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02/04/2014, 10:17

bleffort ha scritto:
A dir la verità ho molti sospetti sulla proposta di togliere il Senato,secondo mè è un'altra cosa che ci verrà nel di dietro.
Mi domando perchè i grandi sprechi li trascurano e si sono focalizzati proprio sul Senato!.mica sarà stato un suggerimento fatto a Renzi da Berlusconi?.[^]


Come ha detto qualcuno che di politica se ne intendeva "a pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina".

02/04/2014, 10:22

Ufologo 555 ha scritto:
Non erano quelli che avrebbero mandato tutti a casa ...? [^]


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Dopo questa osservazione comincio a credere che la pratica di leggere solo le prime righe e poi saltare subito alle conclusioni non sia poi cosi infallibile.

02/04/2014, 11:17

Dai, dai, zakmck, che i "five stars" sono un po in crisi ... Idee? Bah ...

02/04/2014, 13:12

zakmck ha scritto:

Ufologo 555 ha scritto:
Non erano quelli che avrebbero mandato tutti a casa ...? [^]


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Dopo questa osservazione comincio a credere che la pratica di leggere solo le prime righe e poi saltare subito alle conclusioni non sia poi cosi infallibile.

Sai da quanto tempo io faccio cosi [|)]

02/04/2014, 14:29

... lo fanno anche quelli che "fanno i programmi": si fermano alle prime .. righe! [:246]

02/04/2014, 20:26

Renzi, svolta autoritaria in vista della macelleria 2015

Scritto il 01/4/14 • nella Categoria: idee
Qualcuno si stupisce che il governo Renzi, in una situazione economica così drammatica, dia invece la priorità alla riforma del Senato e della legge elettorale? «La spiegazione di questa apparente incongruità è chiara, purtroppo». Renzi, sostiene Marco Della Luna, è stato scelto «non certo per dimostrate capacità, ma per la sua immagine di bravo ragazzo a capo di un governo di giovani rassicuranti». E’ un’immagine che «lo rende idoneo, con l’aiuto di contentini demagogici su tasse e bollette, a far passare una riforma elettorale e del Senato estremamente pericolosa e aggressiva verso la democrazia e lo stesso impianto della Costituzione». Una riforma, dice Della Luna, che «prepara l’ambiente giuridico-costituzionale adatto in cui il successivo premier potrà esercitare una dittatura formalmente legittima per gestire un prevedibile e imminente periodo di peggioramento economico e di protesta sociale».
Quel premier, aggiunge Della Luna nel suo blog, «non sarà un ragazzotto inoffensivo», ma un uomo degli interessi finanziari, dei poteri forti, un delegato della Troika, che «macellerà l’Italia come la Troika ha macellato la Grecia, senza però che la Troika debba metterci la faccia», quindi scaricando sugli italiani la responsabilità di ciò che essa farà a loro. «Il peggioramento economico arriverà l’anno prossimo, con le decine di miliardi che annualmente l’Italia dovrà togliere ai contribuenti per l’abbattimento forzoso del debito pubblico (Fiscal Compact) in un trend già di avvitamento fiscale pluriennale». Prevedibilmente, continua l’avvocato Della Luna, l’Italia dovrà allora invocare l’aiuto, il bail-out, della Troika, accettare le sue “cure” e quindi reprimere l’ampio scontento popolare che, a quel punto, scoppierà. E allora «servirà una mano dura, un governo autoritario con poteri forti. Ecco a che cosa servono la riforma elettorale e del Senato. Ecco perché per questo governo sono prioritarie e vengono prima dei problemi economici».
In una situazione come la nostra, in cui l’Italia è indebitata sempre più – e il debito pubblico è denominato in euro, cioè «in una moneta praticamente straniera e tutta sbilanciata su poteri esterni alla repubblica» – avremmo bisogno di tutt’altro. Per esempio, di una riforma sovranista «che prevenisse da altre sospensioni della democrazia come quelle imposte ben tre volte dai manovratori del rating e dello spread attraverso Napolitano». E invece, arriva esattamente l’opposto. «Riflettete bene: sotto la pelle d’agnello di Renzi e dei suoi ragazzi un po’ ingenui, con le loro riforme, e con l’aiuto di un Berlusconi sempre più condizionabile giudiziariamente, stanno istituendo una nuova architettura costituzionale», in cui il capo del partito di maggioranza relativa – magari eletto solo da qualche milione di italiani – si prende praticamente tutto. Con le “riforme” imposte da Renzi, infatti, il segretario del partito si sceglie i candidati che gli vanno bene, e col voto di meno di un terzo degli elettori si prende la maggioranza assoluta nell’unica camera legislativa, blindando a priori la fiducia al proprio governo.
Sempre il premier, con un pugno di voti, designerebbe anche il presidente della Repubblica (che a sua volta nominerebbe buona parte del Senato), ma anche «il presidente dell’unica camera legislativa, i giudici costituzionali, i membri laici del Csm e altre cariche di garanzia». Il neo-premier potrebbe anche revocare a piacimento i ministri e lasciare senza rappresentanza parlamentare partiti che raccolgono milioni di voti, ponendosi quindi «al di sopra di ogni controllo». La giustificazione, continua Della Luna, è che i tempi richiedono un premier forte e decisioni rapide. «E’ una giustificazione bugiarda perché queste esigenze di efficienza-rapidità e insieme di democraticità-legalità sarebbero molto facilmente soddisfatte senza rinunciare alle garanzie e alla rappresentatività vera del corpo elettorale: basta mantenere, accanto a una Camera dei deputati eletta con un sistema maggioritario e con sbarramenti, un Senato elettivo, riformato in modo che sia l’organo della rappresentanza fedele dell’elettorato e delle garanzie».
Per Della Luna, il Senato ideale potrebbe essere eletto con sistema proporzionale su base regionale e rinnovato per la metà ogni 3 anni. Non dovrebbe poter essere sciolto, non parteciperebbe alla normale attività legislativa e non voterebbe la fiducia (queste funzioni spetterebbero alla sola Camera dei deputati), salvo «un diritto di veto che può esercitare con maggioranza dei 3/5 dei membri su proposta di 1/3 di essi». Il nuovo Senato democratico, in compenso, avrebbe «competenza legislativa esclusiva per riforme costituzionali, leggi costituzionali, leggi sulla cittadinanza, leggi elettorali, ratifica di trattati limitanti la sovranità nazionale, messa in stato di accusa del presidente della Repubblica, decisioni su eleggibilità e decadenza di deputati e senatori, commissioni d’inchiesta, nomina del presidente della Repubblica, dei giudici costituzionali, dei membri laici del Csm, dei capi di tutte le istituzioni di garanzia». Un tale sistema bicamerale, conclude Della Luna, sarebbe «così semplice e chiaro, lineare ed efficace nell’assicurare tutte le funzioni, l’efficienza e le garanzie, che il fatto stesso che non sia nemmeno proposto prova il pericoloso obiettivo del governo in carica e la corresponsabilità di chi lo sostiene in qualsiasi modo».

