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MessaggioInviato: 01/05/2014, 05:49 
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Thethirdeye ha scritto:

Condivido il tuo punto di vista in toto.

Ma la domanda sorge spontanea: è meglio morire di morte certa o...
rischiare l'isolamento da parte dell'economia e tentare di scalciare
qualche "colpo basso" istituendo nuovi modelli economici?

Voglio dire.. perso per perso... meglio scendere dalla giostra.

Non so dirti cosa sia meglio ma temo molto i salti nel buio soprattutto perchè siamo in tempi molto pericolosi e in Italia c'è troppa confusione (un parlamento spaccato in tre). Sperimentare soluzioni diverse dalle democrazie occidentali potrebbe farci perdere il controllo della situazione, potrebbe portare ad evoluzioni che, al momento, ci sembrano impossibili.

Comunque penso che non ci lasceranno prendere decisioni in totale autonomia. Qualunque governo vada al potere non potrà mai "scalciare qualche colpo basso" o istituire modelli economici che non siano concordati.
Anche prima dell'euro eravamo sotto l'influenza USA/mafia
Mi chiedo se vogliamo davvero farceli nemici
Non si tratta di scegliere quello che vorremmo ma quello che ci permetterà di ottenere qualcosa da questo sistema abominevole.
Solo gli squali possono nuotare in mezzo agli squali

Questo è quello che penso bisognerebbe fare ma se mi chiedi per chi voterei ti dico che non metterò più piede in un seggio elettorale poichè sono disgustato da quello che vedo.


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MessaggioInviato: 01/05/2014, 07:36 
Io ho sempre detto che l'Italia trarrebbe un grande vantaggio che fossimo innanzitutto neutrali,la sola Italia poi,ritornerebbe ad avere in primis i mercati che aveva prima cioè tutta la fascia del nord Africa ed il medio-oriente,non bisogna bagnarsi prima che piova,le nostre industrie manufatturiere sono ancora apprezzate ed al vertice nel mondo,ricordatevi che siamo al centro del Mediterraneo,cosa che qualcuno dimentica.[^]


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MessaggioInviato: 01/05/2014, 09:32 
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Messaggio di Thethirdeye


Super-lobby vogliono accordo di libero scambio Usa-Ue.

Immagine

http://www.wallstreetitalia.com/article ... ngton.aspx

Zero dibattito in parlamento, accuse di "antitrade" rivolte a coloro che si oppongono ai negoziati. Ma il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) va avanti: il vice ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda e il Presidente di BusinessEurope Emma Marcegaglia oggi nella capitale americana.
Proteste contro il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership.)

Proteste contro il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership.)
WASHINGTON (WSI) - Anche se sono molto forti le critiche e perplessita' sull'accordo di libero scambio Usa-Ue noto con l'acronimo TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) c'e' grande fermento ai vertici dei governi e delle istituzioni, corrisposto da un silenzio assoluto sui media e soprattutto tra i partiti e in Parlamento. Si tratta di temi globali di fronte a cui gli 80 euro del governo Renzi, o l'insistenza del M5S sul reddito di cittadinanza, impallidiscono per la loro inconsistenza da campagna elettorale fatta di slogan di facciata.


Su Wall Street Italia ci siamo gia' occupati di questo colosso che e' la trattativa sull'accordo di libero scambio Usa-Ue, pubblicando una lettera di Jos Dings e Pieter de Pous, membri a Bruxelles del gruppo consultivo di esperti sul TTIP dell'UE; sono due funzionari dissidenti che mettono in guardia i cittadini d'Europa: "Con il TTIP, prepariamoci a poteri orwelliani, e fascismo soft". Insomma un'altra di questa mega-costruzioni anti-democratiche ad esclusivo beneficio di multinazionali, caste e lobby economiche.

In una lettera al Financial Times, i due membri del gruppo di esperti della UE sull'Accordo Commerciale Transatlantico respingono le accuse di "antitrade" rivolte a coloro che si oppongono ai negoziati: il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) "non riguarda solo il commercio, è un attacco alla democrazia", dicono.

Eppure la macchina del TTIP e' ormai lanciata in piena velocita'. All'insaputa del grande pubblico. Che si trovera' poi il meccanismo un giorno in vigore, a cose fatte. E allora sara' troppo tardi, per pararne i danni.


Infatti, il vice ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda da oggi, lunedì 28 aprile, e' in visita ufficiale negli Stati Uniti accompagnato dal Vice Direttore generale di Confindustria Daniel Kraus, dai vertici delle principali associazioni di settore (Anfia, Assocalzaturifici, Assica, Cosmetica Italia, Federalimentare, Federmacchine, Federorafi e Smi) e dai Consorzi che tutelano il Made in Italy agroalimentare (Aicig, Assodistil, Federdoc e Isit).

La missione, organizzata a cura dell’Ambasciata d’Italia a Washington, sarà svolta congiuntamente con il Presidente dell’associazione europea delle imprese BusinessEurope, Emma Marcegaglia (neo presidente di Eni), accompagnata a sua volta da esponenti delle realtà associative europee.

E’ previsto un intenso programma di lavoro focalizzato principalmente ad incontrare i principali interlocutori americani, sia pubblici che privati, coinvolti nel negoziato commerciale in corso tra UE e USA.

Sono in agenda due seminari presso i principali think-tank internazionali. Il primo presso il Center for Strategic and International Studies (30 aprile) per discutere gli aspetti di rilevanza politica nel TTIP e, il secondo, presso il Peterson Institute (1° maggio) dove si parlerà di come il TTIP possa favorire il ritorno del comparto manifatturiero da entrambi i lati dell’Atlantico.

La U.S. Chamber of Commerce, inoltre, ospiterà (30 aprile) un dibattito pubblico - alla presenza delle associazioni manifatturiere americane, europee e italiane - per mettere a punto un sintetico piano d’azione a sostegno del negoziato TTIP. Altro evento importante della visita sarà l’incontro (30 aprile) del Vice Ministro Calenda con l’inviato presidenziale degli Stati Uniti per la politica commerciale, Mike Froman, con il suo braccio destro Dan Mullaney, capo negoziatore per il TTIP da parte statunitense. L’incontro servirà a confrontarsi sulle prospettive negoziali in vista dei due nuovi round di trattative (prima dell’estate) e dell’imminente semestre di Presidenza italiana della UE.

A margine di questi eventi, il Vice Ministro terrà una serie di altri bilaterali, tra i quali quello con alcuni membri del Congresso americano (29 aprile) con ruoli guida nelle Commissioni parlamentari coinvolte nel negoziato TTIP. E’ prevista, inoltre, una presentazione (28 aprile) del Vice Ministro sulle strategie italiane volte ad attrarre gli investimenti esteri. All’evento, che si terrà presso l’Ambasciata d’Italia a Washington, parteciperanno rappresentanti del mondo finanziario e aziendale statunitense e delle principali istituzioni finanziarie internazionali.






Detto in parole povere...... le generazioni future mangeranno solo prodotti della Monsanto modificati geneticamente.
Mentre gli orti privati diverranno totalmente illegali.

