15/10/2014, 19:19
La scienza alla ricerca degli universi multipli
Antonio De Comite
L’idea che esistano all’interno di un multiverso fu prospettata nel XIX° secolo, ma non si poté dimostrare. Ora, un gruppo di scienziati sta cercando di verificare questa teoria con la tecnologia odierna.
Anche se molti pensano che questa teoria sia solo una buona scusa per scrivere un racconto di fantascienza, la verità è che i ricercatori che si dedicano a studiare i misteri dell’universo hanno sufficienti (e complicate) basi scientifiche per cercare di dimostrare l’esistenza di un multiverso. Questo è il caso di un team di ricercatori del Perimeter Institute for Theoretical Physics, situato a Waterloo in Canada, i quali si sono prospettati il compito di dimostrare questa ipotesi, che ha preso forza con il passare degli anni.
Questo gruppo di scienziati sostiene che la teoria degli universi multipli può essere spiegata prendendo ad esempio il fenomeno che si verifica quando l’acqua bolle in una pentola a fuoco lento: alcune bolle che si formano sono più grandi delle altre, alcuni si uniscono e altre si separano, mentre altre si scontrano.
Quindi, con questa analogia tra le mani, i sostenitori della teoria del multiverso ritengono che all’inizio dei tempi esisteva una grande quantità di energia immagazzinata in una parte dello spazio e “come l’acqua in una pentola” questa alta energia, inevitabilmente, cominciò ad “evaporare” (espandersi) formando “bolle” (universi) che iniziarono a collidere tra di essi in modo differente.
Il team di scienziati, guidato dal fisico Mathew Johnson, tenterà di stabilire differenti scenari su come gli universi potrebbero entrare in collisione, se esistenti. Per questo hanno sviluppato un modello informatico che simula la collisione di simili bolle su piccola scala.
Mentre la strada per una dimostrazione scientifica sembra essere ancora lunga, questa teoria, se provata, potrebbe spiegare una grande quantità di fenomeni spaziali che, per il momento, sono inspiegabili e ciò sarebbe un passo da gigante per la fisica e l’astronomia. Questa ricerca è parte della cosiddetta inflazione cosmica, una serie di proposte teoriche fisiche che tentano di spiegare che l’universo si espanse molto rapidamente dopo il presunto Big Bang.
http://ufoedintorni.wordpress.com/2014/ ... -multipli/
21/10/2014, 11:13
21/10/2014, 11:23
22/10/2014, 09:45
02/11/2014, 13:30
IL CICLO VITALE DEL COSMO
Nell'universo sono emersi molti fenomeni affascinanti: mostruosi buchi neri del peso di un miliardo di Soli che mangiano le stelle e vomitano getti di gas; stelle di neutroni che ruotano su se stesse mille volte al secondo, la cui materia è compressa a un miliardo di tonnellate per centimetro cubo; particelle subatomiche così inafferrabili che potrebbero penetrare anni luce di piombo solido; onde gravitazionali il cui flebile passaggio non lascia alcuna impronta percettibile. Eppure, per quanto stupefacente possa sembrare tutto ciò, il fenomeno della vita è più straordinario di tutti gli altri messi insieme - Paul Davies
Quasi la maggior parte dei punti luminosi presenti in questa foto non sono stelle, bensì galassie, ognuna di esse contiene centinai di miliardi di stelle.