Che c’azzeccano il Senato e l’Italicum con la crisi economica? Qualcuno si stupisce che il governo Renzi, in una situazione così drammatica, dia invece la priorità alla riforma di Palazzo Madama e della legge elettorale? «La spiegazione di questa apparente incongruità è chiara, purtroppo». Renzi, sostiene Marco Della Luna, è stato scelto «non certo per dimostrate capacità, ma per la sua immagine di bravo ragazzo a capo di un governo di giovani rassicuranti». E’ un’immagine che «lo rende idoneo, con l’aiuto di contentini demagogici su tasse e bollette, a far passare una riforma elettorale e del Senato estremamente pericolosa e aggressiva verso la democrazia e lo stesso impianto della Costituzione». Una riforma, dice Della Luna, che «prepara l’ambiente giuridico-costituzionale adatto in cui il successivo premier potrà esercitare una dittatura formalmente legittima per gestire un prevedibile e imminente periodo di peggioramento economico e di protesta sociale».

Quel premier, aggiunge Della Luna nel suo blog, «non sarà un ragazzotto inoffensivo», ma un uomo degli interessi finanziari, dei poteri forti, un Napolitanodelegato della Troika, che «macellerà l’Italia come la Troika ha macellato la Grecia, senza però che la Troika debba metterci la faccia», quindi scaricando sugli italiani la responsabilità di ciò che essa farà a loro. «Il peggioramento economico arriverà l’anno prossimo, con le decine di miliardi che annualmente l’Italia dovrà togliere ai contribuenti per l’abbattimento forzoso del debito pubblico (Fiscal Compact) in un trend già di avvitamento fiscale pluriennale». Prevedibilmente, continua l’avvocato Della Luna, l’Italia dovrà allora invocare l’aiuto, il bail-out, della Troika, accettare le sue “cure” e quindi reprimere l’ampio scontento popolare che, a quel punto, scoppierà. E allora «servirà una mano dura, un governo autoritario con poteri forti. Ecco a che cosa servono la riforma elettorale e del Senato. Ecco perché per questo governo sono prioritarie e vengono prima dei problemi economici».

