Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




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MessaggioInviato: 12/10/2014, 18:20 
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Devor ha scritto:

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Aztlan ha scritto:

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ubatuba ha scritto:

[quote]Ufologo 555 ha scritto:

Se la gente non si ribella resteremo sempre con questa stupida opportunistica moneta .... [^]


..gli italiani si ribellano se non c'e' la partita alla tv---------------- [;)]



Io credo che se per qualche motivo (e di motivi ce ne sono tra partite comprate, calciopoli e tutto) per un solo anno non si giocasse il campionato,

l' Italia verrebbe rivoluzionata.



politici che rubano, scandali di giustizia e nulla smuove.

poi basta che l'arbitro fischi un rigore e sono tutti pronti a fare la rivoluzione.

il calcio dovrebbe essre messo al livello delle droghe e cosi trattato; disintossicarsi
[/quote]


Sono perfettamente d' accordo, in Italia non è una passione ma una malattia.

Panem et circensem dicevano i Romani... ora non c'è più nemmeno il panem ma la gente è contenta lo stesso con la sua partita allo stadio.

Se gli togli quella, scoppia la rivoluzione nel giro di una settimana.



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Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 14/10/2014, 08:03 
Il referendum sull’euro si può fare. Ma…

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http://www.byoblu.com/post/2014/10/13/i ... re-ma.aspx

Il referendum sull’euro non si può fare. Cioè si può fare. Si può fare ma non si può fare. Questo l’avete capito, no? L’avevo spiegato un bel po’ di tempo fa, su Byoblu. La Costituzione vieta di sottoporre a referendum i trattati internazionali, e l’euro è esattamente fatto così. Ma chi vi dice che “quindi non si può fare” vi prende per i fondelli. Oh, come gli piace prendervi per i cosiddetti. Si può fare esattamente come si fece un referendum consultivo per dare mandato costituente al Parlamento Europeo. Ma i referendum consultivi non sono previsti dalla Costituzione, vero? Fa niente, se c’è la volontà politica, si fanno lo stesso. Stampatevi bene queste parole nella mente: volontà politica. Se la politica vuole, fa quello che le pare. Perché la politica è sovrana. Quindi si fece una legge di rango costituzionale. Cioè una legge che può, almeno temporaneamente, modificare la Costituzione. E infatti quel referendum, nel 1989, si fece. Si fece, e subito dopo quella stessa legge uscì dallo scenario costituzionale. Quindi, cosa vieta oggi di fare la stessa cosa? Una bella leggina di rango costituzionale per fare un bel referendum sull’euro. Teoricamente nulla, fatto salvo un piccolo particolare: per fare una legge di rango costituzionale sono necessari due passaggi per ramo del Parlamento, tra ognuno dei quali sono necessari almeno tre mesi di tempo, e soprattutto c’è bisogno di una bella maggioranza assoluta, cioè la maggioranza degli aventi diritto al voto. E anche così non basterebbe, perché poi qualcuno potrebbe sempre chiedere un referendum confermativo. A meno che non si abbiano i due terzi del Parlamento. Ora la domanda è: abbiamo i due terzi del Parlamento? Fate voi, io dico di no. Ma si può sempre sperare che cada il Governo e che le prossime elezioni conferiscano una maggioranza bulgara al Movimento 5 Stelle. Che, per quanto bulgara, non arriverà mai ai due terzi del Parlamento. Magari, con qualche accordo con una parte del centro-destra e con la Lega, si potrebbe anche fare, che tanto accordi su leggi singole sono sempre stati possibili senza per forza gridare all’inciucio. E che il Governo cada non è una ipotesi così remota, dato lo scenario economico devastante e la necessità di Renzi di chiamarsi fuori dalle imposizioni della Troika, pena l’incenerimento del suo consenso elettorale. Certo, non è qualcosa su cui si possa contare. Ma allora a cosa serve sto referendum sull’euro che si può fare ma che non si può fare? Serve a far parlare di euro. Ricordo quando a parlare di “euro sì – euro no” erano quattro gatti di complottisti s****ti. E’ già un successo. Cosa potrebbe accadere adesso? Certo, quello che paventa Lidia Undiemi è uno scenario plausibile: fuga dei capitali e così via. Ma chi detiene i suddetti capitali non è che abiti su un pero: lo sa, se un referendum si può fare e quindi è meglio mettersi in fuga, oppure se non si può fare e quindi va bene continuare a godersi deindustrializzazioni selvagge, svendite di patrimonio pubblico, sfruttamento della manodopera manco fossimo in Cina, licenziamenti più facili e tutti i giochini sado-maso che a costoro piacciono tanto. E poi c’è da considerare che un Paese più competitivo, come sarebbe l’Italia senza la moneta unica a trazione tedesca, risulterebbe più appetibile per le esportazioni. Quindi direi che l’esercizio è a somma zero. I media, va da sé, faranno di tutto per paventare scenari da peste nera, anche se la sensibilità generale è molto cambiata da due anni a questa parte. Ma almeno avremo la possibilità di giocarcela. Meglio che stare in campo senza palla, ad aspettare che Juncker o Draghi, dagli spalti, la ributtino dentro. Il progetto di Prodi, di Kohl e di Miterrand ha prodotto morte e distruzione. Da qualche parte bisogna ben ricominciare. Cominciamo da questa e vediamo se qualcuno si sveglia.



