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MessaggioInviato: 03/05/2014, 20:12 
"BOMBA D'ACQUA" a me questa parola sembra sempre nascondere un messaggio intrinseco. Boh..



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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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MessaggioInviato: 04/05/2014, 17:21 
io abito molto vicino alle zone colpite. La località di mare più vicina a me è Porto Recanati: qua non è esondato nulla, ma anche qui ci sono stati dei danni, causa maltempo e sopratutto mareggiate. Uno storico ristorante lungo la litoranea è letteralmente crollato, quando l'acqua del mare ha divorato la sabbia su cui poggiava. Inoltre, dato che è il topic degli eventi meteo estremi... oggi è il 4 maggio: io sono vestito con 1 maglia di lana, ho i termosifoni accesi a casa e sto morendo di freddo!


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MessaggioInviato: 05/05/2014, 23:52 
Il fatto è che il clima in Italia è cambiato a causa dell'indebolimento dell'anticiclone delle Azzorre,questo causa la discesa delle perturbazioni che provengono dal nord anche in periodi i quali non dovrebbero esserci,come in Primavera e in Estate.
A cosa è dovuto?,sarà davvero lo scioglimento dei ghiacci del polo Nord che raffredda l'oceano atlantico Meridionale?.[:(]


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MessaggioInviato: 15/05/2014, 20:14 
in serbia e nella vicina bosnia imperversano pioggie torrenziali,tutto cio' viene considerata come una delle peggiori catastrofi della storia,citta sommerse,si contano gia' 2 morti


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MessaggioInviato: 19/05/2014, 19:46 
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Spettacolari luci del nord (aurore boreali) illuminano i cieli ed i fiumi e mari dei fiordi Norvegesi. Fotografia di Joris Kiredjian.

link2universefacebook


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MessaggioInviato: 20/05/2014, 20:01 


Spettacolare Video in Timelapse della Nascita di Supercelle di Tempesta

http://www.link2universe.net/2014-05-20 ... -tempesta/


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MessaggioInviato: 26/05/2014, 15:45 
alluvione bosniaLa Serbia, la Bosnia e la Croazia sono impegnate nell’opera di rimozione di una gran quantità di macerie prodotte dalle peggiori inondazioni che i Balcani abbiano sperimentato da un secolo a questa parte. In alcune zone, come a Baric, vicino a Belgrado, le autorità sono riuscite anche a dare il via libera al ritorno delle famiglie alle loro case. Il villaggio di Baric, sulla Sava, ad alcuni chilometri dalla città di Obrenovac, una delle più toccate dalle inondazioni, era stato evacuato all’alba di sabato scorso, ma ora non pare più minacciato dalla piena. All’undicesimo giorno di inondazioni in Bosnia, il livello della Sava, le cui acque hanno invaso il nord-est del Paese, sta lentamente calando, lasciando alle sue spalle un disastro. In tutta la regione si trovano decine di tonnellate di carcasse di animali, che devono essere rapidamente incenerite per evotare epidemie. La temperatura, che ha raggiunto i 30 gradi, accelera la decomposizone. “Per il momento non c’è pericolo di epidemia, ma la situazione è estremamente incerta“, ha valutato il ministro della Sanità bosniaco Rusmir Mesihovic. In Croazia, dove il livello della Sava è calato, la situazione si sta stabilizzando gradualmente, secondo le autorità. Comunque 4mila soccorritori e pompieri sono tuttora impegnati nelle operazioni. Il video a corredo dell’articolo mostra un paesaggio martoriato da inondazioni bibliche, capaci di cambiare la vita di migliaia di residenti. E ora è tempo di ripartire.



http://www.meteoweb.eu/2014/05/peggiori ... eo/286007/


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MessaggioInviato: 28/05/2014, 18:54 
Suggestive nevicate alle porte dell’aridissimo deserto di Atacama, imbiancate le alture della regione di Antofogasta

