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I tubi di Baigong

30/05/2012, 01:15

All'interno di certe caverne nella provincia cinese di Qinghai, alle pendici dei Monte Baigong, sono state trovate numerose tracce di tubature metalliche: fenomeno naturale o... qualcos'altro?

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L’antica Cina aveva un apparato tecnico e tecnologico all’avanguardia per le civiltà del tempo, tuttavia una scoperta del 2002 appare tanto improbabile da far sì che la scienza ufficiale non abbia ancora spiegazioni plausibili al riguardo.

Nei pressi del Monte Baigong, infatti, a circa 40 km a sud-est della città di Deligha, nella provincia di Qinghai, è stata ritrovata una serie di condotti anomali che suggeriscono un livello di tecnologia inconcepibile per la loro datazione, tanto da far classificare questo reperto come un Oopart.

La popolazione locale conosce da secoli la presenza di "quegli strani tubi dentro alle grotte", facenti parte di un insieme di leggende legate al Monte Baigong e all’intervento di "esseri di fuori" (ovvero extraterrestri) che si sarebbero stabiliti per qualche tempo in quella regione, realizzando varie costruzioni, prima dell’insediamento da parte dell’uomo.

Effettivamente i tubi non sono l’unico reperto singolare, ma si collocano in una regione ricca di altre "stranezze".

La leggenda della cosiddetta "piramide metallica" di Baigong è stata portata all’attenzione del largo pubblico nel giugno del 2006 dall’agenzia di stampa cinese Xinhua, che avrebbe riportato la notizia di un gruppo di scienziati che stava studiando le rovine di una sorta di piramide metallica, alta una sessantina di metri, sulla sponda meridionale di un lago salato, ai piedi del Monte Baigong Shan (2200 m s.l.m.). Questo e altri relitti la gente li indica come lasciati da extraterrestri.

Il sito è stato rilevato ben prima, nel 1998, da un gruppo di scienziati statunitensi alla ricerca in realtà di tracce di fossili di dinosauri. Essi ne diedero tempestiva informazione al governo locale di Delingha, il quale, tuttavia, più che campagne di ricerca, promosse il sito ad attrazione turistica.

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Nel 2002 fu pianificata una spedizione ufficiale promossa dal governo locale per indagare più a fondo i misteri della località. Purtroppo gli esiti non sono raccolti sotto forma di fonti dettagliate e scientifiche, bensì esiste una breve nota alquanto generica, tradotta in tutte le lingue e riportata originariamente sulla rivista Nexus, talvolta corredata da qualche foto e dalla localizzazione del sito, nel cuore della regione tibetana.

Nell’unica immagine d’insieme disponibile, è evidente la presunta "piramide", benché troppo simile a una montagna d’origine naturale contraddistinta da strati geologici piuttosto piegati e contorti, e non a un manufatto. Tuttavia, non essendo disponibili altre fonti di paragone "indipendenti", non è possibile fugare ogni dubbio se questa costruzione e il reticolato di tubi siano ammissibili come effetto di un evento naturale dovuto all’erosione e agli eventi climatici, oppure si nasconda qualcosa di ben più misterioso.

Questi strani tubi, poi, si trovano sia presso i versanti del monte che sparsi un po’ in tutta la regione. I principali sono vicino alle pendici del Monte Baigong, ove si aprono tre grotte, la più grande e la più accessibile (le altre sono del tutto crollate) alta circa otto metri e profonda sei. Al suo interno, corre un tubo di quaranta centimetri di diametro, di colore marrone-rossiccio. Un altro, all’incirca delle stesse dimensioni, si sviluppa nel terreno sotto il pavimento, sporgendo nella sua parte superiore.

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Sono stati individuati dozzine di tubi rettilinei, con diametri varianti tra i 10 e i 40 cm che fuoriescono dal monte, al di sopra della caverna più grande.

Non distante dalle pendici, è situato il lago Toson, sulla cui spiaggia sono presenti altri tubi di metallo dalle forme improbabili e con una grande varietà di diametri, tra i 2 e i 4,5 cm, tutti orientati lungo il medesimo asse est-ovest. Un altro gruppo si sviluppa in verticale, sia sporgendo che immergendosi al di sotto e al di sopra della superficie del lago. Altri tubi si trovano nel lago stesso: alcuni protesi oltre il pelo dell’acqua, altri sepolti sotto il letto roccioso.