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MessaggioInviato: 14/10/2014, 14:49 
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Devor ha scritto:

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Aztlan ha scritto:

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ubatuba ha scritto:

[quote]Ufologo 555 ha scritto:

Se la gente non si ribella resteremo sempre con questa stupida opportunistica moneta .... [^]


..gli italiani si ribellano se non c'e' la partita alla tv---------------- [;)]



Io credo che se per qualche motivo (e di motivi ce ne sono tra partite comprate, calciopoli e tutto) per un solo anno non si giocasse il campionato,

l' Italia verrebbe rivoluzionata.



politici che rubano, scandali di giustizia e nulla smuove.

poi basta che l'arbitro fischi un rigore e sono tutti pronti a fare la rivoluzione.

il calcio dovrebbe essre messo al livello delle droghe e cosi trattato; disintossicarsi
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Andrebbero presi a calci nel culo quelli che usano il calcio per darsi visibilità. Il problema non è il calcio ma gli italiani ed i politici che hanno eletto che sono una massa di beoti corrotti e voltagabbana.



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MessaggioInviato: 14/10/2014, 18:44 
Il più grande partito unico nel parlamento italiano per numero di voti ha gettato il guanto di sfida, chiedendo un referendum sull’ euro per metter fine alla depressione e per salvare la democrazia - scrive Ambrose Evans-Pritchard.

Il dado è tratto in Italia. Il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo ha lanciato una petizione per promuovere il ritiro dell’Italia dall'Unione Monetaria Europea e per il ripristino della sovranità economica.


"Dobbiamo lasciare l'euro il più presto possibile", ha detto Grillo, parlando ad un raduno durante il fine settimana.
"Stasera stiamo lanciando un referendum consultivo. Raccoglieremo mezzo milione di firme in sei mesi - un milione di firme - e porteremo il nostro caso in parlamento, e questa volta, grazie ai nostri 150 parlamentari, dovranno parlare con noi ".

Da quando questo comico battagliero si è imposto sulla scena politica, le élite della zona euro avevano creduto che il partito non fosse, in fondo, euroscettico e comunque che non volesse seriamente ritornare alla lira.

Questa illusione è stata infranta.

Un referendum in sé non sarebbe vincolante, ma una "legge di iniziativa popolare" lo sarebbe sicuramente. Per la prima volta, si è avviato in Italia un processo che imposterà un dibattito nazionale sulla unione monetaria - che potrà spingersi fino a un voto sulla adesione all'UEM - che non potrà essere facilmente controllato.

Gianroberto Casaleggio, il co-fondatore del partito e guru dell’economia, mi ha detto oggi che il Movimento Cinque Stelle - o Cinque Stelle - aveva già esposto le proprie richieste a maggio scorso, proponendo la creazione di Eurobond per appoggiare la UEM e l'abolizione del Fiscal Compact imposto dall'UE. "Sono passati cinque mesi e non abbiamo rivevuto nessuna risposta. Ci hanno completamente ignorato" - ha detto.

