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Magari! Il Medio Evo fu una fiorire di spiritualità ...[;)]



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MessaggioInviato: 11/03/2014, 12:21 
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Ufologo 555 ha scritto:

Magari! Il Medio Evo fu una fiorire di spiritualità ... [;)]


Si vabbe', chiamiamola spiritualita'. In realta' fu solo una religiosità, vissuta come appartenenza alla Chiesa e imposta con la forza.

Non per nulla il medioevo e' stato definito come epoca buia e cioe' il periodo in cui vigeva la supremazia della religione (e della Chiesa) sull'uomo e sulla ragione.

Non a caso il periodo successivo fu chiamato rinascimento. Di solito si rinasce dopo la morte.

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MessaggioInviato: 11/03/2014, 13:10 
Certo! da chi non era .. cristiano! [;)]



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MessaggioInviato: 11/03/2014, 13:15 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Magari! Il Medio Evo fu una fiorire di spiritualità ...[;)]


usdudhshshuasduh si un periodo fiorente proprio. Il medioevo è uno dei periodi peggiori dell'umanità e penso che il periodo attuale sotto certi aspetti oscurantisti sia molto simile.


Ultima modifica di MaxpoweR il 11/03/2014, 13:16, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 11/03/2014, 13:18 
http://it.wikipedia.org/wiki/Riforma_sp ... _medievale


Ritorno alle origini della prima Chiesa. La comunità dei credenti e la chiesa stessa devono tornare alla semplicità e fede delle prime comunità cristiane, caratterizzate da costumi sobri, sana povertà, condivisione dei beni. Questo influenzò la Chiesa Cattolica nella nascita ed evoluzione di ordini religiosi come i Francescani, la Riforma Protestante nei suoi principi ed emerse con chiarezza nelle chiese riformate di tipo anabattista ed evangelico.
Ruolo centrale e cardine della figura di Cristo e del Suo sacrificio in croce. Il ruolo del Cristo come vittima espiatrice dei peccati portò verso riflessioni di rifiuto dei sacramenti, o di alcuni di essi, percepiti come resi inutili da questo sacrificio-sacramento supremo.
Prevalenza della Parola di Dio rispetto alla interpretazione di essa da parte della Chiesa, e stretta attinenza della vita cristiana agli insegnamenti del Vangelo.
Valore salvifico del Vangelo, che supera ogni altro mezzo di avvicinamento a Dio, o ne è il fondamento insostituibile.
Necessità, da parte del credente, di leggere, comprendere, studiare le Sacre Scritture. Questo influenzò le Chiese Protestanti votandole all'insegnamento e all'alfabetizzazione delle masse. E questo fattore contribuì in alcuni contesti storici ad una maggiore evoluzione delle società coinvolte.
Rapporto più diretto tra Dio e il Credente, con un'intermediazione da parte della Chiesa minore o quasi nulla.
Rifiuto dell'esteriorità e, in certa misura, della coralità da grandi masse dei gesti religiosi a favore di una spiritualità interiore, sobria, umile, nutrita di un rapporto diretto (o più diretto) del singolo con Dio.
Importanza fondamentale dello Spirito Santo come fonte privilegiata di ispirazione, illuminazione e guida.
Critica verso la Chiesa come struttura di strapotere dimentica della sua missione spirituale. Critica, conseguente, al Nicolaismo, l'abuso di potere ecclesiastico, allo sfarzo e alle sue conseguenze sociali come la vendita delle indulgenze e delle reliquie.
Liberazione del credente oppresso dal peccato tramite il rinnovamento spirituale e per grazia della possibilità di salvezza-liberazione portata dalla Grazia divina. Va notato che l'oppressione del credente non fu intesa solo come tormento derivante dal peccato proprio o altrui, ma anche come vera e propria vessazione politica del più forte sul più debole. Questo fattore non va trascurato poiché si riscontra come elemento concettuale portante delle numerose rivolte contadine che infiammarono il cuore dell'Europa, e che modificarono, in alcuni casi, il panorama sociale e politico di alcune realtà.



