Insomma .....
F-35, il caccia “nucleare”
di John B - 21/04/2009
L’Italia sta per dotarsi di un nuovo caccia. Nucleare. In principio fu il JSF: Joint Strike Fighter, ossia cacciabombardiere interforze. Il programma fu lanciato dagli Stati Uniti nel 1996, con lo scopo di mettere a punto un caccia multiruolo (con particolare vocazione all’attacco al suolo)
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27,49 KBJSF era destinato a sostituire qualche migliaio di caccia e velivoli d’attacco dell’USAF (l’aviazione militare americana), dell’USNavy (la marina americana) e dell’USMC (i marines). Il programma fu subito aperto alla partecipazione internazionale: diverse nazioni decisero di aderirvi e di contribuire allo sviluppo in previsione di adottare il nuovo caccia per le proprie forze militari. Tra queste, l’Italia. A distanza di 13 anni, il JSF si avvia oggi alla produzione di serie (anche in Italia) ed ha ricevuto la designazione militare definitiva: F-35 Lightning II. La galassia dei pacifisti e degli “alternativi” si è messa in moto di buona lena per alzare il proprio coro di proteste contro l’acquisizione del nuovo caccia da parte delle forze aeree italiane.
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39,43 KBLE PROTESTE DEI PACIFISTI – Le parole d’ordine sono: “aereo con capacità nucleare”, “troppo costoso”, “strumento di morte”. “ll progetto Joint Strike Fighter viene considerato il più grande programma aeronautico internazionale di tutti i tempi. Prevede la costruzione di un nuovo modello di cacciabombardiere stealth supersonico multiruolo di 5a generazione con grande forza distruttiva e in grado di trasportare armi nucleari…” scrive il sito NoF35. “Il Joint Strike Fighter (Jsf) è un aereo da combattimento monomotore, monoposto, in grado di operare alla velocità del suono, ma con velocità di crociera subsonica. È ottimizzato per il ruolo aria terra (quindi per l’attacco) ed ha due stive interne per le bombe che possono essere anche di tipo nucleare” scrive Infoaut riportando da Il Manifesto. “…gli abitanti dell’entroterra novarese hanno già espresso il loro “no” all’uso dell’aeroporto per costruire una perfetta macchina di morte come l’F-35, in grado, se necessario, di trasportare anche testate nucleari…ognuno dei quali costerà da 150 a 250 milioni… La spesa complessiva, in ogni caso, oscillerà tra i 15 e i 30 miliardi di euro” sono le parole di Vittorio Strampelli su Aprile OnLine.“…questi aerei (quasi 100 milioni di Euro l’uno) non possono essere certo considerati da difesa, anzi. Sono addirittura predisposti per trasportare testate nucleari!” esclamano sul sito Lettera22.
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26,95 KBLE CARATTERISTICHE DELL’ F-35 – Premesso che le spese militari hanno ordini di grandezza immensi e qualsiasi riflessione sull’opportunità di destinare alle armi risorse così ingenti, a livello mondiale, è certamente legittima ma non è argomento di discussione in questo articolo, cerchiamo di chiarire quali sono i fatti della questione F-35. Partiamo proprio dal velivolo, per capire di cosa stiamo parlando. L’ F-35 è un caccia a reazione, monomotore e monoposto. Pesa “a vuoto” circa 13 tonnellate ed è lungo poco più di 15 metri. Per pesi e dimensioni si colloca nella categoria dei caccia “medi”, come l’F-18 americano o il MIG-29 russo ma al contrario degli altri è Stealth, ossia (quasi) invisibile ai radar. Proprio per mantenere il requisito della bassa osservabilità ai radar, l’F-35 dispone di due stive interne nel quale trasportare l’armamento, che gli altri caccia portano invece agganciato sotto le ali e sotto la fusoliera. La suite avionica rappresenta lo “stato dell’arte”, come è normale per un aereo nuovo. L’esigenza di ospitare le armi solo all’interno del velivolo (l’F-35 può agganciarle anche all’esterno ma perderebbe le proprietà Stealth) comporta una drastica riduzione del loro numero. L’armamento tipico di un F-35 è costituito da un cannone da 20 mm, due missili aria-aria e due bombe intelligenti, meno della metà di quanto trasportabile da altri modelli. Ciò nonostante si ritiene che le caratteristiche Stealth e l’avionica avanzata compensino questo svantaggio consentendo al velivolo di penetrare indenne attraverso le difese aeree nemiche, di colpire con precisione il proprio obiettivo e di lanciare i propri missili contro un caccia avversario prima ancora che quest’ultimo si renda conto della sua presenza. Queste prestazioni fanno dell’F-35 l‘unico caccia esistente “di quinta generazione” (la più recente) assieme all’F-22 (sempre americano e non disponibile per l’esportazione).