Il Fiscal Compact è una follia economica, significa obbligare l'Italia a dover prevedere enormi avanzi di bilancio per decenni. Così la depressione sarebbe ancora più profonda e spingerebbe il rapporto con il debito ancora più in alto e sarebbe quindi scientificamente controproducente. Saranno gli storici ad emettere un verdetto che condannerà quei mascalzoni che hanno voluto imporre questa atrocità in Europa.

La mia opinione è che l'Italia non sarebbe riuscita a ripristinare la redditività all'interno dell'UEM, nemmeno se la Germania avesse accettato le due condizioni (un'idea impossibile). E' già troppo tardi ormai, l'Italia ha perso il 40% di competitività sul costo del lavoro contro la Germania da quando il marco e la lira stabilirono un cambio fisso-perpetuo a metà degli anni 1990.

Qualsiasi tentativo di mettere in atto una "svalutazione interna" sullo stile irlandese, in una economia chiusa già in deflazione, sarebbe suicida, e innescherebbe un crollo del sistema bancario italiano con una esplosione dell' indice di indebitamento pubblico e privato. Ho il sospetto che Casaleggio abbia un punto di vista simile al mio. "Un quarto dell'industria italiana è scomparsa. La nostra valuta è sopravvalutata e non possiamo fare niente restando dentro l'euro" - ha detto.

La critica dei Cinque Stelle all'UEM non si limita solamente all'economia, benché questo sia un punto di importanza cruciale, ma si rivolge anche alla difesa della sovranità italiana, all'autogoverno, alla democrazia ed è contro gli abusi di un meccanismo comunitario che ha usurpato le funzioni parlamentari.

"Io non do via la mia sovranità a nessuno", ha detto Casaleggio.

"Mio nonno ha combattuto tre anni con i partigiani. Se volete la mia sovranità, dovete venirvela a prendere, non basta sventolare una lettera della BCE. Dovete venire ben armati, come come fecero quando ci provarono l'altra volta " - ha detto.

La lettera della BCE - la Lettera, come la chiamano in Italia - fu il diktat segreto inviato al presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi nel mese di agosto 2011 dove si chiedevano drastiche "riforme" di tutti i tipi. Una lettera simile fu inviata al capo della Spagna. Il quid pro quo era l'acquisto delle obbligazioni.

La minaccia implicita era che la BCE avrebbe rifiutato di assumersi la sua responsabilità come prestatore di ultima istanza, a meno che Berlusconi non si fosse dimesso. Lui non lo fece, o almeno tentò di non farlo. L'acquisto delle obbligazioni fu bloccato e il rendimento dei titoli italiani a 10 anni schizzò oltre il 7% . Berlusconi fu rovesciato.

Ho sempre pensato che queste due lettere sarebbero diventate l'incubo della BCE, e dell'Unione Monetaria stessa, e pare che adesso stiano presentando il conto.

"[Mario] Draghi [il Presidente della BCE] ci ha detto che i governi che non avessero fatto le riforme sarebbero stati buttati fuori. Draghi non è un membro del governo e non so con quale autorità possa esigere queste riforme: non ha il diritto di ordinarci niente né direttamente né indirettamente " - ha detto il signor Casaleggio.

Cinque Stelle ha vinto con il 26% dei voti nelle elezioni politiche italiane dello scorso anno, più di ogni altro partito unico. (Non ha preso la maggioranza ufficale, per effetto delle particolari modalità previste dal sistema parlamentare italiano). Ha 108 deputati e 54 senatori.

E' vero che il premier Matteo Renzi quest'anno ha rubato la scena a Beppe Grillo, ma Cinque Stelle non è svanita. E' arrivata seconda alle elezioni europee a maggio con il 21.5% dei voti. I suoi 17 deputati siedono con l'UKIP a Strasburgo.

