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26/03/2014, 15:09

Marie Le Pen:

... i nostri (M5S e FN) partiti sono d’accordo su molti temi, a partire dalla lotta contro l’euro...


Certo, se fossi in Francia voterei FN e non ho problemi a dirlo. Ma fino a prova contraria abito in Italia.

E in Italia ho il M5S che afferma:

... Noi stiamo cercando di parlare in Europa con una folta rappresentanza per dire che questa Europa per come è stata creata dai partiti in questi anni non ci piace. Siamo passati da una comunità a un’unione, e il cambio di nome dà il senso del passaggio culturale che c’è stato. Un’unione può sembrare un’unione di affari e non è questo il progetto che vogliamo portare avanti. Andremo in Europa per rinegoziare una serie di condizioni. Prima di tutto il fiscal compact, subito dopo il pareggio di bilancio, poi la soglia del 3% come limite invalicabile tra deficit e pil: tutte cose che vanno a incidere su misure che vanno nella carne viva delle persone...


Questo mi basta affinché il M5S abbia il mio voto. E sono abbastanza convinto che, se in sintonia con il Front National, il M5S non si esimerà dal votare insieme a questi. Esattamente come ha fatto in Italia.

Lo farà? Non lo farà?

Non posso saperlo a priori... sarebbe pregiudizievole.

Non lo farà?

Non avrà più il mio voto stanne certo. Almeno di questo me ne renderai atto?!

[;)]

26/03/2014, 16:09

.. però, viste le premesse ...[8)]

26/03/2014, 16:35

E torniamo al solito discorso... sono mesi che ci si gira intorno...

Cos'altro possiamo fare? Ditemelo voi che siete tanto bravi... Imbracciare i fucili? Colpo di stato stile Ucraina? Sappiamo bene che non funziona...

Ci teniamo l'Europa? Non mi sembra il caso.

Prima di fare tutto ciò vorrei vagliare altre possibilità e, tra queste, la migliore dal mio punto di vista, è quella di dare una possibilità al M5S.

Oppure proponetemi voi soluzioni alternative.

Berlusconi?!

[V]

26/03/2014, 16:37

Mister X ? Non c'è nessuno! [8)]
(Qua, il primo che abbaia al mattino, lo fanno ... premier ...) [8)]
Ultima modifica di Ufologo 555 il 26/03/2014, 16:37, modificato 1 volta in totale.

26/03/2014, 20:06

M5S ad oltranza !

26/03/2014, 21:21

Atlanticus81 ha scritto:

E in Italia ho il M5S che afferma:

Andremo in Europa per rinegoziare una serie di condizioni. Prima di tutto il fiscal compact, subito dopo il pareggio di bilancio, poi la soglia del 3% come limite invalicabile tra deficit e pil: tutte cose che vanno a incidere su misure che vanno nella carne viva delle persone...



Amen.

Il resto (dello scenario politico), in fin dei conti, è ben lontano dal fare questo.
Potete fare il triplo carpiato con doppio avvitamento.
Il prodotto non cambia di una virgola.

Max... la Lega e la Meloni, non hanno i numeri
per cambiare la situazione.

26/03/2014, 22:09

Ufologo 555 ha scritto:

Mister X ? Non c'è nessuno! [8)]
(Qua, il primo che abbaia al mattino, lo fanno ... premier ...) [8)]


Credo che Atlanticus non volesse contemplare l'opzione "non c'è nessuno", in quanto infruttuosa, credo invece che volesse ottenere da te una proposta fattibile ..
Massimo sappiamo bene che le cose non possono restare cosi per come sono, gli unici che hanno argomentazioni e propositi utili in questo momento sono i ragazzi del M5s.
Non vedo alternativa "votabile"....
forse la Lega... (pensa te che me tocca dì [8)])

26/03/2014, 22:41

Thethirdeye ha scritto:

Atlanticus81 ha scritto:

E in Italia ho il M5S che afferma:

Andremo in Europa per rinegoziare una serie di condizioni. Prima di tutto il fiscal compact, subito dopo il pareggio di bilancio, poi la soglia del 3% come limite invalicabile tra deficit e pil: tutte cose che vanno a incidere su misure che vanno nella carne viva delle persone...



Amen.

Il resto (dello scenario politico), in fin dei conti, è ben lontano dal fare questo.
Potete fare il triplo carpiato con doppio avvitamento.
Il prodotto non cambia di una virgola.

Max... la Lega e la Meloni, non hanno i numeri
per cambiare la situazione.

E sopratutto non sono credibili ....assolutamente !!!

