Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 1442 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1 ... 38, 39, 40, 41, 42, 43, 44 ... 97  Prossimo
Autore Messaggio

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 10377
Iscritto il: 01/11/2011, 19:28
Località: Astana
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 13/11/2014, 13:03 
Ne riparliamo quando un tuo starnuto o qualsiasi secrezione corporale finisce casualmente o trasferito sui Jeans di una ragazza ammazzata.
Poi vediamo a che santo di rivolgi.



_________________
“El saòn no’l sa gnente, l’inteligente el sa poco, l’ignorante el sa tanto, el mona el sa tuto!”
Top
 Profilo  
 

Grigio
Grigio

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 2731
Iscritto il: 17/01/2012, 17:31
Località:
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 13/11/2014, 14:02 
va be ora non esageriamo non do del colepvole al 100% ma neanche innocente al 100%, per me lui è in mezzo al fatto ma essendo una setta esoterica- satanica come sempre si prende la colpa il più scemo o il più condannabile per l'opinione pubblica, stessa cosa successa per le bestie di satana o altri celebri omicidi.
magari lui ha solo aiutato a rapirla caricandola e portandola chissà dove, dove poi altri hanno fatto quel che doveavno fare.
il mondo delle sette è incasinato e per chi non crede a ste cose o per chi non è informato possono sembrare tutte cavolate.
fatto sta che l'hanno legata a una parete o simile con fil di ferro, squarciato la gola e altre ferite profonde, ma questo i tg o trasmissioni non ve lo dicono, gli è sfuggito 2 giorni fa solo all'opinionista che ra dalla durso che è dentro le indagini. alla tv hanno solo e sempre detto di ferite superficiali e morta per freddo. + il cane che si ferma nella cabina degli elettricisti polacchi ma non viene ritenuto credibile.
sono queste le cose su cui discutere non se bossetti sia innocente o no.


Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 10377
Iscritto il: 01/11/2011, 19:28
Località: Astana
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 07/12/2014, 22:15 
Immagine

Lo metto solo per quello che dice Liguori e la bellina seduta vicino a lui.

Poi collego questo fuori tema nella discussione su Loris
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=354759


Ultima modifica di Wolframio il 07/12/2014, 22:19, modificato 1 volta in totale.


_________________
“El saòn no’l sa gnente, l’inteligente el sa poco, l’ignorante el sa tanto, el mona el sa tuto!”
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 10377
Iscritto il: 01/11/2011, 19:28
Località: Astana
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 08/12/2014, 17:16 
«Se Bossetti mi ha mentito
sono pronto a lasciare»


L’avvocato Claudio Salvagni: «Per ora ho motivi per fidarmi»



_________________
“El saòn no’l sa gnente, l’inteligente el sa poco, l’ignorante el sa tanto, el mona el sa tuto!”
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 10377
Iscritto il: 01/11/2011, 19:28
Località: Astana
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 08/12/2014, 17:28 
La prova del DNA nel processo penale: è decisiva o meno?


Immagine

La prova del DNA nel processo penale : richiesti nuovi esami per Stasi e Bossetti

Sia nel caso dell’omicidio di Yara Gambirasio, a Brenbate di Sopra, sia in quello dell’assassinio di Chiara Poggi, a Garlasco, le difese si attestano su posizioni altamente critiche, per quanto riguarda il risultato degli esami del DNA, effettuati sui loro assistiti: in questo senso viene da chiedersi se la prova del DNA nel processo penale sia da ritenersi decisiva o meno.

L’avvocato di Alberto Stasi ha riferito che cinque marcatori del DNA estratto dai reperti su Chiara Poggi sono compatibili con quello del suo cliente, ma potrebbero essere di chiunque, non essendoci sufficiente DNA, nel materiale biologico rintracciato sui frammenti delle unghie di Chiara Poggi, per poterlo comparare, con affidabilità scientifica, con quello di Stasi.

Ciò è quanto emerso dall’esame che si è svolto nella sede del Dipartimento di scienza e salute dell’Università di Genova, nell’ambito del processo d’appello-bis.

Le analisi si sono svolte in pieno contraddittorio, ossia in presenza dei consulenti di parte e dei periti dei giudici, con il coordinamento da parte del Dottor. Francesco De Stefano, nominato dalla Corte d’assise d’appello di Milano. E tutto con il consenso dello stesso Stasi.

Ben più complessi, invece, i termini della questione, nel caso di Brembate.