L’ITALIA ENTRA NEL PROGRAMMA
– L’F-35 viene realizzato in tre versioni: una “normale”, una imbarcata (per le grosse portaerei) e una STOVL (decollo corto e atterraggio verticale, per i Marines e per le piccole portaerei). Le forze aeree italiane stanno introducendo in servizio il caccia EF-2000 Typhoon (Eurofighter) destinato a compiti di difesa aerea. Nei prossimi anni dovranno sostituire la propria linea da attacco, rappresentata dai Tornado e dagli AMX, nonché i cacciabombardieri STOVL Harrier II imbarcati su portaerei. Per sostituire gli Harrier II non esiste alternativa: l’unico caccia STOVL disponibile è proprio l’F-35. A quel punto, visto che l’F-35 nelle sue varie versioni è in grado di sostituire anche i Tornado e AMX, la decisione più logica è stata quella di acquisire un unico modello per rimpiazzare ben tre aerei diversi. In questo modo si può ridurre il numero complessivo di aerei e semplificare notevolmente le spese di gestione e manutenzione, ridurre le scorte di parti di ricambio, uniformare l’addestramento e così via. In termini economici, si tratta di risparmi notevoli. Teoricamente ci sarebbero da sostituire circa 200 – 220 aerei, ma la Difesa ritiene che un centinaio di F-35 o poco più dovrebbero bastare. A questo punto, piuttosto che acquistare un centinaio di F-35 al “prezzo di listino”, senza ritorni industriali e tecnologici, l’Italia decise di entrare nel programma di sviluppo con un investimento iniziale di circa un miliardo di dollari e l’apertura di uno stabilimento di produzione e manutenzione a Novara, presso la base aerea di Cameri.
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46,63 KBUN OTTIMO AFFARE “ECONOMICO”…- Questo significa che l’industria italiana otterrà profitti non solo dall’acquisto dei velivoli italiani, ma anche da tutte le vendite ed esportazioni che interessano l’F-35, nonché dalla manutenzione dei velivoli italiani e stranieri. Considerato che l’F-35 ha un mercato sicuro (non esistono altri velivoli concorrenti) di varie migliaia di “pezzi” nel mondo, sono tutti soldi che ritornano in Italia. La quota di partecipazione italiana è pari al 5 % ed il rientro è proporzionato a quella quota. Il prezzo finale di un singolo F-35 non è ancora noto e varierà nel tempo (l’aumento del ritmo produttivo determinerà una diminuzione dei costi per esemplare) ma è valutato intorno ai 60-70 milioni di dollari. Il carniere di ordini già oggi supera le 3000 unità, pari a oltre 200 miliardi di dollari, il 5 % dei quali (10 miliardi) è quindi destinato a finire in Italia. Conti alla mano, gli investimenti iniziali e le spese di acquisto per i velivoli italiani saranno abbondantemente coperti da questo ritorno, per non parlare delle ricadute in termini di occupazione e di trasferimento di tecnologie avanzate. A tutto questo andranno aggiunti i profitti ottenuti dalla manutenzione degli F-35 esportati in Europa e in vari paesi nel mondo, che farà capo allo stabilimento di Cameri. In termini economici, comunque si guardi la questione, la partecipazione italiana al programma F-35 costituisce un ottimo affare.
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20,1 KB...E UNO STRUMENTO MILITARE “NECESSARIO” – L’ F-35 è un aereo “nucleare”, ma non più degli altri: qualsiasi aereo può trasportare bombe nucleari: basta agganciarle. Per assicurarne la corretta gestione è però necessario che il software dell’aereo sia opportunamente programmato. I Tornado italiani, ad esempio, sono predisposti all’utilizzo di armi nucleari, mentre quelli operati dall’Arabia Saudita non lo sono. La possibilità di impiegare o meno armi nucleari non dipende quindi dal modello di velivolo, ma da decisioni di natura politica e militare. Al momento non risulta che l’Italia intenda implementare capacità di attacco nucleare sui suoi F-35 ma è tra gli “aventi diritto” nel caso ritenesse di farlo (in quanto membro NATO). In compenso, se vogliamo uno strumento militare credibile, l’F-35 ci serve. A meno che non riteniamo di poter fare a meno delle portaerei e della capacità di fornire supporto aereo ai militari impegnati in missioni internazionali.
Fonti:
Sito ufficiale del programma (
http://www.jsf.mil/);
“Il programma F-35 e l’Europa” (Istituto Affari Internazionali, ottobre 2008);
“F-35 Year in review” (Lockheed Martin, varie edizioni annuali).
“F-35 Fact Sheet” (Dipartimento della Difesa Australiano, 2006).
http://www.giornalettismo.com/archives/ ... ucleare/2/