L'indagine dei popoli antichi porta inesorabilmente ad alzare gli occhi verso il cielo. Conoscere i moti dei principali corpi celesti e i meccanismi dell'ingranaggio cosmico è fondamentale per capire l'antico messaggio dei nostri predecessori, un messaggio codificarono all'interno dei testi sacri tramite il raffinato sistema del linguaggio simbolico del mito. Loro, pur non possedendo strumenti tecnici e scientifici, svilupparono modelli cosmici molto complessi. Grazie ad una straordinaria sensibilità, maturata attraverso lo stretto legame con la natura, svilupparono un'idea delle origini del cosmo molto vicina a quella suggerita dalla scienza moderna, come nel caso del concetto di creazione contenuto all'interno della genesi egizia. Oggi, parlando con le persone, spesso mi sorprendo nel constatare quanto sia poca la consapevolezza generale delle caratteristiche e le dimensioni del cosmo. A molte persone non interessa neppure questo argomento, in quanto le loro menti sono troppo occupate da distrazioni materiali, ma ci sono domande su cui è giusto riflettere a prescindere dalle risposte, che probabilmente non avremo mai.
La vita è soltanto un trascurabile sottoprodotto dell'infinito dramma cosmico, creata da forze cieche e senza scopo? Oppure, l'universo ha generato, attraverso esseri coscienti, la consapevolezza di sé seguendo un percorso evolutivo per nulla casuale?
Per prima cosa devo dire che l'origine dell'universo è avvolta da interrogativi troppo grandi per il nostro livello di coscienza, di conseguenza non esistono modelli fisici e matematici per descriverla. Col termine Big Bang i cosmologi si riferiscono all'idea che inizialmente tutto l'universo fosse concentrato in uno spazio estremamente ridotto, un punto definito singolarità, infinitamente caldo e denso. Questa idea nasce dal fatto che l'universo si sta espandendo a gran velocità, dunque è logico pensare che in origine la materia che lo compone fosse estremamente contratta. La singolarità per motivi del tutto ignoti cominciò precipitosamente ad espandersi creando lo spazio e il tempo, li dove prima c'era il nulla.
Con essi prese forma tutta la materia presente nell'universo e tutt'oggi dopo 14 miliardi di anni la materia continua ad espandersi in tutte le direzioni per l'effetto di quel misterioso evento primordiale scatenate. Probabilmente non sapremmo mai dire con certezza cosa c'era prima e forse la domanda non ha neppure senso dato che l'indagine scientifica porta a pensare che non esistesse neanche il tempo prima del Big bang. Spingerci troppo lontano dalla nostra realtà non conviene, perché non abbiamo gli strumenti cognitivi per andare oltre a certi limiti, quindi limitiamoci a capire cos'è l'universo presente e non cosa è stato, o cosa sarà in futuro. Limitiamoci a dare una spiegazione alla nostra realtà, per non rischiare di creare modelli cosmici che esistono soltanto dentro la nostra limitata immaginazione.
C'è una regola fondamentale nell'universo fisico che conosciamo, la materia non si crea e non si distrugge, si può solo trasformare, dunque la materia che compone ogni atomo del nostro corpo ed ogni cosa che ci circonda esiste da 14 miliardi di anni, fin dalle origini del Big Bang. Questo postulato prende il nome di LEGGE DELLA CONSERVAZIONE DI MASSA.
« Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. » - (Antoine-Laurent Lavoisier 1789)
Dunque gli elementi chimici che compongono il nostro corpo e la nostra mente sono uno stato passeggero della materia, uno stato non trascurabile dato che in questo momento l'insieme di questi elementi, che singolarmente sarebbero inanimati, ha trovato il modo di legarsi (forse casualmente, forse no) e sta ragionando sulla loro stessa natura seduti davanti a un monitor di un portatile.
Dopo il Big Bang la maggior parte del cosmo era composto da idrogeno, che tutt'ora è l'elemento più leggero e più abbondante nell'universo conosciuto. Eppure il nostro corpo è fatto di moltissimi altri elementi chimici. Praticamente tutti gli elementi più pesanti dell'idrogeno provengono dalle fornaci stellari. E' li che tutti gli atomi che compongono il nostro corpo sono stati forgiati partendo dall'idrogeno.
