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MessaggioInviato: 13/03/2014, 23:07 
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Atlanticus81 ha scritto:

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Aztlan ha scritto:

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mauro ha scritto:

è in ..Ukraina [;)]


Certo che... dalle piramidi bosniache ai siti ed esami di laboratorio in Ucraina...


Mi spiego meglio:

nell' ordine, le guerre del Kosovo, Iraq, la rivoluzione in Egitto, queste ultime almeno con relativi saccheggi nei musei delle capitali, e ora... Ucraina.


Quanto scommettiamo che durante il caos la folla irromperà pure in quel di Kiev e molti reperti scompariranno anche da lì,

senza che la polizia trovi i responsabili tra la gente comune, ancora una volta [?]




Ci stavo giusto pensando anche io... non è che dietro l'imperialismo occidentale oltre a motivazioni di carattere economico-geopolitico ci siano anche motivazioni occulte?

Del tipo "occupare quelle aree 'sensibili' per una certa razza a noi ben nota" in vista del loro 'ritorno'?

[8)]


Beh Hitler qualcosa dovrebbe insegnare :) Probabilmente sanno qual cosa che noi non sappiamo



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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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MessaggioInviato: 16/03/2014, 10:09 
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Aztlan ha scritto:

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mauro ha scritto:

è in ..Ukraina [;)]


Certo che... dalle piramidi bosniache ai siti ed esami di laboratorio in Ucraina...


Mi spiego meglio:

nell' ordine, le guerre del Kosovo, Iraq, la rivoluzione in Egitto, queste ultime almeno con relativi saccheggi nei musei delle capitali, e ora... Ucraina.


Quanto scommettiamo che durante il caos la folla irromperà pure in quel di Kiev e molti reperti scompariranno anche da lì,

senza che la polizia trovi i responsabili tra la gente comune, ancora una volta [?]



E' una riflessione che mi stuzzica l'appetito questa qui.....
Non che siano queste le vere motivazioni di tali invasioni, certo....

Tuttavia, visto che in quelle aree ci sono (sempre e comunque)
di mezzo squadre paramilitari in azione..... sai com'è... a pensar
male ci si azzecca sempre [8D]



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MessaggioInviato: 05/05/2014, 00:53 
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I Neanderthal non si sono mai estinti!

Nuovi studi suggeriscono che i Neanderthal non si sono mai estinti

Immagine

Il dibattito scientifico che riguarda la scomparsa dei Neanderthal è in corso da decenni con uno stuolo di esperti a proporre fattori come i cambiamenti climatici, la lotta per l’approvvigionamento delle risorse, la limitata intelligenza fra le cause della loro estinzione.

Ma ora una nuova ricerca pubblicata sulla rivista PLOS ONE suggerisce che i Neanderthal non si sarebbero estinti affatto. Piuttosto, svanirono gradualmente attraverso l’incrocio genetico, assimilandosi nei primi esseri umani.

La dott.ssa Paola Villa, del Museo della University of Colorado e il Prof. Wil Roebroeks della Leiden University, hanno scritto sulla rivista elettronica Public Library of Science ONE sostenendo che le differenze tra le due sub-specie umane non sono sufficienti per spiegare l’estinzione dei Neanderthal. La ricerca avrebbe scoperto che il genoma di Homo Sapiens e quello di Neanderthal sono geneticamente identici al 99,84 percento, e hanno meno di 100 proteine che differiscono nella sequenza aminoacida.

Gli esperti hanno teorizzato che i Neanderthal si estinsero perché erano mentalmente, tecnologicamente e culturalmente inferiori agli Homo sapiens incapaci di competere per risorse limitate. Ma la dott.ssa Villa e il Professore Roebroeks hanno detto nel loro rapporto, “possiamo concludere che tutte le spiegazioni su base archeologica, per la scomparsa dei Neanderthal … sono errate”.

Gli scienziati hanno condotto un’analisi su reperti archeologici risalenti a 200,000 anni e hanno scoperto che i Neanderthal realizzavano utensili e armi efficaci, portavano ornamenti come artigli d’aquila, utilizzati ocra, mangiavano piante e pesci, usavano il fuoco creavano spazi organizzati per la vita nelle loro caverne. In molti casi, questo accadeva prima dell’arrivo degli esseri umani moderni, e quindi i comportamenti non potevano essere stati copiati da loro. Questo dimostra che l’uomo di Neanderthal non era inferiore ai primi esseri umani in quello che potenzialmente potevano acquisire.

Un’ulteriore prova deriva dai reperti fossili . Una serie di studi recenti ha presentato la prova di consanguineità tra Neanderthal e gli esseri umani . Alcune caratteristiche umane come sono state riscontrate in fossili dei tardi Neanderthal, e viceversa , alcune caratteristiche di Neanderthal sono state osservate nei primi esemplari di esseri umani moderni in Europa . Inoltre , i geni di Neanderthal sono stati trovati nel moderno DNA umano.

“Gli studi genetici ora suggeriscono che il dibattito sulla scomparsa dei Neanderthal deve essere riformulato in termini di un certo grado di ibridazione “, hanno scritto gli autori dello studio, che sostengono che i Neanderthal e i primi esseri umani moderni si siano probabilmente ibridati in Europa e nel Medio Oriente circa 50.000 anni fa.

Gli autori dello studio hanno concluso che ” i Neanderthal non si estinsero, anche se la loro morfologia caratteristica è scomparsa.”

Invece i Neanderthal furono assimilati nella popolazione umana (“Uomo Nuovo?” n.d.T.) in espansione.


http://www.acam.it/i-neanderthal-non-si ... i-estinti/


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MessaggioInviato: 14/05/2014, 09:47 
Chi ha seguito il Progetto Atlanticus dall'inizio si ricorderà che in occasione di una delle nostre prime conferenze parlammo proprio di questo tema.

Il patrimonio genetico normale della scimmia è di 48 cromosomi e quello dell’uomo è di 46. Se noi derivassimo dalla scimmia, dovremmo trovare nella scimmia un meccanismo, scientificamente comprovato, che spieghi come da 48 cromosomi siamo passati ad averne 46. Se noi non dimostriamo questo passaggio, tutta la teoria evoluzionista è una favola.

Era il 2°Memorial Carlo Sabadin http://www.mediafire.com/view/?041ydq0eb6i4vq6

L'articolo che segue conferma quanto sostenuto in quella mia conferenza...

[^]

Cita:
La Riduzione Cromosomica sbufala definitivamente l’evoluzionismo di Darwin

Riportiamo 14 pagine (da pagina 10 a pagina 24) dell’opera del dr. Francesco Saverio Martelli, “Quando Fede e Ragione possono raccontare la stessa storia”. Il PDF completo è gratuitamente scaricabile a questo link.

Alcune informazioni sull’autore direttamente da Wikipedia:

“Medico Chirurgo Odontoiatra, Socio Fondatore dell’Accademia Italiana di Odontoiatria Microscopica e della Società Spagnola di Laser in Odontostomatologia. Membro onorario per meriti scientifici dell’Accademia Spagnola di Odontoiatria Microscopica. Membro onorario dell’Accademia Messicana di Endodonzia. Presidente onorario della Società Greca di Microscopia odontoiatrica.

Ha partecipato come relatore a più di 150 congressi internazionali in tutto il mondo portando la sua esperienza in Odontoiatria soprattutto nell’applicazione del Microscopio Operatorio, del Laser, e di nuovi approcci diagnostici a livello microbiologico e genetico, soprattutto nella terapia della Parodontite e dell’Implantologia.

È autore di articoli scientifici e capitoli di libri in ambito internazionale; autore del libro “Laser in odontostomatologia, applicazioni cliniche”.

Nel 2001 fonda a Firenze “l’Istituto di Ricerca e Formazione in Microdentistry”, ottenendo risultati importanti nel campo dell’Odontoiatria Microinvasiva, e approfondimenti scientifici sulla correlazione della parodontite con le malattie sistemiche, in particolare L’osteoporosi.”
_______________________

La sconfitta della teoria della Riduzione Cromosomica

Per arrivare ora direttamente all’argomento che stronca in maniera definitiva ogni ambizione residua di voler affermare che l’evoluzionismo può avere una base scientifica, vediamo di capire insieme, partendo dalla struttura del DNA umano, che cosa sia la Riduzione Cromosomica. Perché è questa comprensione che ci permette, poi, di constatare, nella fattispecie dell’uomo, ma comunque di qualsivoglia specie, che sia l’aumento di un solo cromosoma, sia la perdita di un solo cromosoma, risultano sempre incompatibili con la vita o con la sua riproduttività. Ciò ci permette anche di capire che cos’è una Sindrome Cromosomica.

Qual è il dato di fatto che è sfuggito fino ad ora a tutti quelli che hanno abboccato all’amo della teoria evolutiva? È che il patrimonio genetico normale della scimmia è di 48 cromosomi e quello dell’uomo è di 46. Se noi derivassimo dalla scimmia, dovremmo trovare nella scimmia un meccanismo, scientificamente comprovato, che spieghi come da 48 cromosomi siamo passati ad averne 46. Se noi non dimostriamo questo passaggio, tutta la teoria evoluzionista è una favola.

Darwin all’epoca della pubblicazione del suo libro non poteva sapere che la Riduzione Cromosomica fosse un’utopia perché fino al 1959, esattamente un secolo dopo la pubblicazione del libro ‘L’origine delle specie’, non si conosceva ancora il DNA il cui corredo cromosomico, fra l’altro, a tutt’oggi non è stato del tutto decodificato.

Solo poi sono entrati in scena i Neodarvinisti e gli Evoluzionisti che hanno formulato sia ‘la teoria della mutazione delle specie’, cioè il passaggio spontaneo da una specie ad un’altra, sia quella della ‘Riduzione Cromosomica’, teorie che, come vedremo, non sono più sostenibili alla luce delle conoscenze odierne. Nonostante siano stati pubblicati centinaia di libri a supporto della tesi evoluzionista, una dimostrazione scientifica gli evoluzionisti non l’hanno mai data!

Nel 1963 viene scoperto il DNA. È dunque una scoperta piuttosto recente che sta per compiere i 50 anni. Ma è solo negli ultimissimi tempi che si sta iniziando a ‘capire il funzionamento’ delle strutture della cellula. E le nuove scoperte sono tante!

Tuttavia, anche con la scoperta del DNA la conoscenza della struttura dei cromosomi e del loro funzionamento era ancora legata a strumenti non molto sofisticati.

