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MessaggioInviato: 12/08/2014, 15:02 
E' abbastanza ovvio anche "a spanne" che non possa trattarsi di pura coincidenza; la matematica in questo caso fornisce una ulteriore conferma quanto meno sugli ordini di grandezza.

L'articolo molto interessante, ha però un difetto secondo me; non considera il fatto che la costellazione di Orione fosse visibile a tutti e 3 i popoli ed è indubbio che la sua forma sia abbastanza "appariscente". Andrebbe valutata anche la probabilità che tre popoli diversi in tre epoche e luoghi differenti scelgano "come modello architettonico" la stessa costellazione cercando di capire anche se AL NETTO delle conoscenza della suddetta costellazione quel sistema fosse maggiormente appariscente rispetto ad una qualunque altra combinazione di stelle.

Andrebbe considerato anche la probabilità che i suddetti popoli considerassero "importante" la stessa combinazione casuale di stelle come se avessero attinto ad una "scelta" precedente e comune.

Io penso che in questi casi sia abbastanza difficile fare uno studio che tenga conto di tutto in modo che non si possa dire "hai scelto i dati a tuo piacimento" e bisognerebbe affidarsi al buon senso e soprattutto all'intuizione.

E' indubbio che il modello di "ORIONE" (con la 4 stella che non ho ben capito cosa rappresenterebbe) sia preponderante, per risolvere tutti i dubbi bisognerebbe indagare in una unica direzione:

Cita:
la probabilità che i suddetti popoli considerassero "importante" la stessa combinazione casuale di stelle ---> hanno semplicemente perpetrato uno standard architettonico comune (leggasi anche retaggio culturale comune)?


Ultima modifica di MaxpoweR il 12/08/2014, 15:03, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 17/08/2014, 12:28 
Trovate nella giungla antiche città Maya

Una porta a bocca di mostro, templi piramidali in rovina e resti di un palazzo sono emersi dalla giungla messicana, quando gli archeologi hanno portato alla luce due antiche città maya. Situate nella parte sud-orientale dello stato messicano di Campeche, nel cuore della penisola dello Yucatan, le città erano nascoste nella fitta vegetazione e difficilmente accessibili.

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"Le fotografie aeree ci hanno aiutato a localizzare i siti," ha detto il capo della spedizione Ivan Sprajc, del Centro di Ricerca dell'Accademia Slovena delle Scienze e delle Arti (ZRC Sazu). Sprajc e il suo team hanno scoperto gli imponenti resti esplorando ulteriormente la zona intorno a Chactun, una grande città Maya scoperta dall'archeologo sloveno nel 2013.

Nessun altro sito è stato finora localizzato in questa zona, che si estende su circa 3000 chilometri quadrati, tra le cosiddette regioni di Rio Bec e Chenes, entrambi noti per i loro caratteristici stili architettonici modellati durante i periodi Tardo Classico, tra il 600 e il 1000 d.C. Una delle città scoperte presenta una straordinaria facciata con un ingresso che rappresenta le fauci spalancate di un mostro della terra.

Il sito è stato effettivamente visitato nel 1970 dall'archeologo americano Eric Von Euw, che ha documentato la facciata e gli altri monumenti di pietra con disegni ancora inediti. Tuttavia, la posizione esatta della città, indicata come Lagunita da Von Euw, è andata perduta. Tutti i tentativi di ritrovamento non sono riusciti.

"Le informazioni su Lagunita erano vaghe e del tutto inutili," ha dichiarato Sprajc a Discovery News. "Nella giungla si può essere anche a soli 600 metri da un sito di grandi dimensioni e non avere nemmeno il sospetto che potrebbe essere lì; piccoli tumuli sono presenti in tutta la zona, ma ti danno la minima idea di dove possa trovarsi un centro urbano", ha aggiunto.