La luna di miele di Renzi è già finita, e in ogni caso ha fatto un errore di valutazione strategica. Il giovane prodigio ha strappato il potere con un colpo di Stato interno al suo partito nel mese di febbraio - con brillantezza tattica, per essere sinceri - basandosi sul presupposto che l'Italia avesse ormai toccato il fondo dopo sei anni di depressione, con una caduta del PIL del 9.1%, del 24% della produzione industriale e con una disoccupazione giovanile al 43%.

Aveva creduto al mantra, tanto ben orchestrato, che l'Europa stava sull'orlo di un nuovo ciclo di ripresa spontanea, poggiando sulla crescita mondiale, e si era convinto che tutto quello che doveva fare sarebbe stato solo galleggiare sulla marea che stava salendo. Invece, è sprofondato di nuovo nella crisi.

L'errore di Renzi è comprensibile. Un pio desiderio può convincere, come certe idee sulla ripresa che si affidano a teorie come quella di Irving Fisher - della deflazione del debito - o come quella di Knut Wicksell - la contrazione del debito e l'allineamento dei tassi di interesse possono generare delle spontanee spirali virtuose - oppure la più recente teorie di Michael Woodford, sul tasso di cambio reale .

L'Italia è già in una tripla recessione, la sua economia è tornata a livelli di quattordici anni fa. L'OCSE dice che la crisi si trascinerà ancora per gran parte del prossimo anno e che la crescita sarà solo dello 0.1% nel 2015.

Ricordiamoci che il governo Monti tre anni fa disse che il rapporto del debito italiano sarebbe arrivato al 115% nel 2014. In realtà ha raggiunto il 135.6% del PIL nel primo trimestre di quest'anno, con un aumento che si sta avviando al 5% del Pil ogni anno, nonostante una serie di pacchetti di austerità, e un avanzo di bilancio primario del 2.5%.

Antonio Guglielmi di Mediobanca ha lanciato un monito il mese scorso perché questa situazione è "catastrofica per le finanze del Paese". Il debito schizzerà automaticamente verso 145% il prossimo anno (secondo i vecchi calcoli, e resterà sotto il 140% in base alle nuove norme contabili). "Stavolta sta scoppiando una bomba nucleare, se Draghi finisce per non fare quasi niente, l'Italia è morta " - ha detto.

Stavolta non stiamo parlando del solito difetto morale nell'Italia degli ultimi anni, si tratta di un effetto meccanico, un "effetto denominatore", con un onere del debito che cresce, mentre alla base c'è un PIL nominale che si contrae.

Il punto è molto semplice. Il tasso di interesse medio sul debito pubblico in Italia si aggira intorno al 4%, quindi il pagamento degli interessi costa circa il 5,5% del PIL. A meno che il PIL nominale non cresca alla stessa velocità, il rapporto PIL/debito deve continuare a salire. Qualsiasi riforma strutturale sarebbe senza dubbio auspicabile, se fine a se stessa, ma non avrebbe nulla a che vedere con questo rapporto numerico.

L'attuale crisi italiana è interamente dovuta al fallimento della politica monetaria e al rifiuto della BCE di raggiungere il suo obiettivo di inflazione, o di rispettare i propri obblighi scritti nel Trattato di Lisbona per sostenere la crescita. (E sì, la BCE ha un doppio mandato come prevedono le leggi del trattato UE). Quindi in queste circostanze più saranno le riforme drastiche che farà l'Italia, peggiori saranno i risultati immediati. Come tutti sanno gli effetti a breve termine delle riforme portano ad una immediata contrazione (a breve termine).

Non sono male i risultati raggiunti in tutte e tre le principali economie dell'UEM: il Fronte Nazionale, in Francia, ha vinto le elezioni europee di maggio chiedendo un ritorno immediato del franco francese; AfD, il partito Anti-euro tedesco si è improvvisamente imposto in tre parlamenti regionali chiedendo un ritorno del marco tedesco; e ora Cinque Stelle vuole un ritorno della lira in un paese che è stato sempre affidabile e con una passione europeista da oltre 60 anni.

Qualcosa da pensare ci sarebbe.