Il funzionamento del filamento e di tutto quello che di vivo ci sta attorno, noi oggi lo capiamo solo con la biologia molecolare. Per questo chi è titolato a parlare di queste cose non può essere il fisico, o l’antropologo, o qualche altro scienziato, o il teologo, o il filosofo, ma solo il genetista insieme al biologo molecolare. Non è una cosa che si possa studiare con i raggi X. Anche se con i raggi X riusciamo a vedere delle immagini di come è fatto un cromosoma, non possiamo trarre alcuna conseguenza dal punto di vista biologico. Possiamo solo fare uno studio da un punto di vista descrittivo. Possiamo vedere questo attorcigliamento che forma la doppia elica. Oltre questo, non andiamo. Ecco perché il genetista ha bisogno della biologia molecolare per capire come sono fatte le strutture e il loro funzionamento.

E cosa vedono il genetista e il biologo molecolare? Vedono che la scienza oggi sta avanzando in direzione opposta rispetto ai postulati neodarwinisti. Ecco quali sono le maggiori novità.

Limiti dell’evoluzionismo per la non scientificità della teoria della Riduzione Cromosomica

Gli Evoluzionisti basano la loro teoria partendo dal fatto che il 98% del bagaglio genetico delle scimmie e dell’uomo sono simili. Da questa osservazione passano, come se si trattasse di una conseguenza logica, al presupposto che la Riduzione Cromosomica sia un dato di fatto. Pensano che l’uomo derivi dalla scimmia perché in tempi remoti uno o più individui sarebbero passati, in modo casuale, dai 48 cromosomi delle scimmie ai 47 e poi dai 47 ai 46 dell’uomo attuale per evoluzione spontanea attraverso un processo di ‘fusione’ di due cromosomi. Perciò essi, ingenuamente, considerano irrilevante il problema della Riduzione Cromosomica.

Ma tecnicamente, passare da 48 a 46 cromosomi è impossibile! ‘Statisticamente’ è impossibile!

A chiunque voglia avventurarsi in questa discussione io gli presento una TABELLA dei casi statistici in cui c’è un cromosoma in meno e il risultato lo vedrà da solo. Il risultato è chiaro! Vedrà che questo passaggio nella realtà ‘è impossibile’! Anche ‘tecnicamente’ è impossibile! Sfido chiunque a dimostrarmi il contrario! Se non me lo dimostra, nemmeno lo ascolto. Non lo ascolto perché quella teoria non solo non è dimostrabile, ma perché lo studio statistico delle Sindromi Cromosomiche mi dimostra esattamente il contrario.

Ora, per capire perché la natura boccia la teoria della Riduzione Cromosomica dobbiamo prima chiarire cosa sono le Sindromi Cromosomiche.

Le Sindromi Cromosomiche, le Patologie Cromosomiche e le Malattie

Lo studio delle Sindromi Cromosomiche, fatto nell’ottica di queste nuove conoscenze, pur gettando una luce sinistra sulle origini della specie umana per come noi la conosciamo oggi, apre per la scienza e la religione scenari di ricerca e approfondimento non immaginabili fino a qualche decennio fa.

Ricordiamo infatti che prima che Watson e Crick fossero insigniti del premio Nobel per gli studi condotti sulla molecola dell’acido desossiribonucleico (DNA) e prima che gli orizzonti scientifici fossero ampliati a dismisura dalle recenti acquisizioni tecnologiche che hanno permesso a Craig Venter e alla sua équipe il sequenziamento del genoma umano, le possibilità di studiare quello che da un punto di vista informatico potremmo considerare il “Linguaggio di Dio” erano praticamente nulle.

Solo dopo il 1963 si è potuto mettere in relazione la malattia con il patrimonio genetico. Solo da quel momento l’attenzione si è focalizzata sulle Sindromi Cromosomiche e sulle Patologie Cromosomiche prodotte da anomalie che si verificano prima, o durante o dopo il concepimento, ossia durante la divisione e duplicazione meiotica, il successivo scambio e ricombinazione del materiale genetico tramite il così detto ‘crossing-over’ (incrocio esterno) e la successiva divisione cellulare. Se in una di queste fasi si verifica una anomalia, ecco che il risultato è imperfetto. La causa non è dovuta la caso, ma a una irregolarità cromosomica o a un errore del programma di riproduzione per effetto dell’ibridazione della specie umana.

Le Sindromi Cromosomiche si distinguono dalle Patologie Cromosomiche, e queste dalle Malattie in genere, per la loro gravità e perché interessano contemporaneamente tanti organi. Le Sindromi Cromosomiche sono, dunque, un insieme di Patologie che si manifestano in individui ‘fin dal concepimento’ coinvolgendo contemporaneamente organi, distretti e apparati e si distinguono, appunto, per la loro gravità.

Le Patologie Cromosomiche, invece, sono esse pure congenite, ma ‘insorgono ad un certo momento della vita, e solo quando c’è una predisposizione genetica’.

Se è interessato solo un organo, parlo di Malattia. Per esempio, se ho la cirrosi è ammalato il fegato; se ho il diabete è ammalato il pancreas; se sono presbite è ammalato l’occhio… Queste sono Malattie.

A volte ci sono Patologie che non toccano il fisico, ma toccano la psiche dell’individuo. Noi non possiamo fossilizzarci solo su quello che vediamo come risultato esteriore, ossia sul fatto che alcune persone, pur gravemente colpite da tare psichiche, e qui userei Sindromi, non presentano alterazioni somatiche che possiamo vedere. Può accadere che noi li percepiamo come uomini normali mentre non lo sono, solo perché non hanno una Sindrome che ha pesato sul corpo. Questi pazienti possono essere molto più ammalati di molti che invece lo sono visibilmente.

Di tutta la materia che riguarda l’origine delle Sindromi Cromosomiche la scienza non sa ancora praticamente niente! Ma crede di sapere e in questa presunzione sviluppa deliri di onnipotenza, come quelli che si leggono sempre più spesso nei giornali o si ascoltano nei media: che… si arriverà a debellare tutte le malattie, comprese le Sindromi, …e che un giorno si vivrà molto più a
lungo, …forse 200 anni…

Le Sindromi Cromosomiche più gravi si possono classificare, con una semplificazione estrema, in Monosomie, quando hanno un cromosoma in meno, Trisomie, quando hanno un cromosoma in più e in Polisomie, quando hanno più cromosomi in eccesso rispetto al cariotipo normale.

La TABELLA che analizzeremo è il risultato di uno studio fatto su 100.000 casi. Uno studio fatto su 100.000 casi ha una potenza statistica sulla quale nessuno può eccepire nulla in campo scientifico: è ‘legge’. Nessuno può contestare quei dati. Perché normalmente gli studi scientifici, quando vengono fatti su 1000 casi, sono già studi che statisticamente hanno un peso.

Le Sindromi Cromosomiche finora scoperte sono tantissime e riguardano tutti i cromosomi. Qui, per esemplificazione, riportiamo solo alcuni esempi.

Vediamo cosa ci dice la statistica dei casi esaminati.

Se noi analizziamo questa TABELLA, vediamo che quando si tocca il numero dei cromosomi l’individuo o non nasce affatto o, se nasce, nasce malformato. Nasce con una Sindrome Cromosomica. E nasce con l’impossibilità a riprodursi. Il che ci dimostra che non possiamo nemmeno supporre che il passaggio da una scimmia all’uomo sia avvenuto in natura attraverso una Riduzione Cromosomica. E neanche se si assomma un cromosoma la situazione migliora. Vediamo che quando avvengono delle Trisomie nei cromosomi maggiori (1-12) lo zigote non s’impianta nemmeno o, se inizia la gestazione, muore subito dopo e viene espulso con un aborto spontaneo. In nessun caso nasce vivo. Sopravvivono solo quelli in cui avviene solo una delezione, ossia viene toccata soltanto una piccola parte di un cromosoma, ma ciò produce sempre una Sindrome.

Altra osservazione, conseguente a questa, è che le Sindromi avvengono sempre nei cromosomi di più piccole dimensioni perché con compiti meno indispensabili alla vita. Queste sono, comunque, egualmente devastanti e interessano contemporaneamente più organi. Ad esempio la Sindrome di Down è determinata da un’irregolarità del Cromosoma 21 che è fra i più piccoli fra i cromosomi autosomi. Ma è sufficiente anche una piccola anomalia per produrre un grande danno. Fra i casi Down troviamo una grande gamma di gravità. Alcuni casi sono quasi impercettibili e questi soggetti hanno un buon grado di apprendimento e di autonomia. Hanno, comunque, tutti un grande indice di affettività e di socialità.

Generalmente i soggetti affetti da questa Sindrome hanno anche un alto indice di sterilità.

Vi siete mai chiesti come mai oggigiorno non si vedono più casi gravi di Sindromi Cromosomiche? Questo è dovuto al fatto che l’amniocentesi o la villocentesi vengono fatte nei primi mesi di gestazione e quindi permettono di riconoscere i feti con Sindromi e di provvedere ad eliminarli. Questo non indica che la società abbia un più elevato grado di normalità. Vengono semplicemente fatti abortire, mentre i casi più gravi sono abortiti spontaneamente.

Le Monosomie. Si chiamano monosomie quei casi in cui c’è un cromosoma in meno rispetto al cariotipo normale. Non ci sono casi di monosomia fra le coppie di cromosomi 1-22, cioè quelle che codificano prevalentemente i caratteri somatici e che vengono definite ‘autosomi’. Autosomi sono perciò quelle coppie che ‘non’ determinano il sesso ma altri caratteri genetici.

Tutti i casi di monosomia riguardano ‘solo’ la coppia numero 23, quella che determina prevalentemente i caratteri sessuali. Qui manca un cromosoma: o manca il cromosoma Y o manca l’altro cromosoma X. Rimane perciò solo il cromosoma X. Quindi è una Sindrome che colpisce solo le femmine. Questa monosomia viene chiamata X0, (x zero) perché c’è solo il cromosoma
sessuale X e manca quell’altro.

L’unica monosomia conosciuta è la Sindrome di Turner. Le femmine che sopravvivono presentano alla pubertà una statura inferiore alla media, mammelle poco sviluppate e organi sessuali interni immaturi.

