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MessaggioInviato: 18/02/2014, 20:54 
martedì 18 febbraio 2014

Esecutivo UE vede i tuoi risparmi utili per tappare i buchi della finanza

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I risparmi dei 500 milioni di cittadini dell'Unione europea potrebbero
servire per finanziare gli investimenti a lungo termine, per rilanciare l'economia e per aiutare a riempire il vuoto lasciato dalle banche dopo la crisi finanziaria.
Questo è quanto si legge da un documento della UE.
L'Unione europea sta cercando un modo per svezzare i 28 paesi membri del blocco dalla loro forte
dipendenza dai finanziamenti bancari e sta cercando come trovare altri mezzi per finanziare le piccole imprese, con progetti infrastrutturali e con altri tipi di investimento.
"La crisi economica e finanziaria ha compromesso la capacità che aveva il settore finanziario nel convogliare fondi verso l'economia reale, in particolare per gli investimenti a lungo termine" si legge nel documento che ha visto la Reuters.
Nella seconda metà di quest'anno la Commissione chiederà garanzie e metterà i suoi cani da guardia a controllare i paesi del blocco per studiare un eventuale progetto di legge "per mobilitare una maggior quantità di fondi pensionistici individuali da spostare nei finanziamenti a lungo termine" sempre secondo il documento.
Le banche si sono lamentate per gli ostacoli, che devono superare prima di poter prestare soldi all'economia, a causa delle regole post-crisi che le costringe a mantenere dei cuscinetti di sicurezza su capitali e liquidità, molto superiori a quello che vorrebbero.
Il documento rivela che la "congruità" dei capitali e delle norme sulla liquidità dei paesi della UE per i finanziamenti a lungo termine saranno riesaminate entro i prossimi due anni, un processo che potrebbe essere portato avanti negli Stati Uniti o altrove, per scongiurare qualsiasi rischio che le banche della UE possano approfittare di situazioni vantaggiose per trarne guadagni sleali.
Entro la fine di quest'anno l'esecutivo della UE completerà uno studio sulla possibilità di introdurre un conto di risparmio europeo, che potranno sottoscrivere le persone, i cui fondi potrebbero essere messi in comune e poi investiti nelle piccole imprese.
La Commissione intende inoltre studiare, nel corso di quest'anno, se saranno necessarie modifiche per contribuire a finanziare le piccole imprese attraverso la creazione di un mercato secondario liquido e trasparente con cui poter negoziare le obbligazioni delle società europee.
Si sta anche cercando di rilanciare il mercato delle cartolarizzazioni, per raccogliere fondi per i prestiti, come i mutui in obbligazioni, che le banche potranno vendere per raccogliere fondi per sé o per le imprese. Il mercato è rimasto sotto la nebbia della crisi finanziaria da quando le obbligazioni legate ai mutui USA per la casa, nel 2007, hanno cominciato a non essere rimborsati, scatenando il tracollo in tutti i mercati globali per i due anni successivi.
Il documento dice che la Commissione "dovrà tener conto di possibili futuri aumenti della liquidità di un certo numero di prodotti di capitalizzazione" nel momento in cui si tratterà di mettere in atto nuove regole su quello che le banche potranno includere come "nuove riserve di liquidità". Questo dà un segnale di un possibile allentamento su quanto potrà essere incluso tra le attività che saranno giudicate "idonee" dal settore bancario, che controlla i paesi del blocco UE.
Entro la fine di quest'anno, la Commissione intende inoltre " rivedere" quali saranno le norme comunitarie che trattano le obbligazioni garantite - dice il documento - un passo che sarà ben accolto dalla Danimarca per il suo grande mercato di obbligazioni utilizzate dalle banche per finanziare i mutui per la casa.
Altre misure per aumentare i finanziamenti della UE sono i prossimi passi che serviranno a raccogliere fondi, nei quali molte persone potranno contribuire con somme di denaro relativamente piccole che serviranno però a creare un consistente bacino di finanziamento.
Il documento rivela anche che gli investitori e i gestori patrimoniali avranno un ruolo che potrà proporre una revisione delle norme comunitarie in materia di diritti degli azionisti per "garantire una migliore diffusione delle politiche di coinvolgimento e di voto degli investitori istituzionali".
Con maggiori difficoltà, la Commissione valuterà se l'uso di un "fair value" ... di "un prezzo dei beni equo" ... potrà tenere il ritmo con le nuove regole contabili, che saranno concordate a livello mondiale "sarebbe giusto, in particolare per quel che riguarda i modelli del business degli investimenti a lungo termine". source

[align=right]Source: TRADER & PASSION: Esecutivo UE... tappare i buchi della finanza [/align]


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Ultima modifica di Wolframio il 18/02/2014, 21:00, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 18/02/2014, 23:12 
Video – Ungheria: parlamentari buttano
via le bandiere UE: “Stanchi di questa dittatura”


18 febbraio – Clamorosa protesta nel parlamento ungherese: i parlamentari Tamás Gaudi-Nagy e Balázs Lenhardt hanno preso le bandiere dell’Unione Europea presenti in aula e le hanno buttate via.

