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96,76 KBQueste due immagini mettono a paragone due diverse rocce trovate da Opportunity da una parte e Curiosity dall'altra, in due ambienti acquosi diversi. A sinistra c'è la roccia Wopmay, trovata da Opportunity vicino al Cratere Endurance, mentre a destra c'è la Sheepbed, trovata da Curiosity nel deposito Yellowknife Bay, nel Cratere Gale. Credit: NASA/JPL
Sappiamo che su Marte c'era acqua, ma determinare esattamente quanta e dove si trovava non è facile. Così come non è facile capire per quanto tempo è restata sulla superficie, dove sia finita e sopratutto che composizione chimica poteva avere. Se vogliamo avere qualche idea delle possibilità che ha avuto la vita di iniziare sul pianeta rosso, ci serve avere una buona comprensione del suo passato acquoso. In questo senso, un grande aiuto ci arriva dall'esplorazione robotica in aree molto diverse tra di loro. Per esempio, sia il rover Opportunity, che il rover Curiosity, hanno scoperto tracce di terreno scolpiti dall'acqua, ma seppur molto simili, ognuno mostra la sua particolare storia, con non poche sorprese.
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87,8 KBDeposito Wopmay, nel Cratere Endurance, visto dal rover Opportunity. Credit: NASA
Questa roccia si trova all'interno di un cratere di circa 130 metri in diametro, nella Meridiani Planum, e fu trovata dal rover Opportunity durante le ricerche sui depositi rocciosi esposti sul bordo del cratere. La roccia si è formata da arenarie ricche di zolfo e gli scienziati ritengono che le particelle che vedete sulla sua superficie (nella foto qui sotto), siano state formate grazie all'attività dell'acqua liquida.
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95,94 KBPrimo piano dettagliato della superficie della roccia Wopmay, trovata nel cratere Endurance dal rover Opportunity. Credit: NASA/JPL
Le rocce trovate nella Meridiani Planum portano i segni di un antico ambiente acquoso che probabilmente non era affatto abitabile, per via dell'altissima acidità del'acqua, il limitato gradiente chimico presente e la poca energia disponibile. A questo si aggiunge l'estrema salinità dell'acqua che avrebbe impedito il metabolismo microbico, sempre che ce ne siano mai stati.
Tutt'altra storia invece per l'ambiente acquoso trovato dal rover Curiosity, dall'altra parte del pianeta, nel cratere Gale. Qui ha trovato un deposito roccioso di nome Yellowknife ed una delle rocce analizzate, battezzata Sheepbed, mostra segni simili dell'interazione con l'acqua, ma con una storia diversa dietro.
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174,98 KBPanorama del deposito dove si trova la Sheepbed. Credit: NASA/JPL
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140,84 KBImmagine della granulosità sopra una roccia particolare vista dalla camera MAHLI, il 132esimo Sol. L'investigazione ha svelato che la roccia è in realtà una roccia arenaria composta da granelli di sabbia cementificatiinsieme. I granelli più grandi si trovano nell'angolo basso a sinistra e hanno circa 2mm, che sono più grandi della sabbia; tecnicamente, sono classificati come granuli. L'intera vista è grande 4.3 cm in diametro, a piena risoluzione è circa 26.1 micron per pixel. Credit: NASA/JPL/MSSS

Animazione degli scavi fatti nel deposito di Yellowknife, da Curiosity. Credit: NASA/JPL
In questa regione, i sedimenti sono anch'essi coperti di piccole palline ma rappresentano un ambiente molto più abitabile. I sedimenti trovati qui si trovavano sott'acqua e si sono formati come cementificazione del terreno. La roccia è stata poi frammentata e riempita di materiali solfati quando la roccia ha ripreso a fluire attraverso la rete di fratture. Le venature che vedete sono causate da questo. I dati di diversi strumenti su Curiosity, come lo Spettrometro a raggi-X e particelle Alpha, o il laboratorio chimico integrato insieme al set di strumenti per l'analisi mineralogoca, hanno permesso di capire che il PH dell'acqua qui era neutrale, la quantità di composti chimici a disposizione era molto vasta e la salinità bassa. Questo luogo sarebbe stato molto più abitabile per le prime forme di vita.
Resterà da capire quando e come l'acqua e arrivata e se ne è andata, ma Curiosity ha già fatto una delle più grandi scoperte nell'esplorazione di Marte, trovando il primo habitat potenzialmente abitabile in passato.
http://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog/PIA16833http://www.link2universe.net/2013-05-06 ... a-di-loro/