Ma, badate bene cosa hanno visto i genetisti in questo studio! Hanno visto che, sul campione di 100.000 casi studiati, solo 1358 sono casi di monosomia. E di questi solo 8 sono arrivati vivi alla nascita, mentre gli altri 1350 casi con la Sindrome di Turner sono nati morti o sono stati abortiti spontaneamente. Gli individui con 45 cromosomi, perché nel cromosoma 23 manca la Y o la X, muoiono subito e, se magari riescono a sopravvivere per qualche anno, ma in percentuale ridottissima (8/100.000), sono destinati a morire prima di raggiungere l’età fertile! Nessuno di questi individui con un cromosoma in meno è arrivato all’età fertile! Il rapporto dice tutto quello che c’è da capire! Non arriveranno mai a generare!

Ma se il cromosoma ‘mancante’ interessa una delle altre coppie di cromosomi, vale a dire da 1 a 22, il feto viene abortito prima della nascita. Sempre! Questo dice tutto! Sfido chiunque a dimostrarmi che in natura sia possibile una Riduzione Cromosomica!

Tutti gli altri casi di Sindrome Cromosomica hanno un cromosoma in più. Questi talvolta sopravvivono, ma sono sempre individui menomati.

Il passaggio logico per un evoluzionista sarebbe quello di riuscire a dimostrare che una riduzione in termini numerici di cromosomi sia possibile. Io non voglio nemmeno stare a discutere se la mancanza di un cromosoma sia migliorativa o peggiorativa perché, anche per la mancanza di un pezzettino piccolissimo di un solo cromosoma, ne va dell’individuo. Lo devasta! Ne viene fuori una cosa raccapricciante! Tecnicamente, se ne manca uno, l’individuo non sopravvive o vive per poco!

Questa è la prova che la Riduzione Cromosomica in termini numerici è impossibile! Perciò ho detto che sfido chiunque voglia controbattere l’evidenza di questa statistica! Sfido qualunque genetista, medico, biologo, antropologo, veterinario… a dimostrarmi il contrario! Ma con dati alla mano!

Dovrebbe dimostrarmi che nella specie umana esistono dei casi di individui con 45 cromosomi, che possano essere in grado di generare e … in modo migliorativo! Si tratterebbe di provare le medesime circostanze di quanto essi suppongono sia successo nel passaggio dalla scimmia all’uomo. Dovrebbe
dimostrarmi che, in una casistica di altri 100.000 casi, almeno qualche caso di monosomia è arrivato all’età fertile e, con 45 cromosomi, ha fatto figli. E in maniera ‘migliorativa’. Perché questo è il problema!

Ecco perché ho detto che finché qualcuno non mi porta un altro studio di altri 100.000 casi e non mi mostra che fra questi c’è una sia pur piccola percentuale che è arrivata all’età fertile passando da 46 a 45 cromosomi e poi si è riprodotta facendo figli con un altro individuo di 45 cromosomi ‘in maniera migliorativa’, non lo ascolto. Perché questo sarebbe stato il passaggio che secondo loro avrebbe dovuto avvenire: passare da 48 a 47 cromosomi e poi da 47 a 46, in maniera migliorativa, visto che noi abbiamo caratteristiche superiori alle scimmie.

La Riduzione Cromosomica che l’evoluzionismo sostiene è praticamente impossibile!

Se noi seguiamo questo ragionamento che parte dall’osservazione scientifica e osserviamo le scimmie, dobbiamo constatare che una scimmia ‘viva’ con 47 cromosomi, cioè con un cromosoma mancante, non si è trovata mai! Soprattutto una scimmia femmina adulta in grado di riprodursi, non si è trovata mai! Questo è l’anello mancante!

Quindi, la conclusione che da un punto di vista scientifico possiamo trarre studiando le monosomie e comparando i dati ottenuti con le ipotesi evoluzionistiche è che queste sono eretiche e rivoluzionarie.

Eretiche perché smerciano una bugia venduta a livello planetario come scientificamente provata perché, nonostante sia ormai chiaro sia da un punto di vista biologico, biochimico, statistico-matematico che l’evoluzionismo neodarvinista è privo di fondamento, tale teoria viene presentata nei libri di testo scolastici, nei musei e nei congressi come vera, e gli scienziati dissenzienti ostracizzati e messi a tacere. Io sono un semplice medico ma vorrei far notare come la soluzione proposta dagli scienziati che dicono: “L’ipotesi più verosimile per spiegare queste differenze nel numero dei cromosomi è quella di una fusione “end to end” fra due piccoli cromosomi che potrebbe essere avvenuta in un ‘preominide ancestrale’ producendo un’importante distinzione fra il cariotipo delle Antropomorfe e quello dell’Uomo” è semplicemente ridicola!

In conclusione: non vedo come, alla luce di quanto sopra esposto sulle Sindromi Cromosomiche, si possa ipotizzare un passaggio da 48 a 46 cromosomi posto che la sola assenza di piccolissimi frammenti di cromosoma (delezione) sia sempre nel 100% dei casi francamente patologica.

Le Trisomie. Nel caso di un solo cromosoma in più, abbiamo le Trisomie, ossia 3 cromosomi in una coppia invece di 2. Quegli individui che hanno un cromosoma in più hanno maggiori possibilità di vita rispetto a quei soggetti colpiti da Monosomia, ma con un’aspettativa di vita sempre limitata nel tempo e con caratteri sempre peggiorativi.

Fra tutte le anomalie cromosomiche le Trisomie sono le più frequenti e le più osservabili. Comunque, l’attesa di vita è molto ridotta. Praticamente, le Trisomie sono quasi tutte, destinate ad aborti spontanei.

Le trisomie possono riguardare tutte le coppie di cromosomi, sessuali e non. Tutti i casi di Trisomia cromosomica ‘sessuale’ riguardante il cromosoma numero 23 sono casi in cui c’è un cromosoma ‘sessuale’ in più: possono essere XYY, XXY, XXX.

Fra quelle ‘non sessuali’, dette autosòmiche, la più frequente è la Sindrome di Down che interessa il cromosoma numero 21. Sul campione di 100.000 casi studiati, 463 sono Down, ma di questi solo 113 sopravvivono. Praticamente solo 1 bambino Down su 3 sopravvive. Gli altri 350 vengono abortiti spontaneamente durante la gestazione.

Quello che constatiamo oggi è che le Trisomie compatibili con la vita sono solo quelle dei cromosomi di piccole dimensioni e che portano una numerazione più alta, come la Sindrome di Down che è da una parte quella ad incidenza numerica più alta rispetto a altre Trisomie autosomiche come la 7 o la 13 o la 18 ma, d’altra parte, anche quella con un grado di compromissione sindromica più basso.

Ci siamo mai chiesti perché esiste la Sindrome di Down, ossia perché esiste la Trisomia del cromosoma numero 21, e non per esempio la Trisomia del cromosoma 1 o 2? Perché, se già una piccolissima alterazione di un cromosoma così piccolo come il cromosoma 21, il più piccolo dei cromosomi, può portare conseguenze così devastanti, figuriamoci cosa sarebbero le alterazioni del cromosoma numero 1 o 2 che sono molto più grandi! Nel cromosoma 21, se poi lo srotoliamo, quel filamento chissà quanto è lungo! Ma le informazioni contenute nel cromosoma 21 sono comunque in quantità inimmaginabile! Ecco perché non ci sono Trisomie del cromosoma 1 o del 2: perché immediatamente muoiono. Sono i così detti ‘aborti spontanei’.

Quindi, più sono grandi i cromosomi, più è pesante la selezione della natura che interviene con un aborto. A volte non sopravvivono nemmeno per potersi piazzare sulle pareti dell’utero. Nella colonna dei nati vivi, i cromosomi più pesanti, i più grandi, hanno come valore: 0. Addirittura, nel cromosoma 1 nemmeno fra gli aborti o i nati morti c’è un dato positivo! Con il cromosoma alterato numero 2 sono stati trovati 159 aborti e ‘nessun’ sopravvissuto. Le Trisomie che interessano cromosomi di grandi dimensioni sono sempre destinate all’aborto e mai alla sopravvivenza. Infatti, nelle coppie di cromosomi dal numero 1 al 12, i nati vivi sono tutti 0. Ciò significa che fra tutte le Trisomie dal cromosoma 1 al 12 non vi è alcun caso di un individuo che sia nato vivo. Si riscontrano dei nati vivi solo in sindromi trisomiche che riguardano cromosomi più piccini e gli effetti sono terrificanti. Quindi, quando avviene un concepimento dove c’è un’alterazione dei cromosomi più grandi, l’ovulo non si impianta nemmeno. Quando la donna ha una mestruazione un pochino diversa, e la interpreta come un fatto di routine, o perché ha il flusso un po’ più abbondante, o magari perché ritarda di qualche giorno, molto probabilmente si tratta di un aborto spontaneo. Spesso questi sono aborti spontanei e sono legati a anomalie che hanno interessato i cromosomi più grandi!

In altre parole, gli individui con 47 cromosomi possono sopravvivere ed arrivare in età adulta, anche se sono generalmente sterili e con attesa di vita sensibilmente più bassa rispetto ai sani, solo se la Trisomia interessa un piccolo cromosoma. Le altre Trisomie hanno poca chance di arrivare alla sopravvivenza e spesso esitano in aborti già nei primi giorni o settimane di gravidanza. In genere gli individui che sopravvivono hanno solo una piccola delezione di quella Trisonomia.

Vediamo cosa succede delle altre Trisomie, a parte quella del cromosoma 21. Fra le poche Trisomie che possono sopravvivere sono: quella del cromosoma 7, detta ‘Sindrome di Williams’, del cromosoma 13, detta ‘Sindrome di Patau’, e quella del cromosoma 18, detta ‘Sindrome di Edwards’. Ma la loro aspettativa di vita è sempre assai ridotta.

Sommando tutte le sindromi comprese fra il cromosoma 7 e il 20, sui 100.000 casi del campione, solo 30 sono nati vivi: una cifra praticamente irrisoria e sempre con menomazioni varie. Sopravvivono solo casi colpiti da una delezione in cui il cromosoma sia solo leggermente toccato. Oggi conosciamo gli effetti devastanti che produce sugli esseri umani la presenza di un cariotipo trisomico (47 cromosomi) o polisomico (48 cromosomi). E quelli che sopravvivono, lo sono sempre per periodi molto ridotti rispetto a una persona normale.

Fra le modificazioni cromosomiche meno gravi troviamo le così dette ‘Malattie rare’ che sono in realtà delle malattie genetiche, ma non sono incompatibili con la vita né con la fertilità. Se ne contano oggi più di 370 tipi e sono in continuo aumento perché gli studi sono sempre più approfonditi.