La Chiesa del Medioevo.

La chiesa del medioevo.: La Chiesa: la sua diffusione sul territorio, le sue caratteristiche. La Chiesa come elemento di aggregazione.(2 Pag - Formato Word) ( formato doc)

La Chiesa: la sua diffusione sul territorio, le sue caratteristiche La Chiesa: la sua diffusione sul territorio, le sue caratteristiche. La Chiesa come elemento di aggregazione. Se da un lato la Chiesa fu caratterizzata per tutto il Medio Evo da dispute teologiche, da corruzione e simonia e soprattutto da ambizioni di potere temporale, dall'altro fin dal III secolo d. C. cercò un rinnovamento spirituale che risale alla diffusione del movimento monastico in Egitto. In Oriente una certa parte della Chiesa proclamò l'intento di cercare il rapporto diretto con Dio, troncando ogni legame con la società e gli esponenti di questa fede scelsero di dedicarsi alla meditazione e alla contemplazione, abbandonando i propri beni e ritirandosi addirittura, come Sant'Antonio, nel deserto. Videro così la loro diffusione i dendriti, gli stiliti, i reclusi e i cenobiti dando vita ad una forma di pratica religiosa che ebbe un successo travolgente (in Egitto nel V secolo c'erano forse più di diecimila monaci, alcuni dei quali così virtuosi che furono incontrati da pellegrini che intraprendevano lunghissimi viaggi per incontrarli). In Italia la Chiesa compì la sua svolta di fede decisiva dalla metà del V secolo e specialmente nel VI secolo con la figura di S. Benedetto da Norcia, deciso a risanare la città papale in piena decadenza morale. La Chiesa si pose così al servizio della società come strumento di comunicazione tra il mondo materiale e quello spirituale proclamando che la preghiera è per la salvezza dell'anima nella famosa Regola Benedettina “Ora et Labora” con cui oltre il contatto diretto con Dio si cercò quello con il sociale. Professando un ideale di vita egualitaria la Chiesa divenne isola di cultura diffondendo l'istruzione, raccogliendo testi, ricopiandoli e decorandoli fino a creare vere e proprie biblioteche. E' doveroso ricordare l'abbazia di Montecassino, di S. Vincenzo al Volturno e di Cava de' Tirreni i cui testi rifornirono per secoli le biblioteche di tutta Europa. Fu, di fatto, però il Papa Gregorio I Magno (590-604) che rinnovò la Chiesa a tal punto da renderla una vera forza di potere nella gestione politica dei territori del Mediterraneo, divenendo sempre più l'unica rappresentante temporale e spirituale della cristianità nei confronti dei Franchi, che ormai stavano entrando in campo, e degli Arabi. Nell'VIII secolo ecco che la Chiesa, a tutti gli effetti, si trasformò in uno stato secolare, una monarchia autonoma che eserciterà il suo potere temporale e spirituale. Con l'affermazione imperiale di Carlo si ebbe anche la vittoria politica del papato: il papato governerà in modo sancito definitivamente l'Italia Centrale ed influenzerà la corte imperiale con i suoi rappresentanti che ricoprivano importanti cariche nella amministrazione dell'Impero (Carlo Magno diventò Imperatore del Sacro Romano Impero la notte di Natale dell'800 con l'incoronazione da parte di Papa Leone III) Fra l'VIII e il IX secolo la Chiesa iniziò la riorganiz Continua »

http://doc.studenti.it/appunti/storia/c ... ioevo.html



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MessaggioInviato: 11/03/2014, 13:24 
Luce del Medioevo cristiano

Pubblico il testo di una vecchia conversazione che Gianpaolo Barra, direttore de “Il Timone”, ha tenuto a Radio Maria, durante una trasmissione condotta da don Tino Rolfi.



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Per questa conversazione di apologetica ho scelto un argomento di carattere storico.
Lo spunto è offerto da una serie di espressioni che ci capita di sentire spesso e di leggere frequentemente. Sono espressioni, modi di dire che hanno, forse senza che chi le pronuncia se ne accorga, un significato anticristiano, meglio sarebbe dire: anticattolico. Ed è proprio per questa ragione che noi cattolici dobbiamo stare attenti a non ripeterle acriticamente.