Mancano pochi giorni agli esordi dell’inverno australe. Ma già in questi giorni le prime ondate di freddo della stagione hanno già cominciato ad interessare il Cile e l’Argentina, portando i primi significativi cali termici del periodo. In questi giorni una suggestiva nevicata ha imbiancato le aride alture della regione di Antofogasta, nel Cile settentrionale, colpendo le aree più vicine al confine con la Bolivia, lungo la fascia andina occidentale. I fiocchi di neve hanno interessato pure la città di Calama, nella regione di Antofogasta, che si trova ad una altitudine prossima ai 2300 metri, a ridosso dell’aridissimo deserto di Atacama, uno dei luoghi più aridi e meno piovosi della Terra. L’evento nevoso, seppur imparagonabile con le spettacolari nevicate verificatesi nella stessa area nel Luglio 2011, quando la neve imbianco con abbondanti depositi al suolo una porzione del deserto di Atacama, seppur a quote piuttosto elevate, rimane piuttosto significativo, poiché investe una zona caratterizzata da un clima molto arido, avaro di precipitazioni. Come tutti sanno il deserto di Atacama, nel nord del Cile, è una delle aree più secche del pianeta visto che ci sono delle località dove fino ad ora, da almeno 400 anni, non sono state mai registrate delle precipitazioni.
Probabilmente solo il Plateau ghiacciato interno dell’Antartide può ritenersi come il luogo più asciutto del nostro pianeta prima dell’arida regione di Atacama.Il deserto di Atacama è collocato nella parte settentrionale del Cile, tra la regione di Antofagasta e la parte settentrionale della regione di Atacama. L’arido deserto cileno si estende in un ampio altopiano circoscritto tra la dorsale delle Ande centrali (Puna de Atacama), ad est, e la Cordigliera costiera, una catena montuosa che sporge verso la costa pacifica cilena. Questa peculiare orografia, che vede il deserto di Atacama chiuso su entrambi i lati da due imponenti catene montuose che sbarrano qualsiasi tipo di influenza umida marittima, lo rende una dei luoghi più secchi e asciutti del pianeta. Se a questo aggiungiamo l’azione della fredda corrente di Humboldt, che scorrendo lungo le coste del pacifico cileno e peruviano raffredda l’aria ed inibisce l’umidità rendendo pressoché impossibile la formazione di nuvole e di annesse precipitazioni, allora il gioco è fatto.

I venti prevalenti da Sud o Sud-ovest trasportano masse d’aria fresche e secche che rendono impossibile lo sviluppo di corpi nuvolosi importanti, capaci di apportare dei piovaschi o locali piogge. Addirittura lungo la regione di Antofagasta sono state collocate delle stazioni che da alcuni decenni non hanno ricevuto nemmeno un accumulo di 0.5 – 1.0 mm di pioggia. Si pensa che in quell’area non si verificano precipitazioni da oltre 400 anni, salvo dei modestissimi accumuli durante gli anni in cui domina il fenomeno atmosferico di “EL-NINO”. La regione a questo riguardo può essere definita unica sul pianeta, il deserto risulta infatti del tutto privo di oasi. In questo caso le nevicate che hanno investito l’area di Atacama e Antofagasta hanno riguardato posti e località site ad oltre i 3000-4000 metri di altezza. La cosa, per cosi dire “inusuale”, è che la neve è riuscita ad imbiancare dei luoghi a soli 2500-2000 metri di quota, con variabili dai pochi cm fino ai 6-7 cm al suolo. La “dama” ha tinto di bianco anche alcuni villaggi sopra i 2500 metri, con dei piccoli accumuli a terra. Bisogna però sottolineare che a tali quote la neve non è per niente cosi rara come si possa pensare.


