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MessaggioInviato: 22/12/2014, 12:06 
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Thethirdeye ha scritto:



La Troika, Ce, Fmi e Bce, secondo la Federazione, è dunque colpevole di aver imposto allo Stato di mettere in pratica riforme che incoraggiano la violazione dei diritti umani, mettendo davanti il bene delle banche allo scopo di scongiurare lo scoppio di una crisi sistemica.
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Norimberga... ecco cosa ci vorrebbe per questi criminali assassini...

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MessaggioInviato: 22/12/2014, 12:11 
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Atlanticus81 ha scritto:

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Thethirdeye ha scritto:



La Troika, Ce, Fmi e Bce, secondo la Federazione, è dunque colpevole di aver imposto allo Stato di mettere in pratica riforme che incoraggiano la violazione dei diritti umani, mettendo davanti il bene delle banche allo scopo di scongiurare lo scoppio di una crisi sistemica.



Norimberga... ecco cosa ci vorrebbe per questi criminali assassini...

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Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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MessaggioInviato: 22/12/2014, 14:30 
ma così,
non so se c'entra o no,
sono di ritorno dalla francia (parigi)
benzina 1,54 euro/lit
gasolio 1,24 euro/lit (!!!!!)
gpl 0,950 euro/lit (un pò caro chissà perchè..)

a titolo informativo..


Ultima modifica di mik.300 il 22/12/2014, 14:31, modificato 1 volta in totale.


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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 22/12/2014, 16:00 
L'Europa se non si sgancia dagli usa non ne vedrà mai la luce in fondo al tunnel e i nel frattempo dovremmo (come Europei) gettare le basi per riappropriarci dei mercati e degli interscambi commerciali a livello non doganale con gli Stati del Nord Africa,l'Europa attualmente è un Palazzo le cui fondamenta affondano nelle acque del mare Mediterraneo,ma non nel ricco suolo e sottosuolo del Nord Africa.


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MessaggioInviato: 06/01/2015, 11:33 
Dal declino dell'Europa può nascere un nuovo modello di sviluppo?

Cita:
TTIP o Razvitie? Un'alternativa di sviluppo per una UE più autonoma dagli Usa.

“L’opinione pubblica sa poco o nulla delle opzioni strategiche davanti alle quali si trova l’Europa : da una lato il Trattato di Parternariato Transatlantico con gli Stati Uniti, dall’altro la creazione di un enorme corridoio multi-infrastrutturale euroasiatico di sviluppo secondo nuove modalità sintetizzate dalla parola russa ‘razvitie’, che non indica solo crescita economica ma uno sviluppo integrale, culturale, civile, ambientale che la crescita include senza esaurirsi in essa”.

Ne scriveva il blog lafinanzasulweb l’aprile scorso, nel bel mezzo dell’escalation della crisi ucraina. E già allora il blog scriveva che “ad essere realistici i giochi sembrano già fatti: non si tratta soltanto del gelo calato nei rapporti fra UE e Federazione Russa per la vicenda della Crimea e della condizione sostanziale di quasi-protettorato degli Stati Uniti sull’Europa, che hanno nella NATO lo strumento più evidente.

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Il fatto è che l’accordo transatlantico è in fase avanzata di negoziazione e gli americani sperano di ottenerne a breve la firma; Razvitie invece è per ora solo un grandioso progetto avveniristico che Valdimir Yakunin, il presidente delle Ferrovie Russe ha fatto suo e ha illustrato alla prestigiosa Accademia delle Scienze Russa” lo scorso 11 marzo.

Da aprile l’ostilità dell’occidente verso Mosca è molto cresciuta, la guerra fredda è ormai in atto con danni economici visibili per l’Europa, nell’anniversario della Grande Guerra c’è chi ventila addirittura la possibilità di un nuovo conflitto mondiale. Quel che è rimasto inalterato è il silenzio dei grandi media, inspiegabile e sospetto, sul TTIP e quello ben più comprensibile su Razvitie.