Le Polisomie. Infine ci sono le Polisomie. Le Polisomie si verificano quando ci sono 48 e, in certi casi eccezionali, anche 49 cromosomi o più. È la Sindrome di Klinefelter. È un’alterazione della coppia 23, ossia dei cromosomi sessuali. Colpisce solo i maschi che spesso sono più alti della media. Presentano testicoli sottosviluppati, parziale sviluppo delle mammelle e a volte hanno un’intelligenza inferiore alla media. Possono presentarsi con XXY, con XXXY o con XXYY.

Generalmente le Polisomie in natura sono bocciate subito, ancor prima di nascere.

Per saperne di più è possibile consultare degli Istituti che studiano unicamente il genoma. Un laboratorio di genetica molecolare particolarmente avanzato può essere il ‘Centro Genoma’ di Roma, ma oggi ce ne sono anche altri presso le maggiori Università di Medicina, come Firenze, Milano, Padova …. Lì troviamo annoverate molte altre sindromi che, per semplificare, in questa esposizione eviterò di nominare.

Ora guardiamo cosa succede quando c’è una Trisomia, ossia un cromosoma in più.

Della Sindrome del cromosoma 21 non vi porto alcun caso perché presumo che ne conosciate. Sono i bambini Down. Solo negli anni ‘60 è stato possibile mettere in correlazione questa Sindrome con il patrimonio genetico. Quindi la conoscenza della sua causa è recentissima.

Nella Sindrome di Williams abbiamo interessato il cromosoma 7. Da una piccolissima alterazione, o micro-delezione, che significa che manca un pezzettino piccolissimo del cromosoma 7, ecco cosa viene fuori in questi poveri bambini! Sono immagini che io non commento nemmeno! Qui non c’è un cromosoma in più né manca un cromosoma, ma vi è solo una delezione, ne manca solo un pezzettino! L’individuo ne viene fuori devastato. Lascio a ciascuno fare le sue riflessioni.

Guardiamo anche qui: basta che nella coppia 13 ci sia un cromosoma in più ed ecco cosa ne viene fuori! Ovviamente questi bambini non sopravvivono.

Qui abbiamo visto come un’alterazione del patrimonio genetico agisce in maniera devastante e porta all’aborto. Questi bambini non potevano nascere vivi.

Ricordo ancora con orrore e con pietà i recipienti di vetro pieni di formaldeide che nel Museo dell’Istituto di Medicina Legale e di Anatomia Patologica dell’Università degli Studi di Firenze sono allineati in scaffali impolverati. Dentro quei recipienti si conservano i corpi mostruosi, straziati da Sindromi Cromosomiche, di poveri bambini non sopravvissuti per via di cariotipi incompatibili con la vita. Sembrano dei veri e propri mostri! Andai a visitarlo non appena mi fui iscritto a Medicina. Vi andai già nel primo mese. Là erano conservati e classificati, come in un museo, gli aborti di quei bambini che erano venuti fuori da interruzioni spontanee di gravidanza al 4°, 5°, 6° e anche al 7° mese. Ho ancora presenti tutti quelli scaffali con quei barattoloni pieni di formalina, grandi quanto basta per contenere un feto. E tutti questi feti allineati erano conservati perfettamente.

Noi non abbiamo oggi a livello scientifico dati realistici da portare. Quelli che abbiamo sono sempre stime imprecise per difetto. Non sono ancora stati fatti certi studi. Bisognerebbe prendere tutti gli aborti, studiarli e catalogarli. Perché la maggior parte degli aborti spontanei non viene nemmeno percepita come aborto. Se accade nella settimana iniziale, e si ravvisa solo qualche ritardo del ciclo, da 28 a 32 giorni, spesso si tratta di un aborto spontaneo che passa inosservato.

Come facciamo in questi casi ad avere dati scientifici se non abbiamo il materiale? Questi non vengono nemmeno classificati. Dovremmo avere il patrimonio genetico di quelle poche cellule che sono state espulse naturalmente e studiarle. Il numero degli aborti spontanei è altamente sottostimato. Questa è la realtà. Noi non abbiamo nemmeno l’idea di quanto numerosi siano!E questo i ginecologi lo sanno e lo dicono. Molti concepimenti non vanno a buon fine. In questi casi c’è il concepimento e subito dopo l’aborto. Ecco perché nascono morti.

Qui noi facciamo una conta grossolana, ma ricordiamo che quando si toccano i cromosomi maggiori o non attecchiscono nemmeno o vengono espulsi come aborti e, se ne manca anche solo un piccolissimo frammento, cioè se c’è una così detta ‘delezione’, l’individuo ne viene fuori devastato!

Ricapitolando

La tesi che portano avanti gli Evoluzionisti e i Neodarvinisti è la Riduzione Cromosomica da 48 a 46 cromosomi ‘dovuta al caso’, dicono loro, per delle modifiche spontanee dei cromosomi. Ma studiando quella tabellina abbiamo visto cosa avviene quando siamo in presenza di una mutazione spontanea.

Nella Monosomia del cromosoma 23, cioè la sola Sindrome che riscontra un cromosoma in meno, la percentuale di sopravissuti è di 8 su 100.000, che equivale allo 0,08/1000, senza contare che la menomazione è sessuale e ciò determina l’impossibilità a procreare. Quindi, la speranza di una possibilità della validità dell’ipotesi di una Riduzione Cromosomica è praticamente nulla. Non
esistono altri tipi di monosomia.

Inoltre, al di là di ogni possibile logica e considerazione sul fatto che il deficit a livello cromosomico delle coppie 1-22 non permetta la sopravvivenza, resta il fatto che si perderebbero delle informazioni a livello cromosomico, e questa perdita devasterebbe gli individui, sempre.

Infatti, anche la perdita di una parte soltanto di un cromosoma, benché piccola, cioè una ‘delezione’, non è mai migliorativa, ma sempre peggiorativa. C’è, poi, questa statistica numerica, semplicemente da pallottoliere, che taglia la testa al toro. In conclusione, non si può ipotizzare che l’uomo possa derivare dalla scimmia! Non solo non si può dimostrare, ma non si può nemmeno ipotizzare guardando questi dati scientifici!

L’analisi delle Sindromi Cromosomiche note, e la ricerca su quelle Sindromi definite criptogenetiche, molte delle quali ancora ignote, sono la premessa per capire sempre meglio come un passaggio tra le scimmie antropomorfe e l’uomo sia tecnicamente impossibile a livello genetico.

Fino ad oggi non esistono spiegazioni scientifiche che riescano a dimostrare questo aspetto supportando la teoria evoluzionistica che presuppone una Riduzione numerica non di uno ma di ben due cromosomi per passare dal cariotipo scimmiesco (48 cromosomi) a quello umano (46 cromosomi). In conclusione, una Riduzione Cromosomica in natura non esiste perché la natura la boccia in partenza! La mancanza di un cromosoma, o Monosomia, è sempre incompatibile con la vita.

Quando ero giovane studente di medicina ci insegnavano che madre natura aveva dei meccanismi eugenetici di protezione della specie. Nel mondo degli animali domestici, che sono comunque spesso geneticamente incrociati per ottenere razze con determinate caratteristiche, l’incidenza delle Sindromi Cromosomiche diventa evidente solo quando si verificano esposizioni a dosi altissime di radiazioni ionizzanti (es. gli animali presenti nell’area circostante a Chernobil).

Questo perché si tratta di incroci di ‘razze’ appartenenti tutte alla ‘specie canina’ per cui gli incroci sono possibili senza causare anomalie cromosomiche. Ma dove non si tratti di differenti razze ma di differenti specie, esiste una barriera genetica invalicabile fra una specie ed un’altra. Infatti per convenzione si parla di ‘specie’ per definire un gruppo di individui ‘geneticamente isolato’, ossia non fertile con individui di altre specie.

A dispetto di ciò che vanno dicendo i Teo-evoluzionisti che, per far entrare in qualche modo Dio come Creatore nella teoria evoluzionista, vanno supponendo che Dio abbia impresso al creato in fase ancora iniziale un ‘input’ affinché la natura si evolvesse da sola senza ulteriori interventi creativi, la loro teoria non risolve il rapporto fra Fede e Scienza. Essa infatti, ricade nell’evoluzionismo e, per gli stessi motivi, è bocciata in partenza. Potremmo dire, piuttosto, che questa teoria manca sia di Fede che di Scienza. È un compromesso che non soddisfa neppure la ragione.

La verità è che se vogliamo una soluzione logica, l’unica che rispetti la Fede e la Scienza, Dobbiamo escludere la Riduzione Cromosomica e riconoscere la necessità di infiniti interventi di Dio, tanti quante sono le specie, e, per la precisione, ‘due’ interventi diretti per la creazione dei due capostipiti di ogni singola specie, la femmina e il maschio. Quindi, l’unica soluzione è questa: per passare da una specie ad un’altra e in particolare da una specie di scimmie all’uomo ci voleva necessariamente l’intervento
creatore di Dio!

Per concludere, penso che dobbiamo smetterla di comportarci in maniera remissiva quando sosteniamo che ‘Dio ha creato singolarmente ogni specie’ seguendo un ‘philon’ di sempre maggior complessità. Dobbiamo smetterla di accettare che l’ultimo pseudo scienziato si metta in cattedra e che da noi voglia delle prove, mentre lui non ne porta una! Trattiamoci da pari a pari: “Tu mi dici che l’evoluzionismo ha ragione? Spiegami allora, tecnicamente, come è successo che da 48 cromosomi siamo passati a 46!”. Perché, da quanto abbiamo visto, non solo la mancanza di un cromosoma non è concepibile che porti un miglioramento, ma neanche la presenza di un cromosoma in più. Gli individui che soffrono di Sindrome Cromosomica sono tutti menomati!

http://www.informarexresistere.fr/2014/ ... di-darwin/



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MessaggioInviato: 27/06/2014, 22:37 
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Messaggio di Atlanticus
Un’ultima cosa, il sangue dei primati guarda caso è caratterizzato da un fattore RH+. La logica ci porta allora a concludere che se il mulo, dotato di una sorta di fattore RH, è il risultato di un incrocio tra cavallo e asino allora l’uomo, caratterizzato da RH+ o RH- deve essere necessariamente l’incrocio tra un primate dotato di RH+ e un altro essere dotato del fattore RH-.