27/03/2014, 09:53

[8)]

27/03/2014, 12:32

jean ha scritto:

Thethirdeye ha scritto:

Atlanticus81 ha scritto:

E in Italia ho il M5S che afferma:

[quote]Andremo in Europa per rinegoziare una serie di condizioni. Prima di tutto il fiscal compact, subito dopo il pareggio di bilancio, poi la soglia del 3% come limite invalicabile tra deficit e pil: tutte cose che vanno a incidere su misure che vanno nella carne viva delle persone...



Amen.

Il resto (dello scenario politico), in fin dei conti, è ben lontano dal fare questo.
Potete fare il triplo carpiato con doppio avvitamento.
Il prodotto non cambia di una virgola.

Max... la Lega e la Meloni, non hanno i numeri
per cambiare la situazione.

E sopratutto non sono credibili ....assolutamente !!!
[/quote]http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/26/infrastrutture-lombarde-maroni-e-lincontro-con-rognoni-per-lincarico-expo/927651/


Un commento che condivido [|)]
Maroni fa parte di quel gruppo di predicatori di Roma ladrona che poi si sono fatti le relative provviste alla faccia di tutti. Che sia uno esperto in trattative è noto da tempo. Che lo faccia per amor patrio è dubbio da tempo. Non è uno da cui compterei una macchina usata.

27/03/2014, 13:50

FAUSTO BERTINOTTI: "Il conflitto è tra alto e basso. Ha ragione la Le Pen"

Immagine

INTERVISTA A CURA DI: Angela Azzaro

«Il conflitto si è spostato. Non è più tra destra e sinistra ma tra alto e basso. Su questo ha ragione Marine Le Pen che deve il suo successo alla comprensione di questo cambiamento». Fausto Bertinotti non è affatto sorpreso del risultato francese che va letto ancora prima come la vittoria di Front National, come la sconfitta della sinistra di Hollande. Chi oggi si stupisce di questa disfatta vuol dire che è in malafede o che non ha capito davvero quello che sta accadendo in Francia come in tutta l’Europa: «Lo scontro oggi è tra le élites e il popolo».

Bertinotti, lei è stato uno dei pochi a non credere in un vero cambiamento politico dopo la vittoria di Hollande, che cosa pensa del risultato delle amministrative?

Si aspettavano una sconfitta “dolce”, è stata invece una sconfitta dura e disastrosa. Il presidente dell’Assemblea nazionale, il socialista Claude Bartolone, in un’intervista a Le Monde ha detto: «Un po’ ovunque in Francia la gioventù ci ha abbandonato, i ceti popolari ci hanno voltato le spalle, le classi medie ci hanno evitato, le banlieue e le campagne si sono interrate. Bisogna saper intendere i silenzi». È l’ammissione che la sinistra del partito socialista non rappresenta più nessuno. Se infatti scompare il tradizionale conflitto tra destra e sinistra, non lo si deve a un destino cinico e baro o al fatto che è cambiata la composizione sociale, fatto peraltro vero, ma lo si deve al fatto che questa sinistra non è più in grado di rappresentare nessuno.

Cosa cambia con il conflitto tra alto e basso?

Il tradizionale conflitto tra destra e sinistra è stato battuto. Su questo ha ragione Marine Le Pen, la cui vittoria si deve proprio alla sua capacità di ricollocarsi a partire dal popolo. Per questo non regge più neanche il richiamo per i ballottaggi ai valori repubblicani che in altre occasioni ha compattato destra e sinistra contro il Front National. Marine Le Pen, a differenza del padre che considerava la Repubblica un tradimento, ha portato il partito dentro l’alveo dello Stato, facendo percepire il Front un partito come gli altri. Anche l’elemento del razzismo è mutato, passando dall’elemento etnico al fatto economico. Il problema non è il colore della pelle ma che gli immigrati rubano il lavoro.

Una vittoria pericolosa del populismo?

Intanto bisogna chiarire che il populismo è comunque una risposta alla domanda che viene dal basso della società, cioè da parte degli esclusi, da coloro che sono stati tagliati fuori dalle élites. Anche la sinistra se non riparte dal basso, non può più essere in grado di intercettare la domanda che viene dalle classi più deboli. Di recente uno studio del Fondo monetario internazionale si è posto la domanda: “La globalizzazione ha ridotto i salari ed espulso i lavoratori dal sistema produttivo?”. Qui conta il punto interrogativo. Il fatto stesso che il Fmi si ponga la domanda, significa che la questione è evidente. E racconta quello slittamento verso lo scontro tra chi comanda e chi sta sotto. Non sto dicendo che chi si pone il problema di rappresentare il basso della società, sia per forza populista. Sto dicendo che chiunque voglia, anche con altre risposte, proporre una critica e un’alternativa all’ordine esistente in Europa, non può che partire da qui.