Bello eh?


un pippone
che non spiega perchè, come,
ecc. ecc.

tendenzialmente a istinto
sarei contrario,
ma vorrei conoscere termini e meccanismi..

che c'entra l'eventuale dumping
su un prodotto
con il fascismo latente, ecc.?

il libero scambio è reciproco,
no?

comunque la globalizzazione
favorisce di per sè i produttori
e non i singoli stati,
su questo siamo d'accordo..


Ultima modifica di mik.300 il 01/05/2014, 09:33, modificato 1 volta in totale.


_________________
https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 01/05/2014, 09:37 
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Wolframio ha scritto:

Cita:
Thethirdeye ha scritto:


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robs79 ha scritto:
Per me che sono uno che online acquista molto è una buona notizia.


Immagine


Cita:
robs79 ha scritto:
non dovrò pagare più cifre esorbitanti tra iva,dazi e pistolini vari.


Dimenticavo di chiederti... che beneficio ne trarrai se il tuo salario diminuirà, diciamo del 30% ad essere ottimisti?.

Già ora senza questo trattato, la perdita di potere d'acquisto dei salari e la distruzione dello stato sociale sono in corso. Figuriamoci dopo.


ecco,
mi spieghi il meccanismo
per cui libero scambio-> -30% retribuzioni

io non l'ho capito.

non vedo di buon occhio gli usa, obama, ecc
ma vorrei capire l'inghippo.



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 01/05/2014, 10:14 
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mik.300 ha scritto:

tendenzialmente a istinto
sarei contrario,
ma vorrei conoscere termini e meccanismi..

che c'entra l'eventuale dumping
su un prodotto
con il fascismo latente, ecc.?

il libero scambio è reciproco,
no?



Perché la Commissione Europea non da retta ai cittadini e ai governi in fatto di Ogm?

http://www.slowfood.com/sloweurope/ita/ ... tto-di-ogm

Belgium - 28/02/2014

La Commissione europea sta facendo pressioni per l’introduzione del mais geneticamente modificato nonostante l'opposizione pubblica e politica, scrive Mute Schimpf, attivista e campaigner per Friend of the Earth Europe.

Un paio di settimane fa, un numero record di governi si è espresso in opposizione al mais 1507, una nuova tipologia che la società biotech Pioneer e la Commissione europea stanno cercando di introdurre nei campi europei .

Questo mais rappresenta una nuova generazione di colture altamente tossiche, poiche è in grado di produrre un insetticida 350 volte più letale di quello utilizzato per il mais MON810 di Monsanto, l'unica altra coltura geneticamente modificata coltivata in Europa per fini commerciali. Il 1507, inoltre, è stato progettato per resistere anche a un potente diserbante.

Sono stati gli esperti di sicurezza europei a concludere che il nuovo mais elaborato da Pioneer potrebbe danneggiare farfalle e falene, e che ulteriori impatti sulle nostre campagne non sono noti.


E ancora, non c’è domanda per le colture geneticamente modificate, dato che a grande maggioranza sono state respinte come possibile cibo di cui nutrirsi e che i principali supermercati europei e le aziende alimentari hanno gradualmente eliminato i prodotti contenenti ingredienti Gm da una decina di anni a questa parte.



Anche in Spagna, l'unico paese europeo con quantità significative di colture Gm, l’intero raccolto è utilizzato per la produzione di mangimi animali.

Si tratta di una tecnologia obsoleta, motivata dalla sola brama di profitti. Ma dopo oltre 20 anni di ricerche, finanziate in gran parte con i soldi dei contribuenti, l'industria biotech è riuscita soltanto nell’intento di sviluppare colture resistenti agli erbicidi o che producono insetticidi che inevitabilmente legano gli agricoltori all’uso di pesticidi e assicurano la dipendenza dalle aziende che vendono sementi Gm.

Gli Ogm non affrontano problemi come la fame o la povertà, nonostante le promesse dell’industria sulla capacità delle colture GM di affrontare crescenti problemi sociali del pianeta. Non c'è ancora una sola coltura Gm commerciale che abbia mostrato di poter significativamente aumentare le rese, di poter garantire una maggiore nutrizione o altre caratteristiche benefiche.

In Europa, gli Ogm sono un disastro economico. La patata Amflora, introdotta illegalmente da Basf, è stata ritirata nel giro di due anni, segnando l'uscita della società dall'Europa.

E sono una coltura profondamente ingiusta. Le spese per mantenere semi, colture e alimenti separati da varietà Gm per evitare la contaminazione è a carico dei produttori che non utilizzano Ogm, ponendo l'onere economico su chi viene contaminato, non su chi contamina.
Oltre al danno, la beffa: molti agricoltori che non riescono a proteggere adeguatamente le loro colture dalla contaminazione Gm sono poi citati in giudizio per la violazione dei diritti di brevetto delle aziende biotech.

Quindi cosa ci vede la Commissione nelle colture Gm da essere così disposta a chiudere un occhio rispetto alla forte opposizione pubblica e politica a questa tecnologia obsoleta, inutile e non voluta?

La decisione di autorizzare questo mais arriva in un momento in cui l'Ue e gli Usa sono in trattativa per un accordo commerciale transatlantico, propagandato come il più grande accordo bilaterale di libero scambio nella storia.

Potenti multinazionali, tra cui quelle dell’agroalimentare, stanno attualmente facendo pressioni per indebolire i sistemi di tutela, in particolare per quanto concerne i temi legati al cibo e alle colture Gm . Questo mais è un banco di prova. La Commissione europea intende battersi per la democrazia, i cittadini e l'ambiente o piegarsi agli interessi commerciali delle imprese?

L’opinione pubblica non vuole le colture Gm, così come la maggior parte dei politici o dei governi eletti. Non abbiamo bisogno di correre rischi con colture Gm non testate e tossiche quando sono a portata di mano modelli agricoli più sicuri e più sostenibili.


La Commissione europea deve dare un taglio al suo innamoramento per le aziende biotech e le loro colture Gm, e impedire a questo mais tossico di raggiungere i campi europei.


Questo articolo è stato scritto da Mute Schimpfs, e pubblicato sul sito theparliament.com


E ancora.....
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=306051

http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=314574

http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=321299

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=W4_ZiU3v-rk[/BBvideo]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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bleffort ha scritto:

Io ho sempre detto che l'Italia trarrebbe un grande vantaggio che fossimo innanzitutto neutrali,la sola Italia poi,ritornerebbe ad avere in primis i mercati che aveva prima cioè tutta la fascia del nord Africa ed il medio-oriente,non bisogna bagnarsi prima che piova,le nostre industrie manufatturiere sono ancora apprezzate ed al vertice nel mondo,ricordatevi che siamo al centro del Mediterraneo,cosa che qualcuno dimentica.[^]

Questo è quello che dovremmo essere e ti dirò di più, dovremmo mollare la NATO e fare un unico mercato con la Russia. Penso che sia l'unico modo per potrare equilibrio nel mondo facendo abbassare la cresta agli USA e fronteggiare la concorrenza cinese.
Ma non viviamo in quella "time line" ... siamo in quella dove gli USA ci chiamano all'ordine e ci dicono che dobbiamo comprare gli F35 e il gas che ottengono frantumando il loro stesso territorio.
Una linea che ci sta portando allo scontro con l'oriente ...