Il problema del DNA nasce il giorno 15 giugno 2011, quando gli investigatori isolano una traccia di DNA maschile sugli slip della ragazza che non sarebbero suscettibili di contaminazione casuale.

Sarebbe il DNA dell’assassino ed è un profilo genetico che non è tra i 2.500 raccolti in quei mesi dagli investigatori.

È così che nasce la cosiddetta ‘pista di Gorno’: viene estratto da una marca da bollo, su una vecchia patente, il DNA di Giuseppe Guerinoni.

L’assassino di Yara è un suo figlio illegittimo. Viene fermato, il 16 giugno 2014, Giuseppe Bossetti, il presunto carnefice della tredicenne.

Bossetti è stato, così, sottoposto alla custodia cautelare in carcere, provvedimento disposto dal gip Vincenza Maccora che, dopo aver rimarcato la sussistenza di gravi indizi, per poter ritenere che sia il muratore di Mapello ad aver lasciato tracce di sangue sugli indumenti della vittima, spiega le ragioni della sua decisione.

Il Giudice sostiene, infatti, che, sulla base dell’orientamento della Corte di Cassazione (ritenuto essere quello prevalente in giurisprudenza), quelle analisi sul DNA hanno il valore di prova: gli esiti di un’indagine genetica, dato l’elevatissimo numero delle ricorrenze statistiche confermative, tale da rendere infinitesima la possibilità di errore, presentano natura di prova e non di mero elemento indiziario. Tanto più che, qualora tale indagine non fornisca risultati assolutamente certi (e non è questo il caso, a detta del gip), ai suoi esiti può darsi valore d’indizi.

Alla base dell’orientamento della Cassazione, sposato dal gip, vi sono due distinte pronunce.

Nella prima, data 2004, la Suprema Corte ha confermato la condanna a quattordici anni e sei mesi di carcere, per un uomo accusato di aver ucciso l’amante della moglie a Valdobbiadene, provincia di Treviso, colpendolo alle spalle con una roncola e, poi, sgozzandolo (gli investigatori hanno trovato, su di uno zerbino, un “mix di sangue” con il profilo genetico dell’omicida e della vittima: la Cassazione ha riconosciuto la natura di prova delle risultanze delle analisi genetiche sul DNA).

Nella seconda, datata 2013, la Corte di legittimità ha confermato la sentenza della Corte d’appello di Bologna nei confronti di un rapinatore che aveva assaltato un portavalori, ribadendo la validità probatoria dell’esame genetico (in tal caso, il DNA è stato rintracciato sull’auto utilizzata, per portare a termine il reato).

Tra l’altro, tale sentenza è stata citata, come riferimento, di recente, in un altro verdetto della Cassazione (del 9 ottobre scorso) che ha confermato l’arresto di un ladro, stabilito dalla Corte di appello di Firenze.

Ciò crea un precedente, sulla cui base si fonda il provvedimento cautelare a carico di Bossetti: al ladro era stato prelevato un campione di DNA a sua insaputa, ossia attraverso i mozziconi di sigaretta che lo stesso aveva fumato durante l’interrogatorio, in caserma.

Anche il muratore di Mapello non era a conoscenza che gli investigatori stessero cercando il suo profilo genetico, quando lo hanno sottoposto a un finto etilometro, qualche giorno fa.

La Cassazione scrive che il prelievo del DNA non è atto invasivo e costrittivo, dunque, non richiede l’osservanza delle garanzie difensive: va, inoltre, ricordato che a carico di Bossetti vi sono anche altri gravi indizi, derivanti dalle analisi delle celle telefoniche, che rinforzano il quadro indiziario.

A tutto ciò, si aggiunga che le verifiche sulle celle telefoniche non sono ancora terminate, come non sono finite le analisi del RIS di Parma, il quale si è recato a casa del presunto assassino a sequestrare dei capi di vestiario e, cogliendo l’occasione, a ricercare qualsiasi traccia di sangue (mediante l’utilizzo del Luminol), che, anche a distanza di quattro anni dal fatto, potrebbe essere ancora trovata.

Al fine di pervenire a tracce organiche rilevanti, comunque, saranno analizzati anche gli attrezzi del mestiere dell’indagato, nonché la sua auto e l’autocarro usualmente utilizzato per il lavoro.