Le analisi svolte nella fonderia locale da Liu Shaolin, uno degli studiosi che ebbe il permesso di occuparsi dei reperti, hanno rilevato che in tali tubi vi è la presenza di un 30% di ossido di ferro, una gran quantità di diossido di silicio e di ossido di calcio, mentre il restante 8% è di un composto che non stato possibile identificare. Secondo Liu Shaolin questa rappresenterebbe la prova che tali tubi sarebbero antichissimi e probabilmente risalenti a una cultura aliena.

La teoria della testimonianza aliena parve essere avvalorata dalla datazione a luminescenza di queste tubature metalliche, che le facevano risalire a circa 140-150 mila anni fa, sebbene la regione fu abitata a partire soltanto da 30 mila anni fa.

Gli scettici, però, ritennero che per confermare una simile ipotesi servissero prove ben più convincenti e provarono a elaborare altre teorie maggiormente plausibili.

Fu scartata l’eventualità che queste opere fossero costruite dalla manodopera di nomadi locali, che dunque avrebbero inventato un qualche dimenticato sistema di perforazione alquanto avveniristico.

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In seguito si considerarono supposizioni legate a fenomeni naturali e climatici. Si congetturò che fratture causate dal sollevamento dell'altopiano Qinghai-Tibet avrebbero potuto lasciare il terreno crivellato da fessure tali da incanalare a forza il magma altamente pressurizzato. Tale magma, in combinazione con gli effetti chimici dei successivi processi geologici, molto probabilmente avrebbe potuto solidificarsi in tali strutture di ferro incastonate nella roccia.

Questa teoria non è supportata da prove, se non che il giacimento petrolifero Qaidam non potrebbe esistere se la zona non fosse stata vulcanicamente attiva circa 150.000 anni fa (periodo che corrisponderebbe alla datazione dei tubi).

Similmente, si potrebbe anche supporre che le fessure si siano riempite nel tempo durante le inondazioni grazie ai sedimenti ricchi di ferro: l'acqua e la presenza di gas idrogeno solforato si sarebbero induriti dando forma alle strutture metalliche tubolari odierne.

Parallelamente, due ricercatori americani pubblicarono un articolo dichiarando di aver trovato strutture cilindriche nel suolo, che la termoluminescenza aveva datato 75-95 mila anni fa e la cui composizione chimica variava a seconda di dove e quando si fossero formati e in quale tipo di terreno.

Tali tubature hanno un diametro di circa 70 cm e si trovano a un metro di profondità e, dopo studi dettagliati, si è riconosciuto che si siano create in seguito a una aggregazione di minerali di ferro attorno a radici di pino, ovvero non erano altro che calchi di radici fossilizzate a seguito di un particolare processo, il cui risultato, dopo secoli, dava l’immagine di una rete di tubi metallici incastrati in vario modo nel terreno, proprio come i tubi di Baigong.

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Gli scienziati cinesi vollero allora verificare se anche per le concrezioni di Baigon poteva essere valida la stessa teoria. Essi con una spettroscopia atomica condussero una dettagliata analisi chimica dei frammenti dei tubi e trovarono una componente di materia organica vegetale, cosa che poteva far supporre anche i tubi di Baigong fossero alberi fossilizzati, benché non fosse ancora loro chiaro come fossero arrivati lì (forse a seguito delle vicende del bacino Quidam, una volta un vasto lago e oggi scomparso e, nel corso dei millenni, riempito da vari tipi di detriti a cause delle alluvioni).

Questa parrebbe, pertanto, la spiegazione più plausibile scientificamente del mistero dei tubi di Baigong benché, non essendoci una vasta gamma di prove ufficiali o possibilità di accedere liberamente al sito da parte degli scienziati, alcuni dubbi permangano ancora, pensando anche che quell’8% di componente chimico non è stato ancora spiegato

Fonte: http://www.latelanera.com/misteriefolcl ... asp?id=128

18/01/2015, 14:48

L’ENIGMA DEI TUBI DI BAIGONG: FORMAZIONI DI ORIGINE NATURALE O REPERTI DI UNA CIVILTÀ PERDUTA DI 150 MILA ANNI FA?