Ho rapidamente ripreso in mano un libro di genetica, oltre che al parere in pvt volevo fare un'altra aggiunta.
In linea generale, per ora condivido la tua teoria e approvo l'aggiunta del fattore RH- agli "elementi" che potrebbero indicare una ibridazione artificiale del genere Homo. Mi restano però alcuni punti oscuri su cui devo lavorare, ma che volevo condividere con il forum.

Sul fatto che il fattore RH- sia regressivo siamo d'accordo tutti. Questo comporta che il gene che lo trasporta (perché ogni dettaglio della nostra macchina biologica è inizialmente imputato ai geni) è a sua volta regressivo, esattamente come potrebbe essere regressivo il gene che codifica il colore bianco della famosa piantina di pisello di Mendel.
Come si origina un gene regressivo? Per mutazione del DNA: è questa la risposta ufficiale - e quella che funziona in senso lato con tutte le specie animali (lasciamo un attimo perdere l'essere umano). Si incontrano due individui che casualmente hanno subito mutazioni che riguardano le stesse aree dei cromosomi e paff, gene regressivo anche nella loro prole. Si presume che le mutazioni, per venire trasmesse, non debbano essere identiche: alla fine, in ogni caso, viene trasmessa l'alterazione, che egualmente può essere vantaggiosa, svantaggiosa o neutra. Questo funziona anche perché l'evoluzione funziona per accumulo di DNA e accumulo di DNA vuol dire un sacco di DNA spazzatura.
Questo potrebbe funzionare perfettamente anche con l'essere umano, se prendessimo il caso isolato del fattore RH e non valutassimo altre due anomalie allucinanti: due cromosomi in meno rispetto agli altri primati e niente variabilità del fattore RH, che può essere solo + per loro.
Lasciamo un secondo da parte la questione dei due cromosomi in meno (che si commenta un po' da sé).
I primati non hanno il fattore RH-. Quindi l'evoluzione da primate ad Australopithecus ad Homo ha incluso una mutazione tale per cui i globuli rossi hanno perso ogni proteina di membrana e, di conseguenza, la possibilità di riconoscere come self un determinato tipo di sangue. Diciamo che all'uomo preistorico non importava molto delle trasfrusioni... ma le nascite? In certi casi il secondogenito veniva automaticamente ucciso dal corpo della madre, nasceva morto o con disfunzioni così gravi che, non stento a crederlo, veniva ucciso appena nato. Metodo evoluto da Madre Natura per controllare le nascite? Non ci credo molto.
Non ci credo molto perché - e qui dovrò davvero fare due conti un po' seri - il gene che codifica il fattore RH- è nettamente più comune di altri geni regressivi. Dai numeri che ho trovato in giro (ancora da verificare), l'emofilia ha un'incidenza dello 0,007% mentre RH- ha un'incidenza dello 0,01%. Uno scarto di addirittura 1 ordine di grandezza, e un ordine di grandezza quando si parla di 7miliardi e passa di persone è significativo. Ho tutta l'intenzione di cercare di tracciare una statistica.

Se il fattore RH- avesse un'incidenza più alta di qualsiasi altro gene regressivo, allora mi sentirei ancora più sicura nell'annoverarlo fra le anomalie che suggeriscono ibridazione al posto di evoluzione. Vorrebbe dire che un gene regressivo si inserisce nella linea evolutiva in modo naturale e con incidenza molto bassa, mentre un gene regressivo "indotto" si inserisce con incidenza molto bassa, ma comunque maggiore di quella di un gene regressivo evoluto naturalmente.
Tuttavia, no statistics no party.


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MessaggioInviato: 28/06/2014, 04:39 
Io mi chiedo una cosa ma se perdere dei cromosomi causa infertilità in una rossa percentuale di casi (come ad esempio le persone down*) e se questa perdita del cromosoma è statisticamente bassa, come ha fatto questa nuova specie senza addirittura 2 cromosomi a proliferare? Affinché si crei una civiltà autosufficiente c'è bisogno di centinaia di individui nella giusta proporzione uomo donna. quante scimmie mutate senza i cromosomi ci son state e con quale densità affinché si formasse una nuova stirpe di scimmie mutanti?

Magari sono io che vado a "spanne" ma gli ordini di grandezza in gioco mi sembrano un pò assurdi per poterne sostenere la veridicità.


*

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Infertilità[modifica | modifica sorgente]
Le donne con sindrome di Down sono meno fertili degli uomini e hanno spesso difficoltà nella gravidanza, con aborti spontanei e parti prematuri. Senza diagnosi genetica preimpianto, circa la metà della prole di una persona con sindrome di Down presenterà la stessa condizione genetica.[64] Gli uomini con sindrome di Down sono quasi uniformemente sterili, a causa di difetti della spermatogenesi.[65] Vi sono stati solo tre casi documentati di maschi con la sindrome che hanno avuto figli.[66][67]


1 bambino su 1200 nasce affetto da sindrome di down (http://www.meteoweb.eu/2014/03/oggi-la- ... te/270655/) quindi una percentuale dello 0,08%.

Quindi su 7 miliardi di persone sono 5,6 milioni. Una parete di questi 5,6 milioni sarà uomo e di questi solo 3 uomini sono risultati fertili...

Boh


Ultima modifica di MaxpoweR il 28/06/2014, 05:00, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 28/06/2014, 12:18 
c'è una possibilità che non viene mai considerata:


l'umanità sembra non credere in sè stessa,soprattutto per quanto riguarda il suo meglio.

Inoltre,la fiducia nella natura e nell'intelligenza intrinseca della materia - energia non sono adeguatamente considerate.

Di conseguenza:

l'evoluzione veloce e quasi esponenziale del genere umano sembra sospetta per gli ufologi,in quanto molto diversa da quella delle altre specie viventi.

QUINDI,SI SUPPONE UN INTERVENTO ALIENO O CREAZIONISTA DIRETTO.

Due errori,forse,che non tengono conto del fatto che il DNA evolve e impara ,nel corso della sua stessa evoluzione.

Per quanto riguarda i fossili,io penso che:

*se teniamo conto della quantità di dinosauri vissuti sulla Terra nel corso di centinaia di milioni di anni,i fossiliritrovati sono davvero pochissimi.

In confronto a questo,la quantità di fossili ominidi,riferiti quindi a un insieme di specie post primati del genere bonobo,per intenderci,vissuta per un periodo di tempo molto ma molto inferiore ,e in quantità molto ma molto minori,è proporzionalmente coerente.

*per quanto riguarda la conservazione di alcuni fossili di sauri e ominidi,bisogna tener conto di variabili come:

a)la resistenza ossea al logorio del tempo

b)le modalità di fossilizzazione

c)il tipo di materiale geologico in cui la fossilizzazione è avvenuta

d)l'evoluzione climatica e tettonica,biochimica e fisica delle aree in cui sono stati trovati i fossili

Quindi,tenendo conto di queste variabili,non possiamo affermare un intervento alieno.

Potremmo affermarlo se,nel genoma umano attuale,riscontra simo tracce sicure di materiale genetico alieno,oppure di innesti presumibilmente artificiali di DNA.

ORA,QUESTO NON È.

La differenza tra il DNA del genere bonobo e il nostro,oggi,viene considerata pari all' UNO virgola qualcosa per cento,quindi una inezia,ma determinante ,probabilmente, per quanto riguarda i tempi e i ritmi dell'evoluzione ominidea e del cervello umano,in particolare.

L'uomo non è molto diverso dalla scimmia e dai sauri,e neppure dai mammiferi superiori.

Ha un unico vantaggio:un cervello evoluto che riesce ad integrare,bene e male,sia quello rettiliano che mammifero superiore,compresi i generi primati.

Questo ha permesso all'uomo di conquistare la stazione eretta,l'opposizione delle dita,la strumentalità, ecc...

Inoltre,siccome i tempi dello sviluppo dei piccoli dell'uomo,sono molto lunghi,e la loro cura implica una organizzazione sociale,rapporti tra membri del gruppo particolari,protezione e amore....che si dono sviluppati nel corso di milioni di anni...

L'UOMO HA SVILUPPATO UNA INTELLIGENZA EMOTIVA OLTRE CHE COGNITIVA.

Lo sviluppo della Neopsiche UMANA rispetto all'archeopsiche rettiliana e alla paleopsiche mammifera,e evidente ,e questo è proprio dovuto ai motivi spiegati sopra.

Forse si può comprovare quanto ho scritto,con il degrado del CROMOSOMA XY nell'uomo.

I genetisti affermano che esso sta lentamente deteriorandosi e,probabilmente,potrebbe scomparire entro un lasso di tempo di circa 300 000 anni,il che,sul piano evolutivo,è veramente pochissimo.

Come mai ,l'umanità è l'unica specie in cui ciò avviene?

Questo è il vero mistero e problema della nostra specie.

La risposta potrebbe stare nei ritmi e nei tempi acceleratisi durante l'evoluzione stessa:

tempi e ritmi che,probabilmente,hanno provocato una ridondanza sistemica sul DNA e in particolare su XY.

Qualcuno,l'ho scritto anch'io,potrebbe supporre in questo un errore alieno,o un errore naturale dovuto a cause ignote,ma in realtà non ne sappiamo niente.

Non troviamo nulla che possa provare la presenza di DNA alieno nell'uomo o di un innesto artificiale di DNA terrestre fatto ad hoc.

Quindi,se l'evoluzione umana fosse del tutto naturale,sembrerebbe strana la presenza di un problema gravissimo del genere,dato che non è mai successo per quanto riguarda le altre specie.

Perciò,se non si tratta di alieni e di errori naturali,di che cosa potrebbe trattarsi?

Forse di un trauma ambientale catastrofico,come,ad esempio,un aumento delle tempeste solari con relative radiazioni,in un tempo breve e intenso,o radiazioni provenienti dallo spazio e causate da qualche fenomeno cosmico ravvicinato,oppure ancora da influenze di sostanze cancerogene o mutanti,dovute,ad esempio,ad un relativo avvelenamento dell'aria dato da emissioni sismiche e vulcaniche,fuoriuscite di gas e elementi capaci di danneggiare,anche solo impercettibilmente,una variabile dl DNA...

In ogni caso,qualcosa è successo in un lontanissimo passato,ma che cosa non lo sapremo mai.