Come giudica il paragone tra Le Pen e Grillo?

Intanto più che di populismo, dovremmo parlare di populismi. I populismi sono diversi e compositi. Anche Grillo come Le Pen parte dalla contrapposizione tra alto e basso. Il successo del Movimento cinque scelte sta in questa collocazione politica precisa, ma è molto diverso dal Front National. Il no a Le Pen di Grillo non dipende solo dalle differenze di programma, ma anche da ragioni culturali e identitarie profonde. Mentre Le Pen pensa di contrapporre alle élites uno Stato nazionale che parta dal basso, il movimento pentastellato si basa sull’idea di una democrazia referendaria del tutto ostile allo Stato e alla politica. C’è una vera e propria avversione verso la società politica.

Da una parte i populismi dall’altra la democrazia?

Questa contrapposizione è fasulla. Chi dice, per opporsi ai populismi, di stare dalla parte delle democrazia, non fa una affermazione vera. Perché i populismi e la contrapposizione alto/baso nascono dallo strangolamento della democrazia. Contrapposto ai populismi c’è una sorta di neobonapartismo, un potere delle élites che hanno smesso la redistribuzione del reddito alle classi più deboli. La sinistra di Hollande si è esattamente suicidata identificandosi completamente col governo.

Renzi come Hollande?

Hollande rappresenta il fallimento, Renzi – che è tanto distante da me – è invece un elemento vivo che tenta di dare una risposta. Il suo è una sorta di “populismo di Stato”: pensa cioè di rimodellare il sistema dall’alto. Ma almeno non ignora il vero conflitto in atto nella società. Renzi mette nelle proprie ali un po’ di aria del proprio tempo. Hollande è la pietra tombale.

fonte: http://www.glialtrionline.it/2014/03/27 ... a-societa/

27/03/2014, 21:34

Atlanticus81 ha scritto:

FAUSTO BERTINOTTI: "Il conflitto è tra alto e basso. Ha ragione la Le Pen"

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INTERVISTA A CURA DI: Angela Azzaro

«Il conflitto si è spostato. Non è più tra destra e sinistra ma tra alto e basso. Su questo ha ragione Marine Le Pen che deve il suo successo alla comprensione di questo cambiamento». Fausto Bertinotti non è affatto sorpreso del risultato francese che va letto ancora prima come la vittoria di Front National, come la sconfitta della sinistra di Hollande. Chi oggi si stupisce di questa disfatta vuol dire che è in malafede o che non ha capito davvero quello che sta accadendo in Francia come in tutta l’Europa: «Lo scontro oggi è tra le élites e il popolo».

Bertinotti, lei è stato uno dei pochi a non credere in un vero cambiamento politico dopo la vittoria di Hollande, che cosa pensa del risultato delle amministrative?

Si aspettavano una sconfitta “dolce”, è stata invece una sconfitta dura e disastrosa. Il presidente dell’Assemblea nazionale, il socialista Claude Bartolone, in un’intervista a Le Monde ha detto: «Un po’ ovunque in Francia la gioventù ci ha abbandonato, i ceti popolari ci hanno voltato le spalle, le classi medie ci hanno evitato, le banlieue e le campagne si sono interrate. Bisogna saper intendere i silenzi». È l’ammissione che la sinistra del partito socialista non rappresenta più nessuno. Se infatti scompare il tradizionale conflitto tra destra e sinistra, non lo si deve a un destino cinico e baro o al fatto che è cambiata la composizione sociale, fatto peraltro vero, ma lo si deve al fatto che questa sinistra non è più in grado di rappresentare nessuno.

Cosa cambia con il conflitto tra alto e basso?

Il tradizionale conflitto tra destra e sinistra è stato battuto. Su questo ha ragione Marine Le Pen, la cui vittoria si deve proprio alla sua capacità di ricollocarsi a partire dal popolo. Per questo non regge più neanche il richiamo per i ballottaggi ai valori repubblicani che in altre occasioni ha compattato destra e sinistra contro il Front National. Marine Le Pen, a differenza del padre che considerava la Repubblica un tradimento, ha portato il partito dentro l’alveo dello Stato, facendo percepire il Front un partito come gli altri. Anche l’elemento del razzismo è mutato, passando dall’elemento etnico al fatto economico. Il problema non è il colore della pelle ma che gli immigrati rubano il lavoro.