Lagunita è stata identificata solo dopo che gli archeologi hanno confrontato la facciata ritrovata e i monumenti con disegni di Von Euw. La facciata con bocca di mostro si è rivelata essere uno degli esempi meglio conservati di questo tipo di porte, che sono comuni nello stile architettonico Tardo Classico del Rio Bec, nella regione vicina al sud.

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"Rappresenta una divinità Maya della terra in relazione con la fertilità. Questi portali simboleggiano l'ingresso di una grotta e, in generale, al mondo sotterraneo acquoso, luogo di origine mitologica del mais e dimora degli antenati", ha detto Sprajc.

Trovati anche resti di una serie di imponenti edifici simili a palazzi disposti intorno a quattro grandi piazze. Un campo per il gioco della palla e una piramide tempio alta quasi 20 metri, 10 stele scolpite e tre altari con rilievi ben conservati e iscrizioni geroglifiche.

Secondo la lettura preliminare di Octavio Esparza Olguin epigrafista presso l'Università Nazionale Autonoma del Messico, una delle stele è stata incisa il 29 novembre 711 d.C. da un "signore di 4 k'atuns (periodi di 20 anni)."

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Purtroppo, il testo rimanente, che includeva il nome del sovrano e, forse, di sua moglie, è fortemente eroso.

"A giudicare dalle grandi opere architettoniche e dai monumenti con iscrizioni, Lagunita deve essere stata la sede di un relativamente potente sistema politico, anche se la natura del suo rapporto con il grande Chactun, situato a circa 10 chilometri a nord, rimane poco chiaro", ha detto Esparza Olguin.

Ugualmente imponente era l'altra città dissotterrata da Sprajc. In precedenza sconosciuta, la città è stata nominata Tamchen, che significa "pozzo profondo" in Maya Yucateco. Infatti, più di 30 chultuns sono stati trovati presso il sito. Si tratta di camere sotterranee a forma di bottiglia, in gran parte destinati alla raccolta delle acque piovane. "Molti chultuns erano insolitamente profondi, scendendo fino a 13 metri", ha detto Sprajc.

Come in Lagunita, le piazze erano circondate da edifici di grandi dimensioni. Questi includono i resti di un'acropoli con un cortile e tre templi sui lati. Sono stati portati alla luce anche un tempio piramide con un santuario piuttosto ben conservato sulla parte superiore, una stele e un altare alla sua base.

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Tamchen sembra essere stata contemporanea a Lagunita, anche se ci sono prove per la storia del suo insediamento che risalgono al Tardo Preclassico, tra il 300 a.C. e il 250 d.C.

"Entrambe le città aprono nuove questioni circa la diversità della cultura Maya, il ruolo di quella zona in gran parte inesplorata nella storia della pianura Maya, e le sue relazioni con le altre comunità politiche", ha detto Sprajc.

http://tycho1x4x9.blogspot.it/2014/08/t ... -maya.html



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MessaggioInviato: 17/08/2014, 15:45 
comunque dubito che ai tempi in ci hanno costruito quelle città lì ci fosse giungla pluviale, come avrebebro fatto a trasportare i massi tra gli alberi? O_o

In che periodo quell'area aveva un clima diverso? Si sa?



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MessaggioInviato: 17/08/2014, 16:32 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

comunque dubito che ai tempi in ci hanno costruito quelle città lì ci fosse giungla pluviale, come avrebebro fatto a trasportare i massi tra gli alberi? O_o

In che periodo quell'area aveva un clima diverso? Si sa?


Probabilmente era lo stesso periodo durante il quale pioveva sulla Sfinge...

[;)]



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MessaggioInviato: 17/08/2014, 18:52 
appunto :) mi piacerebbe sapere in Amazzonia che clima c'era quel tempo


Ultima modifica di MaxpoweR il 17/08/2014, 18:52, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 22/08/2014, 10:54 
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MessaggioInviato: 26/08/2014, 09:41 
Guardando la mappa del Kurdistan possiamo osservare che questa area include Gobekli Tepe, il Monte Ararat e quegli altopiani turco/iranici dove, in teoria, la civiltà rinacque dopo il Diluvio Universale.