Sebbene a fine giugno un convegno si sia tenuto proprio a Roma, promosso da Eurispes, Isiamed – Istituto Italiano per l’Asia e il Mediterraneo - e Millenium Bank al quale hanno partecipato esponenti delle Ferrovie di Stato italiane, della Cassa Depositi e Prestiti, della Sapienza (altri dettagli qui e qui). E sia nato un comitato italiano di coordinamento di cui fanno parte l’economista Paolo Raimondi e Marco Lettieri, già sottosegretario all’Economia del governo Prodi (vedi qui e qui ), tra i pochi stranieri invitati l’11 marzo a Mosca, e Côme Carpentier de Gourdon, studioso e consulente basato in India.

Eppure raccontare oggi le differenze fra i due progetti e la scelta di strategia geopolitica, sebbene al momento teorica, di fronte alla quale si trova l’UE, può aiutare a capire quali sono i veri giochi sottostanti all’improvvisa resurrezione di una Guerra Fredda di cui l’Europa, che con la Russia ha una continuità territoriale e con l’Asia una millenaria storia di rapporti commerciali, non sentiva davvero il bisogno.

TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership).
L’accordo transatlantico – e il suo omologo transpacifico – sono accordi commerciali per la creazione di un enorme mercato unico, espressione dell’ideologia ultraliberista, peraltro sempre più oggetto di critiche.

Gli obiettivi degli Stati Uniti appaiono chiari. Eliminando i dazi doganali, omogeneizzando gli standard, aprendo il settore dei servizi fra le due aree, promuovendo un’ulteriore liberalizzazione finanziaria e l’accesso dei privati a settori che in Europa sono pubblici, inclusa la difesa, gli Usa mirano a creare la più grande area commerciale del mondo con 500 milioni di consumatori col reddito medio più alto del pianeta e ad instaurare definitivamente in Europa il capitalismo modello americano. Un’area che, rafforzata con l’accordo ranspacifico, rappresenta la risposta strategica statunitense all’ascesa commerciale della Cina e degli altri BRICS (Brasile, Russia, India, SudAfrica). Una risposta in contrapposizione, non certo in collaborazione/cooperazione col mondo degli "emergenti".

Ma oltre a rafforzare un primato commerciale, consolidando il primato militare e politico, si tratta per gli Stati Uniti di preservare il primato monetario, vale a dire il ruolo del dollaro come moneta degli scambi internazionali.

Quali vantaggi per l’Europa? Si favoleggia di un balzo in avanti del Pil, di milioni di posti di lavoro, di una poderosa spinta che deriverebbe dal libero scambio. Ma - osserva il post su finanzasulweb – si dicevano le stesse cose alla vigilia della creazione del mercato unico tra i paesi dell’Unione Europea, soprattutto con l’allargamento dell’UE. Come si vede oggi, non è andata proprio così.

In Europa aleggiano del resto dubbi e di timori, più evidenti man mano che sindacati, alcune forze politiche e categorie economiche cominciano a realizzare le implicazioni dell’accordo, di cui si continua a non parlare altro che su qualche blog (perché tanta segretezza sulle trattative?). Le paure più consistenti sono quelle di agricoltori e allevatori, nonché dei consumatori, per l’invasione di prodotti alimentari a basso costo e con standard molto diversi da quelli europei (prodotti OGM, polli lavati col cloro o con l’alcool per farli apparire più freschi, carne agli ormoni ecc). Per non dire del rischio più grave, della protezione accordata alle multinazionali che potranno ricorrere a corti di giustizia ad hoc contro norme nazionali da cui si sentano danneggiate (es tutele dei lavoratori, norme di protezione ambientale, magari anche fiscali, vedi le società internet quasi esentasse). In pratica verrebbe ceduto alle multinazionali ogni residuo di sovranità statale ( qui Underblog)

RAZVITIE o TERB (Trans Eurasian Razvitie Belt)

Razvitie , che in italiano significa “sviluppo” , è al contrario un mega-progetto di sviluppo integrale lungo la fascia euroasiatica da realizzare in 10-20 anni con investimenti che negli anni sono stimati in migliaia di miliardi di euro e la creazione di 12 milioni di nuovi posti di lavoro nei due continenti.