Quasi ogni anno si possono registrare degli eventi nevosi, cosi come è avvenuto durante gli ultimi inverni australi del 2010, 2009, 2008, 2007, 2005, anche se con accumuli non sempre significativi o veramente abbondanti. Lo sfondamento di masse d’aria molto fredde, sotto sostenuti venti meridionali, che dal Pacifico meridionali sono risaliti fino al Cile settentrionale e al golfo di Arica, bordando il lato orientale del robusto promontorio anticiclonico del Pacifico sud-orientale, ha originato il calo termico che ha poi permesso l’avvento dei fenomeni nevosi sulle alture sopra il deserto. Inoltre la presenza di una modesta goccia fredda in quota evoluta successivamente in “CUT-OFF” nella media troposfera, nel tratto di oceano poco a largo delle coste del Cile centro-settentrionale, ha incentivato le precipitazioni riuscendo a renderle piuttosto persistenti. La circolazione ciclonica chiusa in quota, centrandosi a largo delle coste cilene centro-settentrionali, avrebbe al contempo convogliato dell’aria piuttosto umida dall’oceano Pacifico, tramite dei venti da Ovest e da O-NO, verso l’arida regione di Atacama e Antofagasta, riuscendo a superare l’ostacolo orografico offerto dai monti della Cordigliera costiera. I venti da Ovest e O-NO hanno poi superato le creste andine per riversarsi con venti di caduta sugli altopiani della Bolivia meridionale, sotto forma di correnti secche favoniche, povere di umidità (in diverse città boliviana l’umidità relativa è scesa sotto il 20-30 %). L’elevata umidità penetrata ha favorito le abbondanti nevicate di questi giorni che si sono concentrate sovente sulle zone montuose, sopra i 2000 metri di quota.
La cosa particolare di questo evento è che di solito a queste quote gli impulsi di umidità di una certa importanza sfondano da est, provenendo alle volte dal settore dell’Amazzonia sud-orientale, come accade durante le imbiancate sugli altopiani della Bolivia. Stavolta invece la fonte di umidità è giunta da ovest, dall’oceano Pacifico. Scendendo alle quote più basse, sul deserto di Atacama, notiamo un quadro termico poco idoneo alla neve, con temperature minime sui +14°C +15°C e massime che possono toccare i +23°C +24°C.

http://www.meteoweb.eu/2014/05/suggesti ... ta/286661/


Ultima modifica di ubatuba il 28/05/2014, 18:55, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 31/05/2014, 19:35 
sabato 31 maggio 2014

Le previsioni

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Le previsioni per quest'anno sono le Armi Cicloniche

In questo annuncio da parte della corrotta amministrazione statunitense in collusione con il loro dipartimento del governo ombra F.E.M.A. è un omaggio mortifero per quello che verrà scatenato agli americani per la prossima stagione. Grazie alla formidabile HAARP/EMF e la consapevolezza tecnologica delle scie chimiche e con il monitoraggio da parte della comunità alternativa saremo in grado di individuare in sintesi le armi della geo-ingegneria, armi climatiche in uso più che mai quest'anno, in grado di fornire un sistema precoce di allarme.
In sintesi, saranno in grado naturalmente di assicurarsi tempeste devastanti che potrebbero accadere anche ora, facciamo in modo da tenere gli occhi aperti.
Le loro false "previsione" (QUI il video), e tutto a causa delle "emissioni di carbonio", naturalmente, incolpando quello che la natura e l'umanità produce naturalmente ed è di vitale importanza per la vita sul nostro pianeta.

Ancora più strano è fatto che il canale meteo, di proprietà e manipolato da società statali, compreso il NOAA, prevede una stagione di catastrofici uragani, mentre il TWC (un canale TV via cavo che opera in 29 paesi) citano gli effetti del riscaldamento di El Niño nel Pacifico.

Nota bene che la corrente dei venti generati da El Niño dovrebbe normalmente moderare il clima. Questi sono i tipi di correnti, come la corrente a getto, sono in grado di guidare utilizzando la tecnologia per il controllo del tempo. Se le cose non dovessero andare come previsto, potrebbero benissimo essere utilizzati i flussi naturali, facendole convergere con correnti manipolate da altrove, che solitamente vengono effettuate su grandi centri abitati, come hanno fatto molte volte prima.

La loro continua aggressione è fatta in modo per dare l'allarme.

Obama avverte di uragani devastanti

e del cambiamento climatico

Pur essendo informato dai funzionari del quartier generale della Federal Emergency Management Agency (FEMA), Obama, ha esortato il pubblico a prepararsi ora per la stagione degli uragani di quest'anno.
"Obama ha detto: i cambiamenti che stiamo vedendo sul nostro clima, significa che, purtroppo, come le tempeste di sabbia potrebbero finire per essere più comuni e più devastanti.

"Inoltre ha aggiunto: è per questo che ci stiamo prodigando e, ad affrontare i pericoli di inquinamento da anidride carbonica che hanno contribuito a causare questo cambiamento climatico e il riscaldamento globale. E' per questo motivo, che siamo così preparati, con l'aiuto di reparti formidabili, pensando a come possiamo costruire un'infrastruttura più elastica". (fonte)

Un’altra "infrastruttura elastica" come tutti sappiamo è una neo-lingua orwelliana per azioni e controlli più draconiani. La tesi è che si potrebbe anche iniziare a istituirne una prima del tempo.