A quali espressioni mi riferisco? Rispondo subito: quante volte, per squalificare un fatto, per mettere in rilievo un elemento negativo, per criticare una proposta, abbiamo ascoltato battute come queste: “siamo tornati ai tempi del medioevo”. Oppure: “questa è una mentalità medievale”?
Quante volte abbiamo sentito criticare il Papa, che propone ai legislatori di tenere conto della legge di Dio, con questi termini: “Il Papa vuol farci tornare tutti al medioevo”?
Al contrario, quando si vuole apprezzare qualcosa, sentiamo dire: “finalmente non siamo più nel Medioevo”, non viviamo più in quei “tempi bui” del Medioevo.
Ormai questo modo di esprimersi fa parte del linguaggio comune; lo utilizzano molti insegnanti a scuola, lo imparano – naturalmente – i nostri figli, lo sentiamo in televisione, quando ci sono dei dibattiti o anche semplicemente come battuta.

Ma sono pochi, anche nel nostro mondo cattolico, quelli che prestano attenzione al significato di queste battute.
Sono espressioni che, talvolta, racchiudono un significato anticristiano, anticattolico. Perché? Perché dobbiamo ricordare che proprio nel Medioevo, specialmente nei secoli finali di questo tempo che chiamiamo “Medioevo”, si è realizzata la civiltà cristiana. E ci viene il sospetto, sospetto più che legittimo che quando sentiamo parlar male del medioevo si nasconde una critica alla civiltà cristiana.

Guai, secondo alcuni, riproporre l’idea di una civiltà cristiana. Per loro, la civiltà deve essere regolata da norme che hanno niente a che fare con la legge di Dio: è il classico laicismo.
Oggi, purtroppo, anche molti cattolici inorridiscono se qualcuno si azzarda a dire loro che sarebbe auspicabile la costituzione di una nuova civiltà cristiana. Di una nuova cristianità. Guai se un cattolico propone – non impone: propone – di lavorare per costruire una civiltà cristiana.

Per impostare bene la nostra conversazione, dobbiamo prima avere chiaro che cosa si intende per civiltà cristiana.
È cristiana quella civiltà che riconosce pubblicamente e accetta liberamente la sovranità di Gesù Cristo in ogni campo dell’ agire umano. Sovranità di Gesù Cristo non solo nelle coscienze dei singoli, ma nella società.
Che Gesù Cristo sia Re della storia, dei singoli e dei popoli, non lo stabiliscono gli uomini. Gesù Cristo è Re della storia perché è Dio e questo è vero anche se le nostre società moderne non lo riconoscono. La civiltà cristiana, invece, lo riconosce pubblicamente: qui sta la differenza.

Dobbiamo essere un po’ precisi per evitare equivoci: non stiamo dicendo che la civiltà cristiana, specialmente quella medievale, è cristiana perché è composta di santi, mentre la società moderna sarebbe abitata da peccatori. Santi e peccatori c’erano nel Medioevo e santi e peccatori ci sono anche oggi.
Non è tra santi e peccatori la differenza. Il giudizio sulla santità è un giudizio che spetta a Dio e alla Chiesa.
La differenza tra civiltà cristiana e non cristiana è, innanzitutto, il pubblico riconoscimento e la libera accettazione della sovranità di Cristo, dunque della sua legge, in ogni ambito dell’ agire umano. Insomma: Cristo è strumento di giudizio per dichiarare buona una cosa e cattiva un’ altra, lecito un comportamento e illecito un altro.

Fatte queste premesse, diciamo subito che non parleremo del Medioevo in generale. Ci limitiamo soltanto a ricordare alcuni elementi estremamente positivi, tipici del Medioevo cristiano, che devono la loro ragion d’essere proprio all’influsso del Cristianesimo. Vedremo – in altre parole – quanto bene ha fatto ai singoli e ai popoli tenere conto del Cristianesimo, tenere conto della legge di Dio: quanto bene ha fatto non solo per la loro anima, dunque per la vita spirituale, ma anche per la vita quotidiana, concreta.