Si presenta come un corridoio multi–infrastrutturale, che mira a collegare la costa russa del Pacifico con i Paesi europei fino all’Atlantico. Nel corridoio, oltre ai trasporti ferroviari e autostradali, sono previsti anche collegamenti continentali con pipeline per il gas, il petrolio, l’acqua, l’elettricità e linee cablate di comunicazioni, canalizzazioni delle acque, ecc. Lungo il suo percorso si ipotizzano parchi tecnologici e nuove città, almeno dieci.

Si prevedono anche collegamenti diretti futuri con la Cina, che del resto sta già attivamente portando avanti simili politiche di sviluppo euro-asiatico attraverso la realizzazione di moderne Vie della Seta, e con il Nord America, con la realizzazione di collegamenti ferroviari che, passando attraverso lo Stretto di Bering, potranno collegare via terra la Russia e l’Asia con l’Alaska.

La visione strategica del progetto va ben oltre la realizzazione del corridoio di transito. Si ipotizza anche lo sviluppo in profondità di una fascia di 200-300 km lungo l’intera linea per nuovi insediamenti urbani e nuovi centri produttivi, nonché almeno 10-15 tipi di nuove industrie basate su tecnologie completamente nuove. Razvitie nel progetto dei suoi ideatori non è solo un “tubo” che pompa verso l’Europa occidentale prodotti a basso costo dalla Cina ma un “polo di generazione di ricchezza pubblica” frutto di una nuova forma di cooperazione internazionale che pianifica uno sviluppo industriale e la gestione di enormi territori.

Crescita o sviluppo? Due ideologie a confronto.

“Potrebbe sembrare l’idea da visionari – scrivono Lettieri e Raimondi. Ma la Russia da tempo sta cercando di definire una strategia che non sia soltanto economica ma che sappia mobilitare e unire le forze sociali, culturali e spirituali dell’intera popolazione intorno ad un grande progetto.

In questo modo si pensa anche di affrontare la questione demografica in un Paese che ha visto negli ultimi venti anni diminuire spaventosamente i livelli di popolazione e di fertilità. Con esso si potrebbe mettere in moto anche una progressiva urbanizzazione dei territori della Siberia e dell’Estremo Oriente ancora quasi totalmente disabitati.

Del resto la Russia non è nuova a simili grandi imprese. In passato si è sempre mobilitata intorno a grandi progetti che inizialmente sembravano irrealizzabili. La costruzione più di cento anni fa della linea ferroviaria transiberiana lunga 9.300 km, il piano di elettrificazione dell’Unione Sovietica e i programmi spaziali sono gli esempi più noti.

Crescita e di sviluppo non sono sinonimi, fanno riferimento a idee molto diverse.

La prima è vista come puramente economica, fa riferimento principalmente al Pil e punta a servizi finanziari e non, in un quadro post-industriale basato sul digitale.

La seconda vede ancora nell’ industria il fattore primario dello sviluppo non solo economico ma sociale, capace di includere valori culturali e morali, e punta sulla cooperazione internazionalecome bene comune, nel rsieptto delle diverse civiltà. E’ quella che Yakunin chiama ideologia eurasiatica. Qualcosa che a noi cinici europei può suonare come un’utopia ma che comunque suona in modo assai diverso dalle aggressive mire espansionistiche che i media attribuiscono alla Russia.