Durante le prime fasi di vita del nostro universo le irregolarità nella distribuzione della materia favorirono la formazione di agglomerati d'idrogeno. La forza di gravità agì su queste irregolarità formando agglomerati via via sempre maggiori fin quando la massa degli agglomerati fu tale da esercitare una pressione sul nucleo sufficiente ad avviare la reazione di fusione nucleare dell'idrogeno. Nacquero così le prime stelle. Si accesero una dopo l'altra illuminando l'universo.
Per capire come si sono formati tutti gli elementi chimici esistenti oggi in natura è fondamentale capire cosa succede nella fornace nucleare di una stella durante l'arco della sua vita. All'interno delle stelle, avviene la fusione nucleare dell'idrogeno in elio sviluppando un'incalcolabile quantità d'energia per effetto del ciclo protone-protone (descritto a questo link). L'energia esplosiva di questa reazione è controbilanciata dalla forza di gravità che mantiene la stella in perfetto equilibrio.
Questo avviene fin quando tutto l'idrogeno presente nel nucleo di una stella viene convertito in elio, a questo punto la reazione nucleare cessa. Venendo a mancare la forza esplosiva determinata della reazione di fusione nucleare dell'idrogeno la stella subisce una contrazione sul suo nucleo a causa della forza di gravità che agisce sulla sua massa. Questo fa comprimere la materia sul nucleo che inevitabilmente diventa più denso e caldo, raggiungendo la temperatura necessaria alla fusione dell'elio (che è il prodotto della fusione dell'idrogeno). In questo momento inizia una seconda fase dove la stella fonde il prodotto della prima reazione, l'elio, producendo carbonio. Questo stadio della vita di una stella è definito "GIGANTE ROSSA".
Le stelle più piccole, come il nostro Sole per esempio, non superano questo stadio dato che non hanno una massa sufficiente per raggiungere valori di pressione e temperatura necessari a fondere gli atomi di carbonio e nell'arco di milioni di anni si raffredderanno diventano nane bianche.
Le stelle più grandi invece arrivano a produrre e fondere in successione 26 elementi, dove il ferro è l'ultimo della catena. Come sappiamo pero' gli elementi chimici presenti in natura sono molti di più, questi si formano durante l'esplosione di una stella. Soltanto le stelle più grandi, quelle con una massa almeno dieci volte maggiore del nostro Sole arrivano ad esplodere. Queste stelle quando raggiungono la fine dell'ultimo stadio, dopo aver prodotto il ferro, collassano su loro stesse, siccome non si attiva la razione nucleare espansiva in grado di controbilanciare la forza di gravità, in questo modo la stella collassa precipitosamente sul suo nucleo creando un'esplosione di incalcolabile portata ,chiamata SUPERNOVA.
Basta pensare che Cassiopea A, ciò che resta di una supernova esplosa circa 10.000 anni fa ha un diametro di 10 anni luce, dunque la sua sfera di residui è almeno 3000 volte più grande del sistema solare.
Durante queste esplosioni i valori di temperatura e di pressione che si sviluppano sono tali da creare fusioni in grado di generare tutti gli elementi chimici presenti in natura. Dunque una stella di grande dimensioni produce e spara nel cosmo tutti i mattoni necessari alla costruzione della vita. Questo processo in 14 miliardi di anni è avvenuto miliardi e miliardi di volte e continua tutt'ora. Anche in quest'istante da qualche parte nell'universo molte stelle stanno morendo e molte altre nascono. Dico questo perchè gli eventi scatenati dalla morte di una stella spesso sono ciò che determina la nascita di altre stelle, in un ciclo di vita, morte e ancora vita che è alla base della nostra esistenza.
La forza d'urto scatenata dall'esplosione di una supernova investendo le nubi cosmiche contenenti principalmente idrogeno, comprime i gas facendo addensare l'idrogeno. Se la forza e la massa d'idrogeno è sufficiente da questa compressione si genera una temperatura abbastanza elevata da fondere l'idrogeno e dare via alla reazione nucleare che determinerà la nascita di una giovane stella. Vicino ai resti di una super nova non è certo rara la presenza di giovani stelle nate nel momento in cui i gas cosmici composti prevalentemente da idrogeno sono stati investiti dall'esplosione della stella morente. Nel “ciclo vitale” del Cosmo, la morte di una stella crea le condizioni per cui altre possano nascere.