[align=right]Source: Nin.Gish.Zid.Da: Le previsioni [/align]



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MessaggioInviato: 30/07/2014, 15:24 
Il generale Mini: la guerra climatica è già cominciata

La guerra ambientale non è più solo un’ipotesi: è già in atto. Ma guai a dirlo: si passa per pazzi. Eppure, «negare l’informazione è già un atto di guerra fondamentale», denuncia il generale Fabio Mini, che conferma tutto: la “bomba climatica” è la nuova arma di distruzione di massa a cui si sta lavorando, in gran segreto, per acquisire vantaggi inimmaginabili
su scala planetaria. Alluvioni, terremoti, tsunami, siccità, cataclismi. Uno scenario che, purtroppo, non è più fantascienza. E da parecchi anni. Era il lontano 1946 quando Thomas Leech, scienziato e professore israeliano-neozelandese, lavorò in Australia per conto dell’Università di Auckland con fondi americani e inglesi per provocare piccoli tsunami. Il successo del “Progetto Seal” spaventò Leech spingendolo a fermarsi dopo i primi test. Ma chi ci dice che la manipolazione del clima non sia stata portata avanti? Oggi, con la robotizzazione, per molte “operazioni” bastano poche persone. «Non ci sono vincoli, non ci sono regole, se c’è la possibilità di farlo ‘qualcuno’ lo farà». Non i governi, ma ristrette élite.
Ne ha parlato di recente, in un convegno a Firenze largamente disertato dai media, l’ex comandante delle forze Nato in Kosovo. Mini rivendica la responsabilità di aver posto in Italia l’attenzione su questo tema quando nel 2007 scrisse l’articolo “Owning the weather: la guerra ambientale è già cominciata”, ufficializzando uno scenario nuovo e inquietante: le forze della natura sono adoperate e piegate come strumento ed arma. Può accadere, sottolinea Mini, perché – come di fronte a qualsiasi altra aberrazione di carattere mostruoso – l’opinione pubblica è innanzitutto incredula: «La maggior parte delle persone ritiene inconcepibili certi scenari, in quanto non è al corrente delle progettazioni in materia di tecnologie militari e quindi delle conseguenti implicazioni». Da un lato c’è la rassicurante convenzione Onu del 1977, che proibisce espressamente «l’uso militare, o di altra ostile natura, di tecniche di modificazione ambientale con effetti a larga diffusione, di lunga durata o di violenta intensità». In realtà, al 90% le prescrizioni Onu vengono regolarmente disattese, in particolare dai militari. I quali «hanno già la capacità di condizionare l’ambiente: tornado, uragani, terremoti e tsunami alterati o addirittura provocati dall’uomo sono una possibilità concreta».
I militari, riassume Mini – citato nel report del blog “No Geoingegneria” – prediligono la tecnologia. E le loro richieste alla scienza non sono per programmi attuabili a breve termine, ma sono progetti con sviluppi nel medio e lunghissimo termine. Attenzione: «Non esiste una moralità che possa impedire di oltrepassare un certo punto. Basti pensare allo sviluppo e le applicazioni degli ordigni atomici. Non esiste vincolo morale, ciò che si può fare si fa». Inoltre, la nuova tecnologia viene applicata anche a livello immaturo: «La voglia di conseguire un vantaggio spinge ad usare le tecnologie senza fare test a sufficienza. Una possibilità viene messa in atto per verificarne il funzionamento, sperimentandone direttamente sul campo gli effetti». Già nel 1995, uno studio dell’aeronautica militare statunitense (“Weather as a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025”) delineava i piani da sviluppare per conseguire nell’arco di 30 anni il controllo del meteo a livello globale. Secondo Mini, non si parlava ancora di “possedere il clima”, ma di controllare il meteo e lo spazio atmosferico per condurre operazioni belliche, «per esempio irrorando le nubi con ioduro d’argento, altre sostanze chimiche o polimeri, per dissolverle oppure spostarle».
Si tratta della possibilità di destabilizzare una regione o paese, in qualsiasi parte del mondo. Oggi, a 17 anni dalla pubblicazione di quello studio, secondo il generale Mini «siamo piuttosto vicini al traguardo del 2025». Secondo il meteorologo statunitense Edward Norton Lorenz, padre della “teoria del caos”, mai e poi mai avremo conoscenze sufficienti a verificare le effettive conseguenze di una modificazione climatica. Se qualcuno trae un vantaggio da una modificazione climatica, dall’altra ci sarà qualcun altro che ne subisce un danno, e non è detto che lo paghi in termini lineari, con conseguenze anche catastrofiche, che Lorenz chiama “effetto farfalla”. Proprio in quegli anni si comincia a pensare non solo di cambiare il meteo, ma di creare una situazione permanente e quindi di trasformare il clima. «Così qualcuno inizia a pensare: cosa rende l’Europa prospera e le garantisce un clima favorevole? La corrente del Golfo del Messico. Bene, allora qualcuno si è messo a studiare come modificare questa corrente. Non solo, ma qualcuno ha iniziato a chiedersi: possiamo provocare un terremoto? Qualcuno ha risposto ‘si può fare’». Qualcuno chi?