Come finanziare questo progetto di neo-industrializzazione? Secondo Yakunin la realizzazione di progetti transcontinentali del genere è possibile solo attraverso la cooperazione e usando un paniere di valute. E’ l’idea dei Brics che puntano a superare il dollaro come moneta di scambi internazionali (e la stanno già mettendo in pratica). Ma è proprio questa idea a rendere impossibile una cooperazione con gli Stati Uniti, che anzi, fanno di tutto per rialzare la cortina di ferro, siolando la Russia e facendo apparire Putin come un novello Hitler. Al prevalere del dollaro – con quel che ne consegue, a partire dal sistema finanziario – è infatti legato il loro status di superpotenza dominante, per quanto in declino. Alla quale l’UE sembra soggiacere, a dispetto dei suoi interessi.

Sconcerta che il nome di Yakunin sia stato incluso nella black list redatta dagli Usa dopo la crisi in Crimea. Oltre ad essere presdente delle Ferrovie, Yakunin è infatti il fondatore e presidente del World Public Forum "Dialogue of civilizations" che da un decennio si batte per un dialogo fra fra diverse religioni e culture, e gode dello status consultivo dell'Onu.

Raimondi e Lettieri non sono così pessimisti. A loro avviso la crisi ucraina è anzi “un motivo di più per puntare su Razvitie , la cui visione strategica è proprio l’alternativa ai rischi di una nuova guerra fredda .

Il grande progetto può essere uno stimolo a uscire dalla crisi globale che ancora caratterizza l’inizio del ventunesimo secolo e un importante stimolo per un nuovo accordo della Russia con l’Unione europea e gli Stati Uniti, al fine di battere la politica di deindustrializzazione che ha colpito tutte e tre queste grandi parti del mondo”.

"L’utopia della società post-industriale è fallita e potrebbe essere superata con una nuova e moderna industrializzazione, a partire dalla Siberia, già molto più sviluppata di quanto si creda". Yakunin ha ricordato che recentemente sono già stati decisi investimenti di lungo termine (a cui partecipa la Germania) quali la modernizzazione della Transiberiana e della linea ferroviaria Bajkal-Amur.

In un mondo di scambi di beni e di tecnologie, il corridoio di sviluppo euro-asiatico potrebbe conciliare gli interessi dei tre grandi sistemi economici, creando nel contempo una garanzia di sicurezza geopolitica per tutti.

Per l’Italia i vantaggi sarebbero evidenti. E la presenza al convegno romano di tante personalità, secondo i due economisti, “significa che si comincia già a capire che con il mega progetto russo per l’Europa e per l’Italia si aprirebbero anche prospettive di modernizzazione tecnologica, di nuova occupazione e di nuovi business per le nostre imprese.

http://www.lastampa.it/Page/Id/2.0.3831436225



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MessaggioInviato: 10/01/2015, 02:09 
Ecco quando crolleranno l’Euro e l’UE:
prepariamoci al ritorno allo Stato


7 gennaio 2015

http://ununiverso.altervista.org/blog/e ... llo-stato/

Il crollo dell’euro e dell’intera UE ci verrà imposto dai mercati e dalla Germania che utilizzerà tutti gli strumenti politici a sua disposizione per uscirne nel miglior modo possibile.

Questo bene o male è risaputo, si dovrebbe invece iniziare a discutere sul quando ciò avverrà: meno saremo preparati e più sarà violento l’impatto. Per tutti.

A mio parere, la scadenza è la tanto attesa sentenza della Corte di Giustizia Europea (che potrebbe arrivare nei prossimi mesi) sull’utilizzo dello strumento non convenzionale, l’OMT, che la BCE vuole mettere in campo per sostenere l’acquisto dei titoli di debito pubblico nel mercato secondario per supportare gli stati in difficoltà che ne fanno richiesta. La Germania, in particolare la Bundesbank, si oppone fermanente all’utilizzo dell’OMT utilizzando la propria “carta del diritto”, ossia rivendicando la violazione dei trattati fondamentali europei nella parte in cui sostanzialmente si vieta di finanziare i bilanci dei paesi più deboli. Il programma inedito era stato annunciato da Mario Draghi nel 2012 quando dichiarò che avrebbe fatto di tutto per salvare l’euro.