La nebulosa testa di scimmia si trova a 6400 anni luce dalla Terra, in una porzione di cielo all'interno della costellazione di Orione. Qui, come in tutte le nebulose, l'abbondanza di idrogeno tra le polveri interstellari ha favorito la nascita di giovani stelle.
Ritornando al postulato fondamentale secondo il quale la materia non si crea e non si distrugge, ma si trasforma un'innumerevole quantità di volte capiamo che tutto quello che ci circonda, il computer, i mattoni della nostra casa, tutte le persone del mondo, l'acqua dei mari, la roccia delle montagne e l'intero pianeta, sono composti da atomi prodotti dalle stelle partendo dall'idrogeno, l'atomo più leggero e più abbondante nell'universo e lo stesso vale per tutti gli altri pianeti del cosmo. Avendo stabilito l'origine di tutti gli elementi chimici presenti in natura dobbiamo prendere consapevolezza del fatto che la nostra esistenza è dovuta alle misteriose forze fisiche che sono intervenute sulla materia inanimata trasformandola innumerevoli volte, attraverso esplosioni, collassi e fusioni, unendo gli elementi in forme via via sempre più complesse fino a creare esseri coscienti in grado di ragionare sulla natura stessa della materia. E' come se l'universo avesse auto-generato la consapevolezza di se'. Ma quale fu il momento in cui la materia inanimata per la prima volta diventò viva? Come è possibile un simile prodigio? Da dove viene l'anima che rende unici ognuno di noi?
E' l'anima che rende cosciente un organismo oppure al contrario è il prodotto più complesso di una creatura vivente?. Una risposta certa probabilmente non l'avremo mai ma è comunque importante riflettere su queste domande perché siamo un prodotto dell'universo e forse siamo qui anche per questo, in ogni atomo e molecola del nostro corpo c'è scritta la storia dell'universo, dal Big Bang fino ad oggi.
http://civiltaanticheantichimisteri.blo ... o.html?m=1
04/11/2014, 23:23
L’Universo è musica solidificata
Oggi mi voglio cimentare in una discussione che trovo molto affascinante, e che tenta di interpretare e riprendere le attuali conoscenze fisiche, e riportarle su un piano filosofico per spiegare un fenomeno apparentemente inspiegabile. Ci tengo a dirlo, questo ragionamento sull’Universo e la Musica è perfettamente compatibile con le conoscenze esoteriche antiche e con le moderne conquiste della fisica quantistica.
Più volte ho accennato sulla natura vibrazionale dell’intero mondo in cui viviamo, tanto da arrivare a dire che l’Universo è “musica solidificata”. Oggi tenterò di scendere più in dettaglio, per far capire meglio cosa intendo. Lo farò partendo dal concetto di onda acustica e onda elettromagnetica in fisica.
L’onda acustica è spiegata come fenomeno di oscillazione meccanica (o movimento nello spazio) compiuto da atomi e molecole in un mezzo. In parole povere il mezzo sarebbe generalmente l’aria, l’acqua, un muro, o qualsiasi cosa che permetta all’onda di propagarsi. Quindi, come in una specie di domino, le molecole si spostano, seguendo la forma d’onda, fino ad arrivare all’orecchio dell’uomo per essere udite, con le modalità di cui ho parlato spesso, cioè che sono udite se la loro frequenza è compresa tra 20 e 20000 cicli al secondo, al di sotto o sopra, non è che scompaiano, esistono ma noi non possiamo sentirle.
L’onda elettromagnetica è invece un fenomeno ondulatorio dovuto alla contemporanea propagazione di un campo elettrico e magnetico, oscillanti in piani tra loro ortogonali.