“Il popolo ungherese si deve ribellare da questa dittatura. Per lo spirito libero dei nostri padri rivendichiamo il diritto di decidere il nostro destino!“, ha dichiarato in aula Gaudi-Nagy.


http://www.altrainformazione.it/wp/2014 ... dittatura/

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=HCSuw22XkjQ[/BBvideo]



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MessaggioInviato: 19/02/2014, 10:20 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


Video – Ungheria: parlamentari buttano
via le bandiere UE: “Stanchi di questa dittatura”


18 febbraio – Clamorosa protesta nel parlamento ungherese: i parlamentari Tamás Gaudi-Nagy e Balázs Lenhardt hanno preso le bandiere dell’Unione Europea presenti in aula e le hanno buttate via.

“Il popolo ungherese si deve ribellare da questa dittatura. Per lo spirito libero dei nostri padri rivendichiamo il diritto di decidere il nostro destino!“, ha dichiarato in aula Gaudi-Nagy.


http://www.altrainformazione.it/wp/2014 ... dittatura/

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=HCSuw22XkjQ[/BBvideo]




..sarebbe opportuno seguire questo esempio....[;)]


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ubatuba ha scritto:

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Thethirdeye ha scritto:


Video – Ungheria: parlamentari buttano
via le bandiere UE: “Stanchi di questa dittatura”


18 febbraio – Clamorosa protesta nel parlamento ungherese: i parlamentari Tamás Gaudi-Nagy e Balázs Lenhardt hanno preso le bandiere dell’Unione Europea presenti in aula e le hanno buttate via.

“Il popolo ungherese si deve ribellare da questa dittatura. Per lo spirito libero dei nostri padri rivendichiamo il diritto di decidere il nostro destino!“, ha dichiarato in aula Gaudi-Nagy.


http://www.altrainformazione.it/wp/2014 ... dittatura/

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..sarebbe opportuno seguire questo esempio....[;)]


Beh.. se vogliamo non sono stati gli ungheresi i primi a farlo

Tira giu’ la bandiera della UE, arrestato per furto pluriaggravato

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http://www.imolaoggi.it/2013/12/14/tira ... aggravato/



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MessaggioInviato: 19/02/2014, 12:28 
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Atlanticus81 ha scritto:

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ubatuba ha scritto:

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Thethirdeye ha scritto:


Video – Ungheria: parlamentari buttano
via le bandiere UE: “Stanchi di questa dittatura”


18 febbraio – Clamorosa protesta nel parlamento ungherese: i parlamentari Tamás Gaudi-Nagy e Balázs Lenhardt hanno preso le bandiere dell’Unione Europea presenti in aula e le hanno buttate via.

“Il popolo ungherese si deve ribellare da questa dittatura. Per lo spirito libero dei nostri padri rivendichiamo il diritto di decidere il nostro destino!“, ha dichiarato in aula Gaudi-Nagy.


http://www.altrainformazione.it/wp/2014 ... dittatura/

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..sarebbe opportuno seguire questo esempio.... [;)]


Beh.. se vogliamo non sono stati gli ungheresi i primi a farlo

Tira giu’ la bandiera della UE, arrestato per furto pluriaggravato

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Hai ragione........ [:p] [;)]



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MessaggioInviato: 19/02/2014, 14:29 
in effetti hai pienamente ragione atlanticus.........[;)]


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MessaggioInviato: 19/02/2014, 15:08 
Frasi che pesano come macigni sulle responsabilità dei padri fondatori dell'Euro... se fossimo a Norimberga le seguenti dichiarazioni sarebbero sufficienti per emettere la relativa sentenza...

LEGGERE QUESTE DICHIARAZIONI DI PRODI, JUNCKER, AMATO, KOHL, PADOA SCHIOPPA, ATTALI,MONTI: LA UE E' UNA DITTATURA.
mercoledì 19 febbraio 2014

«Sono sicuro che l’euro ci costringerà a introdurre un nuovo insieme di strumenti di politica economica. Proporli adesso è politicamente impossibile, ma un bel giorno ci sarà una crisi e si creeranno i nuovi strumenti». Così parlava Romano Prodi nel lontano 2001, precisamente il 4 dicembre, intervistato dal “Financial Times”. Dunque “sapeva”, Prodi, che l’euro avrebbe generato “una crisi”. La memorabile sortita dell’ex premier italiano, ex consulente di Goldman Sachs e ovviamente ex presidente della Commissione Europea, fa parte del florilegio presentato da “Megachip” alla voce: piccola antologia di “democrazia europea”. «Dunque per fare “passi avanti” l’Europa ha bisogno di devastare la società, avvilire la cultura, generare disoccupazione di massa, far suicidare imprenditori e lavoratori, gettare nello sconforto e nella disperazione milioni di giovani e produrre miseria».

Sul metodo generalmente adottato dalla Troika – il terrorismo economico – è illuminante l’ammissione di un altro supremo eurocrate, il francese Jean-Claude Juncker, già presidente dell’Eurogruppo: «Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere cosa succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno». Non è fantascienza, non è letteratura horror. Sono parole – reali – dei grandi decisori europei, quelli che decretano le misure da cui deriva il supplizio socio-economico al quale siamo sottoposti. In altre parole, stando alle rivelazioni di Juncker, crimini contro l’umanità.