Nel 2002, una serie di lunghi cilindri cavi, simili a tubazioni, sono stati trovati in alcune caverne all'interno del Monte Baigong, Cina. Le analisi hanno rivelato che le curiose formazioni risalgono ad almeno 150 mila anni fa. Ma di cosa si tratta? Alcuni ricercatori spiegano che i “tubi” sono formazione di origine naturale, altri sono convinti che si tratta di reperti lasciati da una civiltà sconosciuta vissuta più di 150 secoli fa!

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All’interno del Monte Baigong, a circa 40 km dalla città di Delingha, nella provincia del Qinghai, Cina, nel 2002 furono trovate tre misteriose cavità piene di quelli che apparivano come tubi destinati al trasporto di acqua.

Le cavità si trovano all’interno della facciata anteriore del Monte Baigong. Solo una delle tre cavità è pienamente accessibile, dato che le bocche delle due caverne più piccole sono crollate.

Le curiose formazioni cilindriche, dal colore rosso-marrone, presentavano una ampia gamma di dimensioni, con diametri variabili dai 2 cm ai 4,5 centimetri, tutte orientate verso est-ovest. All’interno della stessa grotta sono stati trovati decine di tubi simili posti in posizione verticale.

Le tubazioni, apparentemente, sembravano servire al prelievo di acqua dal vicino lago Toson (circa 80 metri di distanza), dato che alcune sezioni di tubi sono state trovate sporgere sulla riva del lago o appena sotto la superficie.

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La parte più strana della storia è che i reperti, secondo quanto rivelato dall’Istituto di Geologia di Pechino, risalivano a circa 150 mila anni fa.

Dunque, se così fosse, due sono le possibilità: o si tratta di curiose formazioni naturali prodotte da un processo noto alla scienza, oppure si tratta di qualcosa forgiato da esseri umani, il che significa ammettere l’esistenza di una civiltà umana esistita almeno 150 secoli fa, fatto che costringerebbe a riscrivere drammaticamente la storia dell’umanità.

La datazione dei reperti è stata effettuata utilizzando la termoluminescenza, una tecnica in grado di determinare quanto tempo fa un materiale è stato esposto ad alte temperature.

Alcune fonti naturali di radiazione possono andare incontro col tempo a una perdita costante di elettroni, i quali vanno ad accumularsi nei difetti della struttura cristallina del materiale.

Scaldando questi corpi, gli elettroni accumulati verranno rilasciati, generando una particolare luminescenza del materiale; analizzando questo fenomeno, si può stimare la quantità di elettroni accumulati e quindi l’età del campione.

Perciò, se si trattasse di un manufatto umano, i tubi sarebbero stati “fusi” circa 150 mila anni fa. Il problema è che gli studiosi affermano che i primi abitanti della regione non sono arrivati prima di 30 mila anni fa e che comunque si trattava di popolazioni nomadi che mai avrebbero potuto lasciarsi alle spalle tali manufatti.

La scoperta fu divulgata in un comunicato del 19 giugno 2002 dell’agenzia statale cinese Xinhua, la quale segnalava la presenza dei tubi, oltre che all’interno delle cavità, anche nei pressi del vicino lago, all’apparenza come se si trattasse di un intricato sistema idrico.

Inoltre, come riportava il People Daily, tutto il paesaggio sembrava disseminato di quello che i testimoni hanno descritto come una serie di “strane pietre” che sporgono dal terreno simili a pilastri rotti.

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Qin Jianwen, amministratore del governo Delingha, affermò che i reperti erano stati portati in un laboratorio locale per le analisi, rivelando che essi erano costituiti per il 30 per cento di ossido ferrico, una grande quantità di diossido di silicio e ossido di calcio, e un restante 8 per cento di contenuto che non si riuscì a identificare.