In una situazione come la nostra, in cui l’Italia è indebitata sempre più – e il debito pubblico è denominato in euro, cioè «in una moneta praticamente straniera e tutta sbilanciata su poteri esterni alla repubblica» – avremmo bisogno di tutt’altro. Per esempio, di una riforma sovranista «che prevenisse da altre sospensioni della democrazia come quelle imposte ben tre volte dai manovratori del rating e dello spread attraverso Napolitano». E invece, arriva esattamente l’opposto. «Riflettete bene: sotto la pelle d’agnello di Renzi e dei suoi ragazzi un po’ ingenui, con le loro riforme, e con l’aiuto di un Berlusconi sempre più condizionabile giudiziariamente, stanno istituendo una nuova architettura costituzionale», in cui il capo del partito di maggioranza relativa – magari eletto solo da qualche milione di italiani – si prende praticamente tutto. Con le “riforme” imposte da Renzi, infatti, il segretario del partito si sceglie i candidati che gli vanno bene, e col voto di meno di un terzo degli elettori si prende la maggioranza assoluta nell’unica camera legislativa, Renzi e Padoanblindando a priori la fiducia al proprio governo.

Sempre il premier, con un pugno di voti, designerebbe anche il presidente della Repubblica (che a sua volta nominerebbe buona parte del Senato), ma anche «il presidente dell’unica camera legislativa, i giudici costituzionali, i membri laici del Csm e altre cariche di garanzia». Il neo-premier potrebbe anche revocare a piacimento i ministri e lasciare senza rappresentanza parlamentare partiti che raccolgono milioni di voti, ponendosi quindi «al di sopra di ogni controllo». La giustificazione, continua Della Luna, è che i tempi richiedono un premier forte e decisioni rapide. «E’ una giustificazione bugiarda perché queste esigenze di efficienza-rapidità e insieme di democraticità-legalità sarebbero molto facilmente soddisfatte senza rinunciare alle garanzie e alla rappresentatività vera del corpo elettorale: basta mantenere, accanto a una Camera dei deputati eletta con un sistema maggioritario e con sbarramenti, un Senato elettivo, riformato in modo che sia l’organo della rappresentanza fedele dell’elettorato e delle garanzie».

Per Della Luna, il Senato ideale potrebbe essere eletto con sistema proporzionale su base regionale e rinnovato per la metà ogni 3 anni. Non dovrebbe poter essere sciolto, non parteciperebbe alla normale attività legislativa e non voterebbe la fiducia (queste funzioni spetterebbero alla sola Camera dei deputati), salvo «un diritto di veto che può esercitare con maggioranza dei 3/5 dei membri su proposta di 1/3 di essi». Il nuovo Senato democratico, in compenso, avrebbe «competenza legislativa esclusiva per riforme costituzionali, leggi costituzionali, leggi sulla cittadinanza, leggi elettorali, ratifica di trattati limitanti la sovranità nazionale, messa in stato di accusa del presidente della Repubblica, decisioni su eleggibilità e decadenza di deputati e senatori, commissioni d’inchiesta, nomina del presidente della Repubblica, dei giudici costituzionali, dei membri laici del Csm, dei capi di tutte le istituzioni di garanzia». Un tale sistema bicamerale, conclude Della Luna, sarebbe «così semplice e chiaro, lineare ed efficace nell’assicurare tutte le funzioni, l’efficienza e le garanzie, che il fatto stesso che non sia nemmeno proposto prova il pericoloso obiettivo del governo in carica e la corresponsabilità di chi lo sostiene in qualsiasi modo».

http://www.libreidee.org/2014/04/renzi- ... eria-2015/

02/04/2014, 20:34

Ufologo 555 ha scritto:

... lo fanno anche quelli che "fanno i programmi": si fermano alle prime .. righe! [:246]


Non lo metto in dubbio.

Di sicuro e' un metodo piuttosto in voga.

E si vede.