I leader europei, dice l’italiano Giuliano Amato il 12 luglio 2007 a “Eu Observer”, hanno deciso che il Trattato di Lisbona «avrebbe dovuto essere illeggibile». Questo perché, «se fosse stato comprensibile, ci sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum». Quindi gli eurocrati «si sentono più al sicuro con la cosa illeggibile», testualmente. Obiettivo, appunto, «evitare pericolosi referendum».

Lo sa bene l’ex cancelliere tedesco Helmuth Kohl, che al “Telegraph” del 9 aprile 2013 dichiara: «Sapevo che non avrei mai potuto vincere un referendum in Germania. Avremmo perso il referendum sull’introduzione dell’euro. Questo è abbastanza chiaro. Avrei perso sette a tre. Nel caso dell’euro sono stato come un dittatore».

Dopotutto, «l’Europa non nasce da un movimento democratico», come ammette già nel 1999 il super-tecnocrate ed ex ministro prodiano Tommaso Padoa Schioppa. L’attuale Unione Europea ha un’origine chiaramente eversiva: «E’ nata seguendo un metodo che potremmo definire con il termine di dispotismo illuminato». La costruzione europea? «E’ una rivoluzione», dice Padoa Schioppa a “Commentaire”, «anche se i rivoluzionari non sono dei cospiratori pallidi e magri, ma degli impiegati, dei funzionari, dei banchieri e dei professori», che al «polo del consenso popolare» preferiscono ovviamente «quello della leadership».

Per un altro padre fondatore dell’Ue, il monarchico Jacques Attali, trasformatosi in “socialista” alla corte di François Mitterrad, l’euro non fu certo creato per la gioia della “plebaglia europea”. Il 24 gennaio 2011 rivela: «Abbiamo minuziosamente “dimenticato” di includere l’articolo per uscire da Maastricht». Contratto unico al mondo: senza clausola di rescissione. Attali ha avuto «il privilegio» di far parte del gruppo ristretto incaricato di stendere le prime bozze. «Ci siamo incoraggiati a fare in modo che uscirne sia impossibile», ammette. «Abbiamo attentamente “dimenticato” di scrivere l’articolo che permetta di uscirne». Niente da aggiungere? «Non è stato molto democratico, naturalmente, ma è stata un’ottima garanzia per rendere le cose più difficili, per costringerci ad andare avanti».

Chiude la rassegna dell’orrore il professor Mario Monti, il 22 febbraio 2001 all’università Luiss, al convegno “finanza: comportamenti, regole istituzioni”. «Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, crisi gravi, per fare passi avanti», dice il futuro capo del “governo tecnico” incaricato da Napolitano. «I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario». In quattro parole, Monti espone la “filosofia del ricatto” che è la prassi sostanziale dei gangster al governo di Bruxelles: si provvede a terremotare un paese, per poi (Prodi docet) imporre la “soluzione” già pronta nel cassetto. «È chiaro che il potere politico – ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale – possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle, perché c’è una crisi in atto visibile, conclamata».

La benedetta crisi, progettata a tavolino. Minacce, ricatti, menzogne, truffe. Un campionario inesauribile.

http://www.ilnord.it/index.php?id_articolo=2521



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MessaggioInviato: 19/02/2014, 23:45 
Come cambiare nome alla parola furto [}:)]


L’UE studia come “mobilitare” i soldi dei cittadini a favore degli Stati membri

19 febbraio 2014

Dopo il Fondo monetario internazionale e la Bundesbank, è ora il turno dell’Unione europea di suggerire apertamente che il risparmio dei cittadini europei potrebbe essere usato per riassestare l’economia degli Stati membri.

L’agenzia Reuters scrive che l’UE ha pubblicato un documento che esplora un nuovo metodo per liberare il blocco della sua eccessiva dipendenza dalle banche : prevede una mobilitazione delle economie di 500 milioni di cittadini.
“La crisi finanziaria e economica ha compromesso la capacità del settore finanziario di trasferire fondi verso l’economia reale, in particolare l’investimento a lungo termine – si legge nel documento.

Per taluni osservatori si tratta della confessione dell’incapacità dell’UE di trovare soluzioni adatte per risolvere la crisi.

Il documento prevede che nel corso del secondo semestre 2014 la Commissione europea chiederà all’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni professionali di presentare un progetto di legge per “mobilitare un maggior risparmio sulle pensioni per finanziamenti a lungo termine”.

In effetti le banche si sono lamentate di non essere più in grado di accordare prestiti alle aziende a causa della regolamentazione bancaria attuata dopo lo scoppio della crisi, che le obbliga a disporre di maggiori riserve di denaro.

I dirigenti europei prevedono ugualmente di condurre uno studio per determinare la fattibilità dell’attuazione di un conto di risparmio europeo, aperto a tutti e il cui scopo sarà mettere i fondi dei cittadini a disposizione delle piccole e medie imprese per permettere loro di fare investimenti.

I critici osservano che a questo punto sono i vertici dell’Unione europea che decidono il destino dei risparmi dei cittadini. In questo caso il termine “confisca” è forse più appropriato di “mobilitazione”.

