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Atlanticus81 ha scritto:

qualcuno dovrebbe ricordare a quel deficiente di luttwak che se gli americani se ne stessero a casa loro ci sarebbero meno casini nel mondo.

Ma allora il loro dollaro sarebbe buono per pulirsi il deretano...

Scusate ma certe cose non si possono sentire.


E' anche vero che se questi babbei di giornalisti facessero meno i protagonisti e se ne stessero a casa loro quando incompetenti sarebbe tanto meglio. Se vai in libia e ti beccano, vai in siria e ti beccano allora è giusto che muori, te la sei cercata. C'è gente a cui una seconda opportunità non capita mai, se sei così buffone da pensare di essere immortale e muori, cavoli tuoi.



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MessaggioInviato: 26/08/2014, 12:07 
Esteri

«I jihadisti sono un pericolo per tutti, per voi occidentali ancor più di noi. Un giorno vi pentirete della vostra politica»

L’arcivescovo di Mosul: «Verrà un tempo in cui vi dovrete pentire di questa politica. Il confine di questi gruppi è tutto il mondo: il loro obiettivo è di convertire con la spada o di uccidere tutti gli altri»

Intervistato da Avvenire, monsignor Emil Nona (qui l’intervista a tempi.it), arcivescovo di Mosul, racconta che dall’8 giugno non riesce più a rientrare in città, ormai nelle mani dei fanatici islamici. «Questa gente non crede nel dialogo – dice Nona – questa gente gente crede di poter fare ciò che vuole: chi non è d’accordo con il loro pensiero lo uccidono. Hanno pubblicato un edito che dice: o vi convertite all’islam, o pagate la jeziah (il tributo umiliante, ndr), o andate via. Non c’è stata nessuna mediazione: semplicemente hanno detto che per i cristiani c’erano queste tre scelte».

LA VERA VISIONE DELL’ISLAM. Nona usa parole molto nette per individuare la radice del problema: «La base è la religione islamica stessa: nel Corano ci sono versetti che dicono di uccidere i cristiani, tutti gli altri infedeli. La parola “infedele” nell’islam è una parola molto forte: l’infedele, per l’islam non ha più una dignità, non ha un diritto. A un infedele si può fare qualsiasi cosa: ucciderlo, renderlo schiavo, tutto quello che l’infedele possiede, secondo l’islam, è un diritto del musulmano. Non è un’ideologia nuova, è una ideologia basata sul Corano stesso. Queste persone rappresentano la vera visione dell’islam».

UN PERICOLO PER TUTTI. L’avanzata del Califfato è inarrestabile, dice Nona, «finché la comunità internazionale continuerà a usare i musulmani nella politica. L’islam è una religione diversa da tutte le altre. Quando si usa l’ideologia islamica, il risultato sono questi fondamentalisti. Si possono fermare o con la guerra o scovando dove sono i fondi che finanziano questi gruppi. Si deve ripensare completamente la politica internazionale. Sono tre anni che in Siria la politica usa questi gruppi, sono anni che avviene in Egitto, in Tunisia, in Somalia, in Afghanistan. Ci sono paesi che finanziano in modo molto aperto questi gruppi: la comunità internazionale non dice niente perché questi paesi hanno risorse petrolifere».
L’occidente e i suoi politici «non capiscono cosa vuol dire l’islam, pensano che siano un pericolo solo per i nostri paesi. Non è vero: sono un pericolo per tutti, per voi occidentali ancor più di noi. Verrà un tempo in cui vi dovrete pentire di questa politica. Il confine di questi gruppi è tutto il mondo: il loro obiettivo è di convertire con la spada o di uccidere tutti gli altri».

http://www.tempi.it/i-jihadisti-sono-un ... _xb56P-WfU



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MessaggioInviato: 26/08/2014, 12:08 
Jihad-europa

La notizia che migliaia di europei combattono nelle file del ISIS non dovrebbe stupirci più di tanto, o quantomeno non dovrebbe stupire chi da tempo va dicendo che gli immigrati di religione islamica, anche se nati e cresciuti in Europa, non hanno minimamente in testa il concetto di integrazione ma, al contrario, quello della assimilazione nostra alla loro cultura, quello dell’assoggettamento .




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In tempi non sospetti fu Oriana Fallaci a lanciare l’allarme quando ebbe il coraggio di parlare di Eurabia. Oggi quelle parole della Fallaci sui fondamentalisti islamici rimbombano dentro di noi come una profezia:

Perché loro [i fondamentalisti islamici] hanno qualche cosa che noi non abbiamo ed è la passione. Hanno la fede e la passione. Nel male, in negativo, ma l’hanno [cit. Oriana Fallaci].