Il motivo per cui ritengo che il punto di non ritorno sia la pronuncia dei giudici di Bruxelles è semplice, come spiego in modo più approfondito nel mio libro “Il ricatto dei mercati”, e così come anticipato in un mio intervento televisivo del mese di agosto (Tgcom24). E’ improbabile che lo scontro si risolva con un compromesso poichè, in questo intreccio fra pretese economiche e rivendicazioni giuridiche, da un lato l’istituzione tedesca non intende fare alcun passo indietro e, dall’altro, viste le condizioni in cui versa l’Eurozona, Draghi non potrà “salvare l’euro”. I tedeschi sostengono che un intervento di questo tipo comporterebbe un allentamento quantitativo (QE) che finirebbe con lo spostare, come sottolineato in un interessante e lucido articolo di Pritchard, “il rischio di credito dagli stati ad alto debito verso il centro dei creditori (una politica quasi fiscale che aggira le prerogative sovrane del Bundestag)“.

E mentre la politica italiana continua a fantasticare sulla creazione degli Stati Uniti d’Europa, la Germania ci dà una lezione di rispetto dello Stato, dichiarando che anche qualora i giudici di Bruxelles decidano di dare ragione alla BCE e salvare l’OMT, eserciterà comunque la propria sovranità non permettendo la propria partecipazione a queste condizioni, in quanto si è di fronte ad una manifesta violazione dei trattati fondamentali dell’UE. Ricordiamoci, infatti, che nell’ambito dell’Eurozona la realizzazione di accordi “straordinari” è concessa a patto che non venga violato il diritto primario comunitario.

E’ chiaro che uno scontro di questo tipo comprette non soltanto la sopravvivenza dell’euro ma anche dell’intera UE, ovvero la legittimazione delle istituzioni europee nell’ambito della politiche economiche e monetarie degli stati membri. E visto che, come non ho mai smesso di sottolineare, gli stati continuano ad essere enti sovrani, la guerra istituzionale non può che concludersi con la delegittimazione della BCE e della Corte di Giustizia Europea.

Insomma, siamo pure riusciti a farci dare una lezione di sovranità dalla Germania che, si badi bene, prima utilizza il MES (accordo extra-UE) per ottenere i salvataggi dei propri interessi finanziaria, salvo poi rivendicare il rispetto delle regole “comuni” quando si tratta di dovere anch’essa contribuire al salvataggio dell’euro, il cui destino, a questo punto, dipende dalle esigenze dei tedeschi, e credo ne rimangano ben poche da potere soddisfare, a meno che loro stessi non si ritrovino ad avere bisogno dello stesso strumento.

Credo che sia questa la spiegazione di una certa aggressività di Mario Draghi nello spingere l’Italia ad attuare le riforme volute dalla Troika – “Chi non riforma sparirà” -, forse nella speranza che così facendo si possa ancora raggiungere un accordo per la sopravvivenza dell’UE. Il ricorso all’OMT è d’altronde possibile solo se lo Stato che lo richiede rispetta precise condizionalità.

Vedremo quello che accadrà, probabilmente dovremo preparaci per un ritorno allo Stato. A quali condizioni? Dipenderà dalla capacità della politica italiana di stare al passo con l’evolversi degli eventi.

Il tecnicismo è la chiave di accesso alla verità politica.


Fonte: lidiaundiemi.it



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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 10/01/2015, 11:11 
Per scompaginare i loro piani l' ideale sarebbe uscirne subito e questo dipende molto da noi.
Basterebbe che Lega M5S facessero fronte comune almeno per una volta, per mandare a casa i servi della Troika e per ristabilire la democrazia.
Siamo in guerra, ne siamo consapevoli ma siamo paralizzati. O ci svegliamo veramente o siamo finiti.



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greenwarrior ha scritto:

Per scompaginare i loro piani l' ideale sarebbe uscirne subito e questo dipende molto da noi.
Basterebbe che Lega M5S facessero fronte comune almeno per una volta, per mandare a casa i servi della Troika e per ristabilire la democrazia.
Siamo in guerra, ne siamo consapevoli ma siamo paralizzati. O ci svegliamo veramente o siamo finiti.