Riprendendo l'ipotesi aliena,io non credo che abili genetisti abbiano sbagliato i calcoli,le sperimentazioni e le valutazioni,fino al punto di creare una specie che si...autodistrugge da sola!

Non penso neppure sia un errore naturale ,uno sbaglio evolutivo.

PENSO ,PIUTTOSTO,CHE SI SIA TRATTATO DI UN EFFETTO SUL DNA DI EVENTI ESTERNI VIOLENTI E PROBLEMATICI DAL PUNTO DI VISTA GENETICO,eventi di cui non sappiamo niente ma che potrebbero avvenire anche oggi o nel futuro.

Grazie per la vostra attenzione e buona giornata a tutti!



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MessaggioInviato: 28/06/2014, 12:22 
c'è una possibilità che non viene mai considerata:


l'umanità sembra non credere in sè stessa,soprattutto per quanto riguarda il suo meglio.

Inoltre,la fiducia nella natura e nell'intelligenza intrinseca della materia - energia non sono adeguatamente considerate.

Di conseguenza:

l'evoluzione veloce e quasi esponenziale del genere umano sembra sospetta per gli ufologi,in quanto molto diversa da quella delle altre specie viventi.

QUINDI,SI SUPPONE UN INTERVENTO ALIENO O CREAZIONISTA DIRETTO.

Due errori,forse,che non tengono conto del fatto che il DNA evolve e impara ,nel corso della sua stessa evoluzione.

Per quanto riguarda i fossili,io penso che:

*se teniamo conto della quantità di dinosauri vissuti sulla Terra nel corso di centinaia di milioni di anni,i fossiliritrovati sono davvero pochissimi.

In confronto a questo,la quantità di fossili ominidi,riferiti quindi a un insieme di specie post primati del genere bonobo,per intenderci,vissuta per un periodo di tempo molto ma molto inferiore ,e in quantità molto ma molto minori,è proporzionalmente coerente.

*per quanto riguarda la conservazione di alcuni fossili di sauri e ominidi,bisogna tener conto di variabili come:

a)la resistenza ossea al logorio del tempo

b)le modalità di fossilizzazione

c)il tipo di materiale geologico in cui la fossilizzazione è avvenuta

d)l'evoluzione climatica e tettonica,biochimica e fisica delle aree in cui sono stati trovati i fossili

Quindi,tenendo conto di queste variabili,non possiamo affermare un intervento alieno.

Potremmo affermarlo se,nel genoma umano attuale,riscontra simo tracce sicure di materiale genetico alieno,oppure di innesti presumibilmente artificiali di DNA.

ORA,QUESTO NON È.

La differenza tra il DNA del genere bonobo e il nostro,oggi,viene considerata pari all' UNO virgola qualcosa per cento,quindi una inezia,ma determinante ,probabilmente, per quanto riguarda i tempi e i ritmi dell'evoluzione ominidea e del cervello umano,in particolare.

L'uomo non è molto diverso dalla scimmia e dai sauri,e neppure dai mammiferi superiori.

Ha un unico vantaggio:un cervello evoluto che riesce ad integrare,bene e male,sia quello rettiliano che mammifero superiore,compresi i generi primati.

Questo ha permesso all'uomo di conquistare la stazione eretta,l'opposizione delle dita,la strumentalità, ecc...

Inoltre,siccome i tempi dello sviluppo dei piccoli dell'uomo,sono molto lunghi,e la loro cura implica una organizzazione sociale,rapporti tra membri del gruppo particolari,protezione e amore....che si dono sviluppati nel corso di milioni di anni...

L'UOMO HA SVILUPPATO UNA INTELLIGENZA EMOTIVA OLTRE CHE COGNITIVA.

Lo sviluppo della Neopsiche UMANA rispetto all'archeopsiche rettiliana e alla paleopsiche mammifera,e evidente ,e questo è proprio dovuto ai motivi spiegati sopra.

Forse si può comprovare quanto ho scritto,con il degrado del CROMOSOMA XY nell'uomo.

I genetisti affermano che esso sta lentamente deteriorandosi e,probabilmente,potrebbe scomparire entro un lasso di tempo di circa 300 000 anni,il che,sul piano evolutivo,è veramente pochissimo.

Come mai ,l'umanità è l'unica specie in cui ciò avviene?

Questo è il vero mistero e problema della nostra specie.

La risposta potrebbe stare nei ritmi e nei tempi acceleratisi durante l'evoluzione stessa:

tempi e ritmi che,probabilmente,hanno provocato una ridondanza sistemica sul DNA e in particolare su XY.

Qualcuno,l'ho scritto anch'io,potrebbe supporre in questo un errore alieno,o un errore naturale dovuto a cause ignote,ma in realtà non ne sappiamo niente.

Non troviamo nulla che possa provare la presenza di DNA alieno nell'uomo o di un innesto artificiale di DNA terrestre fatto ad hoc.

Quindi,se l'evoluzione umana fosse del tutto naturale,sembrerebbe strana la presenza di un problema gravissimo del genere,dato che non è mai successo per quanto riguarda le altre specie.

Perciò,se non si tratta di alieni e di errori naturali,di che cosa potrebbe trattarsi?

Forse di un trauma ambientale catastrofico,come,ad esempio,un aumento delle tempeste solari con relative radiazioni,in un tempo breve e intenso,o radiazioni provenienti dallo spazio e causate da qualche fenomeno cosmico ravvicinato,oppure ancora da influenze di sostanze cancerogene o mutanti,dovute,ad esempio,ad un relativo avvelenamento dell'aria dato da emissioni sismiche e vulcaniche,fuoriuscite di gas e elementi capaci di danneggiare,anche solo impercettibilmente,una variabile dl DNA...

In ogni caso,qualcosa è successo in un lontanissimo passato,ma che cosa non lo sapremo mai.

Riprendendo l'ipotesi aliena,io non credo che abili genetisti abbiano sbagliato i calcoli,le sperimentazioni e le valutazioni,fino al punto di creare una specie che si...autodistrugge da sola!

Non penso neppure sia un errore naturale ,uno sbaglio evolutivo.

PENSO ,PIUTTOSTO,CHE SI SIA TRATTATO DI UN EFFETTO SUL DNA DI EVENTI ESTERNI VIOLENTI E PROBLEMATICI DAL PUNTO DI VISTA GENETICO,eventi di cui non sappiamo niente ma che potrebbero avvenire anche oggi o nel futuro.

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MessaggioInviato: 28/06/2014, 16:32 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


Cita:
Aztlan ha scritto:

Cita:
mauro ha scritto:

è in ..Ukraina [;)]


Certo che... dalle piramidi bosniache ai siti ed esami di laboratorio in Ucraina...


Mi spiego meglio:

nell' ordine, le guerre del Kosovo, Iraq, la rivoluzione in Egitto, queste ultime almeno con relativi saccheggi nei musei delle capitali, e ora... Ucraina.


Quanto scommettiamo che durante il caos la folla irromperà pure in quel di Kiev e molti reperti scompariranno anche da lì,

senza che la polizia trovi i responsabili tra la gente comune, ancora una volta [?]



E' una riflessione che mi stuzzica l'appetito questa qui.....
Non che siano queste le vere motivazioni di tali invasioni, certo....

Tuttavia, visto che in quelle aree ci sono (sempre e comunque)
di mezzo squadre paramilitari in azione..... sai com'è... a pensar
male ci si azzecca sempre [8D]



E' esattamente quello che intendevo dire.



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MaxpoweR ha scritto:

Io mi chiedo una cosa ma se perdere dei cromosomi causa infertilità in una rossa percentuale di casi (come ad esempio le persone down*) e se questa perdita del cromosoma è statisticamente bassa, come ha fatto questa nuova specie senza addirittura 2 cromosomi a proliferare? Affinché si crei una civiltà autosufficiente c'è bisogno di centinaia di individui nella giusta proporzione uomo donna. quante scimmie mutate senza i cromosomi ci son state e con quale densità affinché si formasse una nuova stirpe di scimmie mutanti?

Magari sono io che vado a "spanne" ma gli ordini di grandezza in gioco mi sembrano un pò assurdi per poterne sostenere la veridicità.


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Infertilità[modifica | modifica sorgente]
Le donne con sindrome di Down sono meno fertili degli uomini e hanno spesso difficoltà nella gravidanza, con aborti spontanei e parti prematuri. Senza diagnosi genetica preimpianto, circa la metà della prole di una persona con sindrome di Down presenterà la stessa condizione genetica.[64] Gli uomini con sindrome di Down sono quasi uniformemente sterili, a causa di difetti della spermatogenesi.[65] Vi sono stati solo tre casi documentati di maschi con la sindrome che hanno avuto figli.[66][67]


1 bambino su 1200 nasce affetto da sindrome di down (http://www.meteoweb.eu/2014/03/oggi-la- ... te/270655/) quindi una percentuale dello 0,08%.

Quindi su 7 miliardi di persone sono 5,6 milioni. Una parete di questi 5,6 milioni sarà uomo e di questi solo 3 uomini sono risultati fertili...

Boh



Ti devo correggere Max, le persone affette da sindrome di Down hanno notoriamente un cromosoma in più (il 21), come ricordato nell' articolo postato da Atlanticus.

Ad avere un cromosoma in meno, stando all' articolo, sono solo i casi di Sindrome di Turner, e, le poche volte che arrivano a nascere vive, sono sempre sterili.


Quindi rimane valido il punto sul come si sarebbero riprodotti i nostri antenati scimmieschi perdendo non uno ma ben due cromosomi [?]

Secondo la scienza ufficiale, i cromosomi non si sarebbero persi ma si sarebbero "fusi".

Mi pare di ricordare però che questo tema fosse già stato affrontato e si fosse evidenziata la natura prettamente postulatoria e l' assenza di prove di questo processo di "fusione".


Vado a ricercare nel topic... posto l' aggiornamento se lo trovo, ma se era altrove non lo troverò mai.


Ultima modifica di Aztlan il 28/06/2014, 18:28, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
MaxpoweR ha scritto:
Affinché si crei una civiltà autosufficiente c'è bisogno di centinaia di individui nella giusta proporzione uomo donna. quante scimmie mutate senza i cromosomi ci son state e con quale densità affinché si formasse una nuova stirpe di scimmie mutanti?

Sono assolutamente d'accordo...

Riguardo agli ordini di grandezza... con un addestramento da chimica alle spalle, posso dirti che anche solo uno scarto di decimale è molto importante andando a parlare di numeri. Poi, sul fatto che sia o non sia rappresentativo... in teoria, credo proprio di sì. Ma magari anche no: mi do margine di revisione su questo punto.