Ci guida un bellissimo libro, scritto da una delle più grandi studiose di Medioevo, la francese Régine Pernoud, intitolato “Medioevo. Un secolare pregiudizio”, edito da Bompiani.

Una premessa. La parola “Medioevo” è fin troppo generica. Letteralmente significa “età di mezzo”, periodo che sta in mezzo. Il Medioevo sarebbe quel periodo che sta in mezzo tra la civiltà classica, quella greco-romana, e la civiltà moderna, quella nata con Umanesimo e Rinascimento e nella quale viviamo oggi.
Siccome si fa terminare l’età classica con la caduta dell’Impero romano, con le invasioni barbariche del V secolo e poiché si fa cominciare l’età moderna con l’Umanesimo e il Rinascimento del XV secolo, il Medioevo comprende ben 10 secoli di storia, mille lunghi anni. Mille anni classificati con un solo termine: “Medioevo”.
Di questi dieci secoli, almeno due, il XIII e il XlV, videro affermarsi nell’Europa occidentale la realizzazione della Cristianità. Ed è proprio questa Cristianità che oggi si denigra, si svaluta, si accusa. E per giungere a questo risultato, si è dato vita alla “Leggenda nera” del Medioevo, del Medioevo cristiano.

Vediamo subito una prima caratteristica della Cristianità medievale. La civiltà cristiana medievale si è strutturata gerarchicamente con a capo una diarchia, cioè una duplice autorità: il Papa e l’imperatore. Nel medioevo cristiano, la Chiesa e l’Impero, l’autorità spirituale (il Papa) e l’autorità politica (l’imperatore) si assumono il compito di procurare e conservare la pace tra i cristiani e si preoccupano della salvezza delle loro anime.
Non è detto che ci riescano sempre, ma questo era la ragion d’essere principale del loro agire.
Questo è un elemento fondamentale della Cristianità: l’autorità religiosa e quella politica collaborano per portare la gente in Paradiso, detto in parole poverissime.

Per amore di verità, dobbiamo dire che questa collaborazione, caratteristica della Res publica christiana, nasconde un pericolo e possiede un pregio.
Il pericolo è quello di confondere i ruoli, i compiti. È un pericolo che ha corso Papa Bonifacio VIII (1294-1303 siamo alla fine del Medioevo) che voleva intromettersi pesantemente nella guerra tra il re d’Inghilterra e il re di Francia. Con la bolla “Unam Sanctam” del 1302, Bonifacio VIII sostiene che la Chiesa ha non solo il potere spirituale ma anche quello temporale. Questo è certamente un pericolo da evitare.
Ma nell’idea di Res publica christiana troviamo un pregio formidabile, pregio che possiamo comprendere bene noi, uomini vissuti nel XX secolo. Ecco il pregio: il potere politico non è mai assoluto, non è mai totalitario.

Nel Medioevo, per influsso positivo del Cristianesimo, non si conosce l’onnipotenza dello Stato, non si sa che cosa è lo Stato totalitario.
Capiamo bene che cosa vuol dire tutto questo se pensiamo alla tragica esperienza del XX secolo, se pensiamo allo Stato totalitario dei regimi comunisti e nazionalsocialista che ha insanguinato il nostro secolo.
Perché nel Medioevo non si conosce lo Stato totalitario? Perché grazie all’influsso positivo del Cristianesimo, si afferma l’idea che anche l’autorità più alta, anche l’Imperatore ha dei limiti precisi quando esercita il potere: l’Imperatore dipende e risponde a Dio del suo potere, attraverso i suoi rappresentanti: il Papa e i Vescovi.
Un’altra caratteristica legata a quella che abbiamo appena visto: nel Medioevo cristiano non si conosce lo “Stato”. Si conosce la persona che incarna l’autorità. Nel Medioevo cristiano lo Stato è sempre una realtà relativa, mai assoluta.