(Fonte : Aktuwiki.fr)

[align=right]Source: L'UE studia come "mobilitare" ...egli Stati membri - Ticinolive [/align]



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Criminali maledetti

Ucraina: iniziata l’offensiva dell’Impero Europeo a est – di Fenrir su Hescaton

19 febbraio 2014

Pubblichiamo questo notevole articolo giunto in Redazione (e non il è il primo). Esso descrive lo scenario assolutamente inquietante della Galassia a est. Mentre a ovest trama e preme quel vasto potere che ci circonda. (fdm)


In queste ore nelle strade di Kiev e di Leopoli si susseguono scontri, incendi e morti, sia tra le fila dei ribelli sia tra le fila delle forze antisommossa. Per la prima volta, queste ultime hanno imbracciato i kalashnikov e la spettro della guerra civile si fa sempre più nero. La domanda che ci facciamo oggi è: cosa sta succedendo e perché? Cercheremo di dare una risposta che possa evidenziare le cause profonde di questa situazione.

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Chi tra i nostri lettori ha letto gli articoli Superstato Europeo e La lunga marcia dell’Eurocrazia, si ricorderà come tra i diversi obiettivi elencati ci siano quelli di voler realizzare il superstato europeo, l’allargamento a tutta l’Europa geografica e l’individuazione di nemici comuni; quest’ultimo punto necessario per spingere i paesi dell’Unione verso un unico esercito. Contemporaneamente a questo articolo, in Ucraina i morti aumentano sempre di più e l’Unione Europea minaccia sanzioni verso il governo ucraino. Dopo il fallimento della rivoluzione colorata, i poteri forti hanno deciso la soluzione più cruenta supportando i gruppi ribelli, molti dei quali di ispirazione neonazista per destituire il governo ucraino.

Il piano sembra sempre lo stesso: crollo della valuta, un crescendo di proteste, violenze della polizia, armi ai ribelli, prime diserzioni e poi caduta del governo stesso. Ora la situazione in Ucraina è più complessa, dato che il governo è appoggiato dalla Russia che non ha intenzione di trovarsi l’Unione Europea ai propri confini, ma al tempo stesso mancano poche settimane al completo collasso economico.

Di conseguenza, difficilmente la situazione potrà migliorare, soprattutto perché gli eurocrati e i poteri dietro di loro hanno ormai deciso di conquistare i paesi dell’est e difficilmente potranno essere fermati, dato l’enorme potere finanziario di cui dispongono. Sarà interessante analizzare la reazione russa che porterebbe ad un doloroso taglio del gas all’Unione Europea, che potrebbe però essere voluto da quest’ultima e in un altro articolo spiegheremo il perché. Detto questo, sicuramente al lettore non saranno sfuggite le altre rivolte scoppiate tra i paesi confinanti all’Unione, adesso analizzeremo velocemente la situazione dei diversi paesi confinanti:

Bosnia: lo sfortunato paese balcanico è tornato agli onori della cronaca per le recenti rivolte che hanno visto incendiare diversi palazzi governativi. I media hanno rievocato gli scontri etnici del recente passato ma questa volta gli scontri hanno coinvolto esclusivamente i manifestanti contro le forze dell’ordine e le motivazioni sono da ricercare nella grave crisi economica e nell’alto tasso di disoccupazione che sfiora il 30%. L’attacco coordinato contro i palazzi del potere fa pensare ad una regia esterna. L’Unione Europea potrebbe aver interesse a creare una situazione di caos per poi intervenire con l’appoggio dell’ONU e gestire direttamente il paese, liberandosi definitivamente dei politici corrotti locali. (Il diplomatico austriaco Valentin Inzko ha già ventilato questa ipotesi).

Albania: dopo gli scontri e i morti di due anni fa, il presidente Berisha, lo scorso anno, è stato sconfitto alle elezioni, ora il nuovo presidente Rama ha avviato una strada di cooperazione con l’Unione, il paese può definirsi conquistato.

Serbia: nonostante il sostegno dell’attuale presidenza greca dell’Unione Europea all’ingresso della Serbia, l’attuale presidente serbo membro del partito nazionalista al potere, con forti legami con il partito Russia Unita di Putin, non è sicuramente ben visto da Bruxelles. Dopo le recenti manifestazioni in Bosnia, si sono viste anche manifestazioni di solidarietà a Belgrado e secondo molti analisti, con una disoccupazione del 25%, non è da escludersi nei prossimi mesi un estendersi delle sommosse in Serbia. A livello valutario il dinaro serbo continua la sua lenta e inesorabile discesa, in un anno ha perso il 5%.

Montenegro: anche qui una disoccupazione oltre il 20%, un presidente-padrone corrotto e ricchissimo, ha spinto la popolazione ad invocare la rivoluzione e proprio recentemente ci sono state proteste e scontri. Il paese rischia anche di non poter più pagare le proprie forniture energetiche. A nostro avviso anche qui l’Europa mira a sbarazzarsi attraverso la piazza del filo-russo Djukanovic.

Kosovo: in Kosovo può preoccupare la crescente radicalizzazione religiosa e l’opere di infiltrazione di elementi di al-Qaeda e di fondamentalisti ceceni.

ex-Macedonia: la crescente povertà e la deriva dittatoriale del governo hanno spinto la popolazione, seguendo l’esempio ucraino, a scendere in piazza. Il paese oltre alla tensione tra popolazione e governo rischia anche lo scontro etnico con la numerosa minoranza albanese. Anche in questo caso, Bruxelles probabilmente necessita di liberarsi dal corrotto governo locale.