La strategia della difesa è quella di non chiedere più una nuova comparazione tra il DNA ritrovato sugli indumenti della ragazzina e quello di Bossetti, bensì un nuovo esame genetico, visto che gli esiti comparativi di quattro laboratori differenti ne hanno stabilito l’identità. Ciò nasce dalla convinzione, per gli avvocati dell’indagato, che le prove debbano crearsi in contraddittorio.

Sorge spontanea una domanda: e se non fosse possibile un nuovo prelievo? Gli avvocati, non sembrano preoccuparsene più di tanto, in quanto, ove così fosse, ne trarrebbero le dovute conseguenze, in base al Codice penale, adombrando l’eccezione di inutilizzabilità, in dibattimento, della prova del DNA.

È, dunque, sul fronte genetico che si gioca la partita più dura tra accusa e difesa.

L’incertezza dell’esame del DNA

I casi di cronaca più recenti raccontano, quindi, una spaccatura, circa la certezza assoluta che garantirebbe un’eventuale test del DNA sul soggetto ritenuto responsabile del reato.

Se da un lato, infatti, molti, soprattutto coloro che non sono addetti ai lavori, ritengono l’analisi genetica un metodo infallibile, per la risoluzione dei più complicati casi di cronaca, diversi tra gli esperti di criminalità la pensano esattamente nella maniera opposta. Tra questi ultimi, uno dei massimi esponenti è certamente Giancarlo De Cataldo, giudice di Corte d’Assise a Roma e scrittore (è lui l’autore di “Romanzo criminale”): egli parte dalla convinzione per cui quello del DNA sia un mito da sfatare.

Alla scienza si chiedono certezze che non sempre, anzi quasi mai, sono di questo mondo.

E ciò sarebbe spiegato, secondo il giudice, da una sentenza della Cassazione che indicherebbe l’accidentato rapporto tra prova scientifica e giudizio, evidenziandone i punti critici: la mancanza di cultura scientifica dei giudici; gli interessi che di volta in volta soggiacciono alla base delle opinioni degli esperti; le negoziazioni occulte fra i membri della comunità scientifica; la drammaticità e la complessità di esaminare con sguardo neutro alcuni fatti; la provvisorietà e la mutabilità delle opinioni scientifiche; la manipolazione dei dati che si potrebbe verificare in taluni casi.

Nei moderni sistemi, improntati a una sana diffidenza nei confronti della fase investigativa, le modalità di raccolta e di analisi della prova sono importanti quanto la prova stessa. Prima di affermare che quell’impronta genetica appartenga con certezza a Mister X, occorre sapere come sia stata raccolta ed escludere il rischio di contaminazioni accidentali.

Per giunta, l’esito stesso dell’analisi non è, talvolta, esente da critiche (un DNA abbondante e fresco offre maggiori garanzie di uno esiguo e risalente nel tempo).

De Cataldo, riferendosi all’omicidio di Yara Gambirasio, sottolinea come spetti all’accusa dimostrare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che l’impronta genetica è stata rilasciata da Mister X, mentre commetteva il delitto.

E il problema non è di poco conto: basti pensare che anche gli americani, con il loro consueto pragmatismo, da tempo hanno deciso di affrontarla di petto, arrivando a considerare valida una prova scientifica, solo se rispetta determinati requisiti (l’accettazione da parte della comunità scientifica della prova, la possibilità di sottoporre questa a verifiche che inducano risultati difformi da quello originariamente perseguito; l’analisi della percentuale di errore, sul presupposto che non si possa mai parlare di certezza assoluta; l’esistenza di pubblicazioni su riviste di settore autorevoli).

Cosa dice la legge italiana sull’esame genetico come prova in un processo penale?

In tale campo opera la c.d. genetica forense, disciplina che, seppur giovane, conosce già molte applicazioni: per la ricerca di varianti genetiche che influiscano sulla capacità d’intendere e volere dell’imputato; per attribuire un’identità a una persona fisicamente individuata, ma non anagraficamente; per ricostruire rapporti di parentela.

Senza scordare che si intravedono possibili applicazioni future, gravide di implicazioni etiche e giuridiche, come quella di adoperarla come tecnica predittiva di comportamenti umani futuri.

Le risorse della genetica, tuttavia, vengono sfruttate, soprattutto, per risalire da una traccia biologica a chi l’ha lasciata. In questa forma, il procedimento si snoda lungo alcune fasi: incomincia con l’individuazione e la raccolta del reperto (di solito lo si cerca sul luogo del delitto o sul corpo della vittima, ma non è escluso che si mostri utile del materiale trovato altrove); dalla traccia viene, quindi, estratto il profilo del DNA, ossia una sequenza alfa numerica da questo ricavata e caratterizzante ogni singolo individuo (secondo quanto previsto dall’art. 6, lett. b) della legge n. 85 del 30 giugno 2009).