Secondo me lo sai quale è il problema? è che la Lega si dichiara sfacciatamente di estrema Destra,se fosse non schierata come è il M5S può darsi che un punto di incontro ci sarebbe.


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greenwarrior ha scritto:
siamo finiti.


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MessaggioInviato: 10/01/2015, 22:39 
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bleffort ha scritto:

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greenwarrior ha scritto:

Per scompaginare i loro piani l' ideale sarebbe uscirne subito e questo dipende molto da noi.
Basterebbe che Lega M5S facessero fronte comune almeno per una volta, per mandare a casa i servi della Troika e per ristabilire la democrazia.
Siamo in guerra, ne siamo consapevoli ma siamo paralizzati. O ci svegliamo veramente o siamo finiti.

Secondo me lo sai quale è il problema? è che la Lega si dichiara sfacciatamente di estrema Destra,se fosse non schierata come è il M5S può darsi che un punto di incontro ci sarebbe.


Non si è mai dichiarata di estrema destra e poi sfacciatamente, che stai a dì !!!!!! [V]
Salvini ha sempre affermato che destra e sinistra non hanno più senso di esistere e che la politica và fatta sulle esigenze della gente.
Mi spiegherai dove l' hai sentita questa prima o poi.



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MessaggioInviato: 11/01/2015, 10:56 
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greenwarrior ha scritto:

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bleffort ha scritto:

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greenwarrior ha scritto:

Per scompaginare i loro piani l' ideale sarebbe uscirne subito e questo dipende molto da noi.
Basterebbe che Lega M5S facessero fronte comune almeno per una volta, per mandare a casa i servi della Troika e per ristabilire la democrazia.
Siamo in guerra, ne siamo consapevoli ma siamo paralizzati. O ci svegliamo veramente o siamo finiti.

Secondo me lo sai quale è il problema? è che la Lega si dichiara sfacciatamente di estrema Destra,se fosse non schierata come è il M5S può darsi che un punto di incontro ci sarebbe.


Non si è mai dichiarata di estrema destra e poi sfacciatamente, che stai a dì !!!!!! [V]
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Non farci caso,sono pazzo greeen.....!!! [:257] [:246] [:o)]


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bleffort ha scritto:

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greenwarrior ha scritto:

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bleffort ha scritto:

[quote]greenwarrior ha scritto:

Per scompaginare i loro piani l' ideale sarebbe uscirne subito e questo dipende molto da noi.
Basterebbe che Lega M5S facessero fronte comune almeno per una volta, per mandare a casa i servi della Troika e per ristabilire la democrazia.
Siamo in guerra, ne siamo consapevoli ma siamo paralizzati. O ci svegliamo veramente o siamo finiti.

Secondo me lo sai quale è il problema? è che la Lega si dichiara sfacciatamente di estrema Destra,se fosse non schierata come è il M5S può darsi che un punto di incontro ci sarebbe.


Non si è mai dichiarata di estrema destra e poi sfacciatamente, che stai a dì !!!!!! [V]
Salvini ha sempre affermato che destra e sinistra non hanno più senso di esistere e che la politica và fatta sulle esigenze della gente.
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RAPPORTO SHOCK DELLA COMMISSIONE EUROPEA: “2023, LA POVERTÀ DIVENTERÀ DI NORMA

Altro che uscita dalla crisi e luce in fondo al tunnel. A svelare la drammatica realtà è un rapporto – oscurato dai grandi media – della Commissione Europea, che nero su bianco ammette: “La povertà diventerà la norma di qui a dieci anni.” Ecco il clamoroso documento, scovato dai segugi di Fainotizia.

