17/11/2014, 19:31
Aztlan ha scritto:Thethirdeye ha scritto:MaxpoweR ha scritto:
dubito fortemente ne abbia letto un solo rigo sto mentecatto.
Io invece temo lo abbia letto e che lo abbia trovato una fig.ata.....
Temo anche io...
I suoi parlamentari saranno una banda di leccakulo incompetenti e firmacarte,
ma lui sa quello che fa... e lo vuole!
01/12/2014, 18:05
L'America stanca del Black Friday, vendite giù dell'11% nel weekend del Ringraziamento
Gli americani si mostrano sempre meno entusiasti all'idea di lunghe file, e magari resse, ai centri commerciali per aggiudicarsi una super offerta appena finito il tacchino del Ringraziamento. I dati diffusi oggi dalla National Retail Federation infatti conferma che il 'black friday", il tradizionale arrembaggio a mall e negozi all'indomani del Ringraziamento con cui si inizia lo shopping natalizio, quest'anno è stato un vero flop, con le vendite scese dell'11%.
Gli americani hanno speso negli ultimi quattro giorni - sono stati infatti moltissime le grandi catene che hanno anticipato già al giovedì, il giorno del Ringraziamento, l'inizio dei saldi - 50,9 miliardi di dollari, con un netto calo rispetto ai 57,4 miliardi del 2013 , quando già si è registrata una flessione delle vendite rispetto all'anno precedente. Ci si aspetta quindi un calo anche per quest'anno, ma la realtà è stata più negativa delle previsioni, dal momento che 6 milioni in meno di americani, rispetto a quanto stimato, si sono effettivamente recati a fare shopping durante il 'ponte'.
Diversi fattori di questo calo, a partire dal costante aumento del numero degli americani che preferisce lo shopping online, che anche per questo black friday ha conosciuto una netta crescita, più 15% Ma anche per l'online si prospetta una stagione difficile, e oggi si prevede che cali anche il numero delle persone che compreranno durante il Cyber Monday, diventato da anni la versione online del Black Friday. Insomma, gli americani appaiono meno disposti del passato a buttarsi subito a capofitto nelle offerte, come testimoniava uno studio diffuso nei giorni scorsi sempre dall'associazione dei consumatori che registra come il 31,6%, un più 2%, rispetto allo scorso anno, intende aspettare a fare gli acquisti natalizi per verificare che le offerte siano veramente convenienti.
04/12/2014, 04:52
04/12/2014, 22:27
mik.300 ha scritto:Aztlan ha scritto:Thethirdeye ha scritto:
[quote]MaxpoweR ha scritto:
dubito fortemente ne abbia letto un solo rigo sto mentecatto.
Io invece temo lo abbia letto e che lo abbia trovato una fig.ata.....
Temo anche io...
I suoi parlamentari saranno una banda di leccakulo incompetenti e firmacarte,
ma lui sa quello che fa... e lo vuole!
05/12/2014, 16:06
07/12/2014, 10:05
07/12/2014, 12:54
07/12/2014, 14:28
Thethirdeye ha scritto:
Che spettacolo ragazzi..... non so voi, ma io comincio ad essere
davvero ottimista per le sorti del pianeta.....Déjà vu. Nel 2007 fu l'immobiliare. Ora sarà il petrolio
a scatenare crisi finanziaria mondiale?
Allarme default. JP Morgan: "Se i prezzi del petrolio rimarranno
a $65 per tre anni, a rischio il 40% junk bond emessi dalle società
energetiche".
http://www.wallstreetitalia.com/article ... diale.aspx
08/12/2014, 02:27
12/12/2014, 01:16
Il giro del mondo della capasanta bretone: pescata in Francia, pulita in Cina per finire nei nostri piatti
La trasparenza non sembra mai essere troppa quando si tratta di alimenti. Se dal 13 dicembre 2,5 milioni di italiani che soffrono di allergie alimentari potranno acquistare prodotti o ordinarli al ristorante senza il timore di riempirsi di bolle grazie all’applicazione delle nuove direttive europee, molto è ancora da fare nella tracciabilità delle materie prime. Gli effetti della globalizzazione, infatti, si fanno sentire anche e soprattutto sul cibo che mettiamo a tavola di cui ignoriamo la provenienza.
Se lo scorso anno abbiamo mangiato le lasagne Findus farcite con carne di cavallo spacciato per manzo, che proveniva dalla Romania, veniva insaccato in Polonia e lavorato in Gran Bretagna, in questa fine anno potremmo cenare con le capesante sino- francesi. A darne notizia il giornale Le Telegramme, ripreso dalla tv e dai quotidiani nazionali, che racconta come le capesante pescate in Bretagna, prima di venire trattate in Francia, facciano un lungo viaggio verso la Cina per essere lavate e scrostrate. Si tratta di almeno dieci milioni di esemplari che dopo essere stati insaccati nello stabilimento di Celtarmor, a Saint-Quay-Portrieux,vengono imbarcati in una nave cargo che li porterà nel lontano Oriente. Alla fine del processo di pulizia il ritorno nella fabbrica Celtigel a Plélo, dove le capesante vengono cotte e inserite nei pasti pronti. Nonostante alcuni consorzi locali stiano cercando di sanare questa stortura, chiedendo aiuti all’Ue e coinvolgendo i lavoratori della regione, il risparmio sulla delocalizzazione è indubitabile. Secondo Georges Brézellec, vice-presidente del consorzio Cobrenordil: “Mi rendo conto dell’assurdità delal situazione ma la differenza di salario dell’operaio cinese è cento volte inferiore a quello francese”. I#8201;numeri vincono: il pendolarismo della capasanta è destinato a durare. (L.B.)
14/12/2014, 17:48
14/12/2014, 19:59
14/12/2014, 21:44
14/12/2014, 23:48
MaxpoweR ha scritto:
volendo dove si può acquistare una cosa del genere? Hai visto mai...
19/12/2014, 14:43