Romania: nonostante la recente crescita economica e la disoccupazione sotto controllo, il governo rumeno continua ad essere mal visto dalla maggioranza della popolazione. A livello valutario il leu rumeno in un anno ha perso circa il 5% ed è attualmente in calo. Da monitorare il ritorno di molti cittadini rumeni da nazioni come Italia, Spagna e Grecia che può far sensibilmente aumentare il tasso di disoccupazione.

Ungheria: è noto come il presidente Orban sia mal visto da Bruxelles per le sue posizioni forti e per la sua insofferenza nel seguire gli ordini dell’Unione Europea. Abbiamo visto recentemente come siano state sostenute dai media occidentali le proteste contro la deriva autoritaria del governo. Il fiorino ungherese in un anno ha perso quasi il 7%, e nelle ultime settimane ha accelerato la sua discesa. Non è da escludersi a breve un’impennata dei prezzi con tutte le conseguenze del caso. A nostro avviso, il paese sarà a breve scosso da rivolte programmate.

Moldavia: dopo anni di governo comunista, il paese ha voltato pagina ed è attualmente governato dal partito europeista. A livello valutario il leu moldavo si sta sfracellando ed in un anno ha perso il 15% e nelle ultime settimane la situazione è peggiorata. La Moldavia è essenzialmente divisa in tre parti, la Transinistria, repubblica autoproclamata appoggiata da Mosca prevalentemente di lingua slava, la Gagauzia, regione autonoma di etnia turca e l’ufficiale repubblica Moldava di lingua rumena. Con una situazione frammentata del genere il paese non potrà mai entrare nell’Unione Europea. A nostro avviso gli eurocrati con la complicità della crisi economica potrebbero a breve puntare ad infiammare il piccolo paese europeo con l’obiettivo di liberarsi del corrotto governo della Transinistria ed gestire direttamente il paese.

Bulgaria: anche la Bulgaria è stata recentemente scossa da proteste anche di una certa intensità. La situazione è da monitorare.

Bielorussia: il rublo bielorusso sta crollando velocemente ed ha perso in un anno più del 20%. Questo deve far riflettere su quale potrebbe essere il prossimo obiettivo dopo l’Ucraina. Ricordiamo come la Bielorussia sia praticamente una dittatura e come Bruxelles voglia presto sbarazzarsene per arrivare fino alle porte di Mosca.

Russia: anche il rublo russo sta crollando ed ha perso circa il 20 % in un anno. A nostro avviso il gigante russo sta fortemente rallentando e i problemi interni potrebbero presto aumentare e la primavera est europea potrebbe presto estendersi anche in Russia. Recentemente si sono svolte manifestazioni per richiedere il rilascio di molti oppositori arrestati nelle proteste del 2012. La pressione occidentale su Mosca è un indizio di quello che presto potrebbe accadere.

Questo blog sta andando controcorrente, abbiamo sempre sostenuto che l’Unione Europea non crollerà e non si dividerà. I fatti sembrano darci ragione, la Germania è governata da un governo di unità nazionale, l’Italia dal pupazzo dei poteri forti Renzi, la Grecia idem. Ed ora si passa all’attacco dei paesi confinanti. L’Euro non crolla ed anzi sembra diventare la vera valuta di riferimento mondiale.

Chi pensa che la grave crisi attuale in Europa sia dannosa per gli eurocrati non ha capito invece che solo dal caos potrà avvenire la definitiva immolazione degli stati nazionali in nome dell’unità europea. Quindi se in Italia, Francia, Grecia, Spagna la situazione sociale esplodesse, non aspettatevi un rivoluzione come in Egitto o un’eventuale uscita dall’Unione ma aspettatevi piuttosto una repressione in nome della democrazia. Concludendo, possiamo dire che è in atto l’espansione “dell’Impero Europeo” ad est, massacri e scontri stanno arrivando ai nostri confini.

[align=right]Source: Ucraina: iniziata l’offensiv...enrir su Hescaton - Ticinolive [/align]


Ultima modifica di Wolframio il 19/02/2014, 23:52, modificato 1 volta in totale.


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Piccola antologia ignobile: così parlarono i padri dell’Ue