L’esito viene, infine, paragonato con altri profili, custoditi in databases (il più importante dei quali è la banca dati nazionale del DNA, regolata dall’art. 7 l. n. 85 del 2009 che però non è ancora entrata in funzione), oppure ottenuti prelevando appositamente materiale organico da un individuo.

Una sola differenza è sufficiente ad escludere che due profili vengano dalla stessa persona.

Se, invece, le sequenze sono sovrapponibili, si può concludere che i due soggetti siano la medesima persona: concettualmente si tratta di una valutazione probabilistica, ma quest’ultima può essere talmente alta da rasentare la certezza.

Se la banca dati non fornisce riscontri positivi, si allarga lo screening secondo la tecnica del familial searching, ossia si va alla ricerca non d’un profilo identico, ma d’una corrispondenza parziale che segnali un vincolo di parentela fra la persona schedata e quella che ha lasciato la traccia.

Incontriamo, qui, la “ricaduta processuale” d’un tratto eminente dell’informazione genetica: essa è in parte condivisa dai membri d’uno stesso nucleo familiare. In ambito giuridico, questa caratteristica è destinata ad aprire problemi vertiginosi: la memorizzazione in banca dati del profilo d’un soggetto implica una sorta d’inserimento “virtuale” dei consaguinei, quand’anche per costoro mancassero i presupposti a cui la legge subordina la schedatura.

Inutile dire che queste informazioni non possono fondare un giudizio di colpevolezza; ma potrebbero consentire, quantomeno, di estromettere un individuo dall’indagine, o per restringere la cerchia dei sospettati ed indirizzare, così, il proseguo dell’investigazione.

Il test del DNA è entrato nel processo, per la prima volta, in una vicenda statunitense del 1987.

Nel nostro codice, si è tardato, invece, a regolare la fattispecie, con gli inconvenienti di questo assetto che si mostrano subito: le conoscenze scientifiche sono cresciute rapidamente e la prova è diventata, presto, affidabile: l’ordinamento non poteva rimanere impassibile.

Ne deriva una stagione travagliata, con la giurisprudenza che tenta di colmare la lacuna in vari modi, sfruttando la disciplina dei mezzi di ricerca della prova, avvallando gli stratagemmi escogitati dagli organi investigativi, valutando come elemento a carico il rifiuto della persona sottoposta all’indagine di concedere un campione biologico.

Una disciplina organica è stata introdotta nel 2009, con la l. n. 85.

È opportuno sottolineare che le disposizioni che governano la fase delle indagini preliminari, inopportunamente trascurate dalla legge che disciplina la prova del DNA, mostrano gravi carenze, in merito al contraddittorio: il difensore può partecipare, ma è difficile che riesca a farlo, perché non ha diritto al preavviso (artt. 356 c.p.p. e 114 disp. att. c.p.p.).

Come si inserisce, in questo contesto, il prelievo del campione genetico?

L’intervento è ritenuto possibile in presenza di due elementi: il delitto per cui si procede deve essere doloso, consumato o tentato, per cui la legge stabilisce la pena all’ergastolo o della reclusione superiore nel massimo a tre anni. Ciò non porta gravi problemi, quando gli accertamenti sono disposti in dibattimento, in quanto l’imputazione ha già passato il vaglio dell’udienza preliminare. Nella fase investigativa, invece, il requisito non può essere così inteso: se il gip dovesse limitarsi a prendere atto che la notizia di reato scavalca il limite di pena indicato dalla legge, il pubblico ministero potrebbe gonfiare artificialmente l’addebito ed il controllo del giudice risulterebbe inutile.

Il secondo requisito impone che il prelievo sia assolutamente indispensabile alla prova dei fatti. Ne deriva che, laddove il soggetto cui viene richiesto di sottoporsi al test non acconsenta, l’esame possa essere esperito ugualmente (si parla, allora, di prelievo coattivo) a patto che la coazione costituisca solo “l’ultima spiaggia”: non vi si potrà ricorrere, quando il materiale biologico o il profilo genetico siano reperibili in altri modi.