Ambrose Evans-Pritchard

Fonte: http://www.telegraph.co.uk

Link: http://www.telegraph.co.uk/finance/econ ... Italy.html

13.10.2014
http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=14049

cmq sarebbe opportuno che gli anti euro unissero le forze x raggiungere l'obbiettivo,lasciandosi alle spalle le loro attuali contrapposizioni,se si vuole arrivare alla meta......[;)]


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MessaggioInviato: 14/10/2014, 21:43 
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ubatuba ha scritto:

Il Fiscal Compact è una follia economica, significa obbligare l'Italia a dover prevedere enormi avanzi di bilancio per decenni. Così la depressione sarebbe ancora più profonda e spingerebbe il rapporto con il debito ancora più in alto e sarebbe quindi scientificamente controproducente. [b]Saranno gli storici ad emettere un verdetto che condannerà quei mascalzoni che hanno voluto imporre questa atrocità in Europa.[/b]


Su questo non c'è dubbio.
No vedo l'ora di vedere le tombe profanate di quei mascalzoni.....
Godo al solo pensiero...... [:o)]


Cita:
cmq sarebbe opportuno che gli anti euro unissero le forze x raggiungere l'obbiettivo,lasciandosi alle spalle le loro attuali contrapposizioni,se si vuole arrivare alla meta...... [;)]


Speriamo..... Salvini ha fatto il primo passo.
Spero che arrivi a ruota anche la Meloni.....

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=m9KkhPoismI[/BBvideo]



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MessaggioInviato: 15/10/2014, 12:49 
la via e'aperta.speriamo che vengano lasciate da parte almeno in sto momento,le differenti visioni politiche..........................[;)]


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MessaggioInviato: 15/10/2014, 22:29 
Salvini ha chiesto un incontro ma Grillo si è trincerato dietro la linea storica del Movimento: votare insieme le proposte su cui si è d' accordo, ma nessun incontro.

Questo per tenere fede alla linea "niente alleanze" anche perchè dopo il no a Bersani tutta la parte sinistra del Movimento non accetterebbe di aver detto no per andare invece con la Lega e Meloni.

Però qui non si tratta di correre assieme, non ce ne è bisogno, ma di incontrarsi per elaborare una strategia comune su temi su cui si è già sostanzialmente d' accordo, questo è necessario.


Purtroppo il M5S è legato a riguardo e gli altri due lo sminuiscono e giocano a chi è arrivato per primo... Così non si va da nessuna parte.

L' unica è che Salvini e Meloni appoggino la mossa dei 5 Stelle sul referendum, e da lì andare avanti.


Speriamo...



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MessaggioInviato: 15/10/2014, 22:44 
Cita:
Aztlan ha scritto:

Salvini ha chiesto un incontro ma Grillo si è trincerato dietro la linea storica del Movimento: votare insieme le proposte su cui si è d' accordo, ma nessun incontro.

Questo per tenere fede alla linea "niente alleanze" anche perchè dopo il no a Bersani tutta la parte sinistra del Movimento non accetterebbe di aver detto no per andare invece con la Lega e Meloni.

Però qui non si tratta di correre assieme, non ce ne è bisogno, ma di incontrarsi per elaborare una strategia comune su temi su cui si è già sostanzialmente d' accordo, questo è necessario.


Purtroppo il M5S è legato a riguardo e gli altri due lo sminuiscono e giocano a chi è arrivato per primo... Così non si va da nessuna parte.

L' unica è che Salvini e Meloni appoggino la mossa dei 5 Stelle sul referendum, e da lì andare avanti.


Speriamo...


Speriamo davvero Aztlan... altrimenti perderemo l'occasione più preziosa e allora sì che l'unica speranza resterà oltralpe.

A proposito... qualche notizia di Marine? Farage? Insomma cosa succede oltre confine?

Possibile che tutto si sia fermato dopo le elezioni europee?