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MessaggioInviato: 01/05/2014, 15:15 
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mik.300 ha scritto:

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Wolframio ha scritto:

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Thethirdeye ha scritto:


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robs79 ha scritto:
Per me che sono uno che online acquista molto è una buona notizia.


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robs79 ha scritto:
non dovrò pagare più cifre esorbitanti tra iva,dazi e pistolini vari.


Dimenticavo di chiederti... che beneficio ne trarrai se il tuo salario diminuirà, diciamo del 30% ad essere ottimisti?.

Già ora senza questo trattato, la perdita di potere d'acquisto dei salari e la distruzione dello stato sociale sono in corso. Figuriamoci dopo.


ecco,
mi spieghi il meccanismo
per cui libero scambio-> -30% retribuzioni

io non l'ho capito.

non vedo di buon occhio gli usa, obama, ecc
ma vorrei capire l'inghippo.


Faccio un piccola premessa, ridimensiono la mia affermazione in merito alla riduzione delle retribuzioni. Non significa che vi decurteranno del 30% i salari, ma con questo accordo di libero scambio e dall’armonizzazione di leggi e regolamentazioni, i salari diminuiranno sicuramente mentre la disoccupazione aumenterà. Basta guardare cosa è accaduto con il Il NAFTA (Trattato per il Libero Commercio del Nord America)
Aggiungo che finora l'Europa ha sempre esportato negli Usa piu di quanto ha importato dagli Usa, con questo trattato le cose si ribalteranno a favore dell'America e questo inciderà negativamente sulle industrie locali che per rimanere competitive dovranno chiedere ulteriori sacrifici ai lavoratori.
Aggiungo anche che con l'abolizione dei dazi mancheranno nelle casse diversi milioni che da qualche parte bisognerà recuperare e dove se non nelle tasche dei cittadini europei?

La faccio breve:

I salari subiranno una riduzione già solo per il fatto che sono già messi in discussione dalla comissione europea, accordo o non accordo USA - UE.

I salari diminuiranno ulteriormente dopo l'accordo, altrimenti le industrie locali sopperiranno alla concorrenza americana.

Il prelievo fiscale aumenterà ed il potere d'acquisto degli stipendi diminuirà.

Sommando il tutto, anche se i lavoratori perderanno meno del 30% come avevo dichiarato frettolosamente nel precedente mio intervento, sarà una situazione peggiore della attuale comunque.


Il NAFTA (Trattato per il Libero Commercio del Nord America) costò quasi un milione di posti di lavoro negli Stati Uniti.

Quando il NAFTA entrò in vigore nel 1993, il presidente USA Clinton promise la creazione di milioni di nuovi posti di lavoro come conseguenza dell’aumentato commercio con Canada e Messico. La Camera di Commercio USA vanta che il NAFTA ha infatti aumentato il flusso commerciale all’interno della regione di tre volte e mezza (per un valore di 1200 miliardi di dollari) ma riconosce che in effetti la promessa di creazione di posti di lavoro non si è affatto materializzata.17 Secondo un’analisi dell’Istituto per le Politiche Economiche, il numero di posti di lavoro creati dall’aumento delle esportazioni in relazione al numero di posti di lavoro persi per l’aumento delle importazioni dovuto al NAFTA risulta in una perdita netta di quasi un milione di posti di lavoro (879.280 per la precisione) – e non nella creazione di 20 milioni di posti di lavoro come originariamente promesso.18

E tutto ciò senza parlare della pressione al ribasso sui salari dei lavoratori USA che il NAFTA ha generato, la quale ha contribuito alla loro stagnazione relativa che dura dalla metà degli anni ’70. Secondo il Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione, il NAFTA ha permesso alle corporazioni USA di spostare i loro fondi d’investimento più facilmente attraverso la frontiera messicana, così da installare nuovi impianti di produzione in Messico (convenienti per via dei più bassi livelli salariali del Messico e di standard lavorativi ed ambientali più bassi), e di chiudere i relativi impianti di produzione negli USA.19 Tutto ciò ha creato enormi profitti per l’élite economica, ma ha portato ad un deterioramento delle condizioni dei lavoratori da entrambi i lati della frontiera. Di conseguenza i lavoratori USA sono stati costretti a scegliere tra riduzione del salario o licenziamento, mentre i lavoratori messicani hanno perso i loro mestieri tradizionali e sono stati costretti a lavorare in condizioni di quasi schiavitù negli impianti costruiti dalle aziende statunitensi in Messico.20 Secondo Jeff Faux, presidente dell’Istituto per le Politiche Economiche a Washington, “l’esperienza del NAFTA suggerisce che qualsiasi ampio accordo di libero scambio … che non dia tanta priorità allo sviluppo sociale e delle condizioni dei lavoratori quanta ne dà alla protezione degli investitori e della finanza, non è sostenibile.”21

Source: Voci dall'estero: Il "Nuovo Ardito Accordo Transatlantico" [/f]



[wbf]Libero scambio

Cito da un Editoriale del New York Times: “I sostenitori del North American Free Trade Agreement (Nafta) e di simili aree di libero scambio ammettono che esse costiuiscono la causa della perdita di posti di lavoro. Sostengono però che

Immagine

complessivamente c’è un vantaggio anche per i lavoratori in quanto consente loro di acquistare merci d’importazione, dunque meno costose”.
Più chiari di così non si potrebbe essere. La scomparsa di posti di lavoro e la riduzione dei salari sono compensate dalla possibilità di consumare di più. Neanche l’ombra del dubbio che almeno una parte di quei consumi non sia necessaria e soprattutto che consumare non sia l’unico scopo della vita e l’unica fonte di felicità. Per non dire dell’assurdità morale di una statistica che giudichi equivalenti la disoccupazione di molti e l’aumento dei consumi di altri.
Alla base del ricatto di Electrolux nei confronti degli operai italiani c’è la stessa logica liberista: siccome vogliono vendere tante lavatrici a trecento euro per il profitto delle banche e dei loro investitori, i lavoratori devono accettare una riduzione dello stipendio e accontentarsi di settecento euro al mese, altrimenti la fabbrica viene trasferita in Polonia. Gli accordi commerciali europei, come quelli nordamericani, sfruttano i lavoratori in nome dei consumi e peggiorano la qualità della vita a vantaggio della quantità dei prodotti.
Ma il seguito dell’editoriale del New York Times ci informa che la logica liberista è, per di più, falsa. Una menzogna. “Quando il Center for Economic and Policy Research ha applicato i dati reali alla teoria [che i lavoratori avessero vantaggi come consumatori], ha scoperto che le riduzioni dei prezzi al consumo non erano sufficienti a compensare le perdite nei livelli salariali. Si è insomma visto che i lavoratori americani non laureati hanno perso più del 12% dei loro salari in conseguenza di accordi commerciali tipo Nafta, al netto della riduzione dei costi dei prodotti da loro consumati”. Anche in conseguenza del sistematico indebolimento dei sindacati: il 62% dei quali è stato minacciato di un dislocamento della fabbrica in un altro paese se non rinunciasse a lotte e rivendicazioni.
In altre parole, la libera circolazione delle merci non aumenta il tenore di vita dei lavoratori e della classe media; al contrario, lo diminuisce. A guadagnarci sono solo i ricchi: il Nafta ha aumentato del 24% la percentuale di beni posseduti dal 10% più benestante della popolazione americana e del 58% la percentuale di beni posseduti dall’1%.
Negli Stati Uniti, dopo trent’anni di liberismo e deregulation, si comincia a protestare contro l’ineguaglianza. In Italia, invece, si sta dando mandato a Renzi affinché, sulla base di teorie che si sono rivelate false, la espanda a livelli americani.