Notazioni conclusive

Sia dai fatti di cronaca sia dalle posizioni di diversi “addetti ai lavori” si evince come il test genetico a cui possono, a determinate condizioni di legge, essere sottoposti gli indagati non è infallibile come si crede.

Esso, infatti, porta con sé un esito meramente probabilistico, anche se in grado di lasciare poco spazio alle incertezze.

Inoltre, l’esame in analisi non è in grado di fornire elementi sufficienti, per decretare la colpevolezza o meno del soggetto indagato, ma, al massimo, consente di decidere se vi siano i presupposti o meno per passare dalla fase delle indagini preliminari a quella processuale, ossia se la persona sottoposta all’esame possa essere considerata non più come indagato, bensì come vero e proprio imputato.

Nemmeno la scienza, quindi, è in grado di dare risposte certe al cento per cento.


http://www.studiolegalebellini.eu/la-prova-del-dna-nel-processo-penale/



Molto sinteticamente, come ho già detto in passato, il DNA individua una persona ma non dice che è l'assassino.


Prosièguo dalla discusione: http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=354887


Ultima modifica di Wolframio il 08/12/2014, 17:49, modificato 1 volta in totale.


_________________
“El saòn no’l sa gnente, l’inteligente el sa poco, l’ignorante el sa tanto, el mona el sa tuto!”
Top
 Profilo  
 

Essere Interdimensionale
Essere Interdimensionale

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 8132
Iscritto il: 24/01/2011, 14:04
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 08/12/2014, 17:53 
Cita:
Wolframio ha scritto:
Molto sinteticamente, come ho già detto in passato, il DNA individua una persona ma non dice che è l'assassino.


Ti quoto e ribadisco che questo lo sanno molto bene anche in tribunale.

Tuttavia, non dimentichiamo, esistono anche i processi indiziari.



_________________
"Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te hanno perso la testa, forse non hai afferrato bene la situazione" - Jean Kerr

"People willing to trade their freedom for temporary security deserve neither and will lose both" - Benjamin Franklin
"Chi e' disposto a dar via le proprie liberta' fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non otterra' né la liberta' ne' la sicurezza ma le perdera' entrambe" - Benjamin Franklin

"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

"Guardati dalla maggioranza. Se tante persone seguono qualcosa, potrebbe essere una prova sufficiente che è una cosa sbagliata. La verità accade agli individui, non alle masse." – Osho

Immagine
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 22378
Iscritto il: 08/07/2012, 15:33
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 08/12/2014, 18:23 
Cita:
zakmck ha scritto:

Tuttavia, non dimentichiamo, esistono anche i processi indiziari.


O sommari...



_________________
la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
Top
 Profilo  
 

Essere Interdimensionale
Essere Interdimensionale

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 5021
Iscritto il: 05/12/2008, 20:52
Località: Regno di Raziel
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 17/12/2014, 22:04 
Yara Gambirasio, giorno della scomparsa Bossetti per un’ora vicino alla palestra

Il nuovo particolare emerge dai filmati di alcune telecamere che hanno immortalato il furgone bianco del muratore di Mapello e dal racconto di un testimone

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12 ... a/1282151/


Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 10377
Iscritto il: 01/11/2011, 19:28
Località: Astana
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 25/01/2015, 14:47 
Come finirà questa storia?.
Bossetti innocente o Bossetti colpevole?
Ignoto1 chi è?
Le telecamere, le celle telefoniche sono da buttare?
Alfano è da prendere a calci ?
Teniamo da parte gli euro del Quantitative easing casomai ci sarà da risarcire la Famiglia Bossetti?


Ultima modifica di Wolframio il 25/01/2015, 14:56, modificato 1 volta in totale.


_________________
“El saòn no’l sa gnente, l’inteligente el sa poco, l’ignorante el sa tanto, el mona el sa tuto!”
Top
 Profilo  
 

Grigio
Grigio

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 2780
Iscritto il: 13/11/2009, 23:29
Località: Palermo
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/01/2015, 21:15 
Yara, svolta clamorosa. "Il Dna mitocondriale
di Bossetti non coincide con quello di Ignoto 1"


Svolta nel caso di Yara Gambirasio: sul corpo della vittima non c'è traccia del Dna mitocondriale di Massimo Giuseppe Bossetti, in carcere dal 16 giugno scorso con l'accusa di aver ucciso, con crudeltà, la 13enne di Brembate di Sopra. Emerge dalla relazione del consulente della procura in possesso dell'Adnkronos.