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Indagando sui curdi ho trovato questo articolo.

Cita:
Gli Yazidi e il culto degli angeli

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C’è un popolo che è avvolto dal mistero e che sopravvive ancora oggi: è il piccolo popolo degli Yezidi. Fu Georg Gurdieff (v. “Incontri con uomini straordinari”) a testimoniare per primo agli occidentali qualcosa sulla sua religione misteriosa. Misteri come la paura degli yazidi di trovarsi chiusi dentro un cerchio disegnato per terra, come la loro religione che esisteva già prima del tempo di Abramo.

Attualmente esistono quasi 500.000 Yazidi nel mondo. Principalmente nell’area curda dell’Iraq. Il loro centro spirituale è Lalish, a nord di Mosul, ma si trovano anche in Armenia, in Georgia, in Turchia, Siria. In Europa, la Germania conta oggi la comunità più grande con oltre 30.000 persone.

Al di là di tutte le speculazioni che ci sono state su questo popolo e sui tantissimi tentativi di screditarli, nella realtà di loro si sa ancora poco. I loro testi sacri non sono reperibili, le loro radici e tradizioni risalgono a oltre 4000 anni fa, il loro retaggio culturale eredita tradizioni di origine antico mesopotamica, sui culti di Ahura-Mazda, sulla religione dei Parsi e sul Zoroastrismo, condensa nella propria tradizione elementi di giudaismo cabalistico, di cristianesimo mazdeo e nestoriano e infine di misticismo islamico, con una forte influenza sufi.

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il simbolo originale di Melek Taus include simbologia cuneiforme ereditata dall’epoca sassanide.

Ma perché sono cosi importanti?

In questo popolo c’è qualcosa di decisamente fuori dagli schemi che la storia testimonia: il culto arcaico degli angeli.

Oggi si parla di yazdismo soprattutto rispetto all’Islam, in quanto minoranza, religiosa ed anche etnica, in quanto rientra nel cosidetto ambito culturale curdo. Sotto l’impero ottomano vennero perseguitati crudelmente, e solo pochi anni fa Saddam non fu da meno, motivi per i quali il popolo Yazida è molto cauto nel divulgare il proprio retaggio culturale. Inoltre, grazie anche al maestro #703;Adi, (Adi Ibn Mustafà) che nel 1162 riformò lo Yazdismo introducendo elementi islamici, la comunità yazida trova un suo equilibrio con il contesto religioso culturale che lo circonda.

Tuttavia la loro tradizione spirituale è molto più antica e risale indietro di molti millenni. I Dasin – come essi si chiamano – affermano di essere gli unici veri discendenti di Adamo, celebrano profeti come Noè, Sem, ma anche Enoch e tra le pochissime scritture sacre, annoverano il Libro della Rivelazione, il Libro dell’Illuminazione e il misterioso Libro Nero (della Creazione), che viene conservato in segreto e di cui non si ha traduzioni.

Attualmente le comunità Yazide sono molto frammentate, ma conservano un ordinamento sociale tutto loro, molto simile a quello delle confraternite Sufi: si suddivide infatti tra laici (detti mur#299;d#257;n, che significa “aspiranti“) e iniziati, con varie categorie di diaconi e di inservienti, tra cui cantori (“Qaww#257;l”), danzatori (“Ko#269;iak”) e confraternite di “faq#299;r” (chiamati anche “teste nere“).

Il termine, Yazid, in lingua pahlavi “Yazd”, significa “angelo”, mentre “Yezidi” significa “coloro che pregano gli angeli”. Nella loro spiritualità si tratta sia di demoni, che di angeli. Forse è un influsso dello Zorastrismo, il cui messaggio di fondo poggia sui concetti del bene e del male.

