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Semeru ha scritto:
Riporto quanto da me trovato su internet. Questa notizia sarebbe apparsa sul televideo:
FU UNA COMETA DI GHIACCIO: SVELATO IL MISTERO DI TUNGUSKA
Risolto il mistero di Tunguska, uno dei grandi enigmi del Ventesimo Secolo: un calore immenso che brucia gli alberi delle foreste siberiane in un'area di 800 miglia quadrate, una nuvola di fuoco e luce che illumina a giorno le notti d'Europa, fino a Londra. Fino a permettere, secondo i testimoni, di leggere il giornale a mezzanotte. Piu' di un puzzle per gli scienziati, che per oltre un secolo si sono arrovellati il cervello per spiegare una serie di fenomeni certo fisici, ma almeno apparentemente poco naturali. La ricerca e' durata esattamente 101 anni, dal momento che la catastrofe, che distrusse ogni forma di vita in un'area grande quanto uno stato, ebbe luogo il 30 giugno 1908. Che si trattasse con ogni probabilita' di un impatto con un corpo celeste era stato ipotizzato da diversi anni. Oggi gli scienziati della Cornell University spiegano anche quale: una cometa. O meglio: il nucleo centrale di una cometa. La coda non avrebbe potuto, fatta com'e' di gas e pulviscono, portare tutta quella morte e quella distruzione. Ma un asteroide - la spiegazione piu' accreditata finora - avrebbe sollevato per giorni e giorni una nuvola immensa di polvere, come in una eruzione vulcanica. E la luce non averebbe potuto progagarsi per almeno meta' dell'Emisfero Settentrionale, come invece ha fatto. Un'anomalia che ha dato spazio ad una lunga serie di ipotesi alternative, dallo sfondamento della crosta terrestre all'altezza di un enorme giacimento di gas metano (la Siberia ne e' ricca, del resto) alla classica esplosione di una astronave di extraterrestri a propulsione di chissa' quale combustibile a noi sconosciuto, per la gioia di Peter Colosimo. La seconda tesi non e' mai stata presa troppo sul serio dalla scienza ufficiale, la prima si scontrava con un dato inquietante: a Tunguska, infatti, non c'era il segno di un impatto. Non c'era il cratere, insomma: tutte le spedizioni scientifiche organizzate in un secolo non lo avevano trovato. Il mistero si infittiva. Ecco, invece, la spiegazione del professor Michael Kelley, che a Cornell insegna ingegneria aereospaziale: il cuore, fatto di ghiaccio, di una cometa. Come ne "I tre giorni del Condor", quando a Robert Redford viene chiesto quale sia l'unico modo per uccidere con una pistola un uomo senza far ritrovare il proiettile e lui, serafico, risponde: "Logico, usare proiettili di ghiaccio". Non sapevano, gli sceneggiatori di trent'anni fa, che anche questa volta la realta' era arrivata prima della loro fantasia. L'impatto, secondo Kelley, sprigiono' l'energia di 20 bombe il Hiroshima, che cancellarono tutto quello che trovarono per centinaia di chilometri di raggio. Ma, contemporaneamente, fusero il ghiaccio che l'aveva prodotta. Spariva l'arma del delitto, in una nuvola di polevri e soprattutto vapori che, aleggiando nell'aria per giorni e giorni, rifransero la luce del Sole e tennero bene illuminato almeno un terzo della popolazione del Pianeta Terra. Che fu felice di poter fare a meno dell'illuminazione pubblica anche nelle ore piu' profonde della notte, ma non si rese mai conto del pericolo che aveva corso. Se quella cometa fosse finita sull'Europa, sul Nordamerica o altrove invece che sulla tundra siberiana oggi non saremmo a parlare di mistero di Tunguska, ma di fine della civilta' o quasi. A ben pensarci, una storia da cinema. Ma siccome il cinema finora ha sempre pensato ad un asteroide per immaginarsi la fine del mondo, sara' bene aggiornare i file degli sceneggiatori di Hollywood.
da AGI News
Ogni tanto se ne escono con queste trovate....dimenticandosi "apparentemente" dei tanti fenomeni anomali riscontrati a Tunguska. A quando la prossima "soluzione" ?
![Caldo [8D]](./images/smilies/UF/icon_smile_cool.gif)