“La grande quantità di diossido di silicio e ossido di calcio è dovuta alla lunga iterazione tra il ferro e l’arenaria”, spiega Liu Shaolin, l’ingegnere che ha eseguito le analisi, “il che significa che i tubi devono essere molto antichi”.

“I risultati ottenuti rendono il sito ancora più misterioso”, commentò Qin. “La natura è molto aspra qui, dunque non possono essere residui industriali moderni lasciati da qualcuno”.

Per aggiungere mistero al mistero, cinque anni dopo, nel 2007, Zheng Jiandong, un ricercatore in geologia della China Earthquake Administration, dichiarò al giornale statale People Daily che ulteriori analisi avevano rivelato che alcuni tubi erano altamente radioattivi.

Altre teorie

Lo stesso Jiandong ha valutato la possibilità che un magma ricco di ferro possa essere risalito dalle profondità della terra è insinuatosi nelle fessure, fino a solidificarsi nella caratteristica forma di tubi. Tuttavia, come egli stesso ha ammesso, “abbiamo a che fare con qualcosa di veramente misterioso”.

Altri ricercatori hanno spiegato che i sedimenti di ferro potrebbero essere stati trasportati dall’acqua e quindi depositatisi nelle fessure durante le piene.

Un’altra possibilità è che i tubi siano le radici fossilizzate di antichi alberi. Nel 2003, Xinmin Weekly riferì che gli scienziati avevano trovato materiale vegetale in una nuova analisi dei tubi, trovando anche quelli che sembravano i caratteristici anelli interni degli alberi.

L’articolo faceva riferimento ad una teoria geologica, secondo la quale a determinate condizioni climatiche, le radici degli alberi possono subire una diagenesi (un cambiamento chimico-fisico subito da un sedimento dopo la sua deposizione iniziale e durante e dopo la sua trasformazione in roccia), trasformando il vegetale prima in roccia e poi in ferro.

Quasi tutti coloro che credono nell’origine naturale dei tubi fanno riferimento all’articolo pubblicato da Xinmin. Tuttavia, non è del tutto chiaro in che modo questa teoria sia riferibile ai reperti di Baigong.

Spesso si fa anche riferimento ad un articolo comparso nel 1993 sul Journal of Sedimentary Research, nel quale viene descritto il processo di fossilizzazione di radici di alberi trovati nel sud della Louisiana, Stati Uniti.

Anche se molti ricercatori si dicono convinti che ci troviamo di fronte a reperti frutto di processi naturali spiegabili, il dottor Yang Ji, ricercatore presso l’Accademia Cinese delle Scienze, è convinto che essi possano essere stati prodotti artificialmente.

Anzi, il ricercatore si spinge decisamente oltre, senza escludere la possibilità che “esseri non terrestri” possano aver avuto un qualche ruolo nella costruzione delle strutture, affermando che si tratta di una “teoria comprensibile che merita di essere esaminata, ma devono essere impiegati mezzi scientifici per dimostrare se è vera o no”.

Senza scomodare gli extraterrestri, altri ricercatori hanno suggerito che in realtà i reperti di Baigong siano la prova di una civiltà umana antichissima di cui si sono perse le tracce: si tratterebbe di una civiltà comparsa oltre 150 secoli fa, una drammatica revisione della storia umana.

http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/ ... a-anni-fa/

18/01/2015, 15:20

Bello! Non ne sapevo niente (c'è sempre da imparare ...); grazie.[:)]

19/01/2015, 11:00

come non ne sapevi niente [8D] [:D] [:D]

il tuo intervento qui [;)]
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=436

ciao
mauro

19/01/2015, 14:27

La bufala dei tubi di Baigong

https://misterorisolto.wordpress.com/2013/07/04/la-bufala-dei-tubi-di-baigong/

Possibile spiegazione del mistero.

19/01/2015, 15:34

questa spiegazione c'era anche nell'articolo sopra [;)]

ciao
mauro

19/01/2015, 15:59

oops!! pardon [:)]

19/01/2015, 20:04

Finchè non troveranno tubi orrizzontali che attraversano le pareti di una grotta reputo attendbile l'ipotesi della mineralizzazione
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