«Sono sicuro che l’euro ci costringerà a introdurre un nuovo insieme di strumenti di politica economica. Proporli adesso è politicamente impossibile, ma un bel giorno ci sarà una crisi e si creeranno i nuovi strumenti». Così parlava Romano Prodi nel lontano 2001, precisamente il 4 dicembre, intervistato dal “Financial Times”. Dunque “sapeva”, Prodi, che l’euro avrebbe generato “una crisi”. La memorabile sortita dell’ex premier italiano, ex consulente di Goldman Sachs e ovviamente ex presidente della Commissione Europea, fa parte del florilegio presentato da “Megachip” alla voce: piccola antologia di “democrazia europea”. «Dunque per fare “passi avanti” l’Europa ha bisogno di devastare la società, avvilire la cultura, generare disoccupazione di massa, far suicidare imprenditori e lavoratori, gettare nello sconforto e nella disperazione milioni di giovani e produrre miseria».
Sul metodo generalmente adottato dalla Troika – il terrorismo economico – è illuminante l’ammissione di un altro supremo eurocrate, il francese Jean-Claude Juncker, già presidente dell’Eurogruppo: «Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere cosa succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno». Non è fantascienza, non è letteratura horror. Sono parole – reali – dei grandi decisori europei, quelli che decretano le misure da cui deriva il supplizio socio-economico al quale siamo sottoposti. In altre parole, stando alle rivelazioni di Juncker, crimini contro l’umanità. I leader europei, dice l’italiano Giuliano Amato il 12 luglio 2007 a “Eu Observer”, hanno deciso che il Trattato Lisbona «avrebbe dovuto essere illeggibile». Questo perché, «se fosse stato comprensibile, ci sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum». Quindi gli eurocrati «si sentono più al sicuro con la cosa illeggibile», testualmente. Obiettivo, appunto, «evitare pericolosi referendum».
Lo sa bene l’ex cancelliere tedesco Helmuth Kohl, che al “Telegraph” del 9 aprile 2013 dichiara: «Sapevo che non avrei mai potuto vincere un referendum in Germania. Avremmo perso il referendum sull’introduzione dell’euro. Questo è abbastanza chiaro. Avrei perso sette a tre. Nel caso dell’euro sono stato come un dittatore». Dopotutto, «l’Europa non nasce da un movimento democratico», come ammette già nel 1999 il super-tecnocrate ed ex ministro prodiano Tommaso Padoa Schioppa. L’attuale Unione Europea ha un’origine chiaramente eversiva: «E’ nata seguendo un metodo che potremmo definire con il termine di dispotismo illuminato». La costruzione europea? «E’ una rivoluzione», dice Padoa Schioppa a “Commentaire”, «anche se i rivoluzionari non sono dei cospiratori pallidi e magri, ma degli impiegati, dei funzionari, dei banchieri e dei professori», che al «polo del consenso popolare» preferiscono ovviamente «quello della leadership».
Per un altro padre fondatore dell’Ue, il monarchico Jacques Attali, trasformatosi in “socialista” alla corte di François Mitterrad, l’euro non fu certo creato per la gioia della “plebaglia europea”. Il 24 gennaio 2011 rivela: «Abbiamo minuziosamente “dimenticato” di includere l’articolo per uscire da Maastricht». Contratto unico al mondo: senza clausola di rescissione. Attali ha avuto «il privilegio» di far parte del gruppo ristretto incaricato di stendere le prime bozze. «Ci siamo incoraggiati a fare in modo che uscirne sia impossibile», ammette. «Abbiamo attentamente “dimenticato” di scrivere l’articolo che permetta di uscirne». Niente da aggiungere? «Non è stato molto democratico, naturalmente, ma è stata un’ottima garanzia per rendere le cose più difficili, per costringerci ad andare avanti».
Chiude la rassegna dell’orrore il professor Mario Monti, il 22 febbraio 2001 all’università Luiss, al convegno “finanza: comportamenti, regole istituzioni”. «Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, crisi gravi, per fare passi avanti», dice il futuro capo del “governo tecnico” incaricato da Napolitano. «I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario». In quattro parole, Monti espone la “filosofia del ricatto” che è la prassi sostanziale dei gangster al governo di Bruxelles: si provvede a terremotare un paese, per poi (Prodi docet) imporre la “soluzione” già pronta nel cassetto. «È chiaro che il potere politico – ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale – possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle, perché c’è una crisi in atto visibile, conclamata». La benedetta crisi, progettata a tavolino. Minacce, ricatti, menzogne, truffe. Un campionario inesauribile.

«Sono sicuro che l’euro ci costringerà a introdurre un nuovo insieme di strumenti di politica economica. Proporli adesso è politicamente impossibile, ma un bel giorno ci sarà una crisi e si creeranno i nuovi strumenti». Così parlava Romano Prodi nel lontano 2001, precisamente il 4 dicembre, intervistato dal “Financial Times”. Dunque “sapeva”, Prodi, che l’euro avrebbe generato “una crisi”. La memorabile sortita dell’ex premier italiano, ex consulente di Goldman Sachs e ovviamente ex presidente della Commissione Europea, fa parte del florilegio presentato da “Megachip” alla voce: piccola antologia di “democrazia europea”. «Dunque per fare “passi avanti” l’Europa ha bisogno di devastare la società, avvilire la cultura, generare disoccupazione di massa, far suicidare imprenditori e lavoratori, gettare nello sconforto e nella disperazione milioni di giovani e produrre miseria».

Sul metodo generalmente adottato dalla Troika – il terrorismo economico – è illuminante l’ammissione di un altro supremo eurocrate, il francese Jean-Romano ProdiClaude Juncker, già presidente dell’Eurogruppo: «Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere cosa succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno». Non è fantascienza, non è letteratura horror. Sono parole – reali – dei grandi decisori europei, quelli che decretano le misure da cui deriva il supplizio socio-economico al quale siamo sottoposti. In altre parole, stando alle rivelazioni di Juncker, crimini contro l’umanità. I leader europei, dice l’italiano Giuliano Amato il 12 luglio 2007 a “Eu Observer”, hanno deciso che il Trattato Lisbona «avrebbe dovuto essere illeggibile». Questo perché, «se fosse stato comprensibile, ci sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum». Quindi gli eurocrati «si sentono più al Juncker, Monti e Padoa Schioppasicuro con la cosa illeggibile», testualmente. Obiettivo, appunto, «evitare pericolosi referendum».