03/04/2014, 09:23

Il debito pubblico, gli interessi, le bugie e Matteo Renzi

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martedì 1 aprile 2014

http://www.nocensura.com/2014/04/il-deb ... si-le.html

Di Andrea Bizzocchi - andreabizzocchi.it - concesso a nocensura.com
Diciamo subito le cose come stanno. Il problema del debito pubblico italiano non deriva da un eccesso di spesa, sprechi e ruberie assortite, bensì unicamente dagli interessi che lo Stato italiano paga per finanziarsi. Va da sé che spese, sprechi e ruberie assortite concorrono a peggiorare la situazione, ma non sono il problema di fondo. Perché allora si parla di tutto fuorché del problema di fondo? Perché del problema di fondo non si vuol parlare, onde lasciare le cose come stanno.

Come riporto in “E io non pago”, l’Italia, nel trentennio che va dal 1980 al 2011 ha avuto un avanzo primario pari a 484 miliardi di euro. Nello stesso periodo ha pagato 2141 miliardi di euro di interessi. La differenza (pari a 1897 miliardi) rappresentava il debito pubblico italiano nel 2012, debito che oggi ha superato i 2100 miliardi. Questo debito genera interessi annuali per circa 70-80 miliardi di euro. Gli interessi che l’Italia paga, tecnicamente, sarebbero (sono) definibili come interessi da anatocismo, cioè noi paghiamo gli interessi sugli interessi. E’ un circolo senza fine dal quale il paese non può uscire (del resto i debiti sono concepiti all’uopo) e se mai fosse si ritroverebbe comunque spolpato all’osso e dunque senza alcuna possibilità di ripresa. Dico spolpato perché non avremo più nessuna base, cioè nessuna risorsa reale, su cui ripartire. Non credo comunque che questo succederà dal momento che i debiti sono sempre concepiti per non essere estinguibili onde tenere un paese alla mercé delle oligarchie finanziarie che tirano i fili del gioco del denaro.

L’immagine venduta dicevamo, è però che l’Italia si trova nella situazione in cui si trova perché “spende troppo” e quindi ha un deficit di bilancio. Questa immagine non è solo errata ma volutamente fuorviante. Nonostante la nostra situazione sia drammatica, paradossalmente l’Italia è il paese al mondo con il surplus di bilancio più alto. Questo, chiariamolo subito, non è che sia un bene in sé, perché il nostro surplus è dovuto principalmente ad una tassazione altissima che concorso all’affossamento del paese. Resta il fatto che l’Italia in virtù di questa tassazione altissima ed al conseguente surplus di bilancio che conosce da oltre vent’anni, dovrebbe perlomeno non avere il problema del debito. Che invece c’è, eccome! In breve, gli interessi si rincorrono e le politiche di austerità non servono a nulla se non, appunto, a spolpare il paese. I debiti, del resto, servono a questo: drenare ricchezza reale dalle popolazioni e quindi impoverirle e controllarle.

Il Pil dell’Italia è quasi quintuplicato in dieci anni passando da 35 a 156 miliardi e la ragione di questo è il famoso “divorzio” tra la Banca d’Italia e il Tesoro. Il fatto fondamentale del “divorzio” fu il sollevamento per la Banca d’Italia dell’obbligo di comprare il debito pubblico (cioè i titoli di Stato). Da allora l’Italia si è finanziata sul mercato, cioè abbiamo preso denaro a prestito a tassi di interesse dettati dal mercato finanziario, mercato finanziario che ovviamente fa i suoi interessi. Il mercato finanziario, oltretutto, è principalmente estero (in “E io non pago” riporto la lista dei 20 “specialisti”, di cui 18 esteri appunto, autorizzati dal Tesoro italiano a compare i nostri titoli di Stato). Prima l’Italia si finanziava a costo zero attraverso la Banca d’Italia. Spiego il tutto nei dettagli nel nuovo libro “Euroballe”.

Questo antefatto, che è la vera causa della situazione in cui ci troviamo, non è mai stato menzionato da nessun media di regime, e men che meno dalla Troika e dai governi (Monti, Letta e anche Renzi) che si sono succeduti dall’esplosione della crisi del debito. Affermare dunque che i media, la Troika e i governi sono tutti corresponsabili e parte del piano di spolpamento, non è fare affermazioni generiche e complottiste, cosa di cui qualche lettore mi accusa, bensì semplicemente affermare la realtà dei fatti. Oppure queste cose non le sanno?