Si è sempre parlato della traccia mista - Dna della vittima e di 'Ignoto 1' - trovata sugli slip di Yara come la 'prova regina' contro il muratore 44enne, in carcere dal 16 giugno scorso e accusato dell'omicidio della 13enne di Brembate di Sopra, scomparsa il 26 novembre 2010 e trovata in un campo di Chignolo d'Isola tre mesi dopo, ma la scienza sembra sconfessare se stessa. Nella relazione, in possesso dell'Adnkronos, in cui Carlo Previderè, ricercatore responsabile del laboratorio di genetica forense dell'Università di Pavia e chiamato dal pm di Bergamo Letizia Ruggeri ad analizzare la presenza di peli e capelli sul corpo della vittima, si mostra l'analisi del Dna mitocondriale. Ebbene da una semplice tabella si evince come il Dna mitocondriale di Bossetti, estratto dal campione 31G20 della relazione del Ris (la traccia trovata sugli slip della vittima, ndr), non coincide con quello di 'Ignoto 1'. A Previderè spetta il compito di comparare i capelli e i peli trovati sul corpo della vittima con il Dna della vittima e con 'Ignoto 1' il cui profilo del campione mitocondriale è reso disponibile dal Ris di Parma che a loro volta lo rilevano dalla relazione a firma del consulente Emiliano Giardina. Per risalire invece al profilo di Yara si chiede un campione di tessuto osseo dello spessore di circa due centimetri prelevato dal femore. Ma qui sorge la prima anomalia: il «semplice confronto di tali profili aplotipici consentì di realizzare immediatamente di essere in presenza di un unico profilo apolitico mitocondriale» scrive Previderè nella sua relazione e tale profilo «era certamente attribuibile alla vittima e non al soggetto definito 'Ignoto 1', come indicato nella relazione del consulente del pm, dottor Giardina».
Un errore che vuol dire che il Dna di 532 persone, o meglio di 532 donne, non è stato confrontato con quello della persona sospettata di aver ucciso Yara ma con quello della vittima. Una svista, ma le anomalie non finiscono qui. La traccia trovata sugli slip della vittima mostra una traccia abbondante del Dna cellulare del 44enne muratore, ma inspiegabilmente secondo i genetisti non contiene una quantità tale di Dna mitocondriale tanto che i Ris di Parma non sono stati in grado di dire, con certezza, se sul corpo della vittima ci fosse sangue, saliva o sperma di 'Ignoto 1'. Un risultato difficile da spiegare: il Dna cellulare, unico per ciascun individuo, contiene al suo interno il Dna mitocondriale che caratterizza la 'linea femminile' della discendenza. Non solo il Dna cellulare di Bossetti non coincide con quello mitocondriale, ma scientificamente risulta complicato giustificare una traccia abbondante di Dna cellulare e l'assenza di quello mitocondriale.
DUE CAPELLI DI UNA STESSA PERSONA
Dall'analisi dei capelli e dei peli trovati sul corpo di Yara Gambirasio, è stato possibile identificare «150 formazioni pilifere umane, la maggior parte delle quali provviste di bulbo». È uno dei passaggi della relazione in possesso dell'Adnkronos firmata da firmata da Carlo Previderè, ricercatore responsabile del laboratorio di genetica forense dell'Università di Pavia, incaricato dal pm di Bergamo Letizia Ruggeri di analizzare i capelli e i peli trovati sul corpo della vittima. Di questi 94 su 101 sono risultati «perfettamente sovrapponibili» con quelli di Yara Gambirasio, altri sette invece «hanno mostrato un aplotipo mitocondriale diverso da quello della vittima e da quello identificato come componente minoritaria del campione 31G20», il campione in cui il Dna di Yara era misto a quello di 'Ignoto 1', o meglio spiega il consulente «nessuna è risultata attribuibile a Massimo Giuseppe Bossetti». Tuttavia, due di queste formazioni pilifere, trovate sulla felpa e sulla maglietta di Yara «mostravano il medesimo aplotipo mitocondriale», ossia «potevano essere attribuibili ad un unico soggetto» da identificare tra quelle 532 persone la cui traccia genetica è stata 'catalogata' in un database e contenute in una precedente consulenza.

http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/yara_bo ... 4422.shtml


Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 22378
Iscritto il: 08/07/2012, 15:33
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/01/2015, 22:27 
Incompetenti allo sbaraglio.