Ecco, come è stato possibile che ragazzi nati e cresciuti in Europa e in occidente siano diventati fondamentalisti islamici quando nemmeno i loro genitori lo erano? Come è stato possibile che abbiano preso questa “passione” come la definisce la Fallaci? Su questo dovremmo riflettere come dovremmo riflettere sul pericolo che rappresenta la cosiddetta “politica della accoglienza”, una politica senza alcuna regola, senza alcun filtro, una politica illusoria che vede ancora nella integrazione e nelle promesse di una vita migliore per gli immigrati il suo cavallo di battaglia. Cosa succede quando quella promessa di una vita migliore non si avvera? Cosa succede quando l’assistenzialismo finisce? Cosa succede quando l’integrazione fallisce?

Cerchiamo di non essere ipocriti, cerchiamo cioè di non vedere in queste parole un attacco a tutti gli immigrati o, peggio, un ragionamento razzista o islamofobo. Si sta solo cercando di ragionare su fatti concreti. Ed è un fatto concreto che moltissimi degli immigrati islamici, anche di seconda e terza generazione, si siano dedicati al fondamentalismo infischiandosene dello stile di vita dove teoricamente sono cresciuti. E’ un dato di fatto che molti di quelli che si sono dati al fondamentalismo lo hanno fatto a seguito di ragioni sociali derivanti direttamente dal fallimento della loro integrazione, dalla mancata promessa di una vita migliore, da quella illusione che NOI gli abbiamo dato nel momento in cui gli abbiamo fatto credere che sarebbe stato tutto facile, che avrebbero avuto tutto al pari della bocca.

E questa assurda e suicida politica la continuiamo a perseguire con quella che è una vera e propria apertura delle frontiere, centinaia di migliaia di persone illuse di trovare una vita migliore e che avranno tutto al pari della bocca.

Ora, è inutile negare che la maggioranza di coloro che stanno arrivando sulle nostre coste sia di fede islamica. E’ inutile negare il fatto che è praticamente impossibile controllarli tutti, controllare la loro effettiva provenienza. Senza rendercene conto stiamo alimentando con “carne fresca” la Jihad della porta accanto, quella Jihad cioè che non sta in Siria o in Iraq ma che abbiamo nel nostro vicino di casa, nei nostri quartieri, quella Jihad che vive e si alimenta di mancata integrazione, di promesse mancate, di disagio sociale, persino di povertà. E’ in queste crepe che gli imam integralisti trovano i loro adepti.

Ci stiamo preoccupando del fatto che migliaia di “europei” siano andati a combattere la Jihad in Siria e in Iraq quando invece ci dovremmo preoccupare di quelli che sono rimasti, di quelli che sono e che saranno tra di noi. Ci dovremmo preoccupare dello jihadista della porta accanto.

Francamente non ho soluzioni a questo problema, ormai è troppo radicato e una soluzione a breve tempo credo che sia impossibile. Sto solo cercando di analizzare un contesto per cercare di capire cosa fare in futuro per evitare di peggiorare una situazione che ancora forse non vediamo nella sua drammaticità.

E non possiamo non parlarne, non possiamo continuare a far finta di nulla per paura di essere tacciati di razzismo o di islamofobia, perché come diceva sempre Oriana Fallaci, vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre.

http://www.rightsreporter.org/la-ji...ntegrazione/



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MessaggioInviato: 26/08/2014, 12:11 
Svegliati Occidente!

(Di Giampaolo Rossi, il 24 agosto 2014)





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I vertici del MI6, i servizi segreti britannici, ne sono sempre più convinti: l’uomo che compare nel video della decapitazione del fotoreporter americano sarebbe un inglese chiamato John e conosciuto come il capo di una cellula britannica di jihadisti nota come “The Beatles”. L’orrore nutre a volte un amaro senso dell’ironia; e così la band musicale simbolo della rivoluzione libertaria dell’Occidente è diventato il soprannome di un gruppo integralista islamico che contro quell’Occidente si scaglia.

John è un inglese, esattamente come lo era Michael, il giovane islamico di origini nigeriane che nel maggio di un anno fa uccise un soldato di Sua Maestà alla periferia di Londra, sgozzandolo in pieno giorno in mezzo alla strada e provando, con un coltello da cucina, a staccargli la testa dal corpo ormai senza vita davanti ai passanti terrorizzati. “Per Allah, noi giuriamo l’Onnipotente Allah, non smetteremo mai di combattervi” urlò il giovane inglese ai primi soccorritori che accorsero.
Quel giorno io ero a Londra e vidi la paura attraversare una città che nutriva l’ottimismo sincero e cosmopolita del suo multiculturalismo; un mito che si trasformava in un mostro oscuro e che usciva dalle proprie viscere e si trasformava in incubo.