L’idea di Stato moderno nasce con Filippo IV il Bello, re di Francia. Poi è teorizzata da Hegel e in Hitler e Mussolini trova suoi realizzatori. L’idea di Stato onnipotente, legiferante in ogni campo dell’ agire umano, totalitario, non nasce nell’epoca cristiana; anzi, trova un ostacolo proprio nella realizzazione della civiltà cristiana.

Vediamo ora un’ altra caratteristica del Medioevo che si realizza, grazie all’influsso positivo del Cristianesimo.
Nel Medioevo non esiste il singoli ma esiste la famiglia (i Capetingi, le famiglie Normanne, etc.), la corporazione, i feudatari nobili e /o vescovi, le università, gli ordini militari, etc. Qual è il vantaggio concreto di questa caratteristica? Il vantaggio sta nel fatto che singolo individuo, che vive inserito in queste realtà sociali, non si trova mai solo di fronte al potere politico, non è mai abbandonato a se stesso di fronte chi esercita l’autorità.

Il singolo individuo gode di molti privilegi: ma sono i privilegi del suo signore, della corporazione cui appartiene, della sua famiglia.
Questa concezione si riflette nella famiglia. E qui vediamo frutti straordinari derivati dalla concezione cristiana.

Nel diritto romano il Pater familias gode del diritto di vita e di morte sullo schiavo. Lo schiavo, nell’Impero di Romano, è res, è cosa. La donna non ha diritti e il pater familias è non solo gestore m proprietario unico dei beni.
Sotto l’influsso positivo del Cristianesimo, la consuetudine medievale cambia il diritto romano. Il servo non più una cosa (ricordiamo la lettera di san Paolo a Filemone, dove gli dice di trattare da fratello lo schiavo Onesimo). Il capo famiglia non ha diritto di vita di morte. Nella società rurale medievale il servo è bene prezioso. È vero che non può lasciare il feudo (e spesso non intende affatto lasciarlo per non perdere la protezione) ma nemmeno il padrone può cacciarlo.

Il servo – a differenza dello schiavo – può sposare chi vuole, avere figli e possedere terra, i suoi figli ereditano alla morte non solo la terra ma anche tutti i beni che il servo ha potuto acquistare in vita.
Fino alla Rivoluzione francese – quindi siamo in epoca moderna – nessuna autorità poteva strappare il contadino dalla sua terra. Nel medioevo cristiano non esisteva il servizio militare obbligatorio, che in una società contadina avrebbe tolto i giovani dal lavoro dei campi, con effetti disastrosi. È con la Rivoluzione francese, con una nuova idea di Stato che nasce l’idea che sia giusto e possibile obbligare a combattere i giovani che non lo vogliono.

Un’ altra caratteristica. Come non si conosce lo Stato assoluto, nel Medioevo non si conosce il padrone assoluto. Il padrone medievale ha una famiglia a cui risponde del suo potere. Su scala del tutto diversa, ovviamente, ha gli stessi obblighi del servo: non può vendere i beni della famiglia, non può abbandonare la sua terra, il feudo principale, del quale risponde al suo lignaggio.

Ancora un’ altra considerazione. L’influsso positivo del Cristianesimo si nota molto bene in una istituzione caratteristica del Medioevo: la Cavalleria. Nel mondo dei barbari la gerarchia nasceva sulla base della legge del più forte, del più coraggioso. Si ama l’impresa clamorosa, non si hanno remore per compiere violenze e saccheggi. Le invasioni barbariche ne sono un esempio.

La società cristiana medievale non cancella la cavalleria ma la trasforma. Viene innanzi tutto disciplinata dalla Chiesa: la cavalleria si pone al servizio di Dio e del debole e vi possono accedere tutti coloro che ne hanno i mezzi.