Una vittoria pericolosa del populismo?

Intanto bisogna chiarire che il populismo è comunque una risposta alla domanda che viene dal basso della società, cioè da parte degli esclusi, da coloro che sono stati tagliati fuori dalle élites. Anche la sinistra se non riparte dal basso, non può più essere in grado di intercettare la domanda che viene dalle classi più deboli. Di recente uno studio del Fondo monetario internazionale si è posto la domanda: “La globalizzazione ha ridotto i salari ed espulso i lavoratori dal sistema produttivo?”. Qui conta il punto interrogativo. Il fatto stesso che il Fmi si ponga la domanda, significa che la questione è evidente. E racconta quello slittamento verso lo scontro tra chi comanda e chi sta sotto. Non sto dicendo che chi si pone il problema di rappresentare il basso della società, sia per forza populista. Sto dicendo che chiunque voglia, anche con altre risposte, proporre una critica e un’alternativa all’ordine esistente in Europa, non può che partire da qui.

Come giudica il paragone tra Le Pen e Grillo?

Intanto più che di populismo, dovremmo parlare di populismi. I populismi sono diversi e compositi. Anche Grillo come Le Pen parte dalla contrapposizione tra alto e basso. Il successo del Movimento cinque scelte sta in questa collocazione politica precisa, ma è molto diverso dal Front National. Il no a Le Pen di Grillo non dipende solo dalle differenze di programma, ma anche da ragioni culturali e identitarie profonde. Mentre Le Pen pensa di contrapporre alle élites uno Stato nazionale che parta dal basso, il movimento pentastellato si basa sull’idea di una democrazia referendaria del tutto ostile allo Stato e alla politica. C’è una vera e propria avversione verso la società politica.

Da una parte i populismi dall’altra la democrazia?

Questa contrapposizione è fasulla. Chi dice, per opporsi ai populismi, di stare dalla parte delle democrazia, non fa una affermazione vera. Perché i populismi e la contrapposizione alto/baso nascono dallo strangolamento della democrazia. Contrapposto ai populismi c’è una sorta di neobonapartismo, un potere delle élites che hanno smesso la redistribuzione del reddito alle classi più deboli. La sinistra di Hollande si è esattamente suicidata identificandosi completamente col governo.

Renzi come Hollande?

Hollande rappresenta il fallimento, Renzi – che è tanto distante da me – è invece un elemento vivo che tenta di dare una risposta. Il suo è una sorta di “populismo di Stato”: pensa cioè di rimodellare il sistema dall’alto. Ma almeno non ignora il vero conflitto in atto nella società. Renzi mette nelle proprie ali un po’ di aria del proprio tempo. Hollande è la pietra tombale.

fonte: http://www.glialtrionline.it/2014/03/27 ... a-societa/




Mai dubitato delle sue idee (mai messe in pratica), ne avremmo bisogno oggi più che mai ma il suo operato mi ha lasciato attonita, gliene direi 4 molto volentieri [:I]
Nel blog di Franceschetti si dice che il partito di rifondazione comunista(RC) sia un partito massonico (RC=Rosa Croce)
e che Bertinotti abbia studiato dai Gesuiti [8]

28/03/2014, 19:01

Gente come Bertinotti dovrebbe tacere, ma si sa che quelli della sua pasta una faccia non ce l'hanno.

28/03/2014, 19:52

Atlanticus81 ha scritto:

FAUSTO BERTINOTTI: "Il conflitto è tra alto e basso. Ha ragione la Le Pen"

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INTERVISTA A CURA DI: Angela Azzaro

«Il conflitto si è spostato. Non è più tra destra e sinistra ma tra alto e basso. Su questo ha ragione Marine Le Pen che deve il suo successo alla comprensione di questo cambiamento». Fausto Bertinotti non è affatto sorpreso del risultato francese che va letto ancora prima come la vittoria di Front National, come la sconfitta della sinistra di Hollande. Chi oggi si stupisce di questa disfatta vuol dire che è in malafede o che non ha capito davvero quello che sta accadendo in Francia come in tutta l’Europa: «Lo scontro oggi è tra le élites e il popolo».

Bertinotti, lei è stato uno dei pochi a non credere in un vero cambiamento politico dopo la vittoria di Hollande, che cosa pensa del risultato delle amministrative?