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Raffigurazine sumerica (secolo XX a. C.) di Inanna dea della Luna e una delle sette divinità sumeriche. Emblematica la raffigurazione dell’entità alata di fronte a un uccello.

Nella tradizione delle religioni questa degli Yazidi potrebbe entrare all’interno del contesto della religione Mandaica (comunemente ritenuta anche questa una delle più antiche religioni monoteiste esistenti) se non fosse per il fatto che la principale entità venerata dagli Yazidi è Melek T#257;#363;s, un angelo dalle sembianze di un pavone.

La figura di questo Melek Taus/angelo-pavone, è antichissima. Il culto si fonda sulla credenza di un dio primordiale, la cui azione è terminata con la creazione dell’universo. Melek T#257;#363;s, invece, è un’entità divina attiva: funge da demiurgo. La sua funzione raccoglie in sé una valenza dualistica: la capacità di essere il fuoco della luce, come il fuoco che brucia – bene e male nella medesima espressione. In tal modo gli Yezidi spiegano come l’essere umano – avendo in sé le due medesime forze, porti con sé anche una piccola scintilla di Melek T#257;#363;s.

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Il Mausoleo dello Shaykh ‘Ad#299; ibn Mus#257;fir a Lalish, dove morì nel 1163, è meta di pelleggrinaggio degli Yazidi che lo considerano l’incarnazione di Malak Ta’us.

Gli Yezidi credono che da Dio giungano sia le forze del bene, che quelle malvage, e che l’uomo deve usare la sua mente per scegliere il giusto, come fece Melek Taus. Questa visione dell’uomo – rispetto alle religioni monoteistiche dominanti – si fonda quindi sulla sua possibilità di scelta individuale, probabilmente uno dei motivi per il quale il popolo Yazida venne perseguito.

Pertanto la vita di ogni Yezida su questo mondo è considerata una prova, paragonabile a quella di Melek Taus, che venne ricompensato da Dio, perché quando ricevette il comando (insieme agli altri 7 angeli della creazione) di pregare per Adamo, egli si rifiuta per non andare contro l’ordine precedentemente ricevuto di pregare solo per il suo Dio, che lo creò dalla sua luce. Ed è in questa scelta che si distingue Melek Taus: mentre gli altri sette angeli pregano anche per Adamo, solo Melek Taus non lo fa, motivo per cui Melek Taus diventa il rappresentante di Dio sulla terra, come dicono gli Yezidi.

Questo aspetto di “purezza dell’intenzione” è un valore che si riflette in molte usanze Yazide, come l’utilizzo simbolico di vesti bianche che caratterizzano gli iniziati al culto e comunque molti degli adepti nelle loro funzioni spirituali.

Secondo gli Yazidi le malattie nella vita dipendono da una visione del mondo che ha una relazione distonica con il divino (Dio – le azioni – l’anima).

Fino a oggi gli Yezidi tradizionali credono che la malattia sia la conseguenza di un peccato. Nel caso di malattia essi vanno da un indovino, il “Kocek“. Essi gli raccontano la loro sofferenza e dopo una riflessione di alcune ore o una notte, in cui l’indovino sogna l’ammalato, egli può dirgli a quale santo rivolgersi attraverso l’applicazione della terra sacra di Lailish.

Alcuni di questi santi-entità sono: Sheikh-Mus e Sheikh-Hassan per quanto riguarda i polmoni e le malattie reumatiche, l’arcangelo Gabriel (Izraiel) per le malattie dell’anima, le entità Baba-Deen e Ama-Deen per i dolori al ventre, l’angelo Hagial per le malattie neurotiche, l’entità Sherf-Al Deen per le malattie della pelle.

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la bandiera degli Yazidi

Il popolo Yazida non ha mai smesso di tramandare la propria tradizione religiosa, una tradizione spesso accusata e perseguita, forse perché ancora l’unica a tramandare un rapporto diretto dell’essere umano con la dimensione angelica.