Poi la Chiesa si adopera per restringere sempre di più un diritto assolutamente riconosciuto nel mondo germanico: la guerra privata, la vendetta della famiglia dell’offeso nei confronti di chi aveva macchiato il suo onore.
Naturalmente, bisogna avere il coraggio di dire che è semplicemente utopistico pensare che con un tratto di penna si potevano cancellare i caratteri della cavalleria, trasformare un popolo di guerrieri in un branco di pacifisti. Però la Chiesa emana norme pratiche per regolare questo diritto:
- una è la “pace di Dio”. Nel Concilio di Charroux, nel 989, viene lanciato un anatema contro chi entra a forza in una chiesa e ne asporta qualche cosa; contro chiunque ruberà beni di un contadino e dei poveri e contro chi ruberà la loro pecora, il bue o l’asino.
- l’altra è la “tregua di Dio”. Nel Concilio di Clermont del 1095, voluto da Urbano II, il Papa della prima crociata, la Chiesa vieta ogni atto di guerra, sotto pena di scomunica:
• dalla 1° domenica di Avvento fino alla VIII dell’Epifania;
• dal 1° giorno della Quaresima fino all’VIII dell’ Ascensione;
• dal mercoledì sera al lunedì mattina per tutto il resto dell’ anno.
Non si può per legge eliminare la violenza insita nella natura umana, ma si può regolamentari a e ridurla il più possibile. Come è facile vedere, restavano veramente pochi giorni in un anno per combattere.

Andiamo avanti. La nostra cultura è piena di pregiudizi riguardo il Medioevo cristiano. Uno afferma che il Medioevo cristiano fosse volontariamente nemico della cultura.
Ma basti pensare a quanto scrive Regine Pernoud, in un altro bel libro che consiglio di leggere: “Luce del Medioevo”. Sentiamo: “Il fanciullo, nel Medioevo come in ogni epoca, va a scuola. In generale alla scuola della parrocchia, o del monastero più vicino. Infatti, ogni chiesa ha accanto una scuola; il concilio lateranense del 1179 gliene fa un obbligo stretto” (Régine Pernoud, Luce del Medioevo, Volpe, Roma 1978).
Vi sono scuole episcopali, monastiche e quelle dei capitoli delle cattedrali, anch’essi sottoposti all’obbligo dell’insegnamento, come precisato dal Concilio Lateranense. Alle scuole vanno anche i poveri.

La cosa può sembrare strana, ma dobbiamo ricordare che ci sono tanti esempi di grandi personaggi provenienti da famiglie di umile condizione:
- Sugero, abate di Saint Denis, che governa la Francia durante l’assenza di Luigi VII partito per la seconda crociata (1147-1149), era figlio di servi;
- Maurizio di Sully, arcivescovo di Parigi che fece costruire Notre-Dame, era figlio di un mendicante;
- san Pier Damiani (1007-1072), divenuto cardinale, consigliere di Gregorio VII, da bambino faceva il guardiano di porci;
- l’uomo più colto del suo tempo, Gerberto d’Aurillac (ca. 940-1003), divenuto Papa con il nome di Silvestro II, era un pastore;
- il Papa Urbano VI (1378-1389) era figlio di un piccolo calzolaio di Troyes; – Gregorio VII, uno dei più grandi pontefici di tutta la storia della Chiesa, era figlio di un povero capraio.

Nel Medioevo cristiano nascono le università. La bolla Parens scientiarum di Gregorio IX (1227-1241) può essere considerata come il documento istitutivo della Università medievale, assieme ai regolamenti dettati nel 1215 dal cardinale Roberto di Courcon, che agiva in nome di Papa Innocenzo III, regolamenti che riconoscevano esplicitamente agli insegnanti e agli studenti il diritto di associazione.

Creata dal Papato, l’Università ha un carattere completamente ecclesiastico: i professori appartengono tutti alla Chiesa, e i due grandi ordini che le danno lustro nel XIII secolo, francescano e domenicano, si copriranno ben presto di gloria con san Bonaventura e san Tommaso d’Aquino. I programmi di studio comprendono tutte le grandi discipline scientifiche e filosofiche, dalla grammatica alla dialettica, dalla musica alla geometria, oltre che alla teologia.