Riguardo alla trisomia... non può essere presea in analisi per quanto riguarda le percentuali di sindromi da gene regressivo, in quanto si tratta della totale assenza di un cromosoma. E questa totale assenza avviene durante il processo di meiosi, cioè è un errore nella ripartizione dei cromosomi fra i due gameti, quindi non è determinato da un gene presente sui cromosomi.

Cita:
star-man ha scritto:
il DNA evolve e impara ,nel corso della sua stessa evoluzione.

Sicuro, è solo una questione di tempi, di salti evolutivi troppo rapidi.


Cita:
star-man ha scritto:
Per quanto riguarda i fossili,io penso che:

*se teniamo conto della quantità di dinosauri vissuti sulla Terra nel corso di centinaia di milioni di anni,i fossiliritrovati sono davvero pochissimi.

In confronto a questo,la quantità di fossili ominidi,riferiti quindi a un insieme di specie post primati del genere bonobo,per intenderci,vissuta per un periodo di tempo molto ma molto inferiore ,e in quantità molto ma molto minori,è proporzionalmente coerente.

Veramente, sotto un certo punto di vista, è l'esatto contrario... nel senso, nella valutazione della quantità/qualità dei reperti fossili non devi guardare solo la quantità (altrimenti i coccolitoforidi avrebbero vinto), ma il rapporto fra la quantità e la qualità. Ovvero: la quantità disponibile è in grado di descrivere il processo evolutivo di un certo genere o specie? Se sì, allora il rapporto quantità/qualità è positivo. Se no, allora non lo è.
Nel caso dei dinosauri, è positivo, perché si è riusciti a ricostruire piuttosto bene la loro evoluzione (d'altra parte, i dinosauri hanno proliferato per 60 e passa miglioni di anni, contro i 6 milioni di anni degli ominidi). Nel caso della specie Homo, si continua ad andare a sbattere la testa contro il muro e si continuano a cambiare teorie, proprio perché il rapporto quantità/qualità non è soddisfacente, non è sufficiente a spiegare tutto il percorso evolutivo in modo coerente e sistematico. Si è passati dalla catena, alla teoria del cespuglio evolutivo... e ora lo si sta ulteriormente riducendo (per esempio con la teoria di un'unica specie di Homo antica da cui sono dericate tutte le altre).
Sono le teorie ufficiali a dirsi esse stesse non soddisfacenti e ad evidenziare i problemi. Per reazione, si cercano soluzioni alternative.


Cita:
star-man ha scritto:
*per quanto riguarda la conservazione di alcuni fossili di sauri e ominidi,bisogna tener conto di variabili come:

a)la resistenza ossea al logorio del tempo

b)le modalità di fossilizzazione

c)il tipo di materiale geologico in cui la fossilizzazione è avvenuta

d)l'evoluzione climatica e tettonica,biochimica e fisica delle aree in cui sono stati trovati i fossili

Quindi,tenendo conto di queste variabili,non possiamo affermare un intervento alieno.

Potresti spiegare meglio? Non ho capito cosa c'entra questa distribuzione con intervento sì / intervento no...[V]

Cita:
star-man ha scritto:
Potremmo affermarlo se,nel genoma umano attuale,riscontra simo tracce sicure di materiale genetico alieno,oppure di innesti presumibilmente artificiali di DNA.

ORA,QUESTO NON È.

Una coppia di cromosomi più grande degli altri è un'anomalia che potrebbe segnalare ingegnerizzazione. La natura opera in modo da favorire la mediocrità, in genere: 22 coppie sono tutte più o meno grandi uguali... e la 23esima è grande il doppio del normale? Che vantaggio evolutivo in questo? Perché un simile iperaccumulo di geni (e junk DNA) su un unico cromosoma?
Perché in origine erano due?
Perché è intervenuta una mutazione che si è conservata? E quale vantaggio da questa mutazione? (Perché attenzione, la selezione naturale così come è disposta vorrebbe che si conservassero solo le mutazioni competitive).
Poi, chiaramente, non si tratta di prove risolutive. Ma se è per questo, non ci sono prove risolutive neanche riguardo a molte altre cose prese assolutamente per buone. Come, per dire, il fatto che i dinosauri si siano estinti a causa di un meteorite. Trovi un cratere molto grosso, fai un'ipotesi, cerchi di appioppare una datazione in base alla geologia (ma comunque approssimativa) e concludi che...
Per quanto riguarda il DNA, penso sia piuttosto uguale: sono tutte ipotesi, che siano o no ufficiali.

Accetto tranquillamente la teoria della selezione e dell'egoismo dei geni competitivi, ma c'è un'anomalia che hai segnalato anche tu: la troppa rapidità.
Tutte le altre specie sono state molto più lente.
Quindi l'uomo è un'anomalia.
E le anomalie possono aver bisogno di risposte diverse da quelle standard.
Sono di nuovo d'accordissimo con te quando parli di eventi catastrofici che hanno indotto mutazioni su larga scala... ma di nuovo: si va a paralare di teorie ben diverse da quelle "ufficiali"! Poi, possiamo disquisire all'infinito sul se si tratti di ingegnerizzazione o casualità determinata da catastrofe... ma resta il fatto che l'evoluzione umana è un'anomalia.


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MessaggioInviato: 28/06/2014, 19:52 
ho letto con interesse quello che hai scritto.

per quanto riguarda la velocità di evoluzione , mi chiedo se,in fondo,l'uomo non sia una anomalia dal punto di vista animale , che ha compensato questo , con uno sviluppo cerebrale e culturale esponenziale.

Mi spiego:

se prendi un essere umano nudo,lo metti in una savana,in una foresta,senza tecnologia,niente,come animale vale zero,sarebbe fuori combattimento in poco tempo,e non necessariamente a causa di altri animali.

Allora la mia ipotesi è questa:

l'essere umano è una anomalia mutante nel regno animale,nata da mutazioni genetiche naturali e casuali,forse dovute a qualche influenza improvvisa e grave per quanto riguarda il DNA ,nei duo effetti funziinali,non congruenti all'ambiente se non in modo tangenziale.

Questo ha posto l'ominide nella condizione di dover supplire alla sua progressiva tangenzialità nei riguardi della natura,con la cultura.

Il cervello umano non sarebbe altro che una compensazione della sua impotenza come animale...animale ,dovuta a quella mutazione .

Spero che mi capiate e bene.

Vi faccio un esempio: la stazione eretta

Se voi vi mettete su un prato dove l'erba cresce liberamente, in piedi,siete ben visibili,ma se ci mettete carponi,a 4 zampe...lo siete molto meno.

Ora , i primi gruppi di ominidi,passanti dalla stazione a 4 zampe a quella eretta,non avrebbero avuto molte chance di nascondersi ai predatori africani o asiatici.

Quindi,già la conquista della stazione eretta pone problemi di motivazione e comprensione non indifferenti.

Però, SE LA STAZIONE ERETTA FOSSE STATA INNESCATA DA UNA MUTAZIONE ANOMALA E PARADOSSALMENTE ANTIADATTIVA DAL PUNTO DI VISTA ANIMALE E DEI PRIMATI...ALLORA SAREBBE COMPRENSIBILE.

In altre parole,sto dicendo che l'ominide non è frutto di una evoluzione naturale logica nel senso classico,ma di una qualche mutazione casuale e disfunzionale,che l'ha costretto a prendere una via evolutiva del tutto unica.

Cosi,dovendo distaccarsi progressivamente dal mondo animale,data la sua debolezza,vulnerabilità, stranezza,l'ominide ha. investito nell'unico organo utile allo scopo di sopravvivere, il cervello

Solo questo gli ha permesso di lasciare la natura e , nel contempo,sopravvivere,dando origine ad una specie del tutto particolare,anomala per quanto riguarda la Terra e gli altri animali.

Questo spiega anche i ritmi e la velocità di evoluzione. accelerati:

TANTO PIÙ LA SUA ANOMALIA SPECIFICA LO DELINEAVA COME EX ANIMALE,TANTO MAGGIORE ERA IL SUO BISOGNO DI SOPRAVVIVERE IN QUEL MONDO OSTILE,UN TEMPO FAMILIARE ,CHE RIUSCIVA A TANGENZIARE APPENA.

E QUEL BISOGNO POTEVA ESSERE SODDISFATTO SOLO CON UNA INTELLIGENZA NUOVA,UNA NUOVA MENTALITÀ, UN CERVELLO EVOLUTO.

E QUESTO IN TEMPI BREVI,PENA L'ESTINZIONE.

Riflettete bene su questa ipotesi,perché è interessante e pone l'ominide in una posizione di EVOLUZIONE-INVOLUZIONE-EVOLUZIONE che è caratteristica dell'umanità anche attuale.

L'UOMO È UN ANIMALE FALLITO MA RELATVAMENTE E PARZIALMENTE VINCENTE SUL PIANO CULTURALE.

IL PROBLEMA ATTUALE,SEMMAI,È IL FATTO CHE QUESTA SUA STRANEZZA L'HA PORTATO A FALLIRE ANCHE CULTURALMENTE,OLTRE CHE A PERDERE GRADUALMENTE PER STRADA IL CROMOSMA XY E ALTRO.

E QUESTO A CAUSA DEL BRUCIARE LE TAPPE NELLA FASE INIZIALE E MEDIA DELLA SUA EVOLUZIONE.

Questo,spiegherebbe anche il perché il cervello umano ha perso circa il 25 ,forse 30 % della sua massa nel corso degli ultimi 50 000 anni(#dati forniti dalla scienza )



Quindi,siamo di fronte ad una mutazione accidentale involutiva che ha dato origine al più grande paradosso specifico terrestre E FORSE ALLA PIÙ DISASTROSA E DISASTRATA DELLE SPECIE TERRENE.

UNA STRANEZZA DI CUI POI VEDIAMO I RISULTATI NELLA/STORIA E NELL'ATTUALITÀ.


[^] [:X] [:0] [^]


Ultima modifica di star-man il 28/06/2014, 20:09, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 28/06/2014, 20:33 
In linea generale la tua ipotesi potrebbe anche piacermi... ma ho però dei dubbi al riguardo.

Cita:
star-man ha scritto:
l'essere umano è una anomalia mutante nel regno animale,nata da mutazioni genetiche naturali e casuali,forse dovute a qualche influenza improvvisa e grave per quanto riguarda il DNA ,nei duo effetti funziinali,non congruenti all'ambiente se non in modo tangenziale.