Una tradizione tuttavia che gli Yazidi conservano – in modo sempre cauto e discreto – e che ha loro assicurato la soppravvivenza nei millenni. Qualcosa che pone lo Yezida decisamente fuori dagli schemi di far dipendere la sua vita spirituale da altri.

———–

Bibliografia per gli interessati:
- G. Furlani, Testi religiosi dei Yezidi, Bologna 1930
- M. Guidi, in Origine dei Yezidi e storia religiosa dell’Islam e del dualismo,
- Nuove ricerche sui Yezidi, in Riv. d. studi orientali, XIII, 1932;
- The Yazidis, past and present, di Isma’il Beg Chol, a cura di C. K. Zurayk, Beirut 1934
- Abbas Azzaoui, Histoire des Yézidi, Bagdad 1935

http://sonoconte.over-blog.it/article-g ... 35095.html


E se gli Yazidi fossero da considerare come gli ultimi custodi dell'eredità degli antichi dei? Come per esempio i tibetani?

[^]



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MessaggioInviato: 26/08/2014, 13:43 
Il nome è abbastanza particolare; se è vero che gli angeli di fatto erano "uomini" in carne ed ossa, magari questo popolo è ciò che resta, o la discendenza, delle famiglie di sapiens preposte a servire questa "casta".



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MessaggioInviato: 26/08/2014, 14:50 
Considerando la vicinanza all'area del Mar Nero e ad alcune caratteristiche fenotipiche dei curdi e degli yazidi (occhi azzurri) direi che la questione non è da sottovalutare.

Relativamente all'altro aspetto toccato... Vi ricordate la distruzione di quelle statue fatte dai Talebani (altri ex-CIA) in Afghanistan ancora prima se non erro dell'11 Settembre?

Non vi sembra di rivedere quello che accadde in sudamerica ai tempi dei Conquistadores?

Le antiche vestigia e gli antichi reperti cancellati per sempre...

[?]

Dopo la caduta dell'Impero Romano fu la Chiesa depositaria dell'intero sapere (e quindi detentrice del potere assoluto)

E' quindi forse questo il preludio a un nuovo medioevo oscurantista qualora dovesse cadere l'Impero Romano rappresentato dal blocco occidentale?

[8)]



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Cita:
Atlanticus81 ha scritto:
Vi ricordate la distruzione di quelle statue fatte dai Talebani (altri ex-CIA) in Afghanistan ancora prima se non erro dell'11 Settembre?



Mi sembra fosse successo in seguito all'11 settembre. Potrei comunque sbagliarmi.

Cita:
Atlanticus81 ha scritto:
Non vi sembra di rivedere quello che accadde in sudamerica ai tempi dei Conquistadores?

Le antiche vestigia e gli antichi reperti cancellati per sempre...


O almeno questa è la versione ufficiale.
Io ho seri dubbi che determinati reperti siano stati distrutti.
Secondo me sono solo ben nascosti da qualche parte.
[8]


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MessaggioInviato: 26/08/2014, 15:08 
Si parla però spesso di enormi roghi di antichi codici; sebbene molto possa essere stato occultato a mio avviso molto altro è stato distrutto davvero purtroppo -_-



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Cita:
Sheenky ha scritto:

Cita:
Atlanticus81 ha scritto:
Vi ricordate la distruzione di quelle statue fatte dai Talebani (altri ex-CIA) in Afghanistan ancora prima se non erro dell'11 Settembre?



Mi sembra fosse successo in seguito all'11 settembre. Potrei comunque sbagliarmi.



Mi hai messo il dubbio e sono andato a verificare

http://it.wikipedia.org/wiki/Buddha_di_Bamiyan

12 Marzo 2001

Mi sembrava fosse antecedente poiché mi ricordo che in uno dei miei deliri complottisti affermai che quello fu il segnale di luce verde per il futuro attentato alle Torri (e quindi per l'inizio del New American Century Project)

[;)]

Cita:
Atlanticus81 ha scritto:
Non vi sembra di rivedere quello che accadde in sudamerica ai tempi dei Conquistadores?