La Bce, a differenza della Fed, della Banca centrale del Giappone e altre, non può acquistare i titoli di Stato (l’Unione europea glielo vieta, e già questo ci dice molto chiaramente a cosa serve, tra le altre cose, la UE). Però la Bce questi soldi li può prestare alle banche. La Bce, dall’inizio della crisi ha infatti prestato alle banche circa 3000 miliardi di euro a tassi di interesse vicini allo zero, banche che però non hanno riversato questi soldini nell’economia reale (e anche comprensibilmente dal loro punto di vista). Cosa ci hanno fatto allora le banche con questi soldi? Ci hanno acquistato, indovinate cosa, titoli di Stato che rendevano il 4% e anche oltre. Che beneficio ne hanno tratto i paesi da queste emissioni di denaro della Ue? Nessuna, è ovvio. I beneficiari sono stati unicamente le banche. Lo schema è chiarissimo.

Tutto ciò premesso, è evidente che se non si esce quanto prima dall’Europa e dall’euro, e contestualmente non si eliminano i circa 80 miliardi di interessi annui che stiamo pagando oggi, l’Italia, oltre a non avere un presente, non avrà neppure un futuro. L’uscita dall’euro, in aggiunta alle positive conseguenze concrete e immediate (se non altro in termini di eliminazione-riduzione degli interessi che paghiamo), avrebbe anche un plus, un bonus aggiuntivo per così dire, che sarebbe quello del recupero della fiducia del mercato finanziario nel sistema Italia (il mercato finanziario recupererebbe fiducia per il semplice motivo che lo Stato italiano avrebbe di nuovo accesso diretto alla liquidità).

Proprio per evitare tutto ciò, io credo, è stato fatto fuori Letta (che si sapeva non poteva durare visto che era stato imposto così come il suo predecessore Monti, e quindi si sarebbe arrivati presto alle elezioni) ed è stato messo al suo posto, l’alter-ego povero di Obama, Matteo Renzi, tristemente venduto come il nuovo che avanza. Quindi lo spolpamento dell’Italia continua.


Fonte: Di Andrea Bizzocchi - andreabizzocchi.it - concesso a nocensura.com

03/04/2014, 10:45

,,,ma solo degli orbi possono credere che renzie e' il nuovo che avanza.............. magari il nuovo in chiacchere,, [;)]
Ultima modifica di ubatuba il 03/04/2014, 10:45, modificato 1 volta in totale.

03/04/2014, 12:11

Pil italiano non migliorerà con Renzi. Fino al 2018 faranno meglio Spagna e Grecia

http://www.wallstreetitalia.com/article ... recia.aspx


...matteo l'esecutore degli ordine della bce........................

03/04/2014, 13:02

... Perché è tutto il SISTEMA ITALIANO che non va ...[8)]

03/04/2014, 14:01

non è il sistema italiano, è il sistema in cui l'italia si è gettata a non esserle favorevole, è un pò diverso.

L'italia è ancora in piedi perchè per decenni si è trasferita la ricchezza pubblica nelle mani private impoverendo lo stato ma arricchendo i cittadini. Per questo abbiamo una delle ricchezze private più alte del mondo. Ora qualcuno ha deciso di prendere per i piedi gli italiani e scuoterli fino a far uscire anche l'ultimo centesimo e noi invece di "scansarli" ci siamo buttati tra le loro braccia -_-

Magari i vecchi politici alla Craxi erano dei maneggioni ma forse avevano ancora un pò di spirito nazionalistico e di interesse per il "bene del paese" chissà...
Ultima modifica di MaxpoweR il 03/04/2014, 14:03, modificato 1 volta in totale.

03/04/2014, 14:25

Matteo Renzi, il taglio delle province? 25mila poltrone in più

I tagli alle Province di Matteo Renzi? Cancellano quelli - ben più significativi - che approvò il governo di Silvio Berlusconi. E il risultato è degno del miglior Tafazzi: venticinquemila poltrone in più. Il disegno di legge che porta la firma del già ministro renziano oggi promosso a "Gianni Letta" piddino Graziano Delrio prevede infatti dei tagli alle assemblee elettive per gli enti locali più piccoli. Delrio, però, che ai tempi del decreto faceva il sindaco e il presidente dell'Anci, non si è accorto che il taglio dei consiglieri comunali nei paesi con meno di diecimila abitanti che ha proposto qualche mese fa era già da anni una legge dello Stato. La sforbiciata, infatti, era stata promossa e approvata dell'esecutivo guidato dal leader di Forza Italia nel luglio del 2011 col decreto 138.