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MessaggioInviato: 15/10/2014, 23:34 
su un eventuale referendum sull'uscita dall'euro,di certo lega et f d i possono pure appoggiarlo,ma dovrebbe pure esserci una condivisione,seppure momentanea,del momento politico,......................................x riuscire raggiungere un obbiettivo non vedo xke' non si debba cercare un accordo x raggiungere lo scopo.....[;)]


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MessaggioInviato: 16/10/2014, 00:38 
per questo non potrò mai votare per il movimento 5 stelle, è retto da una accozzaglia di fanatici religiosi ed ideologizzati. Diranno anche cose giuste ma il loro atteggiamento li condanna all'inutilità perenne.

unendosi con lega e fi potrebbero tranquillamente vincere le elezioni fondando il programma su pochi e corposi punti su cui sarebbero tutti'accordo:

questione €
stop al piano kalergi
sto alla limitazione della sovranità monetaria
stop all'annichilimento della costituzione
una legge elettorale seria
un pò di pulizia istituzionale e sburocratizzazione SERIA
talgio AI VERI SPRECHI
recupero di capitali ENORMI come quelli delle slot

dono cose che ma penso mettano d'accordo tutti e 3 i partiti e possano permettere i trovare una sintesi comune.

Fatto ciò, salvata l'italia, arrivederci e grazie.

Ma ripeto, con i fanatici religiosi non si può discutere, o si fa come vogliono loro o sei un eretico -_-



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MessaggioInviato: 16/10/2014, 17:40 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

per questo non potrò mai votare per il movimento 5 stelle, è retto da una accozzaglia di fanatici religiosi ed ideologizzati. Diranno anche cose giuste ma il loro atteggiamento li condanna all'inutilità perenne.

unendosi con lega e fi potrebbero tranquillamente vincere le elezioni fondando il programma su pochi e corposi punti su cui sarebbero tutti'accordo:

questione €
stop al piano kalergi
sto alla limitazione della sovranità monetaria
stop all'annichilimento della costituzione
una legge elettorale seria
un pò di pulizia istituzionale e sburocratizzazione SERIA
talgio AI VERI SPRECHI
recupero di capitali ENORMI come quelli delle slot

dono cose che ma penso mettano d'accordo tutti e 3 i partiti e possano permettere i trovare una sintesi comune.

Fatto ciò, salvata l'italia, arrivederci e grazie.

Ma ripeto, con i fanatici religiosi non si può discutere, o si fa come vogliono loro o sei un eretico -_-


condivido,x il bene dell'italia,sarebbe opportuno una loro alleanza,con un programma minimo condiviso,poi raggiunto l'obbiettivo ognuno x la propria via [;)]


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Che cosa penso dell’idea anti euro di Beppe Grillo.
Parla Antonio Rinaldi


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http://www.formiche.net/2014/10/12/caro ... o-rinaldi/

Conversazione di Formiche.net con Antonio Maria Rinaldi, docente di Finanza Aziendale presso l’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara ed economista in trincea contro la costruzione monetaria europea.

[wbf]Raccogliere entro il maggio 2015 un milione di firme attorno a una proposta di legge di iniziativa popolare per promuovere un referendum consultivo sull’abbandono dell’euro. E recuperare la piena sovranità economica grazie a “una nuova lira e a una Banca d’Italia che all’occorrenza stampi moneta”.


Il progetto lanciato dal leader del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo nella kermesse penta-stellata in corso al Circo Massimo di Roma sviluppa e chiarisce l’idea prospettata 10 mesi fa nel V-Day di Genova.

Per capire se il piano possa contribuire a rompere una volta per tutte la morsa dell’austerità che soffoca la ripresa economico-sociale del Vecchio Continente, Formiche.net ha sentito Antonio Rinaldi, docente di Finanza Aziendale presso l’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara ed economista in trincea contro la costruzione monetaria europea.

Come giudica la proposta di abbandono italiano dell’Euro-zona avanzata da Beppe Grillo?

Finalmente, finalmente, finalmente! Non posso che gioire vedendo che Grillo, leader del secondo partito del nostro Paese, ha preso una decisione certa e limpida di fronte al proprio elettorato. Scelta che finora era rimasta velata e confusa. E che risponde alle aspettative dei meet-up e della base del Movimento Cinque Stelle, favorevole al recupero della sovranità valutaria contro una moneta unica rivelatasi altamente nociva per le sorti dell’Italia. Ma vi è un ulteriore elemento positivo.