Le antiche vestigia e gli antichi reperti cancellati per sempre...


O almeno questa è la versione ufficiale.
Io ho seri dubbi che determinati reperti siano stati distrutti.
Secondo me sono solo ben nascosti da qualche parte.
[8]
[/quote]

Non è escluso che sia così anche adesso, magari ci sono squadroni dedicati a nascondere quello che apparentemente viene distrutto.

Come all'epoca dei conquistadores dove dietro ogni spedizione c'era un monaco (magari, guarda caso, un gesuita?!).. che portava a casa le cose importanti lasciando i conquistadores a scannarsi per l'oro.

[;)]


Ultima modifica di Atlanticus81 il 26/08/2014, 15:22, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 10/09/2014, 14:06 
LE PIRAMIDI D’EGITTO E DEL SUD AMERICA ERANO GRANDI CENTRALI PER PRODURRE ENERGIA?

L'alone di mistero che circonda le grandi piramidi d'Egitto e dell'America precolombiana sembra essere impenetrabile all'archeologia convenzionale. Nuovi studi condotti da ricercatori prestati all'archeologia rivelano sorprendenti aspetti che fanno ritenere che sofisticatissime tecnologie fossero largamente in uso presso le culture di epoche da noi ritenute primitive.

La tesi normalmente normalmente divulgata e da tutti accettata è che il progresso delle civiltà si sia evoluto da uno stadio primitivo ad uno più avanzato.

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Eppure, se si esce dalla prospettiva “evoluzionista” e si analizzano senza pregiudizi alcune opere maestose del passato, si scopre che questo paradigma è sempre applicabile.

Nuove scoperte sulle piramidi dell’antico Egitto e dell’America Precolombiana indicato come branche della scienza, come l’elettricità, l’elettrochimica, l’elettromagnetismo e la metallurgia, fossero utilizzate in maniera considerevole dagli antichi.

La batteria di Baghdad mostra come gli egizi conoscessero e utilizzassero ampiamente la corrente elettrica, e i bassorilievi del Tempio di Dendera, scoperti dall’archeologo francese Auguste Mariette nel 1857, rivelano che questa fosse utilizzata anche per l’illuminazione, difatti nessun segno di fuliggine è mai stato trovato nei corridoi delle piramidi o delle tombe dei re perché queste aree venivano illuminate con energia elettrica.

Nel lavoro di diversi importanti ricercatori figura quello di Christopher Dunn, un ingegnere meccanico inglese, che nel suo libro The Giza Power Plant: Technologies of Ancient Egypt afferma che la Grande Piramide di Giza fosse utilizzata come centrale elettrica wireless, sul modello delle intuizioni di una delle più grandi menti del secolo scorso: Nikola Tesla.

Le conclusioni sorprendenti di Dunn fanno apparire la teoria dell’egittologia tradizionale (secondo la quale la Grande Piramide è stata costruita con utensili in rame da una società che non aveva la ruota) piuttosto sciocche! L’ingegnere parte propria dalla grande complessità e precisione della costruzione di Giza, per poi giungere a proporre la sua teoria dagli indizi raccolti sul campo.

Quella che ne viene fuori è una teoria che dipinge la Grande Piramide come una macchina straordinaria, capace di produrre energia utilizzando la Terra come fonte, la scienza acustica e la chimica. La teoria che Dunn chiarisce lo scopo di tutti i passaggi e le stanze all’interno della struttura piramidale.

In maniera molto sintetica, Dunn teorizza che le vibrazioni naturali della Terra provocassero una risonanza armonica in grado di ricavare idrogeno prodotto nella Camera della Regina attraverso la ionizzazione di una soluzione di acido cloridrico diluito e cloruro di zinco idrato. L’idrogeno veniva canalizzato nella Camera del Re attraverso la Gran Galleria e qui convertito in microonde.

