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mik.300 ha scritto: http://milano.corriere.it/notizie/crona ... bc0e.shtmlGiovane cade in una trappola
Aggredito con acido e martello
Una donna gli ha versato addosso liquido corrosivo mentre un uomo ha cercato di colpirlo con la mazza senza riuscirci. Il 22enne ricoverato in ospedale: non è grave
La donna è riuscita a versare addosso al giovane la sostanza, procurandogli ferite al volto e all’addome, mentre l’uomo è stato bloccato prima che potesse colpirlo con il martello. Il giovane, un 22enne di cui per il momento non sono state fornite le generalità, è stato ricoverato all’ospedale Niguarda: le sue condizioni comunque non sono gravi. L’aggressore, invece, è stato fermato dagli uomini della polizia, intervenuti sul posto. Ancora da chiarire i dettagli: pare comunque che
all’origine dell’aggressione vi siano motivi sentimentali. http://milano.corriere.it/notizie/crona ... cfb4.shtml«Una ragazza reticente, falsa e spocchiosa»
Il 30enne, arrestato dalla polizia subito dopo l’aggressione, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Martina Levato è stata riconosciuta dal padre di Barbini mentre si aggirava per i corridoi della Questura in seguito all’arresto di Boettcher, e ulteriori riscontri sul suo ruolo sono arrivati dal racconto della vittima e dall’analisi degli sms memorizzati nel suo telefono cellulare. È stata quindi arrestata nella casa dove vive insieme ai genitori a Bollate, nell’hinterland milanese. L’acido è stato invece trovato in una casa affittata da Boettcher, nato in Germania ma residente da anni a Milano, che si era presentato in via Giulio Carcano armato di martello.
La giovane era già stata denunciata nel maggio scorso da un altro uomo , anch’egli studente alla Bocconi. Secondo la denuncia, la Levato avrebbe tentato di evirare il ragazzo. «La conseguenza di un fatto così grave non può che essere la custodia cautelare in carcere», ha spiegato il pm di Milano Marcello Musso intervenendo in aula dopo l’interrogatorio della ragazza. «Martina Levato si è dimostrata una bocconiana reticente, falsa e spocchiosa - ha proseguito - . La sua confessione è tale perché l’hanno beccata con le mani nella marmellata ma non ci ha detto chi ha teso la trappola». Il difensore della studentessa, avvocato Paola Bonelli, ha sostenuto la necessità di «valutare la capacità di intendere e di volere» della giovane, opponendosi alla misura della custodia cautelare in carcere che «avrebbe effetti deleteri su una persona che presenta già diverse fragilità».
Triangolo ossessivo
Secondo gli inquirenti la vicenda di Martina Levato e Alexander Boettcher «non ha precedenti» per il tipo di relazione che si era creata tra la studentessa bocconiana e l’uomo, sposato da sette anni, e per il modo in cui i due hanno cercato di coinvolgere l’ex fidanzato in un «triangolo ossessivo» per poi punirlo e vendicarsi. La polizia, che ha ascoltato sia il padre della vittima che, in parte, anche il ragazzo ancora ricoverato al Niguarda, per ricostruire quanto accaduto ha letto i messaggi WhatsApp che Levato e Boettcher hanno inviato dal giugno scorso al giovane. Soprattutto Martina Levato in questi messaggi avrebbe descritto la «relazione totalitaria e morbosa» che aveva con l’uomo con dettagli che, come chiarito dagli investigatori, «ci hanno lasciato a bocca aperta, allibiti». Intanto, sempre stando a quanto spiegato dalla polizia, le condizioni del giovane sono ancora gravi e resta sedato. Anche se non è in pericolo di vita, infatti, il ragazzo, che da anni studia economia a Boston e torna in Italia solo per le vacanze, dovrà restare in ospedale a lungo e ci vorrà anche tempo per capire se abbia subito gravi danni a un occhio.
Bisturi e cicatrice
Martina Levato ha sul viso una piccola cicatrice a forma di «A» che si sarebbe fatta incidere come gesto di «eterna dedizione» nei confronti dell’uomo. Gli agenti quando sono entrati nell’appartamento in zona Navigli che l’uomo utilizzava per i suoi incontri con la giovane, oltre a sequestrare cinque flaconi di acido muriatico hanno trovato anche un bisturi e del cloroformio. Agli investigatori che gli hanno chiesto a che cosa gli servisse, Boettcher avrebbe risposto che utilizzava il bisturi per incidere il suo nome sul corpo delle ragazze che lo desideravano. Martina Levato, che ha cercato di difendere l’uomo anche nell’interrogatorio di oggi davanti al giudice delle direttissime, ha detto alla polizia, però, che quella cicatrice che ha sulla guancia non l’ha fatta Boettecher, ma un tatuatore.
L’agguato
«Dobbiamo consegnarle un pacco». E ancora, con insistenza: «Il suo pacco è in giacenza, non possiamo tenerlo più qui». Da tre giorni riceveva telefonate da un uomo che si presentava come addetto di una nota ditta di spedizioni. Il ragazzo, 22 anni, non attendeva nessun pacco, ma alla fine ha accettato di andare all’appuntamento, fissato per le 6 di domenica pomeriggio in via Giulio Carcano, non lontano da viale Giovanni da Cermenate. Forse insospettito, si è fatto accompagnare dal padre. Era una trappola. All’improvviso gli si sono materializzati di fronte un uomo e una donna (almeno così sembra, questa seconda figura era incappucciata):
lei gli ha scagliato addosso una vaschetta di acido; lui ha provato ad aggredirlo con un martello. Pochi secondi. Urla. Il padre del ragazzo aggredito è riuscito ad avventarsi sull’uomo e lo ha trattenuto. Chiamate di soccorso. Sul posto sono arrivate immediatamente le Volanti della polizia e le ambulanze. I poliziotti hanno bloccato l’aggressore, che ha provato a giustificarsi: «Non c’entro niente, ho solo visto la scena e ho cercato di dare un aiuto». In realtà il padre del giovane ha assistito a tutta la sequenza, ha visto la coppia spuntare dal buio, è intervenuto; l’aggressore è stato fermato e portato in questura; mentre la ragazza è riuscita ad allontanarsi. Il ragazzo invece è stato trasportato al pronto soccorso del Niguarda: ha ustioni importanti sul volto e sulle mani, ma le sue condizioni non sembravano gravissime, tanto che è entrato in ospedale in codice giallo. Poco dopo in via Carcano sono arrivati anche gli uomini della Scientifica, mentre i poliziotti dell’ufficio Prevenzione generale, guidati dal dirigente Maria Josè Falcicchia, hanno raccolto le testimonianze del padre e di alcuni passanti; le hanno confrontate con la versione dell’uomo che impugnava il martello. Nel corso della serata il quadro dell’aggressione, che è stata premeditata, come una sorta di agguato, ha iniziato a chiarirsi. All’origine dovrebbe esserci una questione sentimentale, probabilmente il 22enne ha avuto una relazione (gli investigatori cercheranno di capire di che durata e di che «entità») con la compagna o ex compagna dell’uomo che ha provato a colpirlo.