un segnale di forte debolezza da parte di chi oggi combatte per sostenere l’euro», non-moneta sempre più indifendibile. Per questo, Palazzo Chigi – che di fatto si limita ad eseguire i diktat neoliberisti che l’élite oligarchico-finanziaria affida alla Troika – vuole assolutamente evitare che lo Stato possa tornare nelle condizioni di poter finanziare il proprio sviluppo. Un dettaglio determinante, infatti, riguarda il caso del Monte dei Paschi di Siena. Il suo presidente, Alessandro Profumo, ha appena dichiarato che, senza una immediata ricapitalizzazione di Mps, salta tutto il sistema bancario italiano. «Traduzione: se non si fa la ricapitalizzazione e Mps diventa pubblica comprerà il denaro dalla Bce allo 0,25%, lo rivenderà allo Stato allo 0,30% e, quindi, quella differenziale di guadagno che oggi hanno le banche dai tassi d’interesse sui titoli di Stato e lo 0,25% non lo ricaveranno più».

Obiettivo strategico del decreto messo a punto da Saccomanni per conto del governo Letta-Napolitano: impedire allo Stato di riappropriarsi della sua sovranità monetaria, condizione indispensabile per poter affrontare la crisi economica prodotta dall’Eurozona. «La vera battaglia in corso non è solo tra pro-euro o anti-euro», dice Galloni, ma ormai coinvolge anche «lo scenario che abbiamo in mente in caso di uscita dalla moneta unica». Ovvero: «Lo si farà ripristinando la sovranità monetaria e degli Stati o rimanendo schiavi con monete diverse dall’euro?». Oggi, il fronte anti-euro non è ancora una realtà omogenea: si divide tra chi vuole uscire dall’euro a qualunque costo e chi invece vorrebbe farlo ripristinando la sovranità monetaria. «E l’obiettivo, Nino Gallonioggi, è tagliare la strada a questi ultimi ed evitare che il giorno dopo che salta l’euro, magari nei modi più imprevedibili, lo Stato possa tornare ad esercitare la piena sovranità monetaria».

Un’uscita confusa dalla moneta unica – cioè senza il ripristino della piena facoltà di spesa da parte dello Stato grazie alla libera emissione di valuta – è destinata a produrre «conseguenze che non si possono oggi prevedere, ma gravi». Nino Galloni sostiene che dovremmo prendere a modello la Gran Bretagna, l’Australia e anche gli Usa. Di fatto, in tutto il mondo, «solo la vecchia Europa ha deciso di abdicare alla propria sovranità monetaria: non è da tutti avere rinunciato ad una funzione così essenziale». Quantomeno, nonostante la disinformazione “militare” organizzata dai media mainstream, l’opinione pubblica si è mobilitata, grazie anche alla ferma opposizione condotta dal M5S. C’è da augurarsi che il governo venga travolto dalle polemiche e faccia retromarcia. «Ora che è stata raggiunta una piena consapevolezza è importante proseguire in questa azione», dice Galloni. «Per il “Movimento 5 Stelle” sarebbe una vittoria mediatica importante, in risposta a tutti coloro che l’accusano di muoversi solo su questioni secondarie». Questa, al contrario, «è una vicenda di fondamentale importanza per il futuro del nostro paese»

http://www.libreidee.org/2014/01/ciao-b ... e-sovrano/

31/01/2014, 16:27

IL TELEGRAPH SVELA LA PERICOLOSITA’ PER LA DEMOCRAZIA IN EUROPA DELLA ”POLIZIA SEGRETA UE” (VEDI TRATTATO DI LISBONA)

Forse nessuno ha mai sentito parlare dello Standing Committee on Operational Cooperation on Internal Security (comitato permanente per la cooperazione sulla sicurezza interna) meglio conosciuto come COSI ed e’ un vero peccato perche’ questo ente che lavora nell’ombra e i cui dirigenti si incontrano in segreto ha un potere enorme sulle vite dei cittadini europei.

Istituito col Trattato di Lisbona che l’Italia sciaguratamente ha sottoscritto, il COSI e’ di fatto una sorta di ministero degli interni dell’Unione Europea il cui scopo e’ quello di coordinare il lavoro delle forze di polizia dei paesi membri con istituzioni quali l’Europol, la Gendarmeria europea e il Frontex.

Oltre ad operare in completa segretezza il COSI non e’ sottoposto a nessun controllo da parte dei parlamenti dei vari stati europei e quindi agisce nella totate impunita’.

A rivelare la pericolosita’ di questa istituzione autoritaria e’ stato il Daily Telegraph, il quale qualche giorno fa ha rivelato che sta lavorando a un piano per introdurre in tutte le auto un dispositivo che permette a qualsiasi poliziotto dentro un qualsiasi distretto di polizia di fermare qualsiasi auto premendo un semplice bottone.

Tale tecnologia e’ ancora in fase di sviluppo ma i dirigenti del COSI contanto di introdurla entro i prossimi dieci anni cosi’ da poter evitare pericolosi inseguimenti e consentire alle varie forze di polizia di catturare i criminali con maggiore facilita’.

Tale obiettivo, seppur lodevole, non ha convinto i vari gruppi in difesa dei diritti civili, i quali non solo vedono in tale piano la creazione di un grande fratello europeo ma sono preoccupati da eventuali abusi di potere visto che tale ente opera al di fuori di ogni controllo e nessuno sarebbe ritenuto responsabile in caso di errori o violazioni della lagge.

Questo e’ un’altro esempio di come i traditori che siedono al parlamento hanno ceduto il potere di legiferare a burocrati fuori controllo che possono influenzare le nostre vite nella totale impunita’.

A prescindere dal merito di tale iniziative il fatto rimane che tale decisioni devono essere prese da politici eletti dal popolo e non da persone che si incontrano in segreto e per questo e’ ora di dire basta e di uscire dall’Unione Europea.

GIUSEPPE DE SANTIS – Londra.

http://www.informarexresistere.fr/2014/ ... i-lisbona/

....hanno tradito i principi della ns costituzione,senza chiederne conferma referendaria.......[;)]

04/02/2014, 02:38

Le ultime parole famose....... Immagine

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04/02/2014, 11:18

Thethirdeye ha scritto:


Le ultime parole famose....... Immagine

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Certo che certi personaggi come questo oppure tipo giovanardi potrebbero usarli al posto delle scimmiette per i razzi orbitali.

04/02/2014, 11:20

Sprecati; quelle erano bene addestrate a spingere determinati bottoni ...[:D]

04/02/2014, 11:32

Anche questi sono ammaestrati a pigiare determinati bottoni.

Solo che al posto della NASA è stata la BCE e il Bilderberg ad addestrarli per benino.

[:D]
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