Dove sono tutti i giustizialisti?

Questi idioti che hann ocondotto le indagini verranno indagati a loro volta? Bossetti ora deve fargli sputare sangue ed €



_________________
la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 10377
Iscritto il: 01/11/2011, 19:28
Località: Astana
 Oggetto del messaggio: Re: Trovato il corpo di Yara
MessaggioInviato: 03/02/2015, 22:08 
Yara Gambirasio, tutti i rischi dell’affidarsi alla sola prova del Dna

di Luca D'Auria | 1 febbraio 2015

Immagine


In questi giorni fa enorme scalpore la notizia del possibile crollo della “prova regina” contro Massimo Giuseppe Bossetti nella vicenda di Yara Gambirasio, la tredicenne uccisa il 26 febbraio 2011 in provincia di Bergamo. Per l’ennesima volta la stampa discute del valore della prova del Dna come se questa, a differenza degli strumenti probatori, debba rappresentare un elemento certo a prescindere da tutto. Con questa illusione tante indagini tradizionali vengono tralasciate con il rischio che se qualcosa va storto tutto crolli.

Questo è un gravissimo errore: la prova del Dna, come la testimonianza, può essere un elemento decisivo ma tutti conoscono il rischio delle false impressioni e degli errori di riconoscimento; per il Dna è lo stesso: si tratta di un materiale biologico che può essere trovato sulla scena del crimine nelle condizioni più varie ed a seconda di queste può offrire risultati probatori assai differenti tra loro. Ed ancora: come la testimonianza può subire distorsioni nella fase del recupero delle immagini, così le operazioni di laboratorio per l’analisi della traccia possono portare ad un prodotto non completamente affidabile. Ciò detto in questo caso specifico c’è qualcosa che appare realmente incomprensibile.

Ritengo che un esempio faccia comprendere molto meglio di qualsiasi altra considerazione. Si immagini di trovare sul luogo del delitto la carta d’identità intestata ad un certo signore e poi, aprendo il documento, si scopra che la foto ed i dati non appartengono a costui ma ad un terzo e che di questo terzo non vi siano altri elementi sulla scena. Per andare oltre la metafora: il Dna cellulare di Bossetti contiene un Dna mitocondriale di un’altra persona e non esiste, sulla scena del crimine, traccia di Dna cellulare di questo (nuovo) ignoto, né Dna mitocondriale di Bossetti. Ed il Dna vive assieme a quello mitocondriale, salvo separarli con un’operazione non certamente possibile per l’uomo comune.

Ma c’è di più. Il Dna cellulare di Bossetti è stato ritenuto “fresco”: come è possibile che, unitamente ad un Dna cellulare fresco, non vi sia anche la parte di corredo genetico mitocondriale che, oltretutto, ha una resistenza maggiore alla degradazione (il Dna mitocondriale viene utilizzato per identificare i resti umani dell’antichità)? Non è finita: com’è possibile che dopo tanti mesi dopo l’omicidio il Dna cellulare sia così ben conservato, se gli agenti atmosferici hanno distrutto quello mitocondriale? Ciliegina finale: nessuno potrà più ripetere gli esami perché il materiale è stato utilizzato tutto dalla Procura.

Certamente questa vicenda potrebbe scatenare l’interesse del maggior organo di vigilanza al mondo sull’utilizzo della prova del Dna e cioè l’Innocence Project. Nel caso di specie non è in questione, come si dice genericamente, la prova del Dna ma l’attenzione che vorrà porre su accadimenti tanto stupefacenti il giudice chiamato a decidere sulla colpevolezza dell’imputato. In questo senso ritengo sia necessario l’apporto decisivo della famiglia del detenuto, per il tramite di esperti in scienze forensi (genetisti e criminologi). Quanto è emerso apre infatti scenari assai contorti.

Source: Yara Gambirasio, tutti i risch... del Dna - Il Fatto Quotidiano



_________________
“El saòn no’l sa gnente, l’inteligente el sa poco, l’ignorante el sa tanto, el mona el sa tuto!”
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 11074
Iscritto il: 04/12/2008, 15:57
 Oggetto del messaggio: Re: Trovato il corpo di Yara
MessaggioInviato: 04/02/2015, 17:07 
Ora si ragiona concretamente.


Dunque c'è il DNA cellulare di Bossetti ma non quello mitocondriale, che dovrebbe essere presente e più resistente del primo,
mentre al contrario c'è quello mitocondriale di un ignoto ma non quello cellulare (il che invece è facilmente spiegabile).