Per l’Inghilterra la questione non era nuova: gli attentatori suicidi della metropolitana di Londra, che nel 2005 provocarono 50 morti, erano cittadini inglesi islamici di seconda generazione, originari di Leeds; ma quell’attentato sembrava superato.
Michael non era un pazzo, ma un frequentatore del Centro Islamico Lewisham, lo stesso di Khadijah Dare, la giovane inglese che oggi è in Siria a combattere con suo marito, uno svedese di origini turche, e che qualche giorno fa ha espresso su Twitter il desiderio di essere la prima donna a decapitare un occidentale.
Non solo in Gran Bretagna: nel dicembre 2013 in un video di propaganda dell’Isis compariva un ragazzo biondo con gli occhi azzurri che invitava i musulmani tedeschi ad unirsi alla jihad in Siria. Il suo nome era Abu Osama al-Alman, al secolo Philip B., giovane consegna-pizze proveniente da Dislaken, nella Renania settentrionale. Philip ha compiuto il suo martirio all’inizio di questo mese, gettandosi con un camion carico di esplosivo contro una base curda nel nord dell’Iraq presso Mosul. Secondo i servizi dell’intelligence tedeschi sono circa 40 gli islamisti, provenienti dalla Germania, uccisi in Siria e Iraq nell’ultimo anno; ma quasi 400 sono quelli tuttora impegnati in combattimento: turchi, marocchini, libici raccolti in un “campo tedesco” a nord della Siria. Circa l’80% sono immigrati islamici divenuti cittadini tedeschi, e solo il 20% sono tedeschi convertiti.
Quando un anno fa gli islamisti di Al Shaabab fecero 60 morti in un centro commerciale di Nairobi, non molti si soffermarono sul fatto che del commando di 17 terroristi, 11 erano di provenienza occidentale (Usa, Inghilterra, Svezia, Finlandia, Canada).

Perché la natura del nuovo jihadismo che raccoglie combattenti per l’Iraq ma anche per la Siria e per la Libia e che ormai rischia di dilagare sul Mediterraneo (grazie agli errori colpevoli dell’Europa e degli Usa), ha una natura diversa da quella che l’Occidente si ostina a voler vedere per viltà e stupidità. Con buona pace dei politici irresponsabili, degli intellettuali arcobaleno, degli ipocriti dell’umanitarismo ideologico, questo male si sta sviluppando nel cuore dell’Europa; è un nemico che nasce dentro di noi, nelle pieghe di quella libertà di cui noi tutti in Occidente ci facciamo vanto e che rischia ora di diventare il nostro suicidio.
È vero, quello in atto non è uno scontro tra civiltà: è peggio. È lo scontro tra una civiltà (la nostra) e una non civiltà (l’ideologia jihadista); tra ciò che, con molte contraddizioni e qualche stortura, produce libertà, benessere, cultura, diritti umani e ciò che prova a distruggerlo.

Quando qualche anno fa Oriana Fallaci sviluppò il concetto di Eurabia per definire l’orizzonte di fine della nostra civiltà, allora l’Occidente liberal, gli intellettuali ipocriti, i politici vigliacchi e spudoratamente inetti la accusarono di razzismo, ma lei, profetica e incompresa, aveva intuito il male del nostro tempo. Lo scontro in atto non si gioca solo in Iraq, in Afghanistan, in Medio Oriente, nel Maghreb, ma qui a casa nostra. Qui da noi affonda le sue ragioni in un terreno paludoso fatto di stanchezza psicologica, crisi demografica, immigrazione incontrollata, multiculturalismo fallito, perdita d’identità storica e culturale, aggressività di una religione da sempre incline alla sopraffazione e ostile alla modernità. Ci stiamo scontrando con noi stessi, con la follia di un islam che sta crescendo in casa nostra.

L’Occidente si sta decapitando da solo. Se non prenderà coscienza che questa è una guerra che non può essere combattuta con la retorica del multiculturalismo, presto la sua testa rotolerà.
André Glucksmann, uno dei pochi intellettuali liberi che ancora abita la nostra cultura, scrisse che “la civiltà si unisce innanzitutto contro. Contro ciò che la distrugge”. Ci vogliono distruggere. Ricordiamoci di essere una civiltà. Svegliati Occidente!

http://www.qelsi.it/2014/svegliati-occidente/



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MessaggioInviato: 26/08/2014, 12:26 
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Ufologo 555 ha scritto:

Jihad-europa

La notizia che migliaia di europei combattono nelle file del ISIS non dovrebbe stupirci più di tanto, o quantomeno non dovrebbe stupire chi da tempo va dicendo che gli immigrati di religione islamica, anche se nati e cresciuti in Europa, non hanno minimamente in testa il concetto di integrazione ma, al contrario, quello della assimilazione nostra alla loro cultura, quello dell’assoggettamento .




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In tempi non sospetti fu Oriana Fallaci a lanciare l’allarme quando ebbe il coraggio di parlare di Eurabia. Oggi quelle parole della Fallaci sui fondamentalisti islamici rimbombano dentro di noi come una profezia:

Perché loro [i fondamentalisti islamici] hanno qualche cosa che noi non abbiamo ed è la passione. Hanno la fede e la passione. Nel male, in negativo, ma l’hanno [cit. Oriana Fallaci].