La domanda, infatti, è particolarmente inquietante: da chi scaturisce quella volontà politica che sta alla base della catena di comando? Brutte notizie, dice Mini: gli Stati stanno perdendo il controllo della situazione, che è monopolizzata da ristrettissimi gruppi di potere. Il generale le chiama “bande”. Sono costituite da «persone, associazioni e corporazioni, coaguli di potere che non hanno nessun interesse istituzionale, ma conseguono solamente il proprio interesse, e nel nome di esso sono disposte a mandare in crisi un sistema per modificarlo a proprio vantaggio, utilizzando mezzi illegali e legali». L’enorme potere di questo super-clan è confermato dalla situazione mondiale di massima emergenza, come confermato dalle analisi di carattere strategico a livello militare. In sintesi: la demografia del pianeta è in aumento esponenziale, le risorse della Terra sono in netta diminuzione, l’economia globale è in recessione. Insomma, la coperta è sempre più corta. E il ruolo degli Stati nella definizione della minaccia è ormai ridotto a zero.
Non sono più gli Stati a decidere, a individuare o prevedere le minacce, sottolinea Mini. Sono “altri” che fanno le analisi. E fare le valutazioni della minaccia «vuol dire fornire le indicazioni per la politica». Bene, «questa prerogativa non è più nelle mani degli Stati, neanche di quelli forti». George W. Bush, quando ha avviato la “guerra infinita” innescata dagli attentati dell’11 Settembre, non è stato indirizzato da fonti istituzionali, ma da «qualcuno che lavora fuori dalle istituzioni, contro le istituzioni». La situazione è veramente critica: molti Stati hanno l’acqua alla gola, colpiti dalla crisi e ricattati dalla cupola finanziaria mondiale. La criminalità è in netto aumento, il contrasto verso le mafie si è indebolito e la percezione dell’insicurezza è cresciuta. Ogni problema viene estremizzato: la favola dello “scontro di civiltà” tra cultura giudaico-cristiana e cultura musulmana resta «il faro politico di tutte le relazioni internazionali». Così, non fa che cresce la militarizzazione del pianeta: «Le cose che venivano fatte con strumenti civili oggi vengono fatte quasi esclusivamente con strumenti militari, inducendo gli ambienti militari ad essere sempre più proiettati verso il controllo e il possesso di strumenti tecnologici per attuarlo».
La dualità, lo scontro, si manifesta in maniera preponderante nello spazio, con il controllo delle telecomunicazioni e dei sistemi di difesa, e ora anche nell’ambiente, «che non è più il luogo ove la guerra si manifesta, ma è l’arma», e negli agglomerati urbani, «che sono i luoghi dove si prevede il maggior intervento in termini di militarizzazione». Lo spazio è definito un “bene comune” e come tale dovrebbe essere salvaguardato. «Ma non succede, e la percezione di scarsa sicurezza alimenta un incremento della militarizzazione». Come si sfrutta l’ambiente come arma? «Non solo con le modifiche meteorologiche, ma anche tramite la negazione delle informazioni. Non c’è solo la disinformazione sull’ambiente, ma c’è una pratica militare che si chiama “denial of service”». Ovvero: «Si stabilisce che è necessario non solo negare la realtà o l’evidenza, ma negare l’informazione». E questo, ribadisce Mini, è già un vero e proprio atto di guerra. «Determinate persone o paesi non devono venire a conoscenza delle informazioni», anche se questo può causare catastrofi di proporzioni bibliche, come il devastante tsunami abbattutosi sulle coste dell’Indonesia. «Lo tsunami indonesiano è ancora uno scandalo: l’informazione sul suo arrivo era disponibile, ma interruzioni nella trasmissione dati a causa di anelli malfunzionanti, o volutamente non funzionanti, ne hanno impedito la comunicazione».
Tsunami Indonesia
Un altro aspetto è emblematicamente rappresentato dal sistema Haarp. Invece di influire sull’ambiente a carattere solo locale, dice Mini, ormai si può incidere globalmente. Come? «Andando a creare, artificialmente, dei punti più caldi o più freddi, e quindi modificando il clima interferendo anche sulle correnti». Lo stesso dicasi per le alterazioni che provocano i terremoti, anche se il generale nega che il recente terremoto in Emilia sia stato “indotto”. Ma attenzione: «Nessuno può negare che ci siano state più di 2.000 esplosioni nucleari nel sottosuolo terrestre, nella profondità degli oceani e persino nello spazio». Già negli anni ’90, per colpire obiettivi di interesse militare in Cina, «fu pianificato di indurre un terremoto con delle esplosioni dalla zona di Okinawa». La dismissione di migliaia di ordigni nucleari, dopo la fine della guerra fredda, ha creato un mercato dei materiali fissili da innesco. «Le grandi compagnie petrolifere si offrirono di reimpiegarli e sappiamo che è possibile agire sulle faglie inducendo terremoti tramite ordigni nucleari o micro-nucleari».