Source: Libero scambio | contro analisi



Assurdo sostenere questa cavolata no?

.............Sostengono però che complessivamente c’è un vantaggio anche per i lavoratori in quanto consente loro di acquistare merci d’importazione, dunque meno costose”........


A questo punto è meglio lavorare senza salario in cambio di vitto ed alloggio.


Ultima modifica di Wolframio il 01/05/2014, 15:31, modificato 1 volta in totale.


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Pubblicato in data 29/gen/2014

http://www.ilpuntotv.it - all'insegna di un'altra sigla micidiale, TTIP, l'Europa che ha sottratto la sovranità ai paesi membri sta negoziando un accordo letale per le nostre imprese, per l'occupazione, per la salute e l'ambiente. E il tutto per ingrassare il ventre delle multinazionali.



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Tutto il potere alle multinazionali: è la legge del Ttip

La crisi sovverte il quadro geopolitico internazionale, rimettendo in discussione egemonie storiche. Potenze emergenti come Brasile, India, Sudafrica e Messico continuano a crescere, rivelandosi difficilmente controllabili dai vecchi Forum internazionali come il G20 e creando nuove aree commerciali regionali sottratte all’influenza statunitense, come in America Latina. E nel Pacifico, l’asse tra Cina e Russia si va affermando come epicentro degli equilibri asiatici, verso una leadership globale. Secondo recenti statistiche, osserva Marco Bersani, il Pil di Brasile, Cina e India supererà entro il 2020 la produzione di Canada, Germania, Italia, Regno Unito e Stati Uniti, ed entro il 2030 più dell’ 80% della classe media del mondo vivrà a sud. Con l’Europa intrappolata nella spirale dell’austerità, «lo stanco impero statunitense affila le unghie» per riconquistare l’egemonia vacillante e punta tutto sul Ttip per smantellare le residue barriere – commerciali, giuridiche, politiche – al libero commercio.

Insieme al Trattato Trans-Pacifico, il Ttip punta a creare «la più grande area di libero scambio del pianeta, che comprenderà economie per circa il 60% Immaginedel prodotto interno lordo mondiale, interamente governata dalle più potenti multinazionali economiche e finanziarie, agli interessi delle quali andranno sacrificati tutti i diritti sociali e del lavoro, i beni comuni e la stessa democrazia», scrive Bersani in un’analisi sul sito di “Attac”, ripresa da “Micromega”. «Se per gli Usa il Ttip rappresenta la necessità di “legare” alla propria economia il massimo numero di aree geo-politiche e commerciali possibili, per l’Unione Europea si tratta della più evidente e definitiva dichiarazione di resa di un continente che, già da tempo, attraverso la scelta della via rigorista e monetarista in economia, ha deciso di rinunciare alla propria originalità – quella di uno stato sociale, frutto del compromesso fra capitale e lavoro del secondo dopoguerra – per consegnarsi alle leggi dell’impresa».

Se già ieri l’Europa si era presentata «come un continente che, lungi dal proteggere le popolazioni dalla globalizzazione neoliberista, si candidava ad assumerne la guida», oggi – con l’adesione ai negoziati per il Trattato Transatlantico, l’Unione Europea «dichiara il fallimento di quella strategia e, nel contempo, rinuncia ad ogni tentativo di esercitare un proprio protagonismo sociale, per giocare la partita di una competizione internazionale, tutta giocata al ribasso in tema di diritti del lavoro, di beni comuni e servizi pubblici, di diritti sociali e ambientali». Dietro la strategia di riconquista della scena internazionale da parte dei vecchi padroni del mondo (Usa, Ue e Giappone), traspare «il totale protagonismo politico delle grandi multinazionali, non più “relegate” ad un ruolo di influenza e pressione esterna sulle istituzioni politiche, bensì sedute a pieno titolo e in posizione privilegiata nei tavoli di negoziazione». Per la prima volta, attraverso il ImmagineTtip, l’élite transnazionale «supera i confini tradizionali fra Stato e privati, tra governi e imprese, e si sottrae ad ogni possibile controllo democratico».

Di fatto, e se approvato, secondo Bersani il Ttip realizzerebbe l’utopia delle multinazionali: «Un pianeta al loro completo servizio, fino al punto di poter chiamare in giudizio presso una corte speciale, composta da tre avvocati d’affari rispondenti alle normative della Banca Mondiale, un qualsiasi paese firmatario», da minacciare con sanzioni temibili nel caso le leggi garantissero i diritti civili a scapito dei profitti. Per le élites dell’Ue, il Ttip «rappresenterebbe anche la possibilità di superare in avanti, attraverso un “meta-trattato” strutturale, l’attuale difficoltà nell’imporre, Stato per Stato e governo per governo, le politiche di austerità e di smantellamento dello stato sociale, artificialmente indotte dalla crisi del debito pubblico». L’opposizione radicale al Trattato Transatlantico è dunque l’unica via percorribile da parte dell’Europa dei popoli, quella dei beni comuni, dei diritti e della democrazia.

[align=right]Source: Tutto il potere alle multinazi...: è la legge del Ttip | LIBRE [/align]



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Lo ripeto ancora: ImmagineImmagine


Ultima modifica di Wolframio il 03/05/2014, 14:25, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 04/05/2014, 19:41 
LA MASCHERA E' CADUTA

Se la maggiorana dei cittadini fosse a conoscenza del motto della massoneria “solve et coaugula” forse non ci troveremmo in questo stato da economia di guerra: perché i dati italiani sono quelli.
Immagine

“Solve et coaugula” ha un significato terribile e inequivocabile: sciogli e ricomponi, ovvero sostituisci al vecchio un nuovo sistema per non cambiare nulla. Dunque c’è poco da stare allegri: la democrazia ormai superata si trasforma in post-democrazia pia illusione di libertà. Avremo sì la tivù tripiatta, i telefonini di ultimissima generazione, l’hi-tech, i social network, i suv, lustrini e pajettes, ma saremo schiavi come duecento o duemila anni fa.
Non ci credete? La Grecia è lì a testimoniarlo.
Perché chi detiene il potere non se lo fa sfuggire e la democrazia vera, reale, implica il coinvolgimento dei popoli nell’esercizio delle scelte. La Svizzera ne è un esempio lampante: gli elvetici partecipano attivamente al governo del loro paese attraverso i referendum, coi quali possono interagire e persino ribaltare le decisioni del governo centrale. E questo per i potenti Ue e Usa è una scocciatura inaccettabile. Ecco perché vogliono a tutti i costi tornare al passato. Nei secoli scorsi i regnanti si appoggiavano a nobili, banchieri e grandi commercianti (e più di recente anche industriali) per governare indisturbati su moltitudini di salariati, braccianti e contadini pressoché alla fame e ne portavano via le giovani generazioni riempiendo schiere di eserciti spesso impegnati in campagne militari. Immagine