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Lo studio di Michel Barsoum

A dare credito all’ipotesi di Dunn ci sono le recenti scoperte di Michel Barsoum. Anche in questo caso si tratta di un ricercatore prestato all’egittologia e quindi libero da pregiudizi e dai dogmi dell’archeologia convenzionale. Barsoum, infatti, è un illustre professore presso il Dipartimento di Scienza dei Materiali e Ingegneria della Drexel University.

Come racconta livescience.com, un giorno Barsoum ricevette la telefonata inaspettata di Micheal Carrell, amico di un collega in pensione, per fargli alcune domande sui misteri che circondano la costruzione delle piramidi di Giza.

Secondo Carrell, i misteri erano stati risolti da Joseph Davidovits, direttore dell’Istituto di Scienze dei Materiali Geopolimeri di San Quentin, in Francia, più di due decenni fa, rivelando che le pietre delle piramidi erano state realizzate con una forma molto precoce di calcestruzzo composto da una miscela di calcare, argilla, calce e acqua.

“È stato a questo punto della telefonata che io scoppiai a ridere”, racconta Barsoum. “Se le piramidi sono state effettivamente costruite così, qualcuno avrebbe potuto dimostrarlo al di là di ogni dubbio passando poche ore al microscopio elettronico”. Si è scoperto che nessuno aveva mai dimostrato la teoria.

Barsoum decide di imbarcarsi nella ricerca e un anno e mezzo più tardi, dopo le osservazioni al microscopio a scansione e altri test, cominciò a trarre alcune conclusioni sconcertanti sulle piramidi. Le osservazioni erano effettivamente coerenti con l’idea del calcestruzzo, ma il legame del cemento calcareo era con il biossido di silicio e ricco di magnesio silicato.

Inoltre, le pietre del rivestimento esterno e interno della piramide mostravano entrambe una struttura amorfa, cioè i loro atomi non erano disposti in una struttura regolare e periodica. Lo stato amorfo, in qualche modo intermedio tra il solido e il liquido, è poco frequente in natura, quasi assente: la maggior parte dei solidi sono naturalmente cristallini e le loro molecole sono disposte con un ordine a lungo raggio che definisce un reticolo cristallino.

“È molto improbabile che le pietre del rivestimento interno e esterno che abbiamo esaminato siano stati ricavati da un blocco di calcare naturale”. Più sorprendentemente, Barsoum ha poi scoperto la presenza di sferule di biossido di silicio su scala nanometrica (con diametri nell’ordine di miliardesimi di metro), fatto che conferma ulteriormente che i blocchi non sono di origine naturale.

“È ironico che intere generazioni di egittologi e geologi siano stati ingannati dai blocchi, realizzato in maniera così fedele da sembrare calcare naturale”, spiega Barsoum. “Gli antichi egizi sapevano produrre nanotecnologie”.

Gli egittologi devono costantemente confrontarsi con domande senza risposta: come è stato possibile posizionare blocchi in modo così perfetto che nemmeno un capello può esservi inserito? E se tali blocchi sono stati scolpiti con strumenti di rame, perchè non è mai stato trovato nessuno scalpello sulla piana di Giza?

La ricerca di Barsoum sembra rispondere, almeno in parte, a queste domande, anche se, come tutti i grandi misteri del passato, alcune questioni rimangono aperte: come è stato possibile agli antichi egizi trasportare a metà della Grande Piramide blocchi di granito pesanti più di 70 tonnellate? “Ironia della sorte, questo studio di antiche rocce non riguarda il passato, ma il futuro”, conclude Barsoum.

La “mica” di Teotihuacán

Le indagini archeologiche eseguite sul sito di Teotihuacán, Messico, hanno portato alla scoperta di un esteso uso di “mica” da parte dei costruttori del sito, un minerale presente solo in Brasile, a 5 mila km di distanza.