Quel documento, che portava le firme tra gli altri del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, delle Riforme Roberto Calderoli e di quello degli Affari Regionali Raffaele Fitto, prevedeva che i membri dei consigli comunali scendessero da sedici a dieci sotto i diecimila abitanti e da dodici a sei sotto ai tremila. Considerato che in Italia su 8092, solo 500 Comuni superano i 15.000 abitanti, si trattava di una riduzione complessiva del personale eletto stimata nella relazione che accompagnava il decreto nel 40-50%. Quel documento introduceva anche regole sui compensi: i consiglieri non possono guadagnare più di un quinto dei sindaci, mentre gli elettinei Comuni con meno di mille abitanti e i consiglieri circoscrizionali devono lavorare gratuitamente.

Il nuovo testo renziano, che dovrebbe essere approvato con l'opposizione di Forza Italia e Movimento 5 Stelle, rischia però di trasformarsi in un clamoroso autogol: i tagli già decisi e non ancora entrati in vigore vengono "superati", cioè cancellati. La nuova legge, che prevede la riforma delle Province e l'istituzione delle Città metropolitane, permette ai Comuni fino a 3mila abitanti di avere consigli di 10 membri e giunte di due assessori, cosa che prima era impossibile. Quando i residenti sono più di 3mila ma meno di 10mila, i consiglieri possono salire a quota 12 e gli assessori a quattro. Risultato? Venticinquemila posti in più, spacciati per tagli. Anche se almeno un'accortezza il governo ce l'ha avuta: per attuare questo ampliamento, i Comuni dovranno brivedere i costi di gettoni e indennità. L'aumento dei posti, infatti, non potrà comportare piu spese, dovrà essere finanziato con una diversa redistribuzione delle stesse risorse stanziate ora.

di Paolo Emilio Russo

http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... delle.html

come volevasi dimistrare tante parole x abbindolare,ma fatti zero,e questa sarebbe la spending review???????????? [;)]

03/04/2014, 15:42

... Infatti è solo ... spending! [;)]

03/04/2014, 15:51

Oh! Perfino la moglie di Rutelli .....




L'affondo
Barbara Palombelli: "L'Italia s'inginocchia al potere di Matteo Renzi"



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"Piace, ma quanto piace!". Barbara Palombelli, dalle pagine del Foglio, lancia il suo attacco contro Matteo Renzi e i suoi tanti - troppi - ammiratori: "I grandi quotidiani sono pazzi di lui. I cronisti politici dimenticano di fare domande, sono come ammaliati, ipnotizzati". Gli italiani stravedono per il nuovo presidente del Consiglio? Può darsi, ma la conduttrice di Forum pare proprio non essere dello stesso avviso. Nel suo mirino finiscono tutti quelli che si sono lasciati ammaliare dal "marketing politico" del nuovo premier. La figura dell'ex rottamatore, per la Palombelli, riesce a esercitare un fascino pressoché irresistibile sull'opinione pubblica e nessuno, neppure tra i suoi avversari, sembra più essere capace di valutarne lucidamente l'azione governativa: "Aumenterà le tasse? Ottimo. Toccherà le pensioni? Non aspettavamo altro. Chiude il Senato? Lo vuole il popolo".

Gli innamorati di Renzi - Degli incrollabili estimatori del "ragazzo toscano", si legge nell'articolo, fanno parte anche "Berlusconi, Veltroni e D'Alema". Tra i supporter di Renzi, non va dimenticato, c'è anche Giuliano Ferrara, il direttore del giornale per cui la Palombelli scrive e che, ultimamente, ha preso a chiamare "amorazzo nostro" l'ex sindaco di Firenze. Che qualcuno sia in cerca di "poltrone e poltroncine?", si chiede poi la moglie di Francesco Rutelli: questa, se non altro, è l'unica spiegazione che riesce a darsi per giustificare quella che, ai suoi occhi, appare come un'ingiustificata adulazione. Infine, in un misto di disappunto e sconsolazione, Barbara chiude il pezzo dando sfogo a tutta la sua amarezza: "Quel che si vede - per ora - è uno spettacolo piuttosto indecente. Un paese che si inginocchia davanti al potere - chiunque lo detenga - non è un paese messo bene".

http://www.liberoquotidiano.it/news/115 ... talia.html
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