Poi con la rivoluzione francese è sembrato aprirsi un periodo nuovo che però a parte i grandi principi, mai concretizzati appieno di libertà, uguaglianza, fraternità non ha portato risultati sperati. I potenti sono rimasti potenti, i poveri diavoli sono rimasti poveri diavoli.
Solo dopo la seconda guerra mondiale abbiamo assistito ad un sensibile miglioramento della condizione dei cittadini. Suffragio universale, diritto alla salute, diritti dei lavoratori e di impresa, diritto alla scolarizzazione, libertà di informazione e espressione sono diventati pilastri della nostra epoca, ma tutte queste concessioni hanno iniziato a barcollare in quanto scomode per chi tiene in pugno il sistema: creano cittadini troppo liberi ed intraprendenti che, una volta trovata la consapevolezza della propria forza e capacità, possono diventare dei concorrenti. Bisogna perciò riportarli al nulla dal quale sono venuti.
In passato bastava scatenare una bella guerra, oggi si usano metodi più subdoli: i trattati e lo spread. Si toglie sovranità agli stati conglobandoli dentro la gabbia di un’area monetaria il cui strumento di oppressione è l’euro controllato da un ristretto numero di burocrati autonominati che con la scusa delle riforme e della globalizzazione costringe 400 milioni di abitanti a togliersi i vari diritti conquistati nel secolo scorso. E per i refrattari ai diktat di Bruxelles c’è la falce dello spread.
Globalizzazione ed euro sono figli delle stesse menti e hanno il compito di portarci via il futuro e la dignità a favore di pochi “paperoni” che giocano con le nostre esistenze. La commissione europea non a caso ha pianificato ogni cosa a misura di multinazionali e contro artigiani e piccole e medie imprese. I vari Delors, Padoa Schioppa e compagnia cantante sapevano benissimo cosa stavano facendo: sono partiti dalla moneta unica per imporre agli europei ciò che altrimenti non sarebbe mai passato.
Le crisi servivano per togliere sovranità agli stati e trasferirla a Bruxelles. Dopo aver consegnato l’Europa alle banche ed alla finanza e sostituito l’economia reale (l’industria ed agricoltura) ora sta per arrivarci sulla testa il Trattato di Libero Scambio Euroatlantico del quale in gran segreto se ne sta occupando il presidente Barroso che, mirando a divenire segretario dell’Onu, farà di tutto per accontentare gli Usa. Immagine

L’Europa verrà fagocitata dalle multinazionali americane che avranno mano libera su tutto e gli stati Ue non potranno più opporsi pena l’apertura di cause davanti al Tribunale Internazionale per questioni economiche, completamente in mano ai legali delle multinazionali stesse. Ne sa qualcosa il Canada che negli ultimi anni ha perso oltre 200 cause contro le lobbies. Il potere si riprende tutto.
Come vedete la maschera è caduta. Democrazia, libertà, giustizia ed equità sociale rimangono un miraggio. E in tutto questo un ruolo determinante ce l’ha l’informazione pilotata dagli spin-doctors, e politici allevati nei pensatoi e nelle fondazioni create da banchieri e finanzieri che ci raccontano che questo taglio ai nostri diritti è giusto. Se non ci piace tutto questo il 25 maggio prossimo abbiamo la possibilità di far capire a questa Europa che è ora di cambiare registro. Mai come ora è importante dare un segnale dato che da qui in poi se vincono ancora le forze dell’ortodossia all’euro ci aspettano decenni di miseria, sfruttamento e ingiustizia sociale. -

See more at: http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=23416#sthash.3qLGP1Zj.dpuf

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[align=right]Source: LA MASCHERA E' CADUTA - Blog d...rontediliberazionedaibanchieri [/align]



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Non mollano mai, mai, mai sti mastini e vincono: TTIP

di Paolo Barnard

E’ un orribile risveglio per me, o forse dovrei dire un orrendo richiamo al passato, che suona così: “Noi non molliamo mai, noi siamo infermabili, non sentiamo fatica, coscienza, rimorso, pietà, e alla fine vinciamo sempre”. Firmato: il Vero Potere.

Di fatto c’è una nuova offensiva del Vero Potere chiamataTransatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP). E’ micidiale, potenzialmente devastante come mai prima per l’esistenza stessa di democrazia e Interesse Pubblico. Seguitemi.

Era il 1999, da giornalista di Report (RAI 3) fui il primo e unico in Italia ad avvisare il pubblico con un’inchiesta sui pericoli della Globalizzazione, intesa proprio come sistema di accordi segreti e potentissimi creato da una elite di capitalisti per ricacciare indietro decenni di progressi democratici a favore del pubblico, nelle aree dei commerci, della finanza e dei servizi. Allora il ‘mostro’ si muoveva, mastodontico, nella stanze dell’Organizzazione Mondiale del Commercio a Ginevra, cioè il WTO. Col Trattato sovranazionale, cioè più potente delle leggi dei singoli Stati, chiamato di Marrakech, l’ignorante politica del mondo occidentale aveva firmato e ratificato regole micidiali tutte a favore delle mega Corporations e tutte a sfavore di qualsiasi intervento politico nazionale o anche locale per proteggere i lavoratori, le famiglie, le aziende nazionali, le cooperative, i Comuni ecc., nella spietata guerra dei commerci globali. L’Italia ratificò Marrakech con un solo, uno solo!, politico che l’avesse letto fra Camera e Senato.

Non sto a rispiegare qui cosa comportava Marrakech, fatevi un google con I Globalizzatori di Paolo Barnard, e buona visione. Ma ora devo sottolineare alcune cose utili a capire cosa sta accadendo oggi col TTIP:

Il Trattato di Marrakech del WTO in pratica stabiliva regole di potere superiore alle leggi degli Stati aderenti che, ad esempio, avrebbero potuto limitare qualsiasi intervento della politica in campo economico e finanziario se esso avesse rappresentato una barriera al Libero Commercio, al Libero Profitto, ai diritti delle Corporations. Ad esempio: se una multinazionale americana riteneva che le leggi italiane gli impedissero di vendere in Italia un suo prodotto contenente una plastica per noi tossica, poteva chiedere al governo USA di denunciare Roma al tribunale del WTO, per ottenere l’abolizione della legge italiana, ritenuta ‘una barriera’ al Libero Commercio, al Libero Profitto, ai diritti delle Corporations. Ancora: se un Comune italiano indiceva una gara d’appalto per un servizio pubblico, qualsiasi mega-Corporation mondiale dei servizi poteva reclamare lo stesso diritto a partecipare di un’azienda locale, quando magari il Comune avrebbe preferito dar lavoro e reddito a italiani locali. No, quella preferenza rappresentava ‘una barriera’ al Libero Commercio, al Libero Profitto, ai diritti delle Corporations, e di nuovo l’Italia poteva essere trascinata in tribunale. Ok.