Quale?

L’abbandonato, da parte del leader Cinque Stelle, dell’ipotesi di adottare gli Eurobond per condividere e gestire il debito sovrano degli Stati. Strumento che vincolerebbe l’Italia all’Unione monetaria in maniera coercitiva e irreversibile.

Cosa deve fare il M5S per portare al successo l’iniziativa?

Sta a Grillo e ai vertici penta-stellati tramutare in forma concreta tale volontà. Spiegando che la fuoriuscita dall’Euro-zona costituisce il male minore per l’Italia. Naturalmente la proposta dovrà ricevere una copertura informativa adeguata. Perché da oltre 25 anni le istituzioni e il panorama mediatico nazionale riproducono e amplificano senza spirito critico le direttive di Bruxelles e Francoforte. Rispondendo a un pensiero unico che ha fatto comodo solo all’oligarchia egemone nel Vecchio Continente.

È convincente la strada del referendum consultivo?

Pur presentando impedimenti legislativi per la sua realizzazione, il referendum consultivo può rappresentare uno strumento efficace per mettere i cittadini italiani di fronte a un tema finora marginalizzato. Servirà a portare un confronto fino ad oggi negato in ogni piazza del nostro paese. Fattore essenziale, poiché esso potrebbe rivelarsi un boomerang in mancanza di un’informazione corretta e completa.

Cosa accadrà se l’opinione pubblica italiana optasse per la fuoriuscita dall’euro?

Mi auguro che il Movimento Cinque Stelle prepari una classe dirigente credibile e non compromessa, capace di governare in modo vantaggioso il probabile abbandono dalla valuta unica. Non possiamo attribuire tale compito cruciale a Matteo Renzi, né riesumare Enrico Letta, Mario Monti, Romano Prodi. Tantomeno è pensabile affidarci a Mario Draghi, magari eletto nel frattempo Presidente della Repubblica.

Chi dovrebbe gestire l’eventuale ritorno alla sovranità valutaria?

Spero che Grillo abbia in mente la formazione di una task-force di economisti e giuristi indipendenti in grado di fornire un contributo essenziale alla svolta dei penta-stellati. Altrimenti tutto rischia di ridursi a boutade politica per raccogliere voti di protesta.

Quali saranno gli ostacoli più insidiosi per il progetto penta-stellato?

Sono convinto che i veri nemici di Grillo non siano annidati nelle forze politiche interne al Palazzo e favorevoli al governo Renzi. A partire dal Partito democratico, che non si avvale di consulenti economici in grado di argomentare in modo persuasivo le ragioni della permanenza nell’area valutaria comune. Le autentiche insidie verranno dalle formazioni che si professano ostili all’Euro-zona. Penso soprattutto alla Lega Nord, che in materia può contare su un economista dello spessore di Claudio Borghi.
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MessaggioInviato: 21/10/2014, 10:41 
Ancora Antonio Rinaldi

Cita:
Come costruire in Italia una coalizione anti euro
Di: Antonio Maria Rinaldi

L’attuale periodo può essere così sintetizzato: “la casa brucia e non sto a vedere chi porta i secchi d’acqua, ma che l’incendio venga spento!” Questa metafora, che calza perfettamente con la tragica situazione in cui è precipitato il nostro Paese, fa anche emergere che non c’è coesione fra le forze che attualmente professano il ritorno alla completa Sovranità come l’unica via percorribile per la salvezza dell’Italia. Sarebbe invece in questo momento quanto mai opportuno e producente stringere alleanze funzionali, mettendo da parte per una volta per tutte le divisioni e i contrasti propri della dialettica politica in nome dell’interesse supremo nazionale per la salvaguardia del bene comune. Che senso ha che partiti o movimenti come la Lega, FdI-Alleanza Nazionale, M5S, frange di Forza Italia, tanto per citare quelli con rappresentanza parlamentare, conducano separatamente la loro battaglia per poi confrontarsi singolarmente contro lo squadrone compatto e fedelmente supino agli ordini della Troika?