Ecco, come è stato possibile che ragazzi nati e cresciuti in Europa e in occidente siano diventati fondamentalisti islamici quando nemmeno i loro genitori lo erano? Come è stato possibile che abbiano preso questa “passione” come la definisce la Fallaci? Su questo dovremmo riflettere come dovremmo riflettere sul pericolo che rappresenta la cosiddetta “politica della accoglienza”, una politica senza alcuna regola, senza alcun filtro, una politica illusoria che vede ancora nella integrazione e nelle promesse di una vita migliore per gli immigrati il suo cavallo di battaglia. Cosa succede quando quella promessa di una vita migliore non si avvera? Cosa succede quando l’assistenzialismo finisce? Cosa succede quando l’integrazione fallisce?

Cerchiamo di non essere ipocriti, cerchiamo cioè di non vedere in queste parole un attacco a tutti gli immigrati o, peggio, un ragionamento razzista o islamofobo. Si sta solo cercando di ragionare su fatti concreti. Ed è un fatto concreto che moltissimi degli immigrati islamici, anche di seconda e terza generazione, si siano dedicati al fondamentalismo infischiandosene dello stile di vita dove teoricamente sono cresciuti. E’ un dato di fatto che molti di quelli che si sono dati al fondamentalismo lo hanno fatto a seguito di ragioni sociali derivanti direttamente dal fallimento della loro integrazione, dalla mancata promessa di una vita migliore, da quella illusione che NOI gli abbiamo dato nel momento in cui gli abbiamo fatto credere che sarebbe stato tutto facile, che avrebbero avuto tutto al pari della bocca.

E questa assurda e suicida politica la continuiamo a perseguire con quella che è una vera e propria apertura delle frontiere, centinaia di migliaia di persone illuse di trovare una vita migliore e che avranno tutto al pari della bocca.

Ora, è inutile negare che la maggioranza di coloro che stanno arrivando sulle nostre coste sia di fede islamica. E’ inutile negare il fatto che è praticamente impossibile controllarli tutti, controllare la loro effettiva provenienza. Senza rendercene conto stiamo alimentando con “carne fresca” la Jihad della porta accanto, quella Jihad cioè che non sta in Siria o in Iraq ma che abbiamo nel nostro vicino di casa, nei nostri quartieri, quella Jihad che vive e si alimenta di mancata integrazione, di promesse mancate, di disagio sociale, persino di povertà. E’ in queste crepe che gli imam integralisti trovano i loro adepti.

Ci stiamo preoccupando del fatto che migliaia di “europei” siano andati a combattere la Jihad in Siria e in Iraq quando invece ci dovremmo preoccupare di quelli che sono rimasti, di quelli che sono e che saranno tra di noi. Ci dovremmo preoccupare dello jihadista della porta accanto.

Francamente non ho soluzioni a questo problema, ormai è troppo radicato e una soluzione a breve tempo credo che sia impossibile. Sto solo cercando di analizzare un contesto per cercare di capire cosa fare in futuro per evitare di peggiorare una situazione che ancora forse non vediamo nella sua drammaticità.

E non possiamo non parlarne, non possiamo continuare a far finta di nulla per paura di essere tacciati di razzismo o di islamofobia, perché come diceva sempre Oriana Fallaci, vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre.

http://www.rightsreporter.org/la-ji...ntegrazione/




Ma quando combattevano
assad in Siria
Erano descritti- quasi come dei patrioti
Della democrazia...
Ora che il copione è cambiato
Sono brutti sporchi e cattivi

Accendere il cervello,
Please.........


Ultima modifica di mik.300 il 26/08/2014, 12:29, modificato 1 volta in totale.


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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 26/08/2014, 12:40 
No, è "lo schacchiere politico": come dice giustamente anche Ubatuba, per ottenere unrisultato ci si allea anche con il "diavolo" ; poi magari, si prendono fregature! [;)]



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Cita:
mik.300 ha scritto:



Ma quando combattevano
assad in Siria
Erano descritti- quasi come dei patrioti
Della democrazia...
Ora che il copione è cambiato
Sono brutti sporchi e cattivi



E' una cosa che non viene presa in considerazione... quasi come fosse un dettaglio.

Quando invece è il nocciolo della questione.

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Ma tanto la gente è stupida mica bada a questi dettagli [:)]



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Magari qualcuno avesse ancora dei dubbi .

James Foley, gli esperti: "La decapitazione una messa in scena"

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Una messa in scena: i maggiori esperti forensi internazionali giudicano così il video della decapitazione James Foley. In pratica l'analisi del filmato dimostrerebbe che il giornalista, prima di venir ucciso (perché purtroppo su questo non ci sono dubbi), è stato costretto a simulare la sua esecuzione davanti alle telecamere per subire la decapitazione vera e propria con la macchina spenta. Lo schermo infatti si oscura per qualche secondo, dopodiché viene mostrato il corpo di Foley.