Re Filippo Augusto sottrae i membri delle Università alla giurisdizione civile già nell’ anno 1200. Insegnanti, studenti e perfino i loro domestici dipendono solamente dai tribunali ecclesiastici, il che è un privilegio e consacra l’autonomia della istituzione.
Quanto bene farebbe oggi una scuola libera dal potere dello Stato. Nel medioevo cristiano insegnanti e studenti sono completamente liberi da obblighi verso il potere centrale; si amministrano da sé, prendono in comune le decisioni che li riguardano e gestiscono le loro finanze senza alcuna ingerenza da parte dello Stato. Siamo di fronte alla vera libertà di insegnamento.

Ma soprattutto le università sono un segno della fiducia nella ragione umana. San Tommaso insegna che la ragione è in grado di giungere alle vette del sapere dimostrando l’esistenza di Dio, anche senza l’ausilio della Rivelazione. Quanto alla qualità dell’insegnamento, basti ricordare che san Tommaso ha scritto i suoi volumi della Somma Teologica come manuale per i suoi studenti.

Andiamo avanti. Un altro pregiudizio per squalificare il Medioevo cristiano riguarda la figura della donna*. Si dice – e molti ripetono acriticamente – che solo nell’ epoca moderna la donna ha visto riconosciuti i suoi diritti.

Ma pensate all’esempio dei monasteri doppi di Roberto d’Arbrissel, nei primi anni del XII secolo, dunque in pieno medioevo. Monasteri doppi, messi sotto la direzione di una Badessa, senza per questo creare alcuno scandalo. Pensate che per volontà del fondatore, la badessa doveva essere una vedova, cioè una donna che avesse fatto una esperienza matrimoniale. Per completare il quadro, aggiungiamo che la prima badessa, Petronilla di Chemillé, aveva solo 22 anni.

Potremmo citare altri aspetti che caratterizzano la civiltà cristiana medievale.
Ci basta aver compreso un dato. Non è vero che il Medioevo, specialmente il medioevo cristiano, particolarmente la civiltà cristiana medievale, è da considerarsi un’ epoca di “secoli bui”, di oscurantismo, di miseria culturale e spirituale.

Non abbiamo detto una parola sulla bellezza delle cattedrali, che nascono proprio nel Medioevo. Ma ricordare queste cattedrali, ricordare l’ingegno umano che le ha progettate, ricordare l’impegno dei popoli che le hanno costruite, ricordare la fede vera che dava il senso, il significato di queste imprese straordinarie, ci fa capire quanto siano sbagliate quelle espressioni che abbiamo ricordato in principio.


http://unacasasullaroccia.com/luce-del- ... cristiano/



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Pubblico il testo di una vecchia conversazione che Gianpaolo Barra, direttore de “Il Timone”, ha tenuto a Radio Maria, durante una trasmissione condotta da don Tino Rolfi.


con tutto il rispetto ho letto fin qui e mi sono subito fermato :) E' come chiedere ai 5 stelle se il loro partito gli piace cosa potranno mai dirti? ^_^

LA chiesa è un mezzo di propaganda di una ideologia tutto qua. Se tu sei un adepto o un credente allora per te il medioevo sarà il paradiso ma per le persone normali il medioevo è un periodo oscuro e buio dove comandava la chiesa e quindi la menzogna. Ma ad un fedele che gli frega, lui crede a quello che gli viene imboccato .)

Ad esempio tu credi che il medioevo sia stato un periodo d'oro perchè così ti è stato detto di pensare su radio maria ^_^


Ultima modifica di MaxpoweR il 11/03/2014, 13:31, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 11/03/2014, 13:31 
l'epoca in cui la magia la faceva da padrona ,guarda caso tutti perseguitati come streghe maghi e stregoni per poi nascondere per sempre a tutti quelle arti, ora praticate solo da pochi eletti.


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MessaggioInviato: 11/03/2014, 13:36 
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zakmck ha scritto:

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Ufologo 555 ha scritto:

Magari! Il Medio Evo fu una fiorire di spiritualità ... [;)]


Si vabbe', chiamiamola spiritualita'. In realta' fu solo una religiosità, vissuta come appartenenza alla Chiesa e imposta con la forza.