Questo sistema ha segretamente, cioè sotto al naso disattento di milioni di cittadini, fatto danni immensi alle economie nazionali ma soprattutto ai distretti piccolo-medi industriali italiani che ci fecero ricchi dopo la II guerra mondiale, con valanghe di fallimenti e licenziati a cascata. Ma danni anche ai diritti dei cittadini alla tutela della salute, per non parlare dell’orrore inflitto al Terzo Mondo.

Ora, qui va ricordato questo passaggio, attenzione!: la multinazionale poteva chiedere al governo USA di denunciare Roma al tribunale del WTO, per ottenere l’abolizione della legge italiana, ritenuta ‘una barriera’ al Libero Commercio, al Libero Profitto, ai diritti delle Corporations. Ok? Cioè, DOVEVA ESSERE IL GOVERNO AMERICANO A FAR CAUSA AL GOVERNO ITALIANO, LA MULTINAZIONALE NON POTEVA FARLO DIRETTAMENTE.

Per anni un piccolo gruppo di bravi attivisti internazionali (me incluso, ma ricordo in Italia l’eccellente Roberto Meregalli di Retelilliput) ha lottato contro queste mostruosità che i nostri politici, e anche il solito pubblico bue, ignoravano. E qualche piccolo risultato l’avevano ottenuto… Per carità poca roba, come ricordato sopra, ma almeno non il peggio del peggio era accaduto ancora… che arriva adesso. Perché i mastini del Vero Potere non si fermano mai.

La solita lobby d’elite finanziaria e grande industriale si è formata, come le decine da me descritte nel mio Il Più Grande Crimine 2011, e ha fatto quello che doveva fare: vincere. Si chiama S2B, acronimo dell’inglese Seattle to Bruxelles Network. Ci trovate: J.P. Morgan, Chevron, BNP Paribas, Microsoft, Uniliver, Philip Morris, Glaxo, Ford, Shell, Monsanto, Goldman Sachs… devo continuare? Ora hanno messo assieme un patto transatlantico sui commerci assieme alla solita Commissione Europea col gran nome di Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP). Questo accordo vuole armonizzare le regole del commercio e della finanza fra USA e UE, liberalizzare gli scambi, eliminare barriere ecc.

Naturalmente la vendita alle masse di sta ennesima schifezza bastarda viene fatta, come fu con l’euro, con gran promesse di crescita, milioni di posti di lavoro e pistolinate del genere –quando poi si vanno a leggere le stime della Commissione UE stessa sull’affare, si vede che non ci credono manco per il piffero, e stimano un impatto ridicolo dello 0,01% del PIL UE, come ha detto Karel de Gught, Commissario al Commercio. Ma rimane il fatto che si tratterebbe di un blocco di Libero Scambio immenso, perché almeno un terzo degli scambi globali avviene fra USA e UE.

E cominciamo con il meno peggio del TTIP, che è sempre una tragica porcheria per l’Interesse Pubblico:

A) La bella parola ‘armonizzazione’ delle regole significa di fatto solo questo: che in Europa verranno imposte le miserrime regole di protezione dell’ambiente e dei consumatori degli USA, e in America verrà imposta la miserrima regolamentazione della finanza che abbiamo noi europei. Quindi una gara al ribasso ovunque.

B) Il TTIP propone la totale liberalizzazione del settore sei servizi, particolarmente quelli pubblici come sanità, asili e scuole, assistenza anziani, trasporti, utilities comunali ecc. E qui ci casca naturalmente l’acqua potabile.

C) I diritti sindacali europei, assai meno forti che in USA, vengono diluiti ovviamente dalla solita ‘armonizzazione’ delle regole, col risultato che ci troveremo coi lavoratori italiani che già oggi con la bastardata dell’euro devono vedersela con una deflazione dei redditi da incubo, e che domani saranno anche in gara a tagliarsi i diritti del lavoro per competere con i lavoratori USA, dove licenziare è più facile che fare un peto. Tutto questo per il solito infame motivo che dipendiamo tutti dagli Investitori per avere economia, e gli Investitori investono QUASI SEMPRE dove i diritti sono minori.

Come se non bastasse, ora invece arriva il peggio del TTIP:

A) Ricordate la prefazione che ho fatto sul 1999, il WTO e le regole del commercio a favore delle Corporations e a sfavore del pubblico? Vi ho detto sopra di badare a questo passaggio: la multinazionale poteva chiedere al governo USA di denunciare Roma al tribunale del WTO, per ottenere l’abolizione della legge italiana, ritenuta ‘una barriera’ al Libero Commercio, al Libero Profitto, ai diritti delle Corporations. Ok? Cioè, DOVEVA ESSERE IL GOVERNO AMERICANO A FAR CAUSA AL GOVERNO ITALIANO, LA MULTINAZIONALE NON POTEVA FARLO DIRETTAMENTE…

… Ora questo è drammaticamente, catastroficamente cambiato nel TTIP. Ora…

… POTRANNO ESSERE LE CORPORATIONS STESSE A FARE CAUSA A INTERE NAZIONI se ritengono che i Parlamenti di quelle nazioni hanno legiferato nell’Interesse Pubblico e non nel loro interesse. Ci si rende conto di cosa significa questo?

Significa che abbiamo centinaia di multinazionali che possono aggredire con cause costosissime il nostro Paese (gli studi legali per questo tipo di affari prendono parcelle da 3.000 euro al giorno per ciascun avvocato e sono in media una quindicina, per tempi biblici, e moltiplicateli per una pioggia di cause infinita) senza limiti di sorta, imponendoci spese di Stato rovinose, e di fronte alle quali un governo finisce quasi sempre per cedere e cambiare la legislazione d’Interesse Pubblico. Questo significa. E il ricatto è micidiale anche perché, si badi bene, con il dogma economico Neoclassico (vedi Eurozona) non è più lo Stato che può intervenire con la sua spesa a dar lavoro, reddito e protezione a cittadini e aziende. Oggi quel ‘pane’ a tutti ce lo danno i MERCATI, cioè quelle Corporations di beni e finanza, per cui esse ci infilano anche la minaccia che se perdono le cause ritireranno gli investimenti (il pane) dalle nostre tavole nazionali e noi siamo fottuti. Già a questo stadio un governo finisce per cedere. Ma c’è di peggio.

B) Il TTIP prevede che le Corporations possano indire queste cause PRESSO TRIBUNALI OFF-SHORE, cioè non europei, dove difendersi è tutto un altro film, capite?

In tutti gli aspetti del vivere governati, o anche solo lambiti, dai commerci di beni e servizi, il TTIP può divenire letale per famiglie, cittadini, piccole medie aziende, democrazia e Stato stesso. Ancora un’altra mazzata catastrofica all’idea di Mondo Migliore che tanti di noi sognavano o sognano per i propri bambini. Noi che sappiamo queste cose, noi che capiamo cosa fa e come si comporta il Vero Potere, noi che Renzi, i tagli Irpef, le europee, Grillo, Confindustria e i sindacati sappiamo essere fuffa, zero, nulla in grado di proteggerci da nulla.