Per la seconda penso sia facile rispondere ipotizzando quello di cui si era sempre parlato anche ufficialmente, ossia la presenza di un soggetto terzo rispetto alla vittima e all' unico sospettato:

il DNA di costui infatti sarebbe quello mitocondriale trovato, mentre quello cellulare si sarebbe già degradato come logico.

La presenza del DNA cellulare di Bossetti indica che anche lui era presente
(quindi io continuo a dire che se pure non ha fatto tutto da solo, c' entra qualcosa. Per me è lo scemo del villaggio a cui è stato fatto fare il lavoro sporco)


Il mistero è che fine abbia fatto il DNA mitocondriale di Bossetti, che avrebbe dovuto essere sulla scena.

L' ipotesi di Wolframio, che qualcuno abbia trafugato del materiale genetico a Bossetti e lo abbia messo sulla scena, non regge perchè in tal caso ci sarebbe stato anche il DNA mitocondriale.

Nessuno si sarebbe preso la briga di separarli creando questo problema, e oltrettutto occorrono mezzi non a disposizione di tutti.


Incredibile che il DNA di più di mezzo migliaio di donne sia stato confrontato non con quello di Bossetti ma con quello di Yara.

E' la prova che le indagini sono state condotte in maniera non seria.


Tutto ciò, eccetto il mistero del DNA mitocondriale scomparso, che effettivamente nessuno sa cosa possa significare,

porta di nuovo alla ipotesi che si era fatta da tempo: Bossetti come esecutore di un rapimento (non dimentichiamo le altre prove, come il furgone) per conto terzi, che sono in alto e protetti dalle indagini opportunamente sviate.

Ora che il materiale genetico è esaurito il caso si arenerà o perlomeno non sarà possibile effettuare nuovi test del DNA.


Ho sbagliato da qualche parte?



_________________
Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 10377
Iscritto il: 01/11/2011, 19:28
Località: Astana
 Oggetto del messaggio: Re: Trovato il corpo di Yara
MessaggioInviato: 04/02/2015, 21:32 
Intervista a Claudio Salvagni - da Radio Radicale

sabato 31 gennaio 2015

Massimo Bossetti. Alla procura di Bergamo la prova del Nove non è riuscita...

Cliccate sul File Audio pubblicato sopra gli articoli (intervista Claudio Salvagni) per avere un quadro esaustivo di ciò che si è fatto a Bergamo contro Massimo Bossetti. Potrete scoprire come si sono svolte le fasi che hanno portato ad individuare ignotouno, cosa abbia in realtà stabilito il giudice del riesame e tanto altro.

Immagine
E' la registrazione dell'intervista fatta all'avvocato Claudio Salvagni da Giandomenico Caiazzo - nell'ambito della sua rubrica "il Rovescio del Diritto" in onda su Radio Radicale.



L'avvocato Salvagni dimostra di essere un grande combattente quando ci descrive, senza filtrare nulla come invece farebbero altri, uno spaccato su come sono state gestite le indagini e i periti durante l'indagine e la ricerca del Dna tanto bramato.

Source: Volandocontrovento - il blog d...va del Nove non è riuscita...


Io invece ribadisco ancora una volta che la presenza del DNA cellulare di Bossetti NON indica che anche lui era presente.
Non esiste nessuna prova contro Bossetti.



_________________
“El saòn no’l sa gnente, l’inteligente el sa poco, l’ignorante el sa tanto, el mona el sa tuto!”
Top
 Profilo  
 

Grigio
Grigio

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 2731
Iscritto il: 17/01/2012, 17:31
Località:
 Oggetto del messaggio: Re: Trovato il corpo di Yara
MessaggioInviato: 05/02/2015, 10:49 
ma smettila di difendere quel ********, solo il suo povero avvocato malato di mente lo difende e si inventa quella pistolinata del dna che non è suo, tutti gli scienziati dicono che è suo il dna ed è giusto il test. è un pollo bossetti saranno stati in 3-4 a fare qeulla cosa e si è preso la colpa solo lui dato che gli altri erano stranieri e sono scappati chissà dove.


Top
 Profilo  
 
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 1442 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1 ... 38, 39, 40, 41, 42, 43, 44 ... 97  Prossimo

Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
Oggi è 18/06/2025, 21:55
© 2015 UfoPlanet di Ufoforum.it, © RMcGirr83.org