Mentre l’onda acustica è lineare, l’onda elettromagnetica ha una diffusione trasversale, e questa dovrebbe essere la prima differenza per la fisica. Però in realtà il suono, come la luce, si diffonde in linee curve di propagazione. Comunque, la differenza più grande tra le due forme d’onda sarebbe che l’onda elettromagnetica si propaga nel vuoto, cioè non dovrebbe riguardare la materia se non in minima parte, quella acustica senza materia non può esistere. Anzi, la velocità dell’elettromagnetica nel vuoto è quella della luce, che dovrebbe essere la più elevata raggiungibile nel nostro universo (ultimamente questa intuizione di Einstein è stata messa fortemente in discussione da un esperimento scientifico al Cern di Ginevra).
Ora vorrei soffermarmi sul concetto di vuoto. Si sa, dalle scoperte della fisica quantistica, che la materia che vediamo non è che una piccola parte di quella esistente, e perciò il vuoto in realtà non lo è. E’ solo “pieno” di materia che non ha la sostanza di quella a cui siamo abituati. La cosiddetta “materia oscura”.
Cosa significa? Significa che è solo un problema di percezione. Tutta la materia è un fenomeno di natura vibrazionale, ma quella che percepiamo come “concreta” o “densa”, è solo caratterizzata da una natura vibrazionale affine alla nostra, in altre parole la percepiamo così perché vibriamo nella stessa maniera. Da qui vengono le teorie degli universi paralleli di cui ho già parlato, cioè mondi compenetranti, che coesistono nello stesso spazio.
Alla luce di queste considerazioni, mi sento di dire che le onde acustiche e elettromagnetiche non sono poi tanto differenti, visto che l’unica differenza reale è che una riguarda uno spettro di vibrazioni che ci da la sensazione di “spostamento di materia” e l’altra no. Questa è la vera differenza, per il resto sono molto più simili di quello che pensiamo. Infatti entrambe possono trasportare energia e informazioni.
Bene, ora l’affermazione antica che l’Universo non è altro che musica solidificata appare molto meno astratta di prima, almeno ai miei occhi.
http://www.musica-spirito.it/musica-sci ... idificata/
29/11/2014, 20:02
10/12/2014, 20:42
SCOPERTO IL MODO PER POTER TOCCARE E INTERAGIRE CON GLI OLOGRAMMI: TECNOLOGIA DI STAR TREK PIÙ VICINA
Uno scienziato della Bristol University ha messo a punto un sistema che permette di percepire in maniera tattile gli oggetti prodotti da ologrammi tridimensionali. Oltre alle innumerevoli possibilità immaginate dall'industria dell'intrattenimento, il sistema potrebbe avere applicazioni pratiche anche in campo medico, consentendo ai chirurgi di esplorare una TAC e interagire con la malattia.
Come ben sanno i fans, nell’universo di Star Trek esiste una tecnologia d’intrattenimento d’avvero straordinaria: il Ponte Ologrammi.
Grazie a questa apparecchiatura, i membri dell’equipaggio dell’Enterprise possono immergersi in veri e propri mondi olografici generati dal computer, interagendo con l’ambiente e i personaggi della simulazione come nella vita reale.
Ebbene, questa possibilità tecnologica potrebbe non essere così remota come sembra. Uno scienziato della Bristol University, il dottor Ben Long, ha inventato un sistema che permette di toccare gli ologrammi tridimensionali a mani nude e di percepirne la forma.
Gli “Ologrammi Tattili” messi a punto da Long utilizzano le vibrazioni delle onde sonore, un sistema di ultrasuoni focalizzati che consente di “sentire” e “toccare” ciò che si sta vedendo nel dispositivo: i disturbi dell’aria prodotti dai modelli complessi di ultrasuoni generano l’illusione tattile.