Good luck.

Fonte: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=833

[align=right]Source: Risveglio Globale: Non mollano...ai sti mastini e vincono: TTIP [/align]



Mi fermo qui o devo continuare a riportare articoli negativi sul TTIP ?

Oppure ne devo riportare anche di quelli positivi?

Datemi i links che vado a prenderli [:p] [:p]


Ultima modifica di Wolframio il 05/05/2014, 20:21, modificato 1 volta in totale.


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Vergogna Europa, critica Putin ma non tutela Snowden


Raggruppati in un’Unione che non ha niente da dire in politica estera – né sull’Ucraina, né sul Mediterrano, né sull’alleanza con gli Usa – i governi europei «s’aggirano sul palcoscenico del mondo come inebetiti», scrive Barbara Spinelli: «Si atteggiano a sovrani, ma hanno dimenticato cosa sia una corona, e cosa uno scettro». L’ossessione? E’ fare affari, ma dei mercati «continuano a ignorare le incapacità, pur avendole toccate con mano». Così, «s’aggrappano a un’Alleanza atlantica per nulla paritaria», dominata dalla superpotenza americana ormai in declino, «che proprio per questo tende a riprodurre in Europa il vecchio ordine bipolare, russo-americano, lascito della guerra fredda». Ignari di un mondo che attorno a loro sta mutando, «sono anni che gli europei dormono». Infatti «non c’è evento, non c’è trattativa internazionale che li veda protagonisti». Lo si vede ovunque: nella crisi di Kiev, nel Trattato Transatlantico, nello scandalo-Nsa rivelato da Snowden. «Sono tre prove essenziali, e l’Unione le sta fallendo tutte».

In Ucraina, «l’Europa non ha ancora ripensato i rapporti con la Russia», scrive la Spinelli in un intervento su “Repubblica”, ripreso da “Micromega”. Immagine«Non sa nulla di quel che si muove e bolle in quel mondo enorme e opaco. Non sa valutare le paure e gli interessi moscoviti, né i pericoli della riaccesa volontà di potenza che Putin incarna. Non capisce come mai Putin sia popolare in patria, e anche in tante regioni ex sovietiche che appartengono ormai a altri Stati e includono vaste e declassate comunità russe». Così, non sapendo parlare con Mosca, gli europei «lasciano che siano gli Stati Uniti, ancora una volta, a fronteggiare il caos, inasprendolo: è Washington a promettere garanzie al governo ucraino, a diffidare Mosca da annessioni, ad allarmarla minacciando di spostare il perimetro Nato a est». L’Europa «sta a guardare, persuasa che bastino i piani di austerità proposti da Fondo Monetario e Commissione europea, se Kiev entrerà nella sua orbita, quasi che il dramma degli Stati fallimentari, nel mondo, fosse soltanto finanziario».

Depoliticizzata, l’Europa «subisce il ritorno anacronistico del duopolio russo-americano», che vorrebbe fare di Kiev il nuovo scudo orientale della Nato, «nonostante il popolo ucraino preferisca evidentemente la neutralità». Si pensa ad un’Ucraina «occidentalizzata d’imperio, frantumabile come lo fu la Jugoslavia». Ha ragione Mosca, che «chiede che il paese diventi una federazione, anziché un agglomerato babelico di risentimenti nazionalisti». Strano, aggiunge Barbara Spinelli, che a domandarlo «non sia l’Europa, con le sue esperienze». Ma è questa Europa, assolutamente passiva nel negoziato euro-americano che darà vita a un patto economico destinato ad affiancare quello militare: il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (Ttip). «Una trattativa colma di agguati, perché molte conquiste Immaginenormative dell’Europa rischiano d’esser spazzate via. Non a caso le multinazionali negoziano in segreto, lontano da controlli democratici».

Anche Barbara Spinelli condivide l’allarme da più parti segnalato: «Sono sotto attacco leggi sedimentate, diritti per cui l’Unione s’è battuta per decenni: tra questi il diritto alla salute, la cura dell’ambiente, le multe a imprese inquinanti». Salute a rischio: «I sistemi sanitari saranno aperti al libero mercato, che sulle esigenze sociali farà prevalere il profitto. Emblematico l’assalto delle grandi case farmaceutiche ai medicinali generici low cost». E sono in pericolo anche tasse cui l’Europa pare tenere, per frenare operazioni speculative e degrado climatico: la tassa sulle transazioni finanziarie e quella sulle emissioni di anidride carbonica. «Una controffensiva Ue contro il trattato commerciale ancora non c’è. Nell’incontro a Roma con Obama, Renzi ha auspicato l’accelerazione del negoziato senza chiedere alcunché, né per noi né per l’Europa». Il piatto è magro: solo un aumento dello 0,5% del Pil, a pieno regime (nel 2027) secondo l’istito “Prometeia”, mentre l’istituto austriaco “Öfse” (Ricerca per lo sviluppo internazionale) prevede addirittura un aumento dei disoccupati nel periodo di transizione, a causa della riorganizzazione del mercato del lavoro imposta dal Trattato Transatlantico.

Non meno grave: le controversie commerciali si risolverebbero non attraverso giudizi in tribunali ordinari, ma in speciali corti extraterritoriali. «Saranno le multinazionali a trascinare in giudizio governi, aziende, servizi pubblici ritenuti non competitivi, e a esigere compensazioni per i mancati guadagni dovuti a diritti del lavoro troppo vincolanti, a leggi ambientali o costituzionali troppo severe». Tutto questo, in nome della “semplificazione burocratica”: «Parola d’ordine che Renzi predilige, virtuosa e al tempo stesso insidiosa». Nel contesto del Partenariato transatlantico, semplificare vuol dire abbattere le cosiddette “barriere non tariffarie”, cioè «parametri europei faticosamente elaborati: regole sanitarie a tutela della salute, canoni di sicurezza delle automobili, procedure di approvazione dei farmaci e molto altro ancora». Eppure, per l’Europa va bene così. D’altronde, questa è Immaginel’Europa della battaglia «indolente e infruttuosa» contro i piani di sorveglianza della Nsa disvelati da Edward Snowden nel 2013.

Un sistema di sorveglianza tentacolare, predisposto dai servizi americani con la scusa di prevenire attentati terroristici: «Grazie a Snowden si è saputo che erano intercettati perfino i cellulari di leader europei (tra cui Angela Merkel), non si sa per quali ragioni di sicurezza». I governi dell’Unione? «Hanno protestato, ma ciascuno per conto suo e sempre più flebilmente». In un messaggio al Parlamento Europeo, stesso Snowden ha ironizzato sulle sovranità presunte dei singoli Stati: totalmente impotenti di fronte al Datagate. «La vicenda Snowden è anche questione di civiltà democratica», osserva Spinelli. «L’esistenza di smascheratori di misfatti – non spie ma whistleblower, denunziatori di reati commessi dalla propria organizzazione – potenzia la democrazia». Proprio per questo, è paradossale che i giornalisti implicati nel Datagate a fianco di Snowden abbiano ricevuto il Premio Pulitzer (uno schiaffo per Obama), e che lui stesso – il “soffiatore di fischietto” – abbia trovato riparo «non in un’Europa che promette nella sua Carta la “libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera”, ma nella Russia di Putin».