I trucchi - Insomma una serie di trucchi e una elaborata post produzione, il tutto per avere il migliore ritorno possibile in termini di propaganda. L'analisi forense dei fotogrammi mette in evidenza il fatto che non si veda sangue nel corso della 'decapitazione', sebbene il jihadista passi il coltello per almeno sei volte sul collo di Foley. Non solo, i suoni che emetterebbe il giornalista non sarebbero quelli tipici di una persona che sta subendo quel tipo di supplizio. Fra le ipotesi degli esperti anche quella che 'John il Jihadista', il presunto boia che compare nel video, sia in realtà un leader dei ribelli ma che altri militanti abbiano portato a termine l'esecuzione: il suo coinvolgimento sarebbe soprattutto un messaggio per far pervenire un messaggio chiaro, fa notare il Messaggero, di minaccia a Londra. Sempre secondo il Times, le autorità britanniche sarebbero già risalite all'identità del terrorista con forte accento inglese ma aspettano a rivelarla per ragioni di sicurezza. Si teme infatti che il gruppo che fa riferimento a John il Jihadista tenga in ostaggio circa 20 prigionieri occidentali, che sarebbero in costante pericolo di vita.

Le ultime lettere - Uno di questi, liberato, ha riportato ai familiari le lettere scritte da Foley. In realtà tutto quello che aveva scritto il giornalista veniva regolarmente sequestrato dai carcerieri così Jim a giugno aveva tentato una strada diversa: aveva chiesto ad un suo compagno in ostaggio insieme a lui, ma che stava per essere liberato, di imparare a memoria una lettera. L’amico aveva mantenuto la sua promessa dettando, una volta libero, la lettera a Diane Foley, madre del reporter americano. La famiglia soltanto adesso, a pochi giorni dalla sconvolgente esecuzione di Foley, ha deciso di pubblicare la lettera su Facebook, in un post che in poche ore è condiviso quasi 2000 volte. "Ricordo così tanti momenti felici con la famiglia che mi tengono lontano da questa prigione. Sognare i parenti e gli amici mi porta lontano e mi riempie il cuore di felicità - scriveva Foley lo scorso giugno - siamo in 18 insieme in una sola cella, e ciò mi aiuta. Avevamo gli altri per poter fare lunghe chiacchierate di cinema, sport e di banalità. Giocavamo con dei rottami trovati in cella, abbiamo trovato il modo di giocare a scacchi, a Risiko, a dama". La lettera è rivolta ad ogni membro della famiglia: al papà e alla mamma, a Michael e Mattew, a John, Cress e Katie. E infine alla nonna. "Per favore prendi le tue medicine, passeggia e continua a ballare. Devi essere forte perchè avrò bisogno di te per riprendere la mia vita".


http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... erti-.html



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MessaggioInviato: 26/08/2014, 16:29 
Sull'islam aveva ragione quella "pazza" di Oriana Fallaci

L'odio per l'Occidente, il fallimento dell'integrazione: in queste righe sembra di leggere la cronaca di oggi ...

Leggete queste righe come fossero un saggio scritto ieri, e avrete una valida analisi dei fatti di attualità degli ultimi giorni. Ma, com'è ovvio, le righe che seguono sono state scritte da Oriana Fallaci non in queste ore, ma all'indomani dell'11 settembre del 2001, dopo l'attacco alle Torri Gemelle. Parole scritte con rabbia e con l'intensità di cui lei era capace, ma anche con coraggio. Un coraggio che dette fastidio a chi preferiva non intendere le sue ragioni. Abbiamo deciso di ripubblicare un estratto dei suoi scritti sul rapporto tra l'Islam e l'Occidente, che si possono leggere in versione integrale nei libri editi da Rizzoli.


Un atto di giustizia rileggerli oggi che il quadro è ancora più chiaro e molti, che le davano della pazza, sono costretti ad ammettere che invece ci aveva visto giusto.




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Sono anni che come una Cassandra mi sgolo a gridare «Troia brucia, Troia brucia». Anni che ripeto al vento la verità sul Mostro e sui complici del Mostro cioè sui collaborazionisti che in buona o cattiva fede gli spalancano le porte. Che come nell'Apocalisse dell'evangelista Giovanni si gettano ai suoi piedi e si lasciano imprimere il marchio della vergogna. Incominciai con La Rabbia e l'Orgoglio . Continuai con La Forza della Ragione . Proseguii con Oriana Fallaci intervista sé stessa e con L'Apocalisse . I libri, le idee, per cui in Francia mi processarono nel 2002 con l'accusa di razzismo-religioso e xenofobia. Per cui in Svizzera chiesero al nostro ministro della Giustizia la mia estradizione in manette. Per cui in Italia verrò processata con l'accusa di vilipendio all'Islam cioè reato di opinione. Libri, idee, per cui la Sinistra al Caviale e la Destra al Fois Gras ed anche il Centro al Prosciutto mi hanno denigrata vilipesa messa alla gogna insieme a coloro che la pensano come me. Cioè insieme al popolo savio e indifeso che nei loro salotti viene definito dai radical-chic «plebaglia-di-destra». E sui giornali che nel migliore dei casi mi opponevano farisaicamente la congiura del silenzio ora appaiono titoli composti coi miei concetti e le mie parole. Guerra-all'Occidente, Culto-della-Morte, Suicidio-dell'Europa, Sveglia-Italia-Sveglia.
Il nemico è in casa