I fogli di mica sono stati probabilmente trasportati per migliaia di chilometri. Perchè avrebbero dovuto farlo? E perchè la mica è stata trovata in tutti gli edifici di Teotihuacán, nei templi, nei complessi abitativi e lungo le strade, praticamente dappertutto? Ovvimente non per decorazione, dato che non è visibile dall’esterno.

La mica ha alcune proprietà elettriche che la rendono un buon isolante. Viene, infatti, utilizzata anche come isolante elettrico in apparecchiature ad alta tensione. Essendo resistente al calore, la mica viene utilizzata per produrre finestre di forni e altri sistemi riscaldanti. Viene anche utilizzata per isolare i conduttori elettrici in cavi antincendio. Nei forni a microonde sottili mascherine di mica ricoprono il vano del magnetron.

I costruttori di Teotihuacán devono aver avuto un motivo molto preciso per usarla e, a parere di molti ricercatori, è che faccia parte di qualche tecnologia a noi sconosciuta.

All’inizio del secolo scorso, sia nella Piramide del Sole che in una sala sotterranea del Tempio distante un chilometro, gli archeologi hanno rinvenuto grandi quantità la mica, la quale fungeva da rivestimento per il pavimento e per il soffitto. Oggi il Tempio, detto appunto della Mica, non è accessibile al pubblico.

C’è un tunnel che congiunge il Tempio della Mica alla caverna che si trova sotto la Piramide del Sole (anche l’accesso a questa via sotterranea è interdetto), con diverse intercapedini secondarie sia a destra che a sinistra. È possibile che la sala sotto il Tempio della Mica contenesse qualche strumento che producesse energia per gli edifici del sito, come una sorta di centrale elettrica? Se così fosse, significa che i tunnel servissero da rete elettrica che connetteva l’intera città?

Immagine

Secondo i teorici degli Antichi Astronauti, l’utilizzo della mica potrebbe essere stato dettato anche da uno scopo più ‘protettivo’. La Nasa, ad esempio, utilizza la mica sul dorso degli shuttle per far deflettere il calore prodotto dall’attrito nel momento del rientro in atmosfera, perfetta per questo scopo. È possibile che la mica sia stata utilizzata per proteggere le installazioni di Teotihuacán dal calore prodotto da un qualche tipo di velivolo non terrestre?

A prescindere da quello che si vuol credere, viene da chiedersi da dove venissero queste conoscenze così avanzate in possesso degli antichi egizi e dei costruttore dell’America precolombiana. I racconti mitologici di entrambe le culture narrano di antichi dei discesi dal cielo su navi o serpenti alati, tradizioni che vogliono, ad ogni modo, dire che in quei luoghi è successo qualcosa di straordinario.

http://enumaelish-60.blogspot.it/2014/0 ... a.html?m=1



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MessaggioInviato: 10/09/2014, 14:10 
Informazioni interessanti sul materiale "mica"..

http://it.wikipedia.org/wiki/Mica

da cui leggiamo

Cita:
... La mica possiede elevata rigidità dielettrica ed eccellente stabilità chimica, caratteristiche che ne fanno un materiale di elezione nella fabbricazione di condensatori per applicazioni in radiofrequenza. Viene utilizzata anche come isolante elettrico in apparecchiature ad alta tensione. La birifrangenza della mica viene sfruttata nella costruzione di dispositivi ottici.

Essendo resistente al calore, la mica viene utilizzata per produrre finestre di forni e altri sistemi riscaldanti. Viene anche utilizzata per isolare i conduttori elettrici in cavi antincendio. Nei forni a microonde sottili mascherine di mica ricoprono il vano del magnetron...



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MessaggioInviato: 10/09/2014, 23:56 
Direi che c'è poco da aggiungere :| Secondo me l'errore di base è considerare le piramidi come fatte dal quel popolo chiamato egizio 3\4 mila anni fa ^_^



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