Questo ha posto l'ominide nella condizione di dover supplire alla sua progressiva tangenzialità nei riguardi della natura,con la cultura.

Il cervello umano non sarebbe altro che una compensazione della sua impotenza come animale...animale ,dovuta a quella mutazione .


Il conservarsi di una mutazione dannosa è contro selezione naturale, ma ammettiamo questo sia avvenuto.
Potevamo diventare come l'ascidia, che ha sviluppato un adattamento decisamente geniale. Mantenere il cervello è dispendioso, quindi questo simpatico animaletto se lo tiene finché ne ha bisogno. Quando non ne ha più bisogno, quando cioè ha trovato un posto dove soggiornare e riprodursi, mangia il proprio cervello: ricava energia e riduce il fabbisogno energetico.
Mi fa un po' senso immaginare un Homo che agisce come una ascidia, ma vabbè XD
Il senso è quello: investire sul cervello a breve termine è una follia, perché troppo dispendioso. E la selezione non è dotata di prevegenza (come testimoniano alcuni adatattamenti non ottimizzati, che presumibilmente erano più che adeguati a fronte di ambienti immediati e che, in un secondo tempo, sono risultati leggermente mal fatti; es. il punto cieco nell'occhio umano). Non essendo dotata di prevegenza, avrebbe avuto soluzioni più facili: rendere più forti i muscoli delle gambe, per permettere una maggiore velocità di fuga; evolvere una pelle più spessa e dura; ...

Però... [8]


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MessaggioInviato: 28/06/2014, 22:06 
Cara Nisaba, che perdi tempo a rispondere seriamente a starman [?] Noi abbiamo rinunciato da un pezzo [:o)]


Ho trovato il pezzo che cercavo:


Cita:
Atlanticus81 ha scritto:


http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=237201

Il nostro lavoro in tal senso prende il via dal lavoro di Katherine Pollard che si focalizza su quelle sequenze di DNA che ci differenziano dai primati - eccone alcune:

Gene HAR1:
Il gene HAR1 viene espresso durante lo sviluppo embrionale e produce una migrazione neuronale indispensabile allo sviluppo di un cervello veramente umano

Gene GADD45G:
L’assenza di questa sequenza di DNA è probabilmente la causa dell’ingrandimento di alcune aree del cervello e quindi della comparsa di nuove funzioni neurologiche

Sequenza HAR2:
Sviluppo dei muscoli dell’eminenza tenar (muscolo opponibile del pollice), sviluppo dell’architettura osseo-tendinea-muscolare tra mano e avambraccio responsabile di grande libertà e precisione dei movimenti

Sequenza AMY1:
Codifica enzima (amilasi salivare) che permette migliore digestione dell’amido

Sequenza MAD1L1:
Azione su proteine che consentono una più ordinata divisione del fuso mitotico con minor tassi di errori durante la replicazione cellulare - maggiore durata della vita

Sequenza WNK1:
Codifica enzima tirosinasi che oltre a migliorare il funzionamento del rene ottimizza il feed-back sensitivo contribuendo ad aumentare la perizia nella fabbricazione di attrezzature, oggetti, e successivamente vestiti, armi oltre che favorire maggiore destrezza nei movimenti generali

Sequenza FOXP2:
Sequenza responsabile dei movimenti facciali fini e ad alta velocità oltre che della coordinazione bocca-organi di fonazione come laringe e corde vocali tipiche delle espressioni e del linguaggio umano

La particolarità è che queste sembrano derivare da mutazioni o addirittura delezioni della sequenza genetica precedente...

Le delezioni sono un naturale processo genetico le cui cause possono dipendere da:
- esposizione a radiazioni
- attività retro-virali
- errori di trascrittura del DNA

ma appunto, come indicato nel materiale per la conferenza, che verrà successivamente pubblicato direttamente sul blog, non forniscono vantaggi competitivi, anzi il più delle volte generano deficit, sindromi e malattie genetiche già note in medicina come nei seguenti esempi

- delezione cromosoma 4 = sindrome di Wolf-Hirschhorn
- delezione cromosoma 7 = sindrome di Williams
- delezione cromosoma 18 = ritardo mentale
- delezione cromosoma Y nel maschio = impossibilità a procreare

non sono noti casi di delezioni cromosomiche che consentano vantaggi alla specie umana e anzi, se non erro, il modello evolutivo descritto da Darwin aggiunge sequenze e cromosomi a quelle già esistenti per meglio adattare la specie all'ambiente.

Ma la particolarità più grande e più inspiegabile sta nella apparente riduzione del patrimonio cromosomico tra i primati e l’uomo.

Tutti i primati (Cro-Magnon e Neanderthal compresi) sembrano avere 48 cromosomi ossia 24 paia. Ci si aspetterebbe che l’uomo ne abbia un numero pari o superiore.

Invece il DNA umano è contenuto in 23 coppie di cromosomi pari a 46 cromosomi, ovvero una coppia in meno rispetto ai suoi parenti più prossimi e ai suoi predecessori evolutivi.

E’ impossibile che l’evoluzione da primate a uomo abbia provocato la perdita di due cromosomi; inoltre i cromosomi 2 e 3 dei primati sembrano fusi nell’uomo in un doppio cromosoma “Jumbo”



Era appunto questa la risposta della scienza ufficiale a tesi come quella sostenuta nell' articolo dell' odontoiatra: non c' è stata alcuna perdita o aggiunta di cromosomi, ma bensì una fusione di cromosomi preesistenti.

Il cromosoma 2 3 dei primati sono fusi nell' Uomo costituendo il cromosoma 2.


Mi chiedo ancora se ci sia la prova dal punto di vista scientifico di questo particolare processo... [8]


Ultima modifica di Aztlan il 28/06/2014, 22:09, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 28/06/2014, 22:31 
e il tuo "però "che mi preoccupa...

Cmq,vedi,noi siamo vittime dell'ideologia borghese dell'Ottocento,che ha influenzato tutta la cultura occidentale.

L'idea di progresso,ottimismo,positivismo,ecc.... ha contribuito a creare la teoria evoluzionistica inr quegli aspetti che riguardano le mutazioni casuali e adattative.

Secondo me,se consideriamo altre specie,oltre a quella ominide a e poi umana,possiamo forse arguire che alcune mutazioni erano in origine dei...difetti o delle deviazioni problematiche poi diventate motivazioni e strumenti di adattamento.

Ad esempio,le zampe dei canguri,sicuramente dovute a qualche ancestrale defaillance,che ha fatto di una stranezza o anomalia un vantaggio e una diversità.

Forse,un gruppo di stretti parenti degli scimpanzé bonobo,per ragioni di consanguineità o altro,ha sviluppato individui difettosi dal punto di vista loro,ma che si sono poi adattati in modo diverso all'ambiente,e via dicendo.

Il cervello,in fondo,è una mappa neurologica dell'organismo,che raccoglie,elabora e organizza l'esperienza di tutto il corpo,e,in seguito,con uno sviluppo ulteriore,ne fa una mappa cognitiva,poi una tecnologia,ecc....

Di per se stesso,è un organo economico,funzionale e utile,quindi capisco il fatto che sia così evoluto.

Vedi,nei primati,l'organismo è molto complesso,e se ogni sistema dovesse pensare....sarebbe un disastro.

Il cervello amministra il tutto e lo fa funzionalmente.

Quello che io non capisco,invece,è l'evoluzione rapida e accelerata del cervello nelle specie ominidee,una evoluzione CHE SEMBRA AVER PRESO LA MANO ALLE SPECIE MEDESIME,SFORNANDONE A RAFFICA E A CESPUGLIO FINO ALL'HOMO SAPIENS.

In teoria non sarebbe stato necessaria una evoluzione del genere,quindi sembra che nella nostra evoluzione accelerata abbia giocato un fattore X che non conosciamo.

Ora,io penso che questo fattore sia INERZIALE E NEL CONTEMPO AUTOPORTANTE,nel senso che,una volta iniziata l'ascesa,si è creata una tendenza irrefrenabile e interattiva tra. cervello e organismo a complessizzarsi e perfezionarsi sempre di più.

LA PROVA DI QUESTO STA,SECONDO ME,NEL CROLLO DEL CERVELLO IN HOMO SAPIENS,iniziato circa 50 000 anni fa,con una diminuzione di massa notevole,fino ad oggi.

È continuato questo crollo,dopo l'acme delle civiltà antiche,fino ad oggi,periodo in cui il cervello delle masse si trova in uno standby strano ed evidente,funzionando sotto ai valori che erano lo standard di decenni fa,tra cui il QI,l'analfabetismo funzionale,la povertà di linguaggio e la sua standardizzazione,la comunicazione virtuale,ecc...

Non solo,ma questo crollo si accompagna alla caduta dei valori di fertilità, intelligenza emotiva,intelligenza cognitiva,creatività, ecc...

Quindi,homo sapiens sembra davvero essersi bevuto,almeno in parte il cervello,come scrivi a proposito dell'ascidia,ma questo non è lo stesso bere,ma,piuttosto la CONSEGUENZA DELLA ASCESA PRECEDENTE.

In altre parole la sistemica Sapiens sta spegnendosi,l'evoluzione specifica si sta fermando e spegnendo,degradando con il suo crollo,anche il DNA,TRA CUI IL CROMOSOMA XY ,INDISPENSABILE PER LA RIPRODUZIONE.

FINE,QUINDI,DEL PROGETTO HOMO SULLA TERRA.

O LA NATURA HA TOPPATO,E SAREBBE DAVVERO STRANO,OPPURE L'ALIENO HS SBAGLIATO,E FORSE È COSÌ, MA NON CE NE SONO EVIDENZE GENETICHE.

O,ancora,come propongo,l'ominide è nato per una mutazione anomala che l'ha tsngnziato rispetto alla natura costringendolo a una scelta culturale...

Oppure,qualche evento grave di tipo naturale radiante,biochimico fisico,ecc...ha mutato gruppi di preominidi nei primati simili ai bonobo.

In ogni caso,l'umanità è una specie MUTANTE rispetto alla natura e a tutte le altre,e,forse una specie mutante ha anche ,come si dice,gli anni contati.

Dapprima una ascesa vertiginosa ,poi il crollo e la fine.

Io penso sia andata così, e mi dispiace dirlo.

ciau



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