Si aspettavano una sconfitta “dolce”, è stata invece una sconfitta dura e disastrosa. Il presidente dell’Assemblea nazionale, il socialista Claude Bartolone, in un’intervista a Le Monde ha detto: «Un po’ ovunque in Francia la gioventù ci ha abbandonato, i ceti popolari ci hanno voltato le spalle, le classi medie ci hanno evitato, le banlieue e le campagne si sono interrate. Bisogna saper intendere i silenzi». È l’ammissione che la sinistra del partito socialista non rappresenta più nessuno. Se infatti scompare il tradizionale conflitto tra destra e sinistra, non lo si deve a un destino cinico e baro o al fatto che è cambiata la composizione sociale, fatto peraltro vero, ma lo si deve al fatto che questa sinistra non è più in grado di rappresentare nessuno.

Cosa cambia con il conflitto tra alto e basso?

Il tradizionale conflitto tra destra e sinistra è stato battuto. Su questo ha ragione Marine Le Pen, la cui vittoria si deve proprio alla sua capacità di ricollocarsi a partire dal popolo. Per questo non regge più neanche il richiamo per i ballottaggi ai valori repubblicani che in altre occasioni ha compattato destra e sinistra contro il Front National. Marine Le Pen, a differenza del padre che considerava la Repubblica un tradimento, ha portato il partito dentro l’alveo dello Stato, facendo percepire il Front un partito come gli altri. Anche l’elemento del razzismo è mutato, passando dall’elemento etnico al fatto economico. Il problema non è il colore della pelle ma che gli immigrati rubano il lavoro.

Una vittoria pericolosa del populismo?

Intanto bisogna chiarire che il populismo è comunque una risposta alla domanda che viene dal basso della società, cioè da parte degli esclusi, da coloro che sono stati tagliati fuori dalle élites. Anche la sinistra se non riparte dal basso, non può più essere in grado di intercettare la domanda che viene dalle classi più deboli. Di recente uno studio del Fondo monetario internazionale si è posto la domanda: “La globalizzazione ha ridotto i salari ed espulso i lavoratori dal sistema produttivo?”. Qui conta il punto interrogativo. Il fatto stesso che il Fmi si ponga la domanda, significa che la questione è evidente. E racconta quello slittamento verso lo scontro tra chi comanda e chi sta sotto. Non sto dicendo che chi si pone il problema di rappresentare il basso della società, sia per forza populista. Sto dicendo che chiunque voglia, anche con altre risposte, proporre una critica e un’alternativa all’ordine esistente in Europa, non può che partire da qui.

Come giudica il paragone tra Le Pen e Grillo?

Intanto più che di populismo, dovremmo parlare di populismi. I populismi sono diversi e compositi. Anche Grillo come Le Pen parte dalla contrapposizione tra alto e basso. Il successo del Movimento cinque scelte sta in questa collocazione politica precisa, ma è molto diverso dal Front National. Il no a Le Pen di Grillo non dipende solo dalle differenze di programma, ma anche da ragioni culturali e identitarie profonde. Mentre Le Pen pensa di contrapporre alle élites uno Stato nazionale che parta dal basso, il movimento pentastellato si basa sull’idea di una democrazia referendaria del tutto ostile allo Stato e alla politica. C’è una vera e propria avversione verso la società politica.

Da una parte i populismi dall’altra la democrazia?

Questa contrapposizione è fasulla. Chi dice, per opporsi ai populismi, di stare dalla parte delle democrazia, non fa una affermazione vera. Perché i populismi e la contrapposizione alto/baso nascono dallo strangolamento della democrazia. Contrapposto ai populismi c’è una sorta di neobonapartismo, un potere delle élites che hanno smesso la redistribuzione del reddito alle classi più deboli. La sinistra di Hollande si è esattamente suicidata identificandosi completamente col governo.

Renzi come Hollande?

Hollande rappresenta il fallimento, Renzi – che è tanto distante da me – è invece un elemento vivo che tenta di dare una risposta. Il suo è una sorta di “populismo di Stato”: pensa cioè di rimodellare il sistema dall’alto. Ma almeno non ignora il vero conflitto in atto nella società. Renzi mette nelle proprie ali un po’ di aria del proprio tempo. Hollande è la pietra tombale.

fonte: http://www.glialtrionline.it/2014/03/27 ... a-societa/



Questa è pornografia allo stato puro, un'altro esempio di chi ha fatto carriera alle spalle dei lavoratori ..... e per giunta ha anche la erre moscia. [:(!]

28/03/2014, 20:45

jean ha scritto:
..... e per giunta ha anche la erre moscia. [:(!]


E' vevo o non è vevo... [:p] [:o)] [:D]
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