http://www.libreidee.org/2014/01/il-gen ... ominciata/


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L’Antartide continua ad estendersi

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Continua senza sosta l’eccezionale estensione dei ghiacci marini che circondano l’Antartide, verso latitudini più settentrionali.

L’ultima elaborazione del grafico dell’NSIDC, mette in evidenza come i ghiacci marini antartici stiano subendo una eccezionale avanzata, proprio al culmine dell’inverno australe. Attualmente, secondo i dati satellitari, l’estensione dei ghiacci marini del Polo Sud avrebbe addirittura superato i 18 milioni di chilometri quadrati, superando, ed anche in modo netto, i valori dell’inverno 2013, che fu un’annata davvero eccezionale, dopo il record di massima estensione archiviato nel 2012.

La massima concentrazione di ghiaccio, lì dove il limite della banchisa raggiunge latitudini piuttosto elevate, si sta registrando fra il mare di Weddell e il mare di Davis, dove ormai da anni troviamo una distesa di ghiaccio piuttosto compatta, che riesce a resistere per bene persino nel cuore dell’estate australe.

Una concentrazione di ghiaccio minore, erosa parzialmente dal passaggio di violente tempeste di vento, la troviamo ad ovest della penisola Antartica, fra il mare di Bellingshausen e il mare di Amundsen. Su questo ampio tratto di costa antartica la prevalenza di venti piuttosto miti e umidi, da NO, con continue avvezioni d’aria calda verso il Plateau occidentale dell’Antartide, ha inibito una significativa progressione verso nord dei ghiacci marini. Ma a parte il mare di Bellingshausen e il mare di Amundsen, sul resto dei mari che circondano il continente antartico l’estensione dei ghiacci marini ha ormai raggiunto valori davvero eccezionali. Non ci troviamo di fronte ad una nuova glaciazione, ma sta di fatto che se l’Artico continua a soffrire, l’Antartide invece gode di una ottima forma.

Pertanto la navigazione marittima sui mari australi sta divenendo sempre più insidiosa, a causa della maggior presenza di Iceberg e blocchi di ghiaccio che tendono ad andare alla deriva, sotto la spinta delle grandi tempeste (“venti Catabatici” molto violenti) che periodicamente spazzano le coste che circondano il Polo Sud e i mari antistanti. Pur trattandosi di ghiaccio molto giovane e piuttosto sottile, molto vulnerabile al moto ondoso e al rialzo termico, esso è riuscito a coprire l’intero bacino ad est della penisola Antartica, cosi come buona parte dei bacini, a ridosso dell’Antartide orientale.

Bisogna però tenere presente che in questo caso, il pattern atmosferico dominante sull’emisfero australe ha avuto un ruolo di primo piano nel spingere il ghiaccio dalle coste antartiche verso latitudini più settentrionali. In questi mesi lungo le coste antartiche abbiamo assistito alla persistenza di un pattern atmosferico, caratterizzato da un robusto nucleo anticiclonico, di natura termica (caratterizzato da aria molto gelida e pesante presente sopra il Plateau centrale), che per varie settimane è rimasto quasi stazionario fra la parte occidentale della regione del mare di Weddell, la Penisola Antartica e il Mare Bellingshausen.