Source: Vergogna Europa, critica Putin ma non tutela Snowden | LIBRE


Ultima modifica di Wolframio il 05/05/2014, 20:53, modificato 1 volta in totale.


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DI LAURENT PINSOLLE

Gaulliste libre

Nel suo libro dedicato all’accordo transatlantico, Danièle Favari fornisce tutte le ragioni per opporsi ad esso. Ed oltre ai rischi sanitari e il fatto di agevolare le multinazionali, c’è un meccanismo poco conosciuto ma rivoltante, la sopravvivenza dei defunti AMI (Accordi Multilaterali sugli Investimenti), gli RDIE, tribunali che sottomettono le democrazie.

L’RDIE, CHE COS’É?

L’RDIE (Règlement des Différends entre Investisseurs et Etats: Regolamento Controversie tra Investitori e Stato), o ISDS in inglese (Investor-State Dispute Settlement: Accordo per le Dispute tra Investitore e Stato) è «un meccanismo di arbitrato privato tra gli investitori e gli Stati che si sostituirebbealle giurisdizioni esistenti, permettendo così agli investitori privati di liberarsi da tutte le leggi, di aggirare le decisioni per loro ingombranti e di consacrare la privatizzazione del potere legislativo». Gli Stati e i Parlamenti non possono nulla contro queste sentenze. Sono stati esaminati 6514 casi nel 2012. Danièle Favari nota che «15 arbitri hanno deciso il 55% di tutte le controversie conosciute» e che « nel 2012 le rivendicazioni degli Investitori sono state accettate nel 70% delle decisioni arbitrali conosciute », con 1,77 miliardi di dollari di indennizzo all’Occidental Petroleum da parte dell’Ecuador.


Secondo il mandato della Commissione «l’accordo dovrebbe mirare ad includere un meccanismo di risoluzione delle controversie investitore/Stato efficace e all’avanguardia, garante della trasparenza, l’indipendenza degli arbitri e la prevedibilità dell’accordo, compresa la possibilità d’interpretazione vincolante dell’accordo tra le Parti. Il Regolamento delle controversie da Stato a Stato dovrebbe essere incluso, ma esso non dovrebbe interferire con il diritto degli investitori di ricorrere a meccanismi di risoluzione delle controversie investitore/Stato». Deve proteggere gli investitori contro «la discriminazione (con riferimento a [organizzazioni] locali, agli espropri, a un trattamento ingiusto e iniquo e alla possibilità di trasferire i capitali)».

LA DEMOCRAZIA IN GABBIA

Questo ha permesso alla Philip Morris di perseguire l’Uruguay e l’Australia per le loro normative antitabacco. Il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement: Accordo Globale Economico e Commerciale), trattato di libero scambio tra l’UE e il Canada, potrebbe permettere «alle grandi compagnie del gas e del petrolio di contestare i divieti al fracking (fratturazione idraulica) in Europa». Per Danièle Favari, «l’arbitrato investitore/Stato è un concetto contestato da alcuni governi come un ingiustificato attentato alla loro sovranità», mettendo Stato e imprese sullo stesso piano. Peggio, queste sono «delle decisioni senza appello che potrebbero fare giurisprudenza». Per lei, infine, questo equivale a «subordinare i diritti dei popoli al commercio, all’economia e alla finanza; sta per essere raggiunta l’ultima tappa, che è il TAFTA (Transatlatic Free Trade Area: Zona di Libero Scambio Transatlantica) nella distruzione finale del nostro modello, delle nostre scelte di società e del diritto dei popoli di disporre di se stessi ».

Sono d’accordo al 100% con Danièle Favari. L’RDIE può sembrare insignificante, anche solo in un primo momento. Ma rappresenta una rimessa in discussione dei fondamenti della democrazia. Un tale meccanismo passa al di sopra delle leggi e delle costituzioni: così facendo i popoli perdono progressivamente la loro capacità di decidere del loro destino, come si può ben vedere con i trattati europei nell’UE. Mettere fine alla libera circolazione dei capitali? Non ci pensate! Le multinazionali che li utilizzano per esportare i loro profitti verso dei parassiti fiscali potrebbero farci riferimento per perseguire la Francia. Tutto questo mostra che questi trattati mettono fuori dall’ambito democratico delle decisioni che tuttavia dovrebbero poter essere discusse e decise al momento delle elezioni. Così facendo, mettono in gabbia la democrazia.

PRECEDENTI INQUIETANTI

Questa purtroppo non è un’idea nuova. Citando «L’AMI, no grazie» del Coordinamento contro l’AMI, Danièle Favari ricorda che questo progetto di accordo negoziato alla fine degli anni 1990 rimette in discussione «tutta la legislazione nazionale per un investitore che già da allora considerava si trattasse di un ostacolo alla sua attività e alla sua ricerca di profitto». Da studente, avevo scritto un articolo per denunciare «L’AMI contro la democrazia» prevedendo che «alla nostra democrazia (il governo dei popoli per se stessi) si sarebbe sostituita una dittatura del mercato e di un organismo indipendente che non avrebbe mancato di essere controllato da un pugno di multinazionali e fondi di investimento».

Cita Martin Hart-Landsberg il quale denuncia «il dominio delle multinazionali (…) che nel 2010 hanno generato un valore aggiunto di circa 16.000 miliardi di dollari, corrispondenti a più di un quarto del PIL mondiale», [e cita] Salvador Allende, all’Assemblea generale dell’ONU nel 1972 «Siamo di fronte a un conflitto tra le imprese transnazionali e gli Stati. Questi ultimi sono stati tagliati fuori nelle loro decisioni fondamentali – politiche, economiche e militari- da organizzazioni globali che non dipendono da nessuno Stato e le cui attività non sono controllate da nessun parlamento, né nessuna istituzione rappresentativa dell’interesse collettivo» e David Rockefeller, in Newsweek nel febbraio 1999: «Qualcosa deve sostituire i governi, e il potere privato mi sembra l’entità adeguata per farlo». Si potrebbero aggiungere i lavori di Jacques Sapir sull’esproprio della democrazia.

Questi organismi indipendenti e questi trattati rappresentano una profonda rimessa in discussione delle nostre democrazie poiché non permettono più ai popoli di scegliere il loro destino in tutta libertà. Per questo bisogna assolutamente combatterli quando si capisce chi sono i giocatori. Ringraziamo Danièle Favari per l’aiuto fornito.

Laurent Pinsolle

Fonte: http://www.gaullistelibre.com

Link: http://www.gaullistelibre.com/2014/04/l ... ement.html

http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=13344


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Che cos'è l'accordo transatlantico Stati Uniti Europa - Giulietto Chiesa

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PS: su RAI 3, poco fa, hanno mandato in onda lo spot per promuovere
questa ennesima trovata FRAUDOLENTA. Della serie.... come ti manipolo
le masse in soli 4 minuti...... [xx(]

Se riuscite a trovare lo spot, postatelo qui per favore.... merita davvero... [8]



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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