Come spiega l’articolo comparso su New Scientist, il ricercatore ha creato il dispositivo migliorando una versione precedente della tecnologia, la quale proiettava contorni 2D su di uno schermo. Grazie all’aggiunta di un sensore Leap Motion, finalizzato a tracciare la posizione delle mani dell’utente, il dispositivo è stato in grado di generare forme tridimensionali complete.
Praticamente, lo strumento proietta l’ologramma al momento giusto, in modo che la vista e il tatto dell’utente provino l’illusione dell’interazione con l’oggetto generato dal computer.
[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=IMMdQTkfne8[/BBvideo]
“Gli ologrammi tattili consentiranno un’immersione più completa nella realtà virtuale, consentendo controlli tangibili nello spazio virtuale”, ha spiegato il dottor Long illustrando le possibili applicazioni del dispositivo. “In futuro sarà possibile sentire anche la sensazione prodotta da diversi materiali”.
Tuttavia, oltre all’intrattenimento, il sistema potrà essere usato anche in campo medico, consentendo ai medici chirurgi, per esempio, di analizzare una TAC e di “sentire” la malattia, in modo da pianificare con precisione l’intervento chirurgico.
Finora, i ricercatori hanno testato diverse forme tra sfere e piramidi. Esse sembrano vibrare dolcemente nello spazio. Il livello di dettaglio di questi oggetti è per il momento limitato, ma le forme non hanno bisogno di essere perfette per evocare un’esperienza coinvolgente: “anche se ci sono discrepanze, il cervello adatta quello che vede a quello che sente, armonizzando il quadro generale”, spiega Long.
Secondo fondi dell’università di Bristol, alcune aziende sarebbero già interessate allo sviluppo della tecnologia per applicazioni commerciali. Il lavoro è stato presentato in occasione della conferenza sulla tecnologia interattiva SIGGRAPH tenutasi il 3 dicembre a Shenshen, Cina.
http://www.ilnavigatorecurioso.it/2014/ ... iu-vicina/
11/12/2014, 16:17
05/01/2015, 23:13
12/01/2015, 12:06
14/03/2015, 20:22
31/03/2015, 23:29
08/04/2015, 11:42
08/04/2015, 14:25
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Per decenni, l'aumento della potenza dei computer è andato di pari passo con la miniaturizzazione dei circuiti elettronici, un fenomeno codificato empiricamente nella Legge di Moore: la densità dei transistor su un microchip e la relatività velocità di calcolo raddoppiavano ogni 18 mesi circa.
La miniaturizzazione dei componenti, però, non può procedere all'infinito, e in effetti si è fermata alle soglie del mondo microscopico, governato dalle leggi della meccanica quantistica. Con una felice intuizione dei teorici della computer science, la meccanica quantistica, da limite che era, è stata trasformata in un'opportunità grazie a cui realizzare una macchina per il calcolo automatico caratterizzata da una potenza di calcolo che farebbe impallidire quella dei computer convenzionali: il computer quantistico.
Al posto dei convenzionali bit, le unità d'informazione binaria, indicate convenzionalmente dalle cifre 0 e 1, e codificate dai due stati "aperto" e "chiuso" di un interruttore, nel computer quantistico si usano i qubit., codificati dallo stato quantistico di una particella o di un atomo. Lo spin di una particella per esempio, ha due orientamenti o stati “su” e giù” che possono codificare le informazioni binarie. A rendere interessante ai fini del calcolo le particelle atomiche e subatomiche è il fatto che possono esistere anche in una sovrapposizione di stati quantistici, ampliando enormemente le possibilità di codifica delle informazioni e quindi le possibilità di affrontare problemi estremamente complessi.
Tuttavia, né la manipolazione controllata di atomi e particelle né la loro reciproca comunicazione né infine la stesura di algoritmi adatti allo scopo sono obiettivi facili da raggiungere nel calcolo quantistico. Per questo motivo, la lunga strada per la realizzazione di un computer quantistico è solo agli inizi. [1]