Non per nulla il medioevo e' stato definito come epoca buia e cioe' il periodo in cui vigeva la supremazia della religione (e della Chiesa) sull'uomo e sulla ragione.

Non a caso il periodo successivo fu chiamato rinascimento. Di solito si rinasce dopo la morte.

[xx(]





Zack...in fin dei conti non è che Ufò stia dicendo proprio fesserie.
In realtà c'è stata un fiorire di conoscenza spirituale...ed è proprio
per questo che la Chiesa ha agito in quei termini.
In primis bruciando centinai e centinaia di libri
oltre il sequestro dei sudetti. [;)]

;o)



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MessaggioInviato: 11/03/2014, 13:56 
e cosa c'è di peggio?



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MessaggioInviato: 11/03/2014, 14:03 
Vorrei una risposta senza troppi giri di parole o interpretazioni...

E' vero o non è vero che il culto mariano è stato introdotto solo secoli dopo la "trascrizione" del messaggio di Gesù Cristo e la sua "codifica" nei testi scelti come "canonici" dalla Chiesa durante il Concilio di Nicea?

Quindi CHI O COSA E' FATIMA?!

E cosa c'entra con il suddetto insegnamento di Gesù Cristo!??!

[?] [8)] [?]



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MessaggioInviato: 11/03/2014, 14:15 
Fatima è un mezzo, un megafono a cui abboccano i credenti. Secondo me in principio questo messaggio fu travisato e strumentalizzato dalle persone che per prime ne entrarono in possesso anche perchè il contesto era quello che era e ben si prestava a strumentalizzazioni di tipo religioso e bigotto.

Le cose sono 2: se quei "messaggeri" si sono resi conto della strumentalizzazione magari hanno smesso e ciò che vediamo oggi è solo propaganda cattolica o dal loro punto di vista va bene anche un messaggio strumentalizzato purché raggiunga e colpisca in pieno molta gente e quindi si accontentano di parlare ai devoti cattolici.

Di sicuro non è la madonna visto che è stata inventata mille anni fa. Non è Dio, perchè pure dio è stato inventato, soprattutto YHWH quindi cos'è? Secondo me è propaganda :) o umana o Elohim.



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MessaggioInviato: 11/03/2014, 14:34 
Cita:
catwalk ha scritto:
Zack...in fin dei conti non è che Ufò stia dicendo proprio fesserie.
In realtà c'è stata un fiorire di conoscenza spirituale...ed è proprio
per questo che la Chiesa ha agito in quei termini.
In primis bruciando centinai e centinaia di libri
oltre il sequestro dei sudetti. [;)]

;o)



Mi rendo conto che siamo in OT pauroso, ma propendo ad interpretare il tuo post come ironico. [;)]

Piu' seriamente, invece, la questione si puo' dipanare semplicemente ricercando e comparando sul vocabolario il significato di spiritualita' e religiosita'.

Dal mio punto di vista, tutto cio' che e' attinente alla spiritualita' e' un bene mentre cio' che e' attinente alla religiosita' e' un male.

Fine OT.


Ultima modifica di zakmck il 11/03/2014, 14:35, modificato 1 volta in totale.


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"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

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zakmck ha scritto:

Cita:
catwalk ha scritto:
Zack...in fin dei conti non è che Ufò stia dicendo proprio fesserie.
In realtà c'è stata un fiorire di conoscenza spirituale...ed è proprio
per questo che la Chiesa ha agito in quei termini.
In primis bruciando centinai e centinaia di libri
oltre il sequestro dei sudetti. [;)]

;o)



Mi rendo conto che siamo in OT pauroso, ma propendo ad interpretare il tuo post come ironico. [;)]

Piu' seriamente, invece, la questione si puo' dipanare semplicemente ricercando e comparando sul vocabolario il significato di spiritualita' e religiosita'.

Dal mio punto di vista, tutto cio' che e' attinente alla spiritualita' e' un bene mentre cio' che e' attinente alla religiosita' e' un male.

Fine OT.





E che c'entra con quello che ho detto?

[?]



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