Lo sa bene l’ex cancelliere tedesco Helmuth Kohl, che al “Telegraph” del 9 aprile 2013 dichiara: «Sapevo che non avrei mai potuto vincere un referendum in Germania. Avremmo perso il referendum sull’introduzione dell’euro. Questo è abbastanza chiaro. Avrei perso sette a tre. Nel caso dell’euro sono stato come un dittatore». Dopotutto, «l’Europa non nasce da un movimento democratico», come ammette già nel 1999 il super-tecnocrate ed ex ministro prodiano Tommaso Padoa Schioppa. L’attuale Unione Europea ha un’origine chiaramente eversiva: «E’ nata seguendo un metodo che potremmo definire con il termine di dispotismo illuminato». La costruzione europea? «E’ una rivoluzione», dice Padoa Schioppa a “Commentaire”, «anche se i rivoluzionari non sono dei cospiratori pallidi e magri, ma degli impiegati, dei funzionari, dei banchieri e dei professori», che al «polo del consenso popolare» preferiscono ovviamente «quello della leadership».

Per un altro padre fondatore dell’Ue, il monarchico Jacques Attali, trasformatosi in “socialista” alla corte di François Mitterrad, l’euro non fu certo creato per la gioia della “plebaglia europea”. Il 24 gennaio 2011 rivela: «Abbiamo minuziosamente “dimenticato” di includere l’articolo per uscire da Maastricht». Contratto unico al mondo: senza clausola di rescissione. Attali ha avuto «il privilegio» di far parte del gruppo ristretto incaricato di stendere le prime bozze. «Ci siamo incoraggiati a fare in modo che uscirne sia impossibile», ammette. «Abbiamo attentamente “dimenticato” di scrivere l’articolo che permetta di uscirne». Niente da aggiungere? «Non è stato molto Jacques Attalidemocratico, naturalmente, ma è stata un’ottima garanzia per rendere le cose più difficili, per costringerci ad andare avanti».

Chiude la rassegna dell’orrore il professor Mario Monti, il 22 febbraio 2001 all’università Luiss, al convegno “finanza: comportamenti, regole istituzioni”. «Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, crisi gravi, per fare passi avanti», dice il futuro capo del “governo tecnico” incaricato da Napolitano. «I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario». In quattro parole, Monti espone la “filosofia del ricatto” che è la prassi sostanziale dei gangster al governo di Bruxelles: si provvede a terremotare un paese, per poi (Prodi docet) imporre la “soluzione” già pronta nel cassetto. «È chiaro che il potere politico – ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale – possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle, perché c’è una crisi in atto visibile, conclamata». La benedetta crisi, progettata a tavolino. Minacce, ricatti, menzogne, truffe. Un campionario inesauribile.

http://www.libreidee.org/2014/02/piccol ... ri-dellue/

ricordiamoci di questi signori,che ci hanno regalato l'euro,e tutte le nefaste conseguenze.......................[;)]


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MessaggioInviato: 20/02/2014, 20:24 
2016, fine della democrazia: il privilegio sarà legge

Si chiama Ttip, Trattato Transatlantico, e se va in porto siamo rovinati. A decidere su tutto – lavoro, salute, cibo, energia, sicurezza – non saranno più gli Stati, ma direttamente le multinazionali. I loro super-consulenti, attraverso lobby onnipotenti come Business Europe e Trans-Atlantic Business Dialogue, in questi mesi stanno dettando le loro condizioni alle autorità di Bruxelles e di Washington, che nel giro di due anni contano di trasformarle in legge. A quel punto, la democrazia come la conosciamo sarà tecnicamente finita: nessuna autorità statale, infatti, oserà più opporsi ai diktat di questa o quella corporation, perché la semplice accusa di aver causato “mancati profitti” esporrà lo Stato nazionale – governo, magistratura – al rischio di pagare sanzioni salatissime. Già oggi, vari Stati hanno dovuto versare 400 milioni di dollari alle multinazionali. La loro “colpa”? Aver vietato prodotti tossici e introdotto normative a tutela dell’acqua, del suolo e delle foreste. E le richieste di danni raggiungono già i 14 miliardi di dollari. La novità: quello che oggi è un incubo, domani sarà legge.

Se sarà approvato il Trattato Transatlatico, avverte Lori Wallach su “Le Monde Diplomatique”, niente fermerà più l’appetito privatizzatore dei Immagine

“padroni dell’universo”, specie nei settori di maggior interesse strategico: brevetti medici e fonti fossili di energia. Un sogno, a quel punto, concepire politiche di lotta all’inquinamento e per la protezione del clima terrestre. Il Ttip «aggraverebbe ulteriormente il peso di questa estorsione legalizzata», che giù oggi ricatta molti Stati, dal Canada alla Germania. Il grande business lavora per eliminare le leggi statali per far posto a quella degli affari. Attualmente, negli Usa sono presenti 3.300 aziende europee con 24.000 filiali. Ognuna di esse, dice Wallach, «può ritenere di avere buone ragioni per chiedere, un giorno o l’altro, riparazione per un “pregiudizio commerciale”». Peggio ancora per gli europei: sono addirittura 14.400 le compagnie statunitensi dislocate nell’Unione Europea, con una rete di 50.800 filiali. «In totale, sono 75.000 le società che potrebbero gettarsi nella caccia ai tesori pubblici».