Il successo di qualsiasi iniziativa, tesa a spezzare il cappio che ci siamo calati noi stessi intorno al collo, passa dalla capacità d’informare correttamente i cittadini ormai plagiati e storditi dal pensiero unico dominante. Solo in questo modo sarà possibile conquistare e ottenere quel consenso, necessario in qualsiasi ordinamento democratico, per liberarci dalla dittatura economica, ad iniziare dal mezzo tecnico con cui viene esercitato questo sopruso: l’euro. Ci siamo infilati in questo vicolo cieco grazie alle improvvide scelte di una classe politica che ha preferito fingere di rincorrere sogni per celare tornaconti esclusivamente di bottega invece di verificare se fossero state rispettate le reali esigenze del Paese.

L’unico modo per riuscire nell’intento è fornire agli italiani quegli strumenti di conoscenza per valutare che il ritorno a una politica economica autonoma tarata per le proprie esigenze, e pertanto non più forgiata per gli interessi esclusivi di un mondo finanziario distante anni luce dall’economia reale, in questo momento è il male minore rispetto al disastro certo.Perciò il mio accorato appello è che le forze contrarie a questa unione monetaria, che sta infliggendo più danni di una guerra mondiale, si coalizzino per condurre insieme l’Italia fuori dal guado.

Uniscano insieme tutte le risorse intellettuali, tecniche e politiche a disposizione per concertare un’azione comune e mettano in secondo piano le differenze e i contrasti; salvare il Paese è un obiettivo superiore e l’opinione pubblica premierà questa visione di collaborazione nell’interesse di tutti, nessuno escluso.

La Francia, anche lei attanagliata dalla crisi, figlia di questa follia liberista, ha già fatto enormi passi in questa direzione, e i preconcetti propri di divisione ideologica fra destra, sinistra e centro sono stati annullati. Quando scendono in piazza lo fanno sottobraccio e coesi perché hanno da tempo capito che uniti si vince! L’alternativa è disperdere le forze e fare in questo modo il miglior gioco del “nemico”.

Quando i nostri Padri si trovarono nelle drammatiche condizioni di affrontare un fortissimo e agguerrito nemico comune che ci aveva usurpato, non guardarono il colore della propria camicia, ma combatterono insieme fino alla vittoria. Allora comunisti, democristiani, socialisti, liberali, repubblicani e tante altre forze politiche e sociali, imbracciarono le armi dalla stessa parte della barricata e lottarono fianco a fianco fino all’annientamento di chi ci aveva ridotto allo status di protettorato riuscendo a riprendere il destino della Nazione nelle proprie mani. Cosa diranno le nostre generazioni future se non saremo riusciti a preservare la casa comune solo perché nel momento del bisogno eravamo divisi?

Questo è ciò che vorrei che avvenisse per il bene del mio, del nostro, Paese; tanto il tempo dopo per tornare a litigare non mancherà di certo, ma almeno con la soddisfazione di poterlo ancora fare da italiani fieri di esserlo ancora!

http://frontediliberazionedaibanchieri. ... -euro.html


Ultima modifica di Atlanticus81 il 21/10/2014, 10:42, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 21/10/2014, 12:54 
il buonsenso sembra ormai non essere più in voga, anzi viene bollato come pensiero nell'ordine:

populista
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demagogico

e tutto ciò viene avallato da una logica buonista ed ipocrita che privilegia le soluzioni "filosofiche" e teocratiche a quelle "dell'umo delle strada".

Questo paese non ha alcun tipo di speranza, siamo finiti in trappola, dobbiamo solo aspettare che venga il bracconiere a tagliarci la gola a scuoiarci.



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MessaggioInviato: 21/10/2014, 13:02 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

il buonsenso sembra ormai non essere più in voga, anzi viene bollato come pensiero nell'ordine:

populista
xenofobo
demagogico

e tutto ciò viene avallato da una logica buonista ed ipocrita che privilegia le soluzioni "filosofiche" e teocratiche a quelle "dell'umo delle strada".

Questo paese non ha alcun tipo di speranza, siamo finiti in trappola, dobbiamo solo aspettare che venga il bracconiere a tagliarci la gola a scuoiarci.


...da condividere pienamente.......................[;)]


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