Nell’ultimo rapporto trimestrale dell’Unione Europea sull’euro http://ec.europa.eu/economy_finance/pub ... dex_en.htm redatto dalla Commissione europea e pubblicato alcune settimane fa, c’è un passaggio sfuggito a vari commentatori. A un certo punto c’è una previsione a 10 anni.
Si legge: “Presumendo che l’area euro e le previsioni sugli Stati Uniti sostengano che questo scenario sia accurato, è previsto che l’area euro finisca nel 2023 con degli standard di vita che potrebbero essere più bassi di quelli di metà anni 60 relativamente agli Stati Uniti. Se questo accadesse nel 2033 gli standard di vita dell’area euro (PIL pro capite) sarebbero circa il 60% di quello degli Stati Uniti, con una differenza di quasi 2/3 nello standard di vita a causa dell’abbassamento dei livelli di produttività del lavoro e col rimanente terzo dovuto alle differenze nell’utilizzazione del lavoro”.

Se ad alcuni non spaventerà lo scenario “materiale” – per molti versi sarebbe un bene tornare ad avere una macchina a famiglia come negli anni ’60, a riciclare gli oggetti e ad essere meno ferocemente consumisti – è sicuramente da temere lo scenario politico.
Qui infatti non si parla di una decrescita felice scelta (e spiegata ai cittadini) dai governi. Ma di un impoverimento a brevissimo termine di milioni di persone. Questi poi chi voteranno? Il trend apparente è che negli stati che stanno accusando di più l’impoverimento crescono i partiti populisti. Tenedo conto che il rapporto è su scala decennale forse siamo solo all’inizio…

Leggi il rapporto integrale ING
http://ec.europa.eu/economy_finance/pub ... n_1_en.pdf

http://www.stopeuro.org


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.. se le ricchezze sono sempre in mano a "quattro" sciagurati ...............[xx(]



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 03/02/2015, 18:41 
Se le forze antieuro fossero in grado di unirsi tutte tra di loro si creerebbe una forza preponderante in grado di distruggere i pilastri su cui si regge la dittatura della UE

Cita:
Marine Le Pen: Yes! I Hope SYRIZA Wins

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French far-right politician and xenophobic Front National (FN) leader Marine Le Pen said earlier today that her party would rejoice if leftist main opposition SYRIZA wins the upcoming elections in Greece. As expected, the controversial statement caused numerous reactions in Greece, mostly from ruling New Democracy and its coalition government partner PASOK.

The daughter of longtime FN leader and founder Jean-Marie Le Pen, who led her father’s party to an unpredicted success during the latest 2014 European elections, managing to elect 23 out of a total of 74 French MEPs, argued that a SYRIZA win in the upcoming January 5 Greek elections would strengthen eurosceptics across the continent. “There is a revolt within Europe, led by people who are retaking control of power from the totalitarianism of the European Union and its allies,” Le Pen told French newspaper Le Monde earlier today. “This does not make me a far-left activist,” she added in relation to her support for SYRIZA.

“We do not agree with their entire program, specifically their immigration policy. But we would welcome their victory,” she said on the matter. SYRIZA, which is currently leading the opinion polls, just 5 days ahead of the snap general elections, has proclaimed it intents to cancel anti-popular austerity measures and renegotiate Greece’s debt and program, although it has declared it is willing to remain within the Eurozone.

On its behalf, FN is a clear anti-Eurozone party, calling Paris to drop the single currency, return to the national franc and toughen the country’s border controls with its European neighbors. Profiting from a wide distrust toward European institutions, the anti-immigration party managed to win the last European elections with 24.86% against 20.8% of Nicolas Sarkozy‘s conservative Union for a Popular Movement.

New Democracy commented that SYRIZA leader “Alexis Tsipras found his sole European ally in the face of Mrs. Le Pen,” underlining that “Mr. Tsipras and his party’s extreme components will isolate Greece,” while repeating that he is an accident that is not going to happen to the country. Coalition government partner PASOK said that it hopes SYRIZA will renounce the support of an extreme-right party, avoiding its inclusion in the parties that threaten the European family and its citizens’ democratic rights.

http://greece.greekreporter.com/2015/01 ... RK1kT.dpuf



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