Continua la fandonia dell'Islam «moderato», la commedia della tolleranza, la bugia dell'integrazione, la farsa del pluriculturalismo. E con questa, il tentativo di farci credere che il nemico è costituito da un'esigua minoranza e che quella esigua minoranza vive in Paesi lontani. Be', il nemico non è affatto un'esigua minoranza. E ce l'abbiamo in casa. Ed è un nemico che a colpo d'occhio non sembra un nemico. Senza la barba, vestito all'occidentale, e secondo i suoi complici in buona o in malafede perfettamente-inserito-nel-nostro-sistema-sociale. Cioè col permesso di soggiorno. Con l'automobile. Con la famiglia. E pazienza se la famiglia è spesso composta da due o tre mogli, pazienza se la moglie o le mogli le fracassa di botte, pazienza se non di rado uccide la figlia in blue jeans, pazienza se ogni tanto suo figlio stupra la quindicenne bolognese che col fidanzato passeggia nel parco. È un nemico che trattiamo da amico. Che tuttavia ci odia e ci disprezza con intensità. Un nemico che in nome dell'umanitarismo e dell'asilo politico accogliamo a migliaia per volta anche se i Centri di accoglienza straripano, scoppiano, e non si sa più dove metterlo. Un nemico che in nome della «necessità» (ma quale necessità, la necessità di riempire le strade coi venditori ambulanti e gli spacciatori di droga?) invitiamo anche attraverso l'Olimpo Costituzionale. «Venite, cari, venite. Abbiamo tanto bisogno di voi». Un nemico che le moschee le trasforma in caserme, in campi di addestramento, in centri di reclutamento per i terroristi, e che obbedisce ciecamente all'imam. Un nemico che in virtù della libera circolazione voluta dal trattato di Schengen scorrazza a suo piacimento per l'Eurabia sicché per andare da Londra a Marsiglia, da Colonia a Milano o viceversa, non deve esibire alcun documento. Può essere un terrorista che si sposta per organizzare o materializzare un massacro, può avere addosso tutto l'esplosivo che vuole: nessuno lo ferma, nessuno lo tocca.
Il crocifisso sparirà

Un nemico che appena installato nelle nostre città o nelle nostre campagne si abbandona alle prepotenze ed esige l'alloggio gratuito o semi-gratuito nonché il voto e la cittadinanza. Tutte cose che ottiene senza difficoltà. Un nemico che ci impone le proprie regole e i propri costumi. Che bandisce il maiale dalle mense delle scuole, delle fabbriche, delle prigioni. Che aggredisce la maestra o la preside perché una scolara bene educata ha gentilmente offerto al compagno di classe musulmano la frittella di riso al marsala cioè «col liquore». E-attenta-a-non-ripeter-l'oltraggio. Un nemico che negli asili vuole abolire anzi abolisce il Presepe e Babbo Natale. Che il crocifisso lo toglie dalle aule scolastiche, lo getta giù dalle finestre degli ospedali, lo definisce «un cadaverino ignudo e messo lì per spaventare i bambini musulmani». Un nemico che in Inghilterra s'imbottisce le scarpe di esplosivo onde far saltare in aria il jumbo del volo Parigi-Miami. Un nemico che ad Amsterdam uccide Theo van Gogh colpevole di girare documentari sulla schiavitù delle musulmane e che dopo averlo ucciso gli apre il ventre, ci ficca dentro una lettera con la condanna a morte della sua migliore amica. Il nemico, infine, per il quale trovi sempre un magistrato clemente cioè pronto a scarcerarlo. E che i governi eurobei (ndr: non si tratta d'un errore tipografico, voglio proprio dire eurobei non europei) non espellono neanche se è clandestino.
Dialogo tra civiltà

Apriti cielo se chiedi qual è l'altra civiltà, cosa c'è di civile in una civiltà che non conosce neanche il significato della parola libertà. Che per libertà, hurryya, intende «emancipazione dalla schiavitù». Che la parola hurryya la coniò soltanto alla fine dell'Ottocento per poter firmare un trattato commerciale. Che nella democrazia vede Satana e la combatte con gli esplosivi, le teste tagliate. Che dei Diritti dell'Uomo da noi tanto strombazzati e verso i musulmani scrupolosamente applicati non vuole neanche sentirne parlare. Infatti rifiuta di sottoscrivere la Carta dei Diritti Umani compilata dall'Onu e la sostituisce con la Carta dei Diritti Umani compilata dalla Conferenza Araba. Apriti cielo anche se chiedi che cosa c'è di civile in una civiltà che tratta le donne come le tratta. L'Islam è il Corano, cari miei. Comunque e dovunque. E il Corano è incompatibile con la Libertà, è incompatibile con la Democrazia, è incompatibile con i Diritti Umani. È incompatibile col concetto di civiltà.
Una strage in Italia?