L’aspetto più inquietante del “cantiere” del Trattato, un dispositivo destinato – se approvato – a sconvolgere la vita democratica di tutto l’Occidente – è la sua massima segretezza: la stampa è stata espressamente invitata a starsene alla larga. Si tratta di un ordinamento decisamente eversivo: il grande business si prepara ad emanare i propri diktat non più di nascosto, attraverso le lobby e politici compiacenti del Congresso e della Commissione Europea, ma ormai alla luce del sole, trasformando addirittura in legge il privilegio di una minoranza, contro la stragrande maggioranza della popolazione. L’autonomia istituzionale dello Stato? Completamente aggirata, disabilitata, in ogni settore: dalla protezione dell’ambiente a quello sanitario, dalle pensioni alla finanza, dai contratti di lavoro alla gestione dei beni comuni primari, ]Immagine

come l’acqua potabile. Si avvicina la “grande privatizzazione definitiva” del mondo occidentale.

Sicurezza degli alimenti, norme sulla tossicità, assicurazione sanitaria, prezzo dei medicinali. E ancora: libertà del web, protezione della privacy, cultura e diritti d’autore, risorse naturali, formazione professionale, strutture pubbliche, immigrazione. «Non c’è una sfera di interesse generale che non passerà sotto le forche caudine del libero scambio istituzionalizzato», scrive Lori Wallach. Rispetto al Trattato Transatlantico, le condizioni-capestro oggi imposte dal Wto sono considerate “soft”. A decidere su tutto saranno tribunali speciali, formati da avvocati d’affari che si baseranno sulle “leggi” della Banca Mondiale. Fine della democrazia: «L’azione politica degli eletti si limiterà a negoziare presso le aziende o i loro mandatari locali le briciole di sovranità che questi vorranno concedere loro». Neppure la fantasia di Orwell era arrivata a tanto. Eppure, è esattamente l’incubo che ci sta aspettando, se nessuno lo fermerà. Ed è inutile farsi illusioni: per ora, del “mostro” non parla nessuno. Non una parola, ovviamente, dalle comparse della politica, e neppure da giornali e televisioni. La grande minaccia si sta avvicinando indisturbata, all’insaputa di tutti.

[align=right]Source: nocensura.com: 2016, fine dell...zia: il privilegio sarà legge [/align]


Ultima modifica di Wolframio il 20/02/2014, 20:26, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 20/02/2014, 20:56 
Il paradosso è che gli ucraini si stanno ammazzando per entrare in Europa. Che tristezza !!!!!!!
O ci svegliamo in fretta, o siamo finiti.
In altri paesi vanno in milioni nelle piazze e noi andiamo in milioni nelle pizzerie.



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vuol dire che si sta sostanzialmente ancora bene.



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Max, sai che io non riesco a capirti?

Ti sei dichiarato contro le istituzioni europee ma al tempo stesso denigri, sminuisci e attacchi la principale forza politica in Italia che si propone di opporsi anche agli attuali sistemi europei...

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=BHgrHelX_yE[/BBvideo]

Mi sembra abbastanza chiaro no?! O per te si tratta solo di abbaiare alla luna anche in questo caso?!

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la denigro perchè è solo apparenza. A parole sono tutti bravi a trovare le soluzioni ma si vede da lontano che le eminenze grigie dietro al movimento non vogliono che tali PAROLE SPARATE AL VENTO diventino provvedimenti concreti.

Come ho detto nell'altro post non venirmi a dire che lo faranno quando avranno il 51%. Se volessero cambiare il paese dovrebbero iniziare a prodigarsi per vedere i propri propositi realizzati invece di fare solo rumore di fondo.



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MessaggioInviato: 21/02/2014, 00:38 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:


Come ho detto nell'altro post non venirmi a dire che lo faranno quando avranno il 51%. Se volessero cambiare il paese dovrebbero iniziare a prodigarsi per vedere i propri propositi realizzati invece di fare solo rumore di fondo.


No.. non te lo vengo a dire infatti.

Ma mi sembra che spesso (anzi quasi sempre) ci si dimentica che il M5S è fino a prova contraria all'opposizione.

Ne riparleremo se e quando riuscirà ad avere incarichi di governo. Fino ad allora mi sembra prematuro giudicarli su questo no?!

[:)]

E, per come stanno facendo opposizione, non facendosi mancare tra le altre cose anche proposte interessanti come quella che bloccava i pagamenti delle cartelle esattoriali alle aziende che vantavano crediti verso la P.A. (poi cancellata dalla corte dei conti per mancata copertura... eccerto, per acquistare gli F35 e condonare l'evasione alle lobby delle slot o a Sorgenia lì i soldi non mancano mai), il mio giudizio non può che essere positivo.



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