La presenza di questo importante anticiclone termico, con massimi barici al suolo piuttosto elevati, ha favorito l’attivazione di una persistente, intensa e gelida ventilazione dai quadranti meridionali, in genere da S-SO e SO, che ha sferzato con grande costanza le aree costiere ad est della penisola Antartica ed il mare di Weddell (fino a largo). Ma la cosa più inusuale riguarda la particolarità di questa ventilazione meridionale. I forti venti da S-SO e SO non solo hanno contribuito a spingere il ghiaccio verso le medie-basse latitudini dell’emisfero australe, ma hanno pilotato con sé masse d’aria piuttosto gelide, in scivolamento dal Plateau antartico, che si sono dirette verso le latitudini più temperate.

Quest’aria molto gelida d’origine antartica, scorrendo sopra il mare di Weddell, ha anche impedito la fusione superficiale del ghiaccio marino, mantenendolo le acque di questo sotto il punto di congelato. Rispetto al ghiaccio marino dell’Artico, il ghiaccio marino antartico generalmente mostra una maggiore variabilità stagionale, derivata da una lunga moltitudine di fattori. Esso ha più spazio per crescere in inverno, dato che l’Antartide e un grande continente interamente circondato dai mari, e si scioglie più completamente in estate, proprio per le caratteristiche appena enunciate. Il ghiaccio marino dell’Antartide è soggetto ad una più ampia gamma di influenze e variabili provenienti dall’atmosfera, dagli oceani che lo circondano e dalle stesse correnti oceaniche, che a secondo dei pattern atmosferici dominanti possono subire pesanti mutamenti.

Da un punto di vista dinamico il fenomeno può essere spiegato anche dal fatto che una parte dell’aria gelidissima del Plateau Antartico, molto densa e pesante, tende a scivolare sulle coste dell’Antartide, incanalandosi con forza nell’area del pendio, favorendo l’attivazione di queste impetuose correnti d’aria in discesa dai ghiacciai del Polo Sud. In questo caso anche l’orografia gioca un ruolo determinante nel far “canalizzare” o deviare le furiosi correnti gelide che fuoriescono dal continente più gelido del pianeta. Spesso lungo le coste i venti “Catabatici”, in discesa dal Plateau ghiacciato, possono raggiungere valori di 100-150 km/h, con raffiche fino a 180-200 km/h. Ma in determinate situazioni, specie durante l’autunno o l’inverno australe, quando sui mari sub-antartici si sviluppano quelle profondissime “depressioni-uragano” (minimo al suolo anche al di sotto dei 940-935 hpa) e si vengono a determinare incredibili “gradienti barici orizzontali” con il Plateau, dominato dall’anticiclone permanente sopra i 1040 hpa, si riescono a sollevare degli uragani di vento di potenza straordinaria, capaci di ridurre la visibilità orizzontale a pochi metri per l’immenso “scaccianeve” sollevato sui ghiacciai.

Tali venti molto forti, che spirano dal Plateau interno verso le coste, molto spesso, possono facilitare una notevole estensione dei blocchi di ghiaccio sui mari che circondano l’Antartide, rappresentando cosi uno dei tanti elementi (andamento delle temperature medie, correnti oceaniche, intensità degli scambi di calore tra le aree oceaniche e il Plateau interno) che hanno contribuito al raggiungimento del nuovo massimo di estensione della “banchisa” antartica.


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Ma ... non c'era il "riscaldamento"? [:246]



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MessaggioInviato: 25/08/2014, 22:34 
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Ufologo 555 ha scritto:

Ma ... non c'era il "riscaldamento"? [:246]


Molto probabilmente grazie alle eco-tasse ed eco-balzelli, eco-normative-succhia-soldi eccetera lo hanno debellato.

Prossimamente ricomincerà la storia all'inverso per combattere il raffreddamento globale e giù ancora eco-tasse ed eco-balzelli, eco-normative-succhia-soldi eccetera.

ecco-tasse, ecco-balzelli, ecco-normative succhia-soldi.

Te la ricordi questa? [:)] [:)] [:)]
[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=G3GaBAQTGlM[/BBvideo]



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