La strage toccherà davvero anche a noi, la prossima volta toccherà davvero a noi? Oh, sì. Non ne ho il minimo dubbio. Non l'ho mai avuto. E aggiungo: non ci hanno ancora attaccato in quanto avevano bisogno della landing-zone, della testa di ponte, del comodo avamposto che si chiama Italia. Comodo geograficamente perché è il più vicino al Medio Oriente e all'Africa cioè ai Paesi che forniscono il grosso della truppa. Comodo strategicamente perché a quella truppa offriamo buonismo e collaborazionismo, coglioneria e viltà. Ma presto si scateneranno. Molti italiani non ci credono ancora. Si comportano come i bambini per cui la parola Morte non ha alcun significato. O come gli scriteriati cui la morte sembra una disgrazia che riguarda gli altri e basta. Nel caso peggiore, una disgrazia che li colpirà per ultimi. Peggio: credono che per scansarla basti fare i furbi cioè leccarle i piedi.
Multiculturalismo, che panzana

L'Eurabia ha costruito la panzana del pacifismo multiculturalista, ha sostituito il termine «migliore» col termine «diverso-differente», s'è messa a blaterare che non esistono civiltà migliori. Non esistono principii e valori migliori, esistono soltanto diversità e differenze di comportamento. Questo ha criminalizzato anzi criminalizza chi esprime giudizi, chi indica meriti e demeriti, chi distingue il Bene dal Male e chiama il Male col proprio nome. Che l'Europa vive nella paura e che il terrorismo islamico ha un obbiettivo molto preciso: distruggere l'Occidente ossia cancellare i nostri principii, i nostri valori, le nostre tradizioni, la nostra civiltà. Ma il mio discorso è caduto nel vuoto. Perché? Perché nessuno o quasi nessuno l'ha raccolto. Perché anche per lui i vassalli della Destra stupida e della Sinistra bugiarda, gli intellettuali e i giornali e le tv insomma i tiranni del politically correct , hanno messo in atto la Congiura del Silenzio. Hanno fatto di quel tema un tabù.
Conquista demografica

Nell'Europa soggiogata il tema della fertilità islamica è un tabù che nessuno osa sfidare. Se ci provi, finisci dritto in tribunale per razzismo-xenofobia-blasfemia. Ma nessun processo liberticida potrà mai negare ciò di cui essi stessi si vantano. Ossia il fatto che nell'ultimo mezzo secolo i musulmani siano cresciuti del 235 per cento (i cristiani solo del 47 per cento). Che nel 1996 fossero un miliardo e 483 milioni. Nel 2001, un miliardo e 624 milioni. Nel 2002, un miliardo e 657 milioni. Nessun giudice liberticida potrà mai ignorare i dati, forniti dall'Onu, che ai musulmani attribuiscono un tasso di crescita oscillante tra il 4,60 e il 6,40 per cento all'anno (i cristiani, solo 1'1 e 40 per cento). Nessuna legge liberticida potrà mai smentire che proprio grazie a quella travolgente fertilità negli anni Settanta e Ottanta gli sciiti abbiano potuto impossessarsi di Beirut, spodestare la maggioranza cristiano-maronita. Tantomeno potrà negare che nell'Unione Europea i neonati musulmani siano ogni anno il dieci per cento, che a Bruxelles raggiungano il trenta per cento, a Marsiglia il sessanta per cento, e che in varie città italiane la percentuale stia salendo drammaticamente sicché nel 2015 gli attuali cinquecentomila nipotini di Allah da noi saranno almeno un milione.
Addio Europa, c'è l'Eurabia

L'Europa non c'è più. C'è l'Eurabia. Che cosa intende per Europa? Una cosiddetta Unione Europea che nella sua ridicola e truffaldina Costituzione accantona quindi nega le nostre radici cristiane, la nostra essenza? L'Unione Europea è solo il club finanziario che dico io. Un club voluto dagli eterni padroni di questo continente cioè dalla Francia e dalla Germania. È una bugia per tenere in piedi il fottutissimo euro e sostenere l'antiamericanismo, l'odio per l'Occidente. È una scusa per pagare stipendi sfacciati ed esenti da tasse agli europarlamentari che come i funzionari della Commissione Europea se la spassano a Bruxelles. È un trucco per ficcare il naso nelle nostre tasche e introdurre cibi geneticamente modificati nel nostro organismo. Sicché oltre a crescere ignorando il sapore della Verità le nuove generazioni crescono senza conoscere il sapore del buon nutrimento. E insieme al cancro dell'anima si beccano il cancro del corpo.
Integrazione impossibile

La storia delle frittelle al marsala offre uno squarcio significativo sulla presunta integrazione con cui si cerca di far credere che esiste un Islam ben distinto dall'Islam del terrorismo. Un Islam mite, progredito, moderato, quindi pronto a capire la nostra cultura e a rispettare la nostra libertà. Virgilio infatti ha una sorellina che va alle elementari e una nonna che fa le frittelle di riso come si usa in Toscana. Cioè con un cucchiaio di marsala dentro l'impasto. Tempo addietro la sorellina se le portò a scuola, le offrì ai compagni di classe, e tra i compagni di classe c'è un bambino musulmano. Al bambino musulmano piacquero in modo particolare, così quel giorno tornò a casa strillando tutto contento: «Mamma, me le fai anche te le frittelle di riso al marsala? Le ho mangiate stamani a scuola e...». Apriti cielo. L'indomani il padre di detto bambino si presentò alla preside col Corano in pugno. Le disse che aver offerto le frittelle col liquore a suo figlio era stato un oltraggio ad Allah, e dopo aver preteso le scuse la diffidò dal lasciar portare quell'immondo cibo a scuola. Cosa per cui Virgilio mi rammenta che negli asili non si erige più il Presepe, che nelle aule si toglie dal muro il crocifisso, che nelle mense studentesche s'è abolito il maiale. Poi si pone il fatale interrogativo: «Ma chi deve integrarsi, noi o loro?».
L'islam moderato non esiste

Il declino dell'intelligenza è il declino della Ragione. E tutto ciò che oggi accade in Europa, in Eurabia, ma soprattutto in Italia è declino della Ragione. Prima d'essere eticamente sbagliato è intellettualmente sbagliato. Contro Ragione. Illudersi che esista un Islam buono e un Islam cattivo ossia non capire che esiste un Islam e basta, che tutto l'Islam è uno stagno e che di questo passo finiamo con l'affogar dentro lo stagno, è contro Ragione. Non difendere il proprio territorio, la propria casa, i propri figli, la propria dignità, la propria essenza, è contro Ragione. Accettare passivamente le sciocche o ciniche menzogne che ci vengono somministrate come l'arsenico nella minestra è contro Ragione. Assuefarsi, rassegnarsi, arrendersi per viltà o per pigrizia è contro Ragione. Morire di sete e di solitudine in un deserto sul quale il Sole di Allah brilla al posto del Sol dell'Avvenir è contro Ragione.
Ecco cos'è il Corano

Perché non si può purgare l'impurgabile, censurare l'incensurabile, correggere l'incorreggibile. Ed anche dopo aver cercato il pelo nell'uovo, paragonato l'edizione della Rizzoli con quella dell'Ucoii, qualsiasi islamista con un po' di cervello ti dirà che qualsiasi testo tu scelga la sostanza non cambia. Le Sure sulla jihad intesa come Guerra Santa rimangono. E così le punizioni corporali. Così la poligamia, la sottomissione anzi la schiavizzazione della donna. Così l'odio per l'Occidente, le maledizioni ai cristiani e agli ebrei cioè ai cani infedeli.

http://www.ilgiornale.it/news/polit...1046778.html



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Strano, tutti giovani e aitanti! Oppure donne incinte con bambini; e gli anziani?

Sarà questa la ...CONQUISTA? [8D]



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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MessaggioInviato: 26/08/2014, 20:21 
Certo che lo è è il programma Kalergi :) Ma la conquista non la fa l'islam ma chi tramite questi burattini sta perseguendo il proprio fine mondialista.



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MessaggioInviato: 26/08/2014, 20:42 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

Certo che lo è è il programma Kalergi :) Ma la conquista non la fa l'islam ma chi tramite questi burattini sta perseguendo il proprio fine mondialista.


Qua ci vuole una ovazione per max!

Ufologo. Quegli articoli sono solo superficiali. Entrando nel dettaglio sono conferme a quello che sosteniamo noi



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ma nel caso del "mare nostrum" è sfacciatamente coincidente, assurdo. Se le persone conoscessero questo "progetto" non potrebbero non fare 2+2



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Gli USA hanno creato questi soggetti ...

Attenzione , sconsigliato agli impressionabili :

http://it.tinypic.com/player.php?v=2d8i ... _0C56Ny1Ls


zio ot



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http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=57
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ho visto video peggiori su ste guerre, comunque sono degli invasati